Colombo sulla compagna di Modigliani e Brenna sul Portogallo in copertina, mentre Nocera e Navarro ci parlano di Dostoevskij
Le letture consigliate da Salvatore Massimo Fazio
Blog Ottobre dei libri per un mese che vanta titoli di alta qualità. Stefania Colombo per Morellini fa parlare Jeanne Hébuterne, la “luce” di Modigliani. Dostoevskij in due volumi da due penne esperte, la siciliana Nocera e lo spagnolo Navarro. Massimiliano Perrotta parla di Pupi Avati e non manca la poesia con l’etneo Carmelo Di Mauro pubblicato da Algra. Oligo porta in squadra Dario Voltolini, il secondo arrivato all’ultimo Premio Strega
Lo avevamo detto nella “puntata” precedente della nostra rubrica: l’ottobre letterario è stato un mese esplosivo nella prima quindicina e tale si conferma per la seconda parte del mese. Due autori freschi di premio tornano con le nuove opere: per Arkadia Paola Musa (menzione speciale al Premio Emilio Lussu) esce col quinto capitolo della saga dei sette vizi capitali mentre Bruno Morchio (Premio Scerbanenco) debutta nella collana Giallo Mondadori. Morellini e Il ramo e la foglia edizioni si piazzano rispettivamente in copertina con Stefania Colombo in memoria della musa di Modigliani e Giuliano Brenna che ripercorre il passaggio dalla dittatura alla democrazia portoghese. “Shock” in casa Solferino che pubblica l’emblematico Italo Bocchino (primo dei tre flashback) sulle questioni di una Italia che, a suo dire, vira a Destra solo quando c’è aria di crisi. Replica il ritorno di Antonio Scurati con il romanzo storico “L’ora del destino”, il nuovo volume di “M“, affresco dell’Italia fascista, per Bompiani.
Il catanese Massimiliano Perrotta esce per Edizioni Sabinae con “Pupi Avati fuori dal cinema italiano”. Blackie Edizioni pubblica “Accenderemo il sole” di José Mauro De Vasconcelos. C’è un ritorno, in doppietta e corale, per Mursia con Roberta Bruzzone, la criminologa più famosa d’Italia, che assieme ai giornalisti e studiosi d’indagine Roberta Catania, Margherita Di Biagio, Laura Genovesi e Laura Marinaro racconta i casi di Mirella Gregori e Giulia Tramontano. #Speciale Dostoevskij: Antonio Schlatter Navarro si interroga per i tipi di Graphe.it sul “Perché leggere Dostoevskij” e Antonina Nocera ci conduce “A San Pietroburgo con Dostoevskij” per Giulio Perrone Editore. Alan Moore apre la pentalogia “The great when. Il grande quando” per Fanucci Editore e Fabrizio Nissirio è il nuovo autore della collana rockettara #sidekar di Arkadia con “Lava” (assieme a uno dei tre in flashback: di Roberta di Pascasio con “Il lato nascosto delle storie“). Si riaffacciano nel nostro portale Fernandel che pubblica Federico Platania con “Arcipelago familiare” e Giunti che torna con una edizione illustrata di “Corpo a corpo. Una storia dell’arte dalla testa ai piedi. Ediz. Illustrata” di Arabella Cifani e Stefano Causa.
Sempre forti i titoli della D Editore che affronta ancora una volta tematiche sociali di rilievo: stavolta pubblicano Theodore J. Kaczynski autore di “Colpisci dove più fa male”. Spazio all’ecologia con Marina Milani e la sua “Erba verde è il nostro letto” per 8tto edizioni. Il trio Alessandro Paradisi, Lea Montuschi, Marco Mizza rileggono la vita di “Giovanni Gualberto. Vita e carisma del fondatore di Vallombrosa” per l’affascinante Lorenzo de’ Medici Press. e sempre per la medesima CE ecco Isabel Burton con “Verso l’India. 1879”. Debutta da noi Ventanas Editrice con Laura Acero autrice di “Donne della nebbia”. Ritorni sempre graditi sono quelli di Wu Ming 1 con “Gli uomini pesce” per Einaudi e il nuovo di Daniele Mencarelli, “Brucia l’origine” per Mondadori. Curiosità per Filippo Cerri con “Le Malaveglie” per quella che è una CE di certezze, Effequ e per Daniele Pratesi con “Ancora un minuto” (Efesto). Non stupisce invece Oligo ormai non più fuoriserie ma sempre in prima fila: il 25 escono per la CE mantovana, il secondo classificato allo Strega 2024, Dario Voltolini che narra la sua Torino e il ligure Marino Magliani (in quota come curatore di una nuova collana) che racconta la Corsica vista da diverse prospettive. Marsilio rilancia la verità, i pareri e le scuse alle figlie di Piero Marrazzo con “Storia senza eroi”. Shannon Mayer, “Hunted by Fate. Cacciati dal destino”, torna col vol.II per Leggereditore Sulla Trinacria, Armando editore pubblica di Macrina Marilena Maffei, “La danza delle streghe. Cunti e credenze dell’arcipelago eoliano” e la silloge “Prima della notte” di Carmelo Di Mauro per Algra (l’ultimo in rubrica flashback).
Libro copertina, Jeanne Hébuterne. La luce di Modigliani di Stefania Colombo, Morellini
Dall’autrice dell’apprezzato “La principessa ballerina” la toccante storia della pittrice francese e compagna di Modigliani
Avent’anni tutto è più intenso. I colori sono più brillanti. Le notti sono più lunghe. I baci sono più salati. Le angosce sono abissi profondi. Jeanne è talentuosa, è innamorata e non ha ancora compiuto ventidue anni. Jeanne è disperata. Suo figlio sta per nascere. Il suo compagno è appena morto. Pochi conoscono Jeanne Hébuterne. Tutti conoscono il suo compagno: Amedeo Modigliani. Dimentichiamo per un attimo Modì e lasciamoci trasportare dalla voce di Jeanne, chiusa in una stanza, in una notte di inverno, nella Parigi del 1920. Non è sola: con lei c’è suo fratello André. Quando si è disperati, bisognerebbe sempre avere un fratello accanto. Fratello e sorella ricordano, immaginano, piangono e ridono. Perché a vent’anni tutto è assoluto, ma niente è per sempre, Neanche la morte. Un racconto della Montpanasse della prima guerra mondiale. Le ombre di Foujita, Picasso, Chana Orloff, Apolllinaire, Max Jacob, e Modigliani attraversano la lunga notte di Jeanne e André. In libreria dal 18 ottobre.
Flashback della prima quindicina di ottobre
Italo Bocchino, Perché l’Italia è di destra. Contro le bugie della sinistra, Solferino
È una costante della nostra storia politica: quando si tratta di elezioni decisive, l’Italia vira sempre a destra. È accaduto nel 1948 con la Democrazia Cristiana, nel 1994 con Silvio Berlusconi, e ancora nel 2022 con Giorgia Meloni. Ma quali sono le caratteristiche di questa nuova destra? Davvero gli italiani vogliono l’uomo forte? E davvero alla sinistra servirebbe una Meloni? Italo Bocchino, dalla prospettiva privilegiata del giornalista e intellettuale d’area, racconta le radici e il futuro di una compagine politica in continua evoluzione, eppure saldamente radicata in una storia. Si pone l’obiettivo (ci riesce?) di “sfatare” luoghi comuni come il familismo, l’incompetenza della classe dirigente, il monopolio dell’informazione o il destino di isolamento internazionale e catastrofi economiche regolarmente pronosticate al Paese sotto i governi di destra. E in un’analisi ricca di dati, notizie e vis polemica, riflette in modo originale e provocatorio attorno ai grandi temi da affrontare una volta per tutte nel XXI secolo, prima fra tutti la questione demografica e, strettamente collegata, quella dei flussi migratori. Si guarderà inevitabilmente meno a Tolkien e più a Scruton, osserva Bocchino, descrivendo «una destra pienamente legittimata nel consenso e negli atteggiamenti», che sappia difendere la cultura italiana, sostenere il merito, ridisegnare le istituzioni nel senso di una maggiore efficienza e vicinanza alle necessità reali di un popolo a cui da sempre la lega un’affinità elettiva. Dal tormentone dell’antifascismo al rinnovamento dell’Unione Europea, dal premierato alla riforma della giustizia, questo libro cerca di condurre il lettore attraverso le pieghe più nascoste del sistema-destra indicando, a modo suo, una strada del futuro.
Carmelo Di Mauro, Prima della notte, Algra
Nella prefazione di “Prima della notte”, Grazia Calanna sottolinea come l’amore sia il tema centrale dell’opera, descritto come una forza profonda e coinvolgente. Il libro, presentato come un diario lirico, unisce l’autore e il poeta in un unico io, creando un’immediata connessione simbolica con il lettore. Attraverso versi liberi e personali, il poeta offre una narrazione intima e autobiografica, toccando temi esistenziali, sentimenti contrastanti, intuizioni profonde e riflessioni su sé stesso, le sue radici, e la propria identità. L’opera è ricca di omaggi affettuosi ai genitori e alla moglie Melania, considerata un pilastro nella vita dell’autore, e affronta con sensibilità la condizione umana. Le parole di Di Mauro sono caratterizzate da un’urgenza creativa, che illumina il lettore con immagini potenti e immediate. La luce emerge come simbolo centrale, sinonimo di amore e speranza, un faro che attraversa il tempo e lo spazio, impossibile da spegnere anche nelle notti più oscure.
Roberta Pascasio, Il lato nascosto delle storie, Arkadia
Il lato nascosto delle storie è una raccolta di racconti in cui i personaggi appaiono legati tra loro da una sorta di mosaico solo apparentemente invisibile. In realtà si potrebbe definire un romanzo a episodi che, pur essendo autonomi dal punto di vista narrativo, trovano il proprio compimento nell’unione con gli altri. Il risultato è una storia omogenea il cui filo conduttore è dato dalla tonalità emotiva e dalle tematiche affrontate: il lato nascosto della vita di ognuno, lo scacco, il vicolo cieco, le decisioni sbagliate. Si va dall’ex carcerato che ha trascorso anni in prigione da innocente alla moglie che ha creduto alla sua colpevolezza, dall’amico soltanto in apparenza per bene alla figlia trascurata che trova rifugio in un mondo parallelo, dall’insegnante cacciata da scuola per un video ingannevole all’allievo che trasforma la solitudine in vendetta, dal giudice derubato che passa per uomo integerrimo allo psicologo che dovrebbe essere un avvocato, dal senzatetto che arranca nel suo inferno quotidiano allo zio che nella distruzione trova la via per rinascere. Dieci ritratti per altrettanti destini dominati dal senso di incapacità a governare la propria vita.
Le uscite di martedì 15 ottobre
Massimiliano Perrotta, Pupi Avati fuori dal cinema italiano, Edizioni Sabinae
Pupi Avati è fuori dal cinema italiano per una ontologica estraneità agli schemi culturali che nell’ultimo mezzo secolo lo hanno dominato: non ha fede nella storia, non crede nel progresso, non lotta contro il potere, non gli interessano i temi sociali, non si batte per le nobili cause, non vuole denunciare nulla, non racconta la crisi dell’Occidente, non segue le mode, non ostenta citazioni, non è laico. Per la stessa ragione il cinema italiano ama poco Pupi Avati: lo tratta con condiscendenza, premia raramente i suoi film, fatica a riconoscergli lo status di autore con la a maiuscola. Eppure pochi registi italiani sono autori quanto lui, ogni suo film – riuscito o no che sia – ha una inconfondibile cifra stilistica e una personale chiave di lettura del mondo. Nella sciatteria generalizzata del cinema italiano odierno, suona paradossale che Pupi Avati non venga acclamato come il piccolo grande maestro che è. Pubblicato in otto puntate sull’Huffington Post, questo pamphlet sogna di avviare – a livello artistico, culturale, politico – una revisione critica radicale degli ultimi decenni. Il cinema di Pupi Avati non va rivalutato o sdoganato: va letto con occhi vergini, con occhi post-novecenteschi, con gli occhi di domani.
Massimiliano Perrotta
Massimiliano Perrotta è nato a Catania nel 1974 e vive a Roma. Regista, scrittore, critico culturale sull’Huffington Post, ha pubblicato le raccolte poetiche “Riva occidentale” (Sikeliana, 2017) e “Dopoguerra” (Torri del Vento Edizioni, 2020); il libro di racconti “L’aria del tempo” (Torri del Vento Edizioni, 2022); le opere teatrali “Cornelia Battistini o del fighettismo” (La Cantinella, 2006), “Hammamet” (Sikeliana, 2010, Premio Giacomo Matteotti della Presidenza del Consiglio dei Ministri), “Masino Scacciapensieri” (Torri del Vento Edizioni, 2019).
Il libro sarà presentato il 31 ottobre, alle 17.45, al Museo nazionale etrusco di Villa Giulia di Roma. Dialogheranno con l’autore lo stesso Pupi Avati e il critico cinematografico Steve Della Casa.
Piero Marrazzo, Storia senza eroi, Marsilio
Tra Stati Uniti e Italia, tra pubblico e privato, con una psicanalista a fare da guida e Giulia, Diletta e Chiara – figlie di Piero – che firmano i controcampi della vicenda dolorosa da cui questo libro parte, Storia senza eroi racconta i giorni, le azioni e i ricordi di un uomo che ha vissuto una stagione fondamentale della politica italiana. Uno dei luoghi che ricorre nella storia politica italiana è via Gradoli. La via Gradoli di Aldo Moro e dei servizi e la via Gradoli dove subisce una battuta d’arresto la vicenda politica di Piero Marrazzo, che nel 2009 è il presidente della Regione Lazio. Si parte così da via Gradoli per arrivare qui, oggi, avendo da subito intuito che quella battuta d’arresto non era che l’occasione di srotolare una storia più lunga, più ampia e, soprattutto, collettiva. Che cos’è, infatti, la politica se non la capacità di trasformare una vicenda privata in una vicenda al servizio di un’intera comunità? “Storia senza eroi” è il romanzo della vita di un uomo. Se non fosse che la vita di ciascuno di noi non comincia il giorno della nascita, ma prima, e talvolta pure in un altro luogo: la vicenda di via Gradoli e Piero Marrazzo comincia negli Stati Uniti, con la giovinezza di una donna preda delle scelte paterne, gli anni americani e “a colori” della madre Gina, dei quali in famiglia si sapeva poco, quasi niente, e che Piero, travolto dallo “scandalo”, decide di indagare per se stesso e il fratello, scoprendo un passato fatto di matrimoni nascosti, diritti negati, rapporti con la mafia, segreti inconfessabili e presunte vergogne cancellate con un colpo di spugna dal grande patriarca Eugenio, suocero del padre Joe, giornalista appassionato e che non scese mai a compromessi. Il punto di partenza di questo racconto – in cui epica e storia, notizie e illazioni, ricerca e intuizione si mescolano – è quello di chi ha deciso di narrarlo e che lo firma: Piero Marrazzo, giornalista e politico, padre e figlio. Il punto di arrivo è invece una storia che riguarda tutti noi.
Roberta Bruzzone, Roberta Catania, Margherita Di Biagio e Laura Genovesi, Mirella Gregori. Viaggio in un’indagine imperfetta. Studio e analisi degli atti, Mursia
«Dal diario di Mirella: “…è in quei momenti che la mia mente, decisa, libera la mia fantasia, ed i miei occhi cominciano a sognare e ad immaginare una vita piena di piaceri e di soddisfazioni, una vita piena di rose, senza alcuna spina”. Questo non è stato»
Mirella Gregori scomparve il 7 maggio 1983 a Roma, lasciando dietro di sé quarant’anni di mistero. La sua storia è stata spesso erroneamente collegata a quella di Emanuela Orlandi, ma le due sparizioni non hanno punti in comune. Fino ad oggi, nessuno è riuscito a interpretare chiaramente gli atti relativi a Mirella, che comprendono migliaia di pagine, diari stenografati e rubriche piene di numeri e indirizzi. Solo l’accesso completo a questi documenti ha permesso di ricostruire ogni pista, rivelando errori e criticità, oltre a possibili scenari mai considerati prima. Frutto di anni di lavoro, questo volume offre al lettore un’analisi approfondita e dettagli inediti su uno dei cold case italiani più famosi e intriganti.
Roberta Bruzzone e Laura Marinaro, Narcisismo mortale. Il caso di Giulia Tramontano, Mursia
«A un certo punto Giulia ebbe la certezza di essere stata insieme a una persona diversa da quella che credeva che fosse. A quel punto aveva deciso che si sarebbe definitivamente allontanata da lui»
Come si può pensare, premeditare e realizzare l’omicidio della propria compagna incinta di sette mesi del proprio bambino? In quale contesto psicologico nasce un delitto simile? Queste sono alcune delle domande alle quali risponde il nuovo true crime della coppia Bruzzone-Marinaro che questa volta si focalizza su una vicenda che ha sconvolto l’Italia: l’omicidio di Giulia Tramontano e del suo piccolo Thiago avvenuto a Senago (Milano) il 27 maggio 2023 per mano di Alessandro Impagnatiello, compagno della vittima e padre del nascituro.
Il libro parte dal racconto puntuale dei fatti e del processo fatto dalla cronista Laura Marinaro, per giungere, capitolo dopo capitolo, alla disanima psicologica e criminologica di Roberta Bruzzone della personalità narcisistica overt dell’assassino. Purtroppo la conclusione è dura: il narcisismo può essere mortale. Il testo si propone un intento anche divulgativo e «preventivo» nei confronti di altre possibili vittime.
Roberta Bruzzone
Roberta Bruzzone è psicologa forense, criminologa investigativa ed esperta in criminalistica applicata all’analisi della scena del crimine. È docente di Criminologia, psicologia investigativa e scienze forensi presso all’Università LUM Jean Monnet di Bari. Svolge attività di consulente tecnico nell’ambito di procedimenti penali, civili e minorili. Con Mursia ha pubblicato: “State of Florida vs Chico Forti”; insieme a Laura Marinaro, “Yara. Autopsia di un’indagine”; insieme allo psicologo e psicoterapeuta Giuseppe Lavenia, “Il patentino digitale per una navigazione sicura”. Sito personale www.robertabruzzone.com.
Laura Marinaro è giornalista professionista ed esperta in cronaca nera e giudiziaria. Inviata del settimanale «Giallo», conduce su Radio Libertà il programma da lei ideato e scritto Gialloradioclub e collabora con alcuni quotidiani per la giudiziaria. Con Mursia ha pubblicato, insieme a Roberta Bruzzone, Yara. Autopsia di un’indagine e i romanzi Maremoto a Varigotti e La fanciulla degli ori.
Bruno Morchio, La badante e il professore, Mondadori
Bruno Morchio, fresco vincitore del premio Scerbanenco, esordisce nel Giallo Mondadori con un mistery che, come nel suo stile, mescola tensione e humour per mostrare gli scheletri nell’armadio della nostra società perbenista
In un piccolo paese lo sport preferito è spesso il pettegolezzo. Ecco perché appena inizia a circolare la notizia che il vecchio professor Canepa è stato ucciso in casa propria – arma del delitto: un busto di Leopardi – i sospetti si concentrano in fretta su Natalia, la badante ucraina che da un anno se ne prendeva cura. Natalia è troppo giovane, troppo misteriosa, troppo seducente per non far sciogliere le malelingue. Le sente suo malgrado anche Filippo, dodici anni, qualche problema in italiano e gli ormoni impazziti, che con le ripetizioni del professore cercava di riparare i primi, e in presenza di Natalia sente accendersi i secondi. Filippo non vuole credere che Natalia sia un’assassina, ma l’unico modo per convincerne i compaesani è dimostrarlo. E così inizia a indagare, presto con l’aiuto di un altro detective improvvisato, Serafino Costamagna, un giovane giornalista a caccia del grande scoop. La matassa si ingarbuglia in fretta, però, perché più passano i giorni, più Filippo scopre che intorno a Canepa tutti avevano dei segreti, primo fra tutti proprio il professore, che nascondeva un bel po’ di soldi capaci di far gola a molti…
Wu Ming 1, Gli uomini pesce, Einaudi
Ilario Nevi, partigiano, artista e intellettuale muore nell’estate del 2022. Da questo evento traumatico vengono fuori segreti familiari che rivelano non solo storie personali, ma anche intrighi storici legati al Novecento. Antonia, nipote di Nevi, già dal primo avvertimento, vuole andare fino in fondo e scoprire tutto. Un romanzo, quello di Wu Ming 1, che si rivela una saga familiare storica che mette in luce amori, sogni, avventure e incubi.
Daniele Mencarelli, Brucia l’origine, Mondadori
Dopo l’ultimo libro “Fame d’aria” e il successo di “Tutto chiede salvezza” diventato anche una serie televisiva per Netflix, il finalista premio Strega Daniele Mencarelli torna in libreria con Brucia l’origine. In questo nuovo romanzo Mencarelli si affida ai due protagonisti ricorrenti delle sue storie: Roma e la gioventù. Brucia l’origine racconta la storia di Gabriele Bilancini, giovane designer romano che vive a Milano e non torna nella sua città da quattro anni. Franco Zardi, guru del design mondiale, a Milano ha scommesso su di lui e Gabriele, grazie al talento, è riuscito a emergere nel suo campo lavorativo. Ha anche incontrato l’amore, Camilla, figlia di Zardi. Tutto sembra completo e nulla sembra mancargli, ma quando torna a casa, a Roma, in quel quartiere Tuscolano dove amici, parenti, dinamiche e persino il bar, non sono cambiati, Gabriele subisce una battuta d’arresto. Sarà per lui una crisi d’identità?
Le uscite di mercoledì 16 ottobre
Antonio Scurati, M. L’ora del destino, Bompiani
A questo quarto pannello della sua epopea letteraria e civile Scurati affida il gigantesco affresco dell’Italia fascista sui fronti del secondo conflitto mondiale, degli errori, degli orrori e dell’eroismo ancora possibile per uomini e donne reduci da vent’anni di dittatura. E tratteggia il ritratto al nero di un uomo di fronte al destino che ha plasmato per sé e per un’intera nazione, solo all’incrocio tra il parallelo del crepuscolo e un meridiano di sangue
Antonio Scurati
Sono trascorsi quarant’anni da quando il figlio del fabbro di Dovia ha mosso i primi passi in politica; quasi venti da quando ha impugnato lo scettro del potere; poche settimane da quando ha annunciato agli italiani che il destino batte l’ora della guerra. Proprio adesso, alla fine di giugno del 1940, quel destino offre al Duce un segno, forse un presagio: Italo Balbo, il condottiero della Milizia, il maresciallo dell’aria celebre in tutto il mondo, viene abbattuto in volo dal fuoco amico. Ma non c’è più tempo per volgersi indietro. Affinché la Storia metta in scena l’immane tragedia della guerra, ciascuno deve interpretare la sua parte. Come il generale Mario Roatta, feroce pianificatore di rappresaglie e capo di un esercito spaventosamente impreparato. Come Galeazzo Ciano, ossessionato dall’idea di dominare il Mediterraneo; Edda, pronta a unirsi alla Croce rossa per avere la sua prima linea; Clara Petacci, che stringe tra le braccia un uomo sempre più simile a un fantasma; Amerigo Dùmini, l’assassino di Matteotti, che ha prosperato ricattando quel fantasma. Come una generazione intera di soldati tra cui l’alpino Mario Rigoni Stern, arruolatosi volontario, che nel gelo del fronte russo apre gli occhi sulla natura del dramma a cui partecipa, o il maggiore Paolo Caccia Dominioni, che deve guidare il suo reparto nelle sabbie della tragica battaglia di El Alamein; e una generazione intera di gerarchi tra cui Dino Grandi, sempre più insofferenti verso il Duce. E infine c’è lui, Benito Mussolini, ancora convinto di poter bilanciare in Europa le brame conquistatrici di Hitler ma in realtà pronto a scodinzolare al fianco della tigre tedesca come un patetico sciacallo.
Filippo Cerri, Le Malaveglie, Effequ
Alla luce del focolare, durante le lunghe notti di veglia nelle case contadine, nascono storie che incutono paura e alimentano inquietudini, evocando ricordi di tempi lontani. In ogni luogo e tempo, sono emerse nell’immaginario figure che spaventano, perché strettamente legate alla realtà. Questi esseri inventati riflettono il timore universale di vedersi spezzati dallo specchio del mostruoso. Filippo Cerri – già autore di Rivista Blam con Meduse – ci trasporta in un universo oscuro e suggestivo, dando vita a storie con mostri dalla natura tanto umana quanto angosciante. Le Malaveglie sono un luogo di meraviglie nere e fiabe sporche, dove l’orrore e il grottesco si intrecciano mentre il confine tra realtà e immaginazione si fa sottile.
Laura Acero, Donne della nebbia, Ventanas
Nel vasto paramo di Sumapaz, in Colombia, una volta alla settimana un gruppo di contadine accoglie un’insegnante che arriva da Bogotá per tenere un corso di scrittura. La «Prof», come la chiamano le donne, lascia il suo neonato con il marito in città e si immerge in questo paesaggio aspro e ricco di storie di lotta e speranza. Le narrazioni delle contadine parlano di figli persi nella lunga guerra civile, di una vita quotidiana spietata e di antiche credenze. Le voci delle donne, avvolte nella nebbia del paramo, si fanno sempre più chiare man mano che il romanzo procede, rivelando il dolore, la violenza e il sangue versato, ma anche la bellezza di un territorio sacro che ha offerto rifugio e speranza a molti colombiani. Questo territorio e la sua storia diventeranno parte integrante della vita della protagonista, la professoressa senza nome, il cui viaggio riflette la resilienza e la ricerca di speranza in mezzo alla difficoltà.
Le uscite di giovedì 17 ottobre
Alessandro Paradisi, Lea Montuschi e Marco Mizza, Giovanni Gualberto. Vita e carisma del fondatore di Vallombrosa, Lorenzo de’ Medici Press
In occasione del 950° anniversario della morte di San Giovanni Gualberto, monaco fiorentino dell’XI secolo, tre monaci vallombrosani, don Marco Mizza, suor Lea Montuschi e don Alessandro Paradisi ricostruiscono la vita del Santo che fu una delle più importanti figure del monachesimo medievale. Gli autori hanno saputo evidenziare l’ideale del Riformatore e la carica dirompente delle sue scelte più significative
Di fronte a consuetudini della società e della chiesa del suo tempo contrarie al vangelo, Giovanni Gualberto non esita a compiere gesti coraggiosi e controcorrente: anziché vendicarsi, perdona l’uccisore di un suo parente e persevera nella scelta monastica nonostante l’opposizione paterna; denuncia pubblicamente vescovo e abate simoniaci; distrugge le proprietà dei suoi monaci quando non conformi alla povertà evangelica, per lui irrinunciabile… Il ritorno alla povertà che emerge periodicamente nella vita di persone e comunità cristiane, è infatti un punto cruciale per Giovanni Gualberto: povertà come prossimità e aiuto ai poveri, che richiede lotta serrata contro ogni rischio di accumulo indebito di denaro e di beni. Egli precorre in questo la radicalità di Francesco di Assisi e anticipa una delle esigenze primarie della Chiesa del Vaticano II, di cui papa Francesco, a partire dalla scelta del nome, si è fatto portavoce e promotore concreto.
C’è un altro elemento che gli autori documentano, cogliendone la portata storico-profetica nel tempo in cui visse: la denuncia e la lotta contro la corruzione del clero e la simonia. Questo gli costò l’abbandono della tranquillità del monastero e l’approdo a un luogo sperduto e desolato dell’appennino toscano: tale era Vallombrosa quando egli vi giunse.
Più volte Giovanni Gualberto, che pure riconosceva esplicitamente l’autorità della chiesa e dei pastori, si trovò ad assecondare la ribellione alla corruzione dei ministri di Dio da parte della gente semplice, in qualche modo incrementando la coscienza civica che in quegli anni stava maturando, ponendo le basi alla nascita dei Comuni, contro lo strapotere politico dell’impero da una parte e il potere assoluto del papato dall’altro che a sua volta, per poter difendere la libertà della chiesa, finiva con l’affermare un proprio potere anche politico, superiore a quello dell’imperatore.
Nel suo impegno di riforma, Giovanni Gualberto non fu solo: numerosi monaci e membri del clero si affidarono a lui e lo seguirono, mentre movimenti popolari ampiamente diffusi come i patarini (che si rivolsero a lui e ai suoi monaci in un momento particolarmente drammatico) e i catari in altri luoghi e in contesti diversi, combattevano la medesima battaglia di purificazione e rinnovamento.
Le uscite di venerdì 18 ottobre
Antonina Nocera, A San Pietroburgo con Dostoevskij, Perrone
Esplorare Pietroburgo attraverso lo sguardo di Dostoevskij è un’esperienza che richiede un approccio aperto a molteplici memorie. San Pietroburgo è il frutto di un progetto grandioso dove letteratura, vita e storia si intrecciano. In questo memoir si ripercorre un cammino a ritroso, compiuto con il piglio flâneuse: un’indagine che attinge alla memoria personale dell’esperienza pietroburghese, si intreccia con le tappe tracciate da Raskol’nikov e da altri personaggi dei romanzi dostoevskiani in cui la città entra nel testo con i suoi pensieri e con la sua bellezza onirica. In questa mappa di Pietroburgo è inevitabile incontrare la polifonia del grande romanzo dostoevskiano, incrociata alla magia di una città che ancora ne conserva le tracce.
Paola Musa, La vita in più di Marta S., Arkadia
Fresca di menzione speciale al Premio Emilio Lussu, con “Umor vitreo”, Paola Musa torna col V capitolo della saga dei sette vizi capitali
Marta Scacchi è un ingegnere che lavora per l’industria del sesso. Conduce un’esistenza solitaria e abita a Torino da quando, terminata la Kermesse dedicata all’Eros, ha fatto un incontro che l’ha turbata. Marta, fin da adolescente, è preda di visioni che la convincono di avere vissuto altre vite, tutte contraddistinte da libidine e oscure passioni che si riconoscono tra loro in un gioco di specchi, anche se di alcune non ha chiara memoria. Ricoverata in ospedale in seguito all’esplosione della palazzina in cui abita crede di riconoscere in Virgilio, un infermiere mite e dal carattere semplice, qualcuno che ricorre nelle sue visioni. Si sente attratta, ma avverte di correre con lui un pericolo mortale. A dispetto di tutto riesce a procrastinare il destino assegnatole, a fare esperienza dell’amore e di accettare un trauma dimenticato. Un romanzo sul vizio più antico del mondo, sull’immaginario che ha prodotto in varie epoche e latitudini, nella letteratura e nell’arte, una riflessione sulle implicazioni sociali del cybersesso. Ulteriore capitolo sui vizi capitali, questa volta a fare da protagonista è la lussuria, in una vertiginosa giostra di desiderio e rovina, eros e thanatos, estasi e conoscenza di sé, magistralmente descritta da una donna che attraversa i tempi.
Le uscite di lunedì 21 ottobre
Shannon Mayer, Hunted by fate. Cacciati dal destino, Leggereditore
Torna l’autrice di “Taken by Fate”: “Presa dal destino”, primo volume della serie “The Alpha Territories”, con il sequel “Hunted by Fate: Cacciati dal destino”, un romantasy destinato a un pubblico new adult e diventato un #booktiktok.
Il re dei vampiri è morto. Ora sono in fuga dal suo folle successore insieme a un principe vampiro gravemente ferito e a una cameriera innamorata di lui. E io che pensavo che i Giochi del Raccolto fossero la parte peggiore… Per non parlare della mia ossessione per il generale dell’esercito dei vampiri, incaricato di guidare la squadra mandata a uccidere me e la mia non proprio allegra banda di disadattati. L’unica possibilità che abbiamo di uscirne vivi è quella di gettarci alla mercé dei vicini licantropi e sperare che non ci facciano a pezzetti. Sono loro la chiave per sconfiggere il neoincoronato “re” Edmund e salvare il regno dei vampiri da un terribile e pericoloso ritorno a tempi ormai dimenticati, dominati dal caos e da una crudeltà incontrollata. Ma per riuscire a negoziare un’alleanza fra due specie in guerra da secoli serviranno un pizzico di astuzia e un’abbondante dose di audacia. È una vera fortuna che io ne abbia da vendere.
Le uscite di martedì 22 ottobre
Marina Milani, Erba verde è il nostro letto, 8tto edizioni
Jonas Lyrer ha vent’anni e un legame profondo con le piante, che trova molto più rassicuranti delle persone. Le piante non sono nevrotiche né lo prendono in giro per il suo aspetto da «strano dionisio boschivo». Questa sua passione sembra avere radici nel bisnonno Hasso, un botanico che esplorò il Borneo e fondò alcuni dei primi vivai di Bergamo, prima di scomparire misteriosamente in una notte piovosa del 1945. Jonas vive nella villa di famiglia, la Drys, in rovina, insieme al padre semialcolizzato e alla zia, una donna eccentrica. Mentre cerca di dare un senso alla sua vita e immaginare un futuro, si trova bloccato dalla pandemia, costretto tra le mura di casa. Per combattere la solitudine e l’isolamento, Jonas scrive lunghe lettere a Stella, un’attivista conosciuta l’anno prima a Davos, raccontandole la storia di Hasso, sperando che lei possa trasformarla in un romanzo. La figura del bisnonno, a suo parere, è perfetta per un racconto di quel tipo. Mentre il mondo resta in sospeso, Jonas, per la prima volta, prova a prendere in mano il proprio destino, e attraverso le sue lettere emerge non solo la storia della sua famiglia, ma anche il riflesso delle vicende storiche dell’Italia.
Theodore J. Kaczynski, Colpisci dove più fa male, D Editore
Il volume che vi state apprestando ad avere tra le mani non può essere maneggiato con troppa disinvoltura: è il frutto di decenni di lavoro dell’uomo che, dopo aver passato più di vent’anni ad attaccare la società tecnologica, ha dedicato il resto della sua vita a scrivere saggi per una rivoluzione a venire. Per Ted Kaczynski, il famoso UnaBomber, Colpisci dove più fa male non è solo un titolo a effetto, ma un imperativo, un ordine impartito da chi per tutta una vita si è fatto un esercito di un solo uomo…
Dopo anni di ricerche in polverosi archivi, mail con figure oscure e fanzine ormai dimenticate, Colpisci dove più fa male finalmente arriva come un’esplosione nella Freedom Club Collection, portando alla luce saggi rari, alcuni mai pubblicati prima, testi che per decenni sono rimasti sepolti nell’oscurità e che solo ora vedono la luce per la prima volta.
In un mondo che ci vuole sottomessi e distratti, Theodore J. Kaczynski ci consegna un manuale di guerriglia intellettuale, un insieme di scritti che tentano di rispondere a una domanda fondamentale e urgente: come far esplodere la rivoluzione? Non si tratta di vane teorie o di romantiche illusioni, ma di una brutale chiamata all’azione, un invito a colpire al cuore il sistema, là dove fa più male.
Con una curatela profonda e ricca di note per guidare lettrici e lettori non anglosassoni attraverso la mente complessa di Kaczynski, questo volume è un’arma carica. Ogni pagina è una sfida, ogni parola un colpo inferto all’apatia. Preparati a essere provocat@, sconvolt@ e, soprattutto, risvegliat@.
Questo non è solo un libro: è un grido di battaglia per chi non vuole più restare in silenzio.
Le uscite di mercoledì 23 ottobre
Arabella Cifani e Stefano Causa, Corpo a corpo. Una storia dell’arte dalla testa ai piedi. Ediz. Illustrata, Giunti
Si può raccontare la storia dell’arte anche attraverso le parti del corpo? Seni, occhi, bocca, mani, labbra, sederi e inguini, ogni capitolo di questo testo è dedicato a un organo, ognuno dei quali ci compone e dei quali abbiamo perso la memoria o ai quali non diamo più importanza sopraffatti da narcisismo e autoreferenzialità. Tra storia e immaginazione, questo libro esplora come gli elementi del corpo possano riflettere non solo lo stile di un artista, ma anche il realismo occidentale.
Le uscite di giovedì 24 ottobre
Macrina Marilena Maffei, La danza delle streghe. Cunti e credenze dell’arcipelago eoliano, Armando
In un’epoca di incantamento del mondo, dove gli scogli parlano, le creature sognate escono dai sogni ed entrano nella realtà, e le serpi compaiono con i capelli pettinati a treccia, a crocchia, a tuppo, si rivela che gli spiriti ritornano fra gli uomini in forma zoomorfa. Un immaginario in cui il fantastico, il meraviglioso e l’onirico s’intrecciano dando vita a emozionanti narrazioni dove anche la presenza delle streghe è marcata. Esibendo la loro arcaica nudità, le streghe in volo si palesano agli uomini. Il loro tratto più inquietante lo mostrano trasformandosi in nuvole e in vento per inseguire sul mare i naviganti o anche rubando le barche ai pescatori.
Oggi, alla sua terza edizione, il libro torna arricchito dalla suggestiva storia di una pescatrice. Una pescatrice dai lunghi capelli morta in un naufragio oppure, come alcuni raccontano, per l’agire malefico delle streghe. Racconti e credenze narrati, per la prima volta nella storia dell’arcipelago, dalla voce dei suoi abitanti durante un’etnografia che ha preso l’avvio oltre quarant’anni fa, sullo sfondo di una maestosa natura vulcanica. Il volume presenta gli esiti di una ricerca, di lunghissima durata, condotta nell’arcipelago eoliano a iniziare dagli anni Ottanta e ricostruisce, attraverso storie e credenze di tradizione orale, i tratti fondamentali di una cultura inscritta in un’infuocata natura tellurica.
Le uscite di venerdì 25 ottobre
Dario Voltolini, Acqua chiusa, Oligo
Secondo posto al premio Strega 2024, l’autore torna raccontando la Torino della sua adolescenza
Dario Voltolini, finalista al Premio Strega 2024, racconta la sua Torino, il quartiere dove è vissuta la famiglia del padre. Il luogo è un grappolo di vie dove un tempo c’era una enorme fabbrica della Michelin e ora un centro commerciale. Un palazzo, edificato per la residenza di chi in quella fabbrica ci lavorava, sussiste ancora intatto.
Marino Magliani, Corsica, Oligo
Dalla Liguria non si vede un’unica Corsica. L’isola è sempre diversa e questo dipende dalla meteorologia, dalla quota, dall’angolazione: la Corsica che si vede dal Ponente sarà necessariamente diversa da quella che si vede dal Levante. E da Genova, quale Corsica si vede? Questa è la cronaca di uno scrutatore che ha guardato la Corsica da ogni luogo, ma soprattutto da Genova, avendo svolto il secolo scorso il lavoro di mozzo sul Corsica Ferry diretto da Genova a Bastia, ed essendovisi avvicinato ogni mattina prima che l’alba bruci i sogni e allontanato la sera all’ora del lampescuro. Un libretto traballante come lo era quel viaggio e quel secolo, sulle capacità di un mozzo di guardare e vedere. Il testo è arricchito da una prefazione di Roberto Carvelli.
Federico Platania, Arcipelago familiare, Fernandel
Cosa vuol dire sparire quando, tuttavia, tutta la tua famiglia sa dove sei? È successo a Daniele Fittipaldi, padre di Jai, che si trova in un rifugio delle isole Kerguelen, luogo in cui lo stesso aveva condotto il progetto di un radiofaro. E anche ad Aparajita, madre di Jai, che ha scelto di smarrirsi tra le filosofie new-age. Sarà proprio Jai a dover rimettere insieme le isole del suo arcipelago familiare e l’occasione sarà una sua nuova avventura: l’apertura del suo primo ristorante a Londra.
Fabrizio Nissirio, Lava, Arkadia
Un mistero alle pendici del Vesuvio, una donazione ricevuta da uno sconosciuto, lo strano caso di due sorelle scomparse tanti anni prima
Una lettera inattesa porta il commissario romano Aurelio Di Giannantonio a viaggiare dalla sua città d’adozione, Venezia, fino a Torre del Greco, alle pendici del Vesuvio. Un misterioso benefattore gli ha lasciato una casa dalla quale si vede il golfo di Napoli, la penisola sorrentina e Capri. Ma qualcosa non torna: il poliziotto non sa chi sia il solitario anziano che si è ricordato di lui nel testamento. Girando il paese in cerca di risposte, si imbatte in un manifesto ingiallito che lo coinvolge nella storia di due sorelline scomparse. Vorrebbe ripartire, tornare dalla sua compagna Maria Quaranta, ma è troppo tardi: la sua sete di giustizia lo trascina in un’indagine su cui non ha titolo. Una vicenda difficile da dipanare, in bilico tra loschi traffici della criminalità organizzata e vendette private, che lo vedrà in pericolo di vita, circondato da personaggi omertosi e ambigui all’ombra del vulcano che, impassibile e minaccioso, sovrintende alle vicende umane di una terra antichissima. Fatta di lava nera, sotto la cui coltre presente e passato si intrecciano. Lava è un romanzo che parla di memoria perduta, di luoghi in cui è facile smarrirsi e dell’illusione di pensare di non aver bisogno di nessuno. Con il rischio di precipitare in un cratere e non risalire mai più.
Alan Moore, The great when. Il grande quando, Fanucci Editore
Con The Great When: Il Grande Quando, Alan Moore inaugura una pentalogia dove la Londra che conosciamo lascia il posto alla meraviglia di una città ricca di mistero, magia e pura follia.
Mistico, esilarante e splendidamente costruito, The Great When: Il Grande Quando è un’indimenticabile introduzione al fantastico mondo di Long London, scritto da un autore considerato una leggenda.
Quando Dennis Knuckleyard, giovane apprendista della feroce Ada ‘Cicca’ Benson, viene incaricato dalla rantolante datrice di lavoro di recuperare un lotto di libri da un collega che vuole disfarsene, e si ritrova per le mani un volumetto che in realtà non dovrebbe esistere, tutto potrebbe immaginare tranne che diventare il protagonista impotente e privo di risorse di una serie di disavventure che lo porterà suo malgrado a esplorare una Londra nascosta e pericolosa, di cui quasi nessuno conosce l’esistenza. Tra venditori ambulanti, maghi, pittori surrealisti, boss della malavita e prostitute dai capelli rosso fuoco, lo sventurato diciottenne si ritrova catapultato in una dimensione parallela alla sua, una Londra onirica che trascende il tempo e lo spazio, dove incontra personaggi in grado di trasformare la sua triste e squallida esistenza nella trama di uno strampalato romanzo da incubo dal quale dovrà cercare di uscire indenne.
Daniele Pratesi, Ancora un minuto, Efesto
Giuseppe e Noemi sono i due protagonisti di questo romanzo ambientato nella Milano di oggi. Giuseppe è un workaholic, Noemi invece crede fortemente nell’amore e nella famiglia. A mettere in crisi questa relazione ci penserà l’entrata in scena di Nora, bella, determinata e in carriera. E proprio quando Giuseppe e Noemi sembreranno sul punto di aver raggiunto un equilibrio, qualcos’altro metterà tutto in discussione di nuovo.
Le uscite di sabato 26 ottobre
Antonio Schlatter Navarro, Perché leggere Dostoevskij, Graphe.it
Perché dovremmo leggere oggi Dostoevskij? Questo volume non solo fornisce risposte, ma ci mette di fronte alle domande giuste, uscendo dalla retorica un po’ supponente secondo cui tutti avrebbero letto Dostoevskij o tutti dovrebbero farlo. La prospettiva del saggio – almeno in parte – muove da una visione cristiana, infatti, la relazione con il peccato e il divino è senza dubbio un filone centrale nella poetica del romanziere. Ciò che rende avvincente quella che Schlatter Navarro chiama “indagine” è però il carattere misterioso che permea la riflessione dello scrittore: per lui «i rapporti fra Dio e l’uomo, il peccato e il male, la coscienza e la libertà non sono problemi, ma misteri».
Fëdor Michajlovič Dostoevskij nel 1876
Dostoevskij sfida il nostro tempo troppo veloce. Per gli europei d’oggi, spaesati e spaventati di fronte a un mondo complesso che non dominano più come hanno fatto nei secoli passati, tutto scorre in fretta, mentre lo spazio della riflessione si restringe. Ogni notizia è divorata rapidamente e sostituita dalla successiva. Ci si dimentica e ci si abitua anche a quelle peggiori, come la guerra, che quasi non fa più notizia se non quando sembra che ci minacci direttamente. Tanta gente non legge più libri, illudendosi magari di capire la realtà del mondo scorrendo i post sui social, senza uno sforzo di approfondimento. I requisiti fondamentali del lettore ideale di Dostoevskij sono pazienza e attenzione, ci ricorda in questo bel saggio Antonio Schlatter Navarro. Ma chi è davvero attento al giorno d’oggi? Chi ha la pazienza di entrare in trame complicate, accettando d’incamminarsi in centinaia di pagine? Corriamo il rischio di non capire la realtà che ci circonda, le questioni fondamentali che riguardano l’umanità, semplicemente perché rinunciamo a fermarci, a leggere, a entrare nella complessità della vita. La letteratura ci aiuta, se le dedichiamo il tempo che merita. Il suo senso profondo è infatti quello di essere al servizio del lettore, per scuotere la sua coscienza e spingerlo a pensare, rimettendo in moto la mente e il cuore. (dalla Prefazione di Valerio De Cesaris).
Le uscite di martedì 29 ottobre
José Mauro De Vasconcelos, Accenderemo il sole, Blackie Edizioni
Zezé, protagonista di “Accenderemo il sole”, è un bambino brasiliano che sin da piccolo sogna di diventare poeta. Rispetto al precedente romanzo dell’autore, Il mio albero di arance dolci, troviamo Zezé più grande: trasferitosi a Natal per studiare, è stato accolto da una nuova famiglia. Il suo obiettivo è quello di impegnarsi duramente a scuola, per poter un giorno sostenere economicamente i suoi genitori e fratelli. Nonostante si consideri ormai maturo e responsabile, dentro di sé resta ancora un ragazzino vivace, pieno di fantasia e affetto. Con la sua passione e l’aiuto di alcuni nuovi amici, reali e non, scoprirà la forza necessaria per superare la nostalgia ed emergere più forte che mai.
Isabel Burton, Verso l’India. 1879, Lorenzo de’ Medici Press
Per la prima volta in italiano, il diario di viaggio scritto da Isabel Burton nel viaggio compiuto assieme al marito, il celebre esploratore Richard Francis Burton, verso l’India. Un viaggio che è scoperta e osservazione, con la prosa avvincente di una donna dell’età vittoriana che osserva con attenzione e sagacia la realtà che la circonda. Durante tutta la narrazione, Isabel Burton appare libera anche nel linguaggio: il registro che adopera convoglia ogni stile di spontaneità ed è del tutto affine a una conversazione vis-à-vis tra persone comuni. La stesura del racconto non mira alla bellezza o al classicismo letterario, bensì all’immediatezza con cui intende fornire dati al lettore e lasciare che assorba i suoni, i profumi e l’atmosfera che vengono descritti in pagina nella maniera più diretta e concisa possibile. Oltre agli aspetti pittoreschi e affascinanti del viaggio che attraversa Europa, Egitto e Arabia, il diario di Isabel Burton descrive a lungo anche il nord dell’Italia: Milano, Trieste e Venezia, osservate in un momento cruciale della storia italiana, a pochi anni dalla raggiunta unità nazionale. Messa in ombra dalla fama del marito, scopritore delle sorgenti del Nilo, Isabel Burton visse con lui per diversi anni a Trieste e, sempre insieme a lui, tradusse in inglese per la prima volta Le mille e una notte.
«Nonostante tra gli anni ’30 e ’40 dell’Ottocento l’Inghilterra contasse un numero di cittadine di sesso femminile elevato e decisamente superiore a quello degli uomini, la maggior parte delle discipline erano rappresentate e destinate esclusivamente a questi ultimi e al contrario venivano precluse alle donne. La disparita di genere emerge in maniera piuttosto evidente in ogni ambito, incluso quello letterario, che vede le donne costrette a seguire la strada della rinuncia all’istruzione oppure a quella di mettere in pratica le proprie conoscenze attraverso la pubblicazione sui periodicals in forma anonima, senza ricevere cosi alcun credito. In alternativa, un coniuge appartenente a un particolare ceto o inserito in una disciplina scientifica rappresentava una vera e propria opportunità professionale per far fruttare l’ambizione di una donna che altresì non avrebbe avuto modo di realizzarsi nel concreto. Proprio in questo periodo storico, infatti, vengono pubblicati in maniera sempre più frequente volumi scritti “a due mani”, ovvero da uomini e donne, generalmente uniti in matrimonio. Isabel Burton aderisce parzialmente a questo nuovo iter letterario producendo testi scritti in maniera autonoma, ma revisionati o arricchiti dal marito. Tuttavia questa collaborazione attiva svanisce gradualmente, lasciando spazio e autonomia di scrittura all’autrice, la quale non manca in alcun modo di riportare in pagina lodi e storie riguardanti suo marito. Le opere letterarie prodotte dai coniugi in maniera individuale contengono infatti molti riferimenti reciproci e svelano l’autenticità del legame che li unisce, non solo per l’aspetto burocraticamente coniugale, ma relativo all’essenza più profonda delle loro anime. Sin dall’inizio della loro relazione, infatti, l’appartenenza alla dottrina anglicana di Burton lo poneva in una posizione più che scomoda per la famiglia cattolica Arundell, più che mai restia ad accettare una qualsiasi unione tra lui e Isabel. Il carattere determinato e audace di entrambi permise loro di superare ogni barriera sociale, religiosa o d’onore, guidandoli verso una cerimonia clandestina che li rese sposi e complici per la vita che condussero nel rispetto e nella stima reciproci. Pertanto, sin dagli esordi, Isabel e Richard Burton rivelano la loro singolarità come nucleo coniugale, ma anche dal punto di vista individuale. Decidendo di intraprendere una vita insieme a Richard, Isabel sceglie contemporaneamente di essere una fedele compagna di viaggio, pronta ad affrontare esplorazioni oltremare accuratamente dettagliate e destinate a un pubblico di lettori, orgogliosamente riportate in forma scritta solo ed esclusivamente da se stessa. Di queste esplorazioni fa parte anche quella descritta nelle pagine che seguono, avvenuta nel 1875 a fianco del suo fedele compagno di vita. Il viaggio in Arabia, Egitto e India fa crescere nell’autrice una nuova sensazione di meraviglia, che viene accuratamente riportata con tutti i suoni, i profumi, gli usi e i costumi che rivelano nuove identità e realtà, in alcuni punti del tutto estranee a quelle che erano le convenzioni sociali del XIX secolo. La novella esploratrice si inserisce all’interno del racconto in maniera concreta e descrive spesso di aver affrontato alcuni spostamenti da sola, mentre il marito era impegnato in altre attività legate a impegni di stampo intellettuale» (dall’introduzione di Simona Bauzullo).
Libro controcopertina, L’odore dei cortili di Giuliano Brenna, Il ramo e la foglia edizioni
«È l’odore che alligna, aspro e verde scuro, negli angoli in ombra di certi vecchi cortili e si espande con più intensità nei pomeriggi afosi e umidi. Non si attribuisce un nome a questo sentore, lo si vive, un attimo, con un leggero imbarazzo; resta addosso senza che ci se n’accorga, lascia una vaga sensazione di disagio, come quando una manica si impolvera o qualche batuffolo di lanugine si impiglia nei capelli»
Il Portogallo, nella sua transizione dalla dittatura alla democrazia, fa da sfondo alla vita del capitano Green e del giovane Mattia. Due personalità opposte, in qualche modo speculari; entrambi vivono una censura interna che nasce dal profondo del loro essere: per il primo si amplifica e giustifica nel clima di oppressione generale, per il più giovane si nutre di un grave lutto e dei conseguenti rimorsi e sensi di colpa. Con la liberazione del Portogallo anche i due protagonisti cominciano un cammino di redenzione, che li porta gradualmente, ma non senza fatica, a una presa di coscienza e alla giusta collocazione dei loro desideri, in un equilibrio la cui assenza ne aveva rosi gli animi. La città di Lisbona, con i suoi vicoli e i caratteristici giardini dall’inconfondibile aroma, rappresenta lo sfondo pulsante che segna il ritmo della narrazione. In libreria dal 18 ottobre.
Salvatore Massimo Fazio
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