È il 1990, i mondiali di calcio tengono banco sulle pagine dei giornali di un’Italia ebbra di speranze. In una Venezia sensuale, quinta perfetta e imprescindibile di questo romanzo, i ventenni Sabrina, (“Feli”), Barbara, Rodrigo ed Ema incrociano le loro esistenze tra calli e mansarde in affitto per studenti, abbandonandosi alla gioia di amori e scoperte, felicità assolute all’apparenza eterne, in un gioco come passo obbligato di formazione alla vita vera. Tra studio e corteggiamento, passa per i ragazzi un intero anno accademico: le loro scelte esistenziali sembrano delinearsi con chiarezza e tutto del loro futuro pare deciso. Ma un giro di vento finale, spiazzante e inatteso, ribalta il quotidiano e sovverte ineludibilmente i destini di ognuno di loro. Emanuele Pettener – nato a Mestre, insegnante di lingua e letteratura italiana all’università della Florida di Boca Raton, già autore di saggi, ora alla quinta opera di narrativa – esce nuovamente con Arkadia Editore (Collana Senza rotta) con un romanzo breve straordinariamente avvincente, Giovani ci siamo amati senza saperlo, scegliendo per titolo un significativo verso di William Butler Yeats che anticipa i temi dominanti del libro: pienezza, luminosità e incoscienza dell’amore giovane. Il personaggio principale, Ema, come l’autore viene da Mestre: non esattamente la più bella città del mondo, perenne ancella della Serenissima da cui la separa solo una striscia d’acqua. È nella seconda che Ema vuole vivere appieno la sua giovinezza: iscritto a Lettere Moderne, potrebbe fare il pendolare come tutti gli studenti mestrini, ci sono in fondo così pochi chilometri da percorrere in treno, ma Venezia lo attira potente perché bellissima, sporca e cattiva. Femmina felina quanto i felini che la percorrono, città di gatti e gatte, come loro pigra e incurante e sensuale. Ci si perde nei suoi riflessi bizantini, nei suoi occhi truccati di verde e malva, maliziosi, nelle sue rive bagnate. Stabilito in un appartamento, con la leggerezza dei vent’anni si lascia scivolare tra le calli e campi, rapito da ogni dettaglio, pronto ad aprirsi a tutto ciò che la vita pare schiudergli. Lasciandosi portare dal flusso delle cose, incontra quello che diventerà il suo coinquilino: Rodrigo, di madre svizzera, uno studente che è il suo opposto. Rigido, spesso avvolto in un mantello dalla foggia fuori tempo, rassicurante, innocuo, è per Ema e la sua esuberanza un controcanto perfetto. Ma l’elvetico, come verrà citato più volte, si rivelerà più intraprendente del previsto, soprattutto con le ragazze, la metà del mondo che interessa Ema fino ad ossessionarlo, e avrà più successo di lui proprio con l’ambita Feli. All’inizio poco male, perché comunque Ema si lega presto a tale Barbara, studentessa pendolare, con cui instaura un rapporto di rara noia, tra sesso non entusiasmante e uscite in una Venezia gelida e scontrosa per accompagnarla all’ultimo autobus della giornata. Dopo un appuntamento in una paninoteca di singolare mestizia con gli amici di Barbara – rigorosamente tutti in coppia, moderati, vecchi dentro – che lo sottopongono a uno scrutinio severissimo da cui esce perdente, Ema decide che quella pagina è da chiudere. Anche perché nel frattempo, potente, gli si è fatta chiara una cosa: che è di Feli che è innamorato, della sua bellezza interiore ma anche delle sue forme, dei capelli leggeri color del miele e dal profumo di pesca, i piedini che muove sensuale, in un ripetuto incrociarsi di gambe tra l’intenzionalmente malizioso e una noncuranza naïve. Sta senza dubbio in buona parte qui la forza di questo romanzo, nell’acutezza delle descrizioni, in cui Emanuele Pettener eccelle: lo sguardo del suo Ema supera il limite dell’attrazione ormonale – congruamente comunque sempre presente, una tensione in cui l’autore scava e di cui rende ogni pulsione e sfumatura erotica – e va a cogliere la profondità e tutta la poesia nella beatitudine della visione di Feli. Quello stesso sguardo penetrante, innamorato Pettener lo riserva per Venezia: la omaggia donando intere pagine sul suo fulgore, la bellezza di smarrirvisi nelle calli, di imbattersi in scorci inattesi fuori dai frusti percorsi turistici, a coglierne il lato severo dei freddi inverni e le sue alterigia e magnificenza di dea nuda e capricciosa. Lo stile di Pettener è accorto, vivace, rende intatta la freschezza di un’Italia passata da poco, più spensierata, schivando felicemente il rischio di cadere in una facile nostalgia, con la leggerezza di un’ironia che può essere sferzante ma si ferma invece al punto giusto, misurata al millimetro. Giovani ci siamo amati senza saperlo è lettura avvincente e scorrevole, fino al finale, disorientante, che sorprende spostando l’incasellamento della tipologia di romanzo: non più un’opera di formazione, quella a cui siamo di fronte, ma altro, ben altro. Un altro che qui è giusto non anticipare.
Anna Vallerugo
Il link alla recenisone su Satisfiction: https://bit.ly/3tAafzg
È nata ad Aosta. Vive in una casa con un grande giardino che si affaccia sulla Dora ma si rifugia, per scrivere, in un appartamento nel cuore antico di Porto Maurizio, in Liguria. Ha partecipato a diversi concorsi letterari con poesie e racconti, tra i quali Profumo di cannella, pubblicato sul quotidiano “La Stampa”. Appassionata lettrice da sempre, ultimamente ha rivolto la sua attenzione ai noir psicologici. E ha deciso di scriverne uno, Vicolo Chiuso, quando la storia e i suoi personaggi sono entrati a far parte di lei stessa, con naturalezza, e le hanno chiesto di essere messi sulla pagina.
BLOG Libro copertina a “Verso il mar Jonio. Un vittoriano al Sud” di George Gissing, ExOrma editore. Cinque titoli per il Saggiatore compreso il libro controcopertina “Oga Magoga” di Giuseppe Occhiato. Speciale Sicilia con Andrea Giuseppe Cerra e il suo “La città sepolta. Politica e istituzioni degli ebrei a Catania nel XV secolo”, pubblicato da Rubbettino
Preparatevi per una settimana ricchissima di nuove proposte editoriali. Partendo con il flashback di Roberta Zanzonico che venerdì 21 è uscita per Morellini con “La bellezza rimasta“, si procede con una pioggia di novità. Su tutti il Saggiatore, che propone ben cinque titoli, dei quali “Oga Magoga”, di Giuseppe Occhiato è Libro Contro Copertina (Gli altri titoli della CE meneghina sono: Jean Mohr, “Un uomo fortunato. Storia di un medico di campagna”; Joan Didion, “Perché scrivo”; Yves Bonnefoy, “Insieme ancora”; Edoardo Boncinelli, Antonio Ereditato “Tutto si trasforma”). L’editrice romana ExOrma invece con un viaggio nello Jonio si aggiudica il Libro Copertina di George Gissing, “Verso il mar Jonio. Un vittoriano al Sud”. Sempre in copertina torna lo studioso e intellettuale etneo Andrea Giuseppe Cerra con un attento studio sulla cultura ebrea, dal titolo “La città sepolta. Politica e istituzioni degli ebrei a Catania nel XV secolo” (Rubbettino). Oltre Edizioni, NN Editore (in doppietta), La nave di Teseo e Scritturapura, completano il mosaico. Infine sollecitano una certa curiosità il nuovo “Sole” di Manuela Tacconi, (Bertoni) e “Vicolo chiuso” dell’aostana Doriana Perracca (Arkadia).
Già negli scaffali dal 21 ottobre
Roberta Zanzonico, La bellezza rimasta, Morellini
Chiara è una donna anziana che da ormai dieci anni vive nel passato poiché afflitta da una malattia che non le permette più di formare nuovi ricordi. Una condizione singolare, con un risvolto inatteso: permette, a chi parla con la signora Chiara, di tornare indietro a un momento nel tempo in cui la vita era sembrata gentile. La donna non ricorda, per esempio, che Gioacchino, l’unico figlio del signor Morbidelli, è guercio poiché ha perso il senno e in un episodio psicotico si è strappato via un occhio. Giacché la signora Chiara ignora il presente, continua a chiedere al padre di quel figlio bello di pochi anni prima. Mentre la gente del paese sogghigna alla vista del signor Morbidelli, la donna è l’unica a riservargli la stessa cortesia di una volta. Sarà così che l’uomo si troverà a cercare la smemorata nella speranza di rivivere attraverso lei i giorni andati. A uno a uno, gli abitanti del paesino si siederanno al tavolo della signora Chiara per ricevere la stessa consolazione: tornare indietro a quando si era (o si pensava di essere) felici.
Le uscite di martedì 25 ottobre
Massimo Miro, La faglia, Scritturapura
“Torino, 1978 cinque ragazzi di periferia sono convinti di aver scoperto un covo delle Brigate Rosse. Steso sul letto c’è un uomo anziano, al limite delle forze: Aldo Moro. Con un’azione tra il rocambolesco e il grottesco lo rapiscono e lo portano nello scantinato di una delle tante case popolari di Borgo Stura. Trent’anni dopo Goffredo abita a Milano, è ingegnere e dirige una fabbrica di famiglia. Il suo vecchio amico Jumbo si sveglia dal coma all’improvviso e lo costringe a fare i conti col passato. Una storia dal ritmo serrato, un vortice di giovani vite incompiute, alla ricerca della metà mancante,ipnotizzate dal miraggio di una scorciatoia a tutti i costi. Una sola parola d’ordine: salvarsi.”
Guillaume Musso, Angélique, La nave di Teseo
Il nuovo romanzo di Guillaume Musso, in uscita in contemporanea con la Francia. Intenso, sorprendente, eccitante, un labirinto di emozioni in cui ogni pagina mette in discussione le nostre stesse certezze. Parigi, Natale 2021. Dopo un infarto, Mathias Taillefer si sveglia in una stanza d’ospedale. Una ragazza sconosciuta è al suo capezzale. È Louise Collange, una studentessa che suona il violoncello per allietare i pazienti. Quando Louise scopre che Mathias è un poliziotto, gli chiede di occuparsi di un caso molto particolare che la riguarda da vicino. All’inizio riluttante, Mathias accetta infine di aiutarla, e presto i due si ritroveranno in una spirale che si stringe pericolosamente intorno a loro. Inizia così un’indagine mozzafiato, il cui segreto è nella vita che avremmo voluto condurre, nell’amore che avremmo potuto conoscere e nel luogo che speriamo ancora di trovare…
Giorgio Dell’Arti, La marcia su Roma, La nave di Teseo
A 100 anni dalla marcia su Roma, la lucida analisi di una delle voci più potenti del giornalismo italiano. Non semplicemente la “marcia su Roma” (sotto una pioggia torrenziale), ma piuttosto la “presa di potere” da parte di Mussolini. Un processo durato tre anni, e quasi partendo da zero: il giorno in cui vennero fondati i Fasci di combattimento non c’erano, nella sede milanese dell’Alleanza industriale e commerciale di piazza San Sepolcro, che un centinaio di persone (tra cui nove donne). E tre anni dopo, dietro i 25.000 della marcia, i seguaci del duce erano più di 250.000. Come era potuto accadere? Una storia che si fa chiara solo partendo dal principio, e con il metodo adottato da Giorgio Dell’Arti per far sì che alla fine tutto sia chiarissimo: un signore immagi- nario finge di non saper nulla (lo stesso Dell’Arti) e bersaglia di domande un altro signore, sempre immaginario, che finge di saper tutto. Sempre Dell’Arti.
Le uscite di mercoledì 26 ottobre
Maria Carolina Campone, Costantino. Il fondatore, Graphe.it
Chi è stato veramente l’imperatore Costantino? La figura di Costantino e la «questione costantiniana» sono da secoli al centro di un ampio dibattito. Nonostante la presenza di documenti e fonti primarie in merito al cosiddetto «primo imperatore cristiano», la loro interpretazione da parte degli storici moderni è spesso difforme e contrastante e la discussione sull’attività e le caratteristiche del figlio di Costanzo Cloro è sempre accesa. Il saggio della professoressa Maria Carolina Campone affronta alcuni nodi significativi a partire da un’analisi testuale e filologica delle testimonianze storiche in nostro possesso, facendo chiarezza, attraverso un ricorso puntuale alle fonti in lingua greca e in lingua latina, su taluni punti troppo spesso unanimemente sottoscritti da parte della critica, superando vulgate acriticamente accettate e aggiungendo un ulteriore tassello alla comprensione di una figura fondamentale nel vasto processo di sincretismo che segnò il passaggio dal mondo greco-ellenistico e romano a quello cristiano.
Le uscite di venerdì 28 ottobre
Doriana Perracca, Vicolo Chiuso, Arkadia
Amsterdam. Lo scienziato di fama internazionale Victor Van Dis viene ucciso a coltellate nel bagno di un hotel. Lascia la moglie Linda e il figlio Martin. Nonostante le indagini serrate da parte del comandante della polizia Sandra Van der Meer, l’omicidio resta senza un colpevole. Trascorso qualche tempo, Linda si trova in Italia per una vacanza. Desidera buttarsi alle spalle il passato e conosce l’affascinante Marc, anche lui uomo di scienza e dotato, al contrario del suo defunto marito, di un carattere solare e brillante. È l’inizio di una nuova relazione, contrastata però da Martin. Ed è proprio a questo punto che nella vita di Linda iniziano a manifestarsi strani episodi: chi sono le persone che lei è convinta la stiano spiando tenendola costantemente sotto controllo? Sarà il comandante Van der Meer a cercare di fornire una soluzione a questa vicenda dai contorni così poco chiari, convinta che tutto ruoti intorno alla morte di Victor. Ma sarà un secondo omicidio a far franare definitivamente la situazione, innescando una serie di colpi di scena di cui sono protagonisti una serie di personaggi ambigui e pericolosi. Toccherà a Sandra Van der Meer sbrogliare la matassa, in un continuo susseguirsi di menzogne e false piste, fino all’inaspettato epilogo finale.
Manuela Tacconi, Sole, Bertoni
Questo libro narra le vicende di Maria Sole, una ragazza giovane e decisamente autoironica la cui esistenza sembra, emotivamente e fisicamente, essere divisa tra due paesi e la cui vita sentimentale pare, allo stesso modo, essere divisa tra due potenziali amanti. Una vita sentimentale alquanto complicata come potremo vedere. Non tanto per il fatto che Sole (come viene chiamata da tutti quelli che la conoscono) non ami abbastanza il primo dei due uomini, ma quanto per il fatto che per motivi (a lei ancora molto confusi!) non riesca proprio a dimenticare il secondo.
Speciale Sicilia: La città sepolta. Politica e istituzioni degli ebrei a Catania nel XV secolo di Andrea Giuseppe Cerra, Rubbettino
La Sicilia fu definita “Achèr Israel”, ovvero “Altro Israele”, sembrando così, se non un luogo ideale, un contesto nel quale da secoli gli ebrei convivevano con le altre etnie presenti utilizzando forme organizzative, di amministrazione della giustizia, di culto proprie, e assumendo un ruolo di rilievo all’interno dei diversi tessuti urbani, al contempo separati e profondamente uniti al milieu cittadino nel quale erano radicati. Il volume ricostruisce le vicende della comunità ebraica di Catania nel XV secolo, nel più ampio contesto delle giudecche siciliane, sino all’applicazione dell’editto di Granada. Ne emerge un’immagine nitida della communitas judaica etnea, degli spazi fisici che occupava e del ruolo istituzionale, economico e sociale che ricopriva; l’affresco di una comunità operosa e integrata, seppure inevitabilmente caratterizzata da forti tratti distintivi.
Yiyun Li, Se vado via, NN Editore
Lilia Liska ha 81 anni. È sopravvissuta a tre mariti, ha cresciuto cinque figli e ha visto nascere diciassette nipoti. Ora vive in una residenza per anziani e ha un unico obiettivo: leggere il diario di un suo antico amante, Roland Bouley, e contestare ogni evento, correggere ogni ricordo in nitide note a piè di pagina. Il diario di Roland si trasforma così in una sorta di dialogo silenzioso, una conversazione intima lunga una vita, dove Lilia ripercorre l’esistenza di Roland, le sue amanti, opponendo la propria memoria a quella di lui, narrando l’amore fugace che li ha uniti e rivelandone le conseguenze – una figlia illegittima, amata e scomparsa troppo presto.
Se vado via è un viaggio nel tempo dove passato e presente vivono fianco a fianco, dove la voce di Lilia e quella di Roland si alternano in due verità inconciliabili eppure vicinissime, dove è la memoria a modellare l’esistenza, e dove dolore e resilienza orientano i moti profondi del cuore.
Libro copertina: Verso il mar Jonio. Un vittoriano al Sud di George Gissing, ExOrma
Con un inedito di Virginia Woolf e con le riproduzioni dei bozzetti che Gissing realizzò per l’edizione del 1905. Il Sud d’Italia alle soglie del Novecento è vissuto e narrato come mai prima da un grande e singolare autore vittoriano, quarantenne inquieto e solitario: uno “scrittore nato” secondo Virginia Woolf. Il 16 novembre 1897 George Gissing lascia Napoli diretto a Paola, si ferma a Cosenza, poi raggiunge Taranto, Metaponto, Sibari, Crotone, Catanzaro, Squillace e infine Reggio Calabria, lungo il tracciato della ferrovia ionica. Lascia i bassifondi dell’East End londinese pensando di trovare la Land of Romance; ma quel fine secolo, incalzato dalla modernità, stava cancellando le tracce della classicità perfino nelle regioni più appartate.
George Gissing
La sua reazione non sarà quella dello snob deluso, è proteso invece a cogliere i segni del cambiamento al di là degli stereotipi. Si interessa alla vita quotidiana e al costume, alla stampa locale, ai fatti di cronaca, si appassiona alla musica popolare; la visione delle grandi foreste di conifere secolari della Sila, delle campagne coltivate e di quelle desolate, convive con lo sconcerto di trovarsi in mezzo a una discarica nella periferia semiabbandonata di una delle città gioiello della Magna Grecia. Pubblicato al ritorno in patria in volume nel 1901, e prima in edizione a puntate nel 1900 sulla prestigiosa “The Fortnightly Review”, una delle riviste più importanti e influenti dell’Inghilterra del diciannovesimo secolo, questa traduzione integrale – arricchita con disegni e schizzi originali di pugno dello stesso Gissing – è frutto di un’accurata ricostruzione filologica, che tiene conto per la prima volta, e include, degli appunti diretti e delle note originali del suo diario, insieme alle lettere spedite dai diversi luoghi del viaggio a suoi familiari in Inghilterra. Si rivela così per la prima volta in tutti i suoi aspetti, come una sorta di autentico cammino iniziatico, il racconto integrale dell’esperienza di viaggio in Italia che Gissing consegnerà poi nel testo di By the Ionian Sea. Titolo originale: By the Ionian Sea. Notes of a Ramble in Southern Italy. Prima edizione pubblicata a puntate in “The Fortnightly Review”, London, april-december 1900. I disegni di George Gissing, qui riprodotti per la prima volta in Italia, sono tratti dall’edizione illustrata di By the Ionian Sea, Chapman and Hall, Ld., London, 1905.
Edoardo Boncinelli, Antonio Ereditato Tutto si trasforma, il Saggiatore
Due dei più noti e conosciuti divulgatori scientifici in Ita- lia scrivono un prontuario con tutto ciò che avreste voluto sapere sull’energia e non avete mai osato chiedere. Cos’è davvero l’energia? Come si origina? Come è nata? Come muove tutto ciò che esiste? Dal minuscolo mitocondrio alla gigantesca galassia, tutto l’universo obbedisce all’energia e alle sue leggi: con lo stile agile e cristallino che ha sempre caratterizzato i loro libri, Edoardo Boncinelli e Antonio Ereditato spiegano anche al lettore meno avvezzo alla scienza uno dei principi fondamentali della materia. E il focus non può che cadere anche sull’attualità: la più grande crisi energetica dell’ultimo secolo attanaglia l’Occidente. Ma come ci siamo arrivati? Da dove deriva l’energia che sfruttiamo? Dovremmo davvero limitare i consumi? Possiamo realmente convertire le nostre fonti di energia? Un libro agile ma intenso, breve ma completo, grazie al quale indagare a fondo il mistero e il fascino dell’energia e com- prendere tutto ciò che la riguarda.
Yves Bonnefoy, Insieme ancora, il Saggiatore
Insieme ancora è l’ultimo libro scritto dal più grande poeta contemporaneo francese. Composte sul letto di morte, le poesie raccolte in questo volume costituiscono, per lucidità e visionarietà, il punto letterario più alto di Yves Bonnefoy: una grande meditazione sulla vita e sulla fine, un dialogo aperto con l’aldilà, un invito a immaginare la morte come un istante di chiarezza in cui tutto – realtà e sogno – si ricompone disvelando il suo senso. Ma anche un grande viaggio interiore, talvolta dal ritmo romanzesco, attraverso il quale chiamare a raccolta tutti i ricordi di una vita, per celebrarli come in un rito antico e consegnarli all’eternità.
Libro controcopertina: Oga Magoga di Giuseppe Occhiato, il Saggiatore
Ci sono libri che accompagnano il loro autore per una vita intera. Sono libri rari e infiniti, scritti in molte versioni, limati fino all’ossessione. Se è vero che esistono libri capaci di aprire mondi, ne esistono altri, come questo, che sono mondi essi stessi. Giuseppe Occhiato inizia a comporre Oga Magoga nella sua casa nella Calabria meridionale appena ventenne, nel 1954, e lo termina nella sua versione definitiva solo nel 1999. Pubblicato nel 2000 in tre volumi da una piccola casa editrice di Cosenza in poche centinaia di copie, il libro affiora dal nulla per scomparire nel silenzio praticamente nello stesso istante. Negli anni che seguono, questa opera-mondo in cui, come scrive l’autore, «ogni parola è sangue, ogni ricordo una ferita ancora aperta», intercetta l’attenzione di una piccola parte della critica: escono saggi, si tengono piccoli convegni, echi della sua esistenza rimbalzano su riviste accademiche e culturali. Al di là però di qualche attento lettore, il romanzo-poema di Occhiato continua la sua esistenza silenziosa sotto il pelo dell’acqua, ignorato dai più. Con questa nuova edizione a un decennio dalla morte di Giuseppe Occhiato, il Saggiatore si pone allora l’obiettivo di dare a Oga Magoga, il libro che in un certo senso chiude il Novecento letterario italiano, un nuovo pubblico. Questa ripubblicazione vuole offrire ai lettori la possibilità di un incontro con l’universo di stelle, mostri, innamoramenti, incantesimi, streghe, dee, miti, leggende, epopee che il suo autore ha progettato in mezzo secolo di scrittura. Un invito aperto a chi vorrà raccoglierlo ad avventurarsi al suo interno, sfidare l’ignoto, smarrirsi.
Joan Didion, Perché scrivo, il Saggiatore
La stampa, la politica, l’arte, la sua California, le donne: Perché scrivo è una raccolta di dodici saggi scritti da Joan Didion tra il 1968 e il 2000 che contiene già tutti quei temi che avrebbero fatto di lei l’icona della cultura americana contemporanea. Che racconti i suoi inizi alla rivista Vogue, una riunione dei Giocatori Anonimi, analizzi la stampa underground locale o si interroghi sull’incipit di Addio alle armi di Ernest Hemingway, ciò che conta per lei è sempre trovare quell’identità che le permetteva di essere narratrice, quel punto di vista esatto da cui può raccontare una storia. Non ci nasconde però che il suo luogo privilegiato sia la periferia della scena. Invece di intervistare Nancy Reagan, rimane a una distanza deferente mentre una troupe tele- visiva dà ordini alla first lady su come riempire un vaso di rododendri e nel saggio su Robert Mapplethorpe ricorda quando il suo compito era recarsi negli studi e «guardare le donne che venivano fotografate» mentre cercavano di diventare ciò che veniva loro richiesto dal fotografo di turno. Il comportamento di Didion è l’opposto di quello che lei considera “degli artisti”, che temono che l’analisi del proprio lavoro sia deleteria e che quella fragilità che li ha portati alla fama vada in pezzi non appena provi a essere decostruita. Anche quando il rifiuto la riguarda in prima persona, come per la non ammissione a Standford, è capace di mutare la sua esperienza in qual- cosa di universale, da osservare a debita vicinanza. Ognuno degli scritti di questa raccolta rappresenta l’essenza di Joan Didion e ne mette perfettamente a fuoco l’acutezza che risplende qui in tutta la sua modernità e potenza visionaria.
John Berger e Jean Mohr, Un uomo fortunato.Storia di un medico di campagna, il Saggiatore
Un uomo fortunato è una riflessione in parole e immagini sui rapporti tra l’individuo e la comunità che lo circonda. È un ritratto, allo stesso tempo poetico e sociologico, della dimensione più umana del lavoro del medico e di cosa significhi appartenere a una collettività e mettersi al suo servizio. Nel 1966 John Berger e il fotografo Jean Mohr seguono per tre mesi l’attività del medico di campagna John Sassall, documentandone la vita, le abitudini e gli incontri. Sassall vive nella foresta di Dean, in Inghilterra, tra i suoi pazienti, e ogni giorno si muove all’interno del territorio rurale per curare i malati, gli anziani e le persone sole. Ciò che affascina Berger e Mohr è che Sassall non si limita a prescrivere medicine, ma per la gente del luogo è anche un confidente, un depositario di ricordi. È preciso, attento e premuroso. Prima di fare un’iniezione pronuncia frasi rassicuranti. In inverno, quindici minuti prima di visitare un paziente, accende la termocoperta così da non fargli sentire freddo. È presente a tutte le nascite e a tutte le morti. In ogni situazione riconosce l’istante in cui può fare la differenza, ma conosce anche i propri limiti, come persona e come medico. Arricchita da una introduzione di Iona Heath e da una prefazione di Vittorio Lingiardi, quest’opera, finora inedita in Italia, ci rivela con grande delicatezza come ogni territorio, se guardato o osservato a distanza, sia ingannevole. Esso è infatti, inanzitutto, la rete disegnata dai gesti e dai pensieri dei suoi abitanti, dalle loro lotte, conquiste e sventure.
Le uscite di lunedì 31 ottobre
Andrea Brugora, Milano, Oltre Edizioni
Con i contributi di Gabriele Albertini, già sindaco di Milano dal 1997 al 2006, Camilla Bagatti, presidente del Museo Bagatti Valsecchi, Antonio Calabrò, direttore della Fondazione Pirelli, Salvatore Carrubba, presidente della Fondazione Piccolo Teatro di Milano, Manuela Alessandra Filippi, fondatrice dell’Associazione ‘Città Nascosta Milano”, Franco Iseppi, presidente del Touring Club Italiano, Giovanni Morale, vice direttore per il Polo Milanese delle Gallerie d’Italia, Fabio Peri, Conservatore del Civico Planetario “U. Hoepli”, Andrea Rurale, Presidente FAI Lombardia, Liliana Segre, senatrice a vita della Repubblica Italiana, Andrée Ruth Shammah, Regista, direttore artistico e co-fondatrice delTeatro Franco Parenti.
Enrico Bertolino: «Milano è una città che dà tanto ma chiede tanto. Chi viene da fuori va via con il mal di testa, è come una giostra veloce, ma se ci sali è molto bello». Milano, luogo dall’energia straordinaria e locomotiva d’Italia, forse la più europea delle città italiane, sconta in chi la conosce poco il peso dei pregiudizi legati alla sua forza economica che ne mette in ombra la rilevanza storica, artistica e culturale. D’altra parte, suscita invece sentimenti profondi e fortissimi in chi si prende il tempo e la briga di desiderarla. Basti citare qualche caso celebre: Albert Einstein ci ha passato i mesi che definisce dei suoi più bei ricordi, ad Ernest Hemingway è bastato qualche giorno per incontrarci l’amore della sua vita, Verga elogia le sue seduzioni, Stendhal ne era letteralmente innamorato, tanto che sulla sua tomba a Parigi ha voluto fosse scritto in italiano “Arrigo Beyle, milanese, scrisse, amò, visse”. Milano è una città che o si ama o si odia, di una bellezza riservata che, come una “bella signora”, non si lascia avvicinare da chiunque e subito, ma pretende ingaggio, corteggiamento, conquista. Non sono questi i presupposti delle storie d’amore più intense e durature? Milano presuppone al visitatore un impegno attivo, di “salire sulla giostra” per usare le parole di Bertolino. Questa guida vuole essere il biglietto per salire sulla giostra, o la presentazione d’un amico alla bella. Fuor di metafora, un corso accelerato introduttivo, uno strumento ideale per chi si trasferisce in città e vuole conoscerla come un milanese, fin dal primo giorno. Un libro che accosta perle poco conosciute o visitate a un racconto da punti di vista inediti e meno scontati dei luoghi più noti, e per questo immancabile anche nelle librerie dei milanesi che vogliono conoscerla meglio e forse non ne hanno ancora trovato il tempo o il modo. Tra i tanti volumi dedicati al capoluogo lombardo, lo distinguono l’attenzione alle testimonianze di tempi recenti dove quasi tutte le guide non osano avventurarsi e il taglio narrativo che sfrutta la sua “stratificazione orizzontale” per leggere la storia girando i quartieri di Milano o, se si preferisce, leggere Milano girando i secoli.
Dan Chaon, Sleepwalk, NN Editore
“Perché questa volta il desiderio di un’altra vita, di un’altra versione di me stesso, è stato così forte? C’era un potere così grande in quel padre immaginario, in quella figlia immaginaria,
per quanto remota fosse la possibilità. Mi rendevo conto che mi sarei rovinato la vita? A un certo livello sì, per forza. Vorrei poterla vedere nella sua vera forma umana. Se quella forma esiste”
Will Bear ha cinquant’anni e non ha mai avuto un vero lavoro, mai pagato le tasse, mai avuto una relazione seria. Si è costruito una vita senza radici né legami, a parte l’amica d’infanzia, Experanza; e a bordo del suo camper, la Stella Polare, attraversa un’America senza più leggi, controllata da droni e milizie private, svolgendo losche commissioni per conto di una fantomatica società di servizi, in compagnia di un vecchio cane da combattimento affetto da stress postraumatico. Un giorno, su uno dei suoi tanti cellulari, riceve la telefonata di una certa Cammie, che gli dice di essere sua figlia e di essere in pericolo. Nonostante i sospetti iniziali, Will si fida di lei. E mentre sente fiorire dentro di sé un autentico affetto paterno, comincia a dubitare di tutto e di tutti, diradando la nebbia che avvolge il suo passato e la sua identità.
Dopo La volontà del male e Il riflesso del passato, Dan Chaon torna con un romanzo di frontiera, una fuga rocambolesca e allucinata, una sleepwalk da un mondo dilaniato da controllo sociale, pandemie e cambiamento climatico. E alternando bonaria ironia e malinconica consapevolezza, posa il suo sguardo sull’amore, l’empatia e l’istinto, forze primordiali in grado di regalare sempre un’altra possibilità, anche quando tutto sembra perduto. Questo libro è per chi butta una monetina in una fontana affidandosi a una magica speranza, per chi va matto per Il grande Lebowski dei fratelli Coen, per chi si diverte a regalare saggezze agli sconosciuti incontrati per strada, e per chi ogni tanto vorrebbe risvegliarsi da un lungo sonno su un’isola deserta, e ricominciare tutto daccapo.
Salvatore Massimo Fazio
Il link alla segnalazione su SicilyMag:
Emanuele Pettener aveva già scritto romanzi belli e vivaci prima di quest’ultimo: ricordiamo Proust per bagnanti e Arancio per Meligrana editore e il suo primo libro per Corbo edizioni, nel 2009, È sabato. Mi hai lasciato e sono bellissimo. Nato a Mestre, Pettener si è trasferito a Boca Raton, in Florida, dove insegna Lingua e letteratura italiana alla Florida Atlantic Università.
Giovani ci siamo amati senza saperlo (Arkadia editore, 2022) è un romanzo compatto e breve con una perfetta costruzione narrativa. Il titolo è tratto da due versi di William Butler Yeats: La decrepitudine del corpo è saggia: giovani / ci siamo amati senza saperne nulla. Il primo personaggio a muoversi nella trama è Emanuele detto “Ema”, che arriva a Venezia in estate per ambientarsi nella città prima di frequentare le lezioni della Facoltà di Lettere Moderne. Siamo agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso, quanto i cellulari non c’erano o pesavano tre chili, portati come borsello da quelli che lavoravano nel mercato azionario o più discreti inseriti in macchine di lusso. La sorella di Ema dice alla famiglia che Ema non durerà una settimana a Venezia, coi turisti, il caldo e le zanzare. In effetti il ragazzo vorrebbe tornare a casa, ma di buzzo buono si abitua a questa strana e meravigliosa città. Trova anche un appartamento piccolo dove c’è posto anche per un altro studente. Si presenta Rodrigo, un ragazzo che sa cucinare e gioca a scacchi, della provincia di Treviso, iscritto alla Ca’ Foscari. Ema lo prende in casa e diventano buoni amici, anche se Rodrigo è totalmente sprovvisto di ironia, mentre Ema, nella duplice veste di personaggio (e di scrittore?) ha la battuta facile, ironizza su tutto. Stranamente, però, è Rodrigo che fa la prima mossa quando vede in facoltà una ragazza di nome Feli che piange a dirotto. A quanto pare il padre vuole divorziare e lei non sa come dirlo al fratellino. Feli e Rodrigo diventano amici per la pelle e fanno lunghe camminate per Venezia. Ema, invece, incontra Barbara, che fa la pendolare e vive a Mestre. Ema non ha nessuna intenzione di avere Barbara come amica. Da subito diventa la sua ragazza. La cosa rognosa è che poi Ema si deve rivestire per accompagnare Barbara all’ultimo autobus verso Mestre. Tutto fila liscio, è un piacere leggere Pettener, perché non scrive mai una parola di troppo e sicuramente non lo stancano i suoi personaggi, tutti con una qualità o un difetto. Ema ad esempio si sente infinitamente superiore rispetto agli altri tre, soprattutto di Rodrigo, che vuole fare lo scrittore. Pure sarcastico Pettener. La vita quasi coniugale tra Ema e Barbara incomincia a stancare il ragazzo che a vent’anni vorrebbe incendiare il mondo. Invece, morto di freddo, saluta Barbara tutte le sere dall’autobus. Il motivo per chiudere la relazione arriva da Barbara, che vuole assolutamente che Ema conosca i suoi amici a Mestre. Detto, fatto. Il ragazzo si ritrova con Barbara e con altre due coppie in un paninoteca tristissima, con questi suoi quasi coetanei che non hanno argomenti, né sanno parlare come Ema. Sembrano due coppie sposate senza figli. Il pensiero di diventare amico degli amici di Barbara porta alla rottura. Troppa serietà, per uno che si fa mantenere, come Ema, dalla famiglia, perché pensa che lavorare a venti anni è una condanna. Poi capirà che Barbara è stato, forse, un grande amore arrivato troppo presto. Ema ciondola per casa e per Venezia, consolato da Rodrigo, che lui chiama lo svizzero, per la sua precisione. All’università incontra Feli da sola e si accorge di quanto è bella. Ci sono pagine in cui si descrivono i piedini di Feli, i suoi capelli dal profumo di pesca fino all’intera struttura femminea. Raramente a chi scrive è capitato di vedere esaltato ogni singolo dettaglio fisico di una ventenne, senza cadere nella battuta greve o nell’uso di termini quasi pornografici. Pettener la butta sulla età, a vent’anni nessuna ragazza è brutta, insomma. L’innamoramento è istantaneo: Emanuele vorrebbe uscire con Feli, se non fosse che Rodrigo, qualche settimana prima gli ha rivelato di essere sempre più coinvolto dalla sua amica, che tutto quello stare insieme ha cementato non l’amicizia, ma l’amore, almeno per lui. Che fare, dunque? La scrittura di Emanuele Pettener è viva, palpitante, scherzosa. Se proprio dobbiamo cavillare molti romanzi che stanno uscendo sono ambientati negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso. Il nuovo millennio e gli ultimi anni non si possono più raccontare così. Sono tempi complicati, tecnologicamente avanzati, ma anche cupi, pieni di incognite.
Ma i vent’anni sono simili ora, come trent’anni fa: le passioni inalterate, gli entusiasmi sono gli stessi. Ma gli scrittori ciliosi pensano di fare brutta figura, adesso, e per dirla tutta, i vent’anni se li è presi Netflix con tutta la programmazione dai quattordici ai ventidue anni.
Vincenzo Mazzaccarro
Il link alla recensione su SoloLibri: https://bit.ly/3DgDPOy
In genere sono minimalisti, i racconti che accendono maggiormente la nostra attenzione. Epperò sappiamo che la bellezza porta eccezioni. Questi nove racconti tenuti sotto il titolo “Da luoghi lontani”, comunque, sono certo che abbiano subito incantato il narratore Magliani, amico caro e scrittore pregiato che insieme Paolo Ciampi e Luigi Preziosi dirige la collana “Senza Rotta”, dell’intraprendente editore sardo di questa comunque anomala raccolta di scritti brevi in prosa; diversa perché, intanto, i testi escono da tre diverse mani: Giovanni Agnoloni, Carlo Cuppini, Sandra Salvato. Poi – non di meno – sono messi in una struttura apparentemente di immediata comprensione, eppure frutto di una di sicuro non semplice attenzione al movimento dell’ingranaggio. Qui si è in moto, appunto. Seppure le tre sezioni del volume fingono di presentare uno svolgimento più che altro mentale, di svolgimento più che altro nel luogo del cervello. “Memoria”, “Sogno”, “Spazi cosmici”. Che fanno immaginare prima di tutto un pensiero, un pensare, un pensamento. Epperò noi sappiamo bene, per esempio, che invece lo scrittore e traduttore Agnoloni, autore, di un terzo del libro appunto e terza primaria parte del raccontare luoghi simbolicamente lontani come di certo agganciati con lo spostamento, è un viaggiatore. Non a caso, per dire, uno dei suoi libri, “Berretti Erasmus”, è sottotitolato anti-didalistico “Peregrinazioni di un ex studente del Nord Europa”. Cuppini ha volteggiato nel mondo difficile del teatro e sconvolgente della danza. Suo è il racconto che apre il libro, “Il palazzo rinascimentale”. Quindi il piano e fermo incipit: “Il tempo respira, il passato può cambiare”. Che apre uno slittamento di tempi, allora di punti di vista. In una vicenda di paesaggio appoggiato al verbo del ‘fu’, quanto meno nella rivisitazione della storia biografica da parte del narratore dell’evento di osservazione del moto dei ricordi, dei ricordi in moto perpetuo. Salvato, giornalista, in esergo alla sua entrata in scena pone una commovente, almeno per noi, citazione del compianto scrittore Tassinari. Un boccone d’aria da “Agli angeli ribelli”, il testo che Stefano Tassinari dedicò allo studente e militante di “Lotta continua”, portato sul palco solo l’anno prima della scomparsa dello scrittore ferrarese. Il primo dei racconti di Sandra Salvato è un sempre più necessario omaggio letterario alla lotta partigiana. I tre autori in fondo sono simili fra loro, nella loro estrema diversità di veduta. Si somigliano per scelta di tono. Infatti il libro fuziona al massimo. Il meccasismo è fermo, si muove bene, ben saldo sta. “E a partire dalla Memoria, transitando per il Sogno, i tre autori ci conducono negli Spazi Cosmici, in un futuro fatto di consapevolezze volutamente ignorate e faticosamente accettate (Agnoloni) e, con una vera e propria sarabanda verbale, ci imbarcano su una capsula spaziale (Cuppini) o ci trascinano in un viaggio nello zodiaco Salvato)”, ha ben sintetizzato lo scrittore Paolo Codazzi. “(…) Di racconto in racconto, si dipana una geografia che va da Urbino alla Dalmazia, dalle Dolomiti alla Sardegna, da Firenze a Venezia, dagli Stati Uniti all’Australia, fino agli spazi interstellari; un itinerario che corrisponde al vagare dentro se stessi, sprofondando come accade ai protagonisti di queste storie” capaci di dirci che esiste una conciliazione fra il dovere di liberarsi, compiendolo, dal desiderio di curiosità e meraviglia con una trasfigurazione delle tante e diffuse memorie.
Nunzio Festa
Il link alla recensione su KULT Underground: https://bit.ly/3CdncD1
Vive a Milano, dove lavora come traduttrice. Tra le opere da lei tradotte, il successo internazionale Il diario di Bridget Jones. Tra i suoi romanzi, si ricordano Solo in città (Fanucci,
2007), Giulio e il colore dei baci (Fanucci, 2009), Incatenati alla tastiera. Manuale di sopravvivenza per traduttori (Editrice Bibliografica, 2017), Un amore incosciente (Feltrinelli, 2017), Quando mi sei accanto (DeA Planeta, 2018), La felicità non fa rumore (Giunti, 2018).
BLOG Una settimana di meraviglie letterarie si apre con Etnabook, il festival del libro e della cultura di Catania, mentre tornano sugli scaffali i siciliani Davide Pappalardo, Elvira Seminara e Stefano Amato, cinque i titoli per la lombarda Morellini, il libro copertina è di Paolo Panzacchi per Clown Bianco Edizioni mentre la controcopertina è di Olivia Crosio per Arkadia
Settimana di squilli e trombe in tutta Italia, ma la Sicilia ancora una volta si conferma padrona indiscussa della cultura. Tornano, infatti, negli scaffali Stefano Amato con “Taddeo in rivolta”, Elvira Seminara con “Leonora Carrington“ e Davide Pappalardo con “Il verso dell’assiolo“. La milanese Morellini fa pokerissimo: 5 titoli in uscita venerdì 30 settembre. In copertina vanno Paolo Panzacchi con “Fantasmi” (Clown Bianco Edizioni) e Alice Crosio con “La mentalità della sardina“(Arkadia). Ottobre entra con una sorpresa: siamo abituati a rappresentazioni cinematografiche e teatrali tratte da libri, con “Emilio… nario! – Due cuori e una bugia!” di Stefano Labbia, dal teatro l’ispirazione per il romanzo.
Dal 27 settembre al 1° ottobre torna Etnabook, festival del libro e della cultura di Catania
Clicca sulla cover per leggere e scaricare il programma di Etnabook IV Edizione
Ma dicevamo la Sicilia. A Catania il 27 settembre con una pre-apertura nel Comune di Gravina di Catania, si inaugura la IV edizione di Etnabook – Festival internazionale del libro e della cultura. Il festival letterario catanese, in partnership con il blog “Letto, riletto, recensito!”, consegnerà cinque premi speciali e due onorificenze. Saranno infatti insigniti del Premio Speciale “Letto, riletto, recensito!“, le scrittrici Francesca Calì, Viola Di Grado e Francesca Maccani e gli scrittori Massimo Arcidiacono e Orazio Licandro. Onorificenze per la comunicazione, l’editoria e il giornalismo a Federica Duello e Lucio Di Mauro. Il 28 settembre, al Palazzo della Cultura di Catania, serata clou con la consegna dei riconoscimenti del premio annesso “Etnabook – Cultura sotto il Vulcano“, con ospiti eccellenti in platea che fino al 1° ottobre presenteranno le loro opere. Catania capitale del libro, della cultura e del sociale, tant’è che con Alessandro Cecchi Paone e Mirko Giacone vi sarà anche una giornata dedicata ai diritti LGBT+. Non viene dimenticato Franco Battiato: la produttrice del progetto Etna star, Debora Scalzo ha preparato una serie di incontri e di encomi nel suo format interno al festival in onore a Franco Battiato, dal titolo “Etna Star La Cura“. Non mancheranno tantissimi laboratori per tutte le fasce d’età, per gli interessi, per la valorizzazione del territorio, come “LeCTura Cyty” il progetto di Valentina Carmen Chisari che cavalca l’onda del successo nelle scuole da quattro anni o la Sezione EtnaKids ben curata da Matilde.
Le uscite di mercoledì 28 settembre
Stefano Amato, Taddeo in rivolta, Marcos y Marcos
Pigro, sovrappeso, imbevuto di cultura, massime filosofiche e un paralizzante nichilismo, Taddeo migra dalla casa del babbo – che si è rifatto una vita con una splendida brasiliana che sta per dare alla luce una creatura – a quella della madre, poliziotta sul ciglio della pensione. Una sera, vede un giovane omosessuale insultato e aggredito brutalmente per strada da un bullo. Assistere a quel sopruso lo risveglia dal proprio stato di profondo torpore: le ingiustizie vanno punite, costi quel che costi. La sua vita parrebbe ritrovare improvvisamente senso: trasformarsi in “giustiziere-della-notte”, forse un po’ (tanto) meno.
Le uscite di giovedì 29 settembre
Elvira Seminara, Leonora Carrington, Giulio Perrone Editore
Pittrice, scrittrice, scultrice, icona e corpo del surrealismo, Leonora Carrington sfugge in realtà a ogni etichetta. La sua vita stessa – iniziata il 6 aprile 1917 nella contea inglese del Lancashire – è un romanzo, tra l’infanzia ricca nella villa gotica e le espulsioni dai collegi, le fughe e l’amore con Max Ernst, i soggiorni a Parigi e New York, il manicomio e la seconda vita in Messico, lunga sessant’anni. Quando morirà nel 2011, novantenne e ancora geniale, nell’adorata Città del Messico, non si spegnerà con lei un’esistenza, ma un’era, l’ultima, dove arte e vita sono rischiosamente unificate e sacre, contro ogni moda, mercificazione, industria e pubblicità. Questo libro vuole dar voce, attraverso le vicende e l’opera, a una donna libera e visionaria, femminista e anticonformista, ironica, eclettica e iconoclasta. E al suo sguardo, al suo tocco, unici. E oggi più che mai vitali.
Le uscite di venerdì 30 settembre
Libro copertina, Fantasmi di Paolo Panzacchi, Clown Bianco Edizioni
La fine di un’amicizia e di un matrimonio raccontati da un uomo. Un inedito punto di vista sul dolore e sulle seconde possibilità. “Fantasmi” è il titolo del nuovo romanzo di Paolo Panzacchi, prolifico scrittore di racconti e romanzi modenese ma ferrarese di adozione, pubblicato da Clown Bianco Edizioni (194 pp., 17,50 euro) e in libreria dal 30 settembre, un romanzo sull’amicizia infranta, sulle ossessioni, dentro e fuori dal rapporto di coppia. È la storia di Giulio e del mondo che gli ruota attorno, fatto di sentimenti e dipendenze, da lui vissuto come una giostra impazzita dalla quale vuole solo scendere fino all’incontro con Greta che renderà ancora più drammatici i risvolti della crisi esistenziale che sta affrontando. Ci sono eventi della vita capaci di trasformarla drasticamente, di affondare nel dolore chi li sta vivendo come Giulio, il protagonista di questo romanzo, un trentacinquenne bolognese incapace di reagire alla morte del suo più caro amico, Mario, che lo travolgerà in un vortice inarrestabile fatto di rancore, odio e disprezzo per la vita, anche per quella vita tanto desiderata da sua moglie Carlotta e che lui non è in grado di dargli. Da quella tragica notte del 2004 la vita di Giulio subisce un drastico cambiamento che lo porterà a sperimentare nuove esistenze, nuove possibilità di riscatto – gli studi a Londra, la carriera fulminea nella City, l’incontro con Clara – ma che non sarà in grado di cogliere a causa della sua incapacità di reagire a quel dolore incolmabile, e di Carlotta che in Italia lo aspetta per coronare il suo sogno di diventare moglie, e madre. Ma il ritorno a casa, a Bologna, si rivelerà più duro del previsto: Giulio annega la sua vita nell’alcool, mentre Carlotta cerca di salvarsi dalla dipendenza da cocaina frequentando Diego, l’unico capace di assecondare il suo incolmabile bisogno d’affetto. E mentre i preparativi per la celebrazione dell’anniversario della morte di Mario proseguono, neppure l’incontro di Giulio con Greta, una donna matura con una vita difficile alle spalle, riuscirà a liberarlo dai suoi fantasmi rendendo ancora più drammatici i risvolti della crisi esistenziale che sta affrontando. Fantasmi ha una colonna sonora che accompagna il lettore, musica fatta delle parole delle canzoni che hanno scandito l’amicizia con Mario e accompagnato i momenti importanti dei ripetuti tentativi di fuga dalla vita da parte di Giulio. Fantasmi è un romanzo per chi crede nelle seconde occasioni, ma anche per chi non ne ha ancora viste passare e vuole incontrare la storia di chi, avendo avuto questa opportunità, non si è fatto vergogna di essere fragile.
Davide Pappalardo, Il verso dell’assiolo, Pendragon Edizioni
Tre maschere utilizzate per una burla a un addio al celibato, identiche a quelle indossate dagli autori di una rapina in cui muore una guardia giurata. Risultato: per tre amici partiti dalla Sicilia, un innocuo fine settimana fra Trentino e Veneto si trasforma in una drammatica fuga destinata a stravolgere parecchie vite. Tra delitti, inseguimenti e sospetti, la tensione fa riaffiorare antichi rancori e rievoca lontani ricordi, come la morte di un’anziana durante una terribile giornata di pioggia nel 1995 nella loro cittadina di provenienza, Acireale. Nel corso della rocambolesca fuga, le terribili verità che via via riemergono dal passato modificano la percezione del presente. Così, i ricordi, le amicizie, i luoghi, persino le morti di un tempo sembrano assumere forme diverse nelle menti dei tre uomini. Unico fattore a non mutare mai lungo tutto il romanzo, il canto ipnotico e malinconico di un piccolo rapace notturno.
Davide Simeone, Domani mi sveglio presto, Les Flaneurs Edizioni
Un romanzo corale sulla forza della vita, tra cadute e risalite, gioie e dolori. Roberto ha trentasei anni, un lavoro part-time in una lavanderia a gettoni, e non riesce a riprendere in mano la sua vita da quando Ludovica, la donna che ama più di ogni altra cosa al mondo, è scomparsa in un incidente stradale. Camilla è un’adolescente esuberante con una famiglia problematica, che cerca il proprio posto nel mondo, Lucia una donna di mezza età che ha deciso di non perdersi d’animo anche se il vuoto lasciato dal suo Vincenzo è incolmabile. E poi ci sono Noemi, Violetta, Fatima, donne che la vita ha messo di fronte al dolore ma che da quel dolore hanno saputo trarre la propria forza. Frammenti di quotidianità e schegge di ricordi si intrecciano nella composizione di un romanzo corale di perdita e di rinascita, in cui ogni incontro è prezioso e può essere la scintilla capace di rimettere in movimento il cuore di ognuno.
Speciale Morellini con cinque titoli
Federico Saccani, Lei salva il mondo
«Il ragazzo e la ragazza imboccarono la strada senza parlare né guardarsi e presto persero di vista l’ufficiale nazista con il sorriso che pareva una lama». Armando è un uomo di cento anni. Rinchiuso in casa da tempo per colpa della vecchiaia, la sua esistenza procede silenziosa, scandita dal ritmo delle abitudini. Ma quando con l’arrivo della pandemia il resto del mondo, da un giorno all’altro, è obbligato a fare la stessa cosa, allora la sua vita cambia. Tutto ciò che di nuovo nasce intorno a lui lo riporta con la mente al passato. Più di ogni altro avvenimento è l’incontro con Elena, una giovane donna del palazzo, a far riemergere il ricordo della fuga dall’esercito, dei partigiani e di un amore perduto; il ricordo di una guerra con cui Armando dovrà fare pace una volta per tutte. Il vecchio si ritrova così nel presente a lottare con la propria storia, cercando di chiuderne le trame.
Orlando Del Don e Annalina Molteni, Sciarada
«La follia è la sorella infelice della poesia». Oliver McQueen è un solitario, introverso e geniale psichiatra irlandese. Un giorno riceve una busta sospetta da un mittente sconosciuto che propone un inquietante enigma al quale egli non vuole né può sottrarsi: una diagnosi a distanza. La sua vita non sarà più quella di prima: la soluzione dell’enigma incontrerà il riaffiorare del suo doloroso passato e gli imporrà di affrontare il suo destino. In questa sfida, un’inesorabile “fuga in avanti” che attraversa l’Europa – dalla Svizzera, all’Italia fino all’Irlanda –, egli mette in gioco tutto: i pochi rapporti personali rimasti, l’equilibrio mentale, le radici della sua stessa identità. Ma come una falena si avvicina alla luce che la ucciderà, la sua attrazione magnetica per il potere creativo della mente e della follia porterà al dipanarsi di realtà e verità indicibili.
Simona Capodanno, Alicia Rovira Arnaud. La governatora di Clipperton
«Quando la mattina del 30 agosto 1908 avvistammo la scarsa vegetazione di Clipperton e la sua spiaggia brulla, non ebbi alcun moto di sconforto: Ramon me l’aveva dipinta esattamente com’era». Messico, inizi del Novecento: Alicia Rovira, una ragazza della ricca borghesia, si innamora del capitano dell’esercito Ramón Arnaud, lo sposa e lo segue nella sua pericolosa missione sull’isola deserta di Clipperton, nel mezzo dell’oceano Pacifico. Qui Alicia dimostra la sua grande forza d’animo, affronta con coraggio una vita di stenti, di fame e di difficoltà, mettendo al mondo ben quattro figli. A causa della rivoluzione civile che squassa il Messico, gli abitanti di Clipperton vengono dimenticati sull’atollo senza viveri né sostentamento. Una tragedia colpisce la comunità e sull’isola rimangono le donne e i bambini, che sopravvivono per diversi anni grazie al coraggio e alla determinazione della loro governatora Alicia. Una donna straordinaria che deve fare i conti con la violenza e i soprusi dell’unico uomo sull’isola, il guardiano del faro.
Fabrizio Vangelista, Porto di mare
«Nel cortile deserto si sentivano solo le voci dei ragazzi sulla strada. Avvertì in quegli schiamazzi la durezza della vita checontinuava a scorrere. Il ritrovamento di Luciano era stato per tutti nient’altro che lo spettacolo di un tossico stecchito con la siringa ancora nel braccio. Un diversivo in una serata di noia». Milano, settembre 2018. L’eroina torna in città come non accadeva da decenni e invade le principali piazze di spaccio. Marta, una quarantenne disoccupata che vive alle case Aler del quartiere Corvetto, trova il cinquantenne Luciano morto di overdose, la sera in cui avrebbe dovuto dichiaragli il suo amore. La donna, testarda e coraggiosa, non crede all’evidenza dei fatti, indaga sulla morte dell’amico e ne scopre una vita nascosta. Le tracce la portano al vicino “boschetto” di Rogoredo, sacca di disperati fuori controllo dove lo spaccio è gestito da alcuni pericolosi malviventi del suo quartiere. È lì che incontra Greta, ragazza perduta dalla storia difficile, che l’aiuterà a trovare la verità. Tra le due donne nascerà un’intesa che profuma di speranza.
Alessia Sacchetti, Prima che sia tardi
«Tutto quello che siamo o che vogliamo viene messo in stand by e le – poche – idee su famiglia, figli, paternità, maternità all’improvviso, messe di fronte al fatto concreto, non reggono il confronto». Questa è la storia di un aborto. Ma è anche la storia di Marco, architetto milanese sposato con Rossana, giornalista con la sindrome di Tourette incapace di trattenere versi, urla, movimenti inconsulti e persino bestemmie. La loro vita quotidiana sembra interrompersi con l’arrivo di una gravidanza inaspettata. I mesi che separano la coppia dal giorno dell’intervento vengono raccontati da un punto di vista inusuale, quello maschile: è la voce di Marco ad accompagnare il lettore verso le difficoltà che la scelta comporta, il peso della responsabilità, l’ansia e i dubbi. A esasperare la situazione, un sistema sanitario la cui burocrazia spietata impone lunghe attese logoranti, umilia, punisce.
Questa è la storia di una corsa contro il tempo che dura sei settimane, un embrione che cresce e la necessità di fare l’intervento prima che sia troppo tardi. Oltre al rapporto con Rossana, Marco si ritrova a scavare nel rapporto con suo padre – uomo di successo, mai veramente presente in famiglia – e nel suo ruolo di figlio. Perché, in fondo, questa è una storia che parla di figli mai voluti. Alcuni nati, altri no.
Libro contro copertina, La mentalità della sardina di Alice Crosio, Arkadia
Angela e Severino sono sposati da trentacinque anni, ma a vederli adesso non sembrano fatti l’uno per l’altra. Oramai in pensione si annoiano, soprattutto Angela che, da quando ha smesso di lavorare in libreria, a parte il corso di yoga, non vede più nessuno. Come tante coppie della loro età, tirano avanti nella piattezza dell’abitudine, lui abbrutito in salotto e lei indaffarata in cucina, rivolgendosi la parola solo di rado e in genere con esiti negativi. I figli sono grandi e lontani… Che cosa resta? I ricordi, qualche innocente momento di sfogo – ballare nuda per casa, ubriacarsi di limoncello – e un progetto: percorrere la Via Francigena. Angela alla fine partirà, da sola, e il viaggio che affronterà non sarà fatto esclusivamente di chilometri e luoghi, ma soprattutto di persone ed emozioni. Olivia Crosio ci regala un romanzo che ci apre alla speranza e al cambiamento.
Le uscite di sabato 1 ottobre
Stefano Labbia, Emilio… nario! – Due cuori e una bugia!
“Emilio… nario!” è il secondo spettacolo teatrale ideato e scritto dall’autore italo brasiliano Stefano Labbia: è un concentrato di gag e riflessione potente che scuote le anime ed i cuori di chi vi assiste. Emilio è un povero che si finge ricco, vivendo al di sopra delle sue possibilità grazie a continui finanziamenti erogati da società finanziarie. L’uomo, però deve fare i conti con se stesso e con le sue bugie quando si ritrova ad un passo dall’impalmare (sposare!), la sua bella, Caterina – ovviamente all’oscuro di tutto! Già questo basterebbe per innescare la miccia della commedia all’italiana in puro stile Mastroianni… aggiungete a questa miscela esplosiva un portiere impiccione ed un amico, Luigi… decisamente sopra le righe! Il risultato? Risate e pensieri su una società, la nostra, che ama e mente in maniera spudorata a se stessa! Finalmente questa piéce esce in edizione cartacea, nero su bianco, in print on demand nella collana teatro di Amazon!
Salvatore Massimo Fazio
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