Torna il Salone del Libro di Torino con autori ed editori siciliani a farla da padrona
Le letture consigliate da Salvatore Massimo Fazio
BLOG Dal ritorno del Salone Internazionale del Libro di Torino, all’omaggio a Giovanni Falcone di Claudio Martelli: una settimana da ricordare per gli amanti della lettura. In copertina Gramsci curato da Luca Cangemi e in controcopertina il rispetto di Patrizia Maltese per il comitato dei lenzuoli bianchi contro la mafia
Torna il Salone internazionale del libro di Torino totalmente libero e liberato, nonostante i dubbi pandemici resistono, e sotto la mole gli editori e gli scrittori siciliani la fanno da padrona. Tantissime novità in contemporanea uscita col primo giorno della storica kermesse letteraria e noi scegliamo due editori etnei con autori siculi: libro copertina a Luca Cangemi curatore di “Antonio Gramsci, contro il fascismo nascente”, Lunaria Edizioni; libro controcopertina a Patrizia Maltese per Qualcosa ci inventeremo. Le donne del Comitato dei lenzuoli contro la mafia, Villaggio Maori Edizioni. Debutta nel nostro blog Fides Edizioni. La nave di Teseo, Arkadia, Gammarò, Settecolori, Oltre Edizioni, Iperborea, Armando, Il Saggiatore, Scritturapura, NNE, Exòrma, Fefè e migliaia di libri in uscita per la settimana dei ritorni. Buona lettura!
Le uscite di giovedì 18 maggio
Jakob Wegelius, Il segreto della Hudson Queen, Iperborea
Sally Jones è tornata! Un mistero aleggia sulla nave Hudson Queen e la ricerca della verità farà vivere a Sally Jones e al Capo una gangster story mozzafiato tra la malavita di Glasgow. Per Sally Jones, la specialissima gorilla marinaia che abbiamo conosciuto nella Scimmia dell’assassino, e il suo grande amico Henry Koskela, alias «il Capo», la scoperta di una misteriosa collana dal ciondolo a forma di cuore segna l’inizio di nuove spericolate avventure. Chi ha nascosto quel tesoro a bordo della Hudson Queen? Come si intreccia la storia di un gioiello tanto prezioso con quella della loro amata nave, che dopo averli scorrazzati per il mondo è ora malconcia e ferma al porto di Lisbona? Anche se la sinistra iridescenza di quelle perle sembra presagire solo guai, Sally Jones e il Capo sono decisi a risolvere l’enigma, e seguendo i pochi indizi che hanno s’imbarcano per la Scozia. Ma a Glasgow i guai si rivelano più grandi del previsto. Finiti nelle grinfie di una gang specializzata nel contrabbando di whisky nell’America del proibizionismo, Sally Jones è costretta in prigionia e separata dal Capo. Solo facendo appello a tutta la sua determinazione e intelligenza l’intrepida gorilla sopravvivrà alla spietatezza di una «Regina del rasoio» e a una vera e propria guerra tra bande criminali. E finalmente, con la coscienza pulita di chi ha tenuto saldi il valore dell’amicizia e la sensibilità per gli umiliati e gli indifesi, potrà svelarci il commovente segreto della Hudson Queen.
Le uscite di venerdì 19 maggio
Libro copertina, “Antonio Gramsci, contro il fascismo nascente”, a cura di Luca Cangemi, Lunaria Edizioni
Nel centenario della marcia su Roma la lucida analisi sulle origini e la genesi del fascismo. «Cos’è il fascismo osservato su scala internazionale? E’ il tentativo di risolvere i problemi di produzione e di scambio con le mitragliatrici e le revolverate».
Il libro
Questo volume propone una raccolta di alcuni tra gli scritti meno conosciuti e più incisivi sul fascismo. Una selezione di testi, scritti da Antonio Gramsci tra la fine del 1920 e il 1926, che attraversano: la nascita del regime, il delitto Matteotti, fino ad arrivare alle tesi di Lione, pochi mesi prima dell’arresto. Il fascismo vi appare colto nella sua complessità e dinamicità, nel suo “farsi” attraverso le contraddizioni della società italiana e, allo stesso tempo, viene analizzato precocemente come fenomeno internazionale, intellegibile solo collocandolo nello scenario del mondo. Un serbatoio inesauribile di riflessioni che mette in mostra la forza e la lucidità del pensiero gramsciano, chiarendo la sostanza di tutti i populismi passati, presenti e futuri.
L’autore
Pensatore e agitatore culturale, filosofo e linguista, quella di Antonio Gramsci è stata una delle menti più luminose della cultura europea, tanto che il fascismo ha provato a “spegnerla” in ogni modo. Ha dedicato tutto il suo impegno alla lotta di classe, alla teorizzazione di quegli obiettivi di libertà, giustizia, emancipazione sociale a cui gli oppressi devono tendere e ha dotato di strumenti concreti la lotta proletaria: la sua penna è una spada capace di sferrare, ancora oggi, colpi mortali. Fondatore dirigente e segretario del Partito comunista italiano, organizzatore politico infaticabile, Gramsci è stato uno dei più grandi intellettuali italiani.
Il curatore
Docente di filosofia e storia, Luca Cangemi è dottore di ricerca in Scienze politiche e autore di “L’elefante e la metropoli. L’India tra storia e globalizzazione” (2012) e “Altri confini. Il Pci contro l’europeimo” (2019). Militante del Partito comunista italiano e del Partito della Rifondazione comunista, è stato membro della Camera dei deputati nella XI e XIII legislatura.
Gianni Verdoliva, L’appartamento del silenzio, Fides Edizioni
«Ascoltate il silenzio, che vi parla, cogliete le sfumature, seguite il vostro intuito, coltivate l’immaginazione. La strada si dispiegherà ai vostri occhi, passo dopo passo. Voi, insieme, troverete e capirete. Anche se non sarò più in questo mondo, lo saprò e ne avrò conforto. So che accadrà». Non tutti i luoghi sono casa; ma “l’appartamento del silenzio”, un’elegante dimora in centro città, lo diventa per Beppe Novari, dopo anni di abbandono per strane dicerie. È proprio grazie a questo appartamento che i personaggi del romanzo si incontrano: personalità e vite diverse che dall’unione riescono a salvarsi, riunendosi attorno a un fuoco familiare. Insieme, riusciranno a ricucire le loro vite e quelle di chi, prima, ha abitato le stanze di quella bella e un po’ sinistra dimora, trasformando il silenzio in gioia.
L’autore
Gianni Verdoliva vive e lavora a Torino. È giornalista pubblicista: ha scritto per varie testate e attualmente collabora col mensile Polizia e democrazia. È uno S.F.E.R.A. coach. Ha esordito nella scrittura con la raccolta di racconti Come anime scelte che si ritrovano con cui ha ottenuto diversi premi. Ritorno a Villa Blu è il suo primo romanzo, finalista al Premio Il Convivio 2018 come opera inedita.
Castan Carlos, Il museo della solitudine, Arkadia
Atmosfere avvolgenti in un turbinio di racconti che lasciano sospesi tra antico e moderno. Raccolta di racconti dalle atmosfere avvolgenti, fatta di personaggi disgraziatamente romantici e imprevedibili, Il museo della solitudine ci ammalia con la magistrale gestione dei diversi registri narrativi e un linguaggio distillato, essenziale, impreziosito da una vena poetica che non ci abbandona mai. L’antologia contiene storie bellissime, come Viaggio di ritorno, sui giocosi inganni del tempo; Cara Laura, un omaggio all’arte epistolare e al furto d’identità con echi di Cortazar; Il silenzio di Silvia, sull’adolescenza e il suo legame con la fantasia e l’avventura e in Entra con sangue, sulla violenta aggressione a un senzatetto. Accanto a questi temi l’autore affronta il caso, il dolore, il mestiere di vivere, le tracce del passato che si manifestano nelle coincidenze del presente e le diverse facce della solitudine. Argomenti che s’intrecciano con dolcezza e ironia per approfondire gli elementi più destabilizzanti del nostro panorama motivo.
L’autore
Carlos Castán è nato a Barcellona nel 1960, ma attualmente vive a Madrid, dove insegnante Filosofia nella scuola pubblica. Autore di culto in Spagna, ha pubblicato nelle più importanti case editrici, riviste e antologie letterarie del suo paese. Il suo primo libro, Frío de vivir (1998) è stato tradotto in inglese, tedesco, greco e francese. Museo de la soledad (2000) è il libro che lo ha consacrato al grande pubblico. Tematicamente legato sia al primo che al terzo, Solo de lo perdido è stato vincitore del premio Vargas Llosa-NH per il miglior libro di racconti del 2008. La raccolta completa dei suoi racconti, Cuentos, pubblicata nel 2020, è stata inserita tra le migliori dieci opere dell’anno dal quotidiano “El Mundo”. Carlos Castán ha inoltre pubblicato i romanzi Polvo en el neón (2013) e La mala luz (2013).
Luciano Canova, L’elefante invisibile. Come affrontare l’inatteso ed evitare di esserne travolti, Il Saggiatore
Un’antica leggenda indiana racconta di un elefante giunto un giorno in un villaggio sperduto. I saggi ciechi della comunità gli andarono incontro per capire che cosa fosse e ognuno di loro, toccando una parte diversa del pachiderma, ne ottenne una diversa descrizione: chi aveva toccato la proboscide credette a un serpente, chi la zanna a una lancia, chi le zampe pensò di trovarsi davanti a un tempio. Nessuno però seppe dire correttamente di cosa si trattava, nonostante l’animale si trovasse proprio davanti a loro, in tutta la sua imponenza.
Ciò di cui forse non ci rendiamo conto è che quei ciechi siamo tutti noi, ogni giorno, di fronte all’inatteso della nostra vita, pronto a schiacciarci se non sappiamo identificarlo. Luciano Canova ci conduce a un confronto con le pericolose trappole mentali che da sempre ci impediscono di riconoscere e affrontare i grandi problemi del nostro tempo. Il suo è un illuminante manuale che, alternando scienze comportamentali ed economia, psicologia e cultura pop, ci svela le fallacie mentali e i bias che ci costringono all’incertezza verso il futuro, aiutandoci a ribaltarne gli effetti: dal ragionamento binario, che inibisce il nostro immaginare sistemi complessi, all’euristica dell’ancoraggio, che in base alle informazioni parziali già in nostro possesso ci spinge a scelte errate; dall’overconfidence, all’istinto alla negatività. L’elefante invisibile ci sfida a rivoluzionare la nostra visione del mondo e di noi stessi, aiutandoci a prendere consapevolezza dei nostri limiti e ad affrontare con una nuova speranza il domani. Perchè la prossima volta che ci troveremo davanti a una minaccia travolgente, sia possibile prevederla, prevenirla e, al suo passaggio, spostarci tranquillamente di lato.
Olivia Laing, Everybody. Un libro sui corpi e sulla libertà, Il Saggiatore
Tutto è corpo, il corpo è tutto. Il corpo ci rende potenti e vitali, ci umilia e ci offende. Il corpo è una vittima. Il corpo è un oppressore. Il corpo è violato, straziato, ucciso. Il corpo è arma di protesta, strumento di piacere. Il corpo nasce, soffre, gode, muore. Il corpo è vulnerabile; ma la vulnerabilità del corpo è una forza di liberazione. Olivia Laing ha capito di essere corpo innumerevoli volte nel corso della sua vita: ogni volta che è scesa in piazza a manifestare, in ogni rapporto sessuale, ogni volta che ha temuto per la sua incolumità. Soprattutto, però, lo ha capito grazie alla scrittura: Everybody è un viaggio personale, letterario e politico attraverso i corpi, nell’incontro e confronto con chi prima di lei e accanto a lei ne ha subito i limiti e sperimentato le possibilità, da Susan Sontag a Nina Simone, dall’arte femminista di Ana Mendieta alle perversioni del marchese de Sade, fino alle proteste di Black Lives Matter. Quella di Olivia Laing è una grande narrazione collettiva sul corpo come motore di unione e trasformazione: perché è solo nel corpo, e con il corpo, che esiste sulla Terra il mutamento.
Ilias Venezis, Il numero 31328. Il libro della schiavitù, Edizioni Settecolori
La cronaca più tragica del genocidio greco, nel centenario della catastrofe dell’Asia Minore. La sua portata di testimonianza è immensa: ma il suo valore di poesia, il suo potere di espressione e risonanza non sono da meno. Antonia Arslan: “Un libro che trasmette nei lettori il brivido oscuro della memoria, i numeri tatuati sulle braccia dei deportati”. Dalla prefazione di Antonia Arslan: Il ragazzo Ilias attraversa la deportazione […] Siamo nel settembre del 1922. Venezis è un ragazzo di campagna diciottenne, che si trova, come tanti altri, coinvolto nel disastro, in quella che viene chiamata la grande catastrofe dell’Asia Minore. Perché non ci fu solo l’incendio. Subito dopo, venne condotto contro i sudditi ottomani di etnia greca un gigantesco e capillare «rastrellamento», che portò alla deportazione verso l’interno dell’Anatolia di decine di migliaia di uomini fra i diciotto e i quarantacinque anni – avviati per la maggior parte alla morte – e nell’esodo forzato dalla patria ancestrale (abbandonando tutto, terra, case, beni, secondo lo schema collaudato contro gli armeni) di tutti gli altri, donne vecchi bambini: circa un milione e mezzo di persone. Questo è il tema di Il Numero 31328, la prima, bellissima opera di Venezis”. […]
L’autore
Ilias Venezis (1898-1973) è tra i massimi scrittori greci della cosiddetta generazione del ’30. I suoi primi racconti escono a Mitilene, grazie al sodalizio letterario con Stratis Myrivilis. Nel 1931 pubblica Il Numero 31328. Sarà il primo di una trilogia dedicata all’Asia Minore e al dramma della guerra e dello sradicamento, seguito da Tranquillità (1939) e Terra d’Eolia (1943). Nell’ottobre del ’43 è arrestato dalle SS per aver fatto allusioni alla libertà in un discorso con alcuni colleghi della Banca di Grecia per la quale lavora da oltre un decennio. La sua vita, appesa a un filo, è salvata dall’Arcivescovo di Atene Damaskinos. Autore di numerosi racconti ed opere teatrali, sarà nominato membro dell’Accademia di Atene nel 1957.
Virginia Ciaravolo, D’improvviso si è spenta la luce. Storie di stupri, lacrime e sangue, Armando Editore
Tutti i proventi di questo libro da parte degli autori, contribuiranno ad aiutare due associazioni che da sempre sono accanto alle donne e ai bambini: Associazione Salvamamme-Salvabebè e UICI Unione nazionale ciechi e ipovedenti, affinché le violenze sessuali sulle donne, ed in particolare sulle donne speciali, denominate anche violenze multiple, possano avere la giusta attenzione e prevenzione. È terribilmente complesso parlare di stupro, ugualmente difficile porsi all’ascolto di quelle donne che, come negli scenari di guerra più nefandi, si vedono depredate di tutto: abiti, carne, identità, anima. Nel libro, come in un viaggio, si partirà dal racconto degli stupri nella storia, si delineeranno vissuti ed emozioni di chi subisce, stati d’animo, percorsi lenti e spesso balzi all’indietro, la legislazione vigente. Si delineeranno i profili del violentatore, le motivazioni, le strutture e la qualità dei servizi per una rieducazione, o per un intervento specialistico, per poi indicare i metodi per superare il trauma o quanto meno convivere con il dolore senza farsi ulteriormente male. Prima però di ogni parola, scritta o pensata, troveremo durante questo percorso, la storia di E. che era una bambina e non poteva capire, quella di C. che si guarda allo specchio e non si riconosce e ancora quella dì R., vittima inconsapevole di Revenge Porn, terminando infine con il racconto di A., una diciottenne a cui, in una giornata di sole, d’improvviso si è spenta la luce.
Dichiara l’autrice: «Per una psicoterapeuta curare le ferite emotive che vengono portate in terapia è la prassi; di fronte ad uno stupro cade però ogni certezza, ogni sapere, ogni esperienza. La terapia va inventata volta per volta seguendo i tempi delle pazienti. Uno dei motivi di fondo per cui ho deciso di parlare di stupro in modo corretto nasce dal desiderio di trasformare il loro silenzio in parole. Di violenza sessuale non se ne parla molto, è un fenomeno indicibile, complesso e difficile da raccontare, riuscire ad attraversare quel silenzio è la chiave di volta per la risoluzione del trauma subito».
L’autrice
Virginia Ciaravolo, Psicoterapeuta specialista in infanzia, adolescenza ed età adulta, criminologa, Presidente dell’Associazione Mai più violenza infinitaOnlus, si occupa prevalentemente di Donne e minori. È esperta in reati di violenza di genere, abusi, bullismo e cyberbullismo e ha al suo attivo numerose pubblicazioni. Ha curato per Armando editore Violenza di genere dalla A alla Z (2021).
Umberto Eco, Sull’arte, a cura di Vincenzo Trione, La nave di Teseo
Quasi a sua insaputa, nel corso degli anni, Umberto Eco ha scritto un autentico trattato sull’arte. Un opus magnum frammentario, discontinuo, divagante, stratificato e, appunto, inintenzionale. Vi confluiscono saggi, presentazioni, conferenze, articoli e Bustine di Minerva. Materiali eterogenei in larga parte dispersi e dimenticati che, ora, per la prima volta, sono stati ritrovati, riorganizzati e riletti da Vincenzo Trione. È un trattato segreto e sorprendente, caratterizzato dall’inconfondibile stile di Eco: un misto di originalità interpretativa, di curiosità intellettuale, di fantasia, di erudizione e di ironia. Vi incontriamo meditazioni estetologiche, studi semiologici, indagini sociologiche e incursioni militanti. E ancora: investigazioni sulle poetiche del Novecento, sulle avanguardie e su movimenti come l’Informale e l’arte programmata. Molte pagine sono dedicate ad artisti-compagni di strada (tra gli altri, Arman, Nanni Balestrini, Gianfranco Baruchello, Eugenio Carmi, Fabio Mauri, Ugo Mulas e Tullio Pericoli). Rivelatori i passaggi su alcune figure decisive: la bellezza, la bruttezza, l’imperfezione, il kitsch, la vertigine della lista. Inattesi gli interventi sullo statuto della critica d’arte e quelli, d’impronta civile, sul futuro dei musei e sul destino del patrimonio culturale. Ne emerge un involontario e inquieto teorico-criticostorico dell’arte. Che sembra abbandonarsi a ininterrotte scorribande. In realtà, Eco tende a ritornare sempre sulle medesime ossessioni: l’opera come luogo aperto, destinato a essere abitato e continuato dallo spettatore; l’esperienza del fare come avventura fondata sulla centralità del “formare”. Infine, l’arte come problema, come interrogazione. Il libro è accompagnato da un’inedita galleria di ritratti di Tullio Pericoli.
Paolo Toso, A mano aperta, Scritturapura
Un’indagine che si scontra con un muro di silenzio. Per abbatterlo non basterà il codice penale. Mari ha appena iniziato la pratica legale, mentre Alvise Sacco è un PM di lungo corso. Entrambi cercano, per vie diverse, di “fare giustizia”. Un delitto all’apparenza inspiegabile fa incrociare le loro strade e una serie di ostinati silenzi ostacola la ricerca della verità. Dopo un iniziale successo, il nuovo metodo d’indagine adottato dal magistrato pare fallire, mentre la legalità “di strada”, scelta da Mari, sembra dare i suoi frutti. C’è la giustizia processuale, ma ne esiste anche un’altra, a cui si può arrivare soltanto attraverso le relazioni autentiche con le persone e che non si può imporre con le norme e i codici. La si riconosce nei gesti semplici, come il saluto a mano aperta del pedone all’automobilista che si ferma per farlo passare.
L’autore
Paolo Toso, friulano di nascita, a Gorizia nel 1964, e poi cresciuto a Grado, è magistrato. Dopo essere stato pretore a Gela, nel 1996 si è trasferito a Torino, dove svolge da sempre le funzioni di pubblico ministero. Si è occupato in particolare di corruzione e di reati contro la Pubblica Amministrazione e da alcuni anni fa parte della Direzione distrettuale antimafia. Nel 2012 ha pubblicato il suo primo romanzo, “La verità di carta”, con Instar libri. Nel 2015 il secondo, “Equidistanze”, per Golem.
Amity Gaige, Oh my darling, Clementine, NN Editore
«Una persona può creare dei legami che a un certo punto diventano più forti di lei. Il legame assume vita propria, come una terza creatura, un bambino, che nasce tra te e qualcun altro. È più potente di quanto tu potrai mai essere. Da un lato è bello, dall’altro è terribile. È l’amore!». Rise piano, alzando le spalle. «Ma è l’unica cosa immortale che hai. Quando tu non ci sarai più l’amore sarà ancora qui. Anche quando morirai, sarà ancora qui. Dietro di te, come fumo. Fumo d’amore»
Clark e Charlotte, giovani sposi, si sono trasferiti da poco a Clementine nei sobborghi di Boston, in una casa gialla e accogliente. Clark è segnato dal suicidio della madre, una donna infelice e depressa alla quale lui era morbosamente legato, e cerca consolazione illudendosi di avere una vita straordinaria; Charlotte è in cerca di piccole gioie, da coltivare nell’affetto. Ma in quella casa, invece di un principio di felicità, i due giovani trovano inquietanti visioni di chi ha vissuto lì prima di loro, coppie andate incontro al destino di un matrimonio sfortunato. Spaventati e soli, incapaci di aprirsi l’uno con l’altra, Clark e Charlotte perdono il contatto con la realtà e vedono la minaccia che incombe sul loro amore: la divergenza dei desideri, l’omissione della verità, il rifiuto di riconoscere le ragioni dell’altro. Come in una vertigine horror, “Oh my darling, Clementine” dà corpo ai fantasmi racchiusi nel profondo di ogni storia d’amore: la paura della solitudine, il dolore del passato, il sogno fallace della normalità. E con lucida ironia e benevola compassione Amity Gaige rivela che il destino è una pagina già scritta che basta sfogliare per ritrovarsi liberi di inventare il futuro. Questo libro è per chi crede che la luna venga issata in cielo da una magica creatura, per chi ha sperato nel lieto fine di Revolutionary Road, per chi indossa i Moon Boot prima ancora che nevichi, e per chi nel dormiveglia varca la soglia di un museo del tempo, dove passeggiare tra momenti dimenticati, perduti, isolati, a volte inquietanti eppure bellissimi.
L’autrice
Amity Gaige è una delle maggiori scrittrici americane viventi. Ha pubblicato romanzi, saggi, articoli e racconti su The Guardian, The New York Times e The Los Angeles Times, che hanno riscosso grande successo di pubblico e critica, raccogliendo i commenti entusiastici del mondo letterario, da Jennifer Egan a Jonathan Franzen, da David Bezmozgis a Adam Haslett. In Italia sono usciti “Il sogno di Schroder” (Einaudi, 2014) e per NNE nel 2021 “La sposa del mare”.
Stefano Cascavilla, Essere mille. Guida allo sbarco in Sicilia per aspiranti garibaldini, ExOrma
“Essere Mille” è la storia di un’avventura e una guida. La riscoperta dello straordinario cammino che percorsero i Mille, da Marsala a Palermo, tra l’11 e il 30 maggio del 1860. Una guida unica, per chi ama camminare e conoscere la Storia. Obiettivo di Stefano Cascavilla, appassionato di luoghi e camminatore, è far rivivere al lettore l’esperienza umana, l’epica di un manipolo di folli appassionati, capeggiati da un visionario e che fecero l’Italia, tornando sui luoghi del loro cammino, sotto lo stesso cielo, accanto alle stesse montagne.
Un’esplorazione che parte dai diari e dai resoconti dei garibaldini, per arrivare sulla polvere delle campagne siciliane, tra fichi d’india, bagli abbandonati e panorami sbalorditivi. La narrazione è costruita in capitoli brevi e dal tono leggero, a due voci: quella del camminatore narrante e quella parallela dei Mille, ripresa testualmente dai diari.
«Non avevo niente da fare ieri sera a Marsala, dopo lo sbarco (quello mio, dall’aereo, naturalmente). La piazza davanti alla Chiesa Madre, deserta a quell’ora, lo zaino in albergo e nessuna voglia di dormire. Troppo stanco, troppo agitato. Mille pensieri.
Le strade erano quasi deserte, finestre ed usci cominciavano a serrarsi in gran fretta, come suole nei momenti di scompiglio, quando la gente perde la tramontana. Non era cambiato molto, dunque.»
“Essere Mille” è anche una guida pratica per poter ripercorrere quel cammino, suddivisa in 10 tappe da percorrere a piedi, corredata di cartografia e di tutte le indicazioni necessarie per permettere a chiunque, indossata una camicia rossa, di provare a essere uno dei Mille.
A guidarlo sul cammino, il novello garibaldino troverà lungo tutto il tracciato un segnale visibile, uno stencil che rappresenta il volto di Garibaldi, con cui l’autore ha marcato il percorso tra una tappa e l’altra. Una figura rossa stilizzata su un muro, o su un palo della luce, a incitare e guidare il viandante sulle tracce dei Mille.
L’autore
Stefano Cascavilla nasce nel 1965 a Roma, dove vive e lavora. Esperto di trekking e montagna, diventa istruttore di alpinismo e partecipa alla spedizione Karakorum 2014, tra i primi salitori, del Leonessa Peak (5350 mt) nella valle di Homboro, Pakistan. Studioso dei temi della realtà psichica e del mito, partecipa a viaggi e attività di cooperazione in Mali, Nepal, Malawi, Senegal, Guatemala, Kenya. Dal 2012 si dedica ai lunghi cammini, che percorre in solitaria, tra i quali: l’Hadrian Wall path (Newcastle u. Tyne – Maryport), l’Appia Antica (Roma – Brindisi), la Via Egnatia (Dürres – Thessaloniki – Alexandrupoli – Istanbul), oltre al Cammino di Santiago e agli altri cammini più celebri. Per Exòrma ha pubblicato Il dio degli incroci. Nessun luogo è senza genio (2021).
Ermal Meta, Domani e per sempre, La nave di Teseo
Scrive Carlo degli Esposti, titolare della Palomar, casa di produzione televisiva e conematografica: «Sono rimasto molto colpito da “Domani e per sempre”. Si tratta di una storia sincera e coraggiosa, che propone uno sguardo nuovo sulla dittatura, sul dolore e il sacrificio del popolo albanese e una riflessione profonda sul concetto di radici e di libertà, di cui ancora una volta, oggi, la storia ci ha dimostrato la labilità. Il romanzo dimostra ancora una volta la genialità di un artista come Ermal Meta, che si è cimentato con un’opera possente, dal respiro internazionale».
Scrive Elisabetta Sgarbi, direttore generale ed editoriale della casa editrice La nave di Teseo: «Rimasi molto colpita quando ascoltai a Sanremo il brano “Vietato morire”. Mi feci subito viva con lui. Ma Ermal, con molta serietà, mi disse che per lui i libri erano una cosa importante e voleva essere certo di avere un libro da scrivere. Dopo qualche anno di silenzio, mi chiama annunciando: “Ho un libro da farti leggere, un romanzo”. Sono rimasta colpita da “Domani e per sempre”, come rimasi colpita da “Vietato morire”. C’è una grande capacità di costruire storie, di intrecciare la Storia con la S maiuscola e le storie delle persone. C’è la guerra e c’è l’amore, ci sono la morte, il tradimento, la musica e la speranza. C’è l’Albania, c’è la Germania, ci sono gli Stati Uniti. Sono certa che la narrativa italiana, con questo romanzo, potrà contare su una nuova, sorprendente voce».
Kajan ha avuto una fortuna rara, un talento indiscusso per il pianoforte, e una sfortuna tragica: nascere nel corso della Seconda Guerra Mondiale, in Albania. E il 1943 e Kajan vive in una fattoria con la famiglia e con suononno Betim nella campagna albanese. I suoi genitori sono partigiani e sono sulle montagne a combattere contro i nazisti. L’esistenza di Kajan scorre in qualche modo al riparo dalle atrocità belliche, fino a che un giorno undisertore tedesco di nome Cornelius bussa alla loro porta, cercando rifugio. Il soldato è un abile pianista e il piccolo Kajan decide di approfittarne per imparare; si rivela un allievo disciplinato e talentuoso, e sviluppa un rapporto di affetto viscerale con il soldato, Poco prima della resa dei tedeschi, una truppa di nazisti invade la fattoria. I tre ascoltano impotenti gli spari, nascosti in una botola sotterranea. La tensione cresce fino a quando i tedeschi non scoprono il loro nascondiglio: è lì che Cornelius esce fuori senza esitazione e ancora una volta, uccidendo i suoi connazionali, salva la vita di Kajan. Betim, però, è rimasto mortalmente ferito dagli spari. È la notte della liberazione dell’Albania. Cornelius ha la possibilità di tornare a casa, in Germania, con l’aiuto di Selie, la madre di Kajan, leader di un comando di partigiani che ha molto peso nel partito. Quindici anni dopo circa, Kajan è divenuto uno stimato professore di musica, a soli 20 anni, per merito del suo prodigioso talento. Ama, ricambiato, una sua alunna di nome Elizabeta. Ma c’è un problema, accentuato dalla figura della rigida e irreprensibile madre Selie, ormai elevata agli alti ranghi del novello regime comunista: Elizabeta è la figlia di un traditore. La guerra che Kajan pensava finita sta per iniziare in una nuova forma con nuovi nemici.
L’autore
Ermal Meta è un cantante, autore, polistrumentista e produttore musicale albanese, naturalizzato italiano. Cantante de La Fame di Camilla con cui, a partire dal 2007, pubblica 3 album calcando più di 300 palchi per altrettanti concerti, fino allo scioglimento della band che avviene nel 2013. In seguito si dedica all’attività di autore scrivendo canzoni per alcuni tra gli artisti più importanti della scena italiana. Nel 2016 pubblica il suo primo album da solista a cui ne seguono altri tre fino al 2021, che vengono certificati con dischi d’oro e di platino e i cui tour registrano platee piene sia in italia che in altri paesi europei. Nello stesso periodo partecipa al Festival di Sanremo quattro volte piazzandosi sempre sul podio. Ha vinto il Festival di Sanremo del 2018, il Best Italian Act di MTV 2017, il premio della critica Mia Martini 2017, il premio Domenico Modugno 2017, il premio miglior composizione musicale 2021. Domani e per sempre è il suo esordio letterario.
Le uscite di lunedì 23 maggio
Libro contro copertina: “Qualcosa ci inventeremo. Le donne del Comitato dei lenzuoli contro la mafia” di Patrizia Maltese, Villaggio Maori Edizioni
«Cosa possiamo fare?». Lo chiede una bambina sconvolta il giorno dopo il 23 maggio del 1992. «Qualcosa ci inventeremo», risponde la madre. Da quel giorno sono passati trent’anni e il ricordo di quell’attentato mafioso in cui perse la vita Giovanni Falcone coincide con l’anniversario della nascita del Comitato dei lenzuoli a Palermo. Patrizia Maltese si mette sulle tracce di quella bambina e di quella madre – ovvero di Caterina Cammarata, figlia di Marta Cimino, a sua volta figlia della giornalista Giuliana Saladino –, ripercorrendo la storia delle donne che hanno lottato contro la mafia negli anni in cui bombe e processi sconvolgevano la società civile. Dalla famiglia Saladino a chi in quegli anni ha frequentato palazzo Maqueda, Qualcosa ci inventeremo racconta le vite di donne (e uomini) che con i loro lenzuoli appesi ai balconi hanno lanciato un messaggio indimenticabile che rimane vivo nella nostra memoria: «Non li avete uccisi, le loro idee camminano sulle nostre gambe».
Maria Mantello, Sesso, Chiesa, streghe. Una storia vecchia e nuova di femminicidi, Fefè Editore
Modelli patriarcali sedimentati per secoli e accettati nell’abitudine, creano quell’omertosa solidarietà sociale su cui la Chiesa, storicamente, ha costruito un sistema. Con la sessualità ridotta a pulsione/peccato da inibire contro la tentazione della creatura donna, ha creato anche fertile terreno per una sorta di operazione di sterminio: la caccia alle streghe. Il libro ricostruisce nei dettagli questa storia e sottolinea come la dogmatica cattolica, proponendo il modello di donna costruito sul mito mariano, lo usa anche come baluardo contro i cambiamenti rivoluzionari della storia sociale e politica, di ieri e di oggi.
Scrive l’Autrice nell’introduzione: «Esiste storicamente una tradizione sessuofobico-misogina di matrice cattolica che ha inciso a tal punto le coscienze con stereotipi e pregiudizi reiterati per secoli, tanto da riaffiorare ancora oggi nonostante i processi d’emancipazione ottenuti dall’universo donna. Si pensi solo alla persistenza del vecchio adagio «chi dice donna dice danno», che risale a s. Girolamo, l’illustre padre della Chiesa che preferì evirarsi per non cadere in tentazione. Oppure alla misoginia “naturalistica” di s. Tommaso d’Aquino che nella sua Somma della Teologia definiva la donna: «deficiente di qualcosa», «un maschio mancato». O ancora a queste altre “misericordiose” amenità di chierici-pilasto della teologia cattolica: S. Paolo: «l’uomo è il capo della donna», «la donna deve stare soggetta al marito in tutto», «la donna impari in silenzio con ogni sottomissione. Perché non permetto alla donna d’insegnare, né d’usare autorità sul marito, ma stia in silenzio»; S. Agostino: «nulla allontana di più dalle vette dello spirito dell’uomo che le carezze della donna»; s. Alberto Magno: «La donna […] quello che non riesce ad ottenere da sola, cerca di raggiungerlo con la falsità e con inganni demoniaci […] l’uomo si deve guardare da ogni donna, come da un serpente velenoso e da un demonio cornuto». Questo libro evidenzia come la Chiesa cattolica abbia contribuito con imposizioni e visioni dogmatiche a produrre il modello sociale per il controllo della donna, creando anche il fertile terreno per una vera e propria operazione di sterminio: la lucida follia della caccia alle streghe contro la discendente di Eva, la creatura imperfetta, la facile porta del demonio, come teologi e santi inquisitori propugnavano si credesse. Un’operazione femminicida che nelle “streghe” assassinava le donne ribelli al sacralizzato modello patriarcale. Erano erbarie, medichesse, speziarie, levatrici, ricercatissime per le loro cure. Erano le “buone fate”, che potevano cambiare il fato, il destino… Quindi pericolose concorrenti per la Chiesa dei “miracoli” che, proprio le loro conoscenze farmaceutiche, le percepiva anche di intralcio alla rassegnata accettazione della sofferenza per il «corpo-peccato», cardine dell’ideologia cattolica per la conquista dell’immaginifico cielo».
L’autrice
Maria Mantello vive a Roma, di formazione filosofica e storica, è giornalista e saggista. Scrive per Micromega e L’Idée Libre. Ha scritto per ed era nel Comitato scientifico di Lettera Internazionale. Ha scritto saggi su Giordano Bruno, psicologia della religione, Ernesto Nathan, le radici dell’antisemitismo, la condizione della donna e la lotta ai pregiudizi, sull’etica laica. Dirige il periodico culturale Libero Pensiero.
Sonia Vatteroni, Un quarto di secondo, Oltre Edizioni
“Gravata dal presentimento del futuro, libera dalla deriva di un ritorno, Eva, su questa terra affollata ora conserverai il – qui sono – in eterno”. Pare sia questo piccolissimo spazio di tempo quello in cui percepiamo il presente: dunque solo un quarto di secondo tra il passato e il futuro. Di quella frazione siamo l’intero, sotto qualcosa che non c’è più e sopra qualcos’altro che non c’è ancora. Eppure, proprio in quel transito, noi siamo veri: eravamo e saremo. Lì pensieri e parole agitano l’aria accendendosi a vicenda fino a gettarsi in quello spazio in una luminosa distruzione. È la poesia. Prima che tutto si spenga. La relazione tra essere e tempo è al centro di “Un quarto di secondo”, la nuova raccolta poetica di Sonia Vatteroni. Un’opera letteraria densa di significati, che prendono forma in un poetare quasi materico, dove ogni singola parola è organizzata in architetture stilistiche e formali perfette. Il poeta pone il lettore di fronte al dilemma del possibile e autentico senso dell’esistere in relazione all’eternità e a quello “spazio di luminosa distruzione” che è la morte. (dall’introduzione di Marzia Margherita Dati Graham)
L’autrice
Nata a La Spezia, Sonia Vatteroni ha vissuto e studiato e insegnato a La Spezia e Firenze. Ha collaborato e fatto parte de “Il giardino dei ciliegi” a Firenze, pubblicando racconti su Cercatori di storie. Ha fatto parte di un seminario internazionale di scrittura creativa della New York University. Ha dato la voce a letture in Controradio (sede fiorentina). Ha pubblicato 3 libri di poesie: “Pongasie”, “Supponga” e “Monadi”. E’ autrice dei testi dello spettacolo teatral- musicale “Orfeo e Euridice”.
Damir Grubiša, Diario diplomatico. Un fiumano a Roma, Gammarò Oltre edizioni
Dal 2012 al 2017 Damir Grubiša è stato ambasciatore della Repubblica di Croazia in Italia. Professore universitario con molte pubblicazioni alle spalle, studioso del Machiavelli, del quale ha tradotto in croato e commentato le opere scelte, con pregresse esperienze politiche (è stato, tra l’altro, dal 1986 al 1990 direttore del Centro di Cultura e Informazione della ex Jugoslavia a New York, capo di gabinetto del ministero degli esteri sempre nella ex Jugoslavia e altrettanto lo è stato presso il ministero degli esteri della Croazia, più altri incarichi di responsabilità). Figlio di madre italiana e padre croato, per le sue origini fiumane ha avuto la ventura di essere, al seguito della famiglia materna, esule giuliano-dalmata in Italia alla fine della seconda guerra mondiale, per poi tornare a Fiume, dopo la dura esperienza del campo profughi e la liberazione del padre, condannato dal regime di Tito ai lavori forzati, dopo l’accertamento di alcuni fatti relativi alla fuga in Italia di un gruppo di dipendenti del Silurificio del quale erano dipendenti. Esperienze, queste, che gli hanno permesso di capire, più di altri, sulla propria pelle, le ragioni degli altri, e gli hanno conferito la tendenza a una rara obiettività nella visione politica e culturale, non senza diritto di critica e di opinioni, che ben risaltano in questo “Diario diplomatico” che ha il pregio di dire pane al pane e vino al vino, senza troppi giri di parole. Non a caso, come scrive Damir Grubiša nella premessa, confessando che aveva l’idea di scrivere e pubblicare questo libro già durante il suo incarico di ambasciatore a Roma, ma «ho ricevuto, al riguardo, l’esplicita proibizione dei miei superiori al Ministero per gli Affari Esteri e europei della Croazia».
L’autore
Damir Grubiša è nato a Fiume-Rijeka nel 1946, da madre fiumana-italiana e padre di sangue croato e sloveno. Politologo, ha insegnato scienze politiche negli atenei di Fiume e Zagabria concludendo la carriera universitaria come professore ordinario. Attualmente insegna, come professore aggiunto, all’American University di Roma. Arruolato nella diplomazia, prima jugoslava e poi in quella croata, ha fatto il direttore del Centro jugoslavo di cultura e informazione a New York ed è stato consigliere per i media della Delegazione jugoslava presso le Nazioni Unite, capo di Gabinetto del Ministro degli esteri jugoslavo e poi croato e, infine, ambasciatore croato in Italia, a Malta, San Marino e presso la Fao. Ha curato le “Opere scelte” di Niccolò Machiavelli in croato (1985) e tradotto il suo “Principe”, ha scritto saggi sul pensiero politico del Rinascimento (su Tommaso More e Erasmo di Rotterdam) e sulla politica italiana, tra i quali spiccano i volumi “Il pensiero politico del Rinascimento italiano” (2000) e “Berlusconismo. Dossier politico italiano” (2007).
Joeòl Dicker, Il caso Alaska Sanders, La nave di Teseo
«Un caso non è mai veramente chiuso». Dopo 10 anni esatti arriva l’attesissimo seguito di La verità sulcaso Harry Quebert. Subito al primo posto delle classifiche dove finora è uscito: Francia, Svizzera, Belgio e Canada. Aprile 1999. Mount Pleasant, una tranquilla cittadina del New Hampshire, è sconvolta da un omicidio. Il corpo di una giovane donna, Alaska Sanders, viene trovato in riva a un lago. L’inchiesta è rapidamente chiusa, la polizia ottiene la confessione del colpevole, che si uccide subito dopo, e del suo complice. Undici anni più tardi, però, il caso si riapre. Il sergente Perry Gahalowood, che all’epoca si era occupato delle indagini, riceve un’inquietante lettera anonima. E se avesse seguito una falsa pista?
L’aiuto del suo amico scrittore Marcus Goldman, che ha appena ottenuto un enorme successo con il romanzo La verità sul caso Harry Quebert, ispirato dalla loro comune esperienza con un altro crimine, sarà ancora una volta fondamentale per scoprire la verità. Ma c’è un mistero nel mistero: la scomparsa di Harry Quebert. I fantasmi del passato ritornano e, fra di essi, quello di Harry Quebert.
L’autore
Elvetico di Ginevra, classe 1985., i romanzi di Joeòl Dicker sono tradotti in 40 lingue e hanno venduto più di dieci milioni di copie. Ha pubblicato La verità sul caso Harry Quebert (2013), Gli ultimi giorni dei nostri padri (2015), Il libro dei Baltimore (2016), La scomparsa di Stephanie Mailer (2018), L’enigma della camera 622 (2020). Ha ricevuto il Prix des écrivains genevois 2010, il Grand prix du roman de l’Académie Française 2012 e il Prix Goncourt des Lycéens 2012.
Claudio Martelli, Vita e persecuzione di Giovanni Falcone, La nave di Teseo
Nel trentennale della strage di Capaci, un racconto inedito e rivelatore di Giovanni Falcone, del suo metodo, della sua lotta contro la mafia e dei suoi nemici dentro lo Stato; scritto da chi lo ha conosciuto da vicino e con lui ha condiviso passioni e sacrifici, fino all’ultimo momento. Diceva Paolo Borsellino, il 24 giugno 1992: “Ripercorrendo queste vicende della vita professionale di Falcone ci accorgiamo di come in effetti il Paese, lo Stato, la magistratura, che forse ha più colpe di ogni altro, cominciarono a far morire Falcone nel gennaio 1988”.
Martelli: “Giovanni Falcone era il più importante, il più capace, il più famoso tra i giudici che hanno combattuto la mafia. Per questo nello stesso giorno in cui fui nominato ministro della Giustizia lo chiamai e gli affidai l’incarico più importante del ministero, quello di direttore degli Affari Penali. Insieme, abbiamo pensato e organizzato la più organica, determinata ed efficace strategia di contrasto a Cosa Nostra. La mafia reagì uccidendo prima Falcone, poi Borsellino con una violenza terroristica più efferata e rabbiosa di quella armata in precedenza contro i molti giudici, poliziotti, uomini politici che l’avevano contrastata. Pur tra tante affinità, la storia di Falcone è diversa da quella degli altri uomini dello Stato che hanno combattuto la mafia perché solo a Falcone è capitato di essere perseguitato in vita non solo da Cosa Nostra, ma anche di essere avversato da colleghi magistrati, dalle loro istituzioni come il Consiglio Superiore della Magistratura e dall’Associazione Nazionale Magistrati, nonché da politici e da giornalisti di varie fazioni. Ancora oggi di quest’altra faccia della luna poco si sa perché poco è stato detto. Fece eccezione l’amico più caro di Falcone, Paolo Borsellino: ‘La magistratura che forse ha più responsabilità di tutti cominciò a far morire Giovanni Falcone ben prima che la mafia lo assassinasse a Capaci’. Da allora sono passati trent’anni. Per rispetto di Falcone, dei ragazzi che non hanno vissuto quel tempo, degli adulti che non lo hanno capito o lo hanno dimenticato, sento il dovere di tornare a riflettere per raccontare le verità di allora e quelle più recenti che ho appreso insieme al ruolo di chi, nel bene e nel male, ne fu protagonista dentro le istituzioni dello Stato, nella società e nel mondo dell’informazione”.
L’autore
Claudio Martelli, milanese, ha insegnato Filosofia all’Università Statale. Amico di Bettino Craxi, di cui era considerato il delfino, è stato deputato italiano ed europeo. Vicesegretario socialista negli anni Ottanta, il suo discorso su “Il merito e il bisogno” resta la pietra miliare del rinnovamento liberale del Partito socialista italiano. Promotore con i radicali del referendum sulla giustizia giusta e di quello sul nucleare, divenuto vicepresidente del Consiglio e ministro della Giustizia, scelse come collaboratore Giovanni Falcone e con lui varò le principali leggi antimafia. Prima con la legge sull’immigrazione, poi con l’associazione Opera e, dal 2010, con Lookout – la prima web tv multiculturale – ha promosso l’integrazione degli immigrati e i diritti dei rifugiati. Giornalista, autore e conduttore televisivo, vive e lavora tra Roma, Milano e Berlino. Nel 2013 ha pubblicato l’autobiografia “Ricordati di vivere” e nel 2020, per La nave di Teseo, “L’antipatico. Bettino Craxi e la Grande coalizione”.
Salvatore Massimo Fazio
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