BLOG I consigli di lettura nella settimana da martedì 26 aprile a lunedì 2 maggio. E onorando i lavoratori, tutti i titoli di questa settimana saranno in “copertina”
Ci siamo lasciati alle spalle le festività pasquali e del 25 aprile, le prime dell’era post-emergenziale della pandemia, e da martedì 26 aprile a lunedì 2 maggio gli editori hanno onorato la settimana che vede la festa del lavoro protagonista, in calendario domenica 1 maggio. Chi si potrà riposare avrà una vasta scelta di titoli a disposizione, e stavolta noi scegliamo di indirizzarvi subito a conoscere cosa e chi abbiamo scelto. Buon 1° maggio e buone letture, dando il benvenuto agli editori esordienti nel nostro blog – D Editore, Golem e Edizioni Mare Verticale -, e onorando i lavoratori, pertanto tutti i titoli questa settimana saranno in “copertina”. Conosciamo tutte le meraviglie iniziando con la retroazione firmata dal ritorno di Cristina Caloni, uscito il 21 aprile.
Cristina Caloni, Animali bianchi, Golem
Un romanzo a episodi che, ruotando intorno alla figura iperbolica dell’affascinante e nevrotica Fran, affronta la delicata tematica del gender e della cultura queer che enfatizza la mutabilità e la provvisorietà delle identità. Mentre Fran, trentenne ricca, cantante alla ricerca del successo, fatica ad accettare la sua omosessualità e pretende di viverla privatamente, percependo il coming out come l’imposizione dell’ennesima etichetta, Amen, co-protagonista misogino, vive in totale libertà le sue molteplici avventure sia con uomini sia con donne. Intanto, la schiva curatrice di mostre Amelia si perde in relazioni disfunzionali e annaspa alla ricerca di un contatto con la madre Ivana, sofisticata borghese con la sindrome di Peter Pan. Abbiamo poi Lucy che cerca di scendere a patti tra ciò che sente di essere e ciò che i genitori, gli amici e la società vorrebbero che diventasse – il figlio integrato, l’icona queer, la battagliera; Neva, vitale ottantenne che si rifiuta di lasciar andare la sua giovinezza e i suoi saldi valori; Sandra, madre di Amen, che si fa cullare da una insipida routine da vedova, concedendosi qualche bicchiere di vino di troppo . II romanzo ha il tono beffardo di una commedia drammatica o, come dice Amen, di una “soap opera radical chic” .
Le uscite di martedì 26 aprile
Tereza Semotamová, Nell’armadio, Miraggi
Dalla nota del traduttore, Alessandro De Vito: “Hana, la giovane protagonista del romanzo, rientra improvvisamente a Praga dall’estero, dove vive, nascondendo a tutti il vero motivo. Una volta tornata non ha un posto dove stare e non ha la minima idea di che fare della sua vita. Sua sorella deve buttare via un armadio, e le si accende una lampadina. Sistema l’armadio in un angolo nascosto del cortile dello stesso caseggiato e… ci va a vivere. Questa surreale, deprimente e a tratti buffa situazione diventa la metafora della ricerca del proprio spazio nel mondo, ovvero del senso dell’esistenza e dell’incessante affannarsi per qualcosa. Seguiamo allora Hana nelle prove della sua vita, o meglio della sua sopravvivenza, attraverso le fantasiose bugie con cui fodera il suo esistenzialismo minuto e quotidiano per parare i colpi più duri (ma senza risolvere niente). La sua vita, anche prima dell’evento che scatena il ritorno in patria, è un misto di insoddisfazioni. Una relazione in esaurimento, che sfocia in un esito tragico ma salvifico. Il lavoro, la precarietà, la difficoltà di crescere, di integrarsi nel “ sistema ”. La famiglia, di cui cerca l’approvazione in un rapporto irrisolto, come tutti. L’amore, che come un elettrodomestico non funziona mai bene. Il ruolo della donna, la critica sociale. La mancanza della “sensazione di casa”, il sentirsi sempre fuori posto (particolarmente quando si trova nelle case altrui, “eterna ospite”). Vive una vita esplosa, in cui sembra camminare scalza tra i cocci, seguita passo passo e con crescente empatia dal lettore. Tereza Semotamová trova la chiave per raccontare questo mondo in frantumi mescolando i tempi dell’azione e del ricordo come in un cocktail, tintinnio del ghiaccio compreso, e giocando con la lingua. Sovrappone i registri linguistici, nell’originale il ceco e lo slovacco, inserisce nella sua prosa riferimenti letterari e filosofici elevati e rimandi a programmi televisivi, canzoni pop o folk, classici della poesia, filastrocche, brani tratti da Wikipedia o pubblicità, il tutto apparentemente a sproposito, con effetti stranianti e spesso brillanti”.
Alan Friedman, Il prezzo del futuro. Perché l’Italia rischia di sprecare l’occasione del secolo, La nave di Teseo
Qual è il futuro dell’economia italiana? Quanto sarà profondo il danno che la guerra in Ucraina apporterà alla ripresa, e quale sarà l’impatto dell’emergenza energetica sulla transizione ecologica? Le riforme di Draghi basteranno per modernizzare il paese in cinque anni? E quali sono i rischi per l’economia dopo le elezioni del 2023? Ecco alcuni dei quesiti a cui risponde Alan Friedman nel ritratto vivido e profondo di un paese al bivio, una nazione travolta prima dalla pandemia e poi da una situazione geopolitica radicalmente mutata. L’Italia ha le abilità e i mezzi per riemergere più forte dopo anni di crisi, ora deve dimostrare di volerlo davvero. Il prezzo del futuro è una guida per evitare i pericoli e le trappole di un percorso accidentato e imboccare la strada giusta, ma anche per riflettere sul passato e cercare di non ripetere gli stessi errori. Alan Friedman affronta i temi cruciali dell’attualità, tastando il polso dell’economia italiana e interrogando la politica, con un occhio sempre attento ai mutamenti della società. Porta il lettore faccia a faccia con quattro ex premier, otto ministri del governo Draghi e svariate figure chiave del mondo della finanza italiana e internazionale, senza aver paura di allargare il raggio della sua indagine a Bruxelles e a Washington, con interviste ai funzionari di massimo grado della Commissione europea e dell’amministrazione Biden. Ne scaturisce un racconto vibrante e reale, che rivela sotto una luce inaspettata non solo i processi decisionali che modellano la vita quotidiana della popolazione, ma anche le persone, gli uomini e le donne, che queste scelte le fanno ogni giorno.
Antonio Bux, Voltarsi, Graphe.it
I componimenti di questa raccolta antologica apparentemente non hanno un solo riflesso: nascono da spinte diverse, ma figli di un’unica radice si possono quindi – come l’autore ha fatto – riunire sulla base di somiglianze difficili da descrivere a parole; ma il movimento, la direzione, un impercettibile unisono portano il lettore a trovare un filo conduttore ben saldo. Una consanguineità versificatoria che si esprime tramite un numero relativamente ristretto di chiavi: per esempio il corpo (parola e concetto che torna, neutro e universale, più che condiviso), che talora dorme, talaltra sogna; la luce che segna il limite fra cielo e terra, prima ancora che quello con l’ombra, luce che diventa fuoco, il quale poi l’essere umano chiama amore; il suono come traccia dell’esistenza (vegetale e animale); la verità. Ed ecco che il voltarsi porta sempre nel suo gesto uno specchio infinito: con l’uomo al centro, uno, o due insieme, o tutti, difficile a dirsi. Antonio Bux: «Ho voluto festeggiare i miei dieci anni di attività editoriale con questa raccolta antologica che raggruppa poesie sparse, edite e inedite, scritte durante tutto il decennio appena trascorso. Un voltarsi, per l’appunto, sia su ciò che è stato fatto ma anche e soprattutto su quello che sarà possibile ancora fare».
L’autore
Antonio Bux (Foggia, 1982) è autore di diversi libri di poesia, tanto in italiano quanto in spagnolo. Traduttore poetico egli stesso è redattore e rubricista per la rivista Avamposto, ha fondato e dirige il lit-blog Disgrafie e alcune collane per Marco Saya Edizioni e per l’editrice RPlibri.
Roberto Fantini, Un nuovo modo di sentire. La religiosità “aperta” di Aldo Capitini, Graphe.it
La sconfinata produzione di Aldo Capitini – filosofica, pedagogica, politica e letteraria – costituisce una miniera inesauribile di riflessione e discussione: impregnata di una appassionata freschezza intellettuale, travalica il suo tempo offrendo spunti estremamente attuali. La sua personale religiosità si costruisce sull’idea di fondo che il Tutto lega l’Uno con ogni Altro, in quella che egli definisce “Unità-amore”; un Uno che è tuttavia libero in questa scelta di comunione e apertura, che si percepisce a un tempo spontanea e necessaria soprattutto nei confronti degli ultimi, degli oppressi e dei dimenticati. Lo studioso Roberto Fantini ripercorre conacutezza la visione religiosa e filosofica di Capitini, analizzandone il pensiero e la storia e illuminando la figura, non a tutti nota, di questo rilevantissimo teorico della “non violenza” e della “non menzogna”, che sfidò apertamente il Fascismo mantenendo una decisa indipendenza culturale.
L’autore
Roberto Fantini ha insegnato filosofia e storia nei licei, occupandosi anche, come volontario, di educazione ai diritti umani all’interno di Amnesty International. Con Graphe.it ha pubblicato “Il cielo dentro di noi. Conversazioni sui diritti umani (sul mondo che c’è e su quello che verrà)” e “Odisseo e le onde dell’anima”.
San Tito Brasma, Amore per gli animali e amore per l’uomo, Graphe.it
Di padre Tito Brandsma, che sarà dichiarato Santo il 15 maggio 2022, carmelitano, rettore dell’Università Cattolica di Nimega e libero pensatore, si conosce l’aperta opposizione al regime nazista che lo porterà alla morte; egli, infatti, venne giustiziato come oppositore politico a Dachau nel 1942. Per la sua tenacia nella fede, testimoniata con il martirio, è assurto agli onori dell’altare. Meno noto è un aspetto particolare della sua predicazione, ben espresso in questa conferenza che viene riproposta in una nuova edizione riveduta e arricchita: il concetto di rispetto e amore non solo verso i propri simili, ma verso le altre creature del cosmo. È fonte di profonda ispirazione lo sguardo pieno di meraviglia di un uomo che ha conosciuto da vicino gli abissi nei quali l’umanità si è avventurata in un periodo storico travagliato come quello compreso fra le due Guerre mondiali e che, tuttavia, sembra non perdere la fiducia nel disegno universale.
L’autore
Tito Brandsma (Bolsward, Paesi Bassi, 1881) a 17 anni entra nell’Ordine Carmelitano e, nel 1905 viene ordinato sacerdote. Dopo la laurea in filosofia a Roma, nel 1909 torna in patria dove si dedica all’insegnamento e si inserisce nel mondo del giornalismo, collaborando con varie testate e fondando la rivista Karmelrozen. Nominato professore all’Università Cattolica di Nimega, nel 1932 ne diventa Rettore Magnifico. Tre anni più tardi diventa assistente nazionale dei giornalisti cattolici, incarico che terrà fino alla sua morte, avvenuta a Dachau nel 1942.
Leigh Bardugo, La legge dei lupi. Libro 2 di 2: Il re delle cicatrici, Mondadori
Il secondo volume della serie GrishaVerse “Il re delle cicatrici”. Anche in questo secondo e ultimo volume della dilogia ritroviamo tre dei personaggi più amati del GrishaVerse: Nikolai Lantsov, Zoya Nazyalensky e Nina Zenik. I tre, re, generale e spia di Ravka, dovranno continuare insieme la loro lotta per strappare all’oscurità il futuro del loro paese. Altrimenti non potranno che assistere al suo disfacimento definitivo.
Le uscite di giovedì 28 aprile
Nadia Durrani e Brian Fagan, Storia dei cambiamenti climatici. Lezioni di sopravvivenza dai nostri antenati, il Saggiatore
536: per diciotto mesi un quarto del pianeta non vede la luce del sole a causa di un’eruzione vulcanica in Islanda. 1362: una violenta burrasca, ribattezzata Grote Mandrenke – la «grande affogatrice di uomini» – travolge le coste del Mare del Nord, distruggendo più di sessanta paesi in Danimarca. Lungo tutto il corso della sua esistenza l’umanità ha dovuto affrontare, contrastare e prevedere disastri climatici e ambientali ogni volta potenzialmente irreparabili. Quella di Fagan e Durrani è una narrazione che spazia tra i secoli e i continenti alla ricerca delle soluzioni e degli adattamenti che i nostri antenati hanno individuato per sopravvivere agli sconvolgimenti naturali. Dagli antichi egizi che, dipendenti dalle piene e dalle secche del Nilo, ne studiavano i flussi convogliandoli nei campi, alle trasformazioni messe in atto dalla civiltà maya in base ai periodi di alluvione e siccità; dalla celebre eruzione del Vesuvio nel 79 fino a quella del Tambora nel 1815, che provocò «l’anno senza estate», contribuendo così all’ideazione del Frankenstein di Mary Shelley. Storia dei cambiamenti climatici è uno straordinario racconto corale della relazione tra esseri umani e clima negli ultimi 30000 anni. Un’indagine che incrocia archeologia e dati scientifici, climatologia e antropologia per offrirci una nuova chiave di lettura sulle nostre possibilità di intervento positivo sul pianeta; perché, è vero, di fronte al prossimo uragano non ci basterà un ombrello, ma la soluzione che stiamo cercando potrebbe essere già alle nostre spalle.
Tibor Déry, Il signor A.G. nella città di X, il Saggiatore
Non c’è un treno che porti a X. Dopo l’ultima stazione si può solo camminare lungo un’unica strada senza fine, attraverso una terra desolata, e, anche quando saranno apparse le prime vestigia di un’umanità in rovina, non si sarà ancora arrivati. Il forestiero A.G. è giunto sin là quasi per mistero, forse fuggendo da qualcosa: davanti ai suoi occhi appare ora niente più che una distesa di edifici diroccati, relitti bellici e detriti industriali; una città impermeabile alla curiosità umana perché ignota ai suoi stessi abitanti. Ma è solo avanzando che l’anima del luogo gli si manifesterà in tutta la sua contraddittorietà, come un enigma che si complica subito prima di poter essere svelato. A X i cittadini infatti conducono un’esistenza priva di passioni, non conoscono il reale valore di lacrime e risa e la loro unica aspirazione è la morte, vissuta come un trapasso gioioso, celebrato in un’annuale processione in musica. A X la sola istituzione dotata di autorità è un tribunale nel quale i processi non vengono mai conclusi. A X la libertà è un caos senza definizione, per cui i suoi abitanti credono che l’appagamento cieco dei propri bisogni equivalga alla piena emancipazione. Tra loro c’è anche Elisabetta, la donna di cui A.G. si innamora. L’uomo vorrebbe condurla via da quella vita grottesca, ma per lei la fuga è inconcepibile; ogni volta che lui sembra averla convinta, Elisabetta all’ultimo rinuncia. A.G. dovrà dunque infine scegliere: tra amore e solitudine, tra prigionia e libertà. Con A.G. Tibor Déry ha creato un novello K., un antieroe intrappolato nelle maglie plumbee di una città-mondo dai contorni metafisici. Scritto durante una prigionia politica sotto il regime stalinista di Rákosi e in seguito censurato, Il signor A.G. nella città di X è un gioiello nascosto della letteratura del Novecento.
Paolo Di Orazio, Primi delitti, D Editore
Nel 1990, un libro creò uno scandalo inaudito, arrivando addirittura a causare un’interrogazione parlamentare per istigazione a delinquere. Un libro che narra di bambini e bambine invisibili, che gridano il loro essere al mondo a colpa di accetta o di pugnale. Questo libro è Primi delitti, opera pioniera dello splatterpunk italiano che ha ispirato scrittori, musicisti, fumettisti e illustratori di tutta Italia e non solo! A scriverlo fu il padre dello splatter italiano, Paolo Di Orazio, lo stesso è il batterista della band Latte e i suoi derivati. L’orrore può avere molteplici sfumature, dal nero del buio al rosso del sangue. Questa volta, la penna di Paolo di Orazio aggiunge i colori pastello dell’infanzia… A distanza di più di trent’anni, Primi delitti torna in un’edizione arricchita di una nuova prefazione (che racconta il viaggio di questo libro culto) e di nuove illustrazioni dell’autore, in cui si abbatte il tabù più duro da scalfire della società italiana: quello dell’infanzia! I protagonisti dei racconti di questo volume non sono efferati assassini o pericolosi serial killer, ma sono il simbolo dell’innocenza, della spensieratezza, della gioia. Primi delitti vi guarda con uno sguardo beffardo e divertito: riuscirete ad andare fino in fondo?
Mauro Valentini, Cesare (come quando fuori piove), Armando Editore
Come scrive Robert Towne: «Nel noir i personaggi hanno in un modo o nell’altro il destino segnato. E ognuno è spinto dalle proprie debolezze. Loro avrebbero voluto una vita normale, ma non riescono a resistere alla tentazione di essere imperfetti.» Anche i personaggi di Mauro Valentini sono uomini che si spingono inesorabilmente verso quel destino a cui vogliono sottrarsi: lo abbiamo visto nel suo ultimo romanzo Tyson e lo ritroviamo in Cesare. Cesare vive anni in una sorta di isolamento volontario. Ha un buco dentro a cui non sa dare una spiegazione. E allora inizia a cercare il motivo di questo suo malessere ripercorrendo i momenti più importanti della sua vita. Gli amori perduti, un figlio che non lo vuole come padre e un brutto infortunio che ha spezzato i suoi sogni di promessa del calcio. Ma in questo percorso di riflessione rabbiosa troverà presto qualcuno contro cui riversare le colpe del suo fallimento. E deciderà di vendicarsi, mettendo in moto un piano violento e salvifico, che scatenerà una serie di azioni e reazioni che lascerà il lettore letteralmente senza fiato.
L’autore
Mauro Valentini, giornalista e scrittore. Nel 2020 con Armando Editore è stato tra i primi dieci libri più venduti in Italia con Mio figlio Marco – La verità sul caso Vannini scritto con Marina Conte. Sempre con Armando ha pubblicato, tra gli altri: Mirella Gregori – Cronaca di una scomparsa, Marta Russo – Il Mistero della Sapienza. Con quest’opera ha vinto il premio letterario Costa d’Amalfi 2017 e si è classificato secondo al Premio Piersanti Mattarella 2019. Cesare è il suo secondo romanzo dopo Lo chiamavano Tyson (2021).
Raymond Loewy, Non accontentarsi mai, Edizioni Mare Verticale
Questa è l’autobiografia, inedita in Italia, di Raymond Loewy (1893- 1986), indiscusso maestro e fondatore del moderno design industriale. Uomo geniale, e visionario, nato in Francia ed emigrato in USA nel 1919, è apparso sulla copertina del Time nel 1949 e nel 1990 è stato selezionato dalla rivista Life come uno dei cento americani più importanti del XX Secolo. A Raymond Loewy dobbiamo il disegno del pacchetto Lucky Strike, del dispenser della Coca Cola, della conchiglia Shell, dei marchi petroliferi BP ed Exxon, della stazione spaziale Saturn Five, dell’aereo Air Force One di JF Kennedy, della Lancia Flaminia Loraymo, di gigantesche locomotive, di mobili e arredi, del celebre Frigidaire e del famoso rasoio PhiliShave. La sua fama lo porta a fare di sé stesso un’icona, tanto che compare nella pubblicità della Olin cellophan, raffigurante lo stesso Loewy in primo piano con in mano il prodotto pubblicizzato, accompagnato dal payoff “La scelta del packaging può cambiare l’andamento del business”. Loewy, oltre ad aver disegnato numerosissimi prodotti industriali divenuti iconici, con il suo intervento grafico e comunicativo è stato capace di rinnovare l’identità visiva dei brand per cui ha lavorato, inserendosi e inserendoli perfettamente nel contesto del mercato mondiale.
Scrive Luciano Galimberti, Presidente di Adi Associazione per il disegno industriale, nell’introduzione al libro: «La figura di Raymond Loewy, universalmente nota a chi pratica il design e la comunicazione, oggi è un mito: indiscutibile per la sua qualità, legata a un’immagine simbolica – quella della semplificazione delle forme arrotondate – che è l’esplicita evocazione di un modernismo pragmatico e comunica il prodotto attraverso il suo aspetto gradevole, originale e suggestivo. La concezione della forma di Loewy elabora l’idea futurista della velocità espressa tramite le linee del disegno e la applica concretamente alla realtà industriale americana degli anni Cinquanta, e di lì alla produzione di tutto il mondo […] La riproposta in edizione italiana dell’autobiografia di Loewy si rivela utile a illuminare un aspetto esemplare, che solo oggi riusciamo a comprendere in tutta la sua portata: la rivoluzione di un metodo di lavoro».
L’autore
Raymond Loewy è nato a Parigi, 5 novembre 1893. Nei suoi 92 anni di vita ha portato un pizzico di glamour francese nel mondo del design industriale negli Stati Uniti. Elegante, energico e autodidatta è considerato il designer più famoso del mondo. Ha progettato di tutto: dagli aeroplani agli elettrodomestici, viaggiando tra Stati Uniti ed Europa sviluppando idee creative. Le sue creazioni più famose includono il pacchetto di sigarette Lucky Strike (rimasto praticamente invariato dopo più di mezzo secolo) le locomotive GG1 e S1, la bottiglia di CocaCola, il francobollo commemorativo John F. Kennedy, Nel 1971, dopo più di quattro anni impiegati a realizzarla, la celebre conchiglia della Shell diventata il logo ufficiale dell’azienda. L’autobus e il logo Greyhound, il logo Exxon, una linea di frigoriferi e di congelatori Frigidaire, pentole, l’ex logo di BP, una linea di distributori Coca Cola, le navi della Panama Line, SS Ancon, SS Cristobal e SS e Panama, sono tutte creazioni del genio di R.L. In particolare, per le sue attività di progettazione nel campo delle auto, con modelli come la Studebaker Avanti e la Studebaker Golden Hawk, Loewy è stato inserito, nel 1997 nella Automotive Hall of Fame.
Francesco Mercadante, Questo è il mio sangue, A&B Editrice
Yeshùa ha spesso mal di piedi, ma è camminatore infaticabile; è permalosetto col piglio del comando. Lo considerano ribelle o riformatore. È un uomo che soffre e gioisce, s’imbizzarrisce e si diverte. È litigioso, dispotico, implacabile; il linguaggio della Missione è violento, indivisibile, esasperante, l’amore che lo caratterizza è un rischio: l’esistenza n’è annientata. I seguaci devono rallegrarsi ed esultare di insulti e persecuzioni causati dall’unica scelta possibile. Chi lo segue non si sentirà dire “ti amo”. Eppure, Myriam ne è innamorata, così altre donne. Pietro, pur essendo designato, stenta a decifrare il suo messaggio; mentre Giuda ne intuisce il senso profondo e accetta il sacrificio estremo. Tutti fino alla morte e oltre.
Angelo Mattone, A consulto da Gorgia, A&B Editrice
A consulto da Gorgia. Majorana e l’enigma delle carte scomparse: lo psichiatra forense Eraclio Gorgia, discendente dell’illustre sofista della Magna Grecia, abbandona la natìa Lentini per riparare nell’ultimo lembo della Sicilia, quella selvaggia Costa dell’Ambra che si allunga al di là del promontorio di Capo Passero. Lontano dai furori contemporanei, un grande mistero del secolo scorso lo raggiunge nel suo buen retiro: la sparizione del fisico Ettore Majorana e dei suoi ultimi scritti, redatti tra il 1933 e il 1937. A commissionare l’indagine sarà un altro catanese, omonimo del grande scienziato e anch’egli fisico, accompagnato da una conturbante assistente. Eraclio dovrà rischiarare l’ignoto, indagando nelle pieghe del tempo, attraversando gli spazi ed esplorando le vertiginose altezze raggiunte da uno dei più grandi e dolenti geni della nostra storia.
Tommaso Lisa, Insetti delle tenebre, Coleotteri troglobi e specie relitte, Exòrma
Insetti delle tenebre di Tommaso Lisa, secondo capitolo della trilogia iniziata con Memorie dal sottobosco, è dedicato agli insetti del sottosuolo e agli habitat in cui questi esseri vivono. Ha il rigore di un saggio scientifico ma alterna la riflessione teorica e il diario personale, il resoconto entomologico e la narrazione, trovando una sintesi originale tra differenti forme di espressione. Il nostro entomologo letterato procede dalle montagne dell’Azerbaigian, alla Penisola Balcanica, nelle grotte dei Pirenei o dei Carpazi, in compagnia di numi tutelari come René Gabriel Jeannel. Questi esseri hanno sembianze di pietra, simili a corniole, quarzi, gessi cristallini; mostrano superfici brune e porose o smaltate, metalliche e lucide come uno specchio; sembrano fatti di squame d’ottone oppure sono ambrati e trasparenti come ampolle di vetro di Murano. Alcuni di loro sono fossili viventi, esseri antichi confinati nei profondi recessi da passati sconvolgimenti ecologici o climatici. Sono gli insetti del sottosuolo, specializzati nelle tenebre, creature misteriose che animano un oscuro habitat dominato dal silenzio, anfratti rupestri, faglie e grotte, dove l’orologio biologico avanza con esasperante lentezza. Curculionidi, Pselafidi, Leiodidi, Stafilinidi: la loro nomenclatura suona come una litania, un formulario magico che evoca mostri infernali, un repertorio mitografico. Sembra di sfogliare il diario del tempo, la cronaca di un pellegrinaggio alchemico e biospeleologico dentro un atlante di minuscoli insetti da leggere come un bestiario medievale. Procediamo ammaliati in una sorta di regressione uterina con il presentimento terrifico del mondo-senza-di-noi.
L’autore
Tommaso Lisa è nato nel 1977 a Firenze, dove vive e lavora. Fin da ragazzo appassionato entomologo, ha pubblicato per l’associazione francese “r.a.r.e.” il catalogo ragionato sui Cicindelidi della regione del Mediterraneo (2001). È dottore di ricerca in Lettere presso l’Università di Firenze. I suoi studi di estetica si sono concentrati sulla “poetica dell’oggetto” del filosofo Luciano Anceschi nella poesia italiana nella seconda metà del Novecento, da Montale alla nuova avanguardia. Ha scritto libri di critica letteraria (monografie su Edoardo Sanguineti e Valerio Magrelli), numerose poesie e racconti. Ha pubblicato Memorie dal sottobosco (Exòrma, 2021) e Coleotteri rossi e altri insetti dello stesso colore (Danaus, 2021).
Enrico Macioci, Sfondate la porta ed entrate nella stanza buia, Terrarossa Edizioni
Christian scompare nelle stesse ore in cui Alfredino cade nel pozzo del Vermicino e Francesco, che ha sei anni proprio come loro, viene meno a una promessa nella speranza di ritrovare il suo amico, mentre il dramma collettivo di tutta l’Italia si svolge in diretta in tutte le case in cui campeggia un televisore. È in questo esatto periodo storico, nella primavera dell’81, che si insinua una crepa nell’infanzia del protagonista e nella coscienza collettiva degli italiani; una crepa in grado di farci precipitare tutti al suo interno, in una stanza buia la cui porta non riusciamo più ad abbattere. Per il suo romanzo, Macioci si avvale della forma breve e mescola generi letterari con uno stile che non può lasciare illesi.
Le ultime parole di Falcone e Borsellino, a cura di Antonella Mascali, Chiarelettere
Nel trentennale della loro scomparsa, una nuova edizione del volume che raccoglie gli interventi più significativi di Giovanni Falcone (1939-1992) e Paolo Borsellino (1940-1992): le denunce schiette e lucide di due martiri servitori dello Stato sul rapporto magistratura-Stato-mafia. Grazie all’attento lavoro di Antonella Mascali, curatrice del volume, si tiene viva la memoria e si rinnova il monito nei confronti di ciò che ancora oggi è un cancro che corrode dall’interno il nostro Paese.
Emanuele Pettener, Giovani ci siamo amati senza saperlo, Arkadia
Questa è una commedia veneziana, protagonisti quattro ragazzi di vent’anni: Sabrina, detta “Feli”, Barbara, Rodrigo ed Ema. Le loro storie s’intersecano sul palcoscenico della città di Casanova, a cavallo fra l’estate del 1990, mentre l’aria è intarsiata dall’ebbrezza dei mondiali di calcio e da una canzoncina ossessiva sulle notti magiche, e la primavera del 1991 quando, da una radio di qualche mansarda sotto i tetti di Venezia, arriva una canzone che dice I’m Going Slightly Mad. La giovinezza corre sensuale nel sangue e fra le calli, al punto che i quattro non riconoscono gli indizi, quei segni malandrini che vediamo solo dopo, e che condurranno al gioco finale, al colpo di scena che lascerà di stucco i protagonisti di una storia in cui Venezia fa da sfondo alla freschezza dei nostri anni migliori.
Sara Gazzini, Laura Antonelli, L’amore, l’incanto, l’oblio, Morellini
Ladispoli, febbraio 2013. Un televisore acceso sul Festival di Sanremo. Sul palco, Simone Cristicchi. Il suo pezzo, “La prima volta (che sono morto)”, non è quello che aveva scelto per concorrere. Avrebbe voluto fosse “Laura”, la canzone composta in onore di Laura Antonelli e della sua bellezza fragile e immortale. Ma Laura non voleva che la cantasse, e ora è davanti a quel televisore. I versi di Cristicchi inaugurano una lunga notte, nella quale ripercorrerà tutta la sua vita: dal successo clamoroso di “Malizia”, che ne ha fatto il sex symbol indiscusso degli anni Settanta, ai film d’autore girati con Visconti e Bolognini; dall’amore intenso e contrastato con Jean-Paul Belmondo, alla dipendenza da alcol e cocaina, alla miseria. Concepito come un unico monologo notturno, il romanzo di Sara Gazzini ci regala il ritratto a tutto tondo di una donna complessa e affascinante, che per l’ultima volta, prima di precipitare in un oblio cercato e difeso con tutte le forze, decide di uscire allo scoperto e di raccontare una vita vissuta sotto le luci della ribalta, in una costante ricerca d’amore.
Laura Veroni, 1.3 So chi sei, Morellini
«Commissario Canova, la responsabilità dell’uccisione della giovane Giulia Arrighi è solamente tua. A questo omicidio ne seguiranno altri nei prossimi giorni…». Questa oscura minaccia incombe sul commissario Andrea Canova, chiamato a risolvere una catena di efferati delitti, apparentemente senza un filo conduttore tra di loro: nulla sembra accomunare le vittime, anche il modus operandi non è mai lo stesso. Unico legame un’immaginetta sacra, ritrovata addosso ai cadaveri, raffigurante San Sebastiano. Sul retro, la scritta: “Per il commissario Canova”, seguita da due cifre. Che cosa significa quel messaggio? Intanto che la polizia brancola nel buio, il misterioso killer sembra divertirsi a portare avanti il suo macabro gioco. Nessun indizio, nessuna traccia da seguire e, mentre le accuse del suo persecutore si fanno sempre più stringenti, Andrea Canova precipita inesorabilmente in una spirale inarrestabile che lo porterà, in un finale inquietante, a fare i conti con un segreto inconfessabile del suo passato.
Giuseppe Ortolano, Guida alle miniere italiane. 90 siti turistici da scoprire, Morellini
L’Italia vanta centinaia di miniere dismesse, abbandonate e dimenticate che rappresentano uno straordinario patrimonio di archeologia industriale costituito da edifici residenziali e industriali, macchinari, scavi a cielo aperto, gallerie e veri e propri villaggi minerari. Alcune decine sono state recentemente parzialmente recuperate a fini turistici. Da Cogne, in Valle d’Aosta, fino a Montevecchio, in Sardegna, qualche breve tratto di galleria è stato riaperto e, insieme ai resti degli impianti di lavorazione del minerale e agli edifici di servizio, è stato reso fruibile al pubblico che, a piedi o sui caratteristici trenini dei minatori, le può così visitare. Il libro propone al lettore praticamente tutte le miniere aperte al turismo e visitabili, in gran parte facilmente accessibili anche e soprattutto alle famiglie con bambini. Sono raccolte per ambito regionale e illustrate da una scheda contenente, oltre al nome del minerale estratto e a tutte le informazioni utili a organizzare la visita, la descrizione della miniera e brevi cenni sulla sua storia.
Toni Capuozzo, Giorni di guerra. Russia Ucraina, il mondo a pezzi, Signs Books
Con le foto dal fronte di Fausto Biloslavo, Gabriele Micalizzi, Francesco Semprini, Vittorio Nicola Rangeloni.Illustrazioni di Giuseppe BotteContenuti multimediali fruibili con smartphone o tablet (QR Code). Il “diario della guerra” tra russia e ucraina è il nuovo libro di toni capuozzo, una delle firme più amate del giornalismo italiano tutti i pensieri, gli appunti, gli scritti pubblicati sul web e gli interventi televisivi raccolti in un instant book di oltre 170 pagine. un libro aperto: attraverso un qr code si potranno leggere le future riflessioni di capuozzo sugli sviluppi della guerra. Toni Capuozzo: «Sono scettico sul ruolo che l’Occidente sta giocando. Siamo pronti a combattere, ma fino all’ultimo ucraino. È in gioco la democrazia, è in gioco l’Occidente, si mettono tutti l’elmetto però, poi, marcano visita al momento di andarci per davvero… in guerra». Un vero e proprio diario di guerra — suddiviso per giorni — fatto di appunti, riflessioni pubblicate sui social, interventi televisivi. Un volume impreziosito da numerose illustrazioni e da una lunga galleria di fotografie di grandi reporter italiani dal fronte: Fausto Biloslavo, Gabriele Micalizzi, Francesco Semprini, Vittorio Nicola Rangeloni. “Non esistono guerre chirurgiche, né bombardamenti intelligenti” — scrive Capuozzo — “ci sono sempre colpe da di- stribuire: Putin, la sua politica di potenza, l’ordine di invasione. Biden, la sfida di una NATO senza confini. Il premier ucraino che si è fatto spingere nella sfida – vai avanti tu – senza valutare che, forse, per l’Ucraina libera era meglio essere una terra di nessuno o dei soli ucraini, scambi e commerci piuttosto che missili. Nessuno è completamente innocente, se non i civili”
L’autore
Toni Capuozzo nasce a Palmanova, in provincia di Udine, nel 1948. Laureato in sociologia presso l’Università di Trento, diventa giornalista professionista nel 1983. Scrive per Reporter e per I periodici Epoca e Panorama mese. Vicedirettore del TG5 e conduttore della trasmissione giornalistica settimanale “Terra!”. Inviato di guerra per diverse testate giornalistiche televisive, ha seguito i conflitti nei Balcani, in Somalia, in Medio Oriente, in Afghanistan, in Iraq. E’ autore di numerosi libri.
Le uscite di venerdì 29 aprile
Lorenzo Caravella, Una complessa macchina farraginosa e altri racconti, Les Flaneurs Edizioni
«Un prestito solo un prestito, sono le ore e le cose che viviamo. Per poco tempo le usiamo e poi le lasciamo ad altri. In fondo nulla ci appartiene se non noi stessi!». Dieci racconti brevi in cui gravitano, tra gli ingranaggi del vivere quotidiano e l’arte onirica della fiaba, la nostalgia e il rimpianto delle scene di un ex attore, il torbido passato di un noto professionista, il feroce istinto di sopravvivenza di una giovane migrante, le diverse declinazioni dell’amore di una coppia di sposi e le trappole del desiderio di uno scapolo d’oro. Un indimenticabile carosello di personaggi stratificati e complessi alla ricerca di un rimedio alla solitudine o di una assoluzione.
L’autore
Lorenzo Caravella, nato nel 1970 a Capua ma romano d’adozione, è un avvocato che si occupa di diritto d’autore, opere d’arte e diritto cinematografico e commerciale. Come scrittore si dedica alla composizione di racconti pubblicando nel 2019, per Santelli Editore, il suo primo romanzo dal titolo Il mio Professore, qualcuno come te. Ama condividere il suo tempo libero in bicicletta con la figlia adolescente.
Carmen Nolasco, La geometria del ragno, Les Flaneurs Edizioni
«La vita prosegue anche quando noi ci rilassiamo, rallentiamo, siamo distratti, il mondo continua a muoversi come un gigantesco ragno silenzioso, niente può fermare il suo incessante lavorio, la meticolosa geometria con cui tesse le sue trame e tira le fila di infinite, misteriose variabili». Una madre alla ricerca del suo passato tra verità e segreti nascosti. Quattordici anni dopo la misteriosa scomparsa della sua primogenita, Anush Mariani crede di riconoscere la piccola Ayda in una ragazzina vista al mercato. Inizia così una spericolata ricerca sulle sue tracce che la porterà, lontana dal marito Edo e dalle altre due figlie, a imbrigliarsi nella fitta tela del passato. Ma si tratta davvero della figlia rapita? Chi ha mentito in questa vicenda e perché? E, soprattutto, quanto possono essere solidi i ricordi di una bambina o attendibili i desideri di una madre?
L’autrice
Carmen Nolasco vive a Brindisi. Laureata in Sociologia, lavora come editor e correttrice di bozze. Autrice, con lo pseudonimo di Consola Maria Armeni, del romanzo d’esordio Io sto nel mezzo (2016). Con Les Flâneurs Edizioni ha pubblicato i romanzi: Il tempo è un concetto inutile (2017), Piume in gabbia (2018), Sposo di sangue (2019), Se il buongiorno si vede dal mattino (2020) e i racconti Sette secondi nell’antologia Venti variabili (2018), Brusii in Di pioggia e di sole (2020) e
L’uomo che rubava la sabbia nell’antologia Chiodi nella parete (2021). Con il racconto Tradimento è inoltre presente nella raccolta Però, che storie!
Francesca Silvestri, L’arrocco, Les Flaneurs Edizioni
Un complesso intrigo internazionale in cui la ricerca di una verità scomoda e inconfessabile è il solo modo per ritrovarsi. In una notte afosa, durante una telefonata alla radio, la voce di uno sconosciuto racconta la vicenda di Lara Santos, enigmatica figura legata al presidente del Venezuela Hugo Chávez. Alice, conduttrice del programma radiofonico, entra in contatto con Lara e insieme si trovano al centro di un intrigo internazionale che si dipana attraverso una geografia di luoghi, ora reali ora immaginari, da cui emergono particolari sconcertanti sulla storia recente del Sudamerica e del vecchio continente. Un intreccio ricco di colpi di scena che si alternano a silenzi e sguardi come in una lunga partita a scacchi dove la protagonista, sopravvissuta a un attentato nel quale ha perduto il compagno Ahmed e la memoria, si troverà a fare i conti con il passato e le proprie radici violentemente recise. Per comprendere che la ricerca della verità è il solo modo per ritrovarsi.
L’autrice
Francesca Silvestri, laureata in Lettere Moderne, è editor e giornalista. Utilizza da anni la lettura ad alta voce e la narrazione in ambiti sociali, educativi e terapeutici. Ha pubblicato racconti in antologie e curato testi di letteratura contemporanea. Nel 1996 ha fondato la casa editrice ali&no e nel 2019 ha istituito il Premio Letterario Nazionale Clara Sereni, in memoria della scrittrice con cui aveva a lungo collaborato, ricevendo nel 2020 la Medaglia del Presidente della Repubblica. “L’arrocco” è il suo primo romanzo.
Claudio Gallo e Giuseppe Bonomi, Emilio Salgari. Scrittore di avventure, Oligo Editore
Nel 160° anniversario dalla nascita, la nuova biografia di Emilio Salgari si fonda su testimonianze e documenti in parte sconosciuti, evitando rigorosamente interpretazioni romanzate assai diffuse in passato. L’appassionata ricerca offre una rappresentazione aderente alla realtà di una vita laboriosa e sofferta, senza ritocchi agiografici o riduttivi, soffermandosi sul laboratorio salgariano dove la creatività si combina con avvenimenti storici; Gallo e Bonomi evidenziano poi le sue relazioni con il Melodramma, la Scapigliatura e il Positivismo, inserendo la sua attività nel contesto editoriale dell’epoca e ricomponendo così la vita di un autore che non ha precedenti nel nostro Paese, mentre sono numerosi i collegamenti alle vicende umane di Verne, May, Kipling e Stevenson. La biografia ambisce di fornire agli studiosi, ai ricercatori, ai bibliotecari e ai lettori, un contributo biografico e bibliografico, ricco di fatti, documenti, notizie, sicuri e affidabili, integrata da un apparato bibliografico esauriente.
Mino Milani: “Questa biografia (su materiale di prima mano, e arricchita da un impressionante apparato di note e di riferimenti d’ogni tipo e che tra l’altro informa particolarmente sui primi giornali italiani per ragazzi) ricostruisce puntigliosamente la formazione culturale di Salgari, chiarendo i suoi rapporti con Scapigliatura e Positivismo, con la sua città, con la cultura del suo tempo; la sua iniziazione letteraria; narra il suo arduo percorso professionale, le sue esperienze di giornalista, i suoi momenti di discussione, di polemica, di incursioni nel teatro, i suoi naturalmente lunghi e vari rapporti con gli editori, infine il suo grande successo. È un lavoro diligente, rigoroso e insieme appassionante, che toglie di mezzo leggende, fantasie consolidate e luoghi comuni, e che di Salgari indaga anche il privato, i suoi amori, la passione (viene da chiamarla così) per la moglie, il suo febbricitante e fatale incedere verso l’autodistruzione. E lo fa (Gallo e Bonomi tengono a dichiararlo fermamente) «senza fini agiografici o dissacratori”.
Gli autori
Claudio Gallo, già bibliotecario, docente di Storia del Fumetto presso l’Università degli Studi di Verona e l’Istituto Design Palladio di Verona, direttore de “Ilcorsaronero”, rivista salgariana di letteratura popolare, è tra i massimi studiosi dell’opera di Salgari. Per Oligo Editore ha pubblicato le curatele di Robert Louis Stevenson, L’Isola del Tesoro. Il mio primo libro (2020, traduzione di Luca Crovi e prefazione di Mino Milani) e di Giustino Ferri, Tra le quinte del cinema (2021, con Luca Crovi). Giuseppe Bonomi, istriano in esilio perpetuo, ha pubblicato numerosi saggi. Con Gallo ha firmato per la curatela La fine del secolo XX (Black Dog, 2021) di Giustino Ferri, nonché altri interventi disseminati su bollettini, riviste e giornali.
Maria Tronca, P come Fiori, Les Flaneurs Edizioni
Tre gemelle alla ricerca della propria identità, tra amori condivisi e conflitti irrisolti. Una storia frizzante e ricca di colpi di scena inaspettati Petunia, Pomelia e Peonia sono tre «gocce d’acqua identiche, trasparenti e cristalline», ma solo all’apparenza: in realtà le gemelle hanno inclinazioni e caratteri molto diversi. Durante l’infanzia e l’adolescenza, vivono in simbiosi, abituandosi a condividere tutto l’una con le altre e nulla col mondo esterno. Ma, poco prima del loro ventesimo compleanno, l’arrivo inatteso di un nuovo parroco, il bel Salvatore, scombussola l’equilibrio e l’armonia del trio, cambiando radicalmente il loro presente e dando svolte inaspettate al loro futuro. Cosa accadrà alle sorelle quando scopriranno che restare sole significa anche sentirsi libere? P come Fiori è un’avvincente storia al femminile, un romanzo a tinte vivaci, irriverenti ma al tempo stesso delicate.
L’autrice
Maria Tronca è nata a Palermo, dove vive e lavora. Laureata in Lingua e letteratura inglese, ha curato una collana di letteratura erotica moderna e contemporanea per Mondadori. Nel 2005 ha pubblicato sotto pseudonimo la raccolta di racconti “L’isola delle Femmine” (Mondadori). Nel 2010 è uscito il suo primo romanzo, “Rosanero”, e nel 2011 il secondo, “L’amante delle sedie volanti”, entrambi pubblicati con Baldini Castoldi e Dalai, nel 2018 “Le fate di Palermo” (Dots), e nel 2020 “L’ultima punitrice” (Les Flâneurs). Dal romanzo “Rosanero” è stato tratto il film omonimo con Salvatore Esposito, il Genny Savastano di “Gomorra”, che verrà trasmesso da Sky Cinema la prossima estate.
Carla Ghisani, Prove di volo, Les Flaneurs Edizioni
In questa silloge, Carla Ghisani conduce il lettore in un viaggio in cui emozioni ed esperienze si fondono con delicato equilibrio. La sua poesia non è semplice esercizio lirico ma diventa strumento per raccontare un mondo concreto fatto di corpi e percezioni, di gioie e di dolori, in una costante ricerca di sé e dell’altro come specchio per riconoscersi. I versi di Ghisani sono brevi, rapidi e incisivi e graffiano con energia la sensibilità di chi si appresta a lasciarsi colpire senza timore di ritrovarsi scoperto.
L’autrice
Carla Ghisani (1969) nasce a Cremona, e vive fino ai vent’anni in un paese al confine con il parmense, sul fiume Po. Del grande fiume vive campi e natura, inondazioni e un’infanzia brevemente spensierata. La vita la porta ad abitare in varie regioni e città d’Italia. Onnivora, atea, esteta, tendenzialmente apolide, ama le parole, gli spazi aperti, le piante. Gli animali, umani inclusi. Il mare e il cielo, sopra ogni cosa.
Salvatore Massimo Fazio
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Floridiana di Emanuele Pettener (occhio alla copertina “tematica”) è un libro interessante e particolare, da una parte – mi pare – scritto con un evidente occhio ai classici, specie americani, dall’altra picaresco, scatenato, scanzonato e “divertito di se stesso” e con alcuni elementi di originalità: uno – forse più superficiale – di essere un romanzo che non si identificherebbe come italiano se non se ne conoscesse la provenienza, e in effetti l’autore vive da tempo negli Stati Uniti, giustificando pienamente un’ambientazione principale (Miami) resa in modo preciso e vivido, l’altro, più profondo e contenutistico, è quello di puntare su personaggi “senior” (insomma, avanti con gli anni – un oggetto narrativo tutto sommato non frequente in libri di questo tipo), peraltro in contrasto con l’età anagrafica dell’autore, e di essere attraversato da una spiccata vena etica/morale, per dirla semplice e banale una sorta di anti-Philip Roth dove il protagonista non vede l’ora di poter non tradire e resistere alle tentazioni del sesso extra-coniugale. Questo protagonista è Tom Giannini, dentista affermato e pienamente borghese ma anche aspirante o emergente scrittore, sposato (piuttosto felicemente) con April, insieme a lei genitore di quattro figli. Si comprendono forse alcune considerazioni fatte sopra: per rendere picareschi ed estrarre “movimento” da questi presupposti, sulla carta adatti a un romanzo di interni o di dialogo, serviva una frizione o un momento (o molti momenti) di choc e rottura, e questi sono in sostanza rappresentati dagli alti e dai bassi, dagli incagliamenti, dalle crisi nel matrimonio tra Tom e April (e dalle tentazioni erotiche di lui) e dalle aspirazioni letterarie del primo che – in sostanza – portano a un ciclo ricorrente di ambizione/frustrazione/ritorno all’ordine che insieme all’elemento “sentimentale” fa da deus ex machina della storia. Questa mia considerazione può sembrare ovvia, ma il movimento a cui mi riferisco sopra ha molto di fisico, un via/vai continuo (fisico ma anche mentale) che è piuttosto caratterizzante per il tono generale e per la riuscita del libro. Anche per questi motivi il romanzo nell’esecuzione conta molto sulla precisione delle ambientazioni, sul vitalismo dei tanti personaggi e su un ritmo piuttosto forsennato, che solo di rado va a scapito della caratterizzazione dei personaggi stessi (che d’altra parte come detto sono molti, inevitabilmente non tutti approfonditi, alcuni relegati – in termini cinematografici – al ruolo un po’ stereotipato di protagonisti). Oltre al “setting” geografico, penso di avere avvertito come accennavo in apertura uno sguardo americano dell’autore anche in termini di influenze implicite ed esplicite – ma per una volta non ricorrerò alla giostra dei nomi e dei riferimenti. Il libro è – come detto – inusuale in alcuni aspetti, divertente ma anche malinconico (nel modo in cui i personaggi vedono e tematizzano la loro età, la prossima fine di percorsi e partite esistenziali) e dà il meglio nella testa, nell’inizio fulminante, e nella coda, lo scintillante finale veneziano, dove a Pettener riesce il difficile equilibrio di parlare di Venezia-come-è ma senza scadere nel pittoresco/trito (o meglio, trattandolo con ironia e un certo senso pittorico per le scene in esterni). Un buon romanzo, e tenete d’occhio le anticipazioni perché sta per uscire il nuovo dell’autore.
Il link alla recensione su Recensireilmondo: https://bit.ly/3xWH3FW
Quello che segue è, per gentile concessione dell’editore, l’incipit del romanzo “Giovani ci siamo amati senza saperlo”, in uscita in questi giorni (Arkadia Editore)
Era un bar pieno di uomini alti. Quasi che per frequentarlo fosse richiesto superare il metro e ottantatré. Disdicevole, ma io ci andavo comunque, mi piaceva come s’atteggiava a bar americano, gli sgabelli al lungo bancone, un barista stempiato in camicia stirata di fresco e panciotto amaranto, i divanetti bordeaux e i tavolini in marmo scuro separati fra loro da tendine blu di Prussia, di modo che ciascuno avesse l’illusione d’avere la sua privacy, sorseggiando intrugli verde menta e succo d’arancia e vodka, nell’alone soffuso di piccole lampade Liberty e fumo azzurro. A quel tempo si poteva ancora fumare e il fumo faceva parte dell’arredamento, assieme a certe foto in bianco e nero di divi fumatori e al jazz che galleggiava nell’aria e faceva sentire tutti a proprio agio nella New York degli anni ’40, tombini rigurgitanti vapori e marciapiedi lucidi di pioggia, viavai di Rolls e taxi color pece. Ma fuori c’era Venezia degli anni ’90, autunnale e sublime, la solita guastafeste. Avevo compiuto vent’anni e cominciavo a sentirmi vecchio, la classica crisi di mezza età: mi piaceva prendermi in anticipo. Sicché andavo lì a distrarmi con l’orchestra di Benny Goodman e facevo finta che m’interessasse davvero, mi tenevo addosso lo spolverino nero anche se crepavo di caldo, ma il bavero che m’accarezzava la barba di tre giorni era imprescindibile, era un tempo in cui avvertivo il sospetto d’essere Lord Byron reincarnato, curioso, non avendo mai letto un verso di Lord Byron. Mi portavo dietro un libro, solitamente qualcosa di ostico e dalla copertina usurata, chiedevo al barista carta e penna e scrivevo un sonetto. Ero giovane, affamato di gloria e di femmine. Soprattutto di femmine. Quella notte di fine settembre aspettavo il mio possibile compagno d’appartamento. Mi rincresceva dover condividere la preziosa benché minuscola alcova a San Giacomo dall’Orio, ereditata da quell’angelo di nonna Speranza, ma non avevo un lavoro, e lavorare mi rincresceva ancora di più. Venezia del resto era cara. Cara e ostile. I miei m’aiutavano, non mi facevano pagare l’affitto e mi pagavano le tasse universitarie e tutto il resto, ma non potevo continuare a succhiargli il sangue come quei mammalucchi dei miei coetanei, a casa di mamma e papà fino a trent’anni, i codardi! I parassiti! Mi ero iscritto a Lettere Moderne in primo luogo per il numero esaltante di fanciulle e la competizione maschile ridotta all’osso; in secondo luogo perché sembrava relativamente facile, tanto che quelli che facevano Legge, Economia, Medicina ci disprezzavano apertamente, e disprezzo e onta risalivano ai genitori, financo ai nonni, degli uni e degli altri: fare Lettere tingeva le gote di vergogna alla famiglia del povero letterato; forse solo fare Scienze Politiche era più vergognoso. E poi sarebbe venuta Scienze della Comunicazione, che nessuno capiva esattamente cosa fosse. Noi di Lettere, disprezzati da tutti, disprezzavamo quelli di Scienze Politiche, che disprezzavano quelli di Scienze della Comunicazione, i militi ignoti. A me la Letteratura sembrava, nel contesto della misera, limitata, fulminea esistenza di un individuo, se non più importante, infinitamente più sensata di Legge, Economia, Medicina, ma comunque non m’importava un fico secco. Quello che m’importava era il piedino velato che si sollevava dalla ballerina, mentre la sua adorabile proprietaria, seduta in prima fila, succhiava la biro osservando concentrata un professore calvo; o il gesto naturale eppure così sinuoso della sua compagna che con entrambe le mani si aggiustava la bionda coda sulla nuca, lasciando nudo il collo, nel cui incavo mi sarei perso in delirio di baci; o la risata dorata di quelle tre giovinette, forse americane, sedute a bere Spritz a un tavolino sporco di un bàcaro infernale in fondo a una calle oscura, i seni poderosi dell’una sotto un body verde laguna, gli occhiali spessi e la dentatura da cavallo dell’altra, il cappellino di paglia della terza, morbida e appetitosa e tondeggiante come una cialda, il celeste estivo dei suoi occhi che incrociavo per un attimo di fuoco e m’accendevano l’immaginazione. Ah, donne donne, eterni dei!
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E dopo qualche giorno di relax, riprendiamo alla grande con le news letterarie di questa settimana. Tra le novità da annunciare c’è il nuovo libro della collana Asia di Add firmato da Sebastian Strangio: All’ombra del dragone. Il Sudest asiatico nel secolo cinese. Con inoltre un’altra novità: le copertine saranno illustrate da Lucrezia Viperina. Sempre di altri luoghi, di altri viaggi e di altre scoperte parla anche il nuovo libro in scaffale per Arkadia Editore: Da luoghi lontani di Giovanni Agnoloni, Carlo Cuppini e Sandra Salvato. Un dialogo aperto, un viaggio per decifrare luoghi e identità. Per 66thand2nd troviamo invece un romanzo d’esordio potentissimo: Uto e Gesso di Gabriella Dal Lago. Storia di due fratelli che si perdono, nascondono, fuggono dal quotidiano che ci circonda. La lotta non finisce mai per una donna, in questo mondo di uomini. E lo sa bene Priya Basil che in questo saggio in uscita per Il Saggiatore, ci mostra un percorso difficile e tortuoso per diventare femministi. Per fare a pezzi l’ordine costituito e rifondarne uno più egualitario. Per Giulio Perrone Editore invece è uscito il nuovo volume delle Mosche D’oro dedicato a Louisa May Alcott, autrice da riscoprire grazie a Beatrice Masini. Attraverso il lockdown, l’isolamento, e il ripercorrere ricordi e decisioni il racconto breve di Sarah Hall, L’arte di bruciare, diventa un libro travolgente, sul corpo, sulla politica e sull’identità. In uscita per Sellerio. Un romanzo stravagante, come i suoi personaggi, in rotta con l’ipocrisia e la rigidità del mondo, è Strana Carne di Roberta Torre in uscita per Fandango. Sono usciti inoltre gli ultimi due numeri di riviste indispensabili per capire il mondo: Nigeria – The Passenger di Iperborea e Emma n. 3 per Prospero Editore.
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Titolo La doppia presenza
Autore Marco Rovelli
Casa Editrice Arkadia
Genere Romanzo
Anno 2022
Pagine 122
EAN 9788868513634
Letto da Clara Domenin
Consiglio
Sara è una diciottenne, figlia di genitori bengalesi, nata e cresciuta in Italia, nell’hinterland milanese. Del luogo di origine della sua famiglia sa ben poco. Eppure non è totalmente italiana perché non l’hanno mai fatta sentire tale. Ora sta prendendo coscienza di questa sua doppia natura. La sua è un’identità multipla e complessa come tanti suoi coetanei, seconda generazione di immigrati nati in Italia e dunque italiani. Il libro parla del rapporto molto stretto e conflittuale con suo padre, di cui non sa quasi nulla e neppure della guerra civile del Bangladesh del 1971. La sua vita ruota intorno all’amore per Lorenzo e alla passione per il teatro. E da questo che comincerà lentamente a fare i conti con la sua cultura.
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(Firenze 1972) è giornalista, autrice ed esperta di comunicazione. È direttore responsabile della rivista internazionale “WEP”. Ha lavorato per radio e televisione conducendo programmi sulla terza pagina e l’attualità. Per “Cultura Commestibile”, settimanale di informazione e approfondimento culturale, scrive di editoria e sociale. Lavora a una raccolta di poesie dedicata al mondo del lavoro e delle libertà, in cui sarà pubblicata la lirica Posto Unico, vincitrice della X edizione del Premio Arturo Giovannitti.
(Urbino 1980) ha lavorato nel campo del teatro e della danza, prima di dedicarsi all’editoria. Ha pubblicato le raccolte di versi Militanza del fiore (2011) e Quando le volpi puniscono gli uomini (2021), il libro di racconti fantastici Il mondo senza gli atomi (2018) e il racconto per bambini Il mistero delle meraviglie scomparse (2021). Il suo blog è www.militanzadelfiore. blogspot.com
Un estratto della raccolta di racconti di Giovanni Agnoloni, Carlo Cuppini e Sandra Salvato
BLOG Einaudi ripubblica “La luna di Kiev” di Gianni Rodari per devolvere il ricavato dalla vendita alla Croce Rossa Italiana per l’emergenza ucraina. Libro copertina ai racconti di Giovanni Agnoloni, Carlo Cuppini, e Sandra Salvato per Arkadia, controcopertina all'”Arte del colore” di Johannes Itten. Tra i siciliani da segnalare “Diavoli di sabbia” il nuovo libro di Elvira Seminara
Vigilia e festività pasquali con una cascata di libri e tanti siciliani in libreria. Senza dimenticare il supporto all’Ucraina ed è da questo che iniziamo. Martedì 12 aprile, infatti, di Gianni Rodari esce “La luna di Kiev” (Einaudi): l’intero ricavato dalla vendita sarà devoluto alla Croce Rossa Italiana per l’Emergenza Ucraina. Per lo stesso editore, l’attesa è finita: martedì sancisce il ritorno della catanese Elvira Seminara con “Diavoli di sabbia“. Ma ancora siciliani principalmente etnei contraddistinguono la settimana che ci porta alla Pasqua: Lorenzo Marotta e Sarah Grisiglione escono ambedue con le loro nuove opere per Algra Editore. Mercoledì 13 torna Mathijs Deen, per Iperborea. Il calcio, non manca mai, ed ecco Simone Galdi, che ripercorre la meravigliosa finale di Wembley nel 1992 della Sampdoria (Battaglia Edizioni). Copertina ad un volume scritto a sei mani: Giovanni Agnoloni (traduttore della biografia della vice presidente Usa Kamala Harris), Carlo Cuppini e Sandra Salvato, confermano lo splendore e i colpi di scena di Arkadia Editore; Contro copertina perJohannes Itten, che omaggia il colore pubblicando un capolavoro di genere per i tipi de Il Saggiatore. Curiosità per il nuovo libro di Giuseppe Nibali, pubblicato per Italo Svevo Edizioni. Ma non abbiamo finito: Naoki Urasawa per Panini Comics; Marco Avonto per Morellini e Fausta Cialente per La Tartaruga Edizioni (del grande gruppo Sgarbi), ci aspettano per prepararci alla due giorni di festa.
Il tempo è breve, anche se la settimana sarà lunga per molti: tutti i libri, di seguito, conosciamoli.
Le uscite di martedì 12 aprile
Gianni Rodari, La luna di Kiev, Einaudi
Una filastrocca di Gianni Rodari illustrata da Beatrice Alemagna. Un libro bello e anche buono: i ricavati delle vendite saranno interamente devoluti alla Croce Rossa Italiana per l’emergenza in Ucraina. Nel giro di pochi giorni dallo scoppio della guerra in Ucraina, La luna di Kiev di Gianni Rodari è diventata virale, è stata condivisa sui social migliaia di volte e pubblicata su testate nazionali. A quasi 70 anni dalla prima pubblicazione, il celebre componimento tratto dalla raccolta Filastrocche in cielo e in terra è diventato il simbolo della richiesta di pace.
Sarah Grisiglione, Prove d’autore. Corso semiserio di scrittura emotiva, Algra
«Amo le parole, le adopero nell’insegnare, le coltivo per scrivere, le assaporo nel leggere, le condivido nella cura. Non avrei potuto fare altro che questo: vivere le parole».
Un corso di scrittura utile a tutti, per mettere alla prova non solo l’espressione linguistica, ma anche le proprie emozioni, liberandole su un foglio, attraverso i suggerimenti dell’autrice. Prove d’autore guida il lettore, a piccoli passi, lungo un percorso creativo che, con l’ausilio di poesie sul tema ed esercizi utili a sviluppare incipit, personaggi, trame e finali, lo condurrà a scrivere il libro che ha già dentro di sé.
L’autrice
Sarah Grisiglione, docente liceale e psicologa psicoterapeuta, da sempre è appassionata di libri. La scrittura è un’esperienza catartica ed espressiva che le ha permesso di raccontare le emozioni in prosa, coinvolgendo i lettori in una sorta di dialogo muto. Gestisce su Facebook una pagina con quindicimila follower, “La biblioteca dei libri ritrovati”, dove recensisce e pubblica testi suoi o di altri autori. Ha pubblicato due racconti brevi in eBook, Io non sono vivo (2016) e Una storia incompleta (2018). Alcuni suoi racconti sono stati inseriti in un’antologia con Historica edizioni nella collana “Racconti Siciliani”.
Lorenzo Marotta, L’alba che verrà, Algra
Un romanzo capace di sporgersi “oltre”, ponendo interrogativi e guardando al futuro con una scrittura fluida e moderna. “…quale mondo stiamo lasciando in eredità ai nati alla fine di un secolo non a caso definito breve? Quanto la loro vita è distante da abitudini e modelli risalenti solo a pochi decenni prima? Verso quale futuro si dirigono? […] L’alba che verrà percorre e attraversa la realtà con l’immaginazione, perché questa è la rivoluzione, il potere più grande che l’Umanità può esercitare per cambiare il proprio destino. Un destino troppo incerto” (dalla Prefazione di Dora Marchese).
L’autore
Lorenzo Marotta, nato a Viagrande, vive e lavora ad Acireale. Docente di Filosofia, è stato preside di Licei e Istituti superiori. Collabora a quotidiani e riviste con studi e articoli. Ha pubblicato opere di narrativa e di poesia: Le ali del Vento (Roma, 2012), Prove di poesia (Catania, 2013), Le ombre del male (Arezzo, 2013) e Il sogno di Chiara(Roma, 2014).
Simone Galdi, Wembley 1992. Il Doria e l’ultima Coppa dei Campioni, Battaglia Edizioni
È il 20 maggio del 1992 e allo stadio di Wembley si sta disputando l’ultima finale della Coppa dei Campioni prima che diventi la Champions League. La Samp di Vialli e Mancini gioca contro il Barcellona di Cruijff e Koeman. Dopo trent’anni Simone Galdi, giornalista sportivo per SkySport, ripercorre quella partita storica per cercare di scoprire cosa sia rimasto di quei campioni, da Vialli a Pagliuca fino a Mihajlović, e del calcio di una volta.
Elvira Seminara, Diavoli di sabbia, Einaudi
È una notte di tuoni e fulmini: dopo qualche bicchiere di troppo, Dora ansima nel sonno e urla il nome di un uomo. Accanto a lei, Rodolfo si rigira nel letto e sogna di ucciderla. Si svegliano insieme, di soprassalto: è cosí che s’innesca la macchina del dispetto, che travolge i destini di tutti. La catena di dialoghi che si rincorrono tra le pagine di questo libro è un meccanismo inesorabile, un ottovolante panoramico sul mistero comico e drammatico delle relazioni umane. Un gioco infantile e perverso che riguarda chiunque abbia, almeno una volta, iniziato una frase con la parola «io». «Ma quanti sono i giorni felici in tutta una vita, secondo te? Un mucchietto cosí. Tutti gli altri servono a fare massa, come la paglia nei cesti di Natale».
Tutti conosciamo l’alchimia difficile delle coppie, i segreti, le bugie, la voglia di felicità e la forza corrosiva dei tradimenti. In ogni istante della nostra vita siamo amanti, figlie, fratelli, compagni, amiche. Una notte, dopo un’accesa discussione, Rodolfo si chiude in una stanza nella casa di Dora per non uscirne piú. Indecisa se ignorarlo o chiamare la polizia, lei ne parla all’amica Manuela, che poi torna a casa e si confida con Livio, che poi si precipita dal fratello Tommaso in ospedale, che poi telefona al fidanzato Samuele, che poi riceve una strana proposta da una cliente, che poi… Elvira Seminara dà vita a una struttura originalissima e vertiginosa, un susseguirsi di dialoghi che fanno il girotondo, dove i personaggi e il lettore rimbalzano da un ruolo all’altro, da un inciampo al successivo, senza mai fondersi né perdersi davvero. Siamo dialogo incessante, sempre in relazione con qualcun altro, anelli malfermi e lucidi di un interminabile giro di parole. E poi siamo diavoli di sabbia, violenti e fragili: ci solleviamo nel vento pronti a graffiare.
Le uscite di mercoledì 13 aprile
Mathijs Deen, La nave faro, Iperborea
Dall’autore di “Per antiche strade”, un racconto di mare sugli abissi della mente umana, sospesa in un delicato equilibrio che basta poco a sconvolgere. La nave-faro Texel segnala la rotta alle imbarcazioni in transito – per lo più grandi navi da carico – al largo delle coste olandesi. Per i marinai e i macchinisti costretti su questa nave perennemente ancorata la vita scorre lenta e monotona: ci si avvicenda nei turni di guardia mentre si attende impazienti la fine delle quattro settimane di servizio, si monitorano le condizioni atmosferiche, e si annotano nomi, rotta e provenienza delle navi di passaggio. Ma l’atmosfera si agita quando Lammert, il cuoco della nave, porta a bordo un capretto. Ha intenzione di macellarlo a metà turno in modo da poter preparare il gule kambing, un piatto indonesiano della sua infanzia. Ma fin da subito la presenza del piccolo animale fa emergere paure ed emozioni represse nell’equipaggio. E se il marinaio più giovane si affeziona al capretto, l’infelice Gerrit Snoek vede il diavolo nelle sue corna. Quando la nave è avvolta da una fitta nebbia e il cuoco, ammalato di malaria, si ritira nella sua cabina, le cose prendono rapidamente una piega inquietante. L’imbarcazione stessa sembra un essere vivente: la sirena da nebbia risuona minacciosa e la nave si agita sulle onde come un animale incatenato… Con umorismo e profondità letteraria, e uno stile e un’ambientazione che ricordano Conrad, Deen cattura l’eco tragica di questa nave che non può andare da nessuna parte, i cui membri dell’equipaggio sono ognuno a modo suo intrappolati nel proprio passato.
Le uscite di giovedì 14 aprile
Libro copertina: “Da luoghi lontani” di Giovanni Agnoloni, Carlo Cuppini e Sandra Salvato, Arkadia
Tre autori, nove racconti che tracciano tra tempo e spazio un dialogo interiore. Luoghi, momenti, esperienze di tre anime letterarie. Un viaggio che si snoda attraverso nove racconti scritti da tre diversi autori, articolati idealmente in tre sezioni tematiche che formano un percorso unitario nelle dimensioni della memoria, del sogno come territorio di una possibile riscoperta dell’identità, delle profondità cosmiche intese come realtà e metafora dell’ignoto e dell’oltre. Sconfinando in molti “altrove”, queste narrazioni indicano una seconda possibilità di conoscenza e invitano a un cammino dove niente è prevedibile e niente accade per caso. Di racconto in racconto, si dipana una geografia che va da Urbino alla Dalmazia, dalle Dolomiti alla Sardegna, da Firenze a Venezia, dagli Stati Uniti all’Australia, fino agli spazi interstellari; un itinerario che corrisponde al vagare dentro se stessi, sprofondando come accade ai protagonisti di queste storie, che cercano soluzioni ma vanno incontro a enigmi destinati ad amplificarsi e a mutare. Ombre di esperienze vissute, ricordi perturbanti, visioni della mente e attese del cuore si rovesciano qui continuamente in altro, mettendo in moto le trame di questi testi e intrecciandoli sottilmente l’uno con l’altro, in un andirivieni di sensi dove reale e irreale, materiale e immateriale, spazio e tempo, non sono più elementi diversi e contraddittori dell’esperienza, ma parti di un dialogo necessario con l’esistenza, condotto in una lingua che solo in parte sappiamo decifrare.
Libro contro copertina: “Arte del colore” di Johannes Itten, Il Saggiatore
Tutti i grandi maestri dell’arte possiedono una profonda conoscenza dell’essenza dei colori. Per Johannes Itten, che ha dedicato tutta la sua vita alla riflessione sul colore, la questione era semplice: se un suo allievo, d’istinto, fosse stato capace di produrre capolavori cromatici, quella sarebbe stata la sua strada; ma se, come avveniva molto più spesso, il risultato dei suoi sforzi non avesse dato vita a un capolavoro, allora si sarebbe reso necessario l’impegno nello studio. Arte del colore è un compendio delle intuizioni, delle scoperte e delle esperienze artistiche di Johannes Itten, tanto nella veste di formidabile pittore quanto in quella di insegnante presso il Bauhaus, dove iniziò a concepire il progetto di una sistematizzazione delle regole cromatiche in arte. Un’opera pensata dallo stesso autore come «un veicolo che possa riuscire di aiuto a coloro che si interessano dell’uso artistico del colore», liberando il lettore dall’incomunicabilità del soggettivismo pittorico per farlo giungere a una conoscenza delle leggi oggettive dell’accostamento delle tinte. In queste pagine, infatti, Itten offre nozioni utilizzabili da chiunque all’interno di qualunque percorso creativo, dallo studio fisico della luce al ruolo della componente termica nella percezione visiva, dalla teoria impressionista della colorazione alla strutturazione ordinata delle cromie in un disco di dodici parti. Redatta da Itten negli stessi anni incui sua moglie Anneliese selezionava le tavole che avrebbero composto l’edizione originale del 1961, questa versione dell’Arte del colore è un vero e proprio classico di uno dei più influenti maestri del Novecento. Una «piccola teoria», agile e accessibile, che si offre ancora oggi come strumento nelle mani di ognuno di noi per dare un’adeguata veste alla nostra espressione.
Pik-Shuen Fung, Foresta fantasma, Il Saggiatore
«Famiglia astronauta» dicevano i media a Hong Kong: perché il padre è sempre in cielo, lontano. Su un aereo che lo porta via, mentre la bambina è ferma a terra all’aeroporto di Vancouver, e la madre le dice di salutare papà, «Papà torna a Hong Kong ora». «Famiglia astronauta», perché la propria casa è lontana anni luce e la si può ritrovare unicamente attraverso odori e sapori, scaldando i ravioli nell’olio di sesamo o cuocendo il pollo per la zuppa. «Famiglia astronauta», perché quando un padre muore è solo, e sua figlia, diventata grande, non sa nemmeno dire se lo abbia mai conosciuto.
Nel 1997 Hong Kong passa dopo un secolo dalla sovranità del Regno Unito a quella della Cina e i suoi abitanti si trovano di fronte a una scelta: restare e vivere sotto un potere autoritario o abbandonare tutto ed emigrare in cerca di una vita migliore. Foresta fantasma è la storia delle conseguenze della decisione di un padre di restare a lavorare in patria mandando a vivere la propria famiglia in Canada. È il racconto, intimo e toccante, del difficile rapporto con un genitore fantasma, distante diecimila chilometri, scritto dalla figlia dopo la sua scoparsa. Pagina dopo pagina, per lei la scrittura si trasforma in un rituale con cui superare un dolore senza volto e affrontare le incomprensioni che il lutto ha lasciato intatte; il tentativo di riannodare, con l’aiuto di madre e nonna, le confuse linee della sua storia familiare, riempiendo i vuoti e i silenzi della vita di una persona amata. Pik-Shuen Fung racconta con una prosa di rara delicatezza e musicalità che cosa significa fare i conti con la propria cultura d’origine e con le fatiche dell’integrazione. Foresta fantasma è una lettera scritta per un genitore che non potrà mai leggerla: un’esplorazione dei territori oscuri della perdita per strappare all’oblio il conforto di un ricordo, la rassicurazione che l’amore sopravvive alla morte.
Naoki Urasawa, 20th century boys. Ultimate deluxe edition. Vol. 3, Panini Comics
Solo Kenji può impedire all’Amico di distruggere il mondo… Ricercato dalla polizia come terrorista, il mancato rocker cerca di riunire attorno a sé degli alleati. Manca davvero poco al 31 dicembre 2000, il giorno in cui, secondo il Libro delle Profezie, l’umanità dovrebbe estinguersi. Potrà il genere umano vedere il nuovo secolo?
Giuseppe Nibali, Animale, Italo Svevo Edizioni
Attraverso una prosa poetica, Giuseppe Nibali racconta nel suo romanzo d’esordio due generazioni a confronto, due facce di uno stesso animale. Protagonista è Giuseppe che una mattina parte da Bologna per arrivare ai Giardini Naxos. Qui, in seguito a un ictus, è ricoverato suo padre Sergio che Giuseppe non vede da molto tempo. Mentre il padre racconta il passato, il figlio ascolta e ricorda. Gli anni silenziosi dopo la morte della madre, una nuova famiglia, la nonna Annina a fare da legante fra presente e passato, tre fiabe raccontate quando Giuseppe era un bambino sono ora mappe della memoria per il Giuseppe adulto che servono a far emergere i motivi dell’allontanamento e quelli della solitudine.
Fausta Cialente, Cortile a Cleopatra, La Tartaruga Edizioni
Apparso per la prima volta nel 1936, torna in una nuova edizione il romanzo che fece conoscere al grande pubblico una delle scrittrici fondamentali del Novecento. Cleopatra è un quartiere di Alessandria d’Egitto: qui, in un cortile circondato di casupole corrose dal vento e dal salmastro, vive una variopinta dolorosa umanità, in pace sostanzialmente, nonostante la diversità religiosa ed etnica, ancorché straziata dalla difficoltà di vivere, tra le penurie, le invidie, le rivalità e le gelosie che si coagulano intorno alla figura di Marco; il bel Marco, un po’ ribelle, un po’ sognatore, un po’ fannullone, figliol prodigo che torna, dopo anni, dalla madre. Sarà lui, con il suo comportamento innocente ed egoista, a far scattare la catarsi del dramma, sotto il sole tropicale, nel brulichio di colori, di profumi, di luci e di ombre lunghe. «Si fece ombra con le mani sugli occhi e guardò a est, e poi verso terra la stazione di Cleopatra. Le case intorno al cortile erano le ultime sulla spiaggia, sull’orlo della scarpata, sole in mezzo all’ondulazione dei terrapieni deserti; piccole e basse, pitturate all’esterno di un rosa stinto e scalcinato, animato dallo svolazzare dei bucati tesi a festoni, in alto sui terrazzi. I fiori crescevano un po’ dappertutto, lungo i muri, lungo i pali, intorno alle porte ed alle finestre. In mezzo si vedeva sorgere la testa verde del fico».
Marco Avonto, Gli irredenti, Morellini
Borgo Alamo, 1997. Durante una battuta di pesca lungo il torrente, Pietro – un adolescente dal carattere schivo – scopre inavvertitamente che il figlio del sindaco del paese, Tommaso Pastore, detto il Bue, sta avendo rapporti omosessuali con un ragazzo di Alamo. Il Bue, temendo che la storia trapeli, affoga il ragazzo e decide di comprare il silenzio del suo amante. Il sindaco, per salvare il figlio, decide di risolvere la situazione nell’unico modo possibile: trovare un capro espiatorio. Contatta Landi – il padre alcolizzato di un ragazzino rimasto menomato in seguito a un incidente – offrendogli un compenso affinché incolpi il proprio figlio per la morte di Pietro. Ma qualcosa va storto e il Bue deve scontare la sua pena in carcere. Solo molti anni dopo, nel 2017, uscito di galera, il Bue proverà a trovare un’occasione di riscatto quando incontrerà Chiara, la figlia di un’altra “marginale” di Borgo Alamo con una difficile situazione familiare alle spalle. Nel legame, improbabile e traballante, che si crea tra i due, si intravede l’unica possibilità di redenzione dei personaggi del romanzo, che scopriranno quanto certi debiti siano costosi da saldare.
Salvatore Massimo Fazio
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