Superlativamente splendido, magico, è pura fiaba intrisa di poesia questo libro di Paolo Ciampi, prolifico scrittore e giornalista fiorentino, che mi ha affascinato e avvinto sin da subito e che mi ha tenuto in una meravigliosa apnea emotiva fino all’ultima riga da cui sono appena riemersa. Complimenti di vero cuore per lo struggente inno d’amore che ha tributato alla nostra città di Firenze (ci ho vissuto venticinque anni…) che l’autore dimostra di conoscere in ogni più piccolo e inconsueto dettaglio e che descrive con smisurata passione: standing ovation! E complimenti per la storia nella quale Ciampi immagina d’incontrare Carlo Lorenzini, per tutti Collodi, e nella lunga notte di san Lorenzo si mettano a vagabondare per Firenze e a parlare della vita variegata (e poco conosciuta) dell’autore di Pinocchio, del suo capolavoro immortale e dei suoi tanti, spesso reconditi, significati, una serata piena di fiabesca magia, di scoperte, di rivelazioni, d’istintiva empatia che commuove e fa sorridere allo stesso tempo. Concludo con i complimenti allo stile narrativo semplicemente perfetto, una perla rara, e ai continui rimandi storici a com’era Firenze al tempo di Carlo Lorenzini, un vero arricchimento: grazie Paolo!
Daniela Domenici
Il link alla recensione su Daniela e Dintorni: https://bitly.ws/36txy
Arkadia, 2023 – Pinuccio Badalà, figlio di una Sicilia diversa da quella immortalata negli stereotipi turistici e di una famiglia dai complicati destini, coltiva un’ambizione letteraria che si scontra con il mondo difficile, a volte grottesco, dell’editoria italiana.
Già dall’incipit Il buio delle tre (Arkadia, 2023), il nuovo romanzo dell’eclettico artista etneo Vladimir Di Prima, rivela una voce originale, personalissima, dal sapore agrodolce tipico della contraddittoria realtà siciliana (come in modo splendido ha detto, in modo definitivo, Tomasi di Lampedusa in un celebre passo de Il Gattopardo sui contrasti che caratterizzano l’isola).
Così, tra il fiabesco e l’irriverente, suona l’incipit de Il buio delle tre:
“Erano già passati trentasei giorni, e due lune, e cinque
domeniche. Erano nati gatti, palazzoni e pazzi, e qualcuno
era morto, e altri aspettavano ancora il Cristo risorto”.
Nella scena iniziale vediamo i due cugini Salvatore e Michele Badalà accingersi a prendere un treno per Roma. dove devono incontrare (nientemeno) “un pezzo grosso della CGIL prima che partisse per le vacanze”. Lascio ai lettori la scoperta del momento (significativo per l’intero Paese) in cui i due provincialissimi e siculissimi cugini stanno per partire da un’afosa città padana alla volta della capitale.
I destini dei due cugini divergono a causa di una telefonata che li separa non, com’era nei programmi, per pochi minuti, ma per sempre.
Il protagonista del romanzo è Pinuccio Badalà, figlio dello sfortunatissimo Michele e della tenera Santina. Pinuccio cresce alle pendici dell’Etna e coltiva una precoce e ferrea ambizione letteraria che così riassume, nel tentativo di arginare le sagge considerazioni che la madre mette avanti per convincerlo che scrivere non è un mestiere:
“Leggo e scrivo, ti piace? È la stessa cosa dei panettieri: impastano e infornano”.
Ecco, Pinuccio nella sua versione giovanile è tutto in queste poche parole per niente alate, parole terra terra, idonee a essere comprensibili, se non condivisibili, per una donna semplice e selvatica come la madre. La visione che Pinuccio ha del mondo è provinciale, ingenua, ha il colore dei suoi sogni di gloria destinati a scontrarsi con una realtà indecifrabile e confusa – l’editoria in Italia – che ha la consistenza frustrante del muro di gomma e che, proprio come un muro di gomma, resiste ai suoi tentativi, anche i più ingegnosi, di attraversamento.
La vera protagonista del romanzo, vien da pensare man mano che si procede da un capitolo all’altro, è forse proprio la scrittura, una sorta di personaggio privo di fisionomia e di voce propria ma in grado di parlare per bocca di questo o quel personaggio e talora attraverso le parole del narratore onnisciente; questi fornisce una riflessione sulla scrittura e sugli scrittori che risulta illuminante per comprendere le vicende di Pinuccio Badalà:
“Scrittori non ci si improvvisa. È un mestiere che parte
da lontano, da quelle recondite pulsioni di emarginazione,
di scarto, di rivalsa verso un prossimo ingrato e irriconoscente
e, naturalmente, da una spiccata tendenza narcisistica.
Quando Pinuccio decise di volerlo diventare non
sapeva ancora di possedere un eccezionale talento. Non
sapeva neppure cosa fosse uno scrittore. Gli sembrava che
mettere una frase dopo l’altra fosse già abbastanza e che in
fondo serviva solo una bella storia”.
Pinuccio ha due passioni – le donne e la scrittura – e in entrambe la fortuna non gli è amica.
Convinto di possedere un eccezionale talento, si ingegna nei primi velleitari tentativi di pubblicare un libro. Armato di una forte volontà di raggiungere il risultato, finisce per sviluppare una vera ossessione, ostinandosi a provare nuove strade (più o meno tortuose, a volte davvero fantasiose) e amareggiandosi sempre di più per gli insuccessi. Incontra sul suo cammino millantatori e personaggi stravaganti, a ciascuno dei quali è assegnato il ruolo di mentore e guida verso il mondo fatato e irraggiungibile dell’editoria, sempre meno fatato e sempre più irraggiungibile man mano che cresce la disillusione e aumenta il disgusto per meccanismi che si ripetono sempre uguali. Pinuccio tuttavia non demorde. Non cede alle mode del momento, scrive come sa scrivere, costruisce le storie come ama costruirle e non come vorrebbe il mercato. Mentre il Paese e il pianeta attraversano momenti cruciali, che puntualmente l’autore richiama, la carriera di scrittore del protagonista si muove su un binario parallelo a quella di seduttore: il nostro antieroe sembra, in entrambi i campi, destinato a sostare in una terra di nessuno percorrendo sentieri che non arrivano mai alla meta. I tentativi di pubblicare lo vedono peregrinare da un editore all’altro, da un’illusione di pubblicazione all’altra, da un’attesa di valutazione del suo più recente manoscritto all’altra. Le sue avventure erotiche hanno vita breve. Pinuccio si invaghisce di una ragazza, poi di un’altra e di un’altra ancora; uno sguardo, un colorito latteo, una chioma lucente fanno divampare la passione che però d’improvviso si spegne in uno dei suoi facili disgusti. Resta sempre in cerca di un editore e di un amore: a volte architetta elaborati piani di conquista, a volte rimane travolto da un’illusoria opportunità che il caso benigno sembra apparecchiargli. Pinuccio è un personagio delizioso, un ingenuo stralunato, talvolta di un candore disarmante, che si ritiene furbissimo; i suoi sogni amorosi e artistici traggono nutrimento da visioni illusorie della realtà, a partire da se stesso. Non riesce a diventare antipatico, suscita anzi una divertita compassione e richiama alla mente persone reali che abbiamo conosciuto e guardato con la medesima divertita compassione. Ci dispiace vederlo subire l’ennesima delusione, vorremmo che si svegliasse dai suoi vaneggiamenti e crescesse, rinunciando ai sogni. Vorremmo, insomma, che si rassegnasse (parafrasando Luisa Spaziani) alla sua sfumatura di fatale grigio: ed è questa, in fondo, la maturità.
Ma non è il fatale grigio la tinta che Pinuccio cerca per sé e per le sue opere. Non perde per strada l’irruenza giovanile che lo porta a volte a scontri epici con chi gli riesce antipatico. Non si arrende agli insuccessi, sicché arriva dopo un bel po’ di anni (undici) al terzo romanzo senza che la fede nel proprio talento sia stata scalfita dal dubbio:
“Pinuccio, insomma, non si sentiva più un talentuoso dilettante
con il sogno di vincere il Nobel, ma uno scrittore
vero, superbo, invincibile e naturalmente già nobile, uno
che aveva appena finito l’ennesimo capolavoro di una carriera
lunghissima”.
Delusione dopo delusione, Pinuccio si ritrova quarantenne. Santina è morta e a governare la casa dell’inetto sognatore bada Irina, un’infelice, materna rumena. Il piccolo mondo di provincia in cui la storia è ambientata è molto mutato. Tutti sono invecchiati, l’America è servita nei centri commerciali che spuntano nella zona pedemontana di Catania. Pinuccio, nella vita come nella scrittura, non si ritrova nella contemporaneità, la rifiuta, la contesta. Si ostina a vivere e a scrivere a modo suo e ha per le mani l’ultimo capolavoro che non riesce a pubblicare. Trascorre molto tempo in compagnia di Orazio Magazù, stravagante e ipocondriaco ma sinceramente affezionato all’aspirante scrittore, al quale offre il paziente ascolto delle sue recriminazioni e qualche parola di compassionevole incoraggiamento. Ed è con lui che Pinuccio si trova durante il doppio gran finale a sorpresa che non è il caso di anticipare e che chiude senza chiudere le dolenti, a volte divertenti e sempre intricate vicende di un ragazzo di provincia, dei suoi sogni di gloria e della sua battaglia (vana? Ai lettori e ai posteri l’ardua sentenza) per conquistarsi uno spazio degno nel panorama letterario italiano.
Rosalia Messina
Il link alla recensione su SoloLibri: https://bitly.ws/36mKC
Pisano, vive a Roma. Ha pubblicato per Einaudi, Laterza, Rizzoli e La nave di Teseo. Gli autunnali (2018) è il primo romanzo di una quadrilogia proseguita poi con Gli estivi (2020), Gli invernali (2021) e I primaverili (2023).
In arte Eliselle, nata a Sassuolo, ha al suo attivo diversi romanzi tra i quali Girlz vs Boyz (2020), Il collegio (2022) e She-Shakespeare (2022). Con Arkadia Editore ha pubblicato un racconto in Luoghi letterari. Piemonte (2023) e un altro in Luoghi letterari. Veneto (2024).
Pesarese, vive a Bologna. Vincitrice del Premio John Fante Opera prima con Evelina e le fate (Giunti) ha al suo attivo numerosi romanzi. Nel 2023 ha pubblicato Il pozzo delle bambole (Sellerio).
Venerdì 15 dicembre a partire dalle 12,00 presso il Bar Pickwick di via Alessandro Paternostro 49 a Palermo, Paolo Ciampi autograferà le copie del suo ultimo libro “Il Babbo di Pinocchio” edito da Arkadia Editore.Paolo Ciampi Giornalista che negli anni ha lavorato per diverse testate agli inizi degli anni Duemila ha iniziato a pubblicare libri, diversi…
Venerdì 15 dicembre a partire dalle 12,00 presso il Bar Pickwick di via Alessandro Paternostro 49 a Palermo, Paolo Ciampi autograferà le copie del suo ultimo libro “Il Babbo di Pinocchio” edito da Arkadia Editore.Paolo Ciampi Giornalista che negli anni ha lavorato per diverse testate agli inizi degli anni Duemila ha iniziato a pubblicare libri, diversi dei quali hanno ottenuto riconoscimenti nazionali e adattamenti teatrali. È l’autore della prima storia completa dei quotidiani fiorentini e delle biografie dedicate a Odoardo Beccari, Enrica Calabresi, Jessie White Mario, Beatrice di Pian degli Ontani, Filippo Pananti, Leonardo Fibonacci, George Perkins Marsh. Con Gli occhi di Salgari ha vinto nel 2004 il premio Castiglioncello, sezione biografia, intitolata a Giovanni Spadolini. Ha raccontato viaggi a piedi e in bicicletta, con particolare riferimento a Olanda, Polonia, Gran Bretagna e alcuni cammini, quali la Via degli Dei e le Foreste Casentinesi. Da Un nome è stato tratto lo spettacolo teatrale Un nome nel vento, prodotto dal Teatrino di Fondi in collaborazione con Versiliadanza, e il docufilm Una donna. Poco più di un nome, con la regia di Ornella Grassi. Una gavetta in fondo al mare è diventato uno spettacolo dell’attore Andrea Giuntini ed è stato tradotto in Grecia. Per due volte, nel 2019 e nel 2021, è stato candidato, senza mai vincerlo, al Premio Strega con i libri L’ambasciatore delle foreste e Il maragià di Firenze, entrambi pubblicati dalla casa editrice Arkadia.
Il link alla segnalazione su Bar Pickwick – Letteratura a decilitri: https://bitly.ws/36tzU
Si avvicina la pausa natalizia, ma prima di lasciarsi andare a brindisi e festeggiamenti, diamo uno sguardo alle news letterarie di questa settimana! E apriamo con la novità firmata Eris Edizioni: Il focolare è una bestia affamata di Angelo Maria Perongini, una favola horror ambientata proprio a Natale. Proseguiamo con un saggio in libreria per Il Saggiatore dedicato a tutti gli amanti dei testi: Piccolo manuale illustrato per cercatori di font, con le illustrazioni di Giacomo Agnello Modica, per capire come e perché scriviamo certe parole. Per Arkadia Editore invece troviamo un romanzo su aspirazioni letterarie e delusioni, tra periferia e città italiana: Il buio delle tre di Vladimir Di Prima. Passiamo invece alla poesia con la silloge (anzi due) di Valerio Carbone, Ordàlia / La disciplina del tempo, edita da Edizioni Efesto. Si parla di madri e femminilità invece con la nuova uscita per Castelvecchi Editore: in libreria Donne che allattano cuccioli di lupo, di Adriana Cavarero. Recuperate anche Il fiore di Farahnaz di Yaprak Oz, in libreria per Edizioni le Assassine, un giallo sullo sfondo di una Turchia instabile. E infine, tra pirati e marinai, tra fuorilegge e idealisti troviamo Sotto il vessillo di re morte. Un mondo alla rovescia di Marcus Rediker, in libreria per Eleuthera.
Il link alla segnalazione su The Bookish Explorer: https://bitly.ws/367xn