La ragazza di Boston di Paolo Valenti
Arkadia Editore, 2024 – Tra Roma e gli States, storia d’amore di un universitario e di una giovanissima assistente, molte luci, anche ombre, un romanzo snello, con un protagonista in cui tanti si riconosceranno.
La ragazza di Boston (Arkadia Editore, Cagliari, collana di narrativa Eclypse, marzo 2024, 164 pagine) è un romanzo carico di energia, pieno di sentimenti vitali, ricco di impulsi (e dubbi) giovanili. Se non sei giovane, ti ci fa tornare. Se invece lo sei, ti aiuta a capire qualche problema, a superare impasse, a trovare una soluzione in più. È un romanzo sull’amore, in chiaroscuro, ispirato dall’amore, scritto anche per amore, perché si è imposto prepotentemente all’autore (scrivimi!), Paolo Valenti, impegnato di solito su temi sportivi.
La ragazza di Boston è una storia fuori dal cliché di un giornalista-scrittore di sport. Autore di racconti brevi, interviste, articoli e rubriche radiofoniche legate al mondo sportivo, Valenti vive a Roma e collabora tra l’altro con il “Corriere dello Sport” e il sito del “Guerin Sportivo”. È opinionista e commentatore televisivo delle partite del campionato di Serie A e, dopo aver contribuito a realizzare progetti editoriali dedicati al calcio, si è impegnato in testi che ne hanno raccontato le vicende.
Di sport ce n’è pure nel romanzo, in particolare il pallone e mica poco. Il protagonista, il ventiduenne Alessandro Gentili, gioca difensore nei tornei amatoriali e il modo di scrivere di Valenti – rapido, scattante, decisamente fluente – diventa addirittura alluvionale nelle pagine in cui tratta gli aspetti organizzativi, preparatori e agonistici della squadretta del giovane romano o quando parla dei suoi compagni e avversari. Il calcio è tra le passioni di un ragazzo intelligente, che si sforza d’essere sempre sicuro di sé o almeno darne l’impressione, senza fare il gradasso o il provocatore. Ma il vero cuore pulsante di questa storia è proprio il cuore e batte per Meredith O’Brady.
Americana di Boston (gli Stati Uniti mica si riducono a New York e Los Angeles!), è figlia dell’amministratore delegato di una multinazionale, trasferito a Roma da un anno. Lei lo ha seguito e ha trovato occupazione come assistente di diritto canonico nell’Università, sponsorizzata dall’azienda paterna. Segni particolari: incantevole, molto femminile, disinvolta, dotata di un accento yankee particolarissimo, innamorata dell’Urbe e tanto ma tanto alla svelta di Alessandro, senza troppi retro pensieri.
Galeotto è stato l’esame, un complementare, Storia del diritto canonico, che il ragazzo ha voluto affrontare nell’appello di marzo senza sbattersi troppo a studiare e senza la minima tensione alla vigilia, certo di andare ad affrontare assistenti poco più grandi di lui, da trattare alla pari, con una certa improntitudine.
Dimenticavo di accennare a un particolare: Valenti è un ottimo conoscitore di musica leggera, rock e pop. Le citazioni di brani di successo e di grandi autori sono frequenti, arrivano a proposito, sono sempre azzeccate.
Torniamo all’esame. Una volta chiamato, Alessandro si avvicina al tavolino della dottoressa O’Brady e tutta la sicurezza autoimposta di sé svanisce nel momento stesso in cui i loro sguardi s’incrociano. Impossibile non notare i pregi della giovane assistente: è “clamorosamente bella”, da arrendersi all’istante.
La faccia tosta è svanita, ma l’interrogazione non risulta impossibile. Un quarto d’ora di chiacchiere a macchinetta e… trenta, “se vuole la lode deve andare dal professore”. Ale replica che invece il voto può bastare e non cede all’insistenza. Più avanti, gli viene l’idea di sfruttare la faccenda della lode come scusa per ripresentarsi in Ateneo dalla O’Brady, offrirle un caffè, ottenere il recapito telefonico di casa, contattarla successivamente, accompagnarla in giro per Roma, sentirsi dire “sali, sono sola”.
La liaison fila ch’è una bellezza, col vento in poppa, però anche le giornate più serene precedono quelle col maltempo. Una nuvola è nel passato sentimentale che si confessano reciprocamente. Se per amore s’intende quella situazione in cui una persona entra nei tuoi pensieri ogni momento della giornata e si vorrebbe stare sempre con lei, a Meredith è capitato due volte. La prima da liceale, a sedici anni, la seconda è durata quattro anni ed è finita poco prima del trasferimento in Italia. Negli ultimi tempi erano sorti dei problemi, diverse incomprensioni.
Alessandro è stato insieme a una compagna della sua classe di liceo. Non un colpo di fulmine ma una storia nata con la frequentazione abituale. Studiavano insieme, anche l’esame di maturità e poi le vacanze, due settimane in Grecia. È finito tutto quell’estate, “colpa mia, avvertivo la necessità di un cambiamento, che significava abbandonare quella storia”.
Dopo i Mondiali d’Italia ’90, Meredith dice di voler tornare una ventina di giorni negli States e lo invita a migliorare il suo inglese scolastico, andando a studiarlo dal vivo. Boston, però, non regala solo sorprese turistiche e un mondo sconosciuto ad Alessandro. Ci sono anche il fratello di Meli e Francis, l’ex ragazzo, con tutto quello che comporteranno.
Uno scampolo del Valenti pensiero? Ecco come descrive la preparazione agli esami universitari, almeno di una materia non mostruosa.
“Due settimane precedenti di studio matto e disperatissimo, mattine e pomeriggi durante i quali non si mette il naso fuori di casa, impegnati a leggere più pagine possibile e a ripetere a voce alta i concetti più difficili da imparare, mentre le nozioni già apprese, sulle quali si sente maggiore confidenza, vengono bisbigliate a mezza voce alla velocità della luce per guadagnare il tempo necessario a poter imparare tutto il programma d’esame”.
Dopotutto, ci si può riconoscere.
Felice Laudadio
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