NONOSTANTE LE APPARENZE di Massimo Cassani (Arkadia)
“Nonostante le apparenze” di Massimo Cassani (Arkadia Editore): incontro con l’autore e un brano estratto dal libro
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Massimo Cassani, giornalista, ha pubblicato una decina di romanzi, sia di genere giallo di tipo deduttivo (Sironi e TEA), sia non di genere. Soltanto silenzio (TEA, 2014) è stato pubblicato anche in Spagna (Editorial Bòveda, 2017). Nel 2020, ha visto la luce L’ultimo ritorno (Castelvecchi) che, insieme al precedente Un po’ più lontano (Laurana, 2010) e al nuovo Nonostante le apparenze (Arkadia, 2023), mette in scena i misteri e i non detti che spesso caratterizzano i rapporti interpersonali. È inoltre autore del manuale dal titolo La trama, come inventarla, come svilupparla. Insegna alla Bottega di narrazione diretta da Giulio Mozzi.
Abbiamo chiesto a Massimo Cassani di parlarci del suo nuovo romanzo, Nonostante le apparenze (edito da Arkadia)…
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«Nonostante le apparenze ha avuto una gestazione piuttosto lunga», ha detto Massimo Cassani a Letteratitudine. «Lunga, ma non sofferta, va detto. Il primo progetto narrativo data 2010 ed era sostanzialmente diverso, e tuttavia già conteneva i germi della forma definitiva che poi ha visto la luce attorno al 2022 (la pubblicazione per Arkadia è del maggio 2023). Nel corso di questi anni il romanzo è stato via via modificato finché non è avvenuto una sorta di scollinamento sulla base di un principio che lo scrittore Edoardo Zambelli chiamerebbe «Principio della storia nascosta», un aspetto, questo, molto stimolante del momento creativo. Provo ad andare con ordine. Il progetto originario (il cui titolo di lavoro era Il segreto dello scrittore poi diventato Il nipote dello scrittore) aveva la forma del romanzo epistolare. La struttura e la storia erano queste: una serie di personaggi scrivono una lettera a un certo Alessio raccontando della propria vita presente e ricordando il comune passato. Si tratta dell’anziano scrittore Annibale Siniscalchi, di sua moglie Chiara (Alessio è il loro unico nipote) e degli amici di infanzia di Alessio (Giovanni e Marika). Le lettere però non coincidono. Tutti e quattro questi personaggi raccontano vicende che si contraddicono radicalmente: Annibale Siniscalchi dice di sé di essere anziano e sconfitto dalla vita e vessato da una moglie pazza e da una collaboratrice (Octavia) assai invasiva e autoritaria; Chiara (la moglie) racconta la propria esistenza infelice accanto a un uomo dispotico, burbero, scortese e pure fedifrago; Giovanni rievoca la prime esperienze sessuali proprio con Alessio così come Marika. Le lettere hanno un forte impianto realistico, nel senso che rappresentano una realtà, sì, contraddittoria, ma credibile. Sul finale però dirazzano e sfociano nell’irrazionale. A queste quattro lettere fa seguito la post-fazione di un documentarista, Pietro Delleri (il padre era stato un noto critico letterario del Corriere della sera e aveva conosciuto Siniscalchi) che commenta il romanzo. In sostanza, dice, quello che abbiamo letto fin lì (ovvero le quattro lettere) altro non è che l’ultima opera (postuma) dello scrittore Annibale Siniscalchi, un’opera di pura invenzione. E racconta chi è davvero stato Siniscalchi (una sorta di biografia in breve). Fine? No. Segue una nuova lettera di un tale (aspirante scrittore) che ha inviato il manoscritto a un editore (cioè, le quattro lettere compresa la post-fazione di Delleri junior) sottolineando che l’opera è frutto di immaginazione. Dunque finisce qui? Macché. Chiude il romanzo la risposta (infuriata) dell’editore, il quale insulta l’aspirante scrittore dandogli del buffone e dell’imbroglione o, nella migliore delle ipotesi, dell’ignorante. Quella che ha raccontato attraverso le quattro lettere e la post-fazione è la vita (completamente distorta) di uno scrittore realmente esistito e addirittura ancora a catalogo della casa editrice. Lui, l’editore, conosce bene – dice – la vita privata di Siniscalchi essendo suo nipote. E si firma: Alessio (Grattini).
Chiesi a Giulio Mozzi (scrittore, poeta, talent scout e insegnante di scrittura) un parere e fu negativo. Allora semplificai: solo due lettere (di Siniscalchi e della moglie Chiara) e la post-fazione del documentarista Delleri, ma questa versione non convinse la mia agente, Loredana Rotundo. Conclusi che avevano ragione entrambi. A poco a poco, però, maturai l’idea che tutto quel materiale narrativo avrebbe potuto avere una nuova forma, prendendo spunto da una potenziale «storia nascosta» (sempre per dirla con Zambelli). La storia nascosta che già in nuce era presente fra quelle pagine (circa duecentosessanta) doveva essere quella del documentarista Delleri, mettendo lui al centro della storia, immaginando la sua vita. E il suo scopo: girare un documentario su uno scrittore dimenticato e scomparso nel nulla (Ettore Federico Bacca). Una stimolante sfida narrativa durata poco più di sei o sette mesi. Il romanzo era già tutto lì dentro, ma era nascosto. Occorreva solo farlo uscire».
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L’incipit di “Nonostante le apparenze” di Massimo Cassani (Arkadia Editore)
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«Più calmo adesso?»
«Sì.»
«L’ansiolitico ti ha fatto bene.»
«Diventerò un tossico.»
«Capirai, per qualche goccina.»
«Si comincia sempre così.»
«Scemo.»
Prima, seconda, terza tirata, poi quarta e il motore scese di giri sulle strade del centro, deserte così solo quando la notte sta in bilico con l’alba.
«Cosa le hai raccontato?»
«Di un piccolo contrattempo.»
«Devi essere stato convincente.»
«Penso di sì.»
«E vago.»
«Molto.»
«Ti toccherà dirle un sacco di bugie.»
«Una in più, una in meno. Guarda che hai infilato un rosso.»
«Lo so, non sono mica daltonica. Sei mai passato davanti alla Sca-
la in macchina?»
«Mai.»
«Allora la multa la faccio pagare a te, consideralo un biglietto di
ingresso per lo spettacolo itinerante.»
«Grazie.»
«Prego.»
«Mi riferivo a prima…»
«Prego anche per prima.»
Milano sembrava più piccola nel vuoto notturno.
Le luci dei lampioni scorrevano veloci sopra il parabrezza, un flash dietro l’altro, sequenze prossime all’irreale, ipnotiche fastidiose. Attraversammo la città e arrivammo in un attimo. L’auto fece un mezzo giro intorno alla piazza, passò davanti alla chiesa, all’edicola, alla pizzeria chiusa, al locale alla moda; luci spente anche alle finestre dei palazzi, silenzio buio foschia. Poi si fermò. Feci per scendere.
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La scheda del libro: “Nonostante le apparenze” di Massimo Cassani (Arkadia Editore)
Uscito una mattina di settembre dalla casa avita sul Naviglio della Martesana, a Milano, l’anziano e solitario scrittore Ettore Federico Bacca scompare senza lasciare traccia. È il 2012. A distanza di anni, il documentarista Pietro Delleri si imbatte in questa enigmatica storia e comincia a indagare sulla vicenda. L’incontro con Giulia, una psicoterapeuta quarantenne, nipote di Bacca, porterà Pietro a delineare una prima trama, ma il vortice di avvenimenti in cui si immerge evocano – uno dopo l’altro – i fantasmi della sua esistenza. Sempre più alla disperata ricerca di una verità per se stesso e per la misteriosa sparizione di Bacca, Pietro intraprenderà un percorso, professionale e privato, che gli riserverà non poche sorprese, e non tutte gradite. Nonostante le apparenze è un romanzo in cui indagine, “racconto di vita”, scontro tra bene e male si intrecciano in modo armonico, giocando sui fili di vite sospese e in bilico.
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Massimo Cassani nasce a Varese. Giornalista professionista, vive da oltre trent’anni a Milano. È autore di numerosi romanzi, tra i quali Sottotraccia (TEA), Pioggia battente (TEA), Un po’ più lontano (Laurana), Zona franca (TEA), Soltanto silenzio (TEA), Mistero sul lago nero (Laurana), Sul marciapiede opposto (Bolis), L’ultimo ritorno (Castelvecchi). Ha curato inoltre l’antologia Ritratto dell’investigatore da piccolo (TEA) in cui, oltre a un suo racconto, compaiono racconti di Hans Tuzzi, Marco Vichi ed Elda Lanza.
È autore del manuale di scrittura narrativa La trama. Come inventarla, come svilupparla (Laurana, con prefazione di Giulio Mozzi). Dal 2011 collabora con la scuola di scrittura creativa La Bottega di narrazione di Milano, diretta da Giulio Mozzi e, sempre per la Bottega, conduce il Corso di base di narrativa gialla, noir&affini, e il Laboratorio annuale del giallo, in collaborazione con Giovanni Zucca.
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Massimo Maugeri
Il link alla recensione su LetteratitudineNews: http://bitly.ws/LVhK