Massimo Granchi


Il Principe delle Arene Candide

Edoardo è un ragazzo dei nostri tempi. Vive a Cagliari con la sua famiglia in un quartiere residenziale vicino al mare. Un’esistenza apparentemente tranquilla, in cui i rapporti tra genitori e figli, tra marito e moglie, tra fratelli, sembrano procedere senza scossoni. Nel nucleo famigliare trovano posto la nonna Carmela e la tata Ninnina, veri punti di riferimento per Edoardo e suo fratello Luca, alle prese con un padre e una madre sempre impegnati nelle rispettive professioni. Sarà proprio la morte della nonna a scatenare l’imprevedibile. Da quel momento in poi, per Edoardo e i suoi, inizierà una discesa inesorabile. Difficoltà dopo difficoltà, procedendo a tentoni, il protagonista sperimenterà l’assenza, l’abbandono, la tragedia, la menzogna, cercando nel contempo di definire il proprio ruolo nella società. Scoprirà alla fine che le certezze e il mondo conosciuto fino a quel momento non sono reali.

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Introduzione

Ancorato in un mondo che non sento più mio, per gli altri avrei l’età di prendere a morsi la vita, eppure non mi restano che le briciole. Nessuno ti avverte prima che il passaggio all’età adulta è contrassegnato da una fase determinata che chiamano adolescenza. Mi perdo nei discorsi degli adulti, cercando di dare un senso a questa mia frammentarietà. Fisso i loro sguardi e noto lo stesso vuoto e non capisco perché. Pochi anni e finalmente sarò maggiorenne e potrò decidere della mia esistenza che per adesso vorrei non fosse mai avvenuta. Sono un peso per gli altri e per me stesso. Cerco riparo nel mare, mi perdo tra la calma apparente delle onde che riflettono il mio sguardo rigato dal pianto. Cerco il mio posto nel mondo, ma non è facile. Prendo a modello gli altri coetanei che sembrano aver acquisito una sicurezza che io non ho. Sono privo di spavalderia eppure sento in me una rabbia insormontabile. Il mio modo per ribellarmi alle regole, per sovvertirle. Non voglio più nascondere la testa sotto la sabbia. Me la prendo con le persone care, che sembrano non degnarmi di uno sguardo, sono trasparente, è come se avessero in qualche modo dimenticato di essere stati giovani anche loro. Ogni occasione di dialogo da entrambe le parti, si trasforma in uno scontro. Questa è una giostra particolare, non è un gioco e le parole feriscono più di una spada. Soffocato dalle responsabilità, mi specchio e il mio corpo muta, il mio cuore si colora di un ‘emozione nuova, ancora senza nome perchè non riesco a definirla, ma so che voglio tenerla per me, nel cantuccio del mio cuore, anche perché quando il desiderio si palesa davanti ai miei occhi, mi mancano le parole. Alcuni critici chiamano questa fase “terra di mezzo “, peccato non ci sia nessun mago Gandalf a guidarmi nella via. Questo susseguirsi di pensieri sparsi, non solo tratteggia i profili degli adolescenti, negli aspetti che li rendono comuni ma sembra altresì il modo giusto per presentare il Principe delle Arene Candide nuovo bellissimo romanzo di Massimo Granchi che si alterna tra la tumultuosa adolescenza e la bellezza fotografica e archeologica creando un’inaspettata e incantevole magia.

Aneddoti personali

Il mio primo approccio con Il principe delle Arene Candide avvenne quando il mio grande amico Patrizio mi ha inviato la newsletter delle nuove uscite Arkadia. Leggendo le sinossi mi ricordo che gli risposi “questo sarà un successo, si presenta come un vero gioiellino, un piccolo grande capolavoro” Parole profetiche perchè oggi sono qui a recensirlo e la mia opinione si è ulteriormente rafforzata. Quello che quel giorno non potevo immaginare è sicuramente che sarei diventato amico di Massimo. Una persona di una simpatia innata che apprezza l’ironia un animo delicato e di una gentilezza veramente rara. Sottoscrivo che ogni persona che lo conosce, non può non sentirsi fortuna, perchè queste bellezze d’animo vanno preservate. Detto questo siccome codesto è lo spazio degli aneddoti personali, per far fede alla mia onestà intellettuale ed essere sincero con voi che leggete, devo rivelarvi che in alcuni momenti se avessi avuto davanti il protagonista lo avrei preso a schiaffi. Anch’io sono stato adolescente e la cosa che più mi maledico ancora oggi e di essere stato male per persone che non lo meritavano. A volte il dolore è a senso unico. Io so di avere moltissimi difetti, ma un aspetto che proprio non mi appartiene è l’incertezza. Sono stato sempre sicuro fin da piccolo di ciò che avrei voluto fare e ho sempre lottato affinché si realizzasse. Non mi sono fatto mai condizionare da nessuno, collezionando sbagli e successi, tenendomi accanto chi veramente mi vuole bene. Da questo punto di vista è stato veramente difficile potermi immedesimare in un altro tipo di adolescente completamente diverso nonostante la vita non sia stata tenera neanche con me, ma a volte mi piace pensare che mi abbia dato altri doni. La letteratura è una sfida per migliorarsi continuamente, anche attraverso le recensioni, ho accettato misurandomi con un personaggio lontanissimo, spero di esserci riuscito e per questo vi invito a continuare la lettura.

Recensione

Il mare è lo specchio dei pensieri, si annegano si confondono, spariscono ma l’uomo non è mai veramente libero. C’è un peso soffocante che non riesce a uscire. Un desiderio irrefrenabile di gridare, ma ci si accorge di essere rimasti senza voce. Anche se il mondo si mostra in tutta la sua bellezza, a volte non lo vediamo perchè offuscati da mille pensieri e dalla perenne sensazione di essere uno sbaglio. Capita molto spesso durante l’adolescenza e a volte alcuni decidono di mettere fine a questo strazio che per loro è la vita perchè non sopportano che gli altri li guardino con disprezzo li deridano, li giudicano. Massimo Granchi descrive con spiccata sensibilità la lotta ai dolori che avviene durante questa fase, attraverso una storia veramente emozionante. La Germania per uno dei personaggi del romanzo rappresenta un’ancora di salvezza per la sua delicata condizione fisica. Non è solo questo però, perché la Germania è anche la patria del romanzo di formazione, genere in cui Il principe delle Arene Candide si inserisce perfettamente. Come scrive Franco Moretti in un famosissimo saggio si inizia a parlare di romanzo di formazione dal 1795 con Goethe e il suo “L’apprendistato di Wilhelm Meister “. Quello che travolge Edoardo, il protagonista di questa storia però non è un apprendistato ma un’autentica rivoluzione emotiva. L’autore tiene il cuore del suo personaggio in subbuglio, creando il luogo perfetto dove Eros e Thanatos mischiano a piacimento le carte del destino. Edoardo è un ragazzo normale, con una famiglia classica alle spalle. Sembrerebbe tutto normale sennonché il ragazzo risulta l’incarnazione vivente del punto interrogativo, non nasconde di essere irrequieto e fragile, cerca il suo posto nel mondo, ponendosi delle domande in attesa di appaganti risposte. La vita degli altri scorre indisturbata quasi non si accorgessero della sua presenza, questo è uno degli aspetti principali che lo fa chiudere ancora di più nella sua soffocante solitudine. Il suo personale lutto interiore è notevolmente accentuato dal divorzio dei genitori e da alcune morti che riguardano persone care. La scrittura a questo punto diventa una vera valvola di sfogo Il romanzo assume il tono di un vero e proprio diario, ciò è sottolineato anche dalla brevitas dei capitoli. Sono raccontate le tappe salienti del protagonista, il lettore ha quasi paura di leggere per non profanare l’intimità del giovane. Chi legge però diventa custode di verità indicibili al personaggio stesso. Una cosa che risalta agli occhi del lettore è sicuramente la scelta di presentare i genitori del ragazzo perlopiù attraverso il ruolo sociale che ricoprono nel loro microcosmo. Sono per il giovane una presenza effimera e quindi non meritano la marcatura di un nome ben definito, almeno all’inizio. Cosa che non accade con la nonna Carmela, il fratello Luca, la tata Ninnina e la fidanzata Barbara. Il romanzo si articola in trentadue capitoli, divisi in tre parti. Da segnalare inoltre l’utilizzo magistrale del cliff, tale espediente è perfettamente presente nei tre momenti in cui la tensione narrativa è al culmine. La scrittura è evocativa e poetica, si può sviluppare in due livelli. Il primo è quello descrittivo-figurativo dove l’autore racconta la vita dei personaggi per immagini di ordinaria quotidianità alternando descrizioni sublimi di Cagliari il luogo della storia, tanto che riesce a vederla anche chi non c’è mai stato. Si riescono a cogliere perfettamente odori, colori sapori e tradizioni. Il secondo livello riguarda il cosiddetto linguaggio dei sogni. Non potendo contare giustamente sulla scrittura per immagini poichè sono notevolmente confuse, tutto si dipana su un grado introspettivo-emozionale. Questo si percepisce soprattutto per il cambio di font e di registro linguistico che acquisisce un carattere ordinato – riempitivo per colmare le mancanze terrene. Nel romanzo c’è una forte connotazione femminile. Tutti i personaggi femminili lottano con coraggio per una loro personale affermazione e rappresentano il punto fermo, la certezza e le custodi delle radici della memoria. Con questo romanzo Massimo Granchi s’inserisce meritatamente insieme a Nicola Lecca a parere dello scrivente tra le voci più importanti e influenti del Bildungsroman contemporaneo. Appare evidente che per l’autore questo romanzo rappresenta un modo per riappacificarsi con il giovane che è stato, grazie alla maturità raggiunta. Vuole altresì dire a tutti i giovani che nonostante i diversi mutamenti, ci sono aspetti della vita che restano immutabili nelle varie epoche. Questo potrebbe farli sentire meno soli. Per scoprire cos’è realmente Il principe delle Arene Candide, dovete però leggere il libro. Tra gioie, dolori e segreti inconfessabili si racconta la storia di un ragazzo che cerca di vivere e a sue spese impara l’arte del perdono. Edoardo si specchia, si perde, si trova, si riconosce ed è finalmente pronto a scrivere la storia più bella di tutte. La sua.

Conclusioni

Consiglio vivamente questo romanzo a tutti i giovani e a coloro che non lo sono più, ma hanno ancora voglia di vivere ed emozionarsi.

 

Francesco De Filippi

 

Il link alla recensione su La casa delle storie: https://bit.ly/3mSEHAd

 



“Il Principe delle Arene Candide”, di Massimo Granchi

Il Principe delle Arene Candide, questo romanzo dal titolo evocativo e dalla copertina sontuosa, è uscito per le edizioni Arkadia meno di un mese fa. L’autore, Massimo Granchi, è come me cagliaritano di nascita e toscano di adozione, e la storia è quasi interamente ambientata a Cagliari, la mia città, tra il porto e la basilica di Bonaria, le strade strette di Marina e di Castello, il Poetto, Calamosca e la Sella del Diavolo. Si tratta di un romanzo di formazione: il protagonista, Edoardo, detto Edo, racconta se stesso a partire dai primi ricordi dell’infanzia fino al raggiungimento di una sofferta maturità. I primi anni, in una famiglia apparentemente simile a tante altre, con la presenza di due donne di spessore, nonna Carmela e la domestica Ninnina, sono sereni: è la morte della nonna il primo, grande trauma che Edo deve affrontare. Negli anni si succedono eventi drammatici, primo tra i quali la separazione dei genitori: il padre di Edo e Luca, suo fratello maggiore, ha un’altra famiglia, un’altra donna e un altro figlio e decide di andare a vivere con loro, a Napoli. Per Edo è un evento inatteso e incomprensibile, che lo porta a mettere in discussione non solo il rapporto col padre, ma anche con la madre e il fratello. Il ragazzo si fa scontroso, solitario, prende le distanze dai familiari, inizia un suo difficile percorso che, tra periodi neri e nerissimi, lo porterà infine a diventare adulto, grazie soprattutto a una ragazza che gli vuol bene e al rapporto che riesce a ricostruire con Luca. Massimo Granchi segue il suo eroe nella crescita, attraverso le dure prove, gli errori, la ricerca di se stesso e della verità sui suoi rapporti con gli altri, dimostrando notevoli doti introspettive e una sicura capacità narrativa. Lo stile è asciutto, concreto, fatto prevalentemente di frasi brevi ma capace anche di lasciarsi andare a descrizioni e riflessioni toccanti.  E il Principe del titolo? Le Arene Candide? Be’, per quelli dovete leggere il libro! 

Marisa Salabelle

 

Il link alla recensione su La poesia e lo spirito: https://bit.ly/35Wt6K9



In libreria dal 27 agosto 2020 il romanzo Il principe delle Arene Candide di Massimo Granchi, pubblicato dalla casa editrice Arkadia nella collana Eclypse. Angela Meloni ha intervistato l’autore:

  • Ciao Massimo benvenuto su Sololibri. Parlaci di te e della passione per la scrittura.

Buongiorno, Sololibri! Grazie per l’invito. Sono nato a Cagliari nel 1974 e vivo a Siena. Lavoro nel settore pubblico della formazione professionale. La mia passione per la scrittura è nata ai tempi della scuola media durante i quali tenevo un diario in cui annotavo sensazioni ed esperienze quotidiane. Erano brevi appunti su ciò che caratterizzava la giornata e mi permettevano di riviverla e soffermarmi su ciò che mi era accaduto. Durante gli anni delle scuole superiori, ho scritto vari racconti brevi e ho partecipato a molti concorsi letterari. La mia professoressa di italiano di allora ha saputo indirizzarmi e motivarmi. Le devo molto. All’università, ho pubblicato soprattutto articoli scientifici. Erano gli anni in cui ho tentato la carriera accademica, naufragata nei tentativi falliti di superare il concorso da ricercatore dopo il dottorato. A quel punto, ho ripiegato sulla mia precedente passione, la scrittura creativa, con maggiore soddisfazione ed è nato il mio primo romanzo.

  • Con la casa editrice Arkadia hai pubblicato Il principe delle Arene Candide. Raccontaci un po’ la storia. Chi sono i personaggi? Descrivili.

Il principe delle Arene Candide è un romanzo di formazione ambientato a Cagliari negli anni novanta. Il protagonista è Edoardo, un ragazzo che vive con la sua famiglia composta da un padre ambizioso e allegro, una madre fragile e infantile, dal fratello Luca, solido e affettuoso, dalla tata Ninnina, solerte e silenziosa, e dalla nonna Carmela, saggia e ironica, giunta da Muravera per occuparsi di lui perché i genitori sono spesso assenti per lavoro. La figura della nonna è emblematica nel racconto perché contribuirà alla formazione del giovane più di ogni altro familiare. Edoardo svolge una vita normale, priva di scossoni fino alla morte di Carmela che cambierà gli equilibri e aprirà scenari inaspettati. Il mondo conosciuto dal giovane sarà messo alla prova. La realtà si rivelerà una finzione ed Edoardo sperimenterà l’abbandono, l’assenza, la tragedia e la menzogna nel suo percorso verso l’età adulta.

  • Come nasce una tua storia?

Le mie storie nascono da un’idea intesa come progetto di ricerca personale. Per molto tempo rifletto sul tema che desidero affrontare e immagino come svilupparlo. Decido quale personaggio possa incarnare meglio l’argomento, scelgo l’epoca e l’ambientazione. Tutte le mie opere sono romanzi di formazione. Descrivo la vita dei protagonisti dall’adolescenza all’età adulta e cerco di indagare a fondo le emozioni, i pensieri, gli equilibri familiari e sociali, l’emancipazione personale per renderli credibili. Credo che ognuno di noi sia combattuto tra ciò che gli viene chiesto di essere e ciò che è. Crescere significa elaborare questa differenza verso la consapevolezza che ci rende unici e autonomi.

  • Quando scrivi una storia segui un canovaccio dove ti ritrovi tutta la trama dall’inizio alla fine oppure scrivi di getto?

I primi mesi successivi alla riflessione su un possibile progetto di scrittura da realizzare è un periodo di elaborazione perciò scrivo di getto fino a quando la storia non si è esaurita, senza prestare attenzione alla forma o al contenuto. Non mi capita mai di sapere il finale quando comincio, ma so esattamente come intendo sviluppare il tema scelto. Una volta terminata questa fase, lascio decantare il lavoro e lo riprendo quando mi sento pronto ad affinare la scrittura e i contenuti. Successivamente, affido l’opera a un numero limitato di lettori (scrittori, editor) e attendo un loro riscontro per riflettere sulle osservazioni ricevute ed, eventualmente, riversarle su un’ulteriore revisione.

  • Da dove prendi l’ispirazione?

Mi sento ispirato dalla vita di ogni giorno, dai fatti di cronaca, dagli argomenti di attualità, ma anche da un incontro o da uno sguardo. Osservo molto il mondo circostante, sono incuriosito dalle persone e mi piace camminare in città, in aperta campagna o al mare, per raccogliere suggestioni. Credo che la vita di ognuno, per quanto ordinaria possa sembrare, sia un romanzo straordinario. Quando le suggestioni incontrano la mia necessità di ricerca, nasce la storia, prima nella mia mente poi su carta.

  • Perché i lettori dovrebbero leggere questo nuovo romanzo?

Il libro potrebbe descrivere la vita di ognuno di noi, fatta di prove da superare, scoperte, difficoltà e gioie. Tento di rendere ogni mia opera un bel viaggio nelle emozioni perciò Il principe delle Arene Candide è consigliato a chi ama viaggiare, anche sul divano di casa.

 

Angela Meloni



Granchi e un romanzo per tornare in Sardegna

“Il principe delle Arene Candide” è il titolo del nuovo libro dello scrittore che vive a Siena

Arriva in libreria il nuovo romanzo di Massimo Granchi. Si intitola “Il principe delle Arene Candide” (Arkadia) e racconta la storia di Edoardo, che con l’autore ha in comune la città natale, Cagliari. «Un elemento di autobiografismo – rivela lo scrittore – e della mia voglia di tornare per raccontare questa storia. Credo sia il senso di lontananza, che ha a che fare con le mie radici, la voglia di rievocare la Sardegna da qui». Da più di vent’anni Granchi è cittadino senese e ha stretto con il territorio un legame attraverso l’impegno nel tessuto sociale, a partire dalla promozione di eventi culturali, le esperienze con il Gruppo Scrittori Senesi e il Premio letterario Città di Siena. Con questo romanzo, il quarto, Granchi affronta temi delicati, che riguardano il senso della perdita e il passaggio all’età adulta. Prima uscita in pubblico, 3 settembre al Bastione in Fortezza, alle 18.

Riccardo Bruni



Nuovo romanzo (Arkadia) dello scrittore cagliaritano Massimo Granchi

Addio, estate della vita

Ventiseimila anni fa, in pieno Paleolitico, un ragazzo di nobile lignaggio moriva con dolore a causa di una ferita di caccia. La sua sontuosa sepoltura, detta del Principe, fu rinvenuta agli inizi del Novecento nella Caverna delle Arene Candide, oggi importante sito archeologico delle parti di Finale Ligure, nel savonese. «Un sottile filo rosso, fatto di aspettative, inquietudini e amore, lega le sorti di questo quindicenne della preistoria a quelle di un altro adolescente, Edoardo, cagliaritano degli anni Novanta, chiamato dalla vita ad abbandonare di botto le certezze degli anni verdi per imboccare l’aspro sentiero che conduce all’età adulta», spiega Massimo Granchi alludendo al protagonista de “Il principe delle Arene Candide” (Arkadia, 144 pagine, €14), quarto romanzo che arriva dopo “La bellezza mite” (2017)

La trama

Edoardo abita in una bella casa a un tiro di schioppo dalla Sella del Diavolo e dalla spiaggia del Poetto. Va d’accordo coi genitori – lui, solido e gioviale, fa l’agente di commercio, lei, dolce e sognatrice, è istruttrice di fitness – e non risente delle loro frequenti assenze dovute al lavoro. Il rassicurante universo familiare e affettivo del ragazzo andrà in pezzi a seguito di una serie di eventi: l’abbandono da parte del padre e la malattia della madre, la quale rivelerà al giovane un’informazione di sconvolgente portata. Dovrà crescere, Edoardo, e dovrà farlo in fretta, cercando un nuovo significato da dare alla vita e insieme al coraggio di diventare grande.

Figlio del suo tempo

Nato a Cagliari nel 1974, residente a Siena dove lavora nel settore pubblico della formazione professionale, Massimo Granchi sceglie ancora una volta di ambientare la narrazione nella sua città di origine: «Edoardo, introverso e selettivo, è figlio del suo tempo, segnato, segnato da quell’accelerazione nello sviluppo dei mezzi di comunicazione sul web che porterà di lì a poco all’avvento dei social. Cagliari è colta in questa fase di transizione tra la vecchia e la nuova generazione, i cosiddetti millenials. Verso la città sento un perenne debito di riconoscenza e, in termini di ricordi ed emozioni, che provo a ripagare coi miei libri. Il ragazzo che fui, è cresciuto lì».

Formazione

Con tratto asciutto e scorrevole, esente da tentazioni didascaliche, l’autore indaga il tema della formazione di un giovane uomo che passa per l’inevitabile forgia dell’assenza, della bugia, della confortevole ingenuità spazzata via dalle leggi imposte dalla verità nuda e cruda: «Quante volte i genitori sognano per i propri figli un destino che, puntualmente, non si compie? Nell’arco di tempo tra le scuole medie e il diploma, Edoardo sarà chiamato a decidere del proprio futuro in autonomia, a imparare dagli errori, ad assumersi nuove responsabilità. La stessa esigenza di chiarezza sul proprio passato lo trasformerà in una persona del tutto diversa dal ragazzino allevato tra gli agi e le coccole di una famiglia solo in apparenza perfetta». Tante donne nel romanzo di Massimo Granchi: «Per il protagonista e suo fratello maggiore Luc, i punti di riferimento durante l’infanzia sono l’esuberante tata Ninnina e la tenera nonna Carmela, la cui morte segnerà irrimediabilmente la perdita dell’innocenza e l’avvio delle esperienze con le zone d’ombra dell’esistenza. Altra figura chiave è quella di Barbara, la prima fidanzata di Edoardo, seria e assennata». Su tutte, la madre Francesca, fragile e sfortunata custode di un segreto inconfessabile, «colei che solo all’ultimo momento capirà che il tanto favoleggiato principe della sua vita non poteva essere che lui, Edoardo, l’adorato figlio».

Fabio Marcello



“Il principe delle Arene Candide”, il quarto romanzo di formazione di Massimo Granchi

L’autore, nato a Cagliari ma senese di adozione, lo presenterà in anteprima a Siena il 3 settembre e poi il 7 a Monteroni d’Arbia. Esce il 27 agosto in tutte le librerie “Il principe delle Arene Candide”, il quarto romanzo di formazione dello scrittore Massimo Granchi, presidente dell’Associazione culturale Gruppo Scrittori Senesi. Edito da Arkadia, è la storia Edoardo un ragazzo degli anni Novanta che vive a Cagliari con la sua famiglia in un quartiere residenziale vicino al mare. I suoi genitori sono spesso assenti per lavoro; suo padre è un agente di commercio e sua madre è un’insegnante di fitness. Cresce con la nonna Carmela, la tata Ninnina e suo fratello maggiore, Luca. La sua esistenza è fatta di agi, gioco e sogni da realizzare. Alla morte della nonna la sua sicurezza vacilla, ma solo quando il padre deciderà di lasciarli, la felicità di Edoardo sarà messa a dura prova. In una casa grande e sempre più vuota, l’improvvisa malattia della madre aggraverà le difficoltà del giovane alla ricerca di nuovi equilibri, fino al giorno in cui una confessione della donna minaccerà definitivamente il suo mondo. Scoprirà che ciò che ha conosciuto fino a quel momento non è reale. Dovrà maturare, nonostante tutto, e dovrà farlo dando un nuovo significato alla vita per trovare il coraggio di diventare adulto. “Il principe delle Arene Candide” è un racconto di grande fascino, in cui i sentimenti autentici indicano la via da seguire. Leggerlo sarà un’occasione per rivalutare ogni piccolo aspetto del nostro vivere di tutti i giorni. L’autore lo presenterà in anteprima a Siena il 3 settembre alle ore 18.00 in Fortezza e il 7 settembre alle ore 18 a La Popolare a Monteroni d’Arbia. “Arene Candide – spiega Massimo Granchi – è un luogo, una caverna a Finale Ligure dove è stato trovato lo scheletro di un giovane ragazzo morto in un incidente di caccia 26mila anni fa, lo scheletro è ricoperto di oro, pelli, ornamenti, per cui si è pensato fosse appartenente ad una famiglia molto importante, di qui il soprannome il principe. Che cosa il principe delle Arene Candide avesse in comune con Edoardo, il protagonista del mio romanzo, lo lascio scoprire ai lettori”.

Silvia Sclavi



“Il principe delle Arene Candide”, 4° romanzo di formazione di Massimo Granchi edito da Arkadia, dal 27 agosto in tutte le librerie.

A Siena e Monteroni d’Arbia le prime presentazioni

SIENA. Esce il 27 agosto in tutte le librerie “Il principe delle Arene Candide”, il quarto romanzo di formazione dello scrittore Massimo Granchi, presidente dell’Associazione culturale Gruppo Scrittori Senesi. Edito da Arkadia, è la storia Edoardo un ragazzo degli anni Novanta che vive a Cagliari con la sua famiglia in un quartiere residenziale vicino al mare. I suoi genitori sono spesso assenti per lavoro; suo padre è un agente di commercio e sua madre è un’insegnante di fitness. Cresce con la nonna Carmela, la tata Ninnina e suo fratello maggiore, Luca. La sua esistenza è fatta di agi, gioco e sogni da realizzare. Alla morte della nonna la sua sicurezza vacilla, ma solo quando il padre deciderà di lasciarli, la felicità di Edoardo sarà messa a dura prova. In una casa grande e sempre più vuota, l’improvvisa malattia della madre aggraverà le difficoltà del giovane alla ricerca di nuovi equilibri, fino al giorno in cui una confessione della donna minaccerà definitivamente il suo mondo. Scoprirà che ciò che ha conosciuto fino a quel momento non è reale. Dovrà maturare, nonostante tutto, e dovrà farlo dando un nuovo significato alla vita per trovare il coraggio di diventare adulto. “Il principe delle Arene Candide” è un racconto di grande fascino, in cui i sentimenti autentici indicano la via da seguire. Leggerlo sarà un’occasione per rivalutare ogni piccolo aspetto del nostro vivere di tutti i giorni. L’autore lo presenterà in anteprima a Siena 3 settembre alle ore 18.00 in Fortezza e il 7 settembre alle ore 18 a La Popolare a Monteroni d’Arbia. “Arene Candide – spiega Massimo Granchi – è un luogo, una caverna a Finale Ligure dove è stato trovato lo scheletro di un giovane ragazzo morto in un incidente di caccia 26mila anni fa, lo scheletro è ricoperto di oro, pelli, ornamenti, per cui si è pensato fosse appartenente ad una famiglia molto importante, di qui il soprannome il principe. Che cosa il principe delle Arene Candide avesse in comune con Edoardo, il protagonista del mio romanzo, lo lascio scoprire ai lettori”.



Arkadia Editore

Arkadia Editore è una realtà nuova che si basa però su professionalità consolidate. Un modo come un altro di conservare attraverso il cambiamento i tratti distintivi di un amore e di una passione che ci contraddistingue da sempre.

P.iva: 03226920928




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