Lo scrittore spagnolo pluripremiato Pablo D’Ors torna in libreria con il suo nuovo romanzo Contro la gioventù (edito da Arkadia Editore e tradotto da Alessandro Gianetti). L’autore parla di gioventù, ma lo fa in un modo rivoluzionario e ribaltando i canoni che ci eravamo fino ad ora prefissati in questa società. I giovani, per quanto tali, non sono ancora sé stessi: cercano in ogni modo di aggrapparsi a una vita migliore per scoprirsi (e riscoprirsi), per accettare quelle parti di sé non ancora formate. Per attendere una maturità, che arriverà con l’avanzare con l’età: la storia di D’Ors – che vede come protagonista Eugen Sallman – è soprattutto un monito e un esempio per tutti coloro che appartengono a questa era giovane, e ne fanno tesoro trasformandola spesso in una risorsa.
Com’è avvenuto il tuo primo approccio alla scrittura? Quando hai scoperto che sarebbe stata la tua strada?
L’ho sempre saputo. All’età di 8 o 9 anni ero già un lettore esperto. A 12 o 13 anni avevo già scritto una lunga raccolta di poesie. A 13 anni scrissi il mio primo tentativo di romanzo. A 14 anni vinsi il mio primo premio letterario, per racconti, a scuola. Ho passato la vita a scrivere. A 29 anni decisi che questa vocazione, così violenta, non sarebbe rimasta un sogno, ma che sarebbe diventata una professione, una realtà. E cominciai a scrivere ogni giorno, come chi va in miniera. Le due cose che ho fatto di più nei miei 58 anni di vita sono state leggere e scrivere.
Parliamo del romanzo Contro la gioventù: dove nasce l’idea per questo libro e qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere?
Un romanzo non vuole trasmettere alcun messaggio. Se qualcuno volesse trasmettere un messaggio, lo direbbe in modo diretto, non scriverebbe un romanzo. Un romanzo è qualcosa di particolare: non trasmette messaggi e non può essere riassunto. Se viene riassunto, non è più un romanzo, ma una sinossi. Contro la gioventù è il mio primo romanzo, scritto tra il 1994 e il 1996. Solo che allora s’intitolava La mirada lateral (Lo sguardo laterale) e, ovviamente, fu rifiutato da tutti gli editori a cui lo sottoposi. Dico “ovviamente” perché era estremamente brutto. Parla della mia esperienza a Praga, perché anch’io ho vissuto in quella città, come il protagonista della riscrittura che è Contro la gioventù. Parla del narcisismo della giovinezza, quella fase di permanenti prove ed errori.
Un romanzo, il suo, che parla di quello che i giovani vorrebbero più di tutto: il possesso amoroso. Come definisci la gioventù odierna e i giovani di questo periodo storico?
Non conosco bene i giovani di oggi, non ho molti contatti con loro. Non è una scelta, sono le circostanze della vita. Per oltre cinque anni però ho lavorato all’università e ho potuto star loro vicino. Quando si è giovani, si soffre molto di più di quanto si pensi. Tutto è ancora da definire, e questa mancanza di definizione spesso produce ansia. Il bisogno sessuale esplode in tutto il suo splendore e non si è ancora arrivati a capire cosa sia l’amore. Questo crea una certa disfunzionalità tra i bisogni fisiologici e la maturità affettiva, essenziale ma ancora inesistente. Mi sembra che questo caratterizzi i giovani di oggi e di tutti i tempi; suppongo che sia qualcosa che appartiene alla condizione umana.
Tra le tue pagine, parli di Franz Kafka e Milan Kundera: loro sono stati i tuoi maestri letterari? Quanto ti hanno ispirato nella costruzione del tuo stile?
Sì, ho imparato molto da loro, anche se, a onor del vero, dovrei aggiungere Hermann Hesse e Stefan Zweig, almeno in gioventù, e, da adulto, naturalmente, John Williams e János Székely, oltre a J.M. Coetzee, che insieme a Philip Roth è il padre di tutti i narratori contemporanei (in particolare, di quelli che non hanno ancora trovato la propria voce). Da Kafka ho imparato la letteratura come religione, la narrazione non psicologica, non storica, narrazione e basta: fidarsi della penna, lasciar parlare l’anima, lanciarsi a raccontare la stranezza della condizione umana. Da Kundera ho imparato, naturalmente, l’umorismo e la composizione: quelle che lui chiama “variazioni sullo stesso tema”, gli ego immaginari, la combinazione esplosiva di ridicolo e sublime. È un peccato che Kundera non si sia fermato ai suoi primi cinque titoli. Tutti quelli che li hanno seguiti sono un progressivo declino fino ad arrivare a La festa dell’insignificanza, che è orrendo.
Il protagonista è Eugen Salmann: quanto c’è di te in lui? Cosa ti ha insegnato più di tutto questo personaggio?
Eugen Salmann, un personaggio che unisce mio nonno Eugenio e il mio maestro Elmar, rappresenta il peggio di me, così come Charles de Foucauld, il protagonista del mio romanzo L’oblio di sé, rappresenta il meglio. I personaggi, in particolare i protagonisti, sono spesso esorcismi dei loro autori. Così come il mio romanzo Entusiasmo racconta la travagliata formazione del sacerdote, Contro la gioventù racconta la quasi altrettanto travagliata formazione dello scrittore. Io sono entrambe le cose, ero entrambe le cose. Adesso non sono più entrambe le cose, per fortuna sono uno solo. Immagino di aver dovuto passare attraverso Eugen Salmann e Charles de Foucauld per arrivare a essere Pablo d’Ors. Spesso ci costa tutta la vita diventare ciò che siamo.
Quali sono i tuoi futuri progetti letterari? Puoi anticiparci qualcosa?
Sì, sto scrivendo racconti lunghi, lunghi come quelli della mia raccolta intitolata Il debutto, o anche di più. Mi diverto molto scrivendoli. Sono storie mistiche e comiche, un po’ nello stile di Italo Calvino. Credo di scrivere ciò che ho sempre voluto scrivere. Dopo cinque anni dedicati alla saggistica (mi riferisco a Biografia della luce), sono tornato alla narrativa, che mi rende molto più felice. La gioia della creazione letteraria è ben lontana da quella che produce la riflessione, per quanto necessaria possa essere.
Stefania Meneghella
Il link all’intervista su Kosmo Magazine: https://bit.ly/3NM2s9O
A farci compagnia in questo primo mese dell’estate ci sono, come sempre, libri di ogni genere. Diverse sono le raccolte di racconti e i romanzi brevi a cui abbiamo voluto dare spazio. Ci sono tante storie perturbanti e irreali in questa rassegna di giugno, storie di crescita, di maternità e di un’Italia dimenticata. Infine, trovate anche l’esordio letterario di un autore che abbiamo avuto il piacere di ospitare nella nostra rivista.
Buona lettura!
Libri in uscita a giugno 2022: la lista
La raggia di Mattia Grigolo
Già autore di due racconti sulla nostra rivista, L’attimo prima di esplodere e Il tornado si scagliò su Greta, Mattia Grigolo esordisce con un romanzo alla scoperta delle origini dei traumi. Un bosco, la violenza di un padre, un quaderno per tenere traccia di quel che accade nella vita e nella testa, per cancellare gli sbagli strappando le pagine. E poi i sospetti che gravitano attorno alla morte di Nina, rinvenuta nel fiume. E infine la volpe che si aggira tra gli alberi e che sembra conoscere i segreti di questo protagonista che cerca di scappare dall’eco dei pensieri e della rabbia.
In libreria dal 21 giugno per Pidgin
Colibrì Salamandra di Jeff VanderMeer
Jane è un’analista di cybersecurity. È nel suo bar di sempre quando riceva una busta dal barista, pagato per la consegna. All’interno della busta ci sono una chiave, un indirizzo e un numero: 7. Quando arriva all’indirizzo indicato sulla busta, Jane trova un magazzino e il primo indizio: una scatola con un colibrì imbalsamato di una varietà estinta e un biglietto con la dicitura: «Colibrì. Salamandra. Silvina». Jane non sa che pensare: le salamandre rappresentano per lei un ricordo legato a Ned, il fratello defunto, ma lei è disposta a tutto per capire il significato di quegli indizi.
Dopo l’Area X in cui ha raccontato il mondo sull’orlo dell’apocalisse, Jeff VanderMeer conduce il lettore in una nuova dimensione, il presente, avvalendosi dei temi a lui più cari: la crisi climatica, l’Antropocene, il rapporto autodistruttivo con la natura.
Traduzione di Vincenzo Latronico
In libreria dal 7 giugno per Einaudi
Di macchia e di morte. Ballata degli ultimi briganti di Filippo Cerri
In questo che sembra uno di quei racconti che si narrano davanti a un fuoco, fatto di terre riarse e cieli vastissimi, di boschi fitti e di esistenze volte alla sopravvivenza, Filippo Cerri conduce il lettore nei luoghi d’Italia in cui si muovono i briganti: il biondo Bianciardi, lo sfuggente Tiburzi, il re brigante e numerosi altri personaggi, tra contadini, prostitute e proprietari terrieri, attraverso racconti epici e disperati con un montaggio che ricorda quelli dei grandi western.
In libreria dal 9 giugno per effequ
Automi, bambole e fantasmi di E.T.A. Hoffmann
Baudelaire lo considerava lo scrittore del «comico assoluto», Scott sosteneva che era più di un critico e che avrebbe avuto bisogno di una cura psichiatrica, per Goethe i suoi spettri facevano paura, mentre secondo Freud E.T.A. Hoffmann era il maestro del perturbante. In questa raccolta di racconti si ritrovano alcune tra le figure più affascinanti della prosa di Hoffmann: giocattoli animati, presenze, apparizioni ossessionanti tra scenari evocativi come gli abissi di una miniera, le finestre di una casa abbandonata, la guerra in miniatura in una stanza di bambini.
Traduzione di Eva Banchelli, Simone Costagli e Alessandro Fambrini, Matteo Galli, Riccardo Morello. Traduzione dello scritto di Théophile Gautier di Arianna Di Pietro
In libreria dal 17 giugno per L’orma editore
Campo di pietre di Tove Jansson
Jonas è un giornalista, ossessionato dalla cura del linguaggio. Quando dopo una vita dedicata al lavoro va finalmente in pensione, si rende conto di essere solo. Sua moglie Yvette, da cui era separato da anni, è morta; mentre con le due figlie Karin e Maria il rapporto è ridotto ai pranzi domenicali, un’abitudine che Yvette non ha voluto mai interrompere. Quando le figlie gli propongono di trascorrere con loro la prima estate da pensionato nel «sommarstuga», Jonas accetta poco convinto e trascorre le giornate a scrivere la biografia di un uomo che detesca e a pretendere che tutti si prendano cura del linguaggio. Scritto nel 1984, Campo di pietre è una delle opere più apprezzate dalla critica; un romanzo sulla scrittura e l’uso onesto delle parole.
Traduzione di Carmen Cima Giorgetti
In libreria dal 15 giugno per Iperborea
Trust di Herman Diaz
Sono gli anni Cinquanta, Andrew Bevel è un finanziere di New York, diventato ricco con le speculazioni seguite al crollo della Borsa nel ’29. Dopo la pubblicazione di una sua biografia secondo lui non corretta e offensiva, ingaggia Ida Partenza, figlia di un anarchico italiano, affinché scriva per lui un’autobiografia capace di raccontare la verità sulla sua vita e sui suoi successi, nonché sulla moglie morta Mildred. Ben presto Ida comprende che neanche il suo intervento è in grado di tracciare il ritratto di una donna complessa dalla personalità sfuggente. Trent’anni più tardi Ida riesce ad accedere agli archivi della fondazione Bevel, dove trova il diario di Mildred, l’elemento mancante dell’enigma. Herman Dias, finalista al Pulitzer 2018, in questo romanzo costruisce quattro voci, quattro punti di vista in un gioco di specchi in cui, dietro l’esistenza di un uomo come Andrew Bevel, si nasconde la personalità complessa e misteriosa di una moglie, artefice del suo successo.
Traduzione di Ada Arduini
In libreria dal 14 giugno per Feltrinelli
I camminatori. Dieci racconti tra le strade di Napoli a cura di Marco Perillo
I racconti di I camminatori sono ambientati tra le vie di Napoli e sull’esempio di maestri come Di Giacomo e Serao, in cui il lettore ha la possibilità di osservare, conoscere, riflettere e passeggiare assieme ai personaggi creati dai dieci autori di questa raccolta, da Vincenza Alfano, Vittorio Del Tufo, Giuseppina De Rienzo, Marco Perillo, Lavinia Petti, Pier Luigi Razzano, Patrizia Rinaldi, Martin Rua, Pietro Treccagnoli, fino a Monica Zunica.
In libreria dal 14 giugno per A. Polidoro editore
Servirsi di Lillian Fishman
Eve è una trentenne newyorkese che ha una relazione da diversi anni con Romi. Ma Eve è ossessionata dal sesso e dal proprio corpo, tanto che un giorno decide di pubblicare le sue foto di nudo on line. È così che conosce Olivia, una pittrice, e attraverso lei Nathan, dando inizio a una relazione a tre. Eve conduce una doppia vita, mentre le domande seguitano a tormentarla: che significato ha il sesso? Come conciliare il desiderio con il dovere e la responsabilità verso l’altro? Nel suo romanzo d’esordio Fishman, redattrice per il «New Yorker», indaga i concetti di desiderio, genere e potere in un ambito sempre più liquido in cui sesso e sessualità si confondono.
Traduzione di Silvia Montis
In libreria dal 29 giugno per Edizioni e/o
Verde Eldorado di Adrián N. Bravi
Nella fervente Venezia del 1526 Ugolino vivo nascondendosi sotto a un cappuccio perché un incendio gli ha deturpato la faccia. Neanche il padre tollera la sua presenza, tanto che lo costringe a imbarcarsi sull’ammiraglia Caboto. Destinazione: Isole Molucche in Indonesia. Tuttavia accade che lungo il Paraguay una tribù indigena catturi Ugolino assieme a quattro suoi compagni, subito uccisi. L’unico a salvarsi è proprio Ugolino e grazie al volto sfigurato, perché per gli indios quei segni sono il tocco dei Karai, i signori del fuoco. Ha inizio così per Ugolino un viaggio alla scoperta di una natura e di un’umanità nuove. Una storia di formazione in cui migrazione, radici e connessioni con l’immaginario collettivo si fondono.
In libreria da giugno per Nutrimenti
L’arte di essere Raffaella Carrà di Paolo Armelli
Il secondo volume della serie iniziata con L’arte di essere Bill Murray rende omaggio a un’icona dello spettacolo come Raffaella Carrà. Si tratta di un viaggio nella vita di una donna di talento, attraverso anche la testimonianza di coloro che hanno avuto la possibilità di conoscerla, come Vladimir Luxuria, Vanessa Incontrada, Michele Masneri e altri ancora.
In libreria dal primo giugno per Blackie edizioni
Ancora un’altra di Sabrina Mills
Anche la vittima numero otto è stata trovata come le altre: truccata, vestita e disposta sul letto con cura. Non ci sono segni di violenza né di effrazione. E pure questa volta la vittima è una donna anziana. Un romanzo poliziesco ambientato tra le vie di Genova, con due protagoniste a muovere le fila della narrazione: l’ispettrice Elena Masala, transgender innamorata del lavoro e del marito, e l’operatrice sociosanitaria Giulia Santelmi.
In libreria dal 29 giugno per Le plurali
La buona fortuna di Rosa Montero
Pablo è un architetto affermato che un giorno decide, senza un motivo apparente, di scendere nella stazione ferroviaria di un minuscolo paese come Pozonegro. Qui compra uno squallido appartamento e vi si stabilisce in incognito. Che intenzioni ha? Dare una seconda possibilità alla sua esistenza o invece farla finita? In questo luogo dimenticato, Pablo trova un impiego umile e conosce Raluca, la ragazza che lavora nel market del paese e ha un segreto.
In libreria dal 21 giugno per Ponte alle Grazie
Le regole di questi mondi di Carlo Sperduti
Una delle regole di buon senso che governano questo mondo è non aprire, perché a ogni apertura, che sia di un cassetto o di una finestra, qualcosa entra dall’altra parte. Così pure dal mondo del sonno può penetrare qualcosa in quello della veglia. È fondamentale non aprire o comunque riconoscere il drago alla porta.
In libreria dal 3 giugno per pièdimosca
Delle donne non facesti menzione di Michela Tilli
Erica è una quarantenne che decide di abbandonare marito e figli, dopo che per due settimane ha creduto di avere poca vita davanti a sé per via di una diagnosi sbagliata. Solo che da quando le hanno restituito un futuro, la sua quotidianità non è più la stessa e non può più fingere e continuare a vivere l’ipocrisia su cui si basava la sua esistenza. Mentre vaga per le strade di Genova, assapora una nuova libertà, anche se lasciare la propria casa è qualcosa di doloroso. Su una madre pesano poi secoli di pregiudizi, perché «Se questa donna fosse un uomo sarebbe solo un uomo che se ne va, un caso dell’universale».
In libreria dal 10 giugno per Fernandel
Monogamia di Sue Miller
Graham e Annie stanno insieme da quasi trent’anni, sono considerati una coppia d’oro dagli amici. Graham fa il librario ed è un uomo molto socievole; Annie invece è più riservata ed è una fotografa alle prese con la sua prima mostra. Hanno due figli: Sarah che vive a San Francisco, e Lucas che Graham ha avuto con la prima moglie Frieda. Anche se Frieda è una presenza costante nella loro vita, Annie sa di essere il grande amore di Graham. Poi lui muore improvvisamente e lascia nella vita di Annie un grande vuoto che non sa come colmare. Ma quando scopre che Graham la tradiva con una donna che lei conosce, Annie deve fare i conti con una domanda: ha mai davvero conosciuto suo marito?
Traduzione di Martina Testa
In libreria dal 28 giugno per Fazi
I vestiti degli altri di Calla Henkel
Zoe decide di lasciare New York per trasferirsi a Berlino e superare l’omicidio della sua migliore amica. Qui ritrova Hailey, sua compagna durante la scuola d’arte. Con lei stringe un’amicizia forte e per niente equilibrata; le due ragazze hanno personalità opposte: mentre Zoe è senza uno scopo e condizionabile, Hailey è egocentrica e sicura di sé. A complicare le cose ci si mette anche l’appartamento in cui vivono, pieno di stranezze – come i rumori insoliti di cui non si sa la provenienza – di proprietà di una scrittrice di thriller. Convinte che la donna le stia spiando, decidono di gestire loro la narrazione organizzando feste esclusive a cui partecipa il circuito artistico di Berlino. Nel suo romanzo d’esordio Calla Henkel indaga l’amicizia e i legami tossici, l’identità e la ricerca dell’equilibrio tra le passioni e tutto ciò che è necessario per sopravvivere.
Traduzione di Stefania De Franco
In libreria dal primo giugno per Guanda
Nei boschi di Emily Carroll
I racconti horror di Emily Carroll sono metafora del pericolo che si nasconde dietro la porta e che comunque ci attira fuori. Ispirati da favole gotiche della tradizione orale, tra scenari che ricordano quelle di Stephen King, Edgar Allan Poe e Tim Burton, un graphic novel suggestivo e di inquietante bellezza.
Età di lettura: da 14 anni.
In libreria dal 9 giugno per Tunué
Codice a sbarre. Storie di assenti e di simbionti in cattività di Giulia Tubili
I racconti di cui è composta questa raccolta di Giulia Tubili al suo esordio letterario narrano della prigionia e della cattività in cui ogni persona prima o poi finisce, che sia per breve tempo o per tutta la vita. Il carcere è ciò che è: un non luogo, un «essere o non essere»; molte le sbarre e una soltanto la sensazione di solitudine.
In libreria dal 24 giugno per Il ramo e la foglia edizioni
Guardaci di Terry Toma
Martin e Lily sono sposati, lui si occupa di finanze, lei è un avvocato e conducono una vita agiata e perfetta. Fin quando la tata dei loro due gemelli se ne va. Per fortuna arriva Maeve, giovane e piena di energia, venuta dall’Irlanda per cercare lavoro. Diventa subito indispensabile, non solo per i figli ma anche per i genitori fino a entrare nella camera da letto della coppia, dapprima solo come osservatrice e poi partecipe di un gioco di tensione in cui i ruoli si mescolano. La storia comica e disturbante di un matrimonio contemporaneo in cui il privato sfuma fino a non esistere più e che è riflesso del nostro presente, in cui tutti abbiamo bisogno di essere guardati per esistere.
Traduzione di Benedetta Villa
In libreria dal 15 giugno per Bompiani
Segreti di Mara Mahía
Una bambina sotterrata in una fossa comune durante la guerra civile in Spagna, due fratelli che cercano una zia scappata in America, il bisogno di edulcorare la realtà, di fuggire per crearsi un futuro nuovo. Segreti di una nazione devastata, di due bambini che diventano grandi ascoltando mezze verità in un paese della Galizia. Segreti mai raccontati, come quelli che madre e figlia cercano di svelare in questo romanzo sull’eroicità domestica di chi rivela verità indicibili a due bambini. Sono proprio loro che un giorno saranno costretti a capire dove si trovava la verità e dove la menzogna.
Traduzione di Alessandro Gianetti
In libreria dal primo giugno per Arkadia
Filosofia in undici passi. Dalla caverna alla città di Darío Sztajnszrajber
Già best seller in America Latina, Filosofia in undici passi arriva finalmente nelle librerie italiane grazie alla casa editrice Tlon. In questo libro, in cui prosa e speculazione filosofica si mescolano, Sztajnszrajber racconta la storia di un uomo che uscendo dalla metro di Buenos Aires si trova a fare i conti con l’inspiegabile morte di un ragazzo. L’evento si fa momento di indagine filosofica attraverso undici frasi storiche, che coinvolgono il pensiero di filosofi come Aristotele, Marx, Nietzsche e Foucault, per analizzare e tentare di comprendere il mondo, a dimostrazione che chiunque può fare filosofia anche in modo inconsapevole.
In libreria dal 9 giugno per Edizioni Tlon
La Brigata dei bastardi di Sam Kean
Se la Germania e gli alleati avessero disposto dell’arma nucleare? Era un’opzione tanto realistica per gli Stati Uniti, almeno fino a un certo punto del secondo conflitto mondiale, che per indagare gli sviluppi del nucleare tedesco organizzarono una specifica missione, l’Operazione Alsos. Quella missione viene ora narrata da Sam Kean che, oltre a ricostruire il contesto strategico e scientifico, ne evoca il gruppo che la guidava: una «brigata» – fatta di militari, scienziati e professionisti convertiti in spie – che aveva il compito di raccogliere informazioni e impedire i progressi del nucleare ricorrendo anche a mezzi estremi, come il sabotaggio e l’omicidio.
In libreria dal primo giugno per Adelphi
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E con l’esplodere della bella stagione, noi ci pregustiamo già un mare di letture estive. Iniziamo dunque con le nostre news letterarie della settimana con il libro che ha vinto il National Book Award 2021, pubblicato in Italia da NN Editore: Che razza di libro! di Jason Mott. Tra realtà e allucinazioni, l’autore mette in mostra tutti i pregiudizi e il razzismo della nostra società. Madri e figli: un rapporto intenso, ancora misterioso, sacro per alcuni, un territorio fragile. Romana Petri lo indaga con Mostruosa maternità edito da Giulio Perrone Editore. Possono i capelli raccontare un’identità? Sì se rappresentano un luogo, un origine, ed espongono a pregiudizi e razzismo. Lo racconta Djaimilia Pereira de Almeida in Questi capelli, edito da La Nuova Frontiera. La letteratura insegna, tra le altre cose, a guardare con occhi diversi il mondo in cui viviamo. Tra i vari generi letterari, la distopia ci porta nel mondo del ‘e se..’, dell’ipotetico. E lo fa anche Valeria Florio con il nuovo romanzo edito da Haiku, Z – Nulla da perdere. Un thriller distopico su un regime spietato e un programma televisivo che permette di salvarsi. Il sogno di una vita migliore, di ricominciare. Ciò che vuole Talia, per sé, per la sua famiglia divisa. Lo racconta Patricia Engel in Paese infinito edito da Fazi. Non ce ne rendiamo conto, ma le isole svolgono una funzione primaria per l’ecosistema della terra. E lo racconta bene Sietze Norder con Il mondo in miniatura, pubblicato da add. Per Arkadia Editore troviamo invece un’antologia sui sentimenti ‘difficili’: Il museo della solitudine di Carlos Castán. Storie di amore e di dolori, di virtù e tristezza, raccontati con una musicalità unica. Ed infine, in libreria per e/o troviamo il saggio di Michel Eltchaninoff, Nella testa di Vladimir Putin, un tentativo lucido di capire il mondo del dittatore russo.
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È nato nel 1960 a Barcellona. Autore di culto in Spagna, vive a Madrid, dove continua a insegnare, dopo la pensione, nel Master di Narrativa della Scuola di Scrittori della capitale spagnola.
Ha pubblicato per le più importanti case editrici, riviste e antologie letterarie iberiche. Il suo primo libro, Frío de vivir (1998), è stato tradotto in tedesco e in francese. Il museo della solitudine (2000) è il libro che lo ha consacrato, secondo di una trilogia culminata in Sólo de lo perdido, vincitore del premio Mario Vargas Llosa-NH del 2008. La raccolta completa dei racconti di Carlos Castán, pubblicata nel 2020, è stata inserita tra le migliori dieci opere dell’anno dal prestigioso quotidiano “El Mundo”. Carlos Castán ha inoltre pubblicato i romanzi Polvo en el neón (2013) e La cattiva luce (2015), tradotto anche in portoghese e inglese.
BLOG Dal ritorno del Salone Internazionale del Libro di Torino, all’omaggio a Giovanni Falcone di Claudio Martelli: una settimana da ricordare per gli amanti della lettura. In copertina Gramsci curato da Luca Cangemi e in controcopertina il rispetto di Patrizia Maltese per il comitato dei lenzuoli bianchi contro la mafia
Torna il Salone internazionale del libro di Torino totalmente libero e liberato, nonostante i dubbi pandemici resistono, e sotto la mole gli editori e gli scrittori siciliani la fanno da padrona. Tantissime novità in contemporanea uscita col primo giorno della storica kermesse letteraria e noi scegliamo due editori etnei con autori siculi: libro copertina a Luca Cangemi curatore di “Antonio Gramsci, contro il fascismo nascente”, Lunaria Edizioni; libro controcopertina a Patrizia Maltese per Qualcosa ci inventeremo. Le donne del Comitato dei lenzuoli contro la mafia, Villaggio Maori Edizioni. Debutta nel nostro blog Fides Edizioni. La nave di Teseo, Arkadia, Gammarò, Settecolori, Oltre Edizioni, Iperborea, Armando, Il Saggiatore, Scritturapura, NNE, Exòrma, Fefè e migliaia di libri in uscita per la settimana dei ritorni. Buona lettura!
Le uscite di giovedì 18 maggio
Jakob Wegelius, Il segreto della Hudson Queen, Iperborea
Sally Jones è tornata! Un mistero aleggia sulla nave Hudson Queen e la ricerca della verità farà vivere a Sally Jones e al Capo una gangster story mozzafiato tra la malavita di Glasgow. Per Sally Jones, la specialissima gorilla marinaia che abbiamo conosciuto nella Scimmia dell’assassino, e il suo grande amico Henry Koskela, alias «il Capo», la scoperta di una misteriosa collana dal ciondolo a forma di cuore segna l’inizio di nuove spericolate avventure. Chi ha nascosto quel tesoro a bordo della Hudson Queen? Come si intreccia la storia di un gioiello tanto prezioso con quella della loro amata nave, che dopo averli scorrazzati per il mondo è ora malconcia e ferma al porto di Lisbona? Anche se la sinistra iridescenza di quelle perle sembra presagire solo guai, Sally Jones e il Capo sono decisi a risolvere l’enigma, e seguendo i pochi indizi che hanno s’imbarcano per la Scozia. Ma a Glasgow i guai si rivelano più grandi del previsto. Finiti nelle grinfie di una gang specializzata nel contrabbando di whisky nell’America del proibizionismo, Sally Jones è costretta in prigionia e separata dal Capo. Solo facendo appello a tutta la sua determinazione e intelligenza l’intrepida gorilla sopravvivrà alla spietatezza di una «Regina del rasoio» e a una vera e propria guerra tra bande criminali. E finalmente, con la coscienza pulita di chi ha tenuto saldi il valore dell’amicizia e la sensibilità per gli umiliati e gli indifesi, potrà svelarci il commovente segreto della Hudson Queen.
Le uscite di venerdì 19 maggio
Libro copertina, “Antonio Gramsci, contro il fascismo nascente”, a cura di Luca Cangemi, Lunaria Edizioni
Nel centenario della marcia su Roma la lucida analisi sulle origini e la genesi del fascismo. «Cos’è il fascismo osservato su scala internazionale? E’ il tentativo di risolvere i problemi di produzione e di scambio con le mitragliatrici e le revolverate».
Il libro
Questo volume propone una raccolta di alcuni tra gli scritti meno conosciuti e più incisivi sul fascismo. Una selezione di testi, scritti da Antonio Gramsci tra la fine del 1920 e il 1926, che attraversano: la nascita del regime, il delitto Matteotti, fino ad arrivare alle tesi di Lione, pochi mesi prima dell’arresto. Il fascismo vi appare colto nella sua complessità e dinamicità, nel suo “farsi” attraverso le contraddizioni della società italiana e, allo stesso tempo, viene analizzato precocemente come fenomeno internazionale, intellegibile solo collocandolo nello scenario del mondo. Un serbatoio inesauribile di riflessioni che mette in mostra la forza e la lucidità del pensiero gramsciano, chiarendo la sostanza di tutti i populismi passati, presenti e futuri.
L’autore
Pensatore e agitatore culturale, filosofo e linguista, quella di Antonio Gramsci è stata una delle menti più luminose della cultura europea, tanto che il fascismo ha provato a “spegnerla” in ogni modo. Ha dedicato tutto il suo impegno alla lotta di classe, alla teorizzazione di quegli obiettivi di libertà, giustizia, emancipazione sociale a cui gli oppressi devono tendere e ha dotato di strumenti concreti la lotta proletaria: la sua penna è una spada capace di sferrare, ancora oggi, colpi mortali. Fondatore dirigente e segretario del Partito comunista italiano, organizzatore politico infaticabile, Gramsci è stato uno dei più grandi intellettuali italiani.
Il curatore
Docente di filosofia e storia, Luca Cangemi è dottore di ricerca in Scienze politiche e autore di “L’elefante e la metropoli. L’India tra storia e globalizzazione” (2012) e “Altri confini. Il Pci contro l’europeimo” (2019). Militante del Partito comunista italiano e del Partito della Rifondazione comunista, è stato membro della Camera dei deputati nella XI e XIII legislatura.
Gianni Verdoliva, L’appartamento del silenzio, Fides Edizioni
«Ascoltate il silenzio, che vi parla, cogliete le sfumature, seguite il vostro intuito, coltivate l’immaginazione. La strada si dispiegherà ai vostri occhi, passo dopo passo. Voi, insieme, troverete e capirete. Anche se non sarò più in questo mondo, lo saprò e ne avrò conforto. So che accadrà». Non tutti i luoghi sono casa; ma “l’appartamento del silenzio”, un’elegante dimora in centro città, lo diventa per Beppe Novari, dopo anni di abbandono per strane dicerie. È proprio grazie a questo appartamento che i personaggi del romanzo si incontrano: personalità e vite diverse che dall’unione riescono a salvarsi, riunendosi attorno a un fuoco familiare. Insieme, riusciranno a ricucire le loro vite e quelle di chi, prima, ha abitato le stanze di quella bella e un po’ sinistra dimora, trasformando il silenzio in gioia.
L’autore
Gianni Verdoliva vive e lavora a Torino. È giornalista pubblicista: ha scritto per varie testate e attualmente collabora col mensile Polizia e democrazia. È uno S.F.E.R.A. coach. Ha esordito nella scrittura con la raccolta di racconti Come anime scelte che si ritrovano con cui ha ottenuto diversi premi. Ritorno a Villa Blu è il suo primo romanzo, finalista al Premio Il Convivio 2018 come opera inedita.
Castan Carlos, Il museo della solitudine, Arkadia
Atmosfere avvolgenti in un turbinio di racconti che lasciano sospesi tra antico e moderno. Raccolta di racconti dalle atmosfere avvolgenti, fatta di personaggi disgraziatamente romantici e imprevedibili, Il museo della solitudine ci ammalia con la magistrale gestione dei diversi registri narrativi e un linguaggio distillato, essenziale, impreziosito da una vena poetica che non ci abbandona mai. L’antologia contiene storie bellissime, come Viaggio di ritorno, sui giocosi inganni del tempo; Cara Laura, un omaggio all’arte epistolare e al furto d’identità con echi di Cortazar; Il silenzio di Silvia, sull’adolescenza e il suo legame con la fantasia e l’avventura e in Entra con sangue, sulla violenta aggressione a un senzatetto. Accanto a questi temi l’autore affronta il caso, il dolore, il mestiere di vivere, le tracce del passato che si manifestano nelle coincidenze del presente e le diverse facce della solitudine. Argomenti che s’intrecciano con dolcezza e ironia per approfondire gli elementi più destabilizzanti del nostro panorama motivo.
L’autore
Carlos Castán è nato a Barcellona nel 1960, ma attualmente vive a Madrid, dove insegnante Filosofia nella scuola pubblica. Autore di culto in Spagna, ha pubblicato nelle più importanti case editrici, riviste e antologie letterarie del suo paese. Il suo primo libro, Frío de vivir (1998) è stato tradotto in inglese, tedesco, greco e francese. Museo de la soledad (2000) è il libro che lo ha consacrato al grande pubblico. Tematicamente legato sia al primo che al terzo, Solo de lo perdido è stato vincitore del premio Vargas Llosa-NH per il miglior libro di racconti del 2008. La raccolta completa dei suoi racconti, Cuentos, pubblicata nel 2020, è stata inserita tra le migliori dieci opere dell’anno dal quotidiano “El Mundo”. Carlos Castán ha inoltre pubblicato i romanzi Polvo en el neón (2013) e La mala luz (2013).
Luciano Canova, L’elefante invisibile. Come affrontare l’inatteso ed evitare di esserne travolti, Il Saggiatore
Un’antica leggenda indiana racconta di un elefante giunto un giorno in un villaggio sperduto. I saggi ciechi della comunità gli andarono incontro per capire che cosa fosse e ognuno di loro, toccando una parte diversa del pachiderma, ne ottenne una diversa descrizione: chi aveva toccato la proboscide credette a un serpente, chi la zanna a una lancia, chi le zampe pensò di trovarsi davanti a un tempio. Nessuno però seppe dire correttamente di cosa si trattava, nonostante l’animale si trovasse proprio davanti a loro, in tutta la sua imponenza.
Ciò di cui forse non ci rendiamo conto è che quei ciechi siamo tutti noi, ogni giorno, di fronte all’inatteso della nostra vita, pronto a schiacciarci se non sappiamo identificarlo. Luciano Canova ci conduce a un confronto con le pericolose trappole mentali che da sempre ci impediscono di riconoscere e affrontare i grandi problemi del nostro tempo. Il suo è un illuminante manuale che, alternando scienze comportamentali ed economia, psicologia e cultura pop, ci svela le fallacie mentali e i bias che ci costringono all’incertezza verso il futuro, aiutandoci a ribaltarne gli effetti: dal ragionamento binario, che inibisce il nostro immaginare sistemi complessi, all’euristica dell’ancoraggio, che in base alle informazioni parziali già in nostro possesso ci spinge a scelte errate; dall’overconfidence, all’istinto alla negatività. L’elefante invisibile ci sfida a rivoluzionare la nostra visione del mondo e di noi stessi, aiutandoci a prendere consapevolezza dei nostri limiti e ad affrontare con una nuova speranza il domani. Perchè la prossima volta che ci troveremo davanti a una minaccia travolgente, sia possibile prevederla, prevenirla e, al suo passaggio, spostarci tranquillamente di lato.
Olivia Laing, Everybody. Un libro sui corpi e sulla libertà, Il Saggiatore
Tutto è corpo, il corpo è tutto. Il corpo ci rende potenti e vitali, ci umilia e ci offende. Il corpo è una vittima. Il corpo è un oppressore. Il corpo è violato, straziato, ucciso. Il corpo è arma di protesta, strumento di piacere. Il corpo nasce, soffre, gode, muore. Il corpo è vulnerabile; ma la vulnerabilità del corpo è una forza di liberazione. Olivia Laing ha capito di essere corpo innumerevoli volte nel corso della sua vita: ogni volta che è scesa in piazza a manifestare, in ogni rapporto sessuale, ogni volta che ha temuto per la sua incolumità. Soprattutto, però, lo ha capito grazie alla scrittura: Everybody è un viaggio personale, letterario e politico attraverso i corpi, nell’incontro e confronto con chi prima di lei e accanto a lei ne ha subito i limiti e sperimentato le possibilità, da Susan Sontag a Nina Simone, dall’arte femminista di Ana Mendieta alle perversioni del marchese de Sade, fino alle proteste di Black Lives Matter. Quella di Olivia Laing è una grande narrazione collettiva sul corpo come motore di unione e trasformazione: perché è solo nel corpo, e con il corpo, che esiste sulla Terra il mutamento.
Ilias Venezis, Il numero 31328. Il libro della schiavitù, Edizioni Settecolori
La cronaca più tragica del genocidio greco, nel centenario della catastrofe dell’Asia Minore. La sua portata di testimonianza è immensa: ma il suo valore di poesia, il suo potere di espressione e risonanza non sono da meno. Antonia Arslan: “Un libro che trasmette nei lettori il brivido oscuro della memoria, i numeri tatuati sulle braccia dei deportati”. Dalla prefazione di Antonia Arslan: Il ragazzo Ilias attraversa la deportazione […] Siamo nel settembre del 1922. Venezis è un ragazzo di campagna diciottenne, che si trova, come tanti altri, coinvolto nel disastro, in quella che viene chiamata la grande catastrofe dell’Asia Minore. Perché non ci fu solo l’incendio. Subito dopo, venne condotto contro i sudditi ottomani di etnia greca un gigantesco e capillare «rastrellamento», che portò alla deportazione verso l’interno dell’Anatolia di decine di migliaia di uomini fra i diciotto e i quarantacinque anni – avviati per la maggior parte alla morte – e nell’esodo forzato dalla patria ancestrale (abbandonando tutto, terra, case, beni, secondo lo schema collaudato contro gli armeni) di tutti gli altri, donne vecchi bambini: circa un milione e mezzo di persone. Questo è il tema di Il Numero 31328, la prima, bellissima opera di Venezis”. […]
L’autore
Ilias Venezis (1898-1973) è tra i massimi scrittori greci della cosiddetta generazione del ’30. I suoi primi racconti escono a Mitilene, grazie al sodalizio letterario con Stratis Myrivilis. Nel 1931 pubblica Il Numero 31328. Sarà il primo di una trilogia dedicata all’Asia Minore e al dramma della guerra e dello sradicamento, seguito da Tranquillità (1939) e Terra d’Eolia (1943). Nell’ottobre del ’43 è arrestato dalle SS per aver fatto allusioni alla libertà in un discorso con alcuni colleghi della Banca di Grecia per la quale lavora da oltre un decennio. La sua vita, appesa a un filo, è salvata dall’Arcivescovo di Atene Damaskinos. Autore di numerosi racconti ed opere teatrali, sarà nominato membro dell’Accademia di Atene nel 1957.
Virginia Ciaravolo, D’improvviso si è spenta la luce. Storie di stupri, lacrime e sangue, Armando Editore
Tutti i proventi di questo libro da parte degli autori, contribuiranno ad aiutare due associazioni che da sempre sono accanto alle donne e ai bambini: Associazione Salvamamme-Salvabebè e UICI Unione nazionale ciechi e ipovedenti, affinché le violenze sessuali sulle donne, ed in particolare sulle donne speciali, denominate anche violenze multiple, possano avere la giusta attenzione e prevenzione. È terribilmente complesso parlare di stupro, ugualmente difficile porsi all’ascolto di quelle donne che, come negli scenari di guerra più nefandi, si vedono depredate di tutto: abiti, carne, identità, anima. Nel libro, come in un viaggio, si partirà dal racconto degli stupri nella storia, si delineeranno vissuti ed emozioni di chi subisce, stati d’animo, percorsi lenti e spesso balzi all’indietro, la legislazione vigente. Si delineeranno i profili del violentatore, le motivazioni, le strutture e la qualità dei servizi per una rieducazione, o per un intervento specialistico, per poi indicare i metodi per superare il trauma o quanto meno convivere con il dolore senza farsi ulteriormente male. Prima però di ogni parola, scritta o pensata, troveremo durante questo percorso, la storia di E. che era una bambina e non poteva capire, quella di C. che si guarda allo specchio e non si riconosce e ancora quella dì R., vittima inconsapevole di Revenge Porn, terminando infine con il racconto di A., una diciottenne a cui, in una giornata di sole, d’improvviso si è spenta la luce.
Dichiara l’autrice: «Per una psicoterapeuta curare le ferite emotive che vengono portate in terapia è la prassi; di fronte ad uno stupro cade però ogni certezza, ogni sapere, ogni esperienza. La terapia va inventata volta per volta seguendo i tempi delle pazienti. Uno dei motivi di fondo per cui ho deciso di parlare di stupro in modo corretto nasce dal desiderio di trasformare il loro silenzio in parole. Di violenza sessuale non se ne parla molto, è un fenomeno indicibile, complesso e difficile da raccontare, riuscire ad attraversare quel silenzio è la chiave di volta per la risoluzione del trauma subito».
L’autrice
Virginia Ciaravolo, Psicoterapeuta specialista in infanzia, adolescenza ed età adulta, criminologa, Presidente dell’Associazione Mai più violenza infinitaOnlus, si occupa prevalentemente di Donne e minori. È esperta in reati di violenza di genere, abusi, bullismo e cyberbullismo e ha al suo attivo numerose pubblicazioni. Ha curato per Armando editore Violenza di genere dalla A alla Z (2021).
Umberto Eco, Sull’arte, a cura di Vincenzo Trione, La nave di Teseo
Quasi a sua insaputa, nel corso degli anni, Umberto Eco ha scritto un autentico trattato sull’arte. Un opus magnum frammentario, discontinuo, divagante, stratificato e, appunto, inintenzionale. Vi confluiscono saggi, presentazioni, conferenze, articoli e Bustine di Minerva. Materiali eterogenei in larga parte dispersi e dimenticati che, ora, per la prima volta, sono stati ritrovati, riorganizzati e riletti da Vincenzo Trione. È un trattato segreto e sorprendente, caratterizzato dall’inconfondibile stile di Eco: un misto di originalità interpretativa, di curiosità intellettuale, di fantasia, di erudizione e di ironia. Vi incontriamo meditazioni estetologiche, studi semiologici, indagini sociologiche e incursioni militanti. E ancora: investigazioni sulle poetiche del Novecento, sulle avanguardie e su movimenti come l’Informale e l’arte programmata. Molte pagine sono dedicate ad artisti-compagni di strada (tra gli altri, Arman, Nanni Balestrini, Gianfranco Baruchello, Eugenio Carmi, Fabio Mauri, Ugo Mulas e Tullio Pericoli). Rivelatori i passaggi su alcune figure decisive: la bellezza, la bruttezza, l’imperfezione, il kitsch, la vertigine della lista. Inattesi gli interventi sullo statuto della critica d’arte e quelli, d’impronta civile, sul futuro dei musei e sul destino del patrimonio culturale. Ne emerge un involontario e inquieto teorico-criticostorico dell’arte. Che sembra abbandonarsi a ininterrotte scorribande. In realtà, Eco tende a ritornare sempre sulle medesime ossessioni: l’opera come luogo aperto, destinato a essere abitato e continuato dallo spettatore; l’esperienza del fare come avventura fondata sulla centralità del “formare”. Infine, l’arte come problema, come interrogazione. Il libro è accompagnato da un’inedita galleria di ritratti di Tullio Pericoli.
Paolo Toso, A mano aperta, Scritturapura
Un’indagine che si scontra con un muro di silenzio. Per abbatterlo non basterà il codice penale. Mari ha appena iniziato la pratica legale, mentre Alvise Sacco è un PM di lungo corso. Entrambi cercano, per vie diverse, di “fare giustizia”. Un delitto all’apparenza inspiegabile fa incrociare le loro strade e una serie di ostinati silenzi ostacola la ricerca della verità. Dopo un iniziale successo, il nuovo metodo d’indagine adottato dal magistrato pare fallire, mentre la legalità “di strada”, scelta da Mari, sembra dare i suoi frutti. C’è la giustizia processuale, ma ne esiste anche un’altra, a cui si può arrivare soltanto attraverso le relazioni autentiche con le persone e che non si può imporre con le norme e i codici. La si riconosce nei gesti semplici, come il saluto a mano aperta del pedone all’automobilista che si ferma per farlo passare.
L’autore
Paolo Toso, friulano di nascita, a Gorizia nel 1964, e poi cresciuto a Grado, è magistrato. Dopo essere stato pretore a Gela, nel 1996 si è trasferito a Torino, dove svolge da sempre le funzioni di pubblico ministero. Si è occupato in particolare di corruzione e di reati contro la Pubblica Amministrazione e da alcuni anni fa parte della Direzione distrettuale antimafia. Nel 2012 ha pubblicato il suo primo romanzo, “La verità di carta”, con Instar libri. Nel 2015 il secondo, “Equidistanze”, per Golem.
Amity Gaige, Oh my darling, Clementine, NN Editore
«Una persona può creare dei legami che a un certo punto diventano più forti di lei. Il legame assume vita propria, come una terza creatura, un bambino, che nasce tra te e qualcun altro. È più potente di quanto tu potrai mai essere. Da un lato è bello, dall’altro è terribile. È l’amore!». Rise piano, alzando le spalle. «Ma è l’unica cosa immortale che hai. Quando tu non ci sarai più l’amore sarà ancora qui. Anche quando morirai, sarà ancora qui. Dietro di te, come fumo. Fumo d’amore»
Clark e Charlotte, giovani sposi, si sono trasferiti da poco a Clementine nei sobborghi di Boston, in una casa gialla e accogliente. Clark è segnato dal suicidio della madre, una donna infelice e depressa alla quale lui era morbosamente legato, e cerca consolazione illudendosi di avere una vita straordinaria; Charlotte è in cerca di piccole gioie, da coltivare nell’affetto. Ma in quella casa, invece di un principio di felicità, i due giovani trovano inquietanti visioni di chi ha vissuto lì prima di loro, coppie andate incontro al destino di un matrimonio sfortunato. Spaventati e soli, incapaci di aprirsi l’uno con l’altra, Clark e Charlotte perdono il contatto con la realtà e vedono la minaccia che incombe sul loro amore: la divergenza dei desideri, l’omissione della verità, il rifiuto di riconoscere le ragioni dell’altro. Come in una vertigine horror, “Oh my darling, Clementine” dà corpo ai fantasmi racchiusi nel profondo di ogni storia d’amore: la paura della solitudine, il dolore del passato, il sogno fallace della normalità. E con lucida ironia e benevola compassione Amity Gaige rivela che il destino è una pagina già scritta che basta sfogliare per ritrovarsi liberi di inventare il futuro. Questo libro è per chi crede che la luna venga issata in cielo da una magica creatura, per chi ha sperato nel lieto fine di Revolutionary Road, per chi indossa i Moon Boot prima ancora che nevichi, e per chi nel dormiveglia varca la soglia di un museo del tempo, dove passeggiare tra momenti dimenticati, perduti, isolati, a volte inquietanti eppure bellissimi.
L’autrice
Amity Gaige è una delle maggiori scrittrici americane viventi. Ha pubblicato romanzi, saggi, articoli e racconti su The Guardian, The New York Times e The Los Angeles Times, che hanno riscosso grande successo di pubblico e critica, raccogliendo i commenti entusiastici del mondo letterario, da Jennifer Egan a Jonathan Franzen, da David Bezmozgis a Adam Haslett. In Italia sono usciti “Il sogno di Schroder” (Einaudi, 2014) e per NNE nel 2021 “La sposa del mare”.
Stefano Cascavilla, Essere mille. Guida allo sbarco in Sicilia per aspiranti garibaldini, ExOrma
“Essere Mille” è la storia di un’avventura e una guida. La riscoperta dello straordinario cammino che percorsero i Mille, da Marsala a Palermo, tra l’11 e il 30 maggio del 1860. Una guida unica, per chi ama camminare e conoscere la Storia. Obiettivo di Stefano Cascavilla, appassionato di luoghi e camminatore, è far rivivere al lettore l’esperienza umana, l’epica di un manipolo di folli appassionati, capeggiati da un visionario e che fecero l’Italia, tornando sui luoghi del loro cammino, sotto lo stesso cielo, accanto alle stesse montagne.
Un’esplorazione che parte dai diari e dai resoconti dei garibaldini, per arrivare sulla polvere delle campagne siciliane, tra fichi d’india, bagli abbandonati e panorami sbalorditivi. La narrazione è costruita in capitoli brevi e dal tono leggero, a due voci: quella del camminatore narrante e quella parallela dei Mille, ripresa testualmente dai diari.
«Non avevo niente da fare ieri sera a Marsala, dopo lo sbarco (quello mio, dall’aereo, naturalmente). La piazza davanti alla Chiesa Madre, deserta a quell’ora, lo zaino in albergo e nessuna voglia di dormire. Troppo stanco, troppo agitato. Mille pensieri.
Le strade erano quasi deserte, finestre ed usci cominciavano a serrarsi in gran fretta, come suole nei momenti di scompiglio, quando la gente perde la tramontana. Non era cambiato molto, dunque.»
“Essere Mille” è anche una guida pratica per poter ripercorrere quel cammino, suddivisa in 10 tappe da percorrere a piedi, corredata di cartografia e di tutte le indicazioni necessarie per permettere a chiunque, indossata una camicia rossa, di provare a essere uno dei Mille.
A guidarlo sul cammino, il novello garibaldino troverà lungo tutto il tracciato un segnale visibile, uno stencil che rappresenta il volto di Garibaldi, con cui l’autore ha marcato il percorso tra una tappa e l’altra. Una figura rossa stilizzata su un muro, o su un palo della luce, a incitare e guidare il viandante sulle tracce dei Mille.
L’autore
Stefano Cascavilla nasce nel 1965 a Roma, dove vive e lavora. Esperto di trekking e montagna, diventa istruttore di alpinismo e partecipa alla spedizione Karakorum 2014, tra i primi salitori, del Leonessa Peak (5350 mt) nella valle di Homboro, Pakistan. Studioso dei temi della realtà psichica e del mito, partecipa a viaggi e attività di cooperazione in Mali, Nepal, Malawi, Senegal, Guatemala, Kenya. Dal 2012 si dedica ai lunghi cammini, che percorre in solitaria, tra i quali: l’Hadrian Wall path (Newcastle u. Tyne – Maryport), l’Appia Antica (Roma – Brindisi), la Via Egnatia (Dürres – Thessaloniki – Alexandrupoli – Istanbul), oltre al Cammino di Santiago e agli altri cammini più celebri. Per Exòrma ha pubblicato Il dio degli incroci. Nessun luogo è senza genio (2021).
Ermal Meta, Domani e per sempre, La nave di Teseo
Scrive Carlo degli Esposti, titolare della Palomar, casa di produzione televisiva e conematografica: «Sono rimasto molto colpito da “Domani e per sempre”. Si tratta di una storia sincera e coraggiosa, che propone uno sguardo nuovo sulla dittatura, sul dolore e il sacrificio del popolo albanese e una riflessione profonda sul concetto di radici e di libertà, di cui ancora una volta, oggi, la storia ci ha dimostrato la labilità. Il romanzo dimostra ancora una volta la genialità di un artista come Ermal Meta, che si è cimentato con un’opera possente, dal respiro internazionale».
Scrive Elisabetta Sgarbi, direttore generale ed editoriale della casa editrice La nave di Teseo: «Rimasi molto colpita quando ascoltai a Sanremo il brano “Vietato morire”. Mi feci subito viva con lui. Ma Ermal, con molta serietà, mi disse che per lui i libri erano una cosa importante e voleva essere certo di avere un libro da scrivere. Dopo qualche anno di silenzio, mi chiama annunciando: “Ho un libro da farti leggere, un romanzo”. Sono rimasta colpita da “Domani e per sempre”, come rimasi colpita da “Vietato morire”. C’è una grande capacità di costruire storie, di intrecciare la Storia con la S maiuscola e le storie delle persone. C’è la guerra e c’è l’amore, ci sono la morte, il tradimento, la musica e la speranza. C’è l’Albania, c’è la Germania, ci sono gli Stati Uniti. Sono certa che la narrativa italiana, con questo romanzo, potrà contare su una nuova, sorprendente voce».
Kajan ha avuto una fortuna rara, un talento indiscusso per il pianoforte, e una sfortuna tragica: nascere nel corso della Seconda Guerra Mondiale, in Albania. E il 1943 e Kajan vive in una fattoria con la famiglia e con suononno Betim nella campagna albanese. I suoi genitori sono partigiani e sono sulle montagne a combattere contro i nazisti. L’esistenza di Kajan scorre in qualche modo al riparo dalle atrocità belliche, fino a che un giorno undisertore tedesco di nome Cornelius bussa alla loro porta, cercando rifugio. Il soldato è un abile pianista e il piccolo Kajan decide di approfittarne per imparare; si rivela un allievo disciplinato e talentuoso, e sviluppa un rapporto di affetto viscerale con il soldato, Poco prima della resa dei tedeschi, una truppa di nazisti invade la fattoria. I tre ascoltano impotenti gli spari, nascosti in una botola sotterranea. La tensione cresce fino a quando i tedeschi non scoprono il loro nascondiglio: è lì che Cornelius esce fuori senza esitazione e ancora una volta, uccidendo i suoi connazionali, salva la vita di Kajan. Betim, però, è rimasto mortalmente ferito dagli spari. È la notte della liberazione dell’Albania. Cornelius ha la possibilità di tornare a casa, in Germania, con l’aiuto di Selie, la madre di Kajan, leader di un comando di partigiani che ha molto peso nel partito. Quindici anni dopo circa, Kajan è divenuto uno stimato professore di musica, a soli 20 anni, per merito del suo prodigioso talento. Ama, ricambiato, una sua alunna di nome Elizabeta. Ma c’è un problema, accentuato dalla figura della rigida e irreprensibile madre Selie, ormai elevata agli alti ranghi del novello regime comunista: Elizabeta è la figlia di un traditore. La guerra che Kajan pensava finita sta per iniziare in una nuova forma con nuovi nemici.
L’autore
Ermal Meta è un cantante, autore, polistrumentista e produttore musicale albanese, naturalizzato italiano. Cantante de La Fame di Camilla con cui, a partire dal 2007, pubblica 3 album calcando più di 300 palchi per altrettanti concerti, fino allo scioglimento della band che avviene nel 2013. In seguito si dedica all’attività di autore scrivendo canzoni per alcuni tra gli artisti più importanti della scena italiana. Nel 2016 pubblica il suo primo album da solista a cui ne seguono altri tre fino al 2021, che vengono certificati con dischi d’oro e di platino e i cui tour registrano platee piene sia in italia che in altri paesi europei. Nello stesso periodo partecipa al Festival di Sanremo quattro volte piazzandosi sempre sul podio. Ha vinto il Festival di Sanremo del 2018, il Best Italian Act di MTV 2017, il premio della critica Mia Martini 2017, il premio Domenico Modugno 2017, il premio miglior composizione musicale 2021. Domani e per sempre è il suo esordio letterario.
Le uscite di lunedì 23 maggio
Libro contro copertina: “Qualcosa ci inventeremo. Le donne del Comitato dei lenzuoli contro la mafia” di Patrizia Maltese, Villaggio Maori Edizioni
«Cosa possiamo fare?». Lo chiede una bambina sconvolta il giorno dopo il 23 maggio del 1992. «Qualcosa ci inventeremo», risponde la madre. Da quel giorno sono passati trent’anni e il ricordo di quell’attentato mafioso in cui perse la vita Giovanni Falcone coincide con l’anniversario della nascita del Comitato dei lenzuoli a Palermo. Patrizia Maltese si mette sulle tracce di quella bambina e di quella madre – ovvero di Caterina Cammarata, figlia di Marta Cimino, a sua volta figlia della giornalista Giuliana Saladino –, ripercorrendo la storia delle donne che hanno lottato contro la mafia negli anni in cui bombe e processi sconvolgevano la società civile. Dalla famiglia Saladino a chi in quegli anni ha frequentato palazzo Maqueda, Qualcosa ci inventeremo racconta le vite di donne (e uomini) che con i loro lenzuoli appesi ai balconi hanno lanciato un messaggio indimenticabile che rimane vivo nella nostra memoria: «Non li avete uccisi, le loro idee camminano sulle nostre gambe».
Maria Mantello, Sesso, Chiesa, streghe. Una storia vecchia e nuova di femminicidi, Fefè Editore
Modelli patriarcali sedimentati per secoli e accettati nell’abitudine, creano quell’omertosa solidarietà sociale su cui la Chiesa, storicamente, ha costruito un sistema. Con la sessualità ridotta a pulsione/peccato da inibire contro la tentazione della creatura donna, ha creato anche fertile terreno per una sorta di operazione di sterminio: la caccia alle streghe. Il libro ricostruisce nei dettagli questa storia e sottolinea come la dogmatica cattolica, proponendo il modello di donna costruito sul mito mariano, lo usa anche come baluardo contro i cambiamenti rivoluzionari della storia sociale e politica, di ieri e di oggi.
Scrive l’Autrice nell’introduzione: «Esiste storicamente una tradizione sessuofobico-misogina di matrice cattolica che ha inciso a tal punto le coscienze con stereotipi e pregiudizi reiterati per secoli, tanto da riaffiorare ancora oggi nonostante i processi d’emancipazione ottenuti dall’universo donna. Si pensi solo alla persistenza del vecchio adagio «chi dice donna dice danno», che risale a s. Girolamo, l’illustre padre della Chiesa che preferì evirarsi per non cadere in tentazione. Oppure alla misoginia “naturalistica” di s. Tommaso d’Aquino che nella sua Somma della Teologia definiva la donna: «deficiente di qualcosa», «un maschio mancato». O ancora a queste altre “misericordiose” amenità di chierici-pilasto della teologia cattolica: S. Paolo: «l’uomo è il capo della donna», «la donna deve stare soggetta al marito in tutto», «la donna impari in silenzio con ogni sottomissione. Perché non permetto alla donna d’insegnare, né d’usare autorità sul marito, ma stia in silenzio»; S. Agostino: «nulla allontana di più dalle vette dello spirito dell’uomo che le carezze della donna»; s. Alberto Magno: «La donna […] quello che non riesce ad ottenere da sola, cerca di raggiungerlo con la falsità e con inganni demoniaci […] l’uomo si deve guardare da ogni donna, come da un serpente velenoso e da un demonio cornuto». Questo libro evidenzia come la Chiesa cattolica abbia contribuito con imposizioni e visioni dogmatiche a produrre il modello sociale per il controllo della donna, creando anche il fertile terreno per una vera e propria operazione di sterminio: la lucida follia della caccia alle streghe contro la discendente di Eva, la creatura imperfetta, la facile porta del demonio, come teologi e santi inquisitori propugnavano si credesse. Un’operazione femminicida che nelle “streghe” assassinava le donne ribelli al sacralizzato modello patriarcale. Erano erbarie, medichesse, speziarie, levatrici, ricercatissime per le loro cure. Erano le “buone fate”, che potevano cambiare il fato, il destino… Quindi pericolose concorrenti per la Chiesa dei “miracoli” che, proprio le loro conoscenze farmaceutiche, le percepiva anche di intralcio alla rassegnata accettazione della sofferenza per il «corpo-peccato», cardine dell’ideologia cattolica per la conquista dell’immaginifico cielo».
L’autrice
Maria Mantello vive a Roma, di formazione filosofica e storica, è giornalista e saggista. Scrive per Micromega e L’Idée Libre. Ha scritto per ed era nel Comitato scientifico di Lettera Internazionale. Ha scritto saggi su Giordano Bruno, psicologia della religione, Ernesto Nathan, le radici dell’antisemitismo, la condizione della donna e la lotta ai pregiudizi, sull’etica laica. Dirige il periodico culturale Libero Pensiero.
Sonia Vatteroni, Un quarto di secondo, Oltre Edizioni
“Gravata dal presentimento del futuro, libera dalla deriva di un ritorno, Eva, su questa terra affollata ora conserverai il – qui sono – in eterno”. Pare sia questo piccolissimo spazio di tempo quello in cui percepiamo il presente: dunque solo un quarto di secondo tra il passato e il futuro. Di quella frazione siamo l’intero, sotto qualcosa che non c’è più e sopra qualcos’altro che non c’è ancora. Eppure, proprio in quel transito, noi siamo veri: eravamo e saremo. Lì pensieri e parole agitano l’aria accendendosi a vicenda fino a gettarsi in quello spazio in una luminosa distruzione. È la poesia. Prima che tutto si spenga. La relazione tra essere e tempo è al centro di “Un quarto di secondo”, la nuova raccolta poetica di Sonia Vatteroni. Un’opera letteraria densa di significati, che prendono forma in un poetare quasi materico, dove ogni singola parola è organizzata in architetture stilistiche e formali perfette. Il poeta pone il lettore di fronte al dilemma del possibile e autentico senso dell’esistere in relazione all’eternità e a quello “spazio di luminosa distruzione” che è la morte. (dall’introduzione di Marzia Margherita Dati Graham)
L’autrice
Nata a La Spezia, Sonia Vatteroni ha vissuto e studiato e insegnato a La Spezia e Firenze. Ha collaborato e fatto parte de “Il giardino dei ciliegi” a Firenze, pubblicando racconti su Cercatori di storie. Ha fatto parte di un seminario internazionale di scrittura creativa della New York University. Ha dato la voce a letture in Controradio (sede fiorentina). Ha pubblicato 3 libri di poesie: “Pongasie”, “Supponga” e “Monadi”. E’ autrice dei testi dello spettacolo teatral- musicale “Orfeo e Euridice”.
Damir Grubiša, Diario diplomatico. Un fiumano a Roma, Gammarò Oltre edizioni
Dal 2012 al 2017 Damir Grubiša è stato ambasciatore della Repubblica di Croazia in Italia. Professore universitario con molte pubblicazioni alle spalle, studioso del Machiavelli, del quale ha tradotto in croato e commentato le opere scelte, con pregresse esperienze politiche (è stato, tra l’altro, dal 1986 al 1990 direttore del Centro di Cultura e Informazione della ex Jugoslavia a New York, capo di gabinetto del ministero degli esteri sempre nella ex Jugoslavia e altrettanto lo è stato presso il ministero degli esteri della Croazia, più altri incarichi di responsabilità). Figlio di madre italiana e padre croato, per le sue origini fiumane ha avuto la ventura di essere, al seguito della famiglia materna, esule giuliano-dalmata in Italia alla fine della seconda guerra mondiale, per poi tornare a Fiume, dopo la dura esperienza del campo profughi e la liberazione del padre, condannato dal regime di Tito ai lavori forzati, dopo l’accertamento di alcuni fatti relativi alla fuga in Italia di un gruppo di dipendenti del Silurificio del quale erano dipendenti. Esperienze, queste, che gli hanno permesso di capire, più di altri, sulla propria pelle, le ragioni degli altri, e gli hanno conferito la tendenza a una rara obiettività nella visione politica e culturale, non senza diritto di critica e di opinioni, che ben risaltano in questo “Diario diplomatico” che ha il pregio di dire pane al pane e vino al vino, senza troppi giri di parole. Non a caso, come scrive Damir Grubiša nella premessa, confessando che aveva l’idea di scrivere e pubblicare questo libro già durante il suo incarico di ambasciatore a Roma, ma «ho ricevuto, al riguardo, l’esplicita proibizione dei miei superiori al Ministero per gli Affari Esteri e europei della Croazia».
L’autore
Damir Grubiša è nato a Fiume-Rijeka nel 1946, da madre fiumana-italiana e padre di sangue croato e sloveno. Politologo, ha insegnato scienze politiche negli atenei di Fiume e Zagabria concludendo la carriera universitaria come professore ordinario. Attualmente insegna, come professore aggiunto, all’American University di Roma. Arruolato nella diplomazia, prima jugoslava e poi in quella croata, ha fatto il direttore del Centro jugoslavo di cultura e informazione a New York ed è stato consigliere per i media della Delegazione jugoslava presso le Nazioni Unite, capo di Gabinetto del Ministro degli esteri jugoslavo e poi croato e, infine, ambasciatore croato in Italia, a Malta, San Marino e presso la Fao. Ha curato le “Opere scelte” di Niccolò Machiavelli in croato (1985) e tradotto il suo “Principe”, ha scritto saggi sul pensiero politico del Rinascimento (su Tommaso More e Erasmo di Rotterdam) e sulla politica italiana, tra i quali spiccano i volumi “Il pensiero politico del Rinascimento italiano” (2000) e “Berlusconismo. Dossier politico italiano” (2007).
Joeòl Dicker, Il caso Alaska Sanders, La nave di Teseo
«Un caso non è mai veramente chiuso». Dopo 10 anni esatti arriva l’attesissimo seguito di La verità sulcaso Harry Quebert. Subito al primo posto delle classifiche dove finora è uscito: Francia, Svizzera, Belgio e Canada. Aprile 1999. Mount Pleasant, una tranquilla cittadina del New Hampshire, è sconvolta da un omicidio. Il corpo di una giovane donna, Alaska Sanders, viene trovato in riva a un lago. L’inchiesta è rapidamente chiusa, la polizia ottiene la confessione del colpevole, che si uccide subito dopo, e del suo complice. Undici anni più tardi, però, il caso si riapre. Il sergente Perry Gahalowood, che all’epoca si era occupato delle indagini, riceve un’inquietante lettera anonima. E se avesse seguito una falsa pista?
L’aiuto del suo amico scrittore Marcus Goldman, che ha appena ottenuto un enorme successo con il romanzo La verità sul caso Harry Quebert, ispirato dalla loro comune esperienza con un altro crimine, sarà ancora una volta fondamentale per scoprire la verità. Ma c’è un mistero nel mistero: la scomparsa di Harry Quebert. I fantasmi del passato ritornano e, fra di essi, quello di Harry Quebert.
L’autore
Elvetico di Ginevra, classe 1985., i romanzi di Joeòl Dicker sono tradotti in 40 lingue e hanno venduto più di dieci milioni di copie. Ha pubblicato La verità sul caso Harry Quebert (2013), Gli ultimi giorni dei nostri padri (2015), Il libro dei Baltimore (2016), La scomparsa di Stephanie Mailer (2018), L’enigma della camera 622 (2020). Ha ricevuto il Prix des écrivains genevois 2010, il Grand prix du roman de l’Académie Française 2012 e il Prix Goncourt des Lycéens 2012.
Claudio Martelli, Vita e persecuzione di Giovanni Falcone, La nave di Teseo
Nel trentennale della strage di Capaci, un racconto inedito e rivelatore di Giovanni Falcone, del suo metodo, della sua lotta contro la mafia e dei suoi nemici dentro lo Stato; scritto da chi lo ha conosciuto da vicino e con lui ha condiviso passioni e sacrifici, fino all’ultimo momento. Diceva Paolo Borsellino, il 24 giugno 1992: “Ripercorrendo queste vicende della vita professionale di Falcone ci accorgiamo di come in effetti il Paese, lo Stato, la magistratura, che forse ha più colpe di ogni altro, cominciarono a far morire Falcone nel gennaio 1988”.
Martelli: “Giovanni Falcone era il più importante, il più capace, il più famoso tra i giudici che hanno combattuto la mafia. Per questo nello stesso giorno in cui fui nominato ministro della Giustizia lo chiamai e gli affidai l’incarico più importante del ministero, quello di direttore degli Affari Penali. Insieme, abbiamo pensato e organizzato la più organica, determinata ed efficace strategia di contrasto a Cosa Nostra. La mafia reagì uccidendo prima Falcone, poi Borsellino con una violenza terroristica più efferata e rabbiosa di quella armata in precedenza contro i molti giudici, poliziotti, uomini politici che l’avevano contrastata. Pur tra tante affinità, la storia di Falcone è diversa da quella degli altri uomini dello Stato che hanno combattuto la mafia perché solo a Falcone è capitato di essere perseguitato in vita non solo da Cosa Nostra, ma anche di essere avversato da colleghi magistrati, dalle loro istituzioni come il Consiglio Superiore della Magistratura e dall’Associazione Nazionale Magistrati, nonché da politici e da giornalisti di varie fazioni. Ancora oggi di quest’altra faccia della luna poco si sa perché poco è stato detto. Fece eccezione l’amico più caro di Falcone, Paolo Borsellino: ‘La magistratura che forse ha più responsabilità di tutti cominciò a far morire Giovanni Falcone ben prima che la mafia lo assassinasse a Capaci’. Da allora sono passati trent’anni. Per rispetto di Falcone, dei ragazzi che non hanno vissuto quel tempo, degli adulti che non lo hanno capito o lo hanno dimenticato, sento il dovere di tornare a riflettere per raccontare le verità di allora e quelle più recenti che ho appreso insieme al ruolo di chi, nel bene e nel male, ne fu protagonista dentro le istituzioni dello Stato, nella società e nel mondo dell’informazione”.
L’autore
Claudio Martelli, milanese, ha insegnato Filosofia all’Università Statale. Amico di Bettino Craxi, di cui era considerato il delfino, è stato deputato italiano ed europeo. Vicesegretario socialista negli anni Ottanta, il suo discorso su “Il merito e il bisogno” resta la pietra miliare del rinnovamento liberale del Partito socialista italiano. Promotore con i radicali del referendum sulla giustizia giusta e di quello sul nucleare, divenuto vicepresidente del Consiglio e ministro della Giustizia, scelse come collaboratore Giovanni Falcone e con lui varò le principali leggi antimafia. Prima con la legge sull’immigrazione, poi con l’associazione Opera e, dal 2010, con Lookout – la prima web tv multiculturale – ha promosso l’integrazione degli immigrati e i diritti dei rifugiati. Giornalista, autore e conduttore televisivo, vive e lavora tra Roma, Milano e Berlino. Nel 2013 ha pubblicato l’autobiografia “Ricordati di vivere” e nel 2020, per La nave di Teseo, “L’antipatico. Bettino Craxi e la Grande coalizione”.
Salvatore Massimo Fazio
Il link alla segnalazione: https://bit.ly/3MI0JSC
Come di consueto, alcuni libri interessanti in uscita questa settimana. La rubrica cambia nome: Libri in uscita è più preciso di “Anticipazioni” da quando il ritmo è settimanale. Ma Le anticipazioni “rimarranno” come rubrica a sé e autonoma, ad esempio quelle di inizio anno e in generale quelle di lungo periodo e respiro.
Don Winslow – Città in fiamme (HarperCollins, 26 Aprile)
La trilogia sui Narcos di Winslow (Il potere del cane, Il cartello, Il confine) ha funzionato molto bene, sia a livello qualitativo che commerciale, ed ecco che lo scrittore americano (che sospetto comunque sia più popolare in Europa) ne inaugura una nuova, di cui questo Città in fiamme è il primo – corposo – volume.
Anche qui abbiamo un conflitto: nella serie di cui parlo qualche riga sopra era legge vs. criminalità, anche se poi il confronto assumeva proporzioni quasi metafisiche, nella nuova trilogia la guerra è interna, tra bande criminali. Letto l’assaggio: è Winslow. Lette le presentazioni e i lanci: si sprecano aggettivi come epico, entusiasmante, classico. Non so, ma lui mi ha deluso raramente – a dire il vero quasi mai.
Willy Vlautin – Verso Nord (Jimenez, 28 Aprile)
Questo è il secondo romanzo di Vlautin, edito originariamente da Quarup e ora riportato in libreria da Jimenez, che ha puntato forte sull’autore americano.
È una storia già (arche)tipicamente vlautiniana, basata su un personaggio femminile in lotta con l’esistenza, e che potrebbe ricordare l’ultimo (e bello) La notte arriva sempre.
Enrico Macioci – Sfondate la porta ed entrate nella stanza buia (TerraRossa, 28 Aprile)
Macioci passa alla “indie” (di valore) TerraRossa con un libro che riprende fin dalla copertina le vicende di Vermicino (Alfredino e la caduta nel pozzo artesiano), che peraltro era una delle linee narrative più consistenti nel fascinoso e imperfetto Dies Irae di Giuseppe Genna. Sono comunque sicuro che il “trattamento” di Macioci, che spesso utilizza nei propri romanzi ragazzini o adolescenti o bambini come protagonisti, sarà differente da quello di Genna (non lo dico in senso valutativo).
Elfriede Jelinek – La voglia (La Nave di Teseo, 28 Aprile)
Un romanzo del 1999 di una scrittrice austriaca che mi dicono molto valida, ora in fase di (ri)proposta da La Nave di Teseo, questo libro era uscito nel 1994 per Sperling & Kupfer ma con diversa traduzione.
Provincia, dinamiche uomo/donna tossiche, quotidiane miserie: questi i temi trattati dalla Jelinek in modo quasi entomologico e che – sono certo dalla lettura della sinossi – troveremo anche qui.
Giordano Meacci – Cittadino cane (Industria & Letteratura, 28 Aprile)
A sei anni dai “fasti” del bel Il cinghiale che uccise Liberty Valance (una lingua davvero notevole per un’ambientazione inconsueta e affascinante) Meacci torna con un romanzo breve per l’editore massese Industria & Letteratura (oh, seguiteli che fanno cose bellissime). Il titolo e la vicenda richiamano evidentemente il film di Orson Welles (da noi “Quarto potere”), con una trasposizione – evidentemente non pedissequa – nella provincia italiana.
Peter Stamm – Andarsene (Casagrande, 28 Aprile)
Stamm è un autore svizzero spesso “in minore” (libri mediamente brevi, quotidianità, amori e fughe minime, provincia, stile laconico) ma molto valido e ovviamente molto più conosciuto negli ambiti tedescofoni che in Italia (dove pure era stato pubblicato un paio di volte da Neri Pozza). Anche questa è una storia “piccola”, di una famiglia, fuga inaspettata e di quello che rimane indietro.
Emanuele Pettener – Giovani ci siamo amati senza saperlo (Arkadia, 28 Aprile)
Da pochissimo ho recensito Floridiana e già esce il nuovo, breve, romanzo di Pettener, scrittore veneziano (ok, in realtà mestrino) “emigrato” negli Stati Uniti. Qui Venezia è sfondo e protagonista di un incrocio di vite e destini giovani (quattro personaggi) tra il 1990 e il 1991. Per il resto, mi farò sorprendere – mentre non sorprendente è la prosa luccicante che emerge da un breve assaggio che ho potuto leggere.
Paco Inclán – Incidenti di percorso (Arkadia, 28 Aprile)
Per la collana Xamaica di Arkadia e con la traduzione di Marino Magliani, uno scrittore spagnolo “eccentrico”, qui alle prese con una sorta di libro di viaggio in senso non tradizionale, alla scoperta di luoghi, paesi, personaggi e stranezze – dove probabilmente la chiave è una possibile scoperta di se stessi (ma i contenuti e i toni sembrano quelli del surreale, del comico, se possibile anche del malinconico).
Il link alle segnalazioni su Recensireilmondo: https://bit.ly/3OHxIrs
Una frase di Luis Gusman è posta a epigrafe dell’ipnotico e cupo romanzo di Edgardo Scott (1978): “Sedetti a piangere in segreto le lacrime che gli uomini hanno sempre pianto”. In brevi capitoli, precisi e taglienti, Scott narra le conseguenze nefaste di una mancata elaborazione del lutto. La storia inizia con una rapina in un negozietto di elettrodomestici che si trova in una periferia di Buenos Aires. Il proprietario, Chiche si difende con una pistola, ma durante la sparatoria sua moglie e uno dei malviventi perdono la vita. A partire da allora Chiche cerca rifugio nella routine: il lavoro, il rapporto con la figlia, le conversazioni con l’unico amico che hanno come argomento principale la cronaca nera, i falò per eliminare la spazzatura, il noleggio di film di azione tipicamente hollywoodiani. “L’inferno è ripetizione, scrive Stephen King, ma invece a volte è vero il contrario. Come Erdosain ne “I sette pazzi”, Chiche è “vuoto, un guscio d’uomo mosso dagli automatismi dell’abitudine”. E come Erdosain, cade in una spirale di distruzione. Lutto può ricordare un certo cinema degli anni settanta. Il giustiziere della notte, Taxi Driver e Un borghese piccolo piccolo, ma Scott ci risparmia l’eccesso di citazioni e ci offre un’opera solida e saldamente ancorata alla realtà e alla letteratura argentina. Come dimostra la lezione che il commissario dà al protagonista: “alle gambe mai: alla testa. Spari sempre alla testa, altrimenti poi diventa un problema sia per lei che per noi.”
Loris Tassi