L’ambasciatore delle foreste


DISCORSO (NON PEDANTE) SULLA NATURA

Ho preso in mano L’ambasciatore delle foreste di Paolo Ciampi il giorno prima della proclamazione della dozzina dello Strega, per la quale il libro era candidato. Era anche una questione affettiva, trattandosi del candidato di Arkadia, la casa editrice per cui è stato pubblicato un mio romanzo, ma allo stesso tempo non un obbligo, tanto più che il tema vagamente ecologista un po’ mi lasciava perplesso. È stata quindi una prima gradita sorpresa scoprire fin dalle prime pagine che questa perplessità era condivisa dallo stesso autore (cenni biografici: fiorentino, giornalista, scrittore di viaggio). Nel libro si percorre in effetti la biografia di un intellettuale ed ecologista ante litteram, forse il primo degli ecologisti, ovvero l’americano George Perkins Marsh, studioso dai molteplici interessi e a lungo ambasciatore statunitense in Italia, nelle pieghe del diciannovesimo secolo. La seconda gradita sorpresa è stato vedere come viene trattata la storia di Marsh: è il Ciampi-giornalista che la scopre, la dimentica, la riprende, ci litiga, si appassiona, e soprattutto si mette e rimane in gioco per tutta la durata del libro, riuscendo in questo modo a chiamare empatia e partecipazione da parte del lettore. Non a caso, ancora prima di una biografia romanzata o di un libro di natura saggistica sulla natura, questo è a mio modo di vedere un libro di viaggi, come da predilezioni dell’autore, che segue il suo personaggio in traversate dell’oceano, escursioni, spedizioni nel deserto, semplici scampagnate, trovando nel mutamento di cielo, a dispetto del detto latino, le cause scatenanti, i motivi veri, della passione di Marsh per la natura (oggi diremmo, per l’ambiente), una passione che a sua volta viene accompagnata dall’approfondimento e dallo studio e si trasforma, in maniera non pedante, in trattato, in precetto, accompagnati da una certa dose di idealismo (le cose potrebbero sembrare in contraddizione, ma probabilmente è dalla giusta frizione tra praticità e utopia che possono o potrebbero nascere i cambiamenti, le evoluzioni). Tutto questo si risolve in una narrazione altrettanto non pedante, che attraversa continenti, soffermandosi a lungo in luoghi davanti a paesaggi italiani, e si nutre di suggestioni e richiami scientifico-letterari (un libro che ne contiene altri, insomma), senza mai perdere una propria qualità limpida, trasparente, lineare, solo a tratti un po’ didascalica specie in certi parallelismi con l’attualità specie italiana (deformazione professionale da giornalista?). Un libro cordiale, ecco, nel quale si viene accolti e affiancati da un autore altrettanto alla mano, mai invadente nonostante la propria presenza e mai nozionistico nonostante la natura, come già detto, biografico-scientifica dell’opera, che si situa in ultima analisi in un terreno florido, rigoglioso (per usare appunto una similitudine naturalistica) che unisce in maniera azzeccata narrativa, saggistica e divulgazione.



Arkadia entra nel tempio dello Strega

È in gara con “L’ambasciatore delle foreste” di Paolo Ciampi

La casa editrice cagliaritana Arkadia concorre ufficialmente alla 73esima edizione del premio Strega con “L’ambasciatore delle foreste”, romanzo dello scrittore fiorentino Paolo Ciampi. Comunicata ieri sul sito premiostrega.it e rilanciata sui social della Fondazione Bellonci, la notizia della candidatura è di straordinaria importanza per l’editoria regionale. L’opera è infatti la prima produzione interamente realizzata da un’impresa sarda a competere per il prestigioso riconoscimento.

Verso lo Strega

Proposto da Antonio Riccardi, scrittore e critico letterario, il titolo procederà ora verso le tappe successive del percorso di selezione. Primo appuntamento al festival “Libri Come” di Roma. Qui il 17 marzo saranno indicate le 12 opere da cui a giugno uscirà la cinquina che accederà alla finale dello Strega. Sinora (a mezzogiorno di oggi scade il termine ultimo per la presentazione della candidatura da parte degli Amici della Domenica) i libri ufficialmente in gara sono 50.

L’editore

Si tratta di un risultato che riempie di soddisfazione l’editore e quanti con lui lavorano nella redazione di viale Bonaria. «Per Arkadia, che quest’anno compie dieci anni di attività – dice Riccardo Mostallino Murgia – rappresenta il punto d’arrivo di un percorso coraggioso che si avvale di professionalità locali e che, forte delle proprie radici, guarda sin dal suo esordio oltre i confini dell’Isola». Un lavoro di ricerca costante per la realizzazione «di un progetto editoriale indipendente che trova il suo emblema» proprio ne “L’Ambasciatore delle foreste” di Paolo Ciampi, giornalista e scrittore fiorentino, camminatore sensibile ai problemi dell’ambiente, oggi direttore dell’Agenzia d’informazione della Regione Toscana.

L’ambasciatore

Biografia che si fa romanzo, il libro ha come protagonista George Perkins Marsh (1801-1882), primo ambasciatore Usa nell’Italia unita e ambasciatore delle foreste nel mondo. Ecologista ante litteram, la cui memoria è stata presto trascurata, fu il primo a porsi problemi diventati urgenti nel dibattito internazionale: i cambiamenti climatici e gli effetti delle azioni dell’uomo sull’ambiente.

Gli sfidanti

Un’opera d’indubbio valore letterario, visto il sostegno espresso dal critico Antonio Riccardi, che, superata la fase di ammissione, dovrà confrontarsi con almeno altri 44 titoli. Tra i nomi di spicco quello di Antonio Scurati, autore del best seller “M. il figlio del secolo”, e di Marco Missiroli col suo “Fedeltà”.

Manuela Arca

 

 

 



Il libro di Arkadia verso lo Strega?

Stamane il verdetto

Sono 35 i libri sinora candidati per il premio Strega 2019. Stamattina si saprà se ai titoli già proposti dagli Amici della domenica, si aggiungerà “L’ambasciatore delle foreste” del fiorentino Paolo Ciampi, pubblicato da Arkadia. La notizia sarebbe straordinaria per l’editoria regionale: si tratterebbe della prima produzione interamente realizzata da un’impresa sarda a correre per il rinascimento. Il responso sarà reso noto sul sito premiostrega.it dove dal 6 febbraio sono stati rivelati, divisi in 8 gruppi, i libri scelti. Oggi (il termine per la candidatura scade domani) si potrebbe avere la sorpresa de “L’ambasciatore delle foreste”. Se dovesse arrivare, il titolo procederà verso “Libri Come” del 17 marzo, festival romano in cui saranno indicate le 12 opere da cui a giugno uscirà la cinquina. Ecco i libri finora candidati: “La straniera”  di Claudia Durastanti, “Non ho mai avuto la mia età” di Antonio Dikele Distefano, “Un marito” di Michele Vaccari, “Il figlio del secolo” di Antonio Scurati, “Arenaria” di Paolo Teobaldi, “Io ho paura” di Silvio Perrella, “Sogni e altiforni” di Giordano Lupi e Cristina De Vita, “Fedeltà” di Marco Missiroli, “Le memorie di una gatta” di Lodovica San Guedoro, “Un giorno verrà” di Giulia Caminato, “Il rumore del mondo” di Benedetta Cibrario, “Luce rubata al giorno” di Emanuele Altissimo, “Migrante per sempre” di Chiara Ingrao, “Mazzarona” di Veronica Tommasini, “Hostia” di Federico Bonadonna, “Quella metà di noi” di Paola Cereda, “Fratello cattivo” di Sandro Gros-Pietro, “Verso Sant’Elena” di Roberto Pazzi, “Da un altro mondo” di Evelina Santangelo, “Di chi è questo cuore” di Mauro Covacich, “Dai tuoi occhi solamente” di Francesca Diotavelli, “Pontescuro” di Luca Ragagnin, “Un cuore tuo malgrado” di Piero Sorrentino, “Le rughe del sorriso” di Carmine Abate, “Ulisse e il cappellaio cieco” di Raffaele Bussi, “Carnaio” di Giulio Cavalli, “Lux” di Eleonora Marangoni, “Ottanta rose mezz’ora” di Cristiano Cavina, “Sonno bianco” di Stefano Corbetta, ”Naso” di Pasquale Panella, “Addio fantasmi” di Nadia Terranova, “Passato remoto” di Vittorio Cotroneo, “La rampicante” di Davide Grittani e “Destino” di Raffalele Romagnolo.

(m.a.)



IL LIBRO DI CIAMPI

Marsh e le foreste

Tra le foreste americane, le Alpi e l’Appennino italiano una storia di amore per gli alberi e le montagne.
Con L’ambasciatore delle foreste (arkadia editore, collana Senza rotta 3, 160 pagine, 14 euro) Paolo Ciampi , giornalista e scrittore fiorentino, riscopre la figura di George Perkins Marsh (Woodstock, 15 marzo 1801 – Vallombrosa, 23 luglio 1882), primo ambasciatore degli Stati Uniti nell’Italia unita nominato da Abramo Lincoln, padre dei grandi parchi americani ed ecologista ante litteram.
Imbattutosi casualmente nella figura di George Perkins Marsh, Ciampi riporta alla luce la storia di un uomo che nel secolo del progresso e dell’industria, prima ancora che la stessa parola «ecologia» abbia fatto la sua comparsa, capisce cosa sta succedendo al mondo.
Un diplomatico che è anche ambasciatore delle foreste nel mondo, da quelle del New England a quelle del nostro Appennino, passando per i deserti dell’Africa, che regala un nuovo sguardo sugli alberi, sulle montagne, sulla stessa nostra civiltà.
Un personaggio stravagante, che frequenta a malincuore la corte dei Savoia, si appassiona alle saghe di Islanda, coltiva l’idea di portare i cammelli nelle praterie degli Stati Uniti, e che, un secolo prima dei forum internazionali e delle conferenze sul clima e sull’ambiente, parla di foreste da salvare, di cambiamenti climatici e ci allerta sulla nostra stessa possibilità di sopravvivenza. 



“L’ambasciatore delle foreste” di Paolo Ciampi – Arkadia Editore

La lettura di questo libro ha sancito per me la nascita di due grandi amori: quello per Paolo Ciampi e quello per George Perkins Marsh. In questo libro Paolo Ciampi ripercorre la vita di George Perkins Marsh e lo fa attraverso un viaggio sulle sue tracce. Un racconto che è una biografia sui generis, attenta alle emozioni e alle esperienze private. George, un diplomatico ambasciatore degli Stati Uniti in Italia ai tempi di Lincoln, è raccontato da Paolo, uno scrittore e giornalista toscano. Un libro di viaggi, di luoghi e di alberi, che hanno reso George, ambasciatore delle foreste, ecologista ante litteram e precursore della coscienza ambientalista. La sua opera più famosa, Man and Nature, è stata pubblicata nel 1864 ed è stato uno dei primi libri a mettere in guardia sugli impatti distruttivi che gli esseri umani hanno sull’ambiente. Marsh fu la prima persona a suggerire che gli umani fossero pericolosi per l’ambiente, e descrisse l’interdipendenza della società e dell’ambiente, un’idea rivoluzionaria in un’epoca in cui la parola “ecologia” non era ancora stata inventata. George fu ambasciatore americano nell’appena formatosi Regno d’Italia – prima a Torino, poi a Firenze ed infine a Roma, e espresse la necessità della conservazione della natura. Rimase in Italia più di 20 anni e oggi è sepolto a Roma, dove conto di fare una visita in occasione della prossima trasferta nella Capitale. Questo libro è per chi ama la scrittura di Mario Rigoni Stern e Franco Arminio; per chi considera gli alberi persone, non cose; per chi occupandosi delle vite degli altri, in fondo, si occupa della propria. “La musica ci salverà, la bellezza ci salverà. Ci salveremo grazie alle foreste, ci salveremo grazie a quello che sapremo fare, se lo vorremo fare”. Io ho solo una domanda da fare a Paolo: quale cd hai scelto dopo aver concluso la scrittura di questo magnifico libro?

Cinzia Orabona



“L’ambasciatore delle foreste”: dal Vermont all’Italia, storia di un ecologista ante litteram

Nel libro di Paolo Ciampi, la straordinaria vita di Perkins Marsh, diplomatico e padre dei grandi parchi Usa, tra i primi ad allertarci sulla precarietà del pianeta

“Un personaggio curioso, stravagante, a tratti divertente: una di quelle figure su cui ti chiedi perché non sia mai stato girato un film. E non solo perché degna di figurare al fianco di nomi come Thoreau e Muir. Parlare di lui, certo, vuol dire richiamare alcune grandi questioni dei nostri tempi. Ma significa anche ritrovare il senso dell’amore per i boschi e per ogni singolo albero”. Ecologista ante litteram, scrittore dei boschi, indagatore dell’animo umano in rapporto con la natura. George Perkins Marsh era tutto questo, prima ancora che diplomatico e politico statunitense tra i più influenti del suo secolo. Figura immeritatamente “accantonata” dall’altro lato dell’oceano, la sua personale visione sul mondo lo traghetta a buon diritto fra gli intellettuali precursori della coscienza ambientalista odierna. La sua miglior dote? “La curiosità”, commenta Paolo Ciampi, che ne L’ambasciatore delle foreste (edito Arkadia) ci conduce alla scoperta di uno dei personaggi più bizzarri e straordinari della storia contemporanea, il cui percorso umano e professionale si interseca con la “via italiana”.
Nato a Woodstock, Vermont, nel 1801, dopo un’iniziale carriera forense, Perkins Marsh si diede alla politica, alimentando la passione per i viaggi e per lo studio delle più svariate discipline, una costante nella sua vita intensa. Sensibile ai temi sociali, fu docente di filologia inglese e, da membro del Congresso eletto tra le fila dei Whig, diede impulso alla nascita della Smithsonian Institution, contribuendo alla riorganizzazione della Library of Congress a Washington. Nel 1849 venne chiamato a rappresentare gli Usa in Turchia: l’incarico darà il via alla sua carriera diplomatica, che proseguirà con l’esperienza fondante nel Belpaese. Sarà il primo ambasciatore statunitense dell’Italia unita, dove trascorrerà il resto dei suoi giorni. “Arrivò nel 1861 — nominato dal presidente Lincoln, di cui aveva condiviso le battaglie contro lo schiavismo — e non fece più ritorno in patria”, racconta Ciampi alla Voce di New York: “Nessun altro diplomatico americano in Italia è rimasto tanto a lungo in servizio. Ha abitato nelle tre capitali italiane dell’Ottocento – Torino, Firenze, Roma – e in tutte e tre ha stretto relazioni di amicizia importanti, con personaggi del calibro di Bettino Ricasoli e di Quintino Sella”. “Senza dimenticare gli incontri con Giuseppe Garibaldi (di cui Marsh sarà un sostenitore nella causa dell’Italia unita, ndr.), che provò ad arruolare nella guerra civile americana. Soprattutto amò i monti e i boschi italiani, sia le Alpi che gli Appennini, senza tuttavia dimenticarsi mai il suo Vermont. Morì proprio in una delle più belle foreste italiane, a Vallombrosa, in Toscana. Qualche giorno prima scrisse al grande botanico Charles Spague Sargent, ad Harvard. Gli dispiaceva che a Vallombrosa non ci fossero piante americane. Così gli chiese di spedirgli i semi di qualche albero del New England. Anche così fu uomo dei due continenti”.
Conosciuto anche come il “padre dei grandi parchi americani”, uno su tutti Yellowstone, a lui è intitolato il Parco Storico Nazionale Marsh-Billings Rockefeller, dedicato proprio alla cultura della conservazione dei parchi. Pur non essendo geografo di professione, a Marsh si deve un’opera geografica di grandissima rilevanza (Man and nature, or physical geography as modified by human action, 1864) in cui mise in luce sia gli aspetti negativi dell’intervento dell’uomo sia la possibilità di un progresso del genere umano nel riequilibrio dell’ordine naturale. I suoi scritti pullulano inoltre di spunti moderni sui problemi dell’ambiente e dell’utilizzo delle risorse. “Era un uomo di talento, che seppe dedicarsi a molte cose, tra loro molto diverse. Solo per dirne una, fu un eccezionale poliglotta e il più grande conoscitore di lingue e letterature del Nord Europa nell’America dell’Ottocento – sottolinea Paolo Ciampi – Ebbe anche interessi e passioni molto particolari, come quando studiò i cammelli e convinse l’esercito degli Stati Uniti a dotarsene. Era un curioso e il genio presuppone la capacità di porsi domande che nessuno si è posto in precedenza e di sforzarsi in risposte non banali. Per questo un giorno è arrivato a scrivere Man and Nature, un’opera che ha capovolto la prospettiva: finora ci si era chiesti come la natura influenzasse l’uomo, lui si preoccupò di cosa l’uomo stava facendo alla natura. Questione molto attuale: e il genio anticipa i tempi”. Il libro di Paolo Ciampi, giornalista e scrittore fiorentino non nuovo al tema dei viaggi e dei nomi “dimenticati” nelle pieghe della storia, ci parla dunque di foreste da salvare e di precarietà del pianeta, attraverso le sorprendenti intuizioni dello stesso Marsh, ma è al contempo un’occasione per lasciarsi sorprendere dalla natura che il diplomatico “abbraccia” lungo il suo inconsueto percorso, dal New England sino alle Alpi e all’Appennino, passando per i deserti dell’Africa.
Ne emerge un ritratto estremamente interessante, quello di un uomo che nel secolo del progresso e dell’industria aveva già compreso quel che di lì a poco sarebbe capitato al mondo. In uno stile asciutto e colloquiale, in dialogo con il lettore, Ciampi restituisce un nuovo sguardo sulla natura, sulle cose, sulla nostra stessa civiltà, grazie al racconto di un uomo che lui stesso non esita a definire “stravagante”: che a malincuore frequenta la corte dei Savoia appassionandosi, invece, alle saghe di Islanda e che, un secolo prima delle conferenze sul clima e sull’ambiente, parla di cambiamenti climatici e allerta i suoi contemporanei sulla loro stessa possibilità di sopravvivenza. “Questo libro è stata l’occasione di raccontare una bella storia che mi riportasse ai grandi temi ambientali senza la noia che spesso infliggono i vari documenti in materia”, conclude l’autore. “George Perkins Marsh è un personaggio curioso, stravagante, a tratti divertente: una di quelle figure su cui ti chiedi perché non sia mai stato girato un film. E non solo perché è assolutamente degna di figurare al fianco di personaggi più conosciuti come Thoreau e Muir. Parlare su di lui, certo, vuol dire richiamare alcune delle grandi questioni dei nostri tempi, la deforestazione, la desertificazione, i cambiamenti climatici. Ma su un altro piano – quello per me più importante – ha significato anche ritrovare il senso dell’amore per i boschi e per ogni singolo albero”.

Valentina Barresi



Arkadia Editore

Arkadia Editore è una realtà nuova che si basa però su professionalità consolidate. Un modo come un altro di conservare attraverso il cambiamento i tratti distintivi di un amore e di una passione che ci contraddistingue da sempre.

P.iva: 03226920928




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