“Tessa, per caso” su InSarzana
AUTORI LOCALI: LA RECENSIONE di “TESSA, PER CASO”, il nuovo libro di Alessandro Zannoni
In questi giorni di fine anno ho letto il bel libro di Alessandro Zannoni, “Tessa, per caso” e vorrei dire qualche parola. Tuttavia avventurarsi in giudizi o commenti su un testo presuppone una conoscenza di criteri critici che il sottoscritto non possiede. Dunque, mi limiterò a riportare quelle impressioni che sono derivate dall’aver letto il libro, suggerendo, da subito, il suo acquisto. Un libro che appartiene ad un genere, quello noir, dove si specchiano la modernità e un modo secco e preciso di narrare che Zannoni, con bravura, sa gestire al meglio. Intanto ho come la sensazione che Alessandro abbia messo a fuoco alcune sequenze di un film nel quale siamo tutti presenti. Un film, quello che potrebbe ritrarre gli aspetti della nostra società odierna, che non riesce più a mettere fuoco situazioni, sentimenti, rapporti sempre più liquidi, dei quali abbiamo perso molti dei connotati costitutivi, risolvendosi in una indecifrabile quotidianità che sa molto di abitudine ma soprattutto di adattamento. Tessa se ne renderà conto quando la vicenda, per caso, la travolgerà e la farà uscire da quel bozzolo di assuefazione che si era costruita intorno alla sua vita e ai suoi desideri. Il racconto di Zannoni è certamente un noir, dove vi sono poche tracce di giallo. All’autore non interessa divagare su investigazioni o interventi del commissario di turno. Il suo interesse è voler inquadrare la vicenda, mettere in luce i comportamenti dei vari protagonisti e ricavarne una sorta di rappresentazione dove etica e moralità sono lasciati al pensiero del lettore. Per questo la scrittura è scarna, essenziale, funzionale nel descrivere un’umanità colta nelle sue manifestazioni più dure e pulsionali. Ci si muove sul crinale di truffe alimentari, di interessi imprenditoriali smodati e pericolosi, di lotte personali per emergere in contesti economici edulcorati da una visione sempre meno equilibrata e rispettosa del prossimo. Zannoni è bravo nel ritrarre le movenze, i luoghi, le aspettative di una folla umana sempre più schiava dei propri desideri e delle parti peggiori del proprio inconscio, non attardandosi a rinvigorire, a ricamare troppo la propria narrazione. E’ una evidente scelta di forma e di sostanza che trova, nella rappresentazione dei desideri sessuali delle persone e della protagonista in particolare, la sua via preferenziale. Il libro si muove dunque su i due classici binari del potere e del sesso, sulle pulsioni più animalesche. Tessa vive la sua vita sull’ambizione, sulla sua voglia di migliorare la propria posizione in barba a chiunque, ostentando una sicurezza quasi predatoria nei rapporti di lavoro e barcamendosi tra la famiglia e la necessità di un amante che la faccia godere smodatamente e la tratti come una bambola da usare in ogni modo.Zannoni è circostanziale nel descrivere questo precario equilibrio ma avvertendo tra le righe il lettore che queste sono le vere movenze, i nascosti desideri, le voglie represse a guidare il quotidiano. Tessa scoprirà a sue spese la labilità dei suoi comportamenti ma il racconto, indistinto e nebuloso, nel suo emergere narrativo, diventato chiaro, duro, spigoloso nel dipanarsi della storia, si chiuderà tornando nell’indifferenziato, nello sfocato. L’autore è dunque riuscito, a mio avviso, in una impresa non da poco. Per un momento ci ha mostrato l’inconscio, ci ha fatto intravvedere con perizia come siamo veramente costruiti e che cosa realmente guida i nostri desideri e le nostre scelte. Zannoni non possiede ricette per la vita, ne si permette di guidarci a un finale di qualche tipo. Come già in altri libri ritrae il mondo nella sua verità e che possa piacere o meno, questo è solo un altro discorso.
Giorgio Giannoni
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