Massimo Granchi, scrittore e antropologo, celebra le relazioni umane, mettendo al centro delle sue opere la famiglia e, in particolare, la figura del padre, come nel suo ultimo romanzo “La memoria della vite”. Nei suoi lavori intreccia narrazione e ricerca, dando vita a storie che scavano nelle dinamiche affettive e nelle parentele. Il suo studio non è solo accademico, ma anche profondamente personale: attraverso la scrittura, Granchi indaga il proprio vissuto, riflettendo sul ruolo di padre e sul percorso di figlio. I suoi libri non raccontano solo storie, ma diventano spazi di confronto e introspezione, offrendo ai lettori l’opportunità di riconoscersi e interrogarsi sulle complesse sfumature dei legami familiari.
Quali sono le motivazioni che ti hanno spinto a creare laboratori di scrittura creativa dedicati a bambini, ragazzi e adulti nelle scuole e all’università, oltre a percorsi specifici rivolti ai detenuti nelle carceri?
<<Sono molte le ragioni, considera che per me la scrittura è uno strumento terapeutico, attraverso il quale compio innanzitutto una crescita personale. Poi, una volta che mi rendo conto dell’arricchimento raggiunto grazie alla mia esperienza, ritengo importante, e anche doveroso, condividere ciò che rappresenta per me. Riconoscendone anche gli aspetti sociali, mi sono reso disponibile nel momento in cui sono arrivate proposte per supportare e seguire adulti o giovani che vogliono avvicinarsi alla narrazione. Fortunatamente ho avuto l’opportunità di farlo nelle scuole e nelle carceri, qui nel territorio senese, con ottimi risultati. In queste occasioni svolgo il ruolo di mediatore, perché anche io ricevo molto da chi partecipa>>.
Il romanzo
Puoi citare un esempio tratto da “La memoria della vite” che evidenzi la capacità dei personaggi di rinnovarsi e di rimettersi in gioco?
<<Tutti e tre i personaggi, Sole, Gabriel e Liliana, attraversano momenti di profonda difficoltà legati a esperienze traumatiche e significative, sia nel passato che nel presente. Sole è l’unica molto giovane, vive in un condominio di Roma ed è figlia di un milanese e di una donna di Napoli. Gabriel, il suo migliore amico, è un ragazzo di origine colombiana con una famiglia segnata dall’assenza del padre. Liliana, la madre di Sole, è una donna autonoma ed emancipata, ma vive un matrimonio in crisi e sogna di tornare dov’è cresciuta, a Procida. Soprattutto di fronte a un evento drammatico che coinvolgerà uno dei tre, la vita di tutti cambierà radicalmente. Ne descrivo il percorso emotivo ed evolutivo e il rinnovamento necessario quando la vita ci mette fortemente alla prova>>.
C’è un filo conduttore che unisce i protagonisti del tuo romanzo, Gabriel e Sole: il profondo senso di vuoto lasciato da un genitore. Nel caso di Gabriel, un’assenza totale e misteriosa, mentre per Sole si tratta di un rapporto da ricostruire. Come si intrecciano queste due esperienze nel racconto?
<<Nella vita spesso ci avviciniamo alle persone con le quali pensiamo di avere qualcosa in comune, perché, nel vivere certe esperienze, abbiamo bisogno di riconoscere dei codici famigliari. Questo accade anche nell’amicizia. Gabriel e Sole si vogliono molto bene, perché il loro legame è sincero infatti non c’è alcun tipo di coinvolgimento sentimentale come coppia. Si riconoscono nei turbamenti, nei traumi, nelle difficoltà e nella costruzione del rapporto con la figura paterna. Hanno la necessità di colmare un’assenza fisica: il papà di Gabriel è sparito senza dare alcuna spiegazione, mentre quello di Sole, nonostante sia presente fisicamente in casa è come se non ci fosse a causa di vicende riferite al passato>>.
La figura del padre è centrale sia in “La memoria della vite” che in “Se/dici”, un’altra delle tue opere degne di nota. Quali sono le principali differenze nel modo in cui questo tema è affrontato nei due lavori?
<<Sì, è vero, è un tema centrale nella gran parte dei miei romanzi, come in “Occhi di sale” e in “Il principe delle arene candide”. Quando scrivo dedico uno studio molto approfondito alle relazioni familiari, perché per me comprendere la famiglia, le parentele e i legami affettivi è fondamentale. C’è senza dubbio anche una componente di ricerca personale, legata al mio vissuto: al modo in cui ho sperimentato la paternità, essendo padre anch’io, ma anche al mio percorso di figlio. Probabilmente, attraverso la scrittura, cerco di dare risposte a un ruolo che al giorno d’oggi è più complesso che mai. In un’epoca piena di sfide e difficoltà, crescere è difficile, ed essere genitore lo è ancora di più>>.
Tra febbraio e marzo presenterai il tuo libro durante il “Tour Toscana 2025”. Puoi ricordarci alcune delle tappe principali? Sono previste anche date in Sardegna?
<<Certo, il tour toscano sarà solo la prima fase, perché poi mi sposterò in altre regioni d’Italia e tornerò il prima possibile in Sardegna. La prima tappa sarà a Scansano in provincia di Grosseto, seguita da Monteroni d’Arbia, Siena, Certaldo, Murlo e Firenze. Molte date sono ancora in fase di definizione, ma sarà possibile consultare l’intero calendario tramite i social, la mia pagina Instagram, la mia pagina Facebook e naturalmente attraverso il mio sito personale www.massimogranchi.it>>.
Isabella Murgia
Il link all’intervista su La Voce Dei Protagonisti: https://tinyurl.com/yvbrf3vm
Settimane di titoli introspettivi e ricercati quelle che vanno dal 21 gennaio al 4 febbraio con le case editrici indipendenti a primeggiare sulle major. Due i titoli pubblicati da Bibliotheka e Arkadia e tre da Graphe.it e Morellini. Armando Editore festeggia quarant’anni di attività. Subito il #librocopertina firmato dal genio Francesco Salvi: lo scrittore, attore, cabarettista e architetto firma “Tegucicalpa” per Morellini. #Librocontrocopertina al ritorno del leggendario Massimo Granchi con “La memoria delle vite” per Arkadia dove l’intreccio tra amicizie e misteri nella vita dei protagonisti consegnano la meraviglia d’alto stile narrativo. Da attenzionare il ritorno in NN Editore di Roberto Camurri con “Splendeva l’innocenza“; le fiabe di Elio Pecora per Bibliotheka; il catalogo lettero- fotografico di Ludovica Gatta e Franco Zappitelli, “Ventisei tombini a Vasto” per Graphe.it e, nuovamente in casa Morellini “Gli eroi della Shoah” di Sara Rattaro e in casa Vallecchi “Il movimento del volo” di Antonella Sbuelz.
Libro copertina, Tegucigalpa di Francesco Salvi, Morellini
In un futuro dove il teletrasporto ha reso obsoleto il concetto di viaggio, l’eccentrico agente Tegucicalpa si trova coinvolto in una missione apparentemente impossibile. Incaricato di cercare la misteriosa LaKràudoclo, si ritrova a navigare in un mondo caotico e assurdo, popolato da personaggi bizzarri come il filosofico Machu Picchu e il criminale Don Cromatico. Tra colpi di scena esilaranti e situazioni al limite del paradossale, Tegucicalpa dovrà destreggiarsi tra organizzazioni segrete, tecnologie avanzate e complotti galattici. Ma mentre cerca di svelare il mistero che circonda LaKràudoclo, scoprirà che la realtà è molto più contorta di quanto immaginasse.
Le uscite di martedì 21 gennaio
Sara Rattaro, Gli eroi della Shoah, Morellini
Diciannove storie straordinarie di uomini e donne comuni che, durante la devastante morsa della Seconda guerra mondiale, si sono trasformati in fari di speranza e umanità. I Giusti tra le Nazioni hanno compiuto atti di incredibile coraggio e altruismo, mettendo a rischio la propria vita per salvare quella degli ebrei perseguitati dal regime nazista.
Giorgio Di Bernardo, Sui fiumi di Babilonia, Armando
Perché intitolare Sui fiumi di Babilonia un libro che parla di Bibbia? Perché è lì che, 2.600 anni fa, tutto ebbe inizio: gli ebrei, deportati, sedevano lungo l’Eufrate, piangendo al pensiero di Sion (Salmo 137) ed entrando al contempo in contatto con la cultura, le riflessioni e i miti del mondo sumerico e assiro-babilonese. Lungo le rive di quel fiume nacquero così alcune delle pagine più belle della letteratura di tutti i tempi, quelle della Bibbia, pagine che parlano di un Dio unico, Yahweh, e del suo amore per l’uomo. Ma questo avvenne attraverso la mediazione linguistica e culturale del luogo: miti e riflessioni si trasformarono in racconti e messaggi, significanti e significati, che dobbiamo imparare a decriptare, se vogliamo attribuire loro il giusto valore e comprenderli. Questo testo ripercorre le lezioni tenute in ambito universitario facendone una sintesi il più possibile intrigante e scorrevole, indirizzata a tutti gli appassionati e a chi vuole aprirsi a nuove interpretazioni della Bibbia nel mondo cattolico, ebraico e musulmano, con la speranza di offrire spunti di riflessione coerenti e stimolanti.
Simone Lanza, L’attenzione contesa, Armando
L’intensificazione del tempo schermo in età infantile rischia di pregiudicare lo sviluppo delle piene potenzialità di apprendimento umano in sempre più bambine/i a partire dalla capacità cognitiva e relazionale di prestare attenzione. Benché le neuroscienze non riescano a descrivere esattamente l’attenzione, essa resta pedagogicamente essenziale per l’apprendimento e si sviluppa soprattutto in modo congiunto e relazionale. Perché oggi essa sembra essere distratta, spezzettata, disgiunta o contesa? Siamo così sicuri che le generazioni future debbano essere educate sempre più precocemente e in modo sempre più intenso dagli schermi a scapito di sonno, gioco libero e lettura? Siamo così sicuri che l’economia dell’attenzione possa continuare a trasformare l’attenzione infantile in moneta sonante? Sulla base delle ricerche scientifiche disponibili, si danno qui validi motivi a genitori, nonni, docenti ed educatori per evitare gli effetti negativi del tempo schermo sull’attenzione.
Daniele Scotto Fasano, Cristiano Rocchi, Livio Boni, AfrichE, Armando
Tre psicoanalisti, cimentandosi con un esperimento inedito, sollecitano un’interlocuzione al contempo intima e critica con una serie di personalità – artisti, scrittori, attivisti e studiosi africani o «afropei» (africani europei) –, allo scopo di illustrare la pluralità delle figure soggettive, delle aspirazioni e delle forme di «disagio della civiltà» in un continente troppo spesso concepito e anche fantasticato come omogeneo e indistinto. Incentrata sul Corno d’Africa e il Magreb, questa piccola raccolta di saggi si concentra sul lascito del colonialismo e le vie, anche contorte, inaugurate dalle decolonizzazioni. Composto essenzialmente di interviste e di letture critiche di opere contemporanee, il saggio scommette su una metodologia condivisa tanto dalla psicoanalisi quanto dall’antropologia contemporanea e dagli studi postcoloniali: lasciare la parola all’altro, accettando di essere spiazzati da un’enunciazione talora provocatoria, altre volte sfumata, comunque aperta al dialogo e al confronto.
Franco Ferrarotti, Elogio della vecchiaia. La vita ripensata e ricomposta, Armando
Nel testo Franco Ferrarotti esplora la vecchiaia non come una malattia, ma come un periodo di salvezza e riflessione profonda. L’Autore rifiuta l’idea tradizionale che la vecchiaia sia sinonimo di declino, sostenendo che è invece un’opportunità per ripensare e ricomporre la vita con serenità e saggezza. Attraverso ricordi personali, riflessioni filosofiche e culturali, Ferrarotti celebra la solitudine scelta come momento di contemplazione, il ritorno alla natura e il ritrovamento di un senso di continuità tra infanzia e vecchiaia, tra inizio e fine.
Francesco Piccolo, Son qui: m’ammazzi, Einaudi
Francesco Piccolo torna in libreria e questa volta con un saggio d’autore, personale e sorprendente, in cui analizza tredici capolavori della letteratura che hanno segnato in modo indelebile l’immaginario dell’uomo e hanno contribuito a dare legittimazione alla mascolinità tossica e al patriarcato.
Sven Holm, Termush, il Saggiatore
Termush è un hotel di lusso costruito alla fine del mondo. Qui gli unici ospiti sono i ricchi che molto tempo prima hanno prenotato il proprio soggiorno in caso di disastro nucleare. La realtà di questo luogo, in attesa di un mutamento dell’universo, è artificiosa, fatta di pasti abbondanti, musica e giri in barca, mentre fuori di lì si profila sempre più un mondo post apocalittico. Ma dentro non v’è traccia della fine, il personale e la direzione fanno di tutto per cancellare ogni possibile traccia su ciò che accade fuori. In una società corrotta dal materialismo, Termush rappresenta una parabola inquietante sull’alienazione umana. Traduzione di Eva Kampmann. Postfazione di Jeff VanderMeer.
Eleonora Daniel, La polvere che respiri era una casa, Bollati Boringhieri
Il romanzo d’esordio di Eleonora Daniel è la storia di una relazione come tante, ma allo stesso tempo eccezionale nel suo genere, dal momento che, senza scontati romanticismi, affronta interrogativi relazionali ed esistenziali di una giovane coppia che progetta un futuro e una vita insieme. Scelte decisive da intraprendere, come il desiderio di avere un figlio, metteranno alla prova la solidità del sentimento che unisce i due protagonisti della storia. Il canto di un amore umano, e quindi imperfetto, intonato dalla voce unica dell’autrice che, con questo notevole debutto, si inserisce nel panorama della migliore letteratura contemporanea italiana.
Madeleine Gray, (Non) disponibile, Mondadori
Accolto a livello internazionale come uno dei migliori esordi dell’anno, “(Non) disponibile” è un romanzo sulla ricerca di sé. Assunta da un giornale on line come moderatrice di commenti, sperimenta per la prima volta la vita in ufficio. Esperienza che conferma tutte le sue paure di inadeguatezza sociale. Qui tuttavia incontra Arthur, un collega più grande di lei, di cui inaspettatamente si invaghisce, nonostante abbia avuto fino a quel momento relazioni con sole ragazze. Un romanzo che con sarcasmo racconta di una generazione sfiduciata e smarrita, che ritarda finché possibile il proprio ingresso nel mondo degli adulti.
Le uscite di mercoledì 22 gennaio
Antonio Galdo, Il mito infranto, Codice
Non c’è sostenibilità se non vi è una riduzione delle disuguaglianze e una distribuzione più equilibrata delle ricchezze. Al contrario il modello di sviluppo green che si è imposto negli ultimi anni non ha fatto altro che aumentare certi divari a vantaggio di ristretti gruppi. Con Il mito infranto, Antonio Galdo, giornalista ed ex collaboratore televisivo di Enzo Biagi, torna in libreria per affrontare con questo i rapporti tra economia e ambientalismo.
Oscar Wilde, Il delitto di Lord Arthur Savile. Uno studio sul dovere, Bibliotheka
Lord Arthur Savile, in procinto di sposarsi con la bellissima Sibilla, si ritrova nell’incresciosa situazione di farsi leggere la mano da un famoso chiromante nel corso di un sontuoso ricevimento londinese. L’uomo gli annuncia una minaccia imminente: Lord Savile sarà l’artefice di un omicidio. Per evitare che il presagio possa pregiudicare la felicità della futura vita domestica, l’aristocratico decide di anticipare i tempi, trafficando con pasticche avvelenate e orologi esplosivi. Ma la soluzione non sarà quella che egli ha previsto. Un capolavoro di cinismo, in cui veleni, esplosivi e infine l’omicidio, precedono la felicità coniugale del protagonista. Una riflessione sul dovere scritta con ironia.
Rossana Campo, Libere e un po’ bastarde, Bompiani
Un intenso romanzo d’amore ed eros che esplora l’universo personale di Betti, sceneggiatrice appassionata del suo lavoro. Ma anche le amiche, ognuna delle quali è invischiata in una rete ingarbugliata di problemi e dinamiche relazionali, spesso tossiche e tormentate.
Le uscite di venerdì 24 gennaio
Giovanna Strano, Vermeer, Il tempo perduto, Morellini
Un amore proibito. Un genio incompreso. La lotta per preservare un’eredità artistica. Giovanna Strano dipinge un ritratto appassionante di Vermeer e del suo mondo. Nel cuore della Delft del XVII secolo, il genio tormentato di Jan Vermeer prende vita attraverso gli occhi della sua devota moglie Catharina. La guerra e la crisi economica minacciano di distruggere tutto ciò che hanno costruito. Catharina, determinata a proteggere l’eredità del marito, si trova ad affrontare scelte difficili e pericoli inaspettati. Secoli dopo, il critico d’arte Théophile e la sua amante Apolline intraprendono un viaggio appassionante sulle tracce di Vermeer, scoprendo segreti sepolti e verità nascoste. La loro ricerca si intreccia con quella del falsario Han van Meegeren, il cui straordinario talento lo porta a sfidare il mondo dell’arte con audaci inganni. Il fascino salvifico dell’arte coinvolge anche lo scrittore Marcel Proust la cui opera è intrisa dell’influenza di Jan Vermeer.
Paolo Mantegazza, L’arte di prender marito, Bibliotheka
“Se il matrimonio può darci la massima felicità, è anche la più instabile delle combinazioni chimiche; il più delicato, il più intricato, il più fragile di tutti i meccanismi”
Sin dalla fine dell’Ottocento, con il loro linguaggio concreto e colorito, i manualetti sulle cosiddette “arti coniugali” hanno conquistato un successo europeo. Vivaci e ironiche testimonianze dei pregiudizi sessuali e sentimentali del tempo, sono stati anche voce di un pensiero riformatore a sostegno dell’educazione sessuale, del divorzio, del controllo delle nascite. Ne è un esempio “L’arte di prendere marito” del medico e scrittore Paolo Mantegazza. Se il matrimonio può trasformare la vita in inferno, in purgatorio o in paradiso – sostiene Mantegazza in questo testo del 1894 – resta in ogni caso la “meno peggio” tra le relazioni che legano un uomo e una donna. È con questa convinzione e questo spirito che l’autore scrive un saggio per facilitare alle donne la scelta del partner.
Matteo Quaglia, Volevamo magia, nottempo
Il narratore, trentenne impiegato in una compagnia di assicurazioni di Trieste, ha oggi una vita all’apparenza equilibrata e gratificante. Eppure, non riesce a scacciare un pensiero fisso, Ludovica. Il romanzo si muove sulle tracce di questa misteriosa ed evanescente figura femminile.
Le uscite di domenica 26 gennaio
Carlos García Gual, Breve apologia del romanzo storico, Grape.it
Un’appassionata difesa del romanzo storico, che esplora il delicato equilibrio tra verità e finzione, offrendo una guida per comprendere e apprezzare questo genere letterario.
Quello del romanzo storico è un genere amato da molti, e che incuriosisce altri, spesso in cerca di consigli per un buon titolo. Difficile può essere trovarne uno davvero buono.
I questo volume l’autore, con la “scusa” di dimostrare i punti di forza offre un’ampia prospettiva ripercorrendone le caratteristiche. In questa appassionata arringa si riflette sulla differenza fra il romanziere e il cronista.
Alessandro Pacini, Passeggiate nell’orto metallurgico, Graphe.it
Un’immersione nelle antiche tecniche metallurgiche, dove la riproduzione di manufatti storici diventa un ponte tra passato e presente, unendo sapienza artigianale e conoscenza archeologica La memoria minerale; il pugnale portato da un uomo dell’età del Bronzo testimoniano ciò che possiamo sapere su un’era. L’archeologia e la storia ci aiutano a capire e contestualizzare, ma possono peccare di un eccesso di astrazione. Un archeometallurgo, quale è l’autore di questo libro, è in grado di compiere quel passo che scavalca i secoli, riportando in vita quella memoria.
Ludovica Gatta e Franco Zappitelli, Ventisei tombini a Vasto, Graphe.it
Esiste una visione contemporanea per la quale questo volume non è nulla di più che un oggetto. Sono fotografie volutamente antiartistiche di Francesco Zappitelli. Le immagini compaiono circondate dal bianco della pagina, accompagnate solo dal numero progressivo e dall’indicazione del luogo, come a dirci: qui non c’è altro. A precederle, il breve saggio di Ludovica Gatta fornisce la giusta chiave di lettura che ci permette, al contrario, di concludere: eppure, c’è tutto.
Le uscite di venerdì 31 gennaio
Ramón Julian Meza y Suárez Inclán, Mio zio l’impiegato, Arkadia
Uno dei romanzi capisaldo della letteratua cubana, tradotto per la prima volta in italiano. Una storia affascinante che riporta nella Cuba del XIX secolo.
Elio Pecora, La ragazza con il vestito di legno e altre fiabe italiane, Bibliotheka
“Un figlio di re s’innamorò di una povera ragazza, ma questa lo fece patire a lungo prima di accettarlo come fidanzato. Quando furono sposati il figlio di re volle vendicarsi”. Amori e incantesimi, stratagemmi e crudeltà si intrecciano nel vasto deposito delle storie popolari del nostro Paese. «Mi è accaduto anni fa, per un lavoro radiofonico, di avvicinarmi allo sterminato patrimonio delle fiabe italiane», racconta l’autore.
Antonella Sbuelz, Il movimento del volo, Vallecchi Firenze
Scegliere, vivere, rischiare, amare. E prendere il volo. Dalla Prima guerra mondiale agli anni di piombo, quattro figure femminili ci accompagnano lungo il Novecento: storie di donne dentro la Storia, per affermare il diritto al presente e al futuro, alla dignità e all’utopia. Rachele, Livia e Anna crescono e maturano durante le drammatiche e complesse stagioni della grande guerra, del fascismo, della Resistenza e poi della Liberazione, mentre Emma compie la sua scelta nel periodo più cupo della Repubblica. Quattro donne forti – colte in fasi drammatiche e cruciali, ma anche di grandi passioni e tensioni ideali – che testimoniano l’incrollabile volontà di essere padrone del proprio destino. Volare talvolta richiede sofferenza e sacrificio, talvolta appare impossibile, eppure non ci si deve arrendere mai: è questa è l’eredità ideale che verrà trasmessa da Rachele, Livia, Anna ed Emma alle generazioni che guardano al futuro.
Antonella Sbuelz ci trasporta in un viaggio indimenticabile, dall’esito emblematico e inaspettato, intrecciando le microstorie con la Storia del Novecento europeo. Un potente affresco narrativo che esplora, interroga, coinvolge e commuove, riconciliando con la grande tradizione del romanzo italiano.
Roberto Camurri, Splendeva l’innocenza, NNE
Luca ha quarant’anni e conduce una vita senza attese, ancorata al passato. Vive e gestisce a Monterosso, il bar di famiglia. Ha una relazione instabile con Giulia e non riesce a dimenticare Valentina, il primo amore di gioventù. Un giorno il suo amico Alessio, in preda all’abuso di alcol e droga, scompare. Spinto da un vecchio senso di colpa nei confronti dell’amico Luca si mette sulle sue tracce. “Splendeva l’innocenza” è una canzone d’amore alla gioventù e all’amicizia, e a ciò che rimane di noi quando lasciamo ogni rimpianto e ricominciamo a vivere.
Libro controcopertina, La memoria delle vite di Massimo Granchi, Arkadia
Gabriel è un ragazzo di origine colombiana che vive con la mamma e il fratello minore in un condominio di Roma. Nello stesso palazzo vive Sole. I due diventano migliori amici. La madre di Sole è Liliana. Ha fondato un’agenzia di badanti nella capitale. Il suo matrimonio è in crisi. Ha un legame profondo con l’isola di Procida dove ha trascorso le estati da bambina ed è lì che vorrebbe tornare. Le vite di Gabriel, Sole e Liliana sono intrecciate molto più di quanto possano immaginare. Un drammatico incidente le cambierà. I tre protagonisti percorreranno traiettorie esistenziali inaspettate. “La memoria della vite” è un romanzo sul significato delle relazioni umane, il coraggio, la speranza e la capacità di rinnovarsi.
Salvatore Massimo Fazio
Il link alla segnalazione su SicilyMag: https://tinyurl.com/y5rrsa8b