Lypsia è una fiera e nobile spartiate in fuga dagli obblighi civici di uno Stato troppo oppressivo, che sulla sua strada incontra, grazie all’intercessione onnipresente degli Dei, il mercante Balthus, nativo della Beozia, terra ricca di risorse ma anche patria di spudorati avventurieri. In una lunga odissea alla ricerca di nuove opportunità, i due finiscono per creare un sodalizio, accogliendo nella loro casa un assortimento eterogeneo di personaggi raccolti ai margini della società di Atene, città liberale ma anche spietata nei confronti dei poveri e degli emarginati. Coinvolti nel salvataggio di un facoltoso trafficante di sale, viene loro offerta la possibilità di riparare verso l’unica colonia fondata da Sparta, la prosperosa e vivace Taras (l’attuale Taranto). Migliaia di anni dopo le loro vite saranno al centro dello studio del divulgatore scientifico Andrea Saverio Ronchi, costretto suo malgrado a fare i conti con un passato misterioso ma ricco di spunti e con un futuro, per lui, ancora assai incerto. Il nuovo romanzo di Giuseppe Foderaro è un autentico gioco di incastri, un racconto sapientemente costruito dove epoche e personaggi si intrecciano in un mosaico dal forte gusto letterario.
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MACOMER La Sardegna nelle sue tante sfaccettature storiche, paesaggistiche, sociali e musicali è stata la grande protagonista degli incontri con gli autori nella sezione Tra Isola e mondo della seconda e terza giornata della Mostra regionale del libro e del concerto “Il suono dei centenari”. Venerdì 24 novembre, nella sezione sui “Visionari” sardi sono stati ricordati Francesco Salis (1923 – 2007) e Pasquale Dessanai (1868 – 1919). Al primo è dedicato il libro “Francesco Salis. Un maestro per la comunità” (Iskra), che l’autore Antonio Pinna ha presentato dialogando con Maria Arca e ricordando «la grande passione pedagogica di Salis, che lo portò fondare il Centro di cultura popolare UNLA e il Museo della civilità contadina». Giancarlo Porcu ha invece presentato, dialogando con Roberto Putzulu, il libro “Un ribelle nell’ombra” (Il Maestrale), dove ripercorre vita e opera del poeta nuorese apprezzato da Grazia Deledda. Sabato 25 novembre, la fiera organizzata dal Comune di Macomer con l’Associazione editori sardi, sotto il patrocinio della Regione Sardegna, si è aperta con la presentazione del romanzo fantasy “Hina di Avalon” (La Città degli Dei), esordio letterario di Laura Abozzi, che racconta, come ha spiegato l’autrice dialogando con Viviana Sanna, «un percorso iniziatico attraverso riti legati all’antico culto della Dea Madre, e il recupero degli archetipi del divino femminile, oscurati per millenni dal patriarcato». Dei mutamenti sociali della Sardegna degli anni Sessanta, stretta tra il richiamo della modernità e piaghe ataviche come il banditismo e i sequestri di persona, si è parlato con lo scrittore di Buddusò Giovanni Canu che ha presentato il suo romanzo “Omine” (Paolo Sorba Editore) in dialogo con l’antropologo Bachisio Bandinu. Come ha spiegato l’autore, l’isola è vista con uno sguardo esterno dal protagonista del romanzo, il brigadiere Michele Amato, «che ne avverte il fascino per la bellezza del paesaggio, e delle tradizioni, ma allo stesso tempo si sente respinto dai mali atavici che la affliggono». Di pomeriggio, Guido Corraine ha presentato al pubblico le traduzioni in sassarese, algherese, cagliaritano, e in altre varianti del sardo e in diverse lingue minoritarie, realizzate dalla casa editrice Papiros, del “Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry nell’anniversario degli ottanta anni dalla prima pubblicazione. Un’impresa editoriale, ha sottolineato Corraine, accolta con grande interesse dai lettori, a dimostrazione dell’importanza della diversificazione culturale e linguistica. Daniele Manca, avvocato di Abbasanta al suo esordio letterario, ha parlato con Piero Franceschi, del suo giallo “L’eredità del male” (Taphros), che ha per protagonista il criminologo Asperger Oreste Ginevra. «Ho scelto un protagonista diverso dai soliti criminologi o investigatori infallibili – ha spiegato l’autore – perché volevo che avesse una sensibilità particolare, e anche per portare l’attenzione su certi temi». Giuseppe Foderaro, parlando con Jenny Marasco del suo “Se tutti diventassero re” (Arkadia), un romanzo affascinante che intreccia epoche storiche diverse, dalla Grecia antica alla Magna Grecia attuale, ha sottolineato l’importanza del concetto dello straniero: «per i Greci lo straniero era sacro, ma restava comunque un estraneo. I Romani, invece, erano capaci di integrare nella loro società chiunque decidesse di vivere nel loro territorio. È così che hanno reso grande il loro impero. Ai giorni nostri, purtroppo, prevale la linea di chiusura verso lo straniero». Lo scrittore sassarese Alberto Capitta, recentemente insignito del Premio “Angioni” alla carriera, ha presentato, con Roberto Putzulu, il suo nuovo romanzo “La tesina di S.V” (il Maestrale), cronaca immaginifica e affascinante di un viaggio fisico e interiore compiuto dallo studente liceale S.V. alla ricerca di una palla finita per caso oltre la rete di un campetto di periferia. Nicolò Migheli ha dialogato con Mario Manca del suo “Il cavaliere senza onore” (Arkadia), storia romanzata di don Juan Domingo Meloni, brigante di nobili natali, realmente esistito, originario di Nughedu Santa Vittoria. Tra le novità della saggistica presentate in questa edizione spicca il volume illustrato “Giardini e parchi storici della Sardegna” (Ilisso), un’affascinante esplorazione di aree verdi pubbliche e private, realizzate su iniziativa di personaggi facoltosi e illuminati, presentato dagli autori Mauro Ballero e Antonino Soddu Pirellas. La serata si è poi conclusa al Cineteatro Costantino, con il concerto “Il suono dei centenari” che ha regalato grandi emozioni unendo sullo stesso palco, in una performance magistrale, il Trio Megalitico di Gavino Maurgia (sassofoni, voci e flauto), Marcello Peghin (chitarre), Daniele Russo (batteria) e il maestro delle launeddas Luigi Lai.
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4 editori, 26 appuntamenti letterari, omaggi ai “Visionari” e alle “Reinas” che hanno fatto grande la Sardegna
Laboratori per i ragazzi, un approfondimento sull’editoria e il concerto
“Il suono dei centenari” del Trio Megalitico di Gavino Murgia, Marcello Peghin e Daniele Russo con il maestro delle launeddas Luigi Lai.
MACOMER Dal 23 al 26 novembre Macomer si conferma centro culturale dell’isola grazie alla ventunesima edizione della Mostra regionale del libro edito in Sardegna, l’evento annuale più importante dell’editoria sarda, che dal 2000 fa incontrare negli accoglienti padiglioni Tamuli e Filigosa delle ex Caserme Mura editori, scrittori e lettori uniti dalla stessa passione per i libri. Filo conduttore quest’anno è “Sardegna Isola allo specchio”. Un tema ricco di spunti e suggestioni, voluto dagli organizzatori – l’amministrazione comunale di Macomer e l’AES Associazione editori sardi, insieme al Centro servizi culturali e alla Biblioteca comunale con il patrocinio della Regione Sardegna – in continuità con il tema scelto dalla Regione Sardegna ospite dell’ultimo Salone del libro di Torino, per sottolineare, come afferma la presidente AES Simonetta Castia, «la dimensione di solidarietà, sociale e civile, insita nei libri e il valore alto della cultura e della letteratura sarda, della sua socialità e del suo guardare oltre le apparenze per rappresentare un’isola che racchiude infinite storie tramandate nel tempo. L’editoria regionale sarda, che rappresenta, stando ai dati AIE, appena l’1 per cento della produzione nazionale, ha il compito di salvaguardare questo immenso patrimonio e va difesa e incoraggiata». Emblematico quindi il duplice ruolo della lettura: specchio per conoscere sé stessi, valorizzando la straordinaria identità culturale, geografica, antropologica dell’isola, e allo stesso tempo soglia da attraversare per incontrare l’altro e costruire un mondo nuovo, inclusivo, creativo. «L’importanza che la Mostra riveste nel panorama culturale regionale – sostiene l‘assessore alla Cultura del Comune di Macomer Fabiana Cugusi – è indubbia e certificata dal fatto che per la XXI edizione l’editoria sarda si ritrova a Macomer per promuovere il proprio straordinario patrimonio che rispecchia una parte importante della cultura regionale. La manifestazione ha un’importanza enorme anche per la città che quest’anno si è organizzata per accogliere al meglio gli editori, gli autori, gli operatori culturali e le scuole che parteciperanno. Va in questa direzione la scelta fortemente voluta dal Comune di riportare il cuore della manifestazione totalmente nella struttura del Centro servizi culturali che ospiterà l’esposizione degli editori di Aes e quella di inserire nei luoghi aperti alla Mostra anche il Cineteatro Costantino che sarà al centro di altri importanti eventi per il pubblico». Come sottolinea l’assessore alla Pubbica istruzione Andrea Biancareddu, «la Regione ha l’obiettivo di promuovere l’editoria sarda, e partecipa annualmente a fiere e mostre editoriali di rilevanza nazionale e internazionale e cura, anche in collaborazione con altri soggetti, la realizzazione di mostre editoriali in territorio regionale. La Fiera del Libro di Macomer è ormai una manifestazione consolidata e rappresenta un traino per l’intera editoria libraria della Sardegna. Bisogna sempre tener vivo il messaggio della lettura, specie tra i più giovani». Alla XXI edizione della Mostra del libro aderiscono 34 editori da tutta la Sardegna, tra associati e non associati AES, che esporranno il catalogo collettivo isolano nel Padiglione Tamuli. Nel ricco programma di quest’anno si alternano dalla mattina alla sera incontri con gli autori, reading, presentazioni di novità editoriali in italiano e in sardo, laboratori per le scuole, il concerto (al cineteatro Costantino) “Il suono dei centenari” del Trio Megalitico di Gavino Murgia, Marcello Peghin e Daniele Russo, con ospite d’eccezione il maestro delle launeddas Luigi Lai, che lo scorso febbraio ha ricevuto la laurea ad honorem dall’università Alma Mater di Bologna. Ben 26 gli appuntamenti letterari compresi nella consueta cornice “Tra Isola e Mondo”, tanti i focus tematici presenti e coerenti rispetto al tema proposto. Spiccano i tributi ai “Visionari” e alle “Reinas”, uomini e donne che hanno contribuito al progresso culturale della Sardegna. Tra questi Peppino Fiori (1923-2003), giornalista (Tg2, il Messaggero, l’Unità, Paese Sera), scrittore, senatore della Sinistra Indipendente dal 1979 al 1992, nel cui ricordo, nel centenario della nascita, la Mostra si apre giovedì 23 novembre alle 11 nel Padiglione Filigosa con un incontro – tributo a cui parteciperanno la figlia e giornalista Simonetta Fiori, i giornalisti Costantino Cossu e Jacopo Onnis, con testimonianze dirette, filmati, le letture di Azzurra Lochi e un videomessaggio di Salvatore Mereu, regista del film “Sonetaula”, tratto dall’omonimo romanzo di Fiori. Nella stessa giornata la Mostra dedica un tributo anche alla prima regista sarda Maria Pia Mossa, mentre nei giorni seguenti saranno omaggiati Francesco Salis, maestro e fondatore del Centro di cultura popolare per l’educazione permanente di Santo Lussurgiu, e il poeta nuorese “in limba” Pasquale Dessanai. Il patrimonio archeologico, storico e naturalistico della Sardegna è protagonista della sezione della Mostra intitolata “Sardegna per immagini”, con la presentazione dei volumi “Le case delle fate, l’incanto delle domus de janas” (Abbà Edizioni) di Nicola Castangia e Tonino Oppes; “Guida dell’Asinara” (Carlo Delfino) a cura di Vittorio Gazale, “Giardini e parchi storici della Sardegna” (Ilisso) di Mauro Ballero e Antonino Soddu Pirellas. Da segnalare per quanto riguarda l’archeoastronomia la presentazione della guida “Pranu Muttedu” (Mediando), per i miti e le credenze popolari “L’incanto del cielo stellato. Storia miti e credenze popolari della Sardegna” (Alfa) di Tonino Bussu, e per la musica tradizionale il volume “Canti di Sardegna” (Carlo Delfino) di Giulio Fara. Tanti gli scrittori che nei quattro giorni della mostra incontreranno i lettori. Alberto Capitta, appena tornato in libreria con “La tesina di S.V.” (Il Maetrale), Nicolò Migheli (“Il cavaliere senza onore”, Arkadia), Eliano Cau (“Cronache di anime erranti”, NOR), Ottavio Olita (“Il rifugio dell’assassino”, Isolapalma), Giuseppe Tirotto (“La stanza chiusa”, Catartica), Laura Abozzi (“Hina di Alavon”, La Città degli Dei), Giovanni Canu (“Omine”, Paolo Sorba Editore), Francesco Giorgioni (“Libero, il sardo che girò il mondo in bicicletta”, Edes), Matteo Manca (“L’eredità del male”, Taphros), Giuseppe Foderaro (“Se tutti diventassero re”, Arkadia), Nanni Falconi (“Su cantu de su ciddicoa”, silloge poetica “in limba” pubblicata da Archivi del Sud), Gianni Loy (“Eva e Petra”, Domus de Janas), Daniele Manca (“L’alba è già passata”, Condaghes), Paolo Cuccuru (“E la sorte è il vento. Novelle di Sardegna”, Maxottantotto), Ada Lai (“La signora dell’anello”, Edizioni della Torre). Gonaria Floris, professore associato di Letteratura italiana all’Università di Cagliari, presenterà la riedizione da lei curata e pubblicata da Ilisso del romanzo del 1922 “Aurora sarda” di Pietro Casu. Tra gli incontri letterari spicca anche “L’essenziale è invisibile agli occhi” a cura di Diego Corraine (Papiros), un viaggio alla riscoperta dei valori dell’amicizia e delle culture diverse, attraverso le traduzioni nelle varianti della lingua sarda e in altre lingue minoritarie de “Il piccolo principe” a ottant’anni dalla prima pubblicazione. Previsto uno spazio di approfondimento nel pomeriggio di domenica 26 novembre, sulle problematiche dell’editoria, aperto agli addetti ai lavori e al pubblico. La Mostra del libro dedica da sempre un’attenzione speciale ai lettori più giovani, con il progetto “Adotta un libro sardo” rivolto alle scuole primarie e secondarie della città e del territorio, con un’offerta di 20 proposte, tra laboratori e incontri, svolto d’intesa con il Centro servizi culturali e la collaborazione della Biblioteca di Macomer che proporranno anche iniziative collaterali e laboratori dedicate ai bambini e ai ragazzi dai 2 ai 18 anni. «Sono oltre 1900 – afferma Roberta Balestrucci del Centro servizi culturali – gli studenti provenienti non solo dai paesi del Marghine ma dalle scuole del Centro Sardegna che, dal 23 al 26 novembre, raggiungeranno la Mostra per partecipare alle numerose proposte in programma. Molti i laboratori inseriti come da tradizione a cui quest’anno se ne aggiungerà uno dedicato ai bambini dai 18 ai 24 mesi e ai loro genitori. Fra le ulteriori proposte dedicate al mondo della scuola e della formazione, un corso specificatamente dedicato ai docenti sull’utilizzo e sulla gestione dei social».
Giulia Mascia
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Dopo aver festeggiato i 20 anni di attività di Satisfiction insieme a scrittori come Enrico Remmert, Stephen King, Vitaliano Trevisan, Raul Montanari ed Enrique Vila Matas, in occasione dei 22 annni della rivista pubblichiamo i racconti di autori che da anni contribuiscono a creare Satisfiction.
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L’ispettore Roveda fissava Roberta con gli occhi di chi non può sbagliare. Bastava un movimento falso per farla scattare: la lunga lama nella mano destra o il cacciavite nella sinistra non avrebbero fatto differenza, da quella distanza. E dire che era andato a casa di Erica Nardi senza nemmeno un’arma, con una sola bottiglietta di cedrata, l’unico sostentamento di Roberta, l’unico amico che non la giudicava mai. Sapeva che quella era la chiave per la mente di Roberta, ma non pensava, Roveda, che avrebbe dovuto scassinare la porta di casa Nardi. Non pensava di trovare Roberta intenta a truccare la sua nuova bambolina. Lei credeva di doverle ripagare il favore, l’umiliazione di averla conciata di nuovo come una puttana, ma non capiva di essere una modella come le altre, niente di più. Dietro quelle sue mani ossute, armate e tremanti, Erica. Supina, addormentata, imbellettata. La valigetta dei miracoli di Roberta era diversa da quella della sua make-up artist: un punteruolo per kajal, un pugnale per rossetto, la pinza come un piegaciglia, una pialla portatile per cipria e fard. La bambolina senz’occhi, senza guance e senza labbra navigava in un mare di sangue, una ciocca di ricci rossi nella bocca. «Coraggio, è finita. Metti giù quelle cose». Ma la calma assertiva di Angelo Roveda non aveva nessun effetto su di lei. «Un solo passo e t’ammazzo. Lo faccio davvero. Non ho nulla da perdere», rispose. Davide poteva fregare Golia. Ma Golia aveva la fionda di Davide. «Ti ho portato la cedrata. Su, prendila, e poi me ne vado». Con lo sguardo fisso su di lui, fece scivolare il cacciavite lungo le esili gambe, per poi allungare il braccio. Era fatta: uno scatto secco e l’avrebbe immobilizzata. Ma Roberta era scaltra e fu lesta nello scostargli la mano e scagliare il coltello all’altezza del cuore. Due mosse e fu a terra, la spalla lussata. Era vivo, ma ci aveva rimesso la giacca.
Paolo Melissi
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