Nella Venezia degli anni Novanta, un’atmosfera tetra e sinistra si insinua tra i canali e le calli, mentre Alessandro Onofri, un ragazzo di dodici anni rimasto orfano, cerca di trovare la sua strada nel mondo. Dopo la morte dei genitori, Alessandro è stato affidato alla cura di sua zia, una donna eccentrica e amante dell’esoterismo, che lo circonda di amore e mistero. Nonostante la sua giovane età, Alessandro si ritrova a vivere una vita quasi normale, stringendo nuove amicizie e scoprendo i primi sentimenti d’amore. Tuttavia, il trauma del suo passato si fonde con la sua fervida immaginazione, portandolo ad inseguire il sogno di evocare i fantasmi dei suoi genitori. Disposto a fare qualsiasi cosa per realizzare il suo desiderio, Alessandro si immerge in un mondo oscuro e misterioso. La zia gli ha insegnato che una terra malata genera mostri, e Venezia sembra diventare terreno fertile per sette sataniche, violenza e delitti rituali. Mentre il polo petrolchimico di Porto Marghera diffonde inquinamento e morte, e la guerra nella vicina Iugoslavia getta ombre di terrore, Alessandro si scontra con una nuova insegnante, che sembra terrorizzare i suoi compagni di classe. La donna si rivela malvagia, ma Alessandro intuisce che nasconde qualcosa di ancora più sinistro. Attratto da lei e dai suoi oscuri desideri, il ragazzo si trova coinvolto in un percorso iniziatico che unisce le dottrine di Aleister Crowley e Anton LaVey con l’arte di un pittore russo del passato. Mentre la città si dibatte tra l’oscurità e luce, Alessandro si trova ad affrontare le forze che minacciano di distruggere ciò che gli rimane di famiglia e di sé stesso. La laguna dei sogni sbagliati è un romanzo noir che esplora i confini tra realtà e fantasia, immergendo il lettore in un’atmosfera intrisa di mistero e tensione. Nelle strade sospese tra passato e presente, tra oscuro e occulto, Alessandro dovrà affrontare le sue paure più profonde per scoprire la verità nascosta dietro le ombre che avvolgono la sua esistenza.
Massimiliano Scudeletti, nato e residente a Firenze, è un apprezzato scrittore, realizzatore di documentari e spot televisivi, nonché regista e sceneggiatore. Dopo aver completato i suoi studi, ha iniziato la sua carriera nella produzione di documentari e spot televisivi, lavorando prima come sceneggiatore e poi come regista. Durante il passaggio dall’era analogica a quella digitale, Scudeletti decide di abbandonare l’attività cinematografica per collaborare con un’agenzia assicurativa specializzata nella comunità cinese. Parallelamente alla sua carriera, mantiene viva la sua passione per il viaggio nel Sud-Est asiatico. Tuttavia, una volta compiuti i cinquant’anni, Massimiliano Scudeletti prende una decisione significativa e si impegna a dedicarsi completamente alla cultura tradizionale cinese e all’istruzione degli adulti immigrati. Nel 2018, pubblica il suo primo romanzo intitolato Little China Girl (Betti Editrice), che ha come protagonista il videoreporter di guerra Alessandro Onofri. Il romanzo ottiene un notevole successo, raggiungendo il secondo posto al premio “Tramate con noi” di Rai Radio1 e vincendo il premio Emotion al “Premio Letterario Città di Cattolica” nel 2019. Massimiliano Scudeletti continua a scrivere racconti, molti dei quali con Alessandro Onofri come protagonista, fino a pubblicare il suo secondo romanzo nel 2019, intitolato L’ultimo rais di Favignana. Aiace alla spiaggia (Bonfirraro). Nel frattempo, i suoi reportage di viaggio trovano spazio nella rivista “Erodoto 108”.
Il link alla recensione su La Tela Nera: http://bitly.ws/IxB2
Sanremo. La stagione primaverile dei Martedì Letterari si conclude con un appuntamento dedicato alla letteratura americana in Italia. Domani 13 giugno alle 17 nel teatro dell’Opera Il professor Emanuele Pettener, docente di letteratura italiana alla Florida Atlantic University (Boca Raton, Florida), componente della giuria del Premio Semeria si soffermerà su Bordighera Press; sulla la letteratura italoamericana e sul suo romanzo “Floridiana”. Iniziando dal primo romanzo italoamericano (“Lorenzo and Oonolaska”, 1835) racconterà della vibrante scrittura d’immigrazione fra 1800 e 1900, per poi soffermarsi sui nomi piu’ interessanti, dal poeta Joseph Tusiani a Pietro Di Donato, passando per John Fante ed Helen Barolini, concludendo con le popolarissime Lisa Scottoline e Adriana Trigiani. Interverranno da remoto Anthony Tamburri, Fred Gardaphe e Paolo Giordano (nato a Bordighera), tutti e tre gli editori di Bordighera Press. Dialogano con l’autore lo scrittore Marino Magliani e Marzia Taruffi. “Floridiana” di Emanuele Pettener, pubblicato da Arkadia nella collana “Senza Rotta”, curata da Marino Magliani, Luigi Preziosi, Paolo Ciampi. è una commedia sul desiderio, sull’essenza magica e ridicola della nostra esistenza. Il libro Boca Raton, Florida, marzo 2016. In una lucente mattina tropicale Thomas, dentista in pensione, lascia la moglie ApriI. Ne è innamorato appassionatamente, ma avverte con amarezza che il suo sentimento non è corrisposto. Rifugiatosi in un motel, ci racconta la storia della sua vita, trascorsa in perpetua ed elettrica tensione fra due passioni: l’amore intenso per la famiglia e quello altrettanto feroce – e continuamente frustrato – per la scrittura. Convinto che la moglie lo tradisca con il suo vecchio rivale Juan, ex compagno di studi in un corso di Creative Writing e ora ginecologo di Aprii, Tom si unisce a tre amici e a un gruppo di ragazzi americani per una vacanza-studio a Venezia. Qui, in compagnia di una giovane argentina, stregato dalla sensualità della città e della sua nuova amica, esplora sensazioni mai provate e vive inattese avventure, fino al risolversi del mistero del tradimento di ApriI. Emanuele Pettener è nato a Mestre. Insegna Lingua e Letteratura italiana ed è “writer in residence” alla Florida Atlantic University (Boca Raton, Florida) dove nel 2004 ha conseguito un Ph.D in Comparative Studies. Ha scritto articoli e racconti apparsi su riviste statunitensi e italiane. Ha scritto i romanzi “Mi hai lasciato e sono bellissimo” (Corbo, 2009); “Proust per bagnanti” (Meligrano, 2013); “Arancio” (Meligrano, 2014). Ha pubblicato il saggio “Nel nome del padre del figlio e dell’umorismo. I romanzi di John Fante” (Cesati, 2000). In inglese ha pubblicato la raccolta di racconti brevi, tradotti da Thomas de Angelis, “A season in Florida” (Bordighera Press, 2014). Ha curato il cinquantesimo numero della rivista “Nuova Prosa” (2009). La stagione estiva dei Martedì Letterari riprenderà il 30 giugno con una serie di incontri serali.
Il link alla segnalazione su Riviera24: http://bitly.ws/IxyB
Le storie anche quelle più tristi iniziano in una mattina di sole, in fondo estate – inverno, giorno e notte e amore e morte non sono altro che un binomio contrastante, punti indelebili di un percorso tutto da tracciare. Inferno e Paradiso in fondo sono mete definite, ma in medias stat virtus dicevano i latini e forse dopo una lucida ricognizione spaziale e concettuale aggiungeremmo che in questo fantomatico mezzo ci abitano più anime che nelle mete più ambite tanto da renderle spiagge desolate. Gli ossi di seppia e i cocci di bottiglia possono formare un loro piccolo grande esercito. Nella dura sopravvivenza s’impongono un non troppo velato schieramento. Si osservano e si scontrano strenuamente fino a quando si accorgono di parlare lo stesso linguaggio quello della passiva sopraffazione. Allora riscoprono la perduta corporeità e si sfiorano facendo intravedere uno squarcio di anima. L’incontro permette di concentrare tutta la rabbia e farla uscire sgorgante emettendo un grido squarciante di dolore. Assolato e solitario quel grido come fosse un’ammissione di colpa. Come se superiorità e inferiorità fossero aghi della stessa bilancia. Qualsiasi errore ha bisogno di una metafora per sopravvivere perché spoglio di tutto con la crudezza della verità, non ci sarebbe confronto. Ḕ così che in questa terra di mezzo trovano un loro posto verità e inganno in un gioco che obbliga a trovare una scappatoia per non soccombere. E se il punto di fuga fosse un’inesorabile illusione ? Ḕ questa la triste parabola dell’essere umano, ognuno scavando nel profondo del suo essere troverebbe mulini a vento da fronteggiare . Ḕ questa la parabola esistenzialista di Stefano e Marta. Due anime violentemente imperfette che metterebbero l’insegnamento moraleggiante sotto le suole delle scarpe per farlo incontrare con la polvere in un appuntamento al buio dall’esito incerto. L’autrice si addentra magistralmente nei torbidi canali della sofferenza sfruttando la voracità del linguaggio della violenza. Pur mantenendo il suo carattere diretto e squarciante l’autrice, ha il grande merito di renderlo soave poesia. La scrittrice e il linguaggio attuano un loro duello. Uno scontro aperto tra anima e virilità, ma nessuno dei due contendenti vuole arrendersi, mollare non è contemplato fino a quando non comprendono che la via da seguire è quella della contaminazione e così si mostrano al lettore in tutta la loro folgorante e abbagliante potenza. Il libro è un racconto lungo, un magistrale connubio tra narrativa classica ed evocazione memorialistica da entrambe emergono però affascinanti sfumature noir. Polvere sei e polvere diventerai si posa come una spada di Damocle sulla testa dei personaggi che danno pugni al vento per far muovere la ruota del destino. Il nemico è invisibile perche loro nei meandri della perdizione hanno perso la corporeità e possono osservare la versione rarefatta del sé solo mediante lo sguardo dell’altro e nell’attimo sospeso tra giudizio e comprensione. Quella tra Stefano e Marta è la relazione malata di due cuori alla deriva. I personaggi, infatti, comprendono solo alla fine cosa intendeva Fossati quando scrisse che” la costruzione di un amore non ripaga del dolore ma è solo un altare di sabbia in riva al mare “ soprattutto quando di tempo non ce n’è nemmeno per il perdono. Nelle pagine l’autrice cerca di diluire la rabbia dei protagonisti dando un significato al loro male di vivere. Nonostante le loro azioni deplorevoli non si riescono a odiare del tutto. Il loro destino è quello degli eterni secondi. Stefano è un rinomato professore di liceo che poteva diventare un pugile famoso ma travolto dalla rabbia, commette un errore fatale e il suo sogno si scioglie come neve al sole. Non potendo rinunciare del tutto alla propria passione tiene dei corsi di autodifesa per gli alunni più promettenti. Marta è continuamente in preda alla frase “ ma ahimè sei nate tu “ che non ha traumatizzato solo Lady Oscar. Il suo eterno confronto è con la sorella maggiore Ada che rasenta la perfezione. Il seme della gelosia germoglia fino a far abitare il cuore di Marta dai corvi. Quando inizia, la storia è accaduta già tutto Ada è morta e lo è anche Marta, quest’ultima per mano di Stefano che da suo professore è diventato fidanzato. Quello che potrebbe essere tracciato come un femminicidio nasconde in realtà indicibili e sconvolgenti verità. Mearini sceglie di ambientare tutto all’interno della palestra che Stefano frequentava da giovane. Lì ritrova il buon Mario, l’ex allenatore. Nel corso della narrazione l’uomo che è l’unico personaggio positivo come un moderno Virgilio col profumo di un padre guida Stefano nei meandri vorticosi del suo buio alla ricerca del flebile colore della speranza. La scelta compiuta non è casuale. Lo sport dovrebbe essere il regno dell’esaltazione dei valori e quindi diventa il settore narrativo privilegiato quando questi si sono perduti. In questa confessione allo specchio Mearini inserisce degli stralci di storia del pugilato. La costruzione di questo spietato e commovente Corpo a corpo è ritualistica. L’autrice non solo comincia dalla fine per terminare con un inizio ma anche la pulizia della palestra ha le sue fasi purificanti proprie come se fosse attuato un nuovo battesimo profondamente umano. In questa indagine introspettiva su come rendere i rapporti egualitari emergono solitudini, malattie, ossessioni. Si scava e il trapasso è bruscamente interrotto mentre la cupezza del cielo fluttua sulle onde la dormiente stasi della fine annebbiando persino la schiuma dei ricordi e la bimba attende che il mare la chiami per ricevere per la prima volta un abbraccio avvolgente che tarda ad arrivare. Un testo in cui ogni relazione ha un fantasma che funge da terzo incomodo, ma qui è la creta a rendere malleabili i corpi, è il primo passo per prepararli all’infernale danza della morte.
Francesco De Filippi
Il link alla recensione su La Casa delle storie: http://bitly.ws/IxJt
Sfoglia le sue ultime pagine la stagione primaverile di ViaConvento, la rassegna di conversazioni su libri sardi promossa dal Comune di Quartu Sant’Elena. Mercoledì 14 giugno alle ore 18, nella Sala dell’Affresco dell’Ex Convento dei Cappuccini in via Brigata Sassari, si parlerà del libro “Il Cavaliere senza onore” di Nicolò Migheli, recentemente pubblicato dall’editore Arkadia.
L’autore del romanzo è un sociologo che ha al suo attivo diverse opere di carattere scientifico dedicate alla cultura e tradizioni della Sardegna. Editorialista della Nuova Sardegna, Migheli ha scritto per l’Unione Sarda e tiene per la Rai un programma quindicinale in sardo dedicato alla politica estera. Ha esordito nel 2011 come scrittore con “Hidalgos” (Arkadia editore, finalista al premio Alziator del 2012, al Premio Chambéry, al Premio Città di Cuneo nel 2013, tradotto in Bulgaria nel 2014), e sempre per Arkadia ha partecipato con altri autori all’antologia “La Cella di Gaudì” (2012) e pubblicato i romanzi “La storia vera di Diego Henares de Astorga” (2013) e la “Grammatica di Febrès” (2019). Un suo racconto è stato inserito nella raccolta “Storie Barocche” (Piemme 2021).
Il suo “Il Cavaliere senza onore” racconta del bandolero Juan Domingo Meloni che, tra la fine del Seicento e i primi del Settecento, imperversa nella Sardegna centrale con le sue gesta delittuose. Protetto dal clero, rispettato e temuto, il protagonista del romanzo si inserisce negli scontri politici dell’epoca e, anche se la giustizia si dimentica di lui, la ferocia con cui ha perseguito i suoi scopi nefandi non resterà impunita. Il romanzo di Migheli narra vicende realmente accadute, ma tratteggia al tempo stesso un periodo cruciale per i destini dell’Isola e dell’Europa, all’interno della crisi che condurrà il Regno di Sardegna dall’Impero spagnolo al dominio dei Savoia.
Nell’appuntamento del 14 giugno, “Il Cavaliere senza onore” di Nicolò Migheli sarà introdotto dal Presidente del Consiglio Comunale Rita Murgioni e presentato dal Presidente dell’Associazione Genti Arrubia Enrico Frau, che dialogherà con l’Autore; sono inoltre previste letture, a cura di Giusy Fanti. La serata sarà conclusa da Myriam Quaquero.
Con la presentazione del romanzo di Migheli termina dunque il primo ciclo di ViaConvento, che ha ottenuto un importante riscontro anche per la particolarità del suo format, incentrato su libri che parlano della Sardegna. Diversi ed eterogenei, infatti, gli incontri programmati, ma tutti con uno sfondo comune: dalla politica (Sandro Dessì e Viviana Faedda, “Il mondo di Antonio Gramsci”) alla storia (Fabio Pomata, “Tabarca”) e allo sport (Nando Mura, “A canestro dal 1924”); dalla narrativa (Giancarlo Casula, “Desula” e Rossana Copez, “Cercandocieli”) all’archeologia e al territorio (Raimondo Zucca e Giacomo Paglietti, “I giganti di Mont’e Prama”, Tonino Oppes e Nicola Castangia, “Le case delle fate, l’incanto delle Domus de Janas”); dalle tematiche ambientaliste (Monica Pais, “L’incendio del bosco grande”) alla grande tradizione musicale popolare (Marco Lutzu “Deus ti salvet Maria”) e alla cultura sarda nel suo complesso (Vent’anni della rivista “Camineras”): una preziosa occasione di conoscenza e di riflessione comune.
Il link alla segnalazione sul Comune di Quartu Sant’Elena: http://bitly.ws/IxvN
Giovedì 15 giugno alle ore 16 nel giardino del Museo Bicknell di Bordighera si terrà l’interessante incontro dedicato all’attività della casa editrice americana Bordighera Press che porta il nome di Bordighera nel mondo della cultura atlantica. Dialogheranno il professor Emanuele Pettener della Florida Atlantic University (Boca Raton, Florida) e membro del comitato scientifico della Bordighera Press, e il rinomato scrittore Marino Magliani, già candidato al Premio Strega 2022. Introduce i lavori la storica del territorio Gisella Merello, presidente della giuria di assegnazione del “Parmurelu d’Oru”.
La casa editrice Bordighera Press, fondata da Anthony J. Tamburri, Fred Gardaphe, e Paolo Giordano, già Parmurelu d’Oro nel 2012, ha sede a Manhattan, New York. Attraverso le sue quattro collane e due riviste propone letteratura (narrativa, saggistica, poesia) italoamericana e italiana in traduzione, fornendo quindi un preziosissimo contributo culturale alla diffusione di opere altrimenti trascurate negli Stati Uniti; fra gli autori italiani tradotti, citiamo Antonio Gramsci, Franca Rame, Dacia Maraini, Giuseppe Bonaviri, Marino Magliani, Alain Elkann. Il nome della casa editrice viene dal paese natio di Paolo Giordano. Ha al suo attivo anche un premio di poesie sempre intitolato alla Città delle Palme, il Bordighera Poetry Prizes.
Emanuele Pettener è professore associato e “Writer in Residence” a Florida Atlantic University (Boca Raton, Florida) dove ha conseguito, nel 2004, un Ph. D in Studi Comparati, con una dissertazione sull’umorismo nei romanzi di John Fante, divenuto libro nel 2010, recentemente ripubblicato in nuova edizione da Oligo Editore, e di prossima pubblicazione in versione inglese per Farleigh Dickinson Press (New York) con il titolo: When We Were Bandini. Humor and Satire in John Fante’s Novels. È autore di 5 romanzi in Italia, i più recenti Floridiana (2021) e Giovani ci siamo amati senza saperlo (2022), entrambi per Arkadia Editore, e negli Stati Uniti della raccolta di racconti A Season in Florida (Bordighera Press, transl. Thomas De Angelis, 2014).
Marino Magliani è nato in una valle imperiese e ha trascorso gran parte della vita fuori dall’Italia. Oggi vive tra la sua Liguria e la costa olandese, dove scrive e traduce. È autore di numerosi libri, tra cui ricordiamo: Quella notte a Dolcedo (Longanesi 2008), L’esilio dei moscerini danzanti giapponesi (Exòrma 2017) e Prima che te lo dicano altri (Chiarelettere 2018), Il cannocchiale del tenente Dumont (L’orma, 2021) è stato candidato al premio Strega.
Il link alla segnalazione su Riviera Time: http://bitly.ws/IxoT
Testimonianza di un’orgia poetica, di Abilio Estevez, è un tripudio di letteratura cubana, sette racconti che danzano tra saggio e memoire, un omaggio all’amicizia, quella con Virgilio Piñera, durata quattro anni e dove al suo fianco “tutto diveniva letteratura, genialità, intelligenza, arguzia e umorismo” Ritratto di Virgilio all’Inferno, titolo di dantesca ispirazione, che narra le difficoltà e la repressione nel periodo castrista, anche Reinaldo Arenas suggerisce nel suo libro “Prima che sia notte”, che Virgilio fosse caduto in disgrazia presso Fidel Castro con il romanzo Presiones y diamantes, caustico e scomodo. Testimonianza dell’orgia ci rende un’immagine più intima del giovane Estévez quando non sapeva nulla di rivoluzioni né dei suoi incubi e sognava di vivere altrove in quei luoghi dai nomi evocativi e dai grandi fiumi. Crescere negli anni settanta e ottanta a L’Avana – scrive l’autore – significava imparare a vivere, a sopravvivere. Leggere Camus era pericoloso, “Il rovescio e il diritto”,”il libro del nemico”. Estévez immagina gli illustri personaggi che sbarcarono a L’Avana come Garcia Lorca e Luis Ceruda in Aria, Cielo, Palma e Cannella. E poi a Parigi? con Julián del Casal un meraviglioso poeta vissuto troppo poco, solo ventinove anni, imbarcato per raggiungere una Parigi tanto agognata dagli artisti e scrittori, la Mecca culturale, senza mai arrivarci, Casal come Lezama Lima non hanno bisogno di nulla per essere altrove, solo attraverso le pagine dei libri. Un’ analisi sulla letteratura cubana ma soprattutto la cubanità nelle grandi opere di Lezama, Arenas, lo stesso Casal nonostante Cuba non sia mai presente nelle sue opere, nessuno è più cubano di lui.
“Si dice che ancor prima di apparire in forma di libro, Paradiso, il romanzo di José Lezama Lima, fosse già preceduto dalle risate dei linotipisti. I commenti di coloro che lavoravano con le matrici arrivavano a ciò che a Cuba si definiva, all’epoca, con una frase di reminiscenze pitagoriche: “le alte sfere”. Questi, tuttavia, non ci fecero caso.
«Un’altra delle follie del grassone», avrebbe detto Nicolás Guillén mentre dava da mangiare ai galli nel suo giardino.
Dopotutto, quale preoccupazione potrebbe essere causata da un tomo di cinquecento pagine che, per giunta, nessuno avrebbe capito?
Estévez ci narra di un altro romanzo che ha suscitato forti risentimenti Paradiso il capolavoro di José Lezama Lima già oggetto di saggio da parte di Julio Cortazar paragonandolo, quest’ultimo, all’opera il Doganiere Rousseau: pur gradendo per la visibilità, risponde attraverso le pagine del suo romanzo postumo “L’arte del Doganiere scaturisce dalla fonte immobile di un incanto” Infine Estévez ci regala la bellezza della sua isola attraverso i versi poco conosciuti ma bellissimi di alcuni poeti cubani che hanno cantato e omaggiato l’isola. L’opera di Abilio è di una sconcertante bellezza, è intelligente, accattivante, originale, pregna di letteratura e arte, di cose che non ci sono più – come scrive il traduttore Alessandro Gianetti – come non ci sono più i personaggi, gli scrittori che hanno popolato queste pagine, ma restano comunque opere che hanno tracciato un solco evidente nella letteratura cubana, e che a mio avviso andrebbero rivalutate e rilette con la dovuta attenzione.
“La letteratura è mito, non equazione; non ha nulla a che fare con il calcolo, ma con la rivelazione”
A insegnarlo a Estévez è stato il suo amico e mentore Virgilio Piñera.
Testimonianze di un’orgia poetica è un’opera necessaria di inestimabile valore, semplicemente meravigliosa.
Abilio Estévez. È nato a L’Avana nel 1954, ma risiede da anni su un’isola molto più piccola, Palma de Mallorca, nelle Isole Baleari, in Spagna. Il suo primo romanzo, Tuo è il regno (Adelphi, 1999), ha ricevuto il premio della critica cubana, il premio per il miglior libro straniero pubblicato in Francia nel 2000 (condiviso con Pastorale americana di Philip Roth), ed è stato tradotto in più di dodici lingue. Ha vinto il Premio Luis Cernuda con Manual de tentaciones e il Premio Teatral Tirso de Molina con La noche. Autore di diversi altri romanzi, di racconti e di numerose opere teatrali, Estévez è considerato uno dei massimi esponenti viventi della Letteratura ispano-americana.
Loredana Cilento
Il link alla recensione su Mille Splendidi Libri e non solo: http://bitly.ws/IxrI
In una Milano trafelata ed enigmatica, l’autrice meneghina Elena Zucchi ambienta il suo romanzo d’esordio Le scintille di Alma (Arkadia Editore, Collana Eclypse).
In queste pagine ci racconta di una donna tormentata dal conflitto fra la ricerca dell’amore e lo scioglimento di un nodo decisivo del proprio passato, relativo alla morte misteriosa della mamma. Con l’aiuto di un giornalista argentino, la protagonista si cimenta in un’indagine che esiterà nella scoperta della verità. Sulla morte della madre, sui segreti che l’uomo sfuggente di cui è innamorata nasconde, ma anche su sé stessa.
La storia si sviluppa attraverso tre linee conflittuali parallele: familiare, sentimentale e professionale ed esita nella scoperta della verità da parte di Alma. Si conclude con un sogno che rappresenta la possibilità per Alma di liberarsi dal passato e aprirsi a un nuovo futuro, sentimentale ed esistenziale.
Si tratta di un romanzo psicologico, che mette al centro proprio la ricerca della propria autenticità.
Il link alla recensione su Leggere:tutti: http://bitly.ws/Ixhp
Per la gioia degli appassionati, tornano in libreria i fratelli Dario e Marco Mannelli e la loro assistente Lucia, a caccia di segreti da svelare ed enigmi da sciogliere. Esce oggi infatti per i tipi di Arkadia Il codice Stradivari, il nuovo romanzo di Mauro Caneschi, che riprende i protagonisti del precedente La chimera di Vasari. Dario e Marco sono giovani, belli, ricchi; vivono in una splendida villa sul lago di Garda con tanto di maggiordomo; Dario è sposato con la bella Sonia e Marco, il più giovane, deve cercare di tenere sotto controllo la linea, avendo una certa propensione a pranzi e cene da gourmet. Ma ciò che rende unici i fratelli Mannelli è qualcosa – o qualcuno – che vive nei loro smartphone e tablet: si tratta di L.U.C.I.A., da loro familiarmente chiamata Lucia, una vera e propria Intelligenza Artificiale di cui sono in possesso. Sotto l’aspetto di una splendida ragazza dai lunghi capelli neri, che appare sui loro schermi nei più fantasiosi outfit, in gonna e camicetta da perfetta segretaria, in tenuta da hostess o provocante in bikini, l’I.A. ha una memoria stratosferica e una impressionante capacità di stabilire collegamenti e connessioni, di azzardare ipotesi e proporre soluzioni. È quindi un aiuto indispensabile nelle vari avventure che i due si trovano ad affrontare, per aiutare un amico o per risolvere un caso intricato.
Questa volta Marco e Dario sono alle prese addirittura con uno scambio epistolare tra due grandi artisti del XVII secolo: il pittore Sebastiano Ricci e il celeberrimo liutaio Antonio Stradivari. In cerca di un segreto che sembra straordinariamente interessante i due fratelli e l’inseparabile Lucia si spostano tra Venezia, Cremona, Parigi, Berlino; visitano chiese e musei; risolvono enigmi ai quali seguono nuovi enigmi; si battono con l’immancabile avversario… come finirà la caccia al tesoro? Se con questa presentazione vi ho incuriosito, correte a comprare Il codice Stradivari!
Marisa Salabelle
Il link alla recensione su MasticadoresItalia: http://bitly.ws/IxbS