NULLA D’IMPORTANTE TRANNE I SOGNI di Rosalia Messina (Arkadia)
“Nulla d’importante tranne i sogni” di Rosalia Messina (Arkadia): incontro con l’autrice e un brano estratto dal romanzo
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Rosalia Messina, nata a Palermo nel 1955, in esilio volontario a Bologna, giudice in pensione, dopo avere esordito con la raccolta Prima dell’alba e subito dopo (Lab, 2010) ha pubblicato racconti, romanzi, fiabe, testi teatrali e poesie, vincendo diversi premi. Lettrice appassionata, scrive le sue impressioni di lettura su “SoloLibri”, “84 Charing Cross” e “Letteratitudine”. E noi di Letteratitudine abbiamo avuto il piacere di incontrare Rosalia Messina in occasione dell’uscita del suo nuovo romanzo Nulla d’importante tranne i sogni, edito da Arkadia.
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«La gestazione di Nulla d’importante tranne i sogni è stata lunga», ha detto Rosalia Messina a Letteratitudine.
«La prima, embrionale stesura risale all’estate del 2018. Poi ci sono state varie riletture, alcuni cambiamenti, gli editing, i suggerimenti accolti.
La storia che volevo raccontare toccava diversi temi che era necessario e non semplice tenere in equilibrio: la passione per la scrittura, le relazioni familiari tossiche, il senso di colpa e i guasti che produce, l’amicizia, il senso di giustizia che a volte degenera in sete cieca di vendetta. Mentre l’intreccio si è definito e ridefinito per approssimazioni successive, i personaggi principali si sono delineati subito, mi si sono quasi imposti. Nel corso della vita conosciamo tante persone, entriamo in contatto con le storie degli altri nei modi più impensati, a volte in occasione di incontri fuggevoli che aprono una porta su vissuti interessanti dal punto di vista di chi scrive: come dice Ro (Rosamaria) Mortillaro, la protagonista del romanzo, che della scrittura ha fatto da sempre il centro della sua vita, “lo scrittore è un vampiro”. Lo scrittore trae linfa dall’osservazione di tipi umani e fatti minuti che rielabora dipingendoli con i colori della sua immaginazione; il risultato finale conserva appena una pallida traccia degli spunti iniziali, come un tessuto in cui non si distinguono più i fili originari.
Ro è una donna intensa e talentuosa. La passione per la scrittura è per lei il sole attorno al quale girano, come pianeti, i rapporti familiari, le storie d’amore, l’amicizia con Anita Attanasio, la segretaria e amica che più di ogni altro le rimane accanto durante la malattia insorta alle soglie della vecchiaia. C’è una fase dell’esistenza di Ro in cui ‒ come a volte accade ‒ sembrano concentrarsi svolte fondamentali: la fine dell’unica relazione amorosa davvero importante; il trasferimento da Catania ad Acireale, in campagna, quasi una fuga dettata dal desiderio di silenzio e quiete per poter scrivere; l’incontro con Anita, incerta sulle scelte da fare per il futuro, alla quale Ro offre lavoro, ospitalità e affetto; la rottura irreparabile con la sorella Nana (Annapaola) a coronamento di una lunga storia di conflitti sotterranei e di non detto; la scoperta della malattia.
Sullo sfondo, la Sicilia con tutta la sua sensualità. Le mie radici, per nascita, sono palermitane e anche molti dei miei pregi e difetti lo sono; la maggior parte della mia vita è però trascorsa a Catania e in questo romanzo sfolgora la Sicilia orientale, Catania con il suo vulcano e il suo mare, con i suoi paesaggi, i riti sociali, i profumi, i sapori, i colori. Chi non è siciliano crede di conoscere l’isola e i suoi abitanti attraverso gli stereotipi e i luoghi comuni, senza riuscire a cogliere la complessità e le contraddizioni di questa terra di stupefacente bellezza, dove le mezze misure sono poco conosciute e ancor meno praticate».
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Un brano estratto da “Nulla d’importante tranne i sogni” di Rosalia Messina (Arkadia): l’incipit del libro
«Rosamaria Mortillaro, che i familiari e gli amici intimi chiamavano Ro, muoveva i suoi passi leggeri da un ambiente all’altro della casa vicino ad Acireale in cui sperava di potersi trasferire prima che il caldo estivo iniziasse a mordere. Ignazio Larocca, l’architetto che seguiva i lavori di ristrutturazione, suo amico di vecchia data, la rassicurava, ogni volta che si sentivano al telefono: mancava oramai poco; era solo questione di rifiniture o comunque di piccoli interventi; che stesse tranquilla e vivesse con gioia questa fase, così interessante, in cui la casa le stava nascendo sotto gli occhi.
Mentre idraulici, muratori e falegnami si affaccendavano, Ro pensava che in fondo Ignazio aveva ragione. Si godeva il bel pomeriggio d’aprile e il vento tiepido, immaginando le stanze arredate, gli oggetti disposti come piaceva a lei, i quadri sulle pareti. Il giardiniere aveva completato il suo lavoro e proprio dai colori e dai profumi delle piante e dei fiori Ro traeva il piacere più intenso. Sui muri che circondavano il giardino impazzava la bougainvillea; un cespuglio di gelsomino avrebbe profumato le notti estive; tre alberi di limoni avevano una dignitosa collocazione sul retro della casa e una grande quantità di gerani multicolori invadeva ogni altro angolo.
La fisionomia della villa si andava definendo e Ro poteva lavorare di fantasia. Gli spazi interni, per ora vuoti e invasi dalla polvere fine come cipria che accompagna le opere di costruzione, sarebbero stati animati dalle riunioni di famiglia e dalle cene con gli amici. Ma nei suoi sogni indugiava soprattutto sui momenti in cui avrebbe assaporato il silenzio che tanto le mancava nella sua bella residenza cittadina, assediata dallo strombazzare dei clacson, dal rombo dei motocicli, dalle urla sguaiate del maestro di ballo latino che gestiva la scuola situata proprio sotto il suo appartamento. Quel frastuono le era divenuto insopportabile e, potendoselo permettere, aveva deciso di allontanarsi da Catania, che negli anni aveva visto cambiare sempre in peggio.
Scartata l’idea dei paesi pedemontani per l’umidità, bocciati anche i paesini sul mare, in estate troppo affollati dai villeggianti, si era innamorata di una zona poco distante da Acireale. Un’agenzia immobiliare, alla quale aveva dato l’incarico di trovare da quelle parti una casa con giardino, le aveva proposto dopo qualche mese di ricerche una villetta messa in vendita da una vedova in procinto di trasferirsi a Torino, dove viveva il suo unico figlio.
Nella stradina appartata, poco distante dal paese, fra poche altre ville, in mezzo ai giardini, alla zagara, ai fichi d’India, avrebbe potuto scrivere concentrata, senza spiacevoli interferenze sonore: solo fruscio di foglie, canto di uccelli e frinio di grilli e cicale. E ogni mattina, con il sole o le nuvole o la pioggia, avrebbe potuto contemplare, dai balconi del piano superiore, la magnifica vista del verde digradante verso il mare.»
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La scheda del libro: “Nulla d’importante tranne i sogni” di Rosalia Messina (Arkadia)
Rosamaria Mortillaro, detta Ro, nota scrittrice siciliana, ha un rapporto altalenante e complicato con la sorella Annapaola, detta Nana, dalla quale cerca di farsi perdonare tutto ciò che ha avuto in più dalla sorte. Nana ogni tanto crea le condizioni per un allontanamento e rende difficili le riconciliazioni. Il filo usurato e più volte riannodato finisce per spezzarsi in modo irreparabile a causa di un banale contrasto innescato da Nana, a seguito del quale Ro decide, con dolorosa lucidità, di volersi sottrarre al gioco delle tregue e dei conflitti. Quando scopre di essere ammalata e di non poter sperare in un recupero della salute, Ro, provata anche dalla fine improvvisa dell’unico amore dal quale si è lasciata davvero coinvolgere, si isola nella sua villa nei pressi di Acireale in compagnia dell’amica e segretaria Anita Attanasio. Qui comincia a progettare la sua vendetta contro la sorella e la figlia di lei, Giada. Inizia così un percorso grottesco e per certi tratti singolare che farà emergere un mondo di contrasti ma anche di sentimenti che riveleranno, finalmente, l’autentica natura di Rosamaria.
Il link alla recensione su Letteratitudine: https://bitly.ws/V9SH