“Testimonianze di un’orgia poetica” su La poesia e lo spirito
Abilio Estévez, “Testimonianze di un’orgia poetica”
Abilio Estévez, Testimonianze di un’orgia poetica, Arkadia Editore, 2023 (traduzione di Alessandro Gianetti)
Cuba, per me, è un mito un po’ come per Abilio Estévez, autore di questo libro straordinario, Testimonianze di un’orgia poetica. Per lui – già pubblicato in Italia con Tuo è il regno (Adelphi, 1999) e I palazzi lontani (Adelphi, 2006) –, perché, dopo averci vissuto e sofferto a lungo, l’ha lasciata probabilmente per sempre. Per me, perché non ci sono mai stato, pur approfondendone da anni la realtà socio-politica nelle vesti di traduttore di un altro grande – e pur diverso per stile – scrittore cubano, Amir Valle. In qualche modo, sento vividamente quelle strade, quegli odori e quei colori – e anche i suoni, inclusi quelli che formano le parole pronunciate e quelle scritte. E conosco, o riesco perfettamente a immaginare, sia il tormento di chi non può più rientrarvi per motivi politici, sia quello di chi ci è sempre rimasto, pagando il prezzo di restrizioni, discriminazioni e castighi perché non si allineava al pensiero unico del regime castrista, o magari perché esprimeva, col suo modo di essere ancor prima che con la sua opera, una “scandalosa” visione libera dell’esistenza. In Testimonianze di un’orgia poetica, Abilio Estévez sonda la vita di tanti maestri della letteratura cubana contemporanea – in primis i suoi maestri Virgilio Piñera e Lezama Lima, ma anche altri nomi autorevoli, uno su tutti Reinaldo Arenas, lasciando emergere e al contempo cullandosi in una sorta di barcarola letteraria nella quale le sue sensazioni e idee dialogano e s’intrecciano con quelle degli artisti evocati, come se lui vedesse in loro degli alter ego della sua personale esperienza di radicamento nell’Isola e del successivo destierro – lo strappo dell’esilio. È così, come per exempla, che l’autore, magistralmente tradotto da Alessandro Gianetti, ci conduce nell’anima pulsante di questo paradiso terrestre tanto funestato dalla storia, sublimandone i dolori nella bellezza letteraria, ma al contempo senza ingentilirne troppo i tratti, dato che la vera arte nasce da quella sofferenza, come anche dai pochi attimi di intensa gioia. In altre parole, la verità di Cuba raccontata dai suoi maestri, che Abilio Estévez ripercorre con maestria leggera e coinvolgente, è essa stessa un tributo all’arte e alla memoria. In questo senso, Testimonianze di un’orgia poetica può definirsi una rapsodia della verità del ricordo. Tanto che la sua Cuba di esule – come in fondo anche la mia di non-ancora-visitatore – forse risulta ancor più vera di quella reale.
Giovanni Agnoloni
Il link alla recensione su La poesia e lo spirito: https://tinyurl.com/2s44u72y