“Un bambino sbagliato” su Il Loggione Letterario
“Un bambino sbagliato”, di Giovanni Lucchese
Capita che sia la notte prima di Ferragosto, che si siano raggiunti i Cinquanta e tra afa e vescica che non è più quella di una volta la nottata si faccia problematica. Capita di aver acconsentito ad andare qualche giorno alla casa al mare con mamma e papà, che sono ormai vecchi e non si sopportano più. A volte ci si lascia trascinare in certe cose…Capita a volte che ci si senta nel posto sbagliato, altre ancora che ci si senta proprio sbagliati, come se il Creatore – o chi per lui – si fosse distratto un attimo durante la partita di Risiko in cui ha piazzato noi sulla Terra. E mentre la notte di Fregene sa di sudore e di ricordi degli anni Ottanta, capita di veder sbucare – non senza spavento – un bambino dal nulla. Un bambino impertinente e dispettoso, uscito proprio da quegli anni, che ha come unico scopo quello di portarci per mano in un universo di ricordi e aneddoti, tra illusioni e delusioni, spensieratezza e risate. È un viaggio difficile, a volte, anche quando l’amore di mamma circonda il protagonista:
“Piango perché mamma mi dice sempre che sono un bambino speciale, ma il motivo per cui lo sono, alla fine, non lo sa neppure lei quindi, nel dubbio, mi ama in tutti i modi possibili e senza smettere mai. Il suo amore è come quando al mare ci sono i cavalloni, che mentre ti fai il bagno ti travolgono sempre più forte buttandoti sotto, e tu all’inizio ridi, ti diverti, spunti l’acqua che hai bevuto e ne vuoi ancora, ma dopo un po’ non ne puoi più, sei stanco e ti fanno male le gambe, vorresti solo che smettesse perché non fai in tempo a tirarti su che arriva subito un’altra ondata, più alta e più forte di quella di prima, che ti ributta sotto.”
Ed è difficile essere quel bambino che vorrebbe il camper della Barbie e si ritrova con quello di Ken, marrone e brutto, mentre quello di Barbie era proprio rosa, bello e fashion come avrebbe desiderato. Giovanni Lucchese, però, rende questo viaggio nel passato una vera avventura, ricca di personaggi sopra le righe, al di là degli stereotipi, un’umanità variopinta, unica, caciarona anche. Già dall’esordio, con la raccolta di racconti Pop Toys (Alter Ego, 2016), Lucchese interpreta la realtà tramite la lente di un’ironia intelligente, che sa togliere peso anche alle situazioni dolorose, che sa infondere nelle storie un senso di riscatto. Perché in fondo, è più facile capirlo così, che nessuno nasce sbagliato.
Silvia Guberti
Il link alla recensione su Il Loggione Letterario: https://tinyurl.com/4z222bsb