Il lato nascosto delle storie di Roberta Di Pascasio
Arkadia, 2024 – Una raccolta di racconti i cui personaggi tessono una rete di legami e la cui esistenza somiglia alla babele di Spoon River, bambini, senzatetto e detenuti che si muovono in una Roma degradata e indifferente.
Una raccolta di dieci racconti, una piccola Spoon River metropolitana che avrebbe fatto gola a Fabrizio De André, Il lato nascosto delle storie, ultima fatica di Roberta Di Pascasio, si affaccia nelle librerie con una cover accattivante, uomini senza volto intrappolati dentro cornici desuete e anonime. I personaggi dei racconti sono, a volte a loro stessa insaputa, incastrati uno dentro la vita dell’altro come in una bambolina matrioska russa. Vite per lo più anonime o incapaci di volare alto, esistenze che si sono perdute o che hanno come desiderio quello di riscattare se stesse a danno delle esistenze altrui.
È così anche l’ambientazione, una città qualunque d’Italia, che mano a mano scopriremo essere invece la capitale, una Roma degradata e indifferente per lo più, che ha solamente fretta e nessuna voglia di soffermarsi a guardare le sofferenze e le difficoltà degli uomini e delle donne che la abitano. Il primo racconto è emblematico: l’uscita dal carcere di un ex detenuto forse innocente, l’incontro con la moglie che invece crede alla sua colpevolezza e poi l’unico amico che gli è rimasto al fianco. Il protagonista Salvatore, detto Salvo, è un uomo distrutto dall’arroganza e dal desiderio di una giustizia sommaria di un vecchio giudice in pensione, che tornando alla metafora di Spoon River ricorda molto, per certi versi, il nano de Il Giudice di Fabrizio De André nel vinile Non al denaro non all’amore né al cielo, tratto appunto dall’antologia di poesie di Edgar Lee Master. Salvatore oramai non ha altro desiderio di capire chi lo ha incastrato e perché.
Ritroveremo, proseguendo con le pagine, questi e altri personaggi che assumeranno il valore di protagonisti e protagoniste nei vari racconti con un concetto che mano a mano, nella penna di Roberta Di Pascasio, si va facendo sempre più chiaro. E lo fa dire a Ferdinando, un senzatetto, uno dei tanti di questa Roma assente. Ferdinando è un perdente, nel senso vero del termine, è uno che ha perso davvero tutto ma ha pur sempre una vita da raccontare e un sorriso per gli altri. Gli troveranno un biglietto con una frase scritta con la penna rossa:
Amico sei ancora in tempo. Scegli la parte illuminata della storia.
E mi viene da dire che, se esiste sempre un cono d’ombra, un altro modo di affrontare il gioco della vita, altrettanto ci dovremmo ricordare di saper ascoltare quei non detti, quel silenzio che a volte richiede solo attenzione e amore; così prende vita il personaggio di Carolina, una bambina di dodici anni che solo nei libri trova conforto e inventa storie con ogni lettera dell’alfabeto per raccontarle al suo amico immaginario.
Maria Caterina Prezioso
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