La realtà e la verità non vanno nella stessa direzione: ne prende atto Monica, un’adolescente borghese di un’imprecisata città del Sud, appena diventata donna. Lei, insieme a Maria Grazia, una giovane e promettente giornalista, è la protagonista del nuovo romanzo di Anna Di Cagno L’anno della garuffa (Arkadia). Una storia di formazione, ambientata nel 1978 all’indomani del rapimento di Aldo Moro. Mentre tutta Italia è con il fiato sospeso, per un gruppo ristretto di persone un altro rapimento sconvolge le loro vite. È quello di un bambino di dieci anni, Luca Barnaba ha solo dieci anni, figlio di un facoltoso e chiacchierato imprenditore. In un entourage ambiguo e discutibile, tra famiglie nelle quali gli adulti assumono droghe che promettono la felicità e vivono con autisti e personale di servizio, in un luogo in cui il contrabbando di sigarette non è considerato un reato, Monica è una ragazzina ribelle, amica di Dalila, la sorella del bambino rapito. Con il suo sguardo disincantato si insinua nel mondo incomprensibile degli adulti che la circondano, gente a cui non mancano beni materiali ma priva di valori. Monica conosce Maria Grazia quando la giornalista incontra la mamma di Luca per intervistarla e, da allora, tra le due ci sarà una sorta di sintonia che le porterà a cercarsi e confidarsi. Monica si sente importante a passare informazioni e, per Maria Grazia la ragazza è un gancio insostituibile verso quel mondo così denso di zone d’ombra. Tra la prima persona di Monica e una terza persona che di volta in volta offre uno sguardo d’insieme di una vicenda intricata e intrigante, L’anno della garuffa, grazie allo stile ricercato dell’Autrice, avvince il lettore. Monica assiste a una strana inversione delle leggi morali che dovrebbero regolare la vita degli adulti. Se conoscesse il biliardo all’italiana la definirebbe una garuffa – uno dei tiri più difficili del biliardo all’italiana, consiste nel riuscire a imprimere un effetto contro la biglia battente in modo da deviare il suo impatto con la sponda corta – ma lei ha tredici anni e può solo guardare per cercare di capire cosa sta accadendo. Con una ricostruzione dettagliata della fine degli anni Settanta e descrizioni particolarmente evocative, è un romanzo che ci riporta a una stagione intensa della storia italiana, una storia che rilegge il caso Moro come metafora della perdita della fiducia nel “mondo dei grandi” e scava nell’anima pulp della generazione a cavallo tra la guerra e il boom economico. “Siamo la periferia di un regno, non abbiamo mai avuto corti e palazzi reali, un’aristocrazia e un’intellighenzia.”
Come è nato “L’anno della garuffa”?
“Non so identificare un momento preciso in cui è nata l’idea di scrivere L’anno della garuffa. Ma so perfettamente che volevo raccontare quel Sud “minore” in cui gli Anni Piombo non sono mai arrivati realmente. Mi sono trasferita a Torino nel 1988 e la memoria del Terrorismo era ancora vivida, tra i miei compagni dell’università. Lì ho capito di aver vissuto un’infanzia diversa.”
Quanto c’è di te in Maria Grazia e Monica?
“Come Monica ero una ragazzina molto curiosa e attenta al mondo degli adulti, diversamente da Maria Grazia ho avuto una vita professionale costellata di donne meravigliose che mi hanno insegnato tanto e rispettato. Quindi sì, un po’ assomiglio a entrambe, per affinità e differenze.”
Il 1978, anno in cui è ambientato il romanzo, è descritto in maniera minuziosa. Hai un legame particolare con questo periodo?
“Sì. Era l’anno in cui ho finito le elementari e ho dovuto salutare la mia meravigliosa maestra. È stata lei a lasciare in me la traccia indelebile del rapimento di Aldo Moro, perché ogni sabato portava in classe il quotidiano della città e ci leggeva un articolo sul quale, poi, dovevamo scrivere un tema. A Bari, città che non nomino mai, ma in cui è ambientato il romanzo, il caso Moro era molto sentito, perché pugliese d’origine e famoso docente universitario alla facoltà di Giurisprudenza per la generazione dei miei genitori.”
Per il titolo hai preso in prestito il nome di uno dei tiri del biliardo, la garuffa. È un gioco che ti appassiona?
“Non sono una giocatrice di biliardo, ma mi affascina la sua fisica. È il gioco più frequentemente usato per spiegare il principio di causalità Ma come tutti i giochi prevede dei tiri a effetto che sovvertono le leggi della fisica. E questo mi affascina come metafora della vita.”
C’è una particolare tipologia di lettori che vorresti leggesse L’anno della garuffa?
“I lettori sono tutti preziosi e, a ora, ho avuto apprezzamenti sia da uomini che da donne. So che è più facile per un/una over 50 leggere L’anno della garuffa, perché conserva la memoria di quel periodo, ma spero arrivi anche a quelli più giovani che vogliono capirne qualcosa di più. Sono stati anni drammatici e importanti per la storia del nostro Paese, ricordarli può aiutare a capire un po’ meglio il mondo in cui viviamo oggi.” Anna Di Cagno è nata a Bari e vive a Milano. Ha studiato Filosofia a Torino ed è diventata giornalista professionista nella redazione di “Cosmopolitan” nel 1994. Ha lavorato a lungo con magazine femminili occupandosi di tematiche di costume, cultura e attualità e ha collaborato con diverse agenzie di comunicazione. Sei anni fa ha fondato ilblogdimollybrown.com, sito che si occupa di cultura in maniera “spettinata”. Per Morellini Editore ha curato le antologie Lettere alla madre e Lettere al padre e partecipato alla raccolta di racconti Tra uomini e dei. Storie di rinascita e riscatto attraverso lo sport. Per Cairo ha scritto Lettere d’amore per uomini imperfetti, non-romanzo a quattro firme realizzato con Paola Mammini, Maria Di Biase ed Elena Mearini. Nel 2021 ha pubblicato Gala Éluard Dalì. Per interposti uomini, biografia romanzata della collana Femminile singolare che dirige insieme a Sara Rattaro. Molti suoi racconti sono presenti in diverse pubblicazioni.
Rossella Montemurro
Il link all’intervista su TuttoH24: https://tinyurl.com/bdejmju8
Le sezioni sono dedicate alle opere edite per la Narrativa, la Saggistica e la Narrativa a fumetti
CAGLIARI. Il Festival Premio Emilio Lussu ha annunciato i nomi dei finalisti per le sezioni Narrativa, Saggistica e Narrativa a fumetti, tra i quali saranno scelti i vincitori della decima edizione. Per la Narrativa edita, nella cinquina finalista troviamo Antonio Franchini con il romanzo Il fuoco che ti porti dentro, edizioni Marsilio; Paola Musa con il romanzo Umor vitreo, Arkadia edizioni; Piergiorgio Paterlini con il romanzo Confiteor, edizioni Piemme; Lidia Ravera con il romanzo Un giorno tutto questo sarà tuo, edizioni Bompiani; Dario Voltolini con il romanzo Invernale, editore la Nave di Teseo. Per la Saggistica edita sono in finale Michele Ainis con Capocrazia, editore La Nave di Teseo; Marzio Breda e Stefano Caretti con Il nemico di Mussolini, editore Solferino; Alessandro Carlini con Se il fuoco ti desidera, edizioni Utet; Gianni Oliva con 45 milioni di antifascisti, edizioni Mondadori; Concetto Vecchio con Io vi accuso, edizioni Utet. A selezionare le opere per entrambe le categorie è stata la giuria internazionale presieduta dallo scrittore Guido Conti e composta da Miruna Bulumete dell’università di Bucarest, Raniero Speelman dell’università di Utrech, dallo scrittore e giornalista Bruno Quaranta e dalla giornalista Manuela Ennas. Per la Narrativa a fumetti edita vanno in finale Paolo Bacilieri con Piero Manzoni, edizioni Coconino Press; Micol Beltramini e Agnese Innocente con Heartbreak Hotel, edizioni Il Castoro; Daniele Bigliardo e Vito Bruschini con Rahere. Un giullare sulla via Francigena, Palombi editori; Pietro Scarnera con Viaggio in Italia, edizioni Coconino Press; Sualzo con Dove c’è più luce, edizioni Tunué. La giuria internazionale di categoria è presieduta dall’illustratore, autore e critico del fumetto spagnolo Ángel De La Calle, ed è composta dal critico del fumetto Mario Greco, dallo scrittore e sceneggiatore Bepi Vigna, e dall’insegnante e fumettista Sandro Dessì. I nomi dei vincitori delle rispettive sezioni saranno comunicati durante la conferenza stampa di presentazione del programma della X edizione del Festival Premio Emilio Lussu. La manifestazione si terrà a Cagliari dall’1 al 6 ottobre. Le cinquine finaliste sono consultabili sul sito www.festivalpremioemiliolussu.org.
Il link alla segnalazione su Sardegna Reporter: https://tinyurl.com/39ux7ab7
La vita corre e se non l’acchiappi ti lascia indietro. E’ imprevedibile. Devi adattare le emozioni ai cambi repentini di rotta, ai vorticosi giri di boa, alle situazioni che si creano inaspettatamente. Accade soprattutto con le perdite, quelle importanti, legate alla famiglia e all’amore. Quando succede ti senti perso, vuoto, solo. Nei momenti di sconforto e di disordine, ti serve coraggio. E’ l’unico elemento che restituisce vigore alla forza, altrimenti rischi di rimanere immobile nel dolore. Tutto, così, passa lento e senza colori. Il legame dei figli verso i genitori e viceversa resta saldo anche quando si spezza. Si impara, addirittura, ad amare in silenzio, senza rumore. E se la vita sconvolge le esistenze perché consegna un carico di preoccupazioni e di sofferenze, bisogna sapere da che parte stare. E’ necessario comprendere anche come affrontare i tormenti che ruotano attorno alle cose di famiglia. Non hai scelta se vuoi appianare i problemi che toccano i sentimenti. Spesso diventi ruvido, secco. Capita, finanche, che ti inaridisci nel trovare la parte dritta di questioni contorte, complicate. Allora, prendi la vita per quello che essa stessa ti offre ricavandone il meglio, se puoi. In Le nobili sorelle Angioy di Adriana Valenti Sabouret conosci la storia di tre nobili ragazze cagliaritane, orfane di madre, figlie di un eroe rivoluzionario in esilio a Parigi. Le sorelle sono in difficoltà perché hanno un forte dilemma: continuare ad amare il padre, contro il suo apparente abbandono, oppure imporsi di dimenticarlo sino ad ignorare le sue ultime volontà. Giuseppa, Speranza e Maria Angela Angioy sono sopraffatte da un carico emotivo troppo pesante per la loro età. Il romanzo si basa su una storia vera. La narrazione si fonda sull’amore, la perdita, il dolore, il tradimento, la forza, delle tre sorelle che sono al bivio della loro esistenza per delle scelte importanti da prendere. La scrittura è intensa.
Lucia Accoto
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A metà degli anni ’70 Davide, un ragazzino di dieci anni, vive una vita nettamente divisa in due: da un lato ci sono i mesi dell’anno nella sua casa di Cagliari, rione San Michele, dove vivono famiglie di bassa estrazione sociale e dove regnano i bulli di quartiere; dall’altro l’estate, che la famiglia di Davide trascorre in campeggio a Cala Cipolla, un luogo selvaggio e incantato dove il ragazzo è felice nella libertà più totale e nella fusione col mare, il suo elemento. Davide è un ragazzino pieno di rabbia, e lo è perché non sopporta il quartiere di San Michele dove è costretto a vivere per la maggior parte dell’anno, ma anche perché la rabbia è una caratteristica che gli elementi maschili della sua famiglia si tramandano di padre in figlio. Ai primi del Novecento la famiglia Contu è una delle più importanti di Cagliari: il cavalier Leonardo Contu, trisnonno di Davide, è un imprenditore di successo e il segno più evidente di quel successo è il bellissimo attico in cui vive, in uno dei palazzi di via Roma, proprio sopra il caffè Torino, dalle cui finestre si gode una vista spettacolare. Poi si sa come vanno queste famiglie: man mano che le generazioni si succedono le capacità imprenditoriali si annacquano e la fortuna inizia a calare. Così il padre di Davide non ha più nulla dell’antica ricchezza e del prestigio della famiglia. Andando avanti e indietro da una generazione all’altra, il romanzo racconta non solo la storia di una famiglia, ma anche quella di Cagliari e dell’Italia del Novecento in un affresco suggestivo. Crescendo, Davide trova la sua strada e riesce a far luce su alcune vicende familiari e a chiarire il perché dei difficili rapporti che hanno legato suo padre ai propri genitori: in questo modo può svelare il segreto della rabbia che ha corroso la sua famiglia e che ha rischiato di tagliare le gambe anche a lui; con l’aiuto della madre, una donna saggia e generosa, impara a capire e a perdonare.
Marisa Salabelle
Il link alla recensione su MasticadoresItalia: https://tinyurl.com/4m22444a
Ferragosto, con il suo caldo torrido e la magia dell’estate al suo culmine, è il momento perfetto per immergersi nella lettura di un buon libro. In riva al mare, in montagna, sulle sponde di un lago o semplicemente rilassati sul balcone di casa, la scelta del libro giusto può trasformare questa giornata in un viaggio indimenticabile. La quiete dei luoghi di vacanza, il frinire delle cicale, il dolce suono delle onde che si infrangono sulla battigia, il fresco fruscio delle foglie tra i monti o il placido riflesso delle acque lacustri creano l’atmosfera ideale per perdersi tra le pagine di un romanzo avvincente o di un saggio, una guida ricca di curiosità, un volume di poesie. E allora, perché non approfittare di questo giorno di pausa per scoprire nuove storie e lasciarsi trasportare dalla magia della lettura? Ecco una selezione di libri per un 15 agosto all’insegna del relax e dell’avventura letteraria. E se poi la vacanza si protrae per più giorni, c’è ancora più scelta…
L’anno della garuffa di Anna di Cagno – Arkadia
16 marzo 1978: poche ore prima di Aldo Moro, Luca Barnaba viene rapito sotto gli occhi dei suoi genitori. Ha dieci anni ed è figlio di un famoso (e chiacchierato) costruttore di un’imprecisata città di un Sud minore, porto di sbarchi di sigarette di contrabbando. Monica, voce narrante, è amica “per forza” della sorella di Luca perché i genitori si frequentano. Una sera ascolta una conversazione tra il padre del bambino e un invitato e da allora il suo sguardo sul mondo degli adulti cambierà.
Due di noi di Camilla Rocca – Garzanti
La storia di due gemelle identiche, Alice e Viola, alle prese con il loro ultimo anno di liceo nella Milano degli anni Novanta. A unirle, un legame che loro soltanto sono in grado di comprendere e una promessa che si sono scambiate da piccole: «Non ti mentirò mai». Eppure crescendo qualcosa cambia, specie quando Francesco, all’ultimo anno di liceo, dice ad Alice, durante una festa, una frase che sconvolge la loro vita: «Per me, siete diverse». Un romanzo di formazione dal punto di vista di due sorelle per le quali “diventare grandi” significa soprattutto emanciparsi una dall’altra.
Tutto il bello che ci aspetta di Lorenza Gentile – Feltrinelli
La storia di Selene che non ha ancora trovato la sua strada, nonostante abbia già superato i trent’anni. Per trovarla, una notte d’estate fugge da Milano verso un paesino nel cuore della Puglia, il posto dove è cresciuta, immersa in una comunità spirituale, circondata dall’affetto degli amici e della famiglia. Qui Selene inizia a comprendere che a volte è necessario perdersi e sbagliare strada per trovare il coraggio di seguire i propri sogni.
Nostra regina dei burroni e delle mosche di Mimmo Sammartino – Exòrma
La protagonista è un’asina che durante la prima guerra mondiale, agosto 1916, si aggira sul campo della battaglia dell’Isonzo. In quei giorni perirono, tra le opposte fazioni, circa centomila persone. Lei, carica di grano e vettovaglie, marcia su crepacci e burroni, tra sangue e corpi mutilati, per portare conforto ai soldati affamati e insonni. Ma quando la caricano di fucili, obici e granate la nostra Regina pianta i suoi zoccoli a terra, non vuole trasportare strumenti di morte. Preferisce gli insulti e il nerbo sulla schiena. Sceglie la diserzione. Il libro è un elogio al valore della pazienza, della cura e dell’amicizia.
Ma i libri lo sanno di Roberta Corradin – Giunti
Due donne, anzi tre, quattro, cinque, o sette, nove, novecento, e corre voce sian già mille e tre. Tutte accomunate dalla morte di un uomo che hanno amato, e che le ha amate. Un uomo che amava la lettura e i libri. E li usava per fare breccia nel cuore delle donne. Ora che lui non c’è più, i suoi libri e la sua casa sono in pericolo. Renée e tutte le ladies si alleano ed escogitano un piano per salvarli. Un romanzo che racconta le cose da pazzi che possono fare le donne quando giocano in squadra, unite.
La donna che piangeva ai funerali di Wenyan Lu – Garzanti
In un piccolo villaggio della Cina settentrionale vive una donna che fa un lavoro insolito: piangere al funerale di perfetti sconosciuti. È talmente brava che tutti i presenti si commuovono alla vista delle sue lacrime. Pianto dopo pianto, scopre però che, dietro scuri tendaggi e bianchi crisantemi, ogni famiglia nasconde dei segreti; che, dietro la mite apparenza di mogli e madri silenziose, molte donne coltivano sogni e speranze. E quando emerge all’improvviso una rivelazione che ha a che fare con il suo matrimonio, sente il desiderio di credere di nuovo in qualcosa, di essere amata e soprattutto di versare almeno una lacrima che sia vera.
La ballata dei padri infedeli di Rosa Teruzzi – Sonzogno
La fioraia Libera, una sorta di Miss Marple milanese, è alle prese nuovamente con misteri tanto appassionanti quanto insondabili. Con lei la sua eccentrica mamma Iole supportate dalla giornalista di cronaca nera, la “Smilza”. Tornata dalla prima vacanza con il suo Gabriele, Libera è questa volta è alle prese con le ricerche di Hamma, uno spacciatore tunisino scomparso dopo una resa dei conti tra bande rivali. Sulle sue tracce in via ufficiosa, però, non ci sono solo loro, ma anche il rapinatore latitante Diego Capistrano, soprannominato il “Gatto con gli Stivali”, in passato amante – uno dei tanti – di Iole e che Libera sospetta sia suo padre.
Le donne della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani di Enrica Simonetti – Manni Editore
Il 10 dicembre del 1948 viene firmata la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, un documento sui diritti della persona adottato dall’Assemblea generale dell’ONU, alla base di molte delle conquiste civili del ‘900. Alla sua stesura contribuiscono otto straordinarie donne da tutto il mondo: Eleanor Roosevelt (Usa), Hansa Jivraj Mehta e Lakshmi Menon (India), Minerva Bernardino (Repubblica Dominicana), Begum Shaista Ikramullah (Pakistan), Bodil Begtrup (Danimarca), Marie-Hélène Lefaucheux (Francia), Evdokia Uralova (Bielorussia). L’autrice racconta il contributo che portarono alla Dichiarazione: l’attenzione all’ambito del lavoro, alle questioni di genere e al linguaggio sessista, all’infanzia, alle fasce più povere, ai diritti della donna nel matrimonio.
L’estate del primo bacio di Marilena Boccola – Oligo Editore
Sullo sfondo l’indimenticabile estate del 1982 e l’Italia campione del mondo. Maddalena ripensa all’adolescenza ormai lontana, quando andava in vacanza a Jesolo Lido con la famiglia, alle prese con i primi turbamenti amorosi e il desiderio di ricevere il primo bacio. Un sogno che si realizzerà proprio nella notte della finale mundial, quando si troverà distesa sulla sabbia del lido. Ma la realtà irromperà prepotente e sarà tardi anche solo per scambiarsi un indirizzo. Fanno da contorno la musica degli anni ’80, il walkman, il jukebox, il motorino “Ciao”, il telefono a gettoni, le pubblicità e i tanti miti di un’epoca indimenticabile.
A Bari con Lolita Lobosco di Alessandra Minervini – Giulio Perrone Editore
Una raccolta di passeggiate tracciate dalla forza dei cinque sensi: ognuna di questi aiuta il lettore a scoprire la Bari di ieri e di oggi prediligendo l’istinto alla ragione, il sentimento alla logica. A queste si aggiunge un sesto percorso, sul mare, a San Vito, nei pressi di Polignano, luogo iconico per la commissaria Lolita (ispirata dalla penna di Gabriella Genisi) e i baresi. Il sesto senso guida è l’amore, quello in cui Lolita crede. Il racconto è in prima persona, segue i codici dell’autofiction.
Una Roma così non l’hai mai vista di Matteo Ceccarini – Longanesi
Da dove si comincia a scoprire la Città Eterna? Seguendo i consigli di Matteo Ceccarini, conosciuto come @Themino e che si è guadagnato il titolo di “Cicerone social di Roma”. Con i suoi consigli da grande appassionato e il suo genuino entusiasmo per l’amata capitale (che conosce come le sue tasche) ha conquistato il web. 75 mete imperdibili e 13 passeggiate che vi porteranno a scoprire luoghi insoliti e capolavori imprescindibili, storie misteriose e antiche leggende, belvederi indimenticabili e quartieri da riscoprire.
La forma del desiderio di Andrea Magno – Arkadia
La poesia è un modo per guardare se stessi e gli altri? Andrea Magno sperimenta questa ricerca con l’osservazione attenta del mondo che lo circonda, che si trovi in riva al mare, immerso nel silenzio, puntando lo sguardo all’orizzonte, o nel caos di una metropoli. L’introspezione scaturisce da momenti particolari, in cui l’occhio metaforico è rivolto alla propria anima, all’esistenza che palpita in ogni angolo dell’universo. Le mani del poeta scavano nelle onde e nell’aria in cerca di legittima felicità e di necessaria bellezza.
L’Ombra di Virginia. Un’indagine di Stella Spada di Lorena Lusetti – Damster Editore
Decima indagine per l’investigatrice privata bolognese Stella Spada. Due casi da seguire, uno nel presente e uno nel passato. Un ragazzo è accusato di avere avvelenato i suoi genitori con un piatto di pasta, ed è proprio la madre, sopravvissuta per miracolo al veleno, che chiama Stella per tentare di scagionare il figlio dall’accusa di omicidio. Il discendente di un’antica famiglia bolognese vuole ribaltare la storia ufficiale che mostra i suoi antenati come spietati assassini.
Il richiamo dell’isola di Anna Pernice – Santelli Editore
Si narra che Fuerteventura alle Canarie sia magica, legata al chakra del terzo occhio e attraversata da un’ancestrale energia in grado di attirare a sé i viaggiatori. Così è successo ad Anna. Richiamata dalla potente energia dell’isola, decide di partire quasi d’impulso in piena pandemia e di farsi trasportare dal flusso degli eventi, la fluya. In un’avventura rocambolesca ed esperienze formative, l’autrice – nota travel blogger napoletana – ritrova la sé stessa più autentica, innamorandosene profondamente.
L’ultima estate in paese di Simonetta Tassinari – Corbaccio
In uno sperduto paese molisano di montagna, durante l’estate del 1975 giunge inaspettato un giovane straniero biondo, alto, a cavallo di un potente Kawasaki: Pierre Duchamp, di nazionalità belga, di professione architetto. Pianta la sua tenda ai confini del parco pubblico. Nello zaino ha un manuale di puericultura italiano, stampato proprio in quel paesino, unica traccia della sua famiglia d’origine, e che gli è stato consegnato, una volta finiti gli studi, dalla madre superiora dell’orfanotrofio nei pressi di Liegi nel quale è cresciuto. Con lui la gente del posto è gentile, ma evasiva. Gli unici a dargli una mano sono cinque liceali a cui il paese va stretto e che sognano l’avventura.
Divina di Patrizia Tamà – Historiae Rizzoli
Un romanzo storico che narra la tormentosa relazione con il Vate e quella, mai raccontata, con la scandalosa poetessa Cordula Poletti (sedici anni, e negli occhi la determinazione di chi si è già guadagnata il nome di “fanciulla maschia”). Una storia d’amore, odio, arte, che sa sedurci ancora oggi per la sua modernità, parlandoci di un amore che farà scandalo ma che non conosce generi e confini. Sullo sfondo rivivono l’Italia e l’Europa della Belle Époque, da Venezia a Berlino, e l’eccentrica comunità di intellettuali e artisti che attornia la Divina.
Il minimarket della signora Yeom di Kim Ho-Yeon – Salani
Dokko è un senza tetto e vive nella stazione centrale di Seoul. Quando trova per terra una pochette rosa contenente dei documenti e un portafogli, non può immaginare che la sua vita sta per cambiare direzione. Probabilmente la signora Yeom, un’insegnante di storia in pensione, ha perso la sua borsa quando si è addormentata in attesa del treno. Yeom è così grata che decide di portare Dokko fino al suo minimarket per offrirgli qualcosa da mangiare, e lo invita a tornare ogni volta che avrà fame. È l’inizio di un nuovo percorso di vita.
Il mostro sotto il letto di Salvatore Savasta – Giraldi editore
Una lunga lettera d’amore a sua moglie Alessia per raccontare la forza del restare insieme anche quando si diventa genitori di una bambina con una malattia rara, Zaira “la principessa indiscussa di tutto il suo mondo”. Senza mai perdere il sorriso, anzi, ogni suo pensiero ha il retrogusto della battuta, del buonumore. “Perché se c’è una cosa che i mostri mi hanno insegnato è che nei film non si muore solo se si resta uniti”. L’autore in rete è conosciuto come Savastascrivecose ed è molto seguito.
Conversando tra le stelle di Filippo Radogna – Edizioni Scudo
Un libro che racchiude percorsi di vita nel mondo della fantascienza e del fantastico. Quarantacinque interviste con scrittori, giornalisti, registi, divulgatori, studiosi, traduttori e artisti aderenti alla World Science Fiction Italia, sodalizio nato per diffondere la cultura dell’immaginario. Si parla di tutto, sino alla loro visione della vita, della società e della politica, discutendo anche di tematiche come i mutamenti climatici, la guerra in Ucraina e in Medio Oriente, l’intelligenza artificiale.
L’arte che abbiamo attraversato di Anna Peyron – Add editore
Il racconto della Torino degli anni Sessanta e Settanta in pieno boom economico e artistico che la stessa Peyron ha avuto modo di vivere. Una scena artistica molto vivace dalla galleria di Gian Enzo Sperone, alle mostre di Pistoletto, Merz, Penone, Boetti, Paolini, Zorio e Anselmo e tanti altri. Viaggi, amicizie, progetti e tanta arte “affascinante, imprevedibile, in perpetuo cambiamento”.
Vagabondi del Mani di Ambrogio Borsani – Neri Pozza
L’autore scava negli angoli segreti di una terra magica inseguendo storie di figure alla deriva e grandi avventurieri: da Bruce Chatwin – che volle essere sepolto dietro una sperduta chiesetta bizantina sul Taigeto, ignota persino agli abitanti del luogo – a Patrick Leigh Fermor che raccontò la storia dei manioti e si fermò a Kardamyli per costruire con Joan una casa incantata. Nella narrazione si intrecciano vicende di poeti maledetti, come Nikitas Nifakis e Nikifòros Vrettàkos.
E Lisbona sfavillava di Tino Mantarro – Bottega Errante
Un mosaico urbano in forma di reportage che ci porta nella capitale portoghese.
Arrivando a Lisbona si rimane colpiti dalla grandezza del fiume Tejo, dalla bontà dei pastéis de nata, ma in particolare dalla sua luce onnipresente. L’autore ci aiuta a scoprire i segreti che nasconde questa città, gli angoli meno raccontati e lo fa attraverso le chiacchiere con passanti occasionali, gli incontri con ispettori di polizia, meteorologi, comandanti di navi, astronomi, venditori di candele.
Terre piatte di Noreen Masud – Add editore
L’autrice inglese di origine pakistana ci racconta come a 16 anni ha dovuto lasciare il Pakistan perché diseredata dal padre. Il libro parla di colonialismo e postcolonialismo, di come l’occidente si racconta la storia e di chi ne paga le conseguenze, del ruolo delle donne in Pakistan. Tutto questo narrato attraverso la lente della natura, dei luoghi piatti e pianeggianti descritti e così amati dall’autrice, in cui la storia sembra non vedersi ma ha invece lasciato le sue tracce nascoste, rese invisibili.
Lecce e il Salento di Rosanna Precchia – Feltrinelli-Morellini
Una guida scritta da una giornalista di turismo che sa leggere le emozioni in ogni luogo. Così si scopre il Salento, terra tra due mari, con le sue spiagge, l’ospitalità della sua gente, l’architettura delle bianche chiese di pietra merlettata. E ancora le cripte ipogee e i resti della misteriosa civiltà dei Messapi. Lecce è pronta ad accogliervi tutto l’anno, con le feste patronali, i festival e la tradizione gastronomica da gustare in locali semplici o in ristoranti raffinati.
Isa Grassano