Ormai ogni mese è ricchissimo di novità storiche che tutte in un articolo non ci stanno più.
Se la prima parte di maggio (se l’avete persa la trovate qui) era ben ricca di titoli belli, la seconda parte del mese delle rose è altrettanto interessante. Vediamo quanti ne segnate.
La promessa. Colosseum. Vol. 1
Mauro Marcialis
Solferino
In libreria il 15 maggio
Roma, 61 d.C. Il prefetto di Roma viene ucciso nel suo letto. Secondo il diritto romano, tutti i quattrocento schiavi di sua proprietà devono essere messi a morte. Ma tre sono solo bambini, e Livio, un semplice legionario, non se la sente: a costo della vita, li mette in salvo presso tre diverse famiglie, con la promessa di fare in modo che si ritrovino in futuro. Poi, però, Livio parte per una lunga guerra. E per molti anni i tre crescono separati, ciascuno senza sapere se gli altri sono vivi o no. Arild è affidato a un lanista e coltiva il sogno di prestare giuramento come gladiatore; Derek è stato destinato a un commerciante di animali e si distingue per il suo talento nelle arti e per le sue abilità come addestratore dei famelici cani pugnax; Brynja è stata accolta nella domus di un senatore così influente che sta progettando per l’imperatore nientemeno che la costruzione dell’anfiteatro più grande del mondo. I tre sono ormai adolescenti quando Gerusalemme cade e il generale Tito, figlio dell’imperatore Vespasiano, torna a Roma con le sue legioni e il bottino necessario proprio per la realizzazione di quell’immenso edificio. E tra i soldati vittoriosi c’è anche Livio, che non ha dimenticato la sua promessa. Tra soprusi e congiure di potere, tentativi di fuga e di suicidio, amori impossibili e desideri infranti, riti di magia nera e vane preghiere agli dèi, l’epopea dei tre giovani schiavi decisi a sopravvivere e a tornare insieme si intreccia a quella della costruzione del monumento simbolo di Roma. Forse proprio in quell’arena si deciderà il loro destino?
La rosa del deserto
Henry de Montherlant
Minerva Edizioni
In libreria il 15 maggio
Il tenente Auligny è un giovane ufficiale in guarnigione in Francia, che nel 1932, su pressione della madre, viene assegnato al comando di un bordj in Marocco, con la speranza di tornare in patria decorato della croix de guerre des Théâtres d’Opérations Extérieurs. Se inizialmente veste i panni della patria e si emoziona di fronte al tricolore, ben presto la sua sensibilità lo porterà ad avvicinarsi alla questione coloniale. O meglio, la sentirà e vivrà attraverso Ram, la sua «rosa del deserto», donna-bambina che, nell’apparente «grazia floreale» e nella «fredda e inerte realtà» che la caratterizza, gli ricorda proprio quei «piccoli ammassi di sabbia, pietrificati in forme che ricordano petali di fiore». Un romanzo storico sull’anticolonialismo, sviluppato all’interno di una storia d’amore; un testo che ha avuto una difficile storia e che, come un vero libro sperduto, viene per la prima volta proposto al lettore italiano.
Le due città
Marco Atzeni
Il Maestrale
In libreria il 15 maggio
Il protagonista si aggira nella Sassari ottocentesca, alternandosi tra rioni malfamati e rioni borghesi. Vive in una topaia fino al giorno in cui, nello studio notarile dove sgobba come scrivano, riceve la visita della ricca donna Musso. L’anziana gli fa un’offerta difficile da rifiutare: andare ad abitare in uno degli appartamenti di un palazzo maestoso da lei posseduto in una delle vie nobili della città. Pochi giorni dopo il trasloco, proprio nell’atrio del palazzo, l’uomo conosce una giovane dai modi contraddittori. Si chiama Ada e lei gli mente su molti argomenti. La ragazza e l’uomo, del resto, non si sarebbero neppure potuti conoscere se lui non fosse dotato di una soprannaturale e arcana sensibilità che gli rende la vita impossibile fin da bambino. Tra i due maturerà un rapporto di complice fiducia e da qui si dipartono anche le indagini su alcuni omicidi e sugli affari del barone, il signore più ricco e potente di Sassari. Sarà un susseguirsi di vicende in cui l’inseguitore diventa inseguito e di situazioni apparentemente slegate che si scoprono invece essere profondamente intrecciate. In una discesa nel sottosuolo, materiale e ideale, il protagonista affronta un conflitto morale che lo porterà, attraverso una strada lastricata di buone intenzioni, nell’inferno del rimorso.
Il delitto della crocicchia. I misteri di Aspra
Sergio Grimaldi
Rossini Editore
In libreria il 16 maggio
Sullo sfondo del Ventennio fascista, il ritrovamento di un corpo sulla spiaggia della Crocicchia smuove le acque apparentemente tranquille del borgo marinaro di Aspra. Oronzo Scordato, ispettore di polizia, ed Enrico Barruero, professore di ginnastica appassionato di investigazioni, danno vita a una doppia indagine e si contendono il diritto di scoprire la verità. Quello che inizialmente sembrava un ordinario fatto di cronaca, si rivelerà, dopo altri misteriosi delitti, un vero e proprio intrigo internazionale. Perché la politica fascista si intromette con violenza nelle indagini? Cosa ha a che fare un piccolo borgo della costa palermitana con una profezia biblica che promette agli ebrei la Terra Promessa? Tra l’attività di una setta esoterica di stampo sionista, insospettabili depistaggi e un codice segreto nascosto tra le note di uno spartito musicale, emergerà una verità sconvolgente che mira a cambiare per sempre il corso della storia. Chi dei due investigatori avrà il privilegio di sollevare il velo del mistero?
L’ultima canzone all’Eden (I misteri di Bologna Vol. 3)
Maria Luisa Minarelli
Indomitus
In libreria il 16 maggio
Bologna, maggio 1938. Ottavia De Angelis, cantante e diva del palcoscenico, è bella, generosa e innamorata, eppure c’è chi la odia. Tocca al maresciallo Vittorio Righi cercare di far luce sulla sua sorte. Nei giorni della visita di Hitler in Italia comincia l’indagine più difficile che abbia mai affrontato, condotta negli ambienti dell’alta società bolognese resi intoccabili dalla protezione delle autorità.
Vittorio si aggira tra palazzi, teatri, grandi alberghi, locali eleganti, sedi del Fascio e quartieri popolari dove le informazioni gli arrivano contraddittorie e centellinate. Quasi dispera di capirci qualcosa quando il caso prende una svolta imprevedibile grazie a un viaggio a Roma dell’amico Jacopo Grimani, sempre al suo fianco. E la sorte di Ottavia di colpo si intreccia con l’alta politica fino a svelare la verità. Verità, ma non giustizia, perché Righi sembra avere fra le mani il crimine perfetto, compiuto senza lasciare tracce.
Tra colpi di scena in grado di sconvolgere gli equilibri e trovate geniali, riuscirà il maresciallo dei Reali Carabinieri ad averla vinta?
Wings of fury. Ediz. italiana. Vol. 1
Emily R. King
Heartbeat
In libreria il 17 maggio
Da Emily R. King, autrice della serie “The Hundredth Queen”, arriva un romanzo epico sull’Antica Grecia, sui Titani e il tradimento, e sulle donne che osano ribellarsi alla tirannia dell’Età dell’Oro. Mia madre mi diceva che gli uomini parlavano dell’Età dell’Oro come di un periodo di pace e felicità per tutti… Tuttavia, le donne della nostra epoca raccontavano una storia molto diversa… Crono, Dio degli Dèi, la cui eredità è il mondo. Tra i suoi beni: donne imprigionate e destinate a servire. La tenace Althea Lambros controlla il proprio destino e vive per onorare la richiesta della madre morente di proteggere le sue due sorelle a tutti i costi. Il viaggio di Althea verso la distruzione della tirannia è iniziato. È un destino predetto dalle Parche. E lei sta seguendo le loro visioni. Nell’isola meridionale di Creta, nascosto tra le donne mortali fuggite dai Titani, si trova il Dio Ragazzo, figlio di Crono e creduto morto. Condivide il destino di Althea di sconfiggere l’Onnipotente – se il fato lo vorrà. Poiché Crono ha saputo del complotto, sta accumulando le proprie forze contro la giusta ribellione di Althea e tutti coloro che non si arrenderanno né scapperanno. Ci sarà la guerra. Se vuole sopravvivere e scrivere la loro storia, l’indomabile Althea deve volare più in alto di qualsiasi dio.
Alte uniformi e camicie da notte
Jorge Amado
Garzanti
In libreria il 17 maggio
Nel Brasile del 1940, retto da una dittatura che intrattiene rapporti idilliaci con la Germania nazista, due anziani letterati, dotati delle sole armi del candore e dell’astuzia, si battono per impedire che il seggio dell’Accademia, rimasto vacante in seguito alla morte del grande poeta antifascista Antônio Bruno, venga indegnamente occupato dal colonnello Pereira, personaggio di spicco della repressione antidemocratica, oltre che «pessimo scrittore». Hanno così inizio le grandi manovre dei nostri due donchisciotte, e la loro lotta senza quartiere ben presto acquista risonanza nazionale in una ricerca ricca di colpi di scena e di situazioni politico-erotiche, dove si impone l’eroismo tutto quotidiano di chi intende tener fede ai valori della cultura e dell’arte.
La libreria nascosta
Evie Woods
Mondadori
In libreria il 21 maggio
Londra, 1921. La giovane Opaline fugge dal matrimonio combinato a cui il fratello vuole costringerla per risolvere i problemi finanziari della famiglia. Appassionata da sempre di libri, si rifugia in un’incantevole libreria nel cuore di Parigi, la Shakespeare and Company, dove, con l’appoggio dell’eccezionale proprietaria Sylvia Beach, impara il mestiere di libraia. Quando il fratello riesce a rintracciarla, Sylvia prontamente la manda a Dublino, al numero 12 di Ha’penny Lane, presso un’antica bottega che, con talento e intuito, Opaline trasforma in una libreria specializzata in testi antichi e rari. La sua passione la spinge a mettersi sulle tracce della sua autrice preferita, Emily Brontë, e del seguito di Cime tempestose , romanzo della cui esistenza nessuno ha mai avuto conferma. Molti anni dopo, sempre a Dublino, Martha scappa da un marito violento e trova conforto a casa di Madame Bowden, una bizzarra attrice in pensione che la assume come governante: spaventata e diffidente nei confronti di chiunque, Martha ha una sensibilità particolare che le permette di leggere le vite delle persone. E quando incontra per caso Henry, uno studente universitario che si aggira attorno alla casa di Madame Bowden, capisce di avere davanti a sé qualcuno di speciale. Henry è in cerca di un volume che dovrebbe trovarsi in una libreria proprio accanto alla casa di Madame Bowden. Ma la libreria non c’è, sembra essere svanita nel nulla. E con lei Opaline Gray, la sua proprietaria. Cosa le è accaduto? E dove è finito il manoscritto, il cui ritrovamento potrebbe aggiungere un tassello importante alla storia della letteratura? Nel frattempo, nella stanza di Martha in Ha’penny Lane, i rami di un albero iniziano ad affiorare come per magia dalle pareti, circondandola di romanzi da leggere e offrendole un’occasione di riscatto.
La stanza delle mogli
Sunjeev Sahota
Astoria
In libreria il 21 maggio
India, 1929. Tre spose, tre fratelli, un’unica cerimonia: coperte dal tradizionale velo rosso, nessuna delle tre ha potuto vedere il volto del marito. Un velo che non hanno diritto di togliere neppure durante il duro lavoro quotidiano nella fattoria in cui trascorreranno il resto della loro vita, se non quando si ritrovano nella minuscola stanza in cui dormono. La notte, poi, nell’oscurità più completa, è Mai, la suocera, a decidere chi di loro deve assolvere al compito più importante: dare un erede alla famiglia. Mehar, però, è inquieta: ha solo quindici anni, un carattere forte sotto l’apparenza sottomessa e vuole sapere chi ha sposato. E, un giorno, crede di averlo individuato: nascosta dietro una finestra, vede un giovane che mostra a Mai una collana di perle – propizie alla nascita di un maschio – e, quella sera stessa, la donna le dona la collana. Ma quel giovane non è il marito e l’amore tra lui e Mehar darà un nuovo, drammatico corso all’esistenza dell’intera famiglia. India, 1999. In fuga dai suoi demoni e dalla società che lo ha sempre umiliato perché straniero, un uomo arriva nella fattoria in cui ha vissuto Mehar. È il suo pronipote e si è convinto che lì, in quel luogo lontano da tutto e da tutti, ritroverà la tranquillità perduta. E, mentre lavora al restauro della casa, dorme in una stanza angusta, che ha trovato chiusa e sbarrata. La stanza in cui Mehar è stata tenuta prigioniera con le altre mogli e da cui è scappata. Una stanza in cui ancora riecheggiano le sofferenze del passato… e che forse lo aiuterà a superare la sofferenza del presente.
Il ladro di scarabei
Vanessa Roggeri
Rizzoli
In libreria il 21 maggio
Cagliari, 1928. Segnato da un’infanzia di stenti e privazioni, Antino è un cosiddetto majolu, uno dei tanti ragazzini che per scappare dalla povertà della campagna e trovare un futuro migliore arrivano in città, e lì, nelle dimore dei signori, offrono i loro piccoli servigi in cambio di vitto e alloggio. Ad accoglierlo in casa sua è l’ingegner Italo Dejana, un imprenditore antifascista dall’animo generoso: è stato fortunato e lo sa, Antino. Cercherà in ogni modo, infatti, di conquistare la fiducia del suo benefattore e vincere la diffidenza nutrita dalla moglie Elsa e dai figli Leonardo, Agnesa e Asmara. E quando a un certo punto si troverà a un passo dal perdere ogni cosa, per assicurarsi il posto che crede di meritarsi nell’albero genealogico dei Dejana non si farà alcuno scrupolo, disposto a tutto pur di ottenere quello che la sorte gli ha negato per nascita. Anche a conquistare l’amore della timida Asmara, figlia adottiva dell’ingegnere, per la quale ha sempre provato disprezzo e invidia. Asmara, però, non è la creatura insignificante che Antino crede, e quando il ragazzo se ne renderà conto, sarà ormai troppo tardi.
La stanza dei segreti
Megan Campisi
Nord
In libreria il 21 maggio
La guerra civile infuria e, per aggiudicarsi la vittoria, servono armi più potenti di cannoni e fucili. Servono informazioni. Per Kate Warner, è l’occasione che aspettava da tempo, fin da quando è stata assunta dalla leggendaria Pinkerton National Detective Agency. Essendo l’unica agente donna, Kate lotta da anni per conquistarsi il rispetto dei suoi colleghi maschi, che la considerano troppo emotiva per il lavoro sul campo. Ma adesso, nell’agosto del 1861, è lo stesso Allan Pinkerton a sceglierla per una missione delicatissima. Nessun uomo infatti potrebbe far confessare Rose O’Neal Greenhow, una vedova sudista che è stata trovata in possesso di un messaggio cifrato del nemico, un messaggio che, se decrittato, potrebbe porre termine a quella carneficina. Ricca, viziata e razzista, Rose rappresenta tutto ciò che Kate disprezza. Lei che è nata povera e che ha sempre potuto contare solo su se stessa, non può sopportare l’arroganza con cui le persone come Rose si ostinano a proteggere un sistema bastato sul privilegio e la sofferenza. Eppure, per riuscire a conquistarsi la fiducia della vedova, Kate deve imparare a mettersi nei suoi panni, scoprendo una persona forte e determinata, che combatte per ciò che ritiene giusto. Solo allora Kate si rende conto che una donna del genere – così diversa eppure così simile a lei – non può essere piegata. E dovrà scegliere se restare fedele ai suoi ideali o giocarsi l’unica, terribile carta in grado di spezzarla, diventando ancora più crudele del nemico…
Flor de Oro. La figlia del tiranno
Catherine Bardon
E/O
In libreria il 22 maggio
La storia vera di Flor De Oro, figlia del dittatore della Repubblica Dominicana Trujillo, al centro di un caotico destino fatto di politica, amori, tradimenti, lusso e miseria, sullo sfondo di eventi che hanno sconvolto il mondo. Per più di trent’anni, dal 1930 al 1961, la Repubblica dominicana è stata dominata dal sanguinario dittatore Trujillo, el Jefe, un tiranno che ha fatto del paese il suo regno personale ricorrendo senza scrupolo a spie e assassini prezzolati. Quando viene mandata a studiare in Francia, nel prestigioso collegio di Bouffémont, Flor de Oro è solo una bambina di nove anni, triste perché viene strappata alla mamma e sbattuta all’altro capo del mondo. Del padre sa che fa il militare, niente di più. Crescendo capisce che è un militare importante, addirittura il capo del paese, cosa di cui è fiera e intimorita. La verità fa capolino quando torna a Santo Domingo, dove appena diciassettenne, per sfuggire all’autorità del padre, sposa il giovane ufficiale di cui è innamorata, tale Porfirio Rubirosa, che diventerà il più famoso playboy del pianeta. Da allora la sua vita è scandita da quei due uomini, il padre-padrone Trujillo e il bel Porfirio, l’uomo che non teme confronti e di cui resterà sempre innamorata nonostante i successivi otto matrimoni. Sullo sfondo di eventi che hanno sconvolto il mondo (il nazismo, la Seconda guerra mondiale, la rivoluzione cubana di Fidel Castro) l’esistenza di Flor de Oro sarà una continua lacerazione tra il suo desiderio di libertà e il controllo ossessivo del padre su ogni aspetto della sua vita, sui suoi mariti e sulle sue passioni. Dopo aver vissuto nel lusso sfrenato e aver frequentato il gotha della società mondiale, finisce la sua vita in un modesto appartamento di New York, poverissima. Finalmente libera?
Fuga dalla fortezza celeste
Gianni Dubbini Venier, Giovanni Fantoni Modena
Neri Pozza
In libreria dal 24 maggio
Nel 1942, al largo dello Stretto di Malacca, un idrovolante scorge in mare dei naufraghi su una scialuppa. Sono militari inglesi vestiti di stracci. L’idrovolante fa un ammaraggio e li salva dai flutti. Le notizie raccontate da quel manipolo di uomini appaiono incredibili. Singapore, difesa dai suoi giganteschi cannoni puntati sullo Stretto, è caduta in mano ai Giapponesi. È «la più grande sconfitta dell’impero britannico» (Winston Churchill), una delle battaglie fondamentali della Seconda Guerra Mondiale. Tra quegli uomini c’è Charles McCormac, di stanza a Singapore dalla fine degli anni ’30. Charles è cresciuto in Asia, sa parlare malese, cinese e giapponese. Ha sposato Pat, una donna anglo-malese pronipote di un capo tribù del Borneo. Mentre guardano Londra bombardata nei cinegiornali, l’atmosfera assomiglia a quella dell’Europa di oggi: «La guerra non ci raggiungerà mai», pensano. Charles non può immaginare che solo poche settimane dopo verrà catturato dal Kempeitai, l’equivalente giapponese della 18 Gestapo. Durante una serie di brutali interrogatori Charles affronta la katana del capitano Teruchi, colui che gli darà la notizia più straziante: la nave su cui ha imbarcato Pat, incinta all’ottavo mese, è stata affondata. Le condizioni fisiche e psicologiche di Charles non potrebbero essere peggiori. Di sicuro «morirà a Singapore», se non fosse per l’incontro con un personaggio straordinario: Donaldson, un australiano burbero e incolto. Deportati nell’infame campo di concentramento di Pasir Panjang, Charles e Donaldson riescono ad organizzare l’impensabile: convincono gli altri quindici compagni di prigionia a scappare.
Le nobili sorelle Angioy
Adriana Valenti Sabouret
Arkadia
In libreria il 24 maggio
Tre nobili fanciulle cagliaritane orfane di madre e figlie di un eroe rivoluzionario in esilio a Parigi sono lacerate dal dilemma se continuare ad amare il padre, contro il suo apparente abbandono e il tessuto sociale reazionario in cui evolvono, oppure imporsi di dimenticarlo sino a ignorarne le ultime volontà? La prima opzione, in accordo con il cuore, le condurrebbe alla perdita. La seconda, salvando le apparenze, garantirebbe loro onore e rispetto in una Sardegna monarchica e conservatrice. L’amore incondizionato di un padre, le conseguenze devastatrici della sua perdita, dopo un’infanzia minata dalla morte precoce della madre e la chiusura in monastero, accompagnano le vite di Speranza, Giuseppa e Maria Angela Angioy sopraffatte da un carico emotivo troppo pesante per le loro spalle. Attorno alle tre sorelle brulica un universo di personaggi realmente vissuti nel Settecento sardo, sullo sfondo dei progressi societari tipici del secolo dei Lumi che porrà le basi della Sardegna moderna. Le nobili sorelle Angioy è una storia vera di umanità fondata sulla famiglia, l’amore, la perdita, il dolore e il tradimento ma anche di forza, quella di tre ragazze al bivio la cui scelta di vita celerà una sofferenza interiore non indifferente. Una storia che evidenzia personaggi anche imperfetti, regole societarie schiaccianti e i contrasti quasi insolubili che condurranno le sorelle a una scelta delicata.
La bibliotecaria di Madrid
María Zaragoza
Garzanti
In libreria il 24 maggio
Madrid, 1939. La città intera è scesa in piazza per la Giornata nazionale del libro. Ma nella Spagna franchista, ciò vuol dire che è il giorno in cui i libri devono bruciare. Bruciare un libro significa dare fuoco alle idee, alle speranze e alla vita di chi l’ha scritto. Tina fatica a trattenere le lacrime mentre assiste al rogo. Non può permettere che quella devastazione avvenga davanti ai suoi occhi. Eppure, lei sa cosa deve fare ed è per questo che, incoraggiata da una zia eccentrica, ha deciso di entrare a far parte di una società segreta: l’Associazione della biblioteca invisibile, il cui scopo è preservare i libri e la cultura, sottraendoli alla distruzione politica. Mentre muove i suoi primi passi come bibliotecaria, scopre il fascino di una Madrid nascosta, all’apice del fermento artistico e culturale, e si lascia immediatamente travolgere dai segreti della città e delle persone che ne sono protagoniste: dai poeti spagnoli più famosi a bibliotecari e archivisti che condividono con lei il suo più grande amore. Salvare i libri è più di una passione o un impegno sociale. Salvare i libri è una vocazione, la chiamata che stava aspettando. Ma in un periodo tanto ostile, la missione non è semplice. Tina sa che deve agire a tutti i costi, anche se per farlo dovrà mettere in pericolo la propria vita. La bibliotecaria di Madrid porta con sé un’eroina con una passione così forte da essere contagiosa, in una città che cela una storia tutta da scoprire. Ma soprattutto, tra le righe di questo libro, si rivelano le storie di bibliotecari, archivisti e intellettuali dell’epoca, realmente esistiti, che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia del Novecento. Grazie a loro, oggi possiamo leggere libri che altrimenti sarebbero andati distrutti. E grazie a María Zaragoza, oggi possiamo conoscere la storia di chi li ha salvati.
Una luce nella notte di Roma
Sanchez Adalid, Jesus
HarperCollins
In libreria il 24 maggio
Nell’estate romana del 1943, Gina, una studentessa di famiglia benestante, si innamora perdutamente di Betto, un intrepido ragazzo ebreo che fa parte di un’organizzazione clandestina. Tra i due si sviluppa una relazione intensa e proibita, nel bel mezzo di una delle più sconvolgenti tragedie della recente storia europea. Dopo la caduta di Mussolini, infatti, Roma è piombata in un turbine di violenza culminato nell’occupazione della città da parte delle truppe di Hitler. Nel caos e nella disperazione generalizzati però, e mentre le SS si apprestano a intraprendere la famigerata razzia nel ghetto, una malattia sconosciuta, altamente contagiosa, inizia a circolare nel centro della capitale, gettando nel panico i tedeschi: il cosiddetto Morbo di K… Si tratta in realtà di un sofisticato inganno escogitato dai ribelli con la collaborazione del personale del Fatebenefratelli dell’Isola Tiberina, una macchinazione geniale e audace che salverà la vita a moltissime persone ebree rifugiate nell’ospedale. L’ispirazione per questa eccezionale storia vera è nata quando l’autore è venuto a sapere dell’esistenza di preziosi documenti originali, rimasti nascosti per ottant’anni in alcuni archivi relativi alla Seconda guerra mondiale. Rintracciando i discendenti dei veri protagonisti del romanzo, ha ottenuto un tesoro di testimonianze, rivelazioni e dettagli storici che costituiscono l’anima del suo racconto, un vibrante intreccio di amore, eroismo e generosità.
L’isola dove volano le femmine
Marta Lamalfa
Neri Pozza
In libreria dal 28 maggio
Alicudi, 1903. Caterina guarda il corpo gelido e duro come una crosta di pane di Maria, la sua gemella, e pensa che da quel momento la sua vita cambierà per sempre. Se l’è portata via un male cattivo e tutti nella sua famiglia – dalla gran vecchia, la bisnonna che non ci vede più bene ma capisce tutto, a Palmira, la madre che ha per la quarta volta un bambino in pancia ma ha perso la testa per il dolore – pensano sia colpa di Salvatore, un giovane che sconta il confino politico al Castello di Lipari, e vuole fare la rivoluzione. Ora che Maria non c’è più, anche se la stanza di Caterina si è allargata, la vita è diventata molto più stretta: lavora nei campi di don Nino fino al tramonto, consegna le acciughe sotto sale con l’asino e aiuta la mamma con le fatiche di casa, aspettando il giorno in cui tutte le femmine della famiglia si riuniscono per impastare il pane, l’unico momento che attende davvero. Da qualche tempo, però, dalla segale dell’isola sono spuntati dei piccoli corni neri come il carbone, la tizzonara la chiamano in paese. All’inizio non s’erano fidati a mangiarla, ma adesso non è rimasto altro, così anche Caterina butta giù quei morsi duri e dall’odore di morte. Forse però in quei bocconi dolorosi c’è la chiave per scappare da un presente sempre più solitario, e raggiungere le majare, le streghe che vivono sull’isola e volano nude fino a Palermo, ridendo sguaiate, nell’estrema libertà della notte. Non capita solo a lei di vedere cose che al risveglio sono sparite, ma anche al resto della famiglia e ai settecentotredici arcudari che vivono sull’isola. Ma per tutti verrà il momento di tornare alla realtà.
1580: morte a Siviglia
Susana Martín Gijón
ponte alle Grazie
In libreria il 28 maggio
Anno del Signore 1580. Siviglia è una delle più ricche e fiorenti città d’Europa. Dal suo porto sta per salpare la flotta delle Indie: dovrà riportare alla Corona spagnola parte di quei tesori del Nuovo Mondo che la stanno facendo grande. Ma l’orrore è in agguato. Sulla polena della nave da guerra che guiderà la spedizione appare la pelle di un volto di donna, scuoiato, dai capelli rossi… Il crimine è raccapricciante, ma più nefasto ancora è il presagio che la superstizione dei marinai riconosce nella cruenta insegna. A cercare con tenacia la verità è Damiana, prostituta mulatta della Babilonia, una delle più rinomate case di tolleranza della città, collega della vittima. Damiana ignora però di essere molto più coinvolta di quanto creda, e la sua decisione di cercare aiuto presso l’amica d’infanzia Carlina, ora suor Catalina, carmelitana scalza, avrà nuove terribili conseguenze.
I dadi d’oro
Elisabeth Storrs
AltreVoci
In libreria il 29 maggio
Durante un feroce assedio tra Roma e la città etrusca di Veio, tre donne seguono strade diverse per sopravvivere. Cecilia, nata a Roma ma sposata con un veientano, abbandona la sua città per tornare dal marito, Vel Mastarna, esponendosi all’ostilità degli Etruschi e sapendo che i Romani la condanneranno a una morte da traditrice se Veio cadrà. Semni, giovane incosciente al servizio nella casa di Mastarna, si ritrova invischiata in un piano che minaccia di impedirle di trovare l’amore e mette in pericolo il figlio di Cecilia. Pinna, indigente prostituta romana, riesce a ottenere, tramite svariati ricatti, l’attenzione del più grande generale di Roma, a costo di tradire il cugino di Cecilia. Ogni donna lotta per proteggere se stessa e chi ama nel ciclico e oscuro decorso della guerra. Come potranno sfidare il destino? Vivranno mai di nuovo in pace? “I dadi d’oro”, il secondo libro della trilogia sull’Antica Roma dedicata al conflitto tra la Repubblica Romana e la città di Veio, si è classificato secondo al concorso internazionale “Sharp Writ Book Awards 2013” per la narrativa generale ed è stato nominato come una delle letture più memorabili del 2013 da Sarah Johnson, curatrice delle recensioni della Historical Novels Review.
Sangue italiano
Roberto Casalini
Neri Pozza
In libreria dal 31 maggio
Storie della storia d’Italia dalla nascita della nazione, nel 1860, ai giorni nostri. Centocinquantadue racconti neri brevi e netti di delitti, carriere criminali e violenza pubblica. Gli omicidi che ancora si ricordano e quelli che furono celebri ai loro tempi: dalla Contessa Lara uccisa dal giovane amante e mantenuto (1896) al caso Murri che sconvolse Bologna (1902); dalla contessa Tarnowska dark lady russa a Venezia (1910) a Gino Girolimoni, falso mostro di Roma inventato dal fascismo (1927); da Leonarda Cianciulli, la saponificatrice di Correggio (1939), alla belva di San Gregorio Rina Fort (1946). E poi il delitto del bitter, quello del curaro e quello del vetriolo, la Mantide di Cairo Montenotte e la Circe della Versilia, il falso biondino della spider rossa, la modella che uccide il playboy e il canaro che fa a pezzi il suo persecutore. Tra figli che ammazzano i genitori (Doretta Graneris, Pietro Maso, Erika e Omar) e adulti che uccidono gli implumi, le storie inquietanti degli assassini seriali (da Antonio Boggia, l’ultimo impiccato dell’800, al vampiro della bergamasca Vincenzo Verzeni che succhiava il sangue alle vittime; da Cesare Serviatti, il Landru italiano, a Donato Bilancia killer dei treni al duo neonazista veronese che si firmava Ludwig), ma accanto ai casi di cronaca nera, le storie di un’Italia che ha la criminalità organizzata più aggressiva e pervasiva d’Europa e bande e banditi leggendari, da Musolino a Mesina, dal Clan dei Marsigliesi alla Banda della Magliana. La lotta politica in Italia, ce ne dimentichiamo spesso, e stata vicenda feroce e con molti caduti, da Cavallotti a Umberto I, da Matteotti ai fratelli Rosselli, fino ad Aldo Moro e Mino Pecorelli. Ed e costante, in Italia, la vulnerabilità della democrazia, periodicamente esposta a tentazioni autoritarie e colpi di mano dall’alto (gli stati d’assedio e i militari che mitragliano la piazza, il fascismo, la strategia della tensione e lo stragismo) o a velleità spesso feroci di insurrezione e/o di rivoluzione (dalle jacquerie contadine alle «settimane rosse»; dalle torbide confusioni, nel secondo dopoguerra, fra lotta partigiana e regolamento di conti con sconfinamenti nella criminalità comune, sino alla lunga e sanguinosa stagione dei terrorismi rosso e nero). Tutte queste vicende, riconducendo anche i delitti in apparenza più «privati» allo spirito dei tempi, racconta Sangue italiano.
Le origini dell’Impero romano. Dalla Repubblica ad Adriano (264 a.C.-138 d.C.)
David Potter
Hoepli
In libreria il 31 maggio
Una panoramica sui primi secoli dell’Impero romano dalle prime missioni delle legioni fuori dai confini italici alla morte di Adriano: le guerre, i leader e le trasformazioni sociali che posero le fondamenta di Roma. Tra il 264 a.C., quando un esercito romano sbarcò in Sicilia, e la morte di Adriano più di quattrocento anni dopo, Roma diventò uno degli imperi multiculturali più funzionali e vincenti della Storia. In questo saggio David Potter esplora le trasformazioni che accompagnarono quell’epoca, via via che Roma da repubblica diventava uno stato mercenario e poi un impero burocratico: dal primo passo oltre lo Stretto di Messina al culmine dell’espansione territoriale. Evidenziando i parallelismi con il mondo di oggi, “Le origini dell’Impero” mostra come i Romani abbiano ancora molto da insegnare su potere, arte del governo e leadership.
Oskar Schindler. Vita del nazista che diventò un eroe
Francesca Cosi
Terra Santa Edizioni
In libreria il 31 maggio
Sono passati più di cinquanta anni da che Israele conferì il titolo onorifico di “Giusto tra le nazioni” a Oskar Schindler, ma la sua storia e la personalità continuano a essere oggetto di dibattito. La sua battaglia per salvare i suoi impiegati ebrei dalla morte, che gli costò la rovina economica, stride terribilmente con il suo passato al servizio dei nazisti. Con il tempo Schindler iniziò a prendere coscienza dell’oscura realtà che fino ad allora aveva ignorato e, sfruttando i suoi contatti nelle alte sfere militari, ottenne che i suoi lavoratori non fossero inviati nei campi di concentramento. In questo libro si racconta tutta la vita di questo eroe: dall’infanzia, ai successi economici come imprenditore, al rapporto con la moglie Emilie, determinante nella sua svolta.
Roberto Orsi
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Contenuti curiosi: “La borsa era talmente piena da rendere difficile la ricerca. E infatti tirò fuori prima un lucchetto, poi tre graffette incatenate, un pettine, due preservativi, un ciuccio, un rossetto, sicura che le chiavi sarebbero apparse per ultime”. Felicità fuggente: “«È come se la gente non lo sapesse ancora dopo millenni… Voglio dire… è strano no? Tutti credono di non essere felici per quella cosa che non hanno avuto. Ma quelli che ce l’hanno mica sono più felici.»”. Che cos’è l’amore: “Pietro aveva teorie precise e inscalfibili sull’amore: biasimava i colleghi, gli amici e i conoscenti che abbandonavano un letto tiepido per uno caldo. Diceva che il tiepido è il destino ineluttabile del caldo e che non ha senso passare la vita a cercare qualcosa di tanto effimero come la passione”.
È in libreria Affetti non desiderati di Elena Rui (Arkadia 2024, pp. 124, € 15).
Elena Rui, scrittrice, con la sua raccolta di racconti Fiale ha vinto il “Premio Malerba” ed è stata pubblicata l’anno successivo dalla MUP di Parma. Nel febbraio del 2021 Garzanti ha pubblicato il suo primo romanzo La famiglia degli altri che ha riscosso un buon successo di pubblico e critica. Miriam ha accettato un appuntamento con un cliente che l’ha corteggiata, sperando che vada bene perché ha lasciato le chiavi di casa. Patrizio è a Nizza per ritrovare l’ispirazione artistica, ma l’aggressività lo tormenta. Anna e François hanno litigato durante una cena romantica. Lidia ha lasciato il marito ma il nuovo monolocale è infestato dai topi. Amina vuole mantenere il lavoro in un hotel parigino ma il marito preferirebbe vederla a casa. Racconti di uomini, di donne e dell’amore come prova che ci svela quanto siamo inadeguati nelle nostre relazioni.
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Riconosco il dolo, non la premeditazione. Ma mi lasci raccontare la storia dall’inizio. Le cose sono sempre più complicate di quello che sembrano. Non c’è stato nulla di sordido o di… perverso fra me e Tedeschi. Ci siamo scritti per mesi senza mai vederci: messaggi casti, pieni d’imbarazzo e di pudore. E poi guardi che le prime volte non è stato un granché. A letto, intendo. Poi con il tempo abbiamo imparato a conoscerci e alla fine è vero che siamo diventati due ottimi amanti. Ma siamo scivolati prestissimo, senza transizione, in una sollecitudine affettuosa davvero intollerabile, peggio di un matrimonio. Ha presente quel sentimento sciapo, fraterno o addirittura paterno? Una cosa umiliante. Sì, sì, lo scriva, pure. Mi era sembrato – in un primo momento non avevo elementi che mi permettessero altre interpretazioni – che una volta rassicurato sulla sua prestanza, Tedeschi si fosse sentito intralciato dal desiderio che aveva risvegliato. La verità si è rivelata peggiore, come ben sa, ma guardi, fosse stato anche solo il banale voltafaccia di chi si è stancato della solita minestra… beh, insomma, la libido di una donna che si avvicina alla menopausa va trattata con rispetto, non crede? Il mio corpo ha smesso d’interessarlo piuttosto presto… Sta scrivendo? Sì, sì, certo, scriva: è importante.
(incipit del racconto Audiofilia)
Carlo Tortarolo
Il link alla recensione su Satisfiction: https://tinyurl.com/3fzdf8c5
Nato a Napoli, si è laureato all’Istituto Orientale per poi proseguire gli studi presso le Università di Modena, Barcellona e Madrid, dove ha conseguito un Dottorato in Letteratura ispano-americana. Nel 2009 ha vinto il Premio Letterario “La voce dei sogni” a cui ha fatto seguito la pubblicazione di Litany. Successivamente ha pubblicato i romanzi Darkene (2012), Psicosintesi della forma insetto (2014), H dalle sette piaghe (2015), premiato come miglior noir al Festival “Giallo al centro” di Rieti, e Living Fleshlight (2018), tutti editi da Meridiano Zero. Nel 2018 ha fondato, insieme alla performer Manuela Maroli, il duo di Letteratura performativa Sacrificium Viduae, con cui ha realizzato le opere Luce di carne viva e Le lacrime di Venere. Attualmente si occupa di Queer Art e Transmodernismo, con particolare riferimento all’opera dell’artista e scrittore cileno Pedro Lemebel. Il suo ultimo romanzo, Cantico dell’abisso per Arkadia Editori, tratta di un abisso profondo, nero, apparentemente insuperabile. È l’abisso della paura che diventa normalità.
Chi è Ariase Barretta?
Non lo so. Non ho mai incontrato Ariase, è una entità che si manifesta a tratti. Tra le mie molteplici personalità c’è anche questo signore. Non mi conosco e ne sono contento perché quando ti conosci troppo arrivi a proteggerti ed eviti di sperimentare determinate situazioni. So dove mi trovo, quello sì! Mi riferisco alla mia ubicazione geografica, in senso logistico: per esempio oggi sono a Bologna ma mi muovo continuamente tra Napoli, Madrid e Bologna. In aeroporto hanno pensato di dedicarmi un gate con una targa con il mio nome.
E per quanto riguarda il percorso della tua carriera, in che punto ti trovi?
Posso risponderti che ho la sensazione di essere sempre a zero. Nonostante abbia fatto tante cose nei mie 50 anni, e mi riferisco agli studi, ai libri pubblicati, quelli tradotti e ai progetti culturali, io continuo a concentrarmi sulle cose da fare più che su quelle già fatte. Per esempio, a fine Maggio esce in Spagna il mio saggio di critica letteraria sullo scrittore cileno Pedro Lemebel, e per fine anno uscirà anche in Italia. Per la prima volta mi autotraduco, il saggio è nato in spagnolo perché è parte della mia tesi di dottorato. Nel 2025 uscirà un altro saggio su una tematica completamente diversa. Sono contento dei miei progetti futuri.
Parlando di traduzione, hai trovato qualche differenza tra tradurre ed autotradursi?
Autotradursi è molto più difficile. Quando traduci un altro autore, senti la responsabilità verso quella persona e ciò ha un certo peso. Quando traduci te stesso, in questo senso sei più sereno perché non tradisci te stesso, sai cosa hai scritto. Tuttavia, la difficoltà è dettata dal fatto che ragioni costantemente in due lingue diverse. In questo caso io ho scritto il libro nella mia terza lingua, lo spagnolo, e non nella mia lingua madre, il napoletano. Per me l’italiano è una seconda lingua perché l’ho imparato a scuola; in casa mia si parlava il napoletano, ed io il napoletano lo parlo e lo scrivo, quindi per me è la mia lingua madre. Detto questo, immagina l’arzigogolo mentale in cui mi muovo, tra un po’ il mio cervello andrà in fumo… ho scritto il libro nella mia terza lingua, lo spagnolo; l’ho tradotto all’italiano, la mia seconda lingua e in questi passaggi ho dovuto fare molta attenzione alle interferenze linguistiche.
I tuoi libri spaziano dal genere distopico, al noir, alle tematiche LGTB+ e alla fantascienza…
C’è un po’ di tutto. Per esempio “Litany” è un romanzo lirico, un po’ fiaba dark, gotica con una componente alchemica e dei miei libri è un caso a parte, non ho più scritto nulla di simile. Poi c’è la trilogia ambientata a Napoli “Darkene”, “Psicosintesi della forma insetto” e “H dalle sette piaghe”. Darkene fu definito da Sergio Pent sul Corriere della Sera un romanzo di iperrealismo sociale. Gli altri sono stati poi etichettati come psico noir e, in effetti, “H dalle sette piaghe” ha vinto un premo in un festival noir a Rieti. Io non mi sono mai posto il problema del genere a cui aderire. Il romanzo successivo, “Living Fleshlight”, però, è a tutti gli effetti un romanzo di fantascienza distopica. Mentre “Cantico dell’Abisso” inaugura una trilogia di romanzi ambientati a Bologna. Ha vinto anche un premio di cui vado molto fiero: il Premio DEI (Diversità, Equità e Inclusione), assegnato ogni anno a Perugia. Tratta il tema del transgenderismo, se proprio vogliamo etichettarlo. Ma in realtà ha tante implicazioni psicologiche diverse. Parla della famiglia, dell’ipocrisia, ed è ambientato nella Bologna bene degli anni 80.
Cantico dell’Abisso è considerato un libro sincero e duro come un pugno nello stomaco…
Certo, perché in questo libro si parla di ipocrisia. L’ipocrisia di costruire una facciata che vada bene a tutti. È stato complicato pubblicarlo, così come lo era stato per Living Fleshlight, in cui si parla di una tematica molto forte,ossia l’abuso nei confronti delle donne, donne trasformate in bambole. In “Cantico dell’Abisso” io racconto la storia di un ragazzino che ha 13 anni, nel 1987, che oltre ad avere un’espressione di genere non conforme al sesso che gli è stato attribuito alla nascita – non si sente né uomo né donna, è un soggetto Gender fluid – è anche innamorato di suo padre. Questo amore poi verrà anche vissuto fisicamente. Possiamo dire che è una situazione scabrosa ma non irreale, queste cose avvengono continuamente e questo romanzo, in effetti, è basato su fatti reali. A ogni modo, il vero personaggio negativo di questa famiglia è la madre perché accetta questa situazione per sua convenienza a discapito di tutti coloro che la circondano. Una madre che insieme alla sua amante, ex suora, è capace di atti di puro sadismo. Molte persone, dopo averlo letto, mi hanno detto che una storia del genere non può essere vera, eppure lo è! È reale!
Living Fleshlight, un libro di fantascienza distopica, dove si parla di abuso sulle donne e Cantico dell’Abisso che tocca la tematica del transgenderismo. Due temi in auge ma con una accettazione diversa da parte della società. Credi che ci vorrà ancora del tempo per poter normalizzare la situazione relativa all’espressione di genere in Italia e arrivare a sentirsi veramente liberi?
Penso di sì. Tieni in conto che non solo le case editrici hanno storto il naso di fronte a queste opere – anche in maniera molto violenta – ho ricevuto pesanti critiche anche da parte della stampa. Persone che non hanno voluto nemmeno parlare del libro e che poi in privato mi hanno attaccato perché secondo loro, si tratterebbe di un romanzo “scorretto”. La differenza tra i due libri è che Living Fleshlight ha una componente metaforica, il tutto viene raccontato attraverso una realtà che non esiste, anche se quando parlo di queste donne fatte a pezzi, in realtà sto parlando delle donne reali. Purtroppo, l’idea di fare a pezzi il corpo delle donne e darlo in pasto alla gente è una norma nell’ambito della comunicazione, soprattutto quella pubblicitaria. In “Cantico dell’Abisso”, invece, si rompe un tabù. Agli italiani si può toccare qualsiasi cosa tranne la sacralità della famiglia. La famiglia è l’archetipo su cui si fonda un certo tipo di società. Toccare la famiglia significa rompere un tabù molto forte e per l’italiano medio diventa destabilizzante vedere attaccata una sua certezza. Bisognerebbe iniziare ad accettare che la famiglia non è sempre un luogo di protezione, anzi, spesso è un luogo di distruzione. Personalmente credo più nei rapporti che non sono quelli di sangue perché le persone le scegli in base alle tue affinità. Il rapporto di sangue non lo scegli, ti viene imposto dalle circostanze e dalla natura. Il protagonista del libro, per esempio, a un certo punto incontra una ragazza che si prostituisce insieme a lui e che diventa la sua nuova famiglia.
E tu che rapporto hai avuto con la tua famiglia? Quanto c’è di autobiografico in questo libro?
Ho avuto un rapporto meraviglioso, sono stato fortunatissimo. La mia famiglia io l’avrei scelta. I miei genitori mi hanno dato il massimo dell’amore che si possa dare a un figlio. Mio padre c’è ancora, ha 91 anni ed è ancora meraviglioso; mia madre non c’è più, ma anche lei mi adorava. Leggeva tutti i miei libri, non le piacevano, era il mio peggior critico e diceva che nei miei romanzi c’era troppo sesso e troppa violenza. In “Cantico dell’Abisso”ci sono alcune cose che posso definire autobiografiche: io mi considero un individuo agender, nella misura in cui considero i generi costrutti sociali, convenzioni che rifiuto, quindi non mi sento né uomo né donna, mi sento Ariase Barretta. C’è un altro elemento autobiografico: il fatto che io abbia sempre adorato mio padre. Sì, forse questo complesso di Elettra, di innamoramento nei confronti del padre, potrei dirti che è autobiografico. Per me mio padre è l’uomo più bello del mondo. A parte questo e qualche piccolo episodio, per fortuna di mio non c’è altro.
Visto che la società sembrerebbe non ancora pronta per questi temi, date le critiche, non pensi che quello che scrivi possa limitare la tua carriera di scrittore?
Non riesco a valutarmi come scrittore però, con assoluta certezza, so che per il mio successo sarebbe molto più semplice scrivere su altre cose e andare più facilmente incontro ai gusti dei lettori e alle richieste degli editori. Tuttavia, io sono contento così: non voglio essere più ricco o più famoso di quello che sono. Voglio solo essere Ariase Barretta, amato da quel numero circoscritto di persone che per me contano qualcosa.
Cosa vuoi dire ai tuoi lettori?
Voglio dire loro di non fidarsi del conformismo perché nasconde meccanismi crudeli, perversi e distruttivi. Mi riferisco al conformismo sociale, ma anche a quello letterario, anzi pseudo-letterario, che è l’antitesi della letteratura.
Grazia Giordano
Il link all’intervista su Senza Linea: https://tinyurl.com/5x4rxu7d
“Una storia d’amore che non vive ripiegata su sé stessa ma attinge carattere e luminosità dai temi nei quali si immerge: l’importanza dell’amicizia, i valori assoluti che insegna lo sport e la funzione poetica che hanno le canzoni che caratterizzano le fasi della vita di ciascuno di noi”. Il giornalista Paolo Valenti introduce così LA RAGAZZA DI BOSTON, il suo ultimo romanzo edito da Arkadia Editore, che inizia ad una nuova sessione d’esame all’università. Alessandro non sa ancora che sta per incontrare Meredith O’Brady, l’assistente che sta per interrogarlo, “la ragazza di Boston”, trasferitasi in Italia per via del lavoro del padre e che, nel giro di poco tempo, entra prepotentemente nelle sue giornate coinvolgendolo in una relazione totalizzante. Amore, viaggio reale e metaforico, sport e rock anni Novanta: sono i temi che convivono e si intrecciano alle vicissitudini di Alessandro che, una volta in America, dovrà prendere decisioni importanti. Non sempre l’amore vince su tutto… Ma se le cose cambiassero, molti anni più tardi, quando un Alessandro ormai cinquantenne e a Boston per motivi di lavoro, desiderasse incontrare nuovamente Meredith per aprirle ancora le porte del suo cuore?
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Giornalista professionista e project generator ha esordito con il romanzo La prima ora del giorno (Giunti) cui è
seguito Il nido delle cicale (Giunti). Per Arkadia Editore ha pubblicato un racconto in Luoghi letterari. Veneto (2024).
Veronese, appassionato di jazz, cinema noir e fumetti pulp, ha pubblicato tre album di rock indipendente con il gruppo Younger Son. Il suo romanzo d’esordio è Il gioco delle maschere (Mondadori). Per Arkadia Editore ha pubblicato un racconto in Luoghi letterari. Veneto (2024).