Astypalea è un nome affascinante anche solo per i suoni che lo formano. Ne esiste anche una versione italiana, Stampalia, ma quella greca, probabilmente derivante da άστυ (asty) e παλαιός (“palaiòs”), cioè “città antica”, è decisamente più ricca di risonanze. Lo stesso si può dire per l’isola che designa, formata da due “ali” collegate da un istmo, che costituisce l’oggetto del nuovo libro di Tito Barbini, Storie di amori e migrazioni sull’isola dalle ali di farfalla (Arkadia Editore, 2024). Pur essendo noto come scrittore di viaggio, l’autore originario di Cortona in questo caso racconta un “suo” viaggio solo in via indiretta, perché descrive il luogo in cui, più o meno occasionalmente, è approdato circa sette anni fa, per poi innamorarsene e tornarvi ciclicamente per lunghi soggiorni. La più occidentale delle isole del Dodecaneso è tuttavia al centro di questo singolare reportage-romanzo principalmente per un altro motivo: l’essere stata il punto di approdo di alcuni profughi siriani in fuga dalla guerra che martoriava il loro paese. Barbini si sofferma in particolar modo sulla vicenda di una giovane, Samira, destinata in seguito a diventare una testimone del dramma del suo popolo e soprattutto delle donne siriane, e un’attivista impegnata in Europa. Per quella relativamente breve stagione, però, è stata la protagonista di una vicenda intima incastonata in quella storia collettiva, ovvero l’amore sbocciato tra lei e Apostolos, un pescatore e raccoglitore di sale del posto, colto e anche lui politicamente avvertito. Un amore, peraltro, dall’orizzonte già definito, perché ottenere un permesso di soggiorno per Samira, anche attraverso la trafila dell’asilo, era una strada praticamente impossibile. E, tuttavia, un amore forte e, entro quella cornice temporale, a suo modo “eterno”. L’autore riesce a rendere tutta la profondità e l’intensità di questa vicenda ricorrendo a un linguaggio semplice e poetico, carico di sdegno civile e di echi sospesi tra la storia e il mito, come da millenni è tutto ciò che proviene da questa parte del mondo. E in effetti la storia di Samira e Apostolos è un mito, ovvero un racconto denso di rimandi archetipici, e come tale, appunto, “fuori dal tempo”. E anche quando sarà finito, rimarrà pur sempre Astypalea, con le sue rocce, i suoi scorci di blu smisurato e il vento, forse capace di sollevare le ali che la formano in un’altra dimensione, in cui saranno non gli esseri umani, ma certi paradossi della storia e della politica a non aver più diritto di cittadinanza.
EDIZIONE ESAMINATA E BREVI NOTE
Tito Barbini, ex sindaco di Cortona e per molti anni impegnato nel governo della Regione Toscana, da più di venti anni è a tempo pieno un noto scrittore di viaggi. Ha pubblicato, tra le altre opere, Antartide (Polistampa, 2008), Caduti dal muro (Vallecchi, 2007, con Paolo Ciampi), I giorni del riso e della pioggia (Vallecchi, 2010), sull’itinerario compiuto in Asia risalendo il fiume Mekong, Il cacciatore di ombre. In viaggio con Don Patagonia (Aska, 2026), L’amico francese (Betti, 2021), sulla sua amicizia con F. Mitterrand, L’isola dalle ali di farfalla (Spartaco, 2020, con Paolo Ciampi), Il fabbricante di giocattoli (Arkadia, 2021) e Il treno non si fermò a Kiev (Betti, 2022).
Tito Barbini, Storie di amori e migrazioni sull’isola dalle ali di farfalla, Arkadia Editore, 2024, pp. 104
Il link alla recensione su Lankenauta: https://tinyurl.com/zmpnkh85
È molte cose insieme, questo piccolo libro di Tito Barbini, Storie di amori e migrazioni sull’isola dalle ali di farfalla. Breve, cento pagine appena, ma denso. È, per aperta e ripetuta dichiarazione dell’autore, un romanzo d’amore. È un saggio, o una serie di microsaggi, sulle migrazioni, sulla letteratura, sul mito. È un libro di viaggi, di mare e di isole; è infine un metaracconto, perché l’autore, mentre scrive, si interroga e riflette sulle ragioni del suo scrivere, sul modo in cui intende sviluppare la trama, sui dubbi che lo assalgono, sui rischi che teme di correre. Di cosa si parla, dunque, in questo libro? Di un’isola, Astypalea, la più occidentale del Dodecaneso, che Barbini chiama poeticamente “l’isola dalle ali di farfalla” (ho guardato la mappa ed effettivamente ha la forma di una farfalla). Un’isola brulla e montuosa, bagnata da un mare limpidissimo. Di un pescatore, Apostolos, e di una giovane donna, una profuga siriana chiamata Samira, che sbarca sull’isola-farfalla a bordo di un barcone insieme ad altre quarantadue persone. Dell’amore a prima vista che scoppia tra i due: un amore non destinato a codificarsi in una relazione stabile, ma che vive della propria luce per tutto il tempo che gli è concesso. Di Enea e Ulisse, illustri profughi e naufraghi, cui una civiltà più accogliente seppe offrire ospitalità. Dei profughi e dei migranti che attraversano il Mediterraneo spinti dalla necessità, dalla disperazione ma anche dalla speranza di potersi ricostruire una vita. Dei feroci sistemi che l’Europa mette in atto per impedire a profughi e migranti di entrare nel suo territorio o, quando vi entrano, per relegarli in disumane strutture di detenzione. E del richiamo del viaggio, della nostra ambivalenza tra avventura e ricerca di stabilità, tra il fascino del mare e la sicurezza della terraferma. Un piccolo libro, dunque, come dicevo molto denso, che ci trascina da un pensiero all’altro, da una suggestione all’altra, seguendo il filo dei pensieri vagabondi del suo autore.
Marisa Salabelle
Il link alla recensione su MasticadoresItalia: https://tinyurl.com/47n8af49
Ecco alcune iniziative organizzate dalla residenza per autori, traduttori e lettori “Itaca”, fondata da Paolo Ciampi (in via San Domenico 22 a Firenze).
Sabato 13 aprile – ore 18
Il quadro ritrovato: amore e arte nella Firenze futurista
Conversazione con lo scrittore Gianni Marucelli e la storica dell’arte Laura Lucchesi
Mercoledì 17 Aprile – ore 16.30
Visita alla Stamperia Braille della Regione Toscana
(appuntamento davanti a via Nicolodi 2. Iscrizioni a Ilibridimompracem@gmail.com)
E a seguire, a Itaca:
Sull’isola dalle ali di farfalla – ore 18
Tito Barbini e le sue nuove storie di amori e migrazioni (Arkadia Editore)
Mercoledì 24 Aprile – ore 18
Il nuovo libro di Marco Vichi
Il ritorno (Guanda editore) arriva ad Itaca
Venerdì 26 Aprile – ore 18
Un’isola che arriva da Praga
Incontro con la scrittrice della Repubblica Céca Bianca Bellovà e il suo ultimo libro Un’isola (Miraggi edizioni)
Sabato 27 aprile
Passeggiata letteraria in collina e poi in poesia con Oscar Wilde
Partenza ore 15 rientro a Itaca ore 18.30. A seguire anteprima dei dialoghi in poesia di Luisa Puttini col grande Oscar
Martedì 30 Aprile – ore 18
Il Primo maggio un giorno prima
Con Giotto coraggio di Paolo Casadio (Manni editore) e la fisarmonica di Ivan Corbari
Apericena dalle 20
Il link alla segnalazione su Spicgiltoscana: https://tinyurl.com/yc3j8x2e
Sabato 13 aprile alle 17,30 La Feltrinelli Point di Arezzo, in via Garibaldi 107, ospita Tito Barbini con il suo ultimo libro “Storie di amori e migrazioni sull’isola dalle ali di farfalla” (Arkadia). A dialogare con lui la scrittrice Anna Cherubini. È l’alba quando un caicco turco si avvicina a una dolce insenatura di una piccola isoletta greca in cui approdano un gruppo di profughi. L’imbarcazione si allontana velocemente e lascia uomini, donne, anziani e bambini in balia di una sorte sconosciuta, in un paese straniero. Tra i nuovi arrivati c’è anche la giovane Samira, fuggita da una Siria dilaniata dalla guerra. La ragazza ha abbandonato la sua terra per sottrarsi all’odio e alla crudeltà di un conflitto calato dall’alto. Lei non sa ancora che l’incontro con Apostolos, un pescatore greco che attraversa tutti i giorni le anse sinuose dell’Egeo, rappresenterà un punto di svolta senza precedenti. La possibilità di ritrovare un senso a una vita smarrita. Sullo sfondo una comunità composta da gente generosa, capace di accogliere e comprendere, contrassegnata da una geografia delle emozioni che si connette al variopinto mosaico di passaggi e ricorsi storici, antichi e recenti, dove il diverso, il colore, il credo si mischiano creando nuove sfumature. Qui, di fronte a un mare che si inabissa nel cielo, tutto si mescola e qualsiasi esistenza, anche quella più frantumata, ha una nuova possibilità.
Il link alla segnalazione su Toscanalibri: https://tinyurl.com/5yysy7cw
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Samira
La ragazza arrivò nell’isola nella stagione in cui le tamerici sono in fiore e lo zafferano cresce nelle zolle e tra i sassi riarsi dal sole. È un tempo breve quello dello zafferano in cui l’aria si carica di un profumo intenso e si mescola con il mirto che gli cresce accanto.
Quando Omero paragonava il colore dello zafferano a quello del sole nascente e l’Olimpo guardava alle umane vicende per narrare gli amori e gli odi, con storie avvicinabili a tutti, sbocciava la corolla di petali viola che racchiude e protegge gli stigmi rossi. Sbocciava da un amore dirompente e contrastato, che legava il mortale Krokos alla ninfa Smilace.
Quando Krokos morì, Hermes decise di concedergli l’immortalità trasformando il corpo senza vita del suo amico in un bellissimo fiore viola e il suo sangue in tre macchie rosse nel cuore del fiore.
Ecco, di un amore dirompente e contrastato voglio narrare anch’io in questa storia.
Di un mito hanno bisogno le storie, anche se quasi sempre l’inizio è incerto, sfumato. E anche se i migliori inizi sono proprio quelli che danno l’idea di essere qualcos’altro, tanto c’è sempre qualcosa di arbitrario nel modo in cui si comincia.
Proverò quindi a stabilire questo inizio partendo dalla carta geografica.
E dunque, c’è una piccola isola nel Mar Egeo, più lontano che si può immaginare, un’isola sassosa e ventosa, talmente sperduta nel mare che neanche a cercarla con il lumicino si riesce a trovare.
Ecco, si può arrivare anche così al tempo della storia.
E allora, c’è questo lembo di terra a forma di farfalla che si affaccia nell’Egeo per poi frantumarsi, oltre il Dodecaneso, in una miriade di piccole isole e scogli abitati. Si chiama Astypalea. Un’isola che i veneziani battezzarono Stampalia.
Un soprannome che si è tenuta per quasi trecento anni sino a che il corsaro Aricodemo Barbarossa mise fine all’egemonia veneziana. E non ha lasciato un brutto ricordo di sé.
Molto più di un semplice avventuriero in cerca di fortune, Aricodemo era un uomo colto e raffinato, in grado di parlare sei lingue e dotato di eccezionale fiuto politico. Lasciò Astypalea all’impero ottomano, ingraziandosi il potente sultano Solimano il Magnifico.
È bella Astypalea. Mi dissero «… ma non c’è niente laggiù».
E io andai comunque. Astypalea è un sogno, un’idea, un’icona del mondo insulare greco. I cacciatori di isole che si spingono fin qui sono pochi, potrebbero essere di meno.
Volevo tenerla segreta, mi sembrava un modo di preservarla, rara e appartata com’è, un miracolo anche per la Grecia. Solo mi è stato impossibile farlo, legata così tanto alla storia che mi accingo a raccontare. Dunque, scrivo di viaggi e i viaggi alle volte si incrociano. Soprattutto sulle isole, si tratti di Lampedusa o di Lesbo. Oppure proprio di Astypalea, come mi hanno raccontato quando sono arrivato qui la prima volta.
Arrivarono dal paese della guerra infinita, oramai detta “dei dodici anni”, e gli scafisti fecero loro credere che la riva in cui furono fatti sbarcare fosse già l’Italia e quella sabbia una spiaggia di Calabria.
Sono ancora con il cuore e la mente ad Astypalea, l’isola greca dalle ali di farfalla dove mi ha fatto volare Tito Barbini, viaggiatore e scrittore, con questo suo splendido romanzo-fiaba che mi ha emozionato e commosso. I primi complimenti vanno alla straordinaria, ricca e variegata messe di citazioni tratte dalla letteratura antica e moderna, che l’autore dissemina, con apparente nonchalance, lungo la narrazione, ne sono il valore aggiunto, una perla rara: bravissimo! E commovente in modo superlativo è l’amore di Barbini per quest’isola, i suoi paesaggi, le sue tradizioni e i suoi abitanti, in primis Apostolos e Samira, il pescatore e la profuga siriana, e poi, tra i /le tanti/e che descrive, è deliziosa l’immagine di Anula che porta a passeggio il suo maialino e le sue oche. La prima parte del libro è dedicata, con dettagliata e affascinante ricostruzione storica, alle tante storie di migrazioni dei/lle nostri/e connazionali in cerca di fortuna e, in parallelo, a quelle dei/lle tanti/e migranti che approdano sulle nostre coste, in fuga da guerre e carestie, e a quelli/e che non ce la fanno, vittime dei tanti naufragi, all’accoglienza che viene loro offerta e, in contrasto, al rifiuto nei loro confronti: standing ovation!
Daniela Domenici
Il link alla recensione su Daniela e Dintorni: https://tinyurl.com/mr4yvr6e
Una storia con un forte richiamo alla realtà e ai conflitti del mondo moderno. E’ in uscita il 5 aprile l’ultimo libro dello scrittore Tito Barbini “Storie di amori e migrazioni sull’isola dalle ali di farfalla” (Arkadia). È l’alba quando un caicco turco si avvicina a una dolce insenatura di una piccola isoletta greca in cui approdano un gruppo di profughi. L’imbarcazione si allontana velocemente e lascia uomini, donne, anziani e bambini in balia di una sorte sconosciuta, in un paese straniero. Tra i nuovi arrivati c’è anche la giovane Samira, fuggita da una Siria dilaniata dalla guerra. La ragazza ha abbandonato la sua terra per sottrarsi all’odio e alla crudeltà di un conflitto calato dall’alto. Lei non sa ancora che l’incontro con Apostolos, un pescatore greco che attraversa tutti i giorni le anse sinuose dell’Egeo, rappresenterà un punto di svolta senza precedenti. La possibilità di ritrovare un senso a una vita smarrita. Sullo sfondo una comunità composta da gente generosa, capace di accogliere e comprendere, contrassegnata da una geografia delle emozioni che si connette al variopinto mosaico di passaggi e ricorsi storici, antichi e recenti, dove il diverso, il colore, il credo si mischiano creando nuove sfumature. Qui, di fronte a un mare che si inabissa nel cielo, tutto si mescola e qualsiasi esistenza, anche quella più frantumata, ha una nuova possibilità.
Tito Barbini, ex sindaco di Cortona e per molti anni nel governo della Regione Toscana, oramai da più di venti anni è a tempo pieno un acclamato scrittore di viaggi. I suoi libri, accolti sempre con favore dal pubblico, coniugano storie di luoghi e persone che si intrecciano indissolubilmente. Ha pubblicato Le Nuvole non chiedono permesso (2005), Antartide (2008), Caduti dal Muro (2007, con Paolo Ciampi), racconto epistolare a metà tra il reportage e la memorialistica, I giorni del riso e della pioggia (2010), sull’itinerario fluviale compiuto in Asia risalendo il Mekong, Il cacciatore di ombre. In viaggio con Don Patagonia (2011), Le rughe di Cortona (2013), Parole in viaggio (2014), L’amico francese (2021), sulla sua amicizia con F. Mitterrand, L’isola dalle ali di farfalla (2020), Il treno non si fermò a Kiev (2022). Per Arkadia Editore ha pubblicato Il fabbricante di giocattoli (2021).
Il link alla recensione su Toscanalibri.it: https://tinyurl.com/mpzwva4v
Ex sindaco di Cortona e per molti anni nel governo della Regione Toscana, oramai da più di venti anni è a tempo pieno un acclamato scrittore di viaggi. I suoi libri, accolti sempre con favore dal pubblico, coniugano storie di luoghi e persone che si intrecciano indissolubilmente. Ha pubblicato Le nuvole non chiedono permesso (2006), Antartide (2008), Caduti dal muro (2009, con Paolo Ciampi), racconto epistolare a metà tra il reportage e la memorialistica, I giorni del riso e della pioggia (2010), sull’itinerario fluviale compiuto in Asia risalendo il Mekong, Il cacciatore di ombre. In viaggio con Don Patagonia (2011), Le rughe di Cortona (2013), Parole in viaggio (2014), L’amico francese (2021), sulla sua amicizia con F. Mitterrand, L’isola dalle ali di farfalla (2020), Il treno non si fermò a Kiev (2022). Per Arkadia Editore ha pubblicato Il fabbricante di giocattoli (2021) e Storie di amori e migrazioni sull’isola dalle ali di farfalla (2024).