Ci sono momenti nella vita in cui ci si sveglia dal dolce torpore delle disillusioni e s’iniziano a vedere le cose con chiara nitidezza, l’impatto è uno schianto violentissimo. In quel preciso istante ci si accorge che arrivare e partire appartengono a due coniugazioni diverse e anche il tempo ha sempre corso una gara a sé, per questo nonostante la fatica, l’impegno e il sudore esso sarà al singolo uomo sempre imprendibile. Come possono afferrarsi gli istanti le emozioni le parole se il vento che scompiglia e confonde, il calore di un abbraccio persino la rabbia nelle parole hanno perso il colore della vitale consistenza? Nell’incredibile paradosso che è la vita, la verosimiglianza tra ogni forma vivente si coglie nell’attraversamento del vuoto . Ḕ così che s’inizia a raccontare la nuda imperfezione che resta catturata nella ragnatela dell’attesa. Inizio e fine sono due punti equidistanti che mai s’incroceranno pur facendo parte dello stesso insieme. Un indefinito principio che ammalia e seduce un finale incerto e oscuro che è irrimediabilmente sospeso e l’unica certezza che resta è il tragitto. Quella certezza che muta ancora e diventa consapevolezza. Fare dei giri immensi per poi ritornare dove si è stati bene, in cui sembra essersi stanziata la rimembranza di una casa. Un ultimo battito del cuore come coperta di paglia, poi più nulla. L’autore in questo racconto lungo ci presenta la nuova incarnazione del ciclo verghiano. Il protagonista è uno sconfitto che però tende a proteggere il suo baratro come fosse qualcosa da cui è difficile separarsi. Nella sua modernizzazione il vinto parte da una condizione economica agiata e anzi essa diventa un’arma per non affrontare apertamente la mediocrità della sua solitudine. Gregorio e il fratello Massimo portano avanti l’azienda famigliare, le loro esistenze, però non sono modellabili come la ceramica e il lettore li conosce nel momento in cui non sono quasi più padroni del loro destino. In questo soffocamento esistenziale ognuno dei membri della famiglia Boni attua un piano di fuga. Chi in una nuova relazione, chi in un albergo. La storia, infatti, si svolge all’interno di un hotel. L’unico elemento veritiero è Viareggio tracciata in una nostalgica bellezza suggestiva per narrare l’umana decadenza. Circondarsi di bellezza per celare bugie brandelli di verità relegati in un pugno di amare illusioni. Il protagonista si rifugia nel Grand Hotel Principe di Piemonte e il lettore inizia con lui un viaggio tortuoso per scoprire gli arcani segreti di uno c’era una volta. Da tutto il personale dell’hotel Gregorio è visto come l’uomo del mistero nonostante gli riconoscano un sorriso contagioso, un carattere affabile e una propensione all’ascolto che muta in spinosa e ruvida difesa nell’’ esatto istante in cui la sua sfera emotiva si sente intaccata. La narrazione a un certo punto potrebbe essere prigioniera di quella stasi aleatoria che è rugiada poetica rappresentativa e intrisa di monotonia e malinconia per tracciare una fase del rapporto uomo – natura. Una natura matrigna che arde proprio mentre il figlio incerto del domani si sgretolerà davanti al suo implacabile sguardo. Nonostante la diversa percezione, lo sguardo di entrambi si addolcisce perché la ripartenza inizia da uno stesso punto: esaminare le proprie ceneri. In questo percorso intimistico l’autore è conscio, però, di dover inserire un elemento perturbante che scuota l’altalena dei ricordi. Esso è il gioco che riacquista in queste pagine la funzione pedagogica e la concezione di una ricostruzione identitaria che faccia dialogare l’adulto e il bambino. Il gioco in questione è il backgammon. Gregorio inizia una sfida con Valerio, qui proprietario dell’albergo e partita dopo partita, mossa dopo mossa, proprio come Barbaglia con Bobby Fisher e Boris Spassky si delinea una linea narrativa dalla direzione inaspettata. I dadi del destino segnano a un certo punto una vittoria, un riscatto mentre nell’aria riecheggia quel verso di Battisti che chiede Hai mai visto un uomo piangere? E le redini del cuore gli sussurrano quel nome ancora una volta. Lo stile si dimostra lirico e ricercato ed è il valore aggiunto del testo anche grazie al sapiente utilizzo dei flashback. Il tratto è impregnato delle tematiche care a Giorgio Caproni importate nella prosa. Una diatriba sussurrante di voci che armonizzano il racconto e fino all’ultimo non si sa quale ascoltare perche da una parte c’è lo spazio circoscritto di un rifugio mentre dall’altra un infinito da scoprire. Entrambe le voci nascono dalla stessa sorgente, un’onda ammaliante che ha il contorno di una donna e un delicato bacio che s’infrange tra le rocce avendo il sapore di un addio. Se si sta diffondendo la visione di un mare fuori come simbolo di speranza, Martini ci ricorda che mare e scrittura non hanno un ruolo catartico e consolatorio. Lo sguardo di un uomo come il volo di un albatro possono avere l’illusione di combaciare anche solo per un istante e conservarne il ricordo ma la linea della terra e del cielo li separerà per sempre e alla fine forse in quest’atto si cela anche il fine ultimo del vivere in cui l’essere umano ritrova l’idillio perduto, ricomincia a camminare per la via lasciando sulla spiaggia l’orma dei suoi passi.
Francesco De Filippi
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Arkadia, 2023 – Dove ci porta il destino? Quanto conta nelle vite umane?
Una vicenda che tocca gli animi delle persone più sensibili, narrata con proprietà di linguaggio e potenza narrativa. Tra i libri selezionati per il Premio Strega 2023.
Sebastiano Martini vive e lavora a Parma. Avvocato civilista da vent’anni, ha pubblicato i romanzi Covadonga, La notte dell’acqua alta, Stato passivo.
Ora torna in libreria con Il mare delle illusioni, edito da Arkadia. Il romanzo è stato, inoltre, appena scelto tra ititoli selezionati per il Premio Strega 2023. Un libro che colpisce, nel profondo, una trama che narra come e quanto può essere illusorio “sentirsi adulti”. Il mare delle illusioni racconta la storia di Gregorio Boni, quarantasei anni, un uomo che vive come “ospite a tempo indeterminato” in un albergo.
Ospite a tempo indeterminato, si avvicinavano a lui con circospezione, a piccoli passi, ma poi prendevano maggiore confidenza. Incoraggiati dall’atteggiamento cordiale e aperto di Gregorio, dai suoi lineamenti di uomo perbene, dal sorriso sincero con cui rispondeva a ogni saluto, si presentavano uno alla volta a lui e quando potevano.
Gregorio, in un giorno particolare della sua vita, decide di abitare in pianta stabile all’Hotel Principe di Piemonte, a Viareggio. Perché lo fa? Quale segreto nasconde? Oppure, può darsi che semplicemente:
Aveva deciso di aspettare lì, in quel preciso luogo, senza una scadenza, una fine, un programma predefinito.
Piano piano, la presenza di Gregorio diventa un tutt’uno con l’albergo e il personale che vi lavora:
Con loro aveva più di una cosa in comune. Erano tutti intrappolati dentro le mura di quell’edificio Liberty e il loro punto di osservazione alterava, filtrava, limitava la visione del mondo. Ognuno custodiva un segreto, un vizio, una debolezza che nascondeva all’altro. Sognavano tutti qualcosa di meglio, ma si erano forse rassegnati alla cognizione che non si sarebbe mai verificato. “
Che accadrà? Gregorio se ne andrà oppure resterà lì, perennemente in attesa, di non si sa cosa?
Un libro potente, scritto con un linguaggio preciso ed elegante. Un romanzo sulle mancate occasioni, sul destino e il fato, che scombussolano le esistenze umane.
Un ritratto umano vivido e privo di orpelli inutili:
Leggeva, si immedesimava nelle vite raccontate nei romanzi, mutava pelle attraverso le parole lette, dimenticandosi chi fosse stato fino a quel momento. Nuotava, al largo, lontano dalle voci della spiaggia, tracciava avanti e indietro linee parallele alla costa, concedendosi di tanto in tanto una pausa per ritrovare un po’ il fiato e osservare le Alpi Apuane. L’acqua era il suo elemento, convinto che in essa emergessero i turbamenti e le certezze di ognuno. Imponeva conoscenza di se stessi, non la si poteva imbrogliare, non ammetteva menzogne.
Un uomo che attende, intanto guarda, senza mai giudicare, a una umanità variopinta, scaltra ed indaffarata. Dove ci porta il destino? Quanto conta nelle vite umane?
Il mare delle illusioni è una vicenda che tocca gli animi delle persone più sensibili, narrata con proprietà di linguaggio e potenza narrativa. Una lettura un po’ malinconica, ma di grande fascino, dinnanzi all’immensità di un mare che stupisce ed avvince.
Ornella Donna
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Sebastiano Martini
“Il mare delle illusioni”
Arkadia Editore
Gregorio Boni ha quarantasei anni e vive in un albergo, un grande hotel affacciato sul mare di Viareggio. Da oltre un anno conduce un’esistenza isolata in una sorta di esilio volontario. Le sue uniche relazioni sono quelle con il personale e il proprietario dell’attività, Valerio Pepe, con il quale una volta alla settimana consuma il rito di giocare una partita a backgammon. Nessuno conosce il suo segreto, la circostanza da cui è originata la scelta di fermarsi in quel preciso luogo ad attendere ogni giorno che un determinato evento accada. Gregorio però sa che quella circostanza ha un
nome. Una storia trasversale, nella quale si intrecciano le vite di ogni personaggio e le atmosfere dei luoghi, abilmente narrata, ordita come un tessuto prezioso. Un romanzo che indaga sul destino di ciascuno, sul significato dell’attesa, e che pone il lettore nella condizione di interrogarsi se tutto, in questo mondo, sia davvero governato dal caso.
Sebastiano Martini è nato a Parma, città dove vive e lavora. Avvocato civilista, esercita la professione forense da vent’anni. Ha pubblicato i romanzi “Covadonga” 2019, “La notte dell’acqua alta” 2020 e “Stato passivo” nel 2021.
Sebastiano Martini “Il mare delle illusioni”
Presentato da Giovanni Pacchiano al Premio Strega 2023
Gregorio Boni, emiliano, 46 anni ben portati, è il ricco comproprietario, assieme al fratello maggiore, di una fabbrica di piastrelle. L’esistenza gli si è stortata fin da piccolo: a cinque anni ha perso la mano sinistra, stritolata da una macchina da taglio. Non ha mai voluto una mano finta. Nonostante questo piace alle donne, e da giovane ha avuto una lunga storia d’amore con la ragazza Chiara, che, approdata a una multinazionale, l’ha piantato per il suo capo. Un classico. Ora Gregorio è da tempo un uomo solo. È il lavoro a portarlo, un’estate, a un convegno al Grand Hotel Principe di Piemonte di Viareggio, dove si insedia in una suite. Ma, vera stranezza, finite le sessioni, decide di restare in albergo a tempo indeterminato. C’è qualcosa che lo rode e che gli impedisce di andarsene. È un uomo buono: socializza col personale umile, i camerieri, i facchini, la concierge. Passa il suo tempo leggendo e immedesimandosi nei personaggi dei romanzi, e nuotando. Forse aspetta qualcuno o qualcosa, ma la sua vita è accartocciata. Passano i mesi, e un giorno il proprietario del Grand Hotel riesce a farlo parlare. Una sera, durante il convegno, in un ristorante sulla spiaggia, ha incontrato una bella quarantenne che balla tutta sola. Sguardi che si incrociano. Lei si accosta al suo tavolo, familiarizzano, passeggiano sulla sabbia. Lei gli spiega di essere sous chef in un ristorante stellato, di cui non gli rivela il nome. Tutto finisce con un bacio, ma la donna gli promette che l’indomani verrà a trovarlo in albergo, alle 12.30. La aspetta, non arriva. La aspetta i giorni successivi, la aspetta un anno intero, cercandola ovunque. Invano. Alla fine decide di partire, un mattino di settembre, mentre i boschi sopra Viareggio bruciano. Parte sconfitto, ma… Il romanzo di Sebastiano Martini è un piccolo gioiello che naviga con eleganza fra il limpido stile e l’aura malinconica di una lunga attesa. Costruito in flashback, Il mare delle illusioni ha una grazia sommessa che incanta, e non comune finezza di scavo psicologico. «Nessuno forse dovrebbe rimanere troppo a lungo solo», pensa Gregorio. E se sono veri i versi dell’immenso Giorgio Caproni sull’uomo che di notte, solo, spinge il cancello e «solo – rientra nei suoi sospiri», è anche vero che l’ultima pagina del romanzo ci riserverà una confortante sorpresa.
Livio Partiti
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La casa editrice sarda Arkadia presenterà ben 3 romanzi per il Premio Strega, ambitissimo riconoscimento letterario a livello nazionale. È la prima volta che l’editoria isolana raggiunge un traguardo così importante. I titoli selezionati dalla giuria degli Amici della domenica sono: “Forse un altro” di Michele Zatta, produttore dell’amatissima serie tv “Mare Fuori” in onda su Rai 2; “Il mare delle illusioni” dell’avvocato Sebastiano Martini; “Corpo a corpo” della scrittrice e poetessa milanese Elena Mearini. Tre opere che dovranno confrontarsi con altri 80 titoli. Un record assoluto anche per il Premio letterario. La prima scrematura avverrà entro il 30 marzo, dopodiché si passerà alla cinquina finalista il 7 giugno e il 6 luglio verrà eletto il vincitore.
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In un’edizione del Premio Strega da record, con 80 libri proposti dalla blasonata giuria degli Amici della domenica, si aggiunge un altro primato: per la prima volta nella storia una casa editrice sarda (la cagliaritana Arkadia) porta tre opere in gara. Si parte con “Forse un altro” di Michele Zatta produttore della serie televisiva “Mare fuori” in onda su Rai2, “Il mare delle illusioni” dell’avvocato civilista parmense Sebastiano Martini e, dulcis in fundo, “Corpo a corpo” della scrittrice e poetessa milanese Elena Mearini a quattordici anni dal suo esordio “360 gradi di rabbia”.
Le storie
Tre opere diverse ma accomunate da una introspezione acuta grazie a cui interrogarsi e conoscersi meglio. Zatta nel suo “Forse un altro” fa dell’ironia marchio di fabbrica, riflettendo sul significato dell’esistenza e di un sentimento come l’amore che non smette di suscitare interrogativi, in primis, al protagonista Mike Raft. E se di interrogativi si parla, non mancano di certo ne “Il mare delle illusioni” di Martini e del suo Gregorio Boni autorelegatosi in una condizione di solitudine in un elegante hotel che si affaccia nel mare di Viareggio: un personaggio complesso, prossimo a celebrare il mezzo secolo di vita, che personifica la precarietà che ciascun individuo vive sulla propria pelle. Precarietà ma anche fragilità umana: elementi che affiorano completamente in “Corpo a corpo” di una Elena Mearini dalla scrittura evocativa, capace di partire dal noir psicologico per poi cogliere influenze e sfumature in differenti generi letterari. Differenti, ma al contempo simili, come i suoi personaggi: il protagonista Stefano, l’allenatore di boxe Mario e la figura femminile di Marta, tre caratteri con il proprio bagaglio di malinconie e insicurezze, che nel ring della vita sfidano continuamente un destino beffardo e mai del tutto comprensibile. Dalle 80 opere il Comitato direttivo del premio annuncerà il 30 marzo la dozzina che si giocherà la vittoria, il 7 giugno verrà invece proclamata la cinquina finalista mentre il 6 luglio verrà eletto il vincitore. Ora non resta che attendere, ingannando il tempo con la lettura.
Che settimana bella, quella che si apre con la festa degli innamorati: indagini, bimbi, oltraggi e la divertente Finlandia che è subito Libro copertina con con “La grande migrazione“, di Kari Hotakainen, per la bellissima Iperborea. In controcopertina Tomi Ungerer con “Il cappello“, che battezza Doppio passo, nuova collana di Biancoenero edizioni. Cataldo Ciccolella e Giulio Valesini propongono “La grande inchiesta di Report sugli antibiotici” per Chiarelettere. Torna a cadenza quasi annuale Romana Petri: “Rubare la notte” è ciò che si aspettava pubblicato per i tipi di Mondadori.Non mancano all’appello le indipendenti spesso presenti quali: Oligo che pubblica Simona Gavioli autrice di “Fiere. Arte e mercato nel XXI secolo“, Sebastiano Martini con “Il mare delle illusioni” per Arkadia, Antonio (Nino) Zorco con “Ma io in guerra non ci volevo andare. Fiume-Mülhdorf/Dachau e ritorno (1944-1954)” per Oltre Edizioni, e la doppietta in casa Armando Editore con John Elder Robison, “Siate diversi” e Edoardo Giusti, Alessandro Cinti Luciani, Donatella Menza, Lucia Rinaldi con Persuasione e seduzione. Una nota che ci ha fatto interrogare: cosa succede in casa Sem – Società Editrice Milanese? I Social danno diverse notizie ermeneuticamente interpretabili, sta di fatto che il 17 per la CE di Riccardo Cavallero e Teresa Martini esce “Lunedì ci ameranno” di Najat El-Hachmi.
Ma adesso voliamo a conoscere la settimana degl’innamorati… per i libri lo è sempre!
Le uscite di martedì 14 febbraio
Cataldo Ciccolella e Giulio Valesini, La grande inchiesta di Report sugli antibiotici, Chiarelettere
Cosa succederebbe se non si potessero più fare interventi chirurgici? Perché è proprio questa una delle più grandi minacce che deriverebbero dall’antibiotico resistenza che va sempre più rafforzandosi in giro per il mondo. David Quammen ha dichiarato in più di una occasione (v. per esempio qui o qui) che l’antibiotico-resistenza è la nuova grande minaccia e che non può essere presa sottogamba. Con l’accuratezza e il rigore che contraddistinguono Ciccolella e Valesini, giornalisti di Report fin dalla prima ora, questa inchiesta raccoglie dati e documenti inediti e scottanti, forte di autorevolissime testimonianze italiane e internazionali. Svela il dietro le quinte di laboratori produttori di farmaci a basso costo ma realizzati in impianti privi di sicurezza anche minima e che sono all’origine di una vera e propria globalizzazione di superbatteri antibiotico resistenti, così come documenta l’uso sregolato degli antibiotici negli allevamenti di tutto il mondo e la facilità con cui vengono prescritti da moltissimi medici quando non ce ne sarebbe bisogno. NOTA: la puntata di Report in cui si è discusso del tema che questo libro approfondisce ulteriormente, ha avuto record di ascolti con punte di 2,8 milioni di telespettatori.
Romana Petri, Rubare la notte, Mondadori
Romana Petri costruisce e decostruisce, sgretola le regole della biografia, evoca e racconta amori, amicizie e sgomenti come dettagli di un appetito d’avventura mai sazio, si muove fra le date e dentro la Storia alla sola ricerca del principe che ha sconfitto la notte ed è entrato volando nell’infinito.
Tutti lo sanno: Antoine de Saint-Exupéry ha scritto Il piccolo principe , uno dei romanzi più popolari del mondo. Quello che tutti non sanno è che Antoine, famigliarmente Tonio, è un personaggio che vale da solo una grande storia. Ed è la storia che Romana Petri ha scritto con la febbre e la furia di chi si lascia catturare da un carattere e lo fa suo, anzi lo ruba, tanto che il documento prende più che spesso la forma dell’immaginazione. Orfano di padre, Tonio vive un’infanzia felice nel castello di Saint-Maurice-de-Rémens, amato, celebrato, avviluppato al mostruoso quasi ossessivo amore per la madre; un’infanzia che gli resta incollata all’anima per tutta la vita, fin da quando, straziato, vede morire il fratello più giovane. L’infanzia lo tallona come un destino quando, esaltato, comincia a volare, pilota civile e pilota militare, quando si innamora tanto e tante volte, quando si trasferisce in America, quando scrive, persino quando si schiera e sceglie di combattere per un’idea di Francia che forse è sua e solo sua. Dove sia andato Tonio, non sappiamo, nei cieli in fiamme del 1944. Sappiamo che ci ha lasciato le stelle della notte, il sogno di una meraviglia che non si è mai consumata, il bambino che lui ci invita a riconoscere eterno dentro di noi.
Le uscite di mercoledì 15 febbraio
Libro copertina, La grande migrazione di Kari Hotakainen, Iperborea
Il nuovo romanzo, oltraggioso e selvaggiamente divertente, di Kari Hotakainen, considerato una delle voci più originali e taglienti della letteratura finlandese contemporanea.
Dopo che la globalizzazione ha reso inutile il lavoro agricolo, in un futuro non troppo lontano le campagne sono deserte, mentre l’umanità è stipata in metropoli in cui tutti sono disposti a qualunque compromesso pur di avere il proprio spazio vitale. La classe politica se ne lava le mani e delega la soluzione del problema abitativo al neonato Archivio, un gruppo raffazzonato di Precari affamati, a cui promette un alloggio comodo. Presto fatto, l’Archivio redige un questionario: chi risponde racconta la propria vita e, se è unica e colpisce, si guadagnerà una casa. In fondo, con una storia ben raccontata si può ottenere di tutto. La Precaria Ilona Kuusilehto si ritrova così a dover esaminare le risposte ma, paralizzata dalla sindrome dell’impostore, non sa come valutarle. Eppure di storie incredibili ne legge: dall’intellettuale mitomane al truffatore che accoglie in casa un rifugiato, a una timorata di dio che crede sia tornato Gesù in terra. Una moltitudine di millantatori e ladruncoli in cui è difficile districarsi, tanto che anche la Presidente del governo è ormai prossima al crollo emotivo. Se la passano bene solo gli animali nelle campagne abbandonate, trovando una paradossale e civilissima armonia dopo l’esilio del troll Mumin, che pontificava di marketing e branding. Ironico e corrosivo, La grande migrazione racconta la storia rocambolesca di un’umanità che si è persa per strada e annaspa per restare a galla nel mondo invivibile da lei stessa costruito, dicendosi ingenuamente che fosse il migliore possibile.
Le uscite di venerdì 17 febbraio
Simona Gavioli, Fiere. Arte e mercato nel XXI secolo, Oligo
Dalla nascita di Arte Fiera, la più importante fiera d’arte moderna e contemporanea in Italia e tra le maggiori nel mondo, come è cambiato il mercato dell’arte? Quali sono oggi i legami tra economia e progetti culturali? Qual è il ruolo dei curatori? A queste e ad altre domande risponde Simona Gavioli, direttrice di BOOMing Contemporary Art Show, la fiera collaterale dell’art week bolognese, e tra le principali esperte di arte contemporanea in Italia.
Dopo tutto quello che abbiamo vissuto in questi ultimi anni, non escluderei la possibilità di incontrare un marziano […] Magari questo nostro ospite potrebbe non avere mai visto un’opera d’arte, perché nella sua patria lassù nel cielo si usano altre forme d’espressione. Sono convinta che in quel caso, incuriosito, mi chiederebbe cosa sia l’arte. Da parte mia, per prima cosa gli risponderei che si trova nel posto giusto, perché l’Italia è uno dei Paesi più ricchi d’arte al mondo. Inizierei col dire che l’Italia è arte, poi proseguirei con esempi concreti. Più che tanta teoria, racconterei cosa accade da sempre nella nostra penisola. Gli racconterei dell’importanza dell’arte nella nostra storia, dei rapporti tra arte e politica, dei legami tra artisti e mecenati. E, pensando alle mie origini mantovane, gli parlerei di Giulio Romano e della sua amicizia e collaborazione col marchese, e poi duca, Federico II Gonzaga. Di come è nato un capolavoro come Palazzo Te. Di cosa rappresenti ancora oggi nell’identità di una comunità. Già: storia, identità, comunità. Parole pesanti e potenti che l’arte tocca e coinvolge e che, necessariamente, proiettano nel presente.
Sebastiano Martini, Il mare delle illusioni, Arkadia
Gregorio Boni non sa cosa gli riserverà il futuro, ma continua a cercarlo giorno dopo giorno. Un romanzo struggente, sulla solitudine e sulla possibilità di riscattarsi. Gregorio Boni ha quarantasei anni e vive in un albergo, un grande hotel affacciato sul mare di Viareggio. Da oltre un anno conduce un’esistenza isolata in una sorta di esilio volontario. Le sue uniche relazioni sono quelle con il personale e il proprietario dello stabile, Valerio Pepe, con il quale una volta alla settimana consuma il rito di giocare una partita a backgammon. Nessuno conosce il suo segreto, la circostanza da cui è originata la scelta di fermarsi in quel preciso luogo ad attendere ogni giorno che un determinato evento accada. Gregorio però sa che quella circostanza ha un nome. Nel suo nuovo romanzo Martini porta in scena, in un albergo di lusso sul litorale della Toscana, la precarietà dell’esistenza attraverso il racconto di personaggi disillusi che tuttavia non smettono di immaginarsi un futuro migliore, un’altra vita, nuove possibilità. Una storia trasversale, nella quale si intrecciano le vite dei personaggi e le atmosfere dei luoghi, abilmente narrata, ordita come un tessuto prezioso. Un romanzo che indaga sul destino di ognuno, sul significato dell’attesa e che pone il lettore nella condizione di interrogarsi se tutto, in questo mondo, sia davvero governato dal caso.
Najat El-Hachmi, Lunedì ci ameranno, Sem
Periferia di Barcellona, oggi. Una ragazza musulmana vuole trovare la libertà, ma suo padre è un severo praticante che sottomette la moglie e i figli. Vive in una famiglia e in un quartiere opprimente dal quale non sarà facile uscire senza pagare un prezzo molto alto. Tutto inizia il giorno in cui incontra una ragazza, i cui genitori, nonostante abbiano le stesse origini, vivono la loro condizione culturale senza i vincoli: quella ragazza e la sua famiglia incarnano esattamente ciò che desidera. Un omaggio a quelle donne combattive che conducono una vita libera, ma che si sono ritrovate con il senso di colpa, xenofobia, machismo, violenza e discriminazione di genere e altri ostacoli comuni a tutte le donne.
Antonio (Nino) Zorco, Ma io in guerra non ci volevo andare. Fiume-Mülhdorf/Dachau e ritorno (1944-1954), Oltre Edizioni
Antonio Zorco, detto Nino, è l’autore di questo libro di memorie centrate soprattutto sul suo arresto, nell’agosto del 1944, da parte dei tedeschi, sulla sua detenzione ai lavori forzati nel campo di concentramento di Mühldorf dal 9 settembre 1944 al 4 agosto 1945 e sull’immediato dopoguerra, quando, tornato a Fiume, la sua città natale, la trova occupata dalle forze jugoslave e vede i suoi vecchi amici d’infanzia un po’ alla volta andarsene in esilio, chi clandestinamente – come farà una delle sue due sorelle non appena sposata con uno dei suoi migliori amici – chi legalmente, dopo essersi visti espropriare tutti i beni dal potere comunista, chi suicidandosi. Anni che risultano fondamentali per capire, attraverso le drammatiche vicende personali di un tranquillo uomo qualunque, cosa è successo a Fiume, e nella Venezia Giulia in generale, negli anni della guerra in seguito all’occupazione prima tedesca e poi jugoslava. Quel progressivo sentirsi stranieri in casa propria dove, nel giro di pochi mesi, a prendere il sopravvento in città in maniera del tutto inarrestabile, agli ordini di Belgrado, è altra gente, un’altra lingua e cultura, altri costumi, dando così avvio a un processo di cambiamento radicale dell’humus secolare proprio delle terre istriane e della città di Fiume, da far sentire estranei in casa propria i pochi italiani a cui è capitato di restare.
L’introduzione al libro di Diego Zandel, nipote dell’autore, e la postfazione dello storico Roberto Spazzali, aiutano a contestualizzare le drammatiche vicende personali qui narrate nel quadro famigliare da una parte e storico dall’altra di cui Antonio Zorco è stato, suo malgrado, uno delle migliaia e migliaia di protagonisti.
Libro controcopertina, Il cappello di Tomi Ungerer, Biancoenero edizioni
“Il cappello” di Tomi Ungerer è il primo titolo della collana “Doppio passo” di Biancoenero edizioni. Il doppio passo è una finta, un passo per andare a destra che ti porta invece a sinistra. Un gioco per sorprendere l’avversario. Ci piace immaginarlo come un passo di danza. La collana Doppio passo propone libri in grado di far incontrare, grazie alle immagini di grandi artisti, generazioni diverse di lettori con una comune passione, le storie e le figure. La collana è curata da Paola Vassalli, che si occupa di letteratura per ragazzi, illustrazione ed educazione all’arte fin dagli anni Ottanta. Ha diretto i Servizieducativi al Palazzo delle Esposizioni e alle Scuderie del Quirinale di Roma e curato grandi mostre internazionali dei maestri dell’illustrazione contemporanea. Dagli anni Novanta collabora con la Bologna Children’s Book Fair e dal 2019 è nel Consiglio direttivo di Ibby Italia.
«Questo libro è nato per scommessa – raccontava Ungerer, artista e scrittore francese scomparso nel 2019 – quando ho detto a un amico che è possibile inventare una storia su un soggetto qualunque. Lui ha rilanciato: “Cappello”. È così che un cappello è diventato l’eroe di questa storia».
Dall’incipit: «C’era una volta un cappello, un alto cappello a cilindro di lucido raso nero, con una fascia di seta rosa. Il cappello viveva felice e contento sulla testa di un uomo molto ricco. Un giorno, però, mentre l’uomo filava veloce a bordo della sua automobile, il cappello volò via. «Lascialo volare via! O faremo tardi», disse la moglie del riccone».
Un giorno, spinto dal vento, il Cappello vola via dalla testa del riccone. Nel suo percorso si imbatte in Attila Garibaldi, un vecchio soldato povero in canna e ne fa la sua fortuna. A colpi di magia, il Cappello obbediente segue gli ordini del suo nuovo proprietario che con il Cappello salva vite e scansa incidenti. Garibaldi diventa ricco, amato e incredibilmente fortunato. Fino a quando il Cappello torna a volare via.
Le uscite di lunedì 20 febbraio
John Elder Robison, Siate diversi, Armando Editore
Con disarmante onestà ed acutezza John Robison sostiene che l’Asperger sia soprattutto una questione di differenze, lontane dalla mera invalidità. Il volume propone storie di vita dell’Autore al fine di fornire al lettore una finestra sulla mente degli affetti da questa sindrome. Altrettanto rilevante l’aiuto pratico che il libro offre ai lettori Asperger, ai loro genitori e insegnanti, riguardo i possibili miglioramenti nella comunicazione e nelle relazioni sociali, spesso causa di grande difficoltà per loro, che rischiano così di non sfruttare al meglio le proprie doti, spesso notevoli.
Edoardo Giusti, Alessandro Cinti Luciani, Donatella Menza e Lucia Rinaldi, Persuasione e seduzione, Armando Editore
La credibilità relazionale è il processo di influenzamento efficace per attrarre consensi e va oltre la semplice retorica argomentativa. L’arte di motivare le persone ad agire avviene mediante il coinvolgimento emozionale: quella scintilla biochimica che attiva il desiderio decisionale. Il testo elenca strategie convincenti per potenziare le abilità seduttive e persuasive in diversi settori.
Salvatore Massimo Fazio
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Il Premio Strega inizia a prendere forma. Annunciato il secondo gruppo di candidati: sono venti libri, tra i quali Mi limitavo ad amare te di Rosella Postorino, che potrebbe essere la carta con cui quest’anno Feltrinelli prova a riconquistare il podio. Bisognerà certo vedere chi sono i contendenti. A proporre il romanzo è Nicola Lagioia, vincitore dell’edizione 2015. Tra i competitor più accreditati c’è Romana Petri con Rubare la notte, che scende in campo per Mondadori, candidata da Teresa Ciabatti. Si tratta di due libri molto diversi: da una parte un romanzo che prende le mosse dalla guerra in Bosnia-Erzegovina all’inizio degli anni Novanta per raccontare la storia dei bambini di Sarajevo approdati in Italia, dall’altra un libro sulla vita avventurosa di Antoine de Saint-Exupéry. Nel drappello delle venti proposte che si aggiungono alle quindici della scorsa settimana (ora siamo a quota 35 candidati) c’è un altro libro Mondadori: Matteo B. Bianchi con La vita di chi resta, presentato da Paolo Cognetti, memoir nel quale l’autore attraversa il dolore per la perdita del compagno morto suicida. Casa Mondadori è già piuttosto affollata. La gara è alle prime mosse e già siamo a quattro partecipanti: la scorsa settimana erano scesi nell’agone Patrick Fogli con Così in terra e Renato Minore e Francesca Pansa con Ennio l’alieno, saggio biografico e romanzo che è un viaggio dentro Flaiano, protagonista tra l’altro anche del libro in gara di Tommaso Pincio, Diario di un’estate marziana (Perrone). Daniele Mencarelli, autore di Fame d’aria per Mondadori, non compare al momento tra i candidati, evidentemente starà ancora valutando se in un momento col vento in poppa grazie al successo della serie Netflix Tutto chiede salvezza e alle ottime vendite del nuovo romanzo gli convenga o meno sfidare la sorte. Mencarelli ha però candidato in qualità di Amico della Domenica Ombra mai più di Stefano Redaelli, romanzo che racconta di un uomo ricoverato in una struttura psichiatrica (Neo edizioni). L’assetto del premio Strega inizia a definirsi quando vengono scoperte le carte delle grandi scuderie. Einaudi, dopo la vittoria della scorsa stagione con Spatriati di Mario Desiati, parteciperà in rilassatezza. Il nuovo candidato è Matteo Melchiorre con Il Duca, presentato da Marco Balzano, che si aggiunge a Dove non mi hai portata di Maria Grazia Calandrone. Per Ponte alle Grazie si candida invece Giovanni Greco con Bruciare da sola, proposto da Francesco Maselli in cui di Nadja Mandel’stam insegue il fantasma del marito, il grande poeta Osip Mandel’stam. Ecco le altre proposte del nuovo gruppo di venti candidati: per NN Editore Olga Campofreda, Ragazze perbene (NN Editore, presentato da Gaia Manzini) e Sara Gamberini, Infinito Moonlit (candidato da Chiara Gamberale); per Marsilio Maria Castellitto, Menodramma (proposto da Serena Vitale) e Maddalena Vaglio Tanet, Tornare dal bosco (sponsor Lia Levi) – che si aggiungono a Gaja Cenciarelli (Domani interrogo) – ; per Fazi parteciperà Flaminia Marinaro, L’ultima diva (presentato da Ignazio Marino); per Neri Pozza ci sono Paolo Mazzarello, Il mulino di Leibniz (a proporlo è Gian Arturo Ferrari) e Carmen Verde con Una minima infelicità (presentato da Leonardo Colombati); per e/o si aggiunge al nome di Irene Graziosi quello di Sacha Naspini con Villa del seminario (sponsor Paolo Petroni); per Garzanti, gruppo Gems, c’è Carmela Scotti (Del nostro meglio, proposto da Chiara Sbarigia); Bollati Boringhieri scende in campo con Il continente bianco di Andrea Tarabbia, candidato da Daria Bignardi. Sono questi i nuovi candidati che si affacciano nell’arena aggiungendosi a quelli già annunciati, starà poi al Comitato direttivo scremare e scegliere dodici finalisti. Gli altri nomi di questa seconda tornata sono: Alessandra Fagioli con Mistero allo specchio (Robin, proposto da Paolo Ferruzzi); Maria Malucelli con L’amore nascosto (Armando editore, sponsor Antonio Augenti); Sebastiano Martini, Il mare delle illusioni (Arkadia, presentato da Giovanni Pacchiano); Roberta Zanzonico, La bellezza rimasta (Morellini editore, presentato da Giulia Ciarapica). Sul sito del Premio Strega è possibile leggere le motivazioni degli Amici della domenica. I giurati del premio potranno inviare le loro proposte di candidatura fino al primo marzo.
Raffaella De Santis
I romanzi di: Matteo B. Bianchi, Olga Campofreda, Maria Castellitto, Alessandra Fagioli, Sara Gamberini, Giovanni Greco, Maria Malucelli, Flaminia Marinaro, Sebastiano Martini, Paolo Mazzarello, Matteo Melchiorre, Sacha Naspini, Romana Petri, Rosella Postorino, Stefano Redaelli, Carmela Scotti, Andrea Tarabbia, Maddalena Vaglio Tanet, Carmen Verde, Roberta Zanzonico
Matteo B. Bianchi, «La vita di chi resta» (Mondadori), presentato da Paolo Cognetti.
Olga Campofreda, «Ragazze perbene» (NN Editore), presentato da Gaia Manzini.
Maria Castellitto, «Menodramma» (Marsilio), presentato da Serena Vitale.
Alessandra Fagioli, «Mistero allo specchio» (Robin Edizioni), presentato da Paolo Ferruzzi.
Sara Gamberini, «Infinito Moonlit» (NN Editore), presentato da Chiara Gamberale.
Giovanni Greco, «Bruciare da sola. Una notte di Nadja Mandel’stam con i suoi fantasmi» (Ponte alle Grazie), presentato da Francesco Maselli.
Maria Malucelli, «L’amore nascosto» (Armando Editore), presentato da Antonio Augenti.
Flaminia Marinaro, «L’ultima diva» (Fazi Editore), presentato da Ignazio Marino.
Sebastiano Martini, «Il mare delle illusioni» (Arkadia Editore), presentato da Giovanni Pacchiano.
Paolo Mazzarello, «Il mulino di Leibniz» (Neri Pozza), presentato da Gian Arturo Ferrari.
Matteo Melchiorre, «Il Duca» (Einaudi editore), presentato da Marco Balzano.
Sacha Naspini, «Villa del seminario» (Edizioni E/O), presentato da Paolo Petroni.
Romana Petri, «Rubare la notte» (Mondadori), presentato da Teresa Ciabatti.
Rosella Postorino, «Mi limitavo ad amare te» (Giangiacomo Feltrinelli Editore), presentato da Nicola Lagioia.
Stefano Redaelli, «Ombra mai più» (Neo Edizioni), presentato da Daniele Mencarelli.
Carmela Scotti, «Del nostro meglio» (Garzanti Libri), presentato da Chiara Sbarigia.
Andrea Tarabbia, «Il continente bianco» (Bollati Boringhieri editore), presentato da Daria Bignardi.
Maddalena Vaglio Tanet, «Tornare dal bosco» (Marsilio), presentato da Lia Levi.
Carmen Verde, «Una minima infelicità» (Neri Pozza), presentato da Leonardo Colombati.
Roberta Zanzonico, «La bellezza rimasta» (Morellini Editore), presentato da Giulia Ciarapica.
Il link alla segnalazione su Letteratitudine: https://bit.ly/3K8vNg1