Tipi sardi: l’editoria che resiste
Sardegna 24
3 ottobre 2011
Tipi sardi: l’editoria che resiste
A volume. Questo il titolo di una fortunata trasmissione sui libri in onda qualche decennio fa – condotta da una giovanissima Alessandra Casella e da una (allora sconosciuta ai più) Daria Bignardi – , etichetta sotto la quale riassumere l’attuale panorama letterario ed editoriale sardo, tra novità e contraddizioni. Archiviate per quest’anno le letterature applicate di Marina Café Noir, conclusa la Festa dei lettori promossa dai Presìdi del libro, lettori, cacciatori del libro autografato e curiosi si preparino all’appuntamento con il Festival Tutte Storie a Cagliari dal 6 al 9 ottobre (dal 4 all’11 nelle biblioteche di Carbonia, Gonnesa, Mogoro, Quartu S. Elena, Isili e presso l’Istituto Comprensivo di Posada), con la Mostra del libro in Sardegna a Macomer dal 20 al 23 ottobre e con “Libri in fiera”, manifestazione targata Aes in programma a Cagliari per il mese di dicembre.
Sempre crescente l’interesse del pubblico per questo genere di eventi, sulla scia di quella che nell’ultimo decennio è stata definita la nouvelle vague sarda: un proliferare di scrittori che hanno varcato con le loro storie i confini del mercato editoriale isolano, favorendo uno scambio tra realtà locali e nazionali, quando non internazionali. Gli editori locali abbondano – un numero prossimo a cinquanta – e gli ultimi dati Istat restituiscono un’immagine della nostra isola come di un’eccezione tra le regioni del Mezzogiorno con una percentuale di lettori che si colloca con un bel 49,1% su livelli superiori alla media nazionale.
Nel 2011 sono state date alle stampe 134 novità con una prevalenza di titoli di saggistica. Con venti uscite sul totale della produzione regionale, la casa editrice Arkadia occupa il primo posto per quanto riguarda la produzione libraria di quest’anno. La situazione cambia veramente poco se si prende in analisi la sola produzione di narrativa che vede sul podio Arkadia, Il Maestrale e Aìsara quasi con il medesimo numero di pubblicazioni. Soddisfazione esprime Riccardo Mostallino Murgia: «Quest’anno le pubblicazioni di narrativa e saggistica di Arkadia sono state numerose, andando a coprire un segmento ampio dell’intera produzione editoriale isolana. Questo fattore evidenzia da parte nostra la volontà di cercare di offrire un’ampia gamma di prodotti ai lettori, intersecando più o meno tutti i generi, sia narrativi che saggistici». Arkadia copre circa il 22% della produzione libraria locale di quest’anno, una realtà nata due anni e mezzo fa, con le idee chiare: «Per quanto riguarda la narrativa cerchiamo di arrivare alla pubblicazione di un minimo di titoli all’anno e stiamo moltiplicando le collane. Quest’anno è nata la prima collana universitaria, “Akademia”, una collana di Geopolitica, e per quanto riguarda il settore turistico e la saggistica, arrivano in redazione proposte di tutti i tipi la cui pubblicazione valutiamo di volta in volta».
Francesca Casula, editor di Aìsara, racconta di un catalogo popolato da molti autori stranieri, non una scelta editoriale ma una semplice questione di standard di qualità: «A noi interessa pubblicare bei libri. Se gli autori italiani che arrivano in redazione non raggiungono il livello di altri libri stranieri che leggiamo, preferiamo pubblicare un autore straniero. Abbiamo stabilito una soglia di qualità al di sotto della quale non scendiamo. Grazie alla distribuzione nazionale che rende i nostri libri visibili in tutta Italia, la scelta è sempre crescente». Rispetto agli appuntamenti di settore, una maggiore importanza sembra avere una buona distribuzione: «Le fiere sono occasione per definire contatti presi in precedenza, incontrare altri editori, giornalisti e autori. La distribuzione è basilare. Garantisce diffusione a livello nazionale, influisce sulla quantità degli inediti che arrivano in redazione e sulla loro provenienza, non solo locale». Ma la situazione nel complesso non è rosea, anche l’editoria sarda ha risentito dei contraccolpi della crisi economica: «La produzione dell’editoria isolana è in calo – sostiene Ivan Botticini, presidente dell’Aes – dalle 300 novità del 2000 siamo arrivati ai 150 titoli di quest’anno. La tiratura media è scesa a 1000 copie. Cause principali, la diffusione della stampa digitale e degli ebook, e la chiusura di molte librerie indipendenti, presso le quali si registra la percentuale maggiore di vendita dei libri di editori locali”. Qualche spiraglio intravede Fausta Moroni, ufficio stampa e foreign rights de Il Maestrale, che cita dati meno allarmanti ma comunque poco consolatori: «Quest’anno c’è stata una leggerissima flessione sulle novità in catalogo. Dai diciotto titoli del 2010 siamo passati ai sedici di quest’anno. Le tirature sono dimezzate, un effetto della crisi economica. Per la stessa ragione, la capacità di acquisto delle librerie indipendenti è diminuita, e questo dato purtroppo va contro l’editoria indipendente».
di Tania Murenu