Ha esordito nel 2022 con il romanzo Mai stati innocenti (Salani). Ha vinto il Premio John Fante opera prima. Per Arkadia Editore ha pubblicato un racconto in Luoghi letterari. Sardegna (2023) e un altro in Luoghi letterari. Veneto (2024).
Ha esordito nel 2022 con il romanzo Mai stati innocenti (Salani). Ha vinto il Premio John Fante opera prima. Per Arkadia Editore ha pubblicato un racconto in Luoghi letterari. Sardegna (2023) e un altro in Luoghi letterari. Veneto (2024).
Ha al suo attivo romanzi pubblicati in Italia e all’estero. Suoi sono Il primo caffè del mattino, che diverrà prossimamente una serie televisiva, Vorrei che l’amore avesse i tuoi occhi, L’ultimo caffè
della sera, tutti editi da Sperling & Kupfer.
Scrive su “Il foglio” e insegna Critica letteraria. Ha esordito nel 2019 con il romanzo Una volta è abbastanza (Rizzoli), finalista a diversi premi letterari. Nel 2022 ha pubblicato Chi dà luce rischia il buio (Rizzoli).
Ha pubblicato con Mondadori la trilogia Matta per Manolo, Tutte Choo per terra, La vita è un Loubou meravigliosa. Con Sem ha dato alle stampe l’apprezzatissimo Love trotter.
Cosa succede se prendi alcuni tra gli autori più famosi e amati in Italia, li fai arrivare in Sardegna, in borghi più o meno conosciuti, per farli rimanere lì per un piccolo soggiorno? La risposta non potrebbe che essere: una cosa molto bella. Così si sono ritrovati gli autori, in piccoli posti in quel della Sardegna, fuori dai classici itinerari turistici tra i più famosi, perché, si dovrebbe sapere, l’amata isola non si può certo ridurre semplicemente ai capoluoghi o alle mete più ambite dai personaggi famosi e non. La Sardegna, sono certa seppur conoscendola poco, ha molto di più da offrire e, dopo aver letto i racconti che sono scaturiti da questi soggiorni, non posso che esserne ancora più convinta. Ogni autore che ha partecipato al progetto, mantenendo il suo inconfondibile stile, si è cimentato quindi nella stesura di un racconto, che è stato ispirato dal luogo in cui è stato per il soggiorno, dove ha vissuto per poco tempo, a stretto contatto con la gente del posto, vivendo esperienze uniche e, infine, raccontando il paese dove è stato. Questo fornisce un’ampia visione del territorio sardo, su quanto abbia da offrire, e il fatto che, in questo caso, lo faccia attraverso la scrittura di persone che conosciamo e amiamo tutti, non fa che rendere questo progetto davvero ineguagliabile e assolutamente da avere nella propria libreria. Vuoi scoprire quindi altri luoghi della Sardegna, meno in voga, ma che sanno dare tanto, e probabilmente anche di più di tutti gli altri? In questa raccolta di racconti, troverai la scrittura di Carlo A. Martigli, Valeria Gargiullo, Giulia Ciarapica, Michela Tanfoglio, Paolo Roversi, Bea Buozzi e Diego Galdino che racconteranno Villacidro, Desulo, San Giovanni Suergiu, Sant’Anna Arresi, Ovodda e Dolianova.
Roberta Luprano
Il link alla recensione su 50 mila pagine: https://bit.ly/3H8OqNC
Sette autori non sardi alla scoperta dell’Isola. Sette penne invitate a soggiornare per 10 giorni lontano dai tradizionali itinerari turistici. Sette racconti ambientati nei luoghi della loro permanenza.Il risultato è una raccolta pubblicata da Arkadia e dal titolo “Luoghi letterari-Sardegna”, da venerdì nelle librerie. Quando è stato presentato il progetto delle residenze letterarie, Bea Buozzi, , Giulia Ciarapica, Diego Galdino, Valeria Gargiullo, Carlo A.Martigli, Paolo Roversi, Michela Tanfoglio che hanno vissuto a Villacidro, Desulo, San Giovanni Suergiu, Sant’Anna Arresi, Ovodda e Dolianova, hanno mostrato curiosità, persino eccitazione, all’idea di conoscere la nostra terra.
L’esperienza
E non sono rimasti delusi, sotto ciascun punto di vista. L’arte dell’accoglienza e il forte senso dell’ospitalità hanno fatto il resto.
Nel solco tracciato dalla grande letteratura di viaggio – spicca David Herbert Lawrence, che nel 1921 visita l’isola e la restituisce letterariamente attraverso le pagine di “Sea and Sardinia” – nelle pagine di “Luoghi letterari – Sardegna” si coltiva un interesse nuovo per i paesi, spazio geografico, dunque reale, ma ancor di più condizione metafisica e di appartenenza sensoriale.
L’editore
«La raccolta di racconti si inserisce, e non poteva che essere così, nella collana di narrativa di viaggio “Senzarotta”, curata da Marino Magliani e Paolo Ciampi, due grossi nomi della letteratura nazionale ma non solo», spiega Patrizio Zurru responsabile dell’ufficio comunicazione di Arkadia, « la presenza delle autrici e degli autori in questa raccolta è un bel risultato, confortato anche dagli ordini e dalla richiesta di presentazioni non solo in Sardegna ma anche e soprattutto nel resto d’Italia.
Abbiamo la possibilità di far conoscere nella penisola queste realtà solitamente trascurate dal turismo di massa, con lo sguardo particolare degli autori che hanno aderito all’iniziativa, e già questo ci riempie di orgoglio».
L’ideatore
Luoghi Letterari assomiglia parecchio a un format: «La prossima tappa sarà il Piemonte. E via via altre regioni», conferma Giulio Pisano, tra gli ispiratori e curatori dell’iniziativa che registra l’impegno anche di Editreal e Mediterraneaonline. «L’opera costruisce in qualche modo un affresco della Sardegna meno conosciuta», specifica ancora Pisano, «e all’interno ritroviamo le peculiarità della vita lenta e immutabile che caratterizzai piccoli borghi, così lontana dal caos delle città a cui siamo sempre più abituati, eppure così vicina da poter essere apprezzata con sole poche ore di automobile o di aereo. Un “dietro l’angolo” ancora misconosciuto e al tempo stesso rigenerante che emerge prepotentemente dalle pagine». Così si riscopre la cascata di Sa Spendula, ancora, attraverso la voce narrante di un bambino, il nuraghe Candelargiu. E si indugia sui rapporti umani che aiutano chi desidera entrare in empatia con la Barbagia.
Giovanni Follesa
BLOG In copertina Carbone e Ardemagni. Spopolano Alga Editore e Morellini Editore. Sardegna regina: torna la candidata al Nobel per la letteratura, di qualche anno fa, Giovanna Mulas e l’antologia/omaggio ai luoghi meno conosciuti dell’isola per Arkadia, curata da Giulio Pisano. Debutta nel nostro blog “Lorenzo de’ medici Press”
Nove titoli per la siciliana Algra (“Dieci narrazioni per dieci autori” (i migliori racconti del “Premio Ercole Patti“) di Giusi Arimatea, Consuelo Consoli, Carlo Monteleone, Daniela Pellegrino, Sandra Puccini, Andrea Puglisi, Lucia Russo, Loredana Trovato, Giuseppe Vetromile) e “Solo per caso“, di Sandra Marchese Nicotra, “Pagine sparse… Storia e storie di Sicilia …Conoscere per conoscersi (4 volumi)” di Salvatore Musumeci, “Straniere a Taormina” di Milena Privitera,”Il colore del buio“di Salvatore Borzì e di Giuseppe Crispi, “Per grazia (non) ricevuta”) e cinque per la milanese Morellini (Manuela Costantini, “Il tavolo blu“, Daniele Sartini, “Dopo la Tempesta“, Alida Ardemagni, “L’Italia delle donne” (Libro ControCopertina), Gianfranco Falcone, “21 volte Carmela“, Vito Ribaudo, “Omega e Omicron“), comandano il fine mese dei nostri consigli, con due speciali dedicati: il 27 e il 30 gennaio.
Libro copertina al flashback “Uru” di Fabio Carbone pubblicato per Fernandel. Ritorni di grido quali Fabiano Massimi con “Se esiste un perdono” (Longanesi), Bruno Morchio con “La fine è ignota” (Rizzoli), Charlotte Link con “La notte di Kate” per Corbaccio, Paolo Roversi con “Yellow Diamonds” per Sem, Giorgio Caponetti, “Avanti! Ma non troppo. L’insospettabile vita di Edmondo De Amicis“, (Francesco Brioschi Editore), Catena Fiorello con “Ciatuzzu“ per Rizzoli, Gianni Barbacetto per Chiarelettere con un amarcord su Berlusconi, Riccardo Ferrazzi, con “Premonizioni. Punti di contatto tra umano e divino nell’antichità“ per Oligo e debuttanti quali Luigi Weber, “Navi nel deserto”, per Il ramo e la foglia Edizioni, Olga Campofredda che firma la nuova collana per NN Editore con “Ragazze perbene“ o il caso Tanfoglio, la migliore editor del 2021 esordisce per Arkadia nell’antologia dedicata alla Sardegna assieme a nomi del calibro di Buozzi, Ciarapica, Galdino, Gargiullo, Martigli, Roversi coordinati dal curatore Giulio Pisano. Sempre l’editore sardo pubblica di Txani Rodriguez, “Gli ultimi romantici“. E un ritorno eccellente, sardo anch’esso è la pluripremiata e candidata al Nobel per la letteratura, Giovanna Mulas che edita da Prospettiva Editrice esce col nuovo “Peccato per le sbarre. Storie di donne invisibili“. Bellezza per grandi e piccoli con Elisa De Filippi e il suo “Ricette per bimbi, buone per tutta la famiglia”, (Red Edizioni). Enrico Fovanna s’innamora di lunedì e lo pubblica con Giunti e la coppia Edoardo De Angelis e Sandro Veronesi tornano con “Comandante” (Bompiani). Infine, ma non per questo meno importante, debuttano nella nostra piattaforma le edizioni Lorenzo de’ Medici Press con due uscite il 30:
Aphra Behn con “La monaca. La bella che trasgredì il voto” e H.G. Wells con “Paura e Mistero. Racconti“. Per gli eventi: il 26 gennaio nuovo format presso Yooghy Food in Corso Italia, 135 – Giarre (Ct) alle ore 19:30 dove viene sottoposto a processo un libro di un autore scelto dagli avvocati Patrizia Lionti e Mario Cavallaro con giudice Vladimir Di Prima, è la volta de “Il tornello dei dileggi” (Arkadia) e il secondo incontro della rassegna pre festività agatine “VenerDìLibri”, venerdì 27 alle ore 18:00 presso i locali di “m’BARuzzo”, in Via Bellini, 33 a Sant’Agata Li Battiati, con Valerio Musumeci che presenta il profetico “Agata rubata” (Bonfirraro)
L’inferno libresco supera l’inverno finalmente giunto!
Libro copertina, Uru di Fabio Carbone, Fernandel
Una creatura misteriosa turba il sonno di Paolo, gettandolo nell’angoscia. La sente muoversi lungo il perimetro della stanza, picchiettando il pavimento con le sue unghie ricurve. Finché una notte, svegliandosi con la sensazione di soffocare, nella penombra della camera distingue le sembianze di una grossa bestia accovacciata sul suo petto, intenta a scrutarlo. L’incontro dura pochi istanti, prima che la creatura con un balzo si dissolva nel buio lasciando Paolo nello sgomento. Nel frattempo una morte inspiegabile, forse un omicidio, scuote il call center dove lavora, già in subbuglio perché in procinto di essere delocalizzato. La polizia indaga senza esito, mentre tutto sfugge in una realtà rarefatta, sospesa fra l’inquietudine e l’allucinazione.
Sullo sfondo di un Salento fatto di campagne abbandonate e invase dai rifiuti, Fabio Carbone mette in scena il contrasto fra un mondo nuovo, governato dal cinismo e dalla mancanza di empatia, e la morente società contadina, di cui solo un’eco lontana lambisce la contemporaneità. Nel mezzo, sospeso tra il mondo vecchio e quello nuovo, c’è l’uru, creatura già presente nelle credenze di molte civiltà contadine. Manifestazione dei timori più reconditi e delle colpe mai espiate, di quegli impulsi più arcaici da cui la modernità si illude di essersi emancipata, essi prendono la forma dell’animale, una creatura fatta della stessa carne di chi ne subisce i tormenti.
“La notte lo sentì di nuovo. Si muoveva furtivamente lungo il perimetro della stanza, picchiettando il pavimento con le unghie che, lunghe e ricurve, sporgevano dalle zampe. Perlomeno, questo parve di sentire a Paolo che, con la testa stretta al cuscino madido di sudore, si sforzava di capire se quei passi fossero reali o frutto di un’insana suggestione, che lo avrebbe privato, un’altra volta ancora, del riposo. Il corpo, istintivamente irrigidito da quella presenza senza forma, si era contratto in posizione fetale, trincerato fra le lenzuola in una tenue quanto illusoria difesa da un agguato che sarebbe potuto giungere dal buio. Paolo non apriva gli occhi, forse per concedere ancora qualche istante alla speranza che ci fosse solo lui in camera, che se avesse atteso ancora, quei piccoli passi, quei ticchettii sulle mattonelle, sarebbero cessati senza turbare ulteriormente il suo sonno. Passarono pochi secondi, forse qualche minuto, nella stanza non si udiva più alcunché. Paolo avvertì pian piano svanire quell’oppressiva sensazione di allerta, e anche i muscoli si distesero a cercare quiete. Passò però molto tempo prima che si riaddormentasse, in quel giaciglio umido, increspato dai periodici movimenti tentacolari delle sue membra alla ricerca della posizione ideale, la sola in grado di conciliargli il sonno”.
Le uscite di martedì 24 gennaio
Fabiano Massimo, Se esiste un perdono, Longanesi
La storia dimenticata dello Schindler britannico. Un autore di grande successo in tutta Europa. Vincitore del Prix Polar 2022
La chiamano la Bambina del Sale, perché tutte le sere, quando il buio allaga la città, puoi incontrarla all’imbocco di un vicolo che vende ai passanti sacchetti in tela azzurra con dentro una manciata di sale, introvabile da tempo. Nessuno a Praga conosce il suo nome. Nessuno sa come si procura quella preziosa merce. La Bambina compare dopo il tramonto e scompare prima dell’alba, senza dare confidenza a chi incontra. Una moneta, un sacchetto. Tutto qui. È il 1938. Il furore nazista incombe sulla Cecoslovacchia e Hitler è alle soglie della città. La paura dilaga, soprattutto fra gli ebrei del Ghetto. Non c’è tempo, bisogna fuggire. Bisogna salvare i più deboli, come i bambini senza famiglia, come la Bambina del Sale. Un’impresa impossibile. Eppure c’è un uomo che ci crede, un inglese di origini ebraiche, Nicholas Winton, che tenta il miracolo: allestire treni diretti nel Regno Unito per mettere in salvo quanti più bambini possibile. Tra mille ostacoli logistici e politici, e con l’aiuto della giovane Petra che lo guida in una città a lui sconosciuta e colma di fascino, Winton sta per riuscire nel suo eroico intento. Ma la Bambina del Sale sembra non voglia farsi salvare. Perché quello sguardo sfuggente? Quale segreto nasconde? In questo romanzo, che racconta la vicenda vera e dimenticata di sir Nicholas Winton, tornata alla luce grazie a un commovente video della BBC dove l’uomo ottantenne incontra a sorpresa i “suoi” bambini ormai adulti, Fabiano Massimi ci accompagna in un viaggio fra storia e finzione, rischiarando una delle pagine più oscure del nostro passato con la luce della speranza.
Gianni Barbacetto, Una storia italiana. La storia completa del leader politico che è stato più a lungo presidente del Consiglio dopo Benito Mussolini e Giovanni Giolitti, Chiarelettere
Su Berlusconi crediamo di sapere tutto. Abbiamo visto tutto, letto tutto. Ma è proprio vero? I fatti noti e quelli sconosciuti, rimossi o dimenticati dell’uomo che nell’ultimo mezzo secolo ha forgiato l’Italia a sua immagine e somiglianza. “Una storia italiana”. Così titolava l’opuscolo illustrato, distribuito in milioni di copie a tutte le famiglie del paese alla vigilia delle elezioni politiche del 2001. Con intento agiografico ed elettorale, celebrava le doti umane e imprenditoriali di Silvio Berlusconi, il geniale e appassionato uomo d’affari che ha costruito un impero immobiliare, guidato al trionfo una società calcistica, sbaragliato il monopolio Rai edificando un autentico colosso mediatico, fondato al grido di “libertà” un partito nuovo e subito vincente, infondendo ottimismo e incondizionata fiducia in molti italiani. Da allora decine e decine di libri, film, articoli e dibattiti televisivi hanno fatto da coro alle gesta del Cavaliere. Gianni Barbacetto placa il fragore che circonda ogni atto della storia umana, imprenditoriale e politica di Berlusconi, e una dopo l’altra ripercorre ordinatamente, accanto alle vicende note, quelle sconosciute, dimenticate, sottovalutate, e talvolta oscure, che lo hanno visto protagonista. L’origine dei suoi primi milioni. I presunti rapporti con gli uomini di Cosa nostra. Le vere ragioni della sua “discesa in campo”. L’episodio della tangente che, se fosse stata scoperta nel 1993 dai magistrati di Mani pulite, avrebbe probabilmente cambiato corso al suo destino e a quello del paese. Tutte le leggi ad personam e gli stratagemmi che gli hanno permesso di uscire (quasi) indenne dai processi. La televisione, quella di Beautiful e del Drive In, la ricchezza esibita e il culto dell’eterna giovinezza, del potere e del successo a ogni costo. Ripercorrere la storia di Berlusconi significa anche raccontare l’evoluzione del costume italiano degli ultimi cinquant’anni. E dotarsi di qualche strumento in più per riconoscere il berlusconismo che alberga più o meno latente in molti di noi.
Catena Fiorello Galeano, Ciatuzzu, Rizzoli
Catena Fiorello ci consegna un romanzo commovente sulle sfide della vita e sul potere della memoria. Perché, anche nei momenti più bui, il ricordo indelebile delle nostre radici e di chi abbiamo amato ci porterà lontano. Ciatu miu, respiro mio. Voce e forza dell’anima. Sua mamma lo chiamava sempre così. Quando Ciatuzzu deve dirle addio, ha solo nove anni. È sempre stato un bambino felice e spensierato, ma un giorno un male incurabile l’ha portata via da lui. Da quel momento, ha dovuto fare i conti con il dolore e con l’assenza, sperimentando sulla propria pelle cosa significhi crescere senza l’amore della donna più importante. E Leto, il paesino affacciato sul mare dove vive, in cui la brezza si mischia al profumo di gelsomino, non sembra più lo stesso posto. Per fortuna, Ciatuzzu non è solo: oltre ai nonni e ai fratelli, può contare su persone speciali, come il custode del cimitero e Lucia, una picciridda preziosa per lui…Ma proprio quando sembra aver trovato una nuova dimensione, suo padre, emigrato in Belgio, lo costringe a raggiungerlo in quella terra straniera. E a Ciatuzzu il mondo crolla un’altra volta addosso. Lontano dalla Sicilia e dai suoi affetti più cari, presto si renderà conto che le paure, per essere sconfitte, vanno affrontate, e che si può vedere anche con gli occhi del cuore. Attraverso la voce straordinaria di un bambino degli anni Sessanta, leggeremo una potente storia di riscatto.
Charlotte Link, La notte di Kate, Corbaccio
Un nuovo omicidio riapre vecchie ferite nella cittadina di Scarborough… e nel passato di Kate Linville. «I thriller di Charlotte Link non sono mai solo casi da risolvere, sono storie di uomini e donne, di solitudine e di speranze distrutte. Sono libri che emozionano. Fino alla fine» (Deutsche Presse Agentur). «La nostra Queen of Crime scrive in un modo così avvincente che le pagine si girano da sole» (Grazia)
In una gelida notte di dicembre, una giovane donna attraversa in auto le North York Moors inglesi, una splendida area naturalistica affascinante quanto solitaria. La mattina il suo corpo viene trovato all’interno della vettura sul ciglio innevato di un viottolo fra i campi. Una testimone ha visto la sagoma di una persona incappucciata salire in macchina con lei lungo la strada. Chi è questa persona? La conosceva? È l’omicida? A sorpresa, un cold case archiviato nove anni prima dall’ispettore capo Caleb Hale getta una nuova luce sulle indagini, e Kate Linville, sergente investigativo della North Yorkshire Police, si ritrova a scavare all’ombra nera di vecchi peccati, dove allignano violenza e disperazione. Scostante, poco malleabile, sempre piena di dubbi, spesso oppressa dal senso di solitudine di chi non cerca di apparire diversa da come è, l’investigatrice Kate Linville, nata dalla penna di Charlotte Link, si afferma, indagine dopo indagine, come uno dei protagonisti più amati del thriller contemporaneo. E, anche questa volta, in un drammatico inseguimento nella neve, troverà il fil rouge di vicende apparentemente lontanissime fra loro. Ma forse potrà solo godere di una tregua: c’è chi non si è arreso e ha scommesso che la discesa agli inferi non è ancora conclusa…
Paolo Roversi, Yellow Diamonds, Sem
Torna la profiler Gaia Virgili che, insieme alla sua squadra dell’Europol, stavolta dovrà vedersela con un’agguerrita banda di rapinatori che assalta le gioiellerie più importanti d’Europa – da Parigi a Londra, da Roma ad Amsterdam – garantendosi, ogni volta, bottini stellari. Gli uomini della banda – che da anni sono diventati la bestia nera delle polizie europee – si fanno chiamare i Pink Panthers. Di tenero, però, non hanno nulla: sono ex militari provenienti dai Balcani e specializzati nel furto di diamanti.
Bruno Morchio, La fine è ignota, Rizzoli
Bruno Morchio attraversa i chiaroscuri di Genova, regalandoci un nuovo indimenticabile personaggio. Tra vite in bilico ed esistenze a perdere, con lo sguardo piantato nell’orizzonte, questo detective degli ultimi non dimentica mai da dove viene. Si aggira per i carruggi, è il miglior segugio di Genova. Il primo caso per Mariolino Migliaccio.
Mariolino Migliaccio ha poco più di trent’anni e neanche un soldo. Grande amante del cinema americano, fa l’investigatore privato e, senza licenza né ufficio, riceve i clienti in un bar dei carruggi. Da quando sua madre – che faceva la prostituta – è stata uccisa da un cliente, Mariolino ha perso tutto, tranne l’infallibile fiuto. Conosce ogni angolo di Genova e sa rovistare nei posti giusti per svelare i segreti della città. Non è un caso che Luigi il Vecchio, boss che gestisce una casa di tolleranza travestita da centro benessere, lo abbia assoldato per cercare Liveta, una delle “sue ragazze” sparita chissà dove. Quando Mariolino si renderà conto che non è stato ingaggiato per cercarla ma per risolvere una grana ben più grossa dell’organizzazione criminale, sarà troppo tardi per tirarsi indietro.
Le uscite di mercoledì 25 gennaio
Edoardo De Angelis e Sandro Veronesi, Comandante, Bompiani
Un ufficiale della Regia Marina italiana, in piena guerra, disobbedisce agli ordini tedeschi e salva i nemici appena affondati col suo sommergibile. L’avvincente racconto dell’atto eroico compiuto da un nostro connazionale durante la Seconda guerra mondiale è anche il grido altissimo, senza tempo, dell’indignazione e della speranza contro la barbarie di ogni conflitto. Le donne non vanno alla guerra, le donne rimangono a casa con i figli e il cuore gonfio di pensieri. Le donne non ricevono notizie perché le comunicazioni radio vanno centellinate, eppure il comandante Todaro scrive a Rina tutti i giorni, le racconta la vita sul Cappellini, il sommergibile che sta conducendo a far la guerra nel grande oceano. Chissà se quelle lettere la raggiungeranno o si perderanno sul fondo dell’abisso insieme alla voce di Marcon, aiutante di bordo, il volto sfigurato dall’acetilene e quell’accento venexian che scalda il cuore al comandante. Insieme alla voce di Schiassi, il marconista, che con l’idrofono ausculta le profondità. All’accento campano di Stumpo, il motorista-corallaro, capace di riconoscere i polpi femmina e di dare la vita per i compagni. A quello di Giggino, il cambusiere, che ancora non sa quanto scaldano il cuore le patatine fritte. A quelle di tutto l’equipaggio del Cappellini. Ma non c’è tempo per pensarci, perché all’orizzonte si profila la sagoma di un mercantile che viaggia a luci spente. Bisogna affondarlo, e i valorosi uomini di Todaro affrontano con successo un duro scontro a fuoco. Ma a questo punto il loro comandante prende una decisione destinata a fare la storia: salvare tutti e ventisei i superstiti, navigando in emersione per quattro giorni e quattro notti con gravissimo rischio. Perché quelli per lui non sono nemici, sono naufraghi. E quando qualcuno gli chiederà “Ma voi, chi siete?”, il Comandante risponderà: “Un italiano. E un uomo di mare. Come voi.”
Enrico Fovanna, Lunedì m’innamoro, Giunti
Ludovico riceve una richiesta di contatto su Facebook da parte di Febo, l’amico inseparabile della sua giovinezza. La cosa lo sconcerta: Febo, infatti, è morto da vent’anni. È uno scherzo di cattivo gusto? Un caso di omonimia? Per sciogliere l?enigma Ludovico ripercorre fin dalle radici la loro incancellabile amicizia. Università di Pavia, primi anni Ottanta. Febo è brillante, colto, tormentato, seduttore; Ludovico è un rustico e solitario figlio delle montagne, in perenne disagio. Condivideranno i giorni migliori della loro vita: le notti che sembrano eterne e gli amori che durano un attimo, la musica e le disquisizioni su Dio, la libertà conquistata e subito persa nell’eroina. Una storia di fratellanza che si legge d?un fiato, un’ode al tempo che scorre e ci cambia, un mistero che si dipana fino alla sorprendente conclusione.
Elisa De Filippi, Ricette per bimbi, buone per tutta la famiglia, Red Edizioni
Che cosa accade quando termina la fase dello svezzamento? Come capire che è finito il “periodo dei tagli sicuri”? Come continuare a nutrire correttamente un bambino? Mettere in tavola pasti equilibrati e che siano anche adatti a tutta la famiglia è un obiettivo facilmente raggiungibile, ma con le dovute accortezze nutrizionali. I bambini non sono adulti in miniatura e per questo è bene continuare a riservare loro le giuste attenzioni anche dal punto di vista alimentare per favorire una crescita sana. Questo libro nasce con l’obiettivo di aiutare i genitori ad affrontare il “post svezzamento” in maniera naturale e serena: Illustra come cambia l’alimentazione nei primi anni di vita del bambino e quali sono i nutrienti che non devono mancare nel suo piatto. Spiega come affrontare tante situazioni pratiche della vita di tutti i giorni, dalla prima colazione alla cena. Aiuta a superare i momenti difficili a tavola, come i rifiuti completi dei pasti o l’”odio” verso le verdure. Presenta oltre 100 semplici ricette, gustose e collaudate, che stuzzicheranno l’appetito di tutta la famiglia. Suggerisce come combinare le ricette proposte all’interno di menu settimanali adattabili a ogni esigenza.
Cinque titoli per Morellini in uscita venerdì 27 gennaio
Vito Ribaudo, Omega e Omicron, Morellini
Le vite di due gemelli diversi unite da un istante tragico. «A ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Principio della dinamica e fotografia della loro sfortuna reciproca. Anche i gemelli sono uguali e contrari». I due gemelli, Omega e Omicron, sono i prototipi dei giovani in cerca di occupazione, nati in una famiglia per bene e con tutti i presupposti per trovare il loro posto nel mondo. Crescono nell’epoca dei licenziamenti economici, in mezzo ai corsi di formazione obbligatori, agli scontri di piazza, alle infiltrazioni terroristiche e alle evoluzioni dei sindacati. Mentre uno si impegna a diventare imprenditore di grande successo nel mondo digitale, l’altro lavora in un fast food mentre prosegue con gli studi. Il primo lotta per affermarsi utilizzando ogni strumento a sua disposizione, il secondo è più riflessivo e ponderato. Al termine di una serie di episodi rocamboleschi, le vite dei gemelli combaciano, si sfiorano, si intersecano e si respingono, fino a quando un evento determinante cambierà per sempre la loro storia.
Gianfranco Falcone, 21 volte Carmela, Morellini
21 sfumature di femminilità, 21 modi di essere donna in un romanzo dalla struttura originale e avvincente. «C’è stato un tempo in cui ho vissuto piena di sgomento, ferma, immobile. Attenta a non muovere neanche l’aria attorno a me, perché altrimenti il mondo si sarebbe accorto dei miei desideri. Sono uscita da quel torpore in modo improvviso, inaspettato». Carmela è sempre nella medesima stanza d’albergo. La sua fisicità è sempre la stessa. Ma lei è sempre sé stessa nel suo essere? È la bambina, l’adolescente, la psicoanalista, la folle… Al chiuso della stanza queste Carmela si raccontano, si confrontano, con sé stesse e con il mondo, ognuna con esiti diversi, fino al quadro finale che chiude il cerchio, o apre altri cerchi. Tramite questi 21 ritratti l’autore si confronta con il femminile, forse il suo, forse con il femminile tout court. In filigrana anche il confronto dell’autore con il maschile, con le diverse facce reali o forse soltanto possibili di una donna, quelle mostrate al mondo e anche quelle soltanto ipotizzate, desiderate o temute. La moltitudine del singolo qui si rivela in una carrellata di volti in cui diventa impossibile non riconoscere almeno un tratto di sé.
Daniele Sartini, Dopo la tempesta, Morellini
Un giallo con tocchi di ironia ambientato a Viareggio dopo il disastro ferroviario del 2009. Con la prefazione di Gaja Cenciarelli.
«Poi osservò il nipote. Iniziò dai riccioli, scivolò sul naso sottile e corto come il suo, passò sulla bocca e scese sul mento. Trovò in quel tragitto fatto di pelle, cartilagini e ossa ciò che la Tempesta aveva portato via. In quelle pieghe, in quel pigmento lavorato dal salmastro di Viareggio, dagli anni, c’erano frammenti di quello che gli mancava». Viareggio, giugno 2019. Sono passati dieci anni dall’incidente ferroviario che causò 32 morti e 25 feriti. Sauro Lucchesi e suo zio Osvaldo Baglini sono i superstiti di una famiglia che la Tempesta, come il Baglini ha ribattezzato l’incidente, si è portata via. Sono uomini di generazioni e abitudini diverse, costretti a imparare a conoscersi, a convivere per provare a spartirsi il peso del dolore. Sauro inaugura la sua agenzia investigativa. Osvaldo, impiegato di polizia ormai in pensione, lo aiuta nella prima indagine. Quella che sembra una semplice investigazione, commissionata da una donna per il presunto tradimento del marito, si rivelerà essere il frammento di una vicenda molto più grande e pericolosa. Durante questa loro prima indagine, che si svolgerà tutta a Viareggio e nelle località limitrofe, Sauro e Osvaldo dovranno fare i conti anche con le ferite che condizionano tutte le loro relazioni. La Tempesta si aggirerà ancora per le strade di Viareggio. Avrà le gambe di chi è rimasto. Di chi è consapevole di “essere più morto dei morti veri”. Un romanzo che intreccia l’indagine, la formazione dei due protagonisti e la realtà di una città che da quel giugno 2009 è cambiata per sempre.
Manuela Costantini, Il tavolo blu, Morellini
L’incontro tra due donne in una storia di ricerca e di scoperta, un romanzo corale dove i personaggi vogliono riuscire, tutti, a chiudere un cerchio. E poi ricominciare. «Guarda ancora una volta quei rami protesi come artigli che non hanno più nulla a cui aggrapparsi. Sono come lei: sbeccati, lacerati, e tenuti stretti indissolubilmente a radici ormai sradicate. Arriva sempre il momento di scegliere, di andare via e di tornare. C’è un tavolo blu che l’aspetta». Mirna vive ad Amalbena, una piccola città sul mar Adriatico. Ci è arrivata da bambina, insieme a sua madre Diana, che ora è morta. Mentre cerca di raccogliere i pezzi e affrontare il lutto insieme al suo patrigno, incontra Rachele, che ha da poco preso in gestione un ristorante in città. Si è trasferita per ricominciare, un’altra volta. Quando Mirna entra nel ristorante di Rachele e va a sedersi al tavolo blu, le due scoprono di avere molto in comune: Diana.
Diana e Rachele sono cresciute insieme in un orfanotrofio, hanno vissuto diciannove anni in simbiosi come sorelle, nonostante non avessero neppure un gene in comune. Tra Rachele e Mirna nasce un rapporto fatto di confidenze, avvicinamenti e distanze. Tra loro lo spettro del ricordo di Diana, sempre presente.
Libro controcopertina, “L’Italia delle donne” di Alida Ardemagni, Morellini
Un viaggio per l’Italia nei luoghi delle grandi donne: streghe, sante, pittrici, scienziate, imprenditrici, ecc. «AstroSamantha è stata molto felice quando qualche anno fa le è stata dedicata una bambola Barbie, per dare alle bambine un modello femminile positivo a cui ispirarsi: “A volte le piccole cose possono piantare i semi di grandi sogni”». Le donne hanno fatto grande l’Italia e le loro storie lo dimostrano. Le 80 donne protagoniste del libro sono resilienti, creative, geniali. Hanno sfidato i tempi e hanno vinto. Alcune sono vissute secoli fa, altre sono qui fra noi, testimonianza vivente del loro coraggio e del loro valore. Ci sono donne famose e altre pressoché sconosciute, donne di ogni estrazione sociale, donne che hanno sfidato le ingiustizie, scrittrici e pittrici, stiliste e imprenditrici, scienziate e ricercatrici in lotta contro i virus e persino un’astronauta. Alle giovani donne è dedicato questo libro, scritto volutamente in modo divulgativo, un saggio “leggero”, ma ricco di avvenimenti, emozioni e spunti di riflessione. A ogni donna sono associati spunti di viaggio nei luoghi dove è vissuta o che l’hanno resa celebre: percorsi di genere che formano un atlante tutto al femminile.
Giovanna Mulas, Peccato per le sbarre. Storie di donne invisibili, Prospettiva editrice
Un filo rosso di violenza, dimenticanza e individualismo unisce nomi, tempo e luoghi diversi in quella che è una girandola di esperienze traumatiche o ironiche, indimenticabili. Personaggi vibranti di odio e amore; vivi come l’obesa Annichilina, schizofrenici come una Cecilia costretta ad abortire: comunque tutti pronti, pagina dopo pagina, a trascinarci nella loro realtà. A parlarci come madri o matrigne: a farci riflettere su una società diversa, non sempre migliore.
Giulio Pisano (a cura di), Luoghi Letterari. Sardegna, Arkadia
Un interesse rinnovato per i piccoli borghi, fuori dagli itinerari turistici tradizionali, attraverso gli occhi di sette grandi scrittori capaci di ammaliare con le loro opere milioni di lettori. Ognuno, con lo stile che lo contraddistingue, racconta il paese in cui ha soggiornato, per dare al lettore la sua interpretazione del vissuto attraverso l’arte della scrittura. Nel solco tracciato dalla grande letteratura di viaggio, uno spaccato della Sardegna da un punto di vista totalmente nuovo che farà viaggiare con la mente in luoghi misteriosi e poco conosciuti. In questo volume Carlo A. Martigli, Valeria Gargiullo, Giulia Ciarapica, Michela Tanfoglio, Paolo Roversi, Bea Buozzi e Diego Galdino raccontano Villacidro, Desulo, San Giovanni Suergiu, Sant’Anna Arresi, Ovodda e Dolianova.
Txani Rodríguez, Gli ultimi romantici, Arkadia
La vita di Irune si svolge tra la sua casa e la fabbrica di carta dove lavora, in una città industriale vicino Bilbao, dove si è trasferita per stare vicino alla tomba dei suoi genitori. Insicura, un po’ maniacale e ipocondriaca, questa giovane donna è capace di affrontare il mondo quando sente di doverlo fare, e cerca di vivere secondo valori che la società sembra aver dimenticato. La sua cerchia si riduce ai colleghi di lavoro, alla vicina di casa e a un operatore telefonico delle ferrovie che lei chiama furtivamente per consultare gli orari dei treni che non riesce mai a prendere. Quando nella fabbrica sorge un conflitto, senza sapere esattamente come, Irune finisce per essere coinvolta. Da quel momento la sua vita prende una piega inaspettata e l’opportunità che stava inconsapevolmente aspettando le si presenta davanti. Gli ultimi romantici, romanzo vincitore del Premio Euskadi di Letteratura 2021, parla dei sogni che ci spingono ad agire e del valore di ciò che è veramente importante, nelle nostre vite. La scrittura di Txani Rodríguez è elegante, luminosa e diretta, e ci parla di ciò che ci rende una comunità: la cura delle persone, la solidarietà e il rapporto con la natura che ci circonda.
Olga Campofredda, Ragazze perbene, NN Editore
“Ci avevano cresciute lasciandoci credere che saremmo diventate donne quando avremmo imparato a badare a una casa tutta nostra, a prenderci cura dei nostri figli, di nostro marito. Crescere non sembrava poi così difficile, le istruzioni erano davanti ai nostri occhi, erano ovunque: a scuola, a casa, in chiesa la domenica, alla cassa del supermercato. Non eravamo pronte a fare i conti con il desiderio, nessuno ce ne aveva mai parlato”
Nelle città di provincia le ragazze perbene si assomigliano tutte. Per sottrarsi a un futuro già raccontato, Clara si trasferisce a Londra, dove insegna italiano a ricchi expat e si trova intrappolata nel vortice degli incontri online. Ma il matrimonio della bellissima cugina Rossella, inseparabile compagna d’infanzia diventata poi modella di abiti da sposa, la richiama a Caserta. Clara si trova così ancora immersa nel mondo da cui è fuggita: all’addio al nubilato della cugina rivede le vecchie compagne di scuola, e nei giorni successivi incontra Luca, lo sposo, con cui aveva stretto in passato un’amicizia clandestina. All’improvviso, però, Rossella scompare senza lasciare traccia. E Clara, convinta che la cugina nasconda qualcosa, scopre nel suo diario un segreto impossibile da confidare, che minaccia il futuro radioso che Rossella ha sempre incarnato. Olga Campofreda toglie il velo sulle seconde vite e i desideri nascosti delle ragazze perbene, i cui destini sono specchio di una femminilità che parla di sacrifici e rinunce, di principi azzurri e segreti, di infelicità che si tramandano nel tempo, di madre in figlia. E racconta la storia di una ragazza che si ribella a sogni e consuetudini già logore, per inventare una strada nuova, tutta sua, da costruire con consapevolezza giorno dopo giorno.
Questo libro è per chi si perde a immaginare le storie dei personaggi ritratti nei quadri, per chi ha passato lunghi pomeriggi ad ascoltare Baby one more time sul walkman, per chi ha scoperto il piacere tra le mani di un estraneo, e per i fiori veri che sbocciano nelle città di plastica, oggetti semplici e fragilissimi, e per questo meravigliosi.
Riccardo Ferrazzi, Premonizioni. Punti di contatto tra umano e divino nell’antichità, Oligo
Alessandro Magno, Giulio Cesare, Mosè, Gesù e, ancora, Costantino. Cosa hanno in comune? Hanno avuto delle premonizioni. Con sogni e visioni hanno intravisto porzioni di futuro. In questo breve saggio si parlerà di oracoli antichi (caldei, etruschi, greci e romani), ma anche di personaggi storici, uomini illustri e fondatori di grandi religioni, per provare a capire in cosa credessero le società che ci hanno preceduto.
«Gli antichi ritenevano che il destino di ogni uomo fosse scritto nella totalità della Natura in un modo inattingibile alla ragione dialettica; dunque, per squarciare il velo del futuro, bisognava collocarsi al di là della ragione. E per questo motivo sibille e indovini procuravano di raggiungere uno stato di “furore profetico”, naturale o indotto. Non è un’idea soltanto greca: i profeti ebrei asserivano di parlare invasati, al punto da essere niente più che una bocca attraverso la quale parlava Dio. Nella tradizione slava i veggenti sono persone mentalmente disturbate che, quando non profetano, sono considerate gli “scemi del villaggio”. In Siberia e fra i nativi americani gli sciamani erano (e sono, infatti ne esistono ancora) ritenuti come minimo degli originali. Una caratteristica comune ai profeti e veggenti di tutte le latitudini era che fossero un po’ folli o posseduti da uno spirito o almeno che avessero visioni durante il sonno. La comunicazione privilegiata dell’indovino con la Natura prendeva le mosse dalla convinzione che il cosmo non fosse governato dal caso, ma dal fato. Per i veggenti il futuro non è casuale e imprevedibile come il lancio dei dadi, ma discende da una ferrea logica trascendente. E siccome la logica del fato va ben oltre la ragione umana, per conoscere il futuro le sibille non cercavano di interpretare dei segni ma, al contrario, facevano tacere la ragione per entrare in sintonia con la Natura».
Giorgio Caponetti, Avanti! Ma non troppo. L’insospettabile vita di Edmondo De Amicis, Francesco Brioschi Editore
Costruendo un arco narrativo che va dalla seconda metà dell’Ottocento fino ai primi del Novecento, Caponetti amplia i confini entro cui è stretto da troppo tempo il ricordo di De Amicis, facendo emergere il ritratto non retorico di colui che si cela dietro l’autore: il ragazzo, l’uomo e il padre
Ogni sequenza dettagliata di fatti assume la forma del racconto. Ma “Avanti!” ha qualcosa in più, gli inserti autografi di uno scrittore tanto prolifico quanto sfaccettato: Edmondo De Amicis. Chi lo associa esclusivamente a uno dei più grandi classici italiani, il libro “Cuore”, si sbaglia di grosso. Attraverso le sue opere, compresi articoli e diari di viaggio, ripercorriamo non solo le tappe fondamentali della sua storia personale, ma anche alcune della Storia con la maiuscola. In un appassionante ritorno al passato, scopriamo una vita più avventurosa di quanto si possa immaginare, tra trionfi e cadute, amori e tragedie, impegno culturale e incursioni nella scena politica. Scopriamo un grande sostenitore di quel Socialismo che sognava di cambiare il mondo. E che in parte lo avrebbe fatto, anche grazie a lui. Costruendo un arco narrativo che va dalla seconda metà dell’Ottocento fino ai primi del Novecento, Caponetti amplia i confini entro cui è stretto da troppo tempo il ricordo di De Amicis, facendo emergere il ritratto non retorico di colui che si cela dietro l’autore: il ragazzo, l’uomo e il padre.
Luigi Weber, Navi nel deserto, Il ramo e la foglia
«Uscii dal mio nascondiglio soltanto quando fui certo che gli alianti se ne fossero andati. Le loro grandi ombre avevano cessato di danzare silenziose sulla sabbia, tremolando come luci nell’acqua ogniqualvolta incontravano dei rottami affioranti dalla pelle granulosa del deserto; e fu allora, sgattaiolato fuori dall’anfratto in cui avevo trovato rifugio – non era poi altro che l’abitacolo rugginoso d’una vecchia automobile rovesciata – che riconobbi un complice sorriso nelle larghe cromature ossidate, di quello e dei tanti veicoli ammassati all’intorno. Mentalmente li ringraziai. Dopo giorni e giorni vissuti da braccato, avevo bisogno d’un po’ di cordialità, anche solo quella metallica di qualche centinaio d’auto abbandonate. […]»
Se c’era un detto autentico in bocca a quello sputasentenze di Schomberg, era “la mia strada la segnano i fuochi nella notte”. In un deserto punteggiato di piccole oasi, di rocche fortificate alte su speroni di pietra, tra piste di terra battuta per navi a ruote e città abbandonate che emergono dalle sabbie come relitti, giocano a scacchi con il destino e la morte un giovane capitano inesperto, un traditore, un naufrago, un uomo ossessionato dal desiderio di vendetta, una ragazza inquieta e la sua nutrice. Naviganti, Pirati, Isolane e Cittadini dividono una terra aspra, inospitale, e se la contendono intrecciando odio, pregiudizi, incomprensioni. Attorno a loro, da ogni parte, si innalzano lenti nel cielo i sette pilastri della distruzione. I grandi romanzi e i personaggi di Joseph Conrad, affondati, sbriciolati e dispersi in un mare solido, tornano a incontrarsi e scontrarsi lungo le piste di una storia tutta nuova. Questo libro è figlio illegittimo di molti padri: di Joseph Conrad, gli echi dei cui personaggi possiamo trovare più nitidamente tra le righe, ma anche di altri autori, tra i quali Melville, Ballard, Michele Mari, Petronio; e non meno dei tragici greci e delle fiabe persiane. “Navi nel deserto” è una storia di relazioni umane in un imprecisato altrove, spaziale e temporale, dove le vestigia di quella che sembra essere stata la nostra epoca sono ricoperte dalle sabbie del deserto, nuovo scenario di amicizie, amori e tragedie umane.
Sei titoli per Algra in uscita lunedì 30 gennaio
AA. VV., Un bellissimo narrare. Raccolta antologica Premio Ercole Patti, Algra
Dieci narrazioni per dieci autori (Una vita a cottimo di Giusi Arimatea; Cerco disperatamente qualche cosa che mi manca tanto di Consuelo Consoli; Il respiro del mare di Carlo Monteleone; Non ora, pa’ di Daniela Pellegrino; 9 novembre 1943 di Sandra Puccini; Il libro di Natale. Storia di un soldato italiano in Jugoslavia di Andrea Puglisi; La doccia di Marco Rinaldi; Segreto in cattedrale di Lucia Russo; X di Loredana Trovato; L’altra faccia della luna di Giuseppe Vetromile).
Giuseppe Crispi, Per grazia (non) ricevuta, Algra
Tradizioni popolari e avvenimenti storici, quelli della seconda guerra mondiale, fanno da sfondo al racconto che prende spunto e si snoda seguendo le note contenute in un vecchio quaderno, una sorta di diario, rinvenuto per caso, dopo un sisma, all’interno di una cassapanca. Turi è un giovane siciliano che unisce al lavoro nei campi l’interesse per la letteratura. S’innamora, ricambiato, di Grazia, ma lo scoppio del secondo conflitto mondiale e, dopo il suo arruolamento, la partenza per la Russia, sconvolgeranno la sua vita e quella delle persone che lo circondano.
Salvatore Borzì, Il colore del buio, Algra
Anche il buio ha un colore. Quello della luce, che prima o poi non puoi non vedere mentre ti trovi nel nero dell’oscurità cui spesso la vita ti costringe con tutto il suo carico di dolore. Lo sa bene la protagonista, Margareth, che riesce a riscoprire la sua luce grazie a Ermocrate, un professore tutto particolare di Letteratura greca, che le pianta nel cuore il bisogno della memoria, di chi siamo stati per capire chi vogliamo essere, e di combattere per un’idea, un sogno, poco importa se si vince o perde, perché ciò che conta è la lotta, la sola che sa dare senso alla vita. È la tua luce.
Milena Privitera, Straniere a Taormina, Algra
Le viaggiatrici arricchiscono la letteratura odeporica con l’empatia e la sensibilità tipica delle donne. I loro racconti sono diversi ma tutti interessanti volti a evidenziare la bellezza mozzafiato dei luoghi e ad affrontare temi di carattere sociale e addirittura politico. Le viaggiatrici osservano, analizzano, annotano descrivono fatti di vita giornalieri, usi e costumi locali, ricostruiscono vicende storiche, riferiscono di incontri che segnano le loro vite. Grazie al viaggio conoscono altre culture e affermano la propria libertà nel pensare e nel comportarsi. Attraverso i loro occhi scopriamo una Taormina antica che non esiste più ma che dovremmo sempre e per sempre custodire nel nostro cuore.
Salvatore Musumeci, Pagine sparse… Storia e storie di Sicilia… Conoscere per conoscersi (4 volumi), Algra
«Quante Sicilie esistono? Si chiedeva lo scrittore Gesualdo Bufalino, e non poteva che rispondere: “Molte”. “Vero è che le Sicilie sono tante, non finiremo mai di contarle: vi è la Sicilia verde del carrubo, quella bianca delle saline, quella gialla dello zolfo, quella bionda del miele, quella purpurea della lava; vi è la Sicilia ‘babba’, cioè mite, fino a sembrare stupida e la Sicilia ‘sperta’, cioè furba, dedita alle più utilitarie pratiche della violenza e della frode; vi è una Sicilia pigra e una frenetica, una che si estenua nell’angoscia della roba, una che recita la vita come un copione di carnevale e una, infine, che si sporge da un crinale di vento in un accesso d’abbagliato delirio…”. Di tutte queste Sicilie e dei molti modi d’essere siciliani ci offre un repertorio straordinario e coinvolgente il testo di Salvatore Musumeci, che è un testo di storia della Sicilia, ma anche di storie dei siciliani». (Dalla prefazione di Domenico Cacopardo)
Sandra Marchese Nicotra, Solo per caso, Algra
“Quel delitto era particolarmente crudele, mostrava una mentalità da insetto, come l’ichneumonidae che penetra nel corpo della vittima, ne paralizza il cervello e permette alla larva di nutrirsene dall’interno”. Un paesino tranquillo, abitato da gente semplice; una grande fabbrica; una famiglia importante; due cugini rivali da sempre. E poi… un delitto impensabile. Riuscirà il commissario Rienzi a trovare il bandolo di una matassa imbrogliatasi, apparentemente, “solo per caso”?
H.G. Wells, Paura e mistero. Racconti, Lorenzo de’ Medici Press
Fantasmi inquietanti, mostri degli abissi, assassini spietati, orchidee mortali, escursioni nell’aldilà… Finalmente disponibili in una nuova traduzione dodici racconti introvabili di H. G. Wells, tutti dedicati al genere “noir” nelle più diverse sfaccettature. L’autore de La guerra dei mondi e La macchina del tempo ci trasporta fra gli incubi dell’animo e le paurose vicende legate a inspiegabili fenomeni della natura. Racconti che al tempo stesso spaventano e divertono in un continuo caleidoscopio di emozioni. Timori e terrori raccontati con l’inventiva e la maestria inconfondibili di uno dei più grandi romanzieri inglesi tra Otto e Novecento. Titoli dei racconti: “Sotto i ferri”, “La stanza rossa”, “I successi di un tassidermista”, “Il bacillo rubato”, “Il furto di Hammerpond Park”, “La fioritura della strana orchidea”, “Nell’osservatorio di Avu”,“Il fabbricante di diamanti”, “Il tesoro nella foresta”, “L’eccezionale caso degli occhi di Davidson”, “I predoni del mare”, “La valle dei ragni”.
Aphra Behn, La monaca. La bella che trasgredì il voto, Lorenzo de’ Medici Press
Per la prima volta tradotto in italiano, il romanzo breve La monaca rientra nella tematica più genuina di Aphra Behn: la polemica contro la repressione del desiderio femminile, vuoi con i matrimoni combinati, vuoi, come qui, con il voto monacale. La storia ne mostra i disastrosi effetti: la giovane Isabella, che avrebbe potuto vivere felice nel mondo, avrà prima l’anima dolorosamente lacerata, poi fuggirà dal convento rubandone i beni, e infine verrà spinta al delitto. The History of the Nun, uscì nell’anno della morte di Aphra, il 1689. Durante la sua vita Aphra Behn aveva destato scandalo, sia per la rappresentazione letteraria del desiderio femminile sia per la sua libertà di vita. Ebbe amanti di entrambi i sessi ed ebbe in particolare una relazione con l’avvocato John Hoyle, notoriamente bisessuale. Dopo secoli di discredito, negli ultimi decenni l’opera di Aphra Behn è stata ampiamente rivalutata, soprattutto da scrittrici e critiche femministe. Un vero elogio le fu tributato da Vita Sackville-West con il volume Aphra Behn – The Incomparable Astrea (1927). Virginia Woolf, in A Room of One’s Own (1929) inserisce un’intera sezione dedicata a lei.
«Il contrasto tra la scelta della vita religiosa e le pulsioni naturali si manifesta in Isabella – la protagonista del racconto – ancor prima di aver preso i voti. Come la Giulietta di Shakespeare (e la sua amica Katteriena, ormai monaca nello stesso convento) ella avverte il desiderio amoroso già a tredici anni. Si sente attratta dal suo innamorato, il giovane Villenoys, ma per i condizionamenti cui è stata sottoposta è convinta che non le sia permesso amare. Per questo, a differenza di Giulietta, reprime la spontaneità del suo sentimento, e respinge Villenoys per seguire la strada che le è stata additata e che crede di avere scelto di sua volontà. Quando, dopo aver preso i voti, Isabella confessa a Katteriena il suo amore per Henault, il fratello di lei che viene spesso a visitarle, si dichiara “troppo sincera per far ricorso alla menzogna in qualsiasi cosa”. Senza dubbio in quel momento non mente; ma quando, ascoltando non vista la conversazione tra Katteriena e il fratello, apprende di essere amata da lui, non si fa scrupolo di ricorrere alla finzione con l’amica, allo scopo di assecondare il suo amore e far credere che l’iniziativa sia partita da Henault. È il primo passo verso la corruzione morale di Isabella, che in seguito la porterà a colpe ben più gravi; ma è anche l’inevitabile effetto del condizionamento imposto su un carattere che altrimenti avrebbe conservato la sua nobiltà Per vincere il desiderio, Isabella tenta onestamente la via delle pratiche penitenziali; ma, sembra dirci Aphra Behn, il desiderio – anzi la natura – non può essere conculcato da nessuna regola religiosa. Anche Isabella dovrà alla fine riconoscere la vanità di questi sforzi; Il modo di pensare cui è stata abituata non le permette di dar corso autonomamente alla propria scelta. Possiamo riconoscere qui una condanna implicita, ma senza appello, da parte di Aphra Behn, delle costrizioni cui la donna viene sottoposta in nome della religione» dalla introduzione di A. Setaioli.
Gli eventi
Il 26 gennaio a Giarre il “processo” al Tornello dei dileggi
Giovedì 26 gennaio, alle ore 19.30, allo Yoghi Food di Corso Italia 135 a Giarre, il format “Caccia all’autore”, dove viene processato un libro, vedrà gli avvocati Patrizia Lionti e Mario Cavallaro a battagliare alla presenza del giudice, lo scrittore Vladimir Di Prima, su “Il tornello dei dileggi“, Arkadia. Un vero e proprio processo ai libri che hanno segnato a svolta nell’editoria contemporanea.
Il 27 gennaio a Sant’Agata li Battiati l’Agata rubata di Valerio Musumeci
Venerdì 27 gennaio, in pieno clima di pre-festività agatine, in calendario il secondo incontro della rassegna “VenerDìLibri” al caffè m’Baruzzo di Via Bellini 33, a Sant’Agata Li Battiati, con “Agata rubata” di Valerio Musumeci, edito da Bonfirraro.
Perché la festa di Sant’Agata è stata annullata? Perché Alessandro Amenta, sindaco di Catania, ha lasciato la città dopo aver firmato l’ordinanza? E perché alcuni autobus stanno prendendo fuoco, seminando il panico tra i cittadini? Salvo Lanza, firma di punta de L’Occhio, non capisce cosa stia accadendo. Nemmeno Sonia, moglie del sindaco e sua amante, riesce a dargli una traccia. Il giornalista si trascina in una città popolata da angeli e demoni, fattucchiere e sacerdoti folli, mafiosi e politicanti da strapazzo, senza trovare una soluzione. Finché l’incontro con un misterioso giovane lo metterà sulla strada della verità. La verità è incomprensibile, più di tutto il resto. Lanza avrà soltanto pochi giorni per provare ad afferrarla. Forse il motivo di ciò che sta accadendo è nascosto nel suo passato. E lui deve riuscire a scoprirlo, prima che Catania precipiti nel caos, e trascini tutti con sé.
Salvatore Massimo Fazio
Il link alle segnalazioni su SicilyMag: https://bit.ly/3kIC8nC
Amicizia da adulte: le storie
Amiche adulte: un’affinità di anima
La parola alle donne che hanno riscoperto l’amicizia tardiva
Legami con cui condividere passioni
L’amicizia in età adulta è un arricchimento emotivo
…e una linfa per l’anima
Si chiama “amicizia orizzontale matura” e compare quando abbiamo imparato a stare di più da sole con noi stesse, a vivere il gruppo non come bisogno quotidiano. È pacata e paritaria, meno attenta alla data di nascita del legame. E tuttavia non ha nulla da invidiare a quelle giovanili: la spontaneità è una dote personale, non anagrafica. Ne parla Contro-filosofia dell’amicizia (Feltrinelli Urra), un bel saggio di Simonetta Tassinari, docente nei licei e counselor, che conferma come col tempo la rinascita delle donne vada spesso di pari passo con la tessitura di una rete fatta di nuove amiche, in un mix di supporto e leggerezza.
Amicizia da adulte: le storie
E tante storie lo testimoniano. «Nel mio romanzo parlo della Castidda: un castello al femminile, un’impresa portata avanti da donne capaci di emancipazione non solo economica, perché a un certo punto creano una rete che è possibilità di volo, sapendo che, in caso di caduta, mani amiche ti accoglieranno» racconta Tea Ranno, 59 anni, giurista e autrice di “Gioia mia” (Mondadori). «Anche io ho realizzato la mia Castidda interiore. Nel 2009 ho avuto un gravissimo problema di salute e mi sono ritrovata accanto amiche che si sanno fare “corda che ti tira fuori da un pozzo”. Sono le sorelle per scelta. Alcune di noi hanno visto il mondo, altre no; alcune si sono dedicate alla famiglia, altre hanno scelto una solitudine “a intermittenza”. Ci piace cucinare insieme, parlare di libri e film, raccontarci la vita. Quando avevo due figlie piccole e una quotidianità complicata, mi sono ritrovata accanto le mamme degli altri bambini e con loro è scattato il primo “mutuo soccorso”.
Amiche adulte: un’affinità di anima
Le amiche di adesso invece sono più vicinanza d’anima: resistono a incomprensioni e critiche perché prevale l’“amurusanza”, ovvero il bene. Non si tratta di tappare un buco affettivo: ho una famiglia stabile e bella, ma loro mi aiutano ad apprezzare i “francobolli di felicità”, i frammenti di gioia che, a ben guardare, anche la giornata più nera possiede». Con gli occhi delle amiche il nero si dissolve, a volte te ne accorgi in viaggio. «Sono andata a piedi da Camaiore a Roma lungo la via Francigena percorrendo il cammino che fa Angela, la protagonista del mio romanzo: una 60enne solare che si ritrova in un matrimonio stagnante e parte per schiarirsi le idee sul proprio futuro» dice Olivia Crosio, milanese, 65 anni, traduttrice, autrice di “La mentalità della sardina” (Arkadia). «Ho superato le mie paure e riscoperto il bello del viaggiare leggera anche nella vita, lasciandosi dietro le persone che non ti fanno stare bene».
La parola alle donne che hanno riscoperto l’amicizia tardiva
«Quando si è sole, si fa amicizia più in fretta: si parla, ci si aiuta, si è tutte uguali. Con alcune di loro sono ancora in contatto. E pensare che da ragazza preferivo le amicizie maschili, le trovavo più rilassanti e divertenti. Poi c’è stato il matrimonio, i figli che mi hanno assorbita per una ventina d’anni, ed è stato bello. A un certo punto, però, ho iniziato a rivalutare le donne» continua Olivia Crosio.
«Molti uomini smettono di crescere e coltivarsi, mentre noi continuiamo per natura ad approfondire e studiare. Questo succede ad Angela nel romanzo: non vuole male al marito, ma se lui si accontenta di vivere sotto lo stesso tetto, lei no. Allora si chiede: devo lasciarlo? E i figli usciti di casa sono ancora figli o adulti con i quali avere un rapporto privilegiato? Ecco allora che ci vengono in soccorso le amicizie mature, quelle che sanno ascoltare senza rivalità. Con le mie condivido camminate ma soprattutto valori di vita, più che il carattere. Quando arriverà il “momento dell’assistenza” so che ci daremo una mano».
Legami con cui condividere passioni
Dalla condivisione di passioni all’amicizia il passo può essere facile, e anche casuale. Ne sa qualcosa Michela Bonicoli, 39 anni, insegnante di meditazione, mindfulness coach e counselor (Occhidigiraffa.com). «Due anni fa ho realizzato il mio sogno di aiutare gli altri a condurre una vita più felice partendo da se stessi e ho aperto Buddhas Revolution, una scuola online dedicata a mindfulness e meditazioni dove ci si incontra su Zoom e da ottobre anche in presenza a Parma. Mi seguono una settantina di donne che hanno dai 20 ai 70 anni» racconta. «Sono le mie “rivoluzionarie”.
Ognuna impara a esprimere le emozioni in uno spazio privo di giudizio e nel frattempo ascolta le altre. È sulla base di queste condivisioni che sono nati profondi legami di amicizia che chiamo “sorellanza”. Sì, ci definiamo una grande famiglia allargata in cui nessuna di noi si sente mai sola. Alcune si vedono ormai anche fuori dai corsi. In fondo, fin dall’antichità le donne si sono sempre riunite, penso alla Tenda Rossa delle donne di Giacobbe, ai cerchi delle sciamane, alle nostre nonne.
Oggi per colpa della fretta forse è più difficile, ma recuperare questo potere è la vera rivoluzione» aggiunge Michela, che si ispira alla lentezza e alla gentilezza della giraffa, dotata di un collo così lungo da vedere dove gli altri non vedono. «Quando si condividono occhi nuovi, nascono relazioni importanti che alla fine sono reti di salvezza».
L’amicizia in età adulta è un arricchimento emotivo
A 30 anni si è amiche per necessità. Essere amica della mamma dell’amico di tuo figlio ti serve. Anche perché dove lo trovi il tempo per pensare a una condivisione che non sia “forzata”?
I figli però crescono, «tu riscopri il lusso di sceglierti le amiche e riprovi a essere te stessa» racconta Claudia de Lillo, 52 anni, madre di tre figli, giornalista che ha tenuto per oltre 10 anni una rubrica molto seguita da cui è ora nato il libro “Elasticamente parlando” (Tea). «Quando sei dentro la fase intensiva della maternità, non pensi che potresti tornare a essere quella cosa lì. A me è successo quando al corso di yoga ho conosciuto un’amica, single, che non avrei mai intercettato durante gli anni della maternità. Adesso ci si sceglie per affinità dell’anima. Non è un ripiego, ma un arricchimento pazzesco perché si hanno esperienze diverse».
… e una linfa per l’anima
Claudia de Lillo cita sua madre, 81 anni: «Ogni tanto se ne esce dicendo: “Sono andata dalla Giovannina!” Io le chiedo: “Ma chi è?”. E lei: “La mia nuova amica!”. La linfa che trai da nuovi rapporti è amore. Si dice che in genere arrivi da un nuovo partner, ma succede in qualche modo anche con una nuova amica. Ecco, io mi auguro una vecchiaia con gli amici, un po’ come nei film di Ozpetek. Una situazione allargata, un condominio, una famiglia che ti scegli».
Rossana Campisi
Il link alla recensione su Donna Moderna: https://bit.ly/3wy57gI
Una vicenda d’amore permeata di sconvolgimenti e di nostalgia, che si sdipana tra le calli di Venezia nei primi anni Novanta del secolo scorso: è il demone narrativo del nuovo romanzo di
Emanuele Pettener, Giovani ci siamo amati senza saperlo (Arkadia, pagine 120, euro 14). Il titolo prende l’abbrivo da una poesia di W.B. Yeats, Dopo un lungo silenzio, dove il vate irlandese
cantava nel distico conclusivo (qui tradotto da Eugenio Montale): «La decrepitudine del corpo è saggia: giovani / ci siamo amati senza saperne nulla». Pettener, veneziano che insegna lingua e letteratura italiana alla Florida Atlantic University di Boca Raton, crea quattro protagonisti che vivono una dirompente e tragica passione amorosa nella Venezia deromanticizzata di trent’anni fa,
ancora sanguinante dello scempio urbano seguito all’invasione per il concerto dei Pink Floyd, e costantemente ferita dall’eccesso di turisti senza volto e dall’ombra lunga delle raffinerie di Marghera. Emanuele (Ema nel romanzo) è una matricola universitaria, che cerca un altro studente per condividere l’appartamento: troverà Rodrigo, uno svizzero educato ed erudito, che dietro l’atteggiamento imbranato e quasi caricaturale nasconde un incendio interiore pronto a detonare. Qui si inserisce l’incontro con il femminino: Barbara dapprima, poi Sabrina (detta Feli), due ragazze molto diverse tra loro ma ognuna con un misterioso gioco di seduzione da offrire. La vicenda d’amore magnetizza l’energia dell’io narrante e con essa la suspense: affondi e fughe, timidezze ed imprevisti, eros e rimorsi svaniscono e si ricompongono. Come già nel suo precedente romanzo, Floridiana, anch’esso pubblicato da Arkadia, Pettener descrive con un impetuoso afflato, lirico e psicologico a un tempo, il tormento amoroso e la conseguente gelosia, che di dimenano tra la difficile speranza e la pulsione vitale: «Cercavo di cancellare ogni tentazione di guardarla negli occhi, farle un nuovo complimento, cedere a quel mostro potente e magnifico che sentivo ruggire… ma quando i nostri sguardi s’incontravano, non potendo più farne a meno, ecco di nuovo e ogni volta inevitabilmente, quella danza sensualissima, elettrica, gravida di desiderio». Nel romanzo, l’autore inserisce molteplici elementi colti: dalla commedia in commedia
(«sapevamo che nel copione c’era»), a numerose citazioni; dallo humour, che sempre permea le venature del racconto – anche nell’inquietante finale – alle acute riflessioni di tema psicologico, con
cui a vent’anni Ema cerca di fissare alcuni punti fermi della vita («Il dolore è sempre egoista. E il dolore è sempre distratto»; «il desiderio è un ottimista inguaribile»). Fino alle pennellate che, in più punti, schiudono l’imperitura dolcezza screziata della città: «Filtrata dall’aura luminescente di fanali e lampioni, come ritagliata in un’ambra gialla immersa nel buio notturno, Venezia sembrava fatta d’argento e di cristallo».
Enrico Grandesso
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