Copertine a Mondo e Zaffora: con l’etnea A&B Editrice psicoanalisi e psichiatria in cattedra
Le letture consigliate da Salvatore Massimo Fazio dal 13 al 26 giugno
BLOG Due settimane all’insegna dei grandi ritorni: Musolino per La nuova frontiera Junior, Caneschi e Valenti Sabouret per Arkadia, Parazzoli per Urban Apnea, Zaffora (libro controcopertina) per A&B, che piazza anche il debutto alla narrativa del saggista junghiano etneo Riccardo Mondo (libro copertina). Speciale Il Saggiatore con 4 titoli, tra questi “Tutte le poesie” di Sibilla Aleramo. Novità con “Fifablu”, nuova collana horror per ragazzi di Bianconero edizioni
Calcio, migrazione, mare… ma quanti siciliani e quanta Sicilia in queste due settimane dal 13 al 26 giugno che apriamo coi flashback allo scorso 9 giugno con il ritorno del messinese Francesco Musolino con “Miti e storie del mare” per La nuova frontiera Junior e del pistoiese Mauro Caneschi con “Il codice stradivari” per Arkadia. L’editore sardo, per le due settimane a seguire, piazza anche la siculo-parigina Adriana Valenti Sabouret con “La ragazza dell’opera“.
En plein per la siciliana A&B Editrice che si aggiudica il libro copertina con “Il mare non mente mai“, debutto al romanzo dell’eminente saggista e analista junghiano Riccardo Mondo, ed anche il libro controcopertina con “Migrazioni“, la nuova raccolta di racconti dello psichiatra, pittore, poeta, saggista e narratore di Gangi, Carmelo Zaffora. Altro ritorno attesissimo è quello del nisseno Roberto Mistretta, l’autore del saggio sul giudice Rosario Livatino, il quale onora la sua terra, Mussomeli, con “I delitti di Manfreda” per i tipi di Odissea. La poesia è onorata da “Tutte le poesie“, raccolta pubblicata da Il Saggiatore della compagna di Dino Campana, Sibilla Aleramo; la casa editrice milanese piazza altri tre tre titoli in linea con l’escavazione dell’anima e l’interesse per la comunicazione con Edoardo Boncinelli e il suo “Piccolo dizionario della nostra coscienza“, Tom Mustill con “Come parlare il balenese. Il futuro della comunicazione animale” e Carlo Rainone con l’omaggio al più forte calciatore di tutti i tempi in “La foto con Dios, Napoli 1984-1991“.
L’attesa più attesa è finita, e torna la straordinaria penna di Laura Calosso con “Bordighera Grand Hotel” (Sem). Sorpresa in casa Urban Apnea Edizioni: Ferruccio Parazzoli (due volte finalista al Campiello e altrettante candidato allo Strega) sceglie la piccola realtà siciliana per ripubblicare il suo capolavoro uscito nel 2005 per Mondadori dal titolo “L’evacuazione“. Altre uscite del periodo sono Nello Rossi con “Cartoline a Ponzone. Immagini ieratiche e immagini ottiche. Riflessioni di un allievo di Ando Gilardi sulla rivoluzione dell’immagine fotografica” (Töpffer Edizioni), Fabrizio Binacchi “Piccoli segreti mantovani” e Igor Ebuli Poletti, “Il jazz, una storia sentimentale” (Oligo editore).
Novità collane in casa editrice Bianconero: nasce Fifablu che dedica illustrazioni e letture per giovani che anno l’horror: martedì 13 i primi due titoli. Spettacolare il ritorno del giornalista Valerio Musumeci per Bonfirraro: il 23 giugno esce “Negli occhi di Enzo. Conversazione sul Novecento e oltre con l’avvocato Enzo Trantino“. Chiudono lunedì 26 giugno, Michael Von Albrecht con “Sermones. Satire sul presente“, Elisabetta D’Ambrosio con Sergio Gandini, con “La nube della non-conoscenza“per Graphe.it Edizioni e Luigi Guelpa con “Li chiamano anche portieri” per Mursia.
Sicilia e psicologia si affermano tra i nostri consigli.
Il flashback delle precedenti settimane
Francesco Musolino, Miti e storie del mare, La nuova frontiera Junior
Dal mitico ritorno a casa di Ulisse ai viaggi di Sindbad il marinaio, dalle Sirene a Scilla e Cariddi, dalla leggenda di Colapesce alla vera impresa di Shackleton, da Moby Dick al Kraken… Il mare racchiude in sé un bagaglio inesauribile di miti, storie e leggende piene di fascino e di avventura. Issate le vele, mollate gli ormeggi, si parte! Età di lettura: da 7 anni.
Mauro Caneschi, Il codice Stradivari, Arkadia
Il ritrovamento a Venezia di una lettera datata 1943, che contiene misteriosi riferimenti al trittico di un pittore del XIV secolo e al grande Antonio Stradivari, innesca fin da subito un’avventura dai contorni rocamboleschi. I fratelli Dario e Marco Mannelli, informati della scoperta da un amico, decidono di partire per la città lagunare in compagnia della loro Intelligenza Artificiale, LUCIA, pronti a fare luce sull’enigma. E sarà tra calli e ponti che i protagonisti inizieranno un’indagine serrata sulle tracce dei pannelli smembrati dell’opera di Jacobello del Fiore, custodi di importanti indizi per venire a capo del caso. Venezia, Parigi, Berlino, sono solo alcuni degli scenari in cui si dipana la trama di un intrigo che affonda le sue radici in un passato remoto, riemerso solo per caso, in un carosello di viaggi, imprevisti e labili tracce, mentre i tre investigatori tenteranno di comprendere quali elementi uniscano un pittore trecentesco a un artista vissuto a cavallo tra Seicento e Settecento, il più famoso liutaio d’Europa. Sulla scia della loro ricerca, però, Dario, Marco e Lucia non immaginano neanche lontanamente il vaso di Pandora appena scoperchiato.
Le uscite di martedì 13 giugno
Nasce la nuova collana “Fifablu” di Bianconero edizioni: Jocelyn Boisvert, Uccelli del malaugurio, con illustrazioni di Julie Massy
Il primo giorno di una noiosa vacanza che si trasforma in un vero e proprio incubo. Una storia ambientata tra le tombe di un cimitero. Un’inspiegabile sparizione che mette in moto le indagini della Polizia. E una strana cantina che nasconde un mistero. Sono libri “vietati ai paurosi” i titoli della nuova collana per ragazzi Fifablu, che l’editore Biancoenero porta in Italia dal Canada per i giovani lettori amanti del noir. Ispirato al film Gli uccelli, capolavoro horror del grande regista Alfred Hitchcock, il 9 giugno esce in libreria Uccelli del malaugurio di Jocelyn Boisvert (dai 12 anni), autore di oltre quaranta romanzi per ragazzi, vincitore nel 2007 del Premio Victor-Martyn-Lynch-Stauton, assegnato dal Canada Council for the Arts. Seduta sul retro dell’auto di famiglia, Daphne sospira di noia al pensiero di trascorrere due settimane di campeggio con i genitori. Ma all’improvviso…Bang! Un uccello si schianta contro il parabrezza. E quando il padre scende dall’auto per controllare che cosa è successo, un secondo uccello lo colpisce alla testa. Inizia così una lunga serie di avvenimenti destinati a trasformare il primo giorno di vacanza in un vero e proprio incubo.
Nasce la nuova collana “Fifablu” di Bianconero edizioni: François Gravel, Non aver paura dei cimiteri, con illustrazioni di Julie Massy
Non aver paura dei cimiteri, di François Gravel, autore di oltre cento libri, tra romanzi, opere per ragazzi, poesie e documentari. Finalista al Premio Tamarac nel 2020 e selezionato da Communication Jeunesse nel 2019, il libro, rivolto ai ragazzi a partire dai 12 anni, racconta la storia di Clara, educata dai genitori a non aver paura dei cimiteri. Mamma e papà non hanno inoltre esitato a comprare casa ai margini di uno di quegli immensi giardini punteggiati di lapidi. Eppure, quando dalla finestra della sua camera Clara vede le luci tremolanti sopra le tombe, ha molti dubbi. Che si trasformano in certezze quando una delle fiammelle la chiama. Evidentemente i suoi genitori non le hanno detto tutto. Che cosa le stanno nascondendo?
Ferruccio Parazzoli, L’evacuazione, Urban Apnea Edizioni
L’Evacuazione di Ferruccio Parazzoli, romanzo pubblicato per la prima volta nel 2005, ritorna nelle librerie in una nuova edizione tutta siciliana, con la prefazione di Giuseppe Genna. Il volume, ripubblicato dalla casa editrice Urban Apnea Edizioni, è scaricabile gratuitamente in digitale già dal 6 giugno
Finalista per ben due volte al Premio Campiello (1977- 1982) e per altre due al Premio Strega (1985 e 2017), lo scrittore di origine romana Ferruccio Parazzoli sceglie la piccola casa editrice siciliana Urban Apnea Edizioni per ripubblicare il romanzo “L’evacuazione”, reso noto nel 2005 dal colosso editoriale Mondadori.
Da Nord a Sud, il viaggio letterario di Parazzoli fa sosta a Palermo, in casa Urban Apnea Edizioni: intraprendente e giovane biblioteca virtuale che fin dalla sua nascita, puntando sul digitale, offre in download gratuitamente l’intero catalogo e tirature cartacee limitate (o Print On Demand), permettendo a chiunque la fruizione dei propri titoli.
“L’evacuazione”, seconda stazione della trilogia su Piazzale Loreto (insieme a “MM Rossa” e “Piazza bella piazza”), scomparso già da qualche anno dagli scaffali libreschi, torna fruibile nella doppia veste digitale e cartacea, grazie all’attenzione della casa editrice siciliana che dal prossimo 6 giugno metterà a disposizione degli utenti la versione digitale, gratuitamente scaricabile sul sito https://www.urbanapneaedizioni.it/; mentre quella cartacea potrà essere acquistata in anteprima durante il festival “Una marina di libri” che si terrà nel capoluogo siciliano a partire dal prossimo 8 giugno, e sul portale della casa editrice.
Ferruccio Parazzoli, punta di diamante della storia dell’editoria italiana, celebre scrittore di numerose opere di saggistica e narrativa, tra le quali “Il giardino delle rose” (1985) e “La nudità e la spada” (1990), direttore per molti anni della collana Oscar di Mondadori, ha deciso di rinnovarsi e sposare il progetto open content della siciliana Urban.
Il romanzo a tratti kafkiano e con qualche sfumatura gotica che ricorda Henry James, racconta la vicenda di un uomo, un inquilino senza nome che abita all’ottavo piano del palazzo numero sette, di viale Brianza. Quando un ordigno di 450 chili, residuato del bombardamento del 13 agosto 1943 su Milano, viene trovato durante gli scavi edili di viale Brianza 34, scatta l’allarme per l’imminente evacuazione della zona di piazzale Loreto per permettere il disinnesco. L’inquilino dell’ottavo piano però rifiuta l’ingiunzione, e deciso a restarsene dietro le finestre, dopo aver acquistato pane e giornale, si barrica in casa. Da questa volontaria clausura inizia l’avventurosa discesa nelle viscere sotterranee della città; tra i condotti metropolitani e i labirinti delle vecchie fondamenta l’uomo senza nome dell’ottavo piano farà gli incontri più bizzarri, si imbatterà in personaggi inaspettati, forse fantasmatici o irreali.
Ne “L’evacuazione”, come scrive Giuseppe Genna nella prefazione al romanzo: «la trama è impalpabile quanto la sostanza delle controfigure che il protagonista viene a mano a mano incrociando in questa sua assoluta renitenza allo spostamento: essi sono spettri, fantasmi, i vivi che non vediamo – continua Genna – coloro su cui la nostra attenzione, di norma, non si posa o si posa male, inquinata da un rumore di fondo che l’evacuazione azzittisce radicalmente».
Secondo Genna infatti, la straordinaria capacità dello scrittore romano di rendere impalpabili le vicende storiche drammatiche e amalgamarle alla vicenda romanzesca: «un coraggioso tentativo » che Parazzoli tuttavia può concedersi grazie alla «consapevolezza che nutre la scrittura precisa, minuziosa e asettica de L’evacuazione». Ferruccio Parazzoli, maestro delle antitesi e abile giocoliere dei travestimenti parolieri, in questo straordinario romanzo, come scritto da Genna, permette al lettore di entrare nella sotterranea dimensione degli eventi: «vedere tutto dall’esterno, ma vederlo, una buona volta, questo tutto».
Roberto Mistretta, I delitti di Manfreda, Odissea
Storie d’amore e di morte nell’assolata terra di Sicilia per salutare l’entrata in scenadi un nuovo protagonista del giallo d’autore.
Dalle erbe profumatissime dell’aromatario di Girafi alle terribili filastrocche che annunciano ognuna un delitto in una trappola per topi. Dalla festa esclusiva tra gli invitati non può mancare Franco Campo che dovrà raccontare ben altro della violoncellista barocca all’inedito manoscritto di Quasimodo conservato da Nonna Caterina. Finché il Livellatore non scgelierà proprio Franco Campo e la sua penna per affidargli la propria vendetta, accompagnata da quella parola ripetuta: Caritas.
Le uscite di giovedì 15 giugno
Nello Rossi, Cartoline a Ponzone. Immagini ieratiche e immagini ottiche. Riflessioni di un allievo di Ando Gilardi sulla rivoluzione dell’immagine fotografica, Töpffer Edizioni
«Bisognerebbe allora avere il coraggio di rovesciare il tavolo di lavoro, come fece con irriverenza senza eredi quel guastafeste di Ando Gilardi con la sua storia sociale della fotografia, relegare sullo sfondo i “grandi nomi” sopravvalutati e ripartire da una storia degli usi di massa, degli scambi, degli investimenti sociali ed emotivi che la fotografia continua a veicolare. Servono storici del presente per capire la gigantesca condivisione planetaria in corso su Internet, vera rivoluzione nella civiltà delle immagini. Se non riusciremo a metterlo in prospettiva critica, questo flusso di immagini senza qualità ci travolgerà col suo illusorio eterno presente»
Nello Rossi: “Così scriveva Michele Smargiassi su Repubblica del 29 dicembre 2010, e io non vorrei sconfessare per nessuna ragione al mondo questo bellissimo apprezzamento dell’ancora non del tutto capito enorme lavoro “irriverente” di Ando Gilardi, ma solo aggiungere che un piccolo, ma per me enorme, lascito ereditario io l’ho ricevuto dal “fotografo” di Arquata Scrivia. Non esiste uno studio che si occupi del nuovo sguardo con cui la scoperta dell’immagine fotografica ha costretto a guardare, più o meno consapevolmente, le immagini religiose, che, a datare dal quarto secolo, hanno per secoli quasi monopolizzato la “storia dell’arte”, che sarebbe più opportuno chiamare “storia delle immagini”.
“Il saggio “Cartoline a Ponzone” presenta le riflessioni sulle immagini, manuali e fotografiche, di Nello Rossi, un collaboratore di “Phototeca”, il prestigioso periodico creato da Ando Gilardi e Roberta Clerici. La scoperta della fotografia ha provocato nella storia delle immagini – iniziata circa quarantamila anni fa, quando l’uomo ha preso coscienza che l’impronta naturale e involontaria del suo piede nel fango sarebbe potuta diventare artificiale e volontaria – una ancora incompresa rivoluzione: nel saggio sono raccolti numerosi esempi di come la Fotografia ci ha costretto a guardare con uno sguardo nuovo le immagini che visualizzano, da milleseicento anni, la religione cristiana. Per sua natura, per la capacità insuperabile di riprodurre fedelmente la realtà, la Fotografia è un’immagine laica: è all’immagine manuale che è stato affidato il compito, da quando si sono sviluppate le civiltà stanziali, di rappresentare il potere religioso e politico. Due volumi racchiusi e venduti in cofanetto.
“In questo saggio sono presentate 566 “Cartoline a Ponzone”, quelle che – delle 1303 pubblicate dal 25 novembre 2012 al 22 marzo 2021 su Anch’io offro la mia bacheca ad Ando Gilardi, la bacheca creata quando il “fotografo di Arquata Scrivia”, come mi piace affettuosamente chiamarlo, era stato “bannato” per la seconda volta dagli insulsi censori di Facebook – si occupano del rapporto fra le immagini della religione cristiana, in particolare quella cattolica (e, marginalmente, anche di altre religioni ) e la fotografia. La tesi sostenuta, che si sviluppa nel corso del tempo arricchendosi di numerosi esempi che la convalidano, è che la scoperta dell’immagine ottica ci obbliga, se davvero ci si rende conto della sua rivoluzionaria eziologia, a rivedere da un nuovo punto di vista quarantamila anni di storia delle immagini. La Fotografia è infatti un’immagine tanto facile da prelevare quanto difficile da capire. È così che si spiega la curiosa ambiguità con cui fu accolta dalle autorità ecclesiastiche: si va da un papa entusiasta che la definisce, in un componimento in latino, «novum monstrum», ultima meraviglia, all’obbligo, per i sudditi del Vaticano, di dover chiedere l’autorizzazione a usare l’apparecchio fotografico, e alla minaccia di pene severe, che contemplavano anche il carcere, per il suo uso “improprio”, vale a dire il prelievo di immagini del “diavolo nudo”, del corpo della donna, ritenuto, a parole, un seduttivo inganno capace di dannare l’anima della creatura fatta a immagine di Dio, ma, in concreto, un pericoloso avversario, un temibile concorrente”.
Le uscite di venerdì 16 giugno
Libro copertina: Il mare non mente mai di Riccardo Mondo, A&B Editrice
Il dottor Sottile è il protagonista di questo romanzo, che si sviluppa in una sorprendente alchimia di immaginazione fiabesca, di introspezione psicologica e di sensibilità ecologica. Tutto comincia con l’inaspettata confessione di un paziente che minaccia il suicidio e che induce il terapeuta a fare i conti con alcune sue inquietanti esperienze. Il mare è come l’inconscio, non mente mai, ma accettarne la verità non è mai facile. Sottile dovrà confrontarsi con una Sicilia di luoghi incantati e di animali parlanti che denunciano la violenza umana. Tornano i ricordi dell’amicizia di tre adolescenti che affrontarono l’ignoto allo Scoglio, un magico isolotto dove si celano le leggende del mago Eliodoro. Il lettore resterà colpito dalla forza ancestrale di Turi “u’ pazzu”, un emarginato pescatore capace di dialogare con un diabolico squalo malignamente veggente. Rimarrà incantato dalla grazia della saggia balena Camilla, amica di tutti i cuori umani che si lasciano sorprendere dall’incanto della natura. Bisognerà proteggerla dalla persecuzione del Baleniere Nero, affinché questo straordinario cetaceo possa realizzare la sua missione: trovare un umano che abbia il coraggio di denunciare la crudele pratica “strapparadici” della sua razza, ed educare le coscienze a riannodare i legami con agli altri abitanti della Madre Terra.
Igor Ebuli Poletti, Il jazz, una storia sentimentale, Oligo editore
“Quando non sai cos’è, allora è jazz!” (Alessandro Baricco, Novecento)
Una storia sentimentale, un corpus eterogeneo di nomi distanti tra loro: incontreremo Bix Beiderbecke che parla dei tappeti nel suo salotto, Charles Mingus che sul litigio col governatore del suo stato scriverà un album pietra miliare della musica. Apriremo uno squarcio vivido su uno dei fenomeni musicali e culturali più importanti del XX secolo, con il predominio dell’improvvisazione sulla forma scritta.
«La musica è sempre un dialogo, deve esserlo, se diventa un monologo non diventa più niente, si sfalda, si smarrisce. E quale miglior dialogo se non quello, intenso e rarefatto, potente e leggero, tra il pianoforte di Duke Ellington e la voce di Ella Fitzgerald in Lush Life, con le sillabe che rotolano eleganti e bizzose come i frutti maturi che stanno per staccarsi da un albero perché è arrivato il loro momento, mentre il lussuoso brano scritto a diciassette anni da Billy Strayhorn scivola via come una slitta su un fondo innevato. Improvvisare è come lanciarsi da un dirupo senza sapere cosa c’è sotto. John Coltrane lo ha fatto sempre, si è sempre lanciato in uno spazio aperto, abbandonato, che ha delimitato e delineato con la sua musica; forse è il primo e unico caso di musicista che ha capito da subito il quadro nel quale si sarebbe mosso, e lo ha fatto in modo impetuoso, quasi fanciullesco, con una tensione mai risolta verso l’eterno. Ci sono alcuni video di Coltrane in cui suona con gli occhi sbarrati, quasi senza espressione, ma sarebbe un errore pensare a una fissità oftalmica: quelle pupille rotonde e tese verso uno zenith che vedeva solo lui erano invece una specie di porta spalancata verso la percezione più profonda di quello che stava tentando di dire, occhi supplici, parti di quella immensa preghiera laica – ci possono essere anche preghiere laiche che hanno lo stesso valore di quelle religiose – che è stata la sua musica. Giant Steps, i suoi passi da gigante non sono stati solo suoi ma di tutta la musica che li ha seguiti, che non ha potuto farne a meno».
Adriana Valenti Sabouret, La ragazza dell’opéra, Arkadia
Milly Desmoulins è una splendida creatura che la povertà della famiglia e l’ambizione della madre spingono nelle fauci dell’Opéra de Paris per lavorarvi come petit rat. Sottoposta a una disciplina ferrea, patisce la fame, conosce l’ignoranza, subisce l’interesse spesso vizioso di gentiluomini che la mantengono agli studi in cambio dell’innocenza che presto sfiorirà fra le loro mani. La sua vita romanzesca, sullo sfondo di una Parigi ottocentesca, è costellata di aneddoti curiosi sul suo ambiente e di episodi che travolgono Milly senza mai toglierle la linfa vitale che la anima. Due amori, quello per il principe italiano Valerio Cedronio e per l’inglese Lord Sutton Bunbury, la salveranno in maniera diversa dall’abisso che avrebbe potuto risucchiarla.
Laura Calosso, Bordighera Grand Hotel, Sem
Anno 1899. Mentre il secolo volge al termine, l’Europa è attraversata dalla spensieratezza e dall’ottimismo di un’età che promette un luminoso futuro. È in questo tempo agitato e sognante che l’aristocratica Lily, una sedicenne fulva, minuta e attraente, parte da Londra alla volta dell’Italia insieme alla petulante zia, Lady Amabel. Destinazione: l’Hotel Angst di Bordighera, albergo rinomato nell’alta società europea e tappa obbligata per gli inglesi che soggiornano nella riviera ligure. A eccitare gli animi dei sudditi di Sua Maestà c’è l’attesa per l’imminente arrivo della regina Vittoria e della sua corte. Ma Lily non può lasciarsi andare al clima di leggerezza mondana e sofisticata. Suo padre, infatti, è in gravi difficoltà economiche e ha accettato di dirigere una piantagione di tè a Ceylon. Prima di lasciare il vecchio continente ha deciso di investire molto denaro nel soggiorno della figlia. E ora Lily ha un compito: trovare un ricco marito per risanare i conti della famiglia. Le cose però vanno diversamente rispetto al previsto. Il mondo sta cambiando. Novità epocali preannunciano il tumultuoso inizio del Novecento mentre le incertezze sul viaggio della regina complicano i piani.
Nella luce dorata del Mediterraneo, i cuori battono forte, Lily riesce a vivere per un istante il sogno di un amore, ma presto la storia avrà il sopravvento. Intrecciando finzione narrativa e rigore documentario, sullo sfondo di anni irripetibili in cui tutto sembrava possibile, Laura Calosso dipinge l’affresco di un mondo dal fascino irresistibile, fra aristocratici blasé, artisti rosi dall’inquietudine e uomini d’affari pronti a tutto. Da un’autrice affermata e sempre originale, una storia indimenticabile e ruggente, tra amori, intrighi e passioni della Belle Époque.
Libro controcopertina: Migrazioni di Carmelo Zaffora, A&B editrice
Idieci racconti contenuti in Migrazioni affrontano un tema dell’esistenza umana non soltanto come sinonimo di dislocamento spaziale, inteso come ricerca di fortuna in una terra straniera, ma anche come modalità di trasferire, dentro e fuori da se stessi, stati d’animo, innamoramenti, ricerche spirituali, follie, comportamenti, scelte obbligate dentro cui nuota a suo agio il personale destino dei protagonisti. Attraverso un arco di tempo che si sposta indietro e in avanti, lungo un percorso che va dalla fine dell’egemonia minoica, accaduta alla corte del primo re sikano, passando per un episodio di vita di un famoso medico, ebreo siciliano, nato ad Agrigento nel medioevo, un poeta del 1700 morto suicida, un viaggio dei giorni nostri fatto per amore in Portogallo, un animista africano alla ricerca del fratello a Roma, l’epopea di un emigrato che per due anni non lasciò mai un porto del Brasile, Zaffora narra l’enigma dell’incompiuto con cui l’umanità si trova a fare i conti. Dieci storie nelle quali la casualità, la ragione, la tenacia e la volontà vengono mischiate creando un ordine differente attraverso cui si perviene allo smarrimento vertiginoso del libero arbitrio e della propria scelta individuale.
Le uscite di martedì 20 giugno
Fabrizio Binacchi, Piccoli segreti mantovani, Oligo editore
«Siamo un po’ tutti di provincia. Anche Gesù è nato in un paesino». (Renzo Dall’Ara)
L’Italia è un Paese di “metropoli della mente” e “borghi del cuore”, una nazione di comuni e frazioni, di province e valli. Più o meno siamo messi così: 25 milioni nelle città metropolitane e gli altri 35 milioni in provincia o nelle città di provincia, come Mantova, raccontata tra ricordi e aneddoti da un giornalista di lungo corso, battezzato alla “Gazzetta di Mantova” e poi per una vita in Rai. I pellegrinaggi alle Grazie per il mese di maggio e il “rito del cotechino ad agosto”, ma anche la misteriosa atmosfera delle golene del Po, il mondo delle corti agricole con i riti della mungitura e del bucato del lunedì con la cenere al posto del detersivo. Le ferite del terremoto, “il nudo al Ducale” per Maria Bellonci, i big della politica in piazza Erbe. Questi e tanti altri i Piccoli segreti mantovani, uniti da un file-rouge fatto di “visioni” semplici e immediate di un universo in via d’estinzione.
Il bel lavoro di Fabrizio Binacchi, giornalista di conclamata fama e docente, va accolto con lo spirito di chi si abbandona alla frequentazione di un mondo largamente scomparso. Le pagine che seguono sono incardinate su una scrittura semplice ma mai banale, non invasiva né dozzinale, finalizzata a partecipare stati d’animo, emozioni, immagini vive e pulsanti anche se registrate a distanza di anni. Vorremmo dire pagine di poesia. Una lettura che invita a interrogarci non su ciò che fa parte del passato ma invece del presente, quando non del futuro. Ma forse no, non si tratta di lavoro. È invece il desiderio di comunicare; è una smania “vorace” di immortalare situazioni, emozioni, luoghi e personaggi attraverso una narrazione così sobria da destare sconcerto, così penetrante da indurre all’immedesimazione
Le uscite di venerdì 23 giugno
Quattro titoli per Il Saggiatore/1: Carlo Rainone, La foto con Dios, Napoli 1984-1991
Tra il 1984 e il 1991 Dio è apparso a Napoli. Lo si poteva incontrare per i rioni della città, in un negozio di scarpe di Arzano, in un ristorante di Marechiaro. Ma soprattutto, una domenica sì e una domenica no, allo Stadio San Paolo. L’arrivo di Diego Armando Maradona a Napoli è stato molto più di un fenomeno calcistico: è stato un’esperienza religiosa. Di questo culto, la possibilità di farsi scattare una «foto con Dios» è stata un elemento fondamentale.
Carlo Rainone ha raccolto oltre 120 «reliquie» – scatti assieme a Diego, in contesti di ogni tipo – conservate gelosamente per decenni nei salotti, negli uffici e nei portafogli. La testimonianza unica della fede assoluta di un popolo per il più grande calciatore di sempre.
Quattro titoli per Il Saggiatore/2: Tom Mustill, Come parlare il balenese. Il futuro della comunicazione animale
Immaginatevi su un kayak con un gruppo di escursionisti per avvistare balene nella baia di Monterey in California. Il clima è tiepido, l’oceano calmo, il vento fermo. Poi, improvvisamente, a pochi metri da voi, la superficie dell’acqua esplode come colpita da una bomba e un cetaceo di trenta tonnellate guizza fuori dal nulla, ricadendo esattamente so- pra la vostra imbarcazione. Questo è quanto è accaduto a Tom Mustill. È sopravvissuto, e da quel momento le balene sono diventate la sua grande passione.
Per cercare di capire cosa passi nella testa di una balena, che cosa la spinga a prendere decisioni che a noi paiono incomprensibili e che cosa possa pensare di noi, l’autore ha deciso di imbarcarsi in un viaggio alla scoperta delle interazioni tra uomo e cetaceo. Mustill ha incontrato ricercatori visionari e bizzarri: studiosi che registrano i canti malinconici delle megattere in cerca di schemi riconoscibili, anatomisti che dissezionano capodogli spiaggiati e startupper che sviluppano software per applicare al campo della comunica- zio- ne animale le intelligenze artificiali concepite per studiare il linguaggio umano; avanguardie di un’esplorazione dell’universo dei grandi mammiferi acquatici, i cui risultati potranno avere conseguenze sorprendenti per il nostro futuro. Come parlare il balenese ci pone davanti ai quesiti aperti del dialogo interspecie e del nostro rapporto con la natura e gli ecosistemi. Perché se riusciremo davvero a comunicare con specie che con il nostro comportamento abbiamo condotto sull’orlo dell’estinzione, siamo sicuri di essere pronti ad ascoltare quello che avranno da dirci?
Quattro titoli per Il Saggiatore/3: Edoardo Boncinelli, Piccolo dizionario della nostra coscienza
Senza mai perdere la sua ironia, per tutta la vita Edoardo Boncinelli ha indagato il genere umano. Ne ha esplorato le più piccole strutture molecolari, ha chiarito i più complessi meccanismi della mente e, insieme a filosofi e scienziati, si è interrogato sui fondamenti dell’esistenza. Con questo Piccolo dizionario della nostra coscienza ha voluto proseguire le sue perlustrazioni dell’umano attraverso le particelle del linguaggio, le parole, che ci permettono di aprirci agli altri, allargare i nostri mondi, inventarne di nuovi, costruire le nostre identità. In queste pagine, espressioni come «mente», «bellezza», «universo», «natura» dialogano tra di loro dando origine a «un giardino uniformemente va- rio che rispecchia tutte le cose e i fatti del mondo».
Quattro titoli per Il Saggiatore/4: Sibilla Aleramo, Tutte le poesie
Conosciutissima per il suo best seller Una donna e per la tormentata storia d’amore con Dino Campana (raccontata da Michele Placido nel film Un viaggio chiamato amore), Sibilla Aleramo fu però soprattutto una gigantesca poetessa. Nei suoi versi, che vengono qui riproposti dopo anni dall’ultima edizione, si evidenzia la forza del binomio arte-vita, che fu per lei indissolubile, ed emergono quelle tematiche di libertà e individualità femminile, di rifiuto del ruolo passivo di moglie e madre imposto dalla società che fanno di Aleramo una delle prime femministe italiane. Il suo canzoniere è una sorta di libero diario poetico in cui appaiono in termini di netta chiarezza comunicativa, sensualità e desiderio, accanto al senso inquieto della morte, in un ricchissimo labirinto di attese e sussulti.
Valerio Musumeci, Negli occhi di Enzo. Conversazione sul Novecento e oltre con l’avvocato Enzo Trantino, Bonfirraro
Vita, storia, memoria. Negli occhi di Enzo è una passeggiata nel Novecento e oltre con un testimone irripetibile, l’avvocato Enzo Trantino. Un principe del Foro ma anche un protagonista della politica, delle istituzioni e della cultura del nostro Paese, a cavallo tra la sua Sicilia e Roma, dove ha servito per nove legislature come deputato, ricoprendo anche il ruolo di sottosegretario agli Esteri nel primo governo Berlusconi. Dalla militanza nel Partito monarchico di Alfredo Covelli alla confluenza nel Movimento Sociale Italiano di Giorgio Almirante, che l’avrebbe voluto suo successore, dalla nascita di Alleanza nazionale alla destra sociale e conservatrice moderna incarnata da Giorgia Meloni, Trantino racconta al giornalista Valerio Musumeci settant’anni di storia politica italiana, tracciando un bilancio del passato ma immaginando anche una traiettoria per il futuro. Ma l’avvocato ripercorre anche alcuni dei maggiori processi del Novecento, vissuti in prima persona nelle aule dei tribunali, dall’ultimo “delitto d’onore”, avvenuto proprio a Catania negli anni ‘60, al Maxiprocesso di Palermo, passando per la strage di piazza Fontana e quella del Rapido 904. E ancora la stagione dei delitti di mafia, da Carlo Alberto Dalla Chiesa a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, fino alle uccisioni degli amici e colleghi Serafino Famà ed Enzo Fragalà, colpevoli soltanto di aver svolto “con disciplina e onore” la professione forense. Un cammino ricco di incontri, aneddoti, rivelazioni, dall’estrema provincia siciliana ai palazzi del potere romani, dalle aule di giustizia a quelle parlamentari, dai corridoi delle biblioteche alle redazioni dei giornali, arricchito da numerose testimonianze inedite raccolte dall’autore. In ordine rigorosamente alfabetico, quelle di Salvo Andò, Pietrangelo Buttafuoco, Giuliana De Medici, Pietro Isgrò, Enzo Mellia, Antonello Piraneo, Rosario Pezzino, Ruggero Razza, Alessandro Sacchi e Luciano Violante. Non una biografia, non un’intervista, non un romanzo, ma una conversazione a cuore aperto: l’unica formula possibile per raccontare questa storia, che è la storia di un uomo ma anche di una Nazione. Negli occhi di Enzo c’è tutto questo, e molto altro: ci siamo tutti noi.
Le uscite di lunedì 26 giugno
Michael Von Albrecht, Sermones. Satire sul presente, Graphe.it Edizioni
«Vi ringrazio per avermi salvato; m’insegnaste a distinguere ciò ch’è giusto: mentre continuerete i giovani a istruire, per la Terra si può sperar salvezza»
Lo studio della tradizione, in questo caso quella letteraria in lingua latina, non ha l’unico scopo di approfondire la conoscenza, né il solo risultato di comprendere meglio il mondo moderno e l’umanità nelle sue dinamiche immutabili. L’antichità può essere infatti anche fonte di ispirazione creativa: così accade al grande studioso della classicità Michael von Albrecht, il quale trae dalla propria profonda competenza spunto per provarsi a sua volta negli esametri latini. Ecco nascere i nuovi componimenti poetici raccolti in questo volume, che riproducono le strutture del tempo ma veicolano un significato contemporaneo. La vena polemica (ma con leggerezza) tipica della satira oraziana si applica quindi ad argomenti ben presenti, come lo spreco alimentare, la condotta dei padroni di cani o la recente pandemia. Un connubio interessantissimo, che delizierà i latinisti, e che viene reso disponibile in una forma altrettanto appagante tramite la sapiente traduzione poetica di Aldo Setaioli.
Von Albrecht non disdegna neppure il ricorso ad un elemento oraziano come la favola, per illustrare vivacemente verità morali, come avviene nella satira III. Solo la lettura del testo originale può fornire un’idea della ricchezza stilistica dell’opera, la cui vivacità e accresciuta dal fatto che sei delle satire sono dialoghi. La nostra traduzione in endecasillabi italiani, incoraggiata peraltro dall’ autore, non pretende certamente di collocarsi al medesimo livello letterario. Ritengo tuttavia che il confronto fra i due testi non sia inutile e che permetta di apprezzare lo sforzo costante di restare fedeli all originale, pur cercando di accostarlo al nostro modo di pensare e di conciliarlo con l’espressivita della nostra lingua. (Aldo Setaioli)
La nube della non-conoscenza a cura di Elisabetta D’Ambrosio e Sergio Gandini, Graphe.it Edizioni
“La nube della non conoscenza” è il diaframma che si frappone fra il divino e le capacità di comprensione su cui gli umani possono fare affidamento nell’approcciarsi a esso. Su un tema tanto universale e profondo si interrogò, nel Trecento, un anonimo pensatore britannico che ne trasse il trattato The Cloud, qui tradotto e commentato per renderlo disponibile al lettore italiano, che forse difficilmente lo avrà incontrato prima. Un testo devozionale che sorprende per la qualità creativa e letteraria, per l’intento comunicativo e per un approccio espressivo che sembra quasi connettere il medioevo inglese al pensiero zen a cui l’Occidente spesso oggi si rivolge. L’autore si dichiara consapevole del fatto che l’esperienza spirituale è personale e unica, e condivide con umiltà la propria, desideroso di trasmetterla più come un amico che come un maestro.
“The Cloud” è un classico del Trecento inglese, ancora poco noto in Italia, se si fa eccezione per un gruppo di estimatori: la pubblicazione di questa traduzione esprime anzitutto un auspicio, che questo nuovo studio, accanto ad altri che lo hanno preceduto e speriamo lo seguiranno, possa contribuire ad accrescere non solo un interesse superficiale, ma una reale conoscenza di questo breve eppure grande trattato. Vogliamo sottolineare il carattere intrinsecamente paradossale del presente scritto. Breve eppure denso di senso, tratta della nube della non conoscenza, in sintesi di ciò che si frappone tra il Divino e i limiti della conoscenza umana; se condividiamo pienamente questo paradosso, allora l’autore avrebbe potuto cadere nella tentazione di scrivere solo poche righe,un breve trattato, come la teologia mistica dello pseudo-Dionigi, oppure assolutamente nulla, come suggeriva già Wittgenstein. Occorre però imparare a leggere tra le righe del testo. Basterebbe questo passaggio: «Spesso la mancanza di conoscenza è causa di grande superbia, a me pare» (cap. XIV). Aggiungiamo che per l’autore il possibile accesso al Divino passa per la porta stretta dell’umiltà, ma questa autentica umiltà può essere solo il frutto di un sincero desiderio di conoscenza. Dunque l’Anonimo scrive, non si esime da questo compito e propone anche un piccolo breviario di esercizi spirituali per indirizzare l’esperienza del lettore; anche noi scriviamo perché intendiamo offrire un contributo alla conoscenza della Nube, testo che consideriamo non tanto fondamentale nel panorama degli scritti religiosi del Trecento, ma addirittura unico.
Luigi Guelpa, Li chiamano anche portieri, Mursia
Il portiere è un avventuriero chiamato a gesti di grande responsabilità. È dispari, solitario, l’unico deputato all’uso delle mani. Le sue parate strappano applausi, i suoi errori non si possono cancellare. Li chiamano anche Portieri (Mursia, pagg. 222, Euro 17,00) è un viaggio che parte dalle origini del ruolo fino ai giorni nostri e oltre. È un’antologia di 44 portieri, una cavalcata che prende il via con Jimmy Foulke, il pioniere e pachidermico guardiano britannico dell’Ottocento, e taglia il traguardo con Jo Hyeon, che si ispira ai cartoon di Holly e Benji. Nel mezzo ci sono i folli dell’area di rigore, come Hugo Gatti che si abbronzava appoggiato al palo della porta, o Roberto Rojas che si tagliò il viso con un bisturi per tentare di vincere la partita della vita e compiacere Pinochet, oppure Gordon Banks, che rimase tra i migliori al mondo anche cieco da un occhio. Sono storie uniche, autentiche, al limite del paradosso. Storie di portieri.
Dall’introduzione: «Quello del portiere non è un ruolo. È una vocazione. Sta da solo in un gioco di squadra. Usa le mani mentre tutti gli altri i piedi. È confinato in un recinto lungo sedici metri. È l’ultimo guardiano della trincea, non può sbagliare. Se fallisce lui, la squadra capitola. L’errore non ha rimedio e può essere indimenticabile […]. Esistono due categorie di portieri. I pazzi e i regolari. I primi sono eccentrici, giocano per lo spettacolo e i fotografi, gatti messi sulla linea di porta, volano da un palo all’altro, qualche volta escono dall’area, dribblano, calciano punizioni e rigori. In questo libro ce ne sono diversi, il clown Pfaff trafitto da Maradona, il surfista Campos che disegnava i suoi completi e allevava cavalli, Chilavert il politico, il soldato della Rhodesia Grobbelaar-Spaghetti legs […]. Poi ci sono i portieri regolari, quelli che basano tutto sul piazzamento e concedono poco allo spettacolo. I freddi che si esaltano poco e raramente fanno una cappella. Sono una minoranza perché il portiere deve essere un po’ matto: non so se si possa inserire in questa categoria William Henry Foulke (il suo è il primo capitolo), portiere XXL inglese a cavallo tra fine Ottocento e primi del Novecento, mangiava dieci bistecche prima della gara, pesava così tanto che occupava tutta la porta e, quando usciva in presa alta, “oscurava il sole, ma era un peso massimo con l’agilità di un galletto”. In questa categoria di portieri “assennati” (avete capito che non è la mia tazza di tè) scelgo il mito Dino Zoff. Uomo antico, è il francobollo di Guttuso con le mani sulla Coppa del mondo, un friulano silenzioso e quasi muto che era stato delegato a parlare con i giornalisti durante il silenzio-stampa dell’82, poche scene e molti fatti, crocifisso per i tiri da fuori presi in Argentina, si riscattò in Spagna con la parata all’ultimo minuto contro il Brasile sul colpo di testa di Oscar, la palla bloccata sulla linea di porta: fu forse l’unica volta in cui lo vedemmo agitarsi, fare segno ai brasiliani che «no, non è entrata», ci si gelò il sangue, la gloria è questione di centimetri». (Guy Chiappaventi).
Salvatore Massimo Fazio
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