Vieni a prendermi di Fabrizio Demaria
Sardegna Live
25 novembre 2013
Tutti conoscono la Sicilia, anche chi non c’è mai stato. La conoscono tutti perché ce l’hanno raccontata spesso. Ce l’ha raccontata la storia, in giornate di una tristezza inaudita che a pensarci oggi viene ancora da piangere. Ce l’hanno raccontata i suoi figli con parole di una poesia intensa e profumata che a leggerle o ascoltarle fanno venire i brividi alla schiena. Ce la raccontano ancora, ogni giorno, i suoi sapori agrodolci e i suoi colori intriganti che, pur non avendoli mai sentiti, sembra di sentirli, e pur non avendoli mai visti, sembra di vederli. Davvero. La Sicilia che racconta lo scrittore e psicoterapeuta Fabrizio Demaria da Avola, provincia di Siracusa, nel suo nuovo romanzo dal titolo “Vieni a prendermi” (Arkadia Editore), è un po’ tutto e un po’ niente di quello che c’hanno raccontato. È una Sicilia guizzante, verace, sanguigna. Una Sicilia fisicissima e ingombrante che, pure, a momenti sembra un universo lontano e cambia faccia attraverso i suoi personaggi i quali conservano, però, in qualche modo, un legame con la terra che li avvolge, li abbraccia e non li lascia fuggire. Non riesce a sfuggirgli neanche lui, Fabrizio Demaria, a quella terra che lo ha reso figlio. Perché non lo vuole, certo. Ma nemmeno volendo riuscirebbe a sottrarsi. Glielo si legge in faccia. Quando illustra alcuni passaggi di “Vieni a prendermi”, gli occhi brillano di ricordi lontani e la bocca, a momenti, trema. Siamo simili in questo, noi popoli delle isole, aneliamo a un orizzonte che vediamo solo oltre il nostro mare, e quando andiamo a cercarlo capiamo quanto mondo ci fosse da scoprire nel giardino di casa. “Vieni a prendermi”, così, diventa una corsa nel tempo e contro il tempo attraverso gli anni più intensi del secolo scorso. La Seconda Guerra Mondiale, la liberazione e il dopoguerra, il disagio sociale, le speranze e il boom economico degli anni ’60. E poi ancora la contestazione, le disillusioni e i falsi miti degli anni ’70. La lotta alla mafia. Tutto immancabilmente imperniato attorno alle vicende e ai vissuti dei protagonisti di “Vieni a prendermi”. La relazione tra Jano e Caterina diventa un baluardo d’amore che buca i suoi giorni sfondando le porte di un destino spesso avverso e costruendo con pazienza un futuro che darà i suoi frutti con l’arrivo dei figliStefano e Vittoria. I protagonisti sono pedine dentro una scacchiera imprevedibile e ricca di suggestioni emotive. Un libro che ti seduce, ti tira dentro le sue pagine siciliane velatamente ambientate ad Avola, provincia di Siracusa, tra le coste del Mar Ionio e i Monti Iblei. La terra di Archimede e di Teocrito, del Nero d’Avola, di Santa Lucia e di Franzo Grande Stevens. La terra di Fabrizio Demaria, che la racconta gettando il suo cuore nel precipizio di un romanzo le cui parole bagnano la carta di una storia tutta da leggere.
(Pietro Lavena)