“Vicolo Chiuso” su il Giornale.it
Viaggio nel vicolo più oscuro di Amsterdam
L’autrice ha una divorante passione per i libri, e, tra i libri, per i thriller psicologici. Si chiama Doriana Perracca, è nata in Val d’Aosta, vive ora tra le rive della Dora, ancora cerulea come la vide Carducci, e Porto Maurizio, in un appartamento racchiuso nella sua parte più alta, segreta e antica, il Parrasio. Donna di frontiera, Doriana Perracca corona la sua passione dando alle stampe un romanzo anomalo, dai sapori e dai colori forti, lontano dalle consuete storie, spesso autoreferenziali e avvitate su se stesse, di molte autrici e autori italiani. Un romanzo con qualcosa di gotico, nordico, che sui lettori di thriller avrà la presa delle pagine di Camilla Lackberg . Vicolo chiuso (Arkadia editore, pagg. 289, euro 17) presenta personaggi a tutto tondo, inquietanti, commoventi, capaci di delirio e di sogno, e costruisce una trama che spinge il lettore pagina dopo pagina a immergersi nel mistero di come le esistenze degli esseri umani si incontrano, si compiono, si distruggono. Tutto sullo sfondo di una Amsterdam nient’affatto turistica o di maniera. Una città d’acqua e sesso, torbida e indifferente. Giganteggiano i personaggi femminili, Linda, colta, padrona di casa esemplare, elegante, figlia di uno scienziato e vedova di due scienziati, amorosa madre e nuora. E c’è Cecilia, enigmatica nel suo esibirsi in una casa di piacere, il Vicolo chiuso, con una maschera nera sul volto e capace di suscitare i desideri più violenti e possessivi senza mai concedersi sino in fondo. Quale potrà mai essere il rapporto tra due figure così? E c’è Suzanne, artista stravagante e lesbica, sincera nell’amore per la sorella Linda, con cui condivide un tatuaggio segreto con il simbolo dell’infinito. E il commissario Sandra Van der Meer, spiccia, un po’ sovrappeso, umana, divoratrice compulsiva di cioccolatini: tocca a lei indagare sulle morti dei due scienziati, uccisi con le stesse modalità nelle toilette di due alberghi. E farsi largo tra il fango di tante passioni, perversioni, ossessioni. Un personaggio maschile che risalta è il custode e tuttofare del Vicolo chiuso, discendente di una famiglia aristocratica, Antoine de Choiseul-Praslin, un uomo che «aveva dentro di sé questo senso terribile di portarsi addosso decadenza, sventura, rovina», deforme nel fisico ma buono e generoso nell’anima: una figura dai bagliori victorughiani. Doriana Perracca ama i suoi personaggi e ce li fa amare. Ne cura i dettagli, li rende evidenti ai nostri occhi di lettori. E ama la suspense e il segreto, che tiene vivo sino al finale, quando Sandra Van der Meer dovrà accontentarsi di una confessione e ammettere la sua resa di fronte al precipitare degli avvenimenti. Tra un episodio e l’altro, compare una misteriosa bambina: di lei, a intermittenza, viene raccontato come venga ferita da un trauma indelebile, forse la chiave per dipanare il gomitolo della intera storia. Il thriller si tinge di un nero romanticismo che coniuga amore a morte, verità e menzogna, dolore e gioia, in uno scavo psicologico, ovvero dell’anima, che è uno dei pregi di questa opera così originale e così accattivante.
Giuseppe Conte
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