Vita da senatore, tra sorrisi e sbadigli
L’Unione Sarda
06.05.2010
A saperlo fare delle istituzioni più alte del nostro Paese si può anche parlare fuori dalla gabbia dell’ufficialità. Cioè è possibile narrarne con leggerezza la vita e il lavoro di chi ci sta dentro. Senza per questo sottrarsi al dovere del convinto rispetto che si deve appunto alle sedi più prestigiose del potere politico e legislativo. Ne propone una convincente conferma, fra gli altri, un volume appena approdato nelle librerie: “Vita da senatori” di Mariano Delogu (Arkadia, Collana Eventi, prefazione di Maurizio Gasparri, 12 euro).
Nel libro, come avverte il sottotitolo, si raccontano storie, aneddoti e miti di Palazzo Madama. L’autore non manca di sottolineare il ruolo importante del Senato e tuttavia della vita – certo politica, ma anche umana – di chi lo frequenta per delega elettorale narra appunto con intelligente e garbata ironia e consapevole disincanto. Come del resto aveva fatto con precedenti prove letterarie dedicate ad altre sue esperienze (quella di penalista, in primo luogo; quindi quella di sindaco di Cagliari). Mariano Delogu non nasconde che scrivere lo diverte. È quindi importante che i suoi sorrisi coinvolgano il lettore. Nella godibile fluidità formale che caratterizza anche questo libro è automatico cogliere un preciso riferimento a una lontana ma non dimenticata attività giornalistica ne “L’Unione Sarda”.
Dunque, pagine dedicate a situazioni, abitudini e riti che l’autore conosce bene per essere in Senato dal 2001. Molti i protagonisti di capitoli intensi anche se brevi. Sono personaggi qua e là riconoscibili anche se non indicati con nome e cognome. Che in realtà non servono perché, in generale, virtù e vizi sono sistemati in un’ottica complessiva. Del resto, Mariano Delogu mette le carte in tavola sin dalla premessa. Citando Cicerone invita a riflettere che forse non tutti i frequentatori del “Senatus mala bestia” possono vantarsi di essere del tutto “probiviri”. Di certo – al di là del prestigio, dell’ottimo stipendio e di molti privilegi – molti si possono considerare dei frustrati. Non escluso l’autore che in qualche caso misura la propria operatività in Parlamento con quella di chi fa l’avvocato o il primo cittadino (o, come gli è accaduto, il presidente di una grande squadra di calcio portata alla conquista dello scudetto).
Infatti, a vederli con una certa malizia, non pochi senatori sono soltanto “schiacciatori” di pulsanti che dicono sì o no per pura logica di schieramento e per obbedienza alle direttive di partito (e talvolta, nel ruolo di “pianisti”, votano per conto di colleghi assenti). Oppure presentatori di interrogazioni, interpellanze e raccomandazioni che valgono un titoletto sul giornale più diffuso nel collegio ma in realtà lasciano quasi sempre il tempo che trovano. O creatori – con discutibile goliardia – di striscioni non di rado affidati alla volgarità.
Con rapidi e incisivi ritratti le pagine di Delogu attirano l’attenzione del lettore, per esempio, sull’intasato servizio postale, sul “facciario” inventato dai funzionari per tentare di riconoscere i senatori, sui “creatori di emendamenti perditempo”, sui “suggeritori del presidente”, sugli applausi e le commozioni di facciata. Insomma, tutti i piccoli retroscena e segreti di un mondo che un simpatico e interessante volume sa sottrarre alla retorica e all’ipocrisia dell’ufficialità ( g.f. ).