“Il sorriso di chi ha vinto” di Paolo Restuccia (Arkadia)
Quando leggi questo libro, in un mondo che brucia e divora in maniera precisa molti dei suoi abitanti, ti chiedi, visto che il male è così evidente, dove stia il bene.
Quando leggi questo libro, in un mondo che brucia e divora in maniera precisa molti dei suoi abitanti, ti chiedi, visto che il male è così evidente, dove stia il bene. Ed è lì, esattamente nei gesti, a volte fatti di gentilezza e rischio, a volte eclatanti e furiosi, che risiede il bene, la possibilità di ricacciare qualche demone all’inferno, e di rendere questo mondo, così oscuro, un poco meno doloroso. Greta Scacchi, con il suo carico di vita e libertà e giovinezza, dopo aver sventato un losco affare di una multinazionale, ritorna a occuparsi di umanità fragile, indifesa e ferita, come lei, come tutti noi. Greta continua a essere una filmaker, con il suo terzo occhio meccanico attento ai particolari, e di tanto in tanto collabora ai programmi su crimini e delitti insieme a Tommaso Del Re che, dopo il coinvolgimento della moglie nell’omicidio di Rossella Gardini, ha lasciato la polizia ed è diventato consulente di Net Crime. Tommaso, grazie a vecchi amici e contatti, spesso ha notizie immediate su eventi delittuosi e così può mandare in onda eventi in anteprima, coniugando la sua vita precedente con un nuovo inizio, meglio retribuito e meno faticoso. Rispetto al momento in cui li abbiamo conosciuti, però, i due sono più disillusi, più feriti, e Greta è un po’ più arrabbiata ma più lucida. Ogni tanto fanno sesso per confortarsi, tenendo lontana ogni possibilità di relazione stabile, che Greta vede come una forma isterica di prigionia. Del resto Greta ama in maniera appassionata solo chi non si nasconde dietro obblighi e doveri, e Tommaso è troppo ancorato all’idea di maschio cis etero dominante per farla innamorare. Ogni tanto Greta vede anche Irene, e non intende rinunciare alla possibilità di soddisfare l’attrazione verso le donne che le piacciono. A volte le relazioni che si fingono stabili sono catene. E Greta, cresciuta libera con due genitori senza obblighi reciproci, non è fatta per subire catene. L’inizio è nei corpi di Daria e Carla, e in seguito, anche il cerchio magico che si chiude. Due ragazzine, con l’intero corpo dipinto, due adolescenti di 15 e 16 anni, con scaglie dorate di vernice addosso, acrobate intrecciate e sospese in aria, nel tentativo di sfidare la pesantezza del corpo, che ci richiama verso la terra, ancorato a bisogni da soddisfare, ineludibili. Greta le filma ed è affascinata dalla possibilità, per quei corpi, di farsi leggeri, diafani quasi, e di dimostrare che oltre la forza di gravità esiste la levità, la possibilità di diventare pura luce. Questo momento è un inizio, e per qualcuno, anche una fine. Le due ragazzine risultano scomparse, la macchina che guidavano senza patente viene abbandonata e ritrovata nel Tevere, un loro amico, il bellissimo e corrotto Casemiro Rosco, trovato morto nel suo appartamento dopo, sembra, un festino finito male. Il legame tra Daria, Carla e Casemiro, oltre la loro sfacciata bellezza e il desiderio di trovare lavoro nel mondo dello spettacolo, è il coro della Chiesa della Perfezione di Tutti i Santi, e la palestra dove si allenavano insieme. Turbata dal dolore del fratello di Daria, Fulvio, e convinta che tra l’omicidio e la sparizione ci sia un legame, Greta, anche contro lo scetticismo di Tommaso, inizia a indagare. Incontra preti che non riescono a venire a patti con la propria sessualità e il proprio desiderio, ambizione, cattiveria, e follia. I demoni spesso si nascondono in luoghi abbaglianti, proprio nel posto in cui nessuno immagina che si trovino. Altra voce narrante è L’Uomo che non crede in niente, esperto di vite da togliere e persone da sacrificare per denaro. Lui è una persona rotta dentro, è sopravvissuto a stupri e umiliazioni e divenuto un carnefice attento e metodico, che ogni tanto riceve la visita di un’allucinante bambina dai capelli bianchi, che lo guarda mentre compie i suoi delitti su commissione, e non pronuncia una sola parola, né di biasimo, né di approvazione. Spesso, quella visione allucinatoria è la sua unica compagnia emotiva. Presto si capisce il legame tra l’Uomo che non crede in niente, la scomparsa di Carla e Daria, il fascino perverso che i loro giovani corpi possono esercitare nelle ossessioni umane di chi ricerca il Potere e le sue implicazioni. Greta si muove in una Roma annoiata dalle sue stesse tragedie (ne ha viste troppe, cosa sono mai due giovani che non tornano a casa) e tenta di approfondire il legame tra Casemiro, le ragazzine e due giovani preti, Pierre e Guido, prelati della Chiesa della Perfezione di Tutti i Santi, che amano la musica e ricevono sostanziose donazioni da Ariannina Colestrasi, figura di spicco di un’industria farmaceutica, che Greta già conosce per la sua folle ambizione e la sua noncuranza verso ogni vita che non sia la propria. Le indagini di Greta, la sua rabbiosa e cocciuta empatia con il dolore suscitata dalla scomparsa delle due ragazzine, la porterà dentro un’oscurità senza scampo. Un gorgo denso come sangue, un corpo infetto che divora chi gli si avvicina, spinto da sentimenti che, qualunque sia il nome che scegliamo di dargli, sono sempre il contrario dell’Amore. E sullo sfondo Roma, sudata, violenta, opaca, arresa e ipocrita, ingannatrice e sfatta, crudele e indifferente, con il suo ultramillenario splendore ridotto in briciole eppure ancora vivo, ancora capace di incantare. E infine il sangue, la possibilità di vita che racchiude quando è rivestito di involucri di pelle, e la possibilità che, qualora questi involucri vengano bucati e lacerati, si faccia cessare, questa vita, è il protagonista evidente di questo secondo capitolo della storia di Greta, che ha lo stesso nome di un’attrice quasi dimenticata e di lei ha la bellezza lunare e la capacità di cambiare la direzione degli sguardi quando entra in una stanza. “Greta fatica a staccare l’obiettivo dai corpi nudi delle due ragazze che volteggiano a sei metri da terra, appese al tessuto aereo agganciato al soffitto. C’è una tale grazia nei loro movimenti che insistere a filmarle con la sua telecamera la fa sentire bene. Le acrobate si tengono allacciate per le gambe sinistre, intrecciate l’una all’altra all’altezza delle ginocchia. Le gambe destre invece sono libere nell’aria, piegate a formare un angolo acuto. Greta reprime a malapena un urletto di paura quando le due ragazze si lasciano andare a testa ingiù verso la pedana sotto di loro, sorrette solo dai tessuti. Sembrano beffarsi della forza di gravità. I polpacci e le caviglie svettano verso le dita dei piedi scalzi. I corpi sono tinti di giallo, arancione e azzurro, che dissimulano seni e pube ma fanno risaltare la muscolatura tesa nello sforzo di mantenere la posizione dei teli, oltre le spalle il collo disteso spinge le nuche ingiù e i capelli lunghi cadono verso il pavimento. Nell’Alchemico, il locale affittato per il lancio dell’integratore dimagrante SlimBurn, le bollicine arrivano ai tavoli ormai calde, le tartine sanno di aglio, mentre le due acrobate si librano a pochi centimetri dal soffitto di pannelli fonoassorbenti come in cielo aperto”.
Marilena Votta
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