Un romanzo che ci riporta a una stagione intensa della storia italiana, una storia che rilegge il caso Moro come metafora della perdita della fiducia nel “mondo dei grandi” e scava nell’anima pulp della generazione a cavallo tra la guerra e il boom economico.
16 marzo 1978. Poche ore prima del rapimento di Aldo Moro avviene un altro sequestro, questa volta però la vittima è un bambino. Luca Barnaba ha solo dieci anni, ma la sua vera colpa è quella di essere il figlio di un facoltoso e chiacchierato imprenditore di un’imprecisata città del Sud in cui il contrabbando di sigarette non è considerato un reato e i ricchi assumono droghe che promettono la felicità. In questa sponda fortunata di un Paese dilaniato dagli anni di piombo Monica, figlia di amici dei Barnaba, assiste a una strana inversione delle leggi morali che dovrebbero regolare la vita degli adulti. Se conoscesse il biliardo all’italiana la definirebbe una garuffa, ma lei ha tredici anni e può solo guardare per cercare di capire cosa sta accadendo nel suo mondo. Ci prova con l’aiuto di una giovane giornalista che, come lei, continua a porre domande scomode. Insieme arriveranno alla verità, ma sarà Monica a trovare la forza di cambiare vita. Un romanzo che ci riporta a una stagione intensa della storia italiana, una storia che rilegge il caso Moro come metafora della perdita della fiducia nel “mondo dei grandi” e scava nell’anima pulp della generazione a cavallo tra la guerra e il boom economico. Anna Di Cagno, è nata a Bari, ma vive a Milano. Ha studiato Filosofia a Torino ed è diventata giornalista professionista nella redazione di “Cosmopolitan” nel 1994. Ha lavorato a lungo con magazine femminili occupandosi di tematiche di costume, cultura e attualità e ha collaborato con diverse agenzie di comunicazione. Sei anni fa ha fondato ilblogdimollybrown.com, sito che si occupa di cultura in maniera “spettinata”. Per Morellini Editore ha curato le antologie Lettere alla madre e Lettere al padre e partecipato alla raccolta di racconti Tra uomini e dei. Storie di rinascita e riscatto attraverso lo sport. Per Cairo ha scritto Lettere d’amore per uomini imperfetti, non-romanzo a quattro firme realizzato con Paola Mammini, Maria Di Biase ed Elena Mearini. Nel 2021 ha pubblicato Gala Éluard Dalí. Per interposti uomini, biografia romanzata della collana Femminile singolare che dirige insieme a Sara Rattaro. Molti suoi racconti sono presenti in diverse pubblicazioni. Per Arkadia Editore ha pubblicato L’anno della garuffa (2024).
Livio Partiti
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La trama di Dark di Edgardo Cozarinsky
Un emozionante romanzo d’iniziazione il cui protagonista è un giovane alla ricerca del suo posto nel mondo in una Buenos Aires oscura e affascinante. Uno scrittore in età avanzata torna con la memoria al giorno in cui incontra Andrés, un uomo misterioso che si offre di fargli da guida. Con Andrés il narratore scopre una città diversa da quella che crede di conoscere, o che i suoi genitori gli hanno fatto conoscere. Víctor non sa bene chi sia la sua guida in questa città notturna, canagliesca e imprevedibile. A volte si chiede da dove provenga il denaro che Andrés spende con lui. Dove lavora? Dove vive? Chi è? In Dark, come Stevenson ne L’isola del tesoro, Cozarinsky gioca con il senso dell’avventura spirituale e della ricerca della libertà. Tutto ciò che Víctor non deve sapere è proprio ciò che il lettore vuole scoprire affinché l’operazione narrativa che Edgardo Cozarinsky intraprende sia premiata. Tra un ragazzo impaziente di addentrarsi in territori di cui ha solo letto e l’indecifrabile personaggio di Andrés si creano legami ambigui, manipolazioni e fascinazioni che sopravvivono all’avventura e alla clandestinità.
Chi è Edgardo Cozarinsky
Edgardo Cozarinsky (Buenos Aires, 1939- 2024), uno degli ultimi maestri della letteratura argentina contemporanea, ha vissuto tra Buenos Aires e Parigi. Dopo un lungo soggiorno in Europa tornò in Argentina per lavorare come giornalista, con alle spalle una ricca produzione di traduzioni di autori francesi, inglesi e spagnoli. Nel 1973, insieme a Giuseppe Bianco, venne premiato per il saggio The Nation su Marcel Proust e Henry James. Molti riconoscimenti gli procurarono i film di cui è stato regista e sceneggiatore, ma anche i racconti La ragazza di Odessa (2001) e il romanzo Lontano da dove (2009). Al 2012 risale Ultimo incontro a Dresda, pubblicato in Italia da Guanda. La sua opera letteraria comprende i racconti Vudú urbano, con un prologo di Susan Sontag, Guillermo Cabrera Infante, e i romanzi Il terzo mattino (2010), In assenza di guerra (2015) e Turno di notte (2021). Per Arkadia Editore è uscito Dark (2024) tradotto da Alessandro Gianetti.
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Da un’ ’imprecisata fermata di metropolitana, in un pomeriggio invernale, sbuca un uomo in jeans e giubbotto di pelle. Non ha né soldi né documenti, ma il desiderio di mangiare una pizza e bere una Coca-Cola. Entra in un locale della zona e la prima persona che incontra è la barista Miranda, ragazza decisa, che lo caccia quando scopre che non può pagare. Per procurarsi qualche banconota ruba un taxi con il proposito di restituirlo, tenendosi però i soldi della corsa. Su quel taxi sale una influencer, Susi Fashion, molto nota in città. Da qui ha inizio una nottata che porterà l’uomo, che dice di chiamarsi Josh, la barista Miranda, il proprietario del taxi Christian e la sua ragazza Assunta dalle stelle alle stalle. Josh però scatena in Miranda una serie di dubbi, perché riceve continui messaggi dagli auricolari. Tuttavia è così affascinante che Miranda potrebbe innamorarsene.
Clara Domenino
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Ma perché quei pensieri erano sbucati fuori dalla lava rappresa dei ricordi proprio ora? Aveva forse a che vedere con quei luoghi? C’era qualcosa che aveva visto, sentito, odorato che aveva ravvivato il fuoco?
Lava di Patrizio Nissirio
Trama Lava – Aurelio Di Giannantonio, commissario romano cinquantenne in servizio a Venezia, riceve una misteriosa lettera che lo desta dalla sua quotidianità fatta dell’amorevole presenza della sua compagna Maria Quaranta e, soprattutto, di tanto lavoro. La lettera proviene da uno studio notarile di Torre del Greco e annuncia un inaspettato lascito. Di Giannantonio, che non ama lasciare le cose in sospeso, decide di andare in fondo alla questione. Parte così per Torre del Greco e qui scopre che il lascito proviene da un certo Raffaele Sorrentino, un nome che non dice niente al nostro commissario. L’inaspettata eredità si rivela essere una casa con annesso terreno nella frazione di Sant’Anna, alle pendici del Vesuvio. Il commissario non riesce a venire a capo dell’identità del misterioso benefattore nemmeno dopo aver effettuato un sopralluogo sulla proprietà. Dopo una visita al paese, in cerca di qualche indizio che gli faccia comprendere il perché dell’eredità, la sua attenzione si sposta su un altro fatto. Il suo occhio da investigatore viene, infatti, attirato da un manifesto ingiallito che invita ad una veglia in ricordo di due bambine scomparse nel nulla due anni prima. Contro il buon senso, che gli direbbe di tornare a casa e, in parte, contro la sua compagna che lo attende a Venezia, il cold case finirà ben presto per assorbire tutte le energie del commissario, determinato a trovare delle risposte a quelle domande, rimaste come congelate per due anni nella comunità di Sant’Anna. In questo suo indagare, fuori dalla sua giurisdizione, il commissario Di Giannantonio, per indole solitario, si circonderà inaspettatamente di un manipolo di improbabili aiutanti pescati nella comunità. Prime fra tutte le sorelle Ascione, che dirigono un ristorante con i loro mariti, ma che si riveleranno preziose – oltre che nello scarrozzare il commissario in lungo e largo per il paese – soprattutto per la rete del sentito dire che offriranno alle indagini. Ma non disdegnerà nemmeno una presenza più ortodossa, quella dell’Ispettore De Sanctis, incaricato di svolgere le indagini ai tempi della scomparsa delle bambine. Nel ligio e leale collega, il commissario Di Giannantonio troverà una buona spalla. Man mano che i giorni di permanenza si susseguono, diventando settimane, il commissario si ritroverà sempre più invischiato in un vortice incandescente di eventi all’ombra del Vesuvio. Per venire a capo di questi misteriosi eventi, dovrà scavare nei ricordi sedimenti sotto una coltre di lava. Lì si nascondono i segreti che il tempo ha cancellato. A nulla varranno i rimproveri della compagna, che lo vuole al sicuro vicino a sé. Nonostante la sua caparbietà metta a repentaglio la loro relazione – e, come scoprirete – persino la sua vita, il commissario andrà imperterrito per la sua strada, come rispondendo ad un un imperativo morale dentro di sé. Perché dietro quella testardaggine si nasconde qualcosa ti cui si sente il disperato bisogno: il senso di giustizia.
Il commissario Di Giannantonio
Proseguono le avventure per il commissario romano trasferitosi a Venezia, questa volta in trasferta a Torre del Greco. Il personaggio del commissario Di Giannantonio, nato dalla penna di Patrizio Nissirio, era già presente in due dei suoi precedenti romanzi: Silenzio (2019) e D’inverno, Venezia(2021). La sequenzialità delle storie ben si adatta a questo personaggio, che sembra essere uscito fuori dallo schermo di una serie televisiva – cosa che tra l’altro viene citata dalle stesse sorelle Ascione, amanti di gialli, per dare un tocco di meta-letteratura – , con le sue caratteristiche ben marcate, che lo rendono perciò ben riconoscibile: fedele alla legge e alla sua Maria, buona forchetta e sigaro toscano alla mano che accende sempre, o quasi, dalla parte sbagliata. Aurelio Di Giannantonio è un palladino dei nostri giorni, che lotta contro i mulini a vento, e, aiutato dalla finzione letteraria, ci riesce pure a sconfiggerli.
Lava di Patrizio Nissirio tra noir introspettivo e thriller esistenziale
Sono le riflessioni del commissario a impreziosire Lava. Aurelio di Giannantonio osserva, fa domande e pensa. Riflette sulle brutture, sulle ingiustizie con cui, nel suo ruolo di commissario, si confronta ogni giorno. E quando si trova davanti alla maestosità del Vesuvio, si lascia trasportare in uno stato contemplativo sulla condizione umana e sul contrasto tra la natura e l’artificiosità della nostra cultura.
Il Vesuvio non aveva fretta, né piani omicidi. Semplicemente faceva la sua parte, incurante del traffico e del cemento con cui gli umani tentavano di strangolarlo. Quando avesse perso la sua inconsapevole pazienza, gli sarebbe bastata qualche ora, al massimo qualche giorno, per pareggiare il conto. L’uomo, al contrario, si muoveva tra costrizioni autoimposte: il tempo così come lo pensava, la creazione di un marchingegno chiamato orologio; il Bene e il Male, in perenne sterile conflitto, nel quale eravamo danni collaterali, immemori di aver noi stessi inventato queste gabbie. Con un profondo respiro al commissario sembrò, per un attimo, di essersi avvicinato al presente eterno e indifferente della natura. Il cratere non si accorse di lui, né delle preoccupazioni che un momento dopo quel secondo di osmosi con l’universo tornarono a stringergli la bocca dello stomaco.
Lava di Patrizio Nissirio
Ma Aurelio Di Giannantonio, prima che un commissario, è innanzitutto un uomo. Così pensa che sta invecchiando, che molti ricordi gli scivolano tra le dita e quelli che riesce a trattenere rimandano le immagini malinconiche di un bambino sensibile e solitario. L’uomo che è diventato, sembra a volte perdersi nella modernità che viaggia alla velocità della luce, ma forse il bambino che fu può diventare la chiave per redimere il tempo e i luoghi. Lava di Patrizio Nissirio, pubblicato da Arkadia editore, è un giallo introspettivo, o un thriller esistenziale, come lo ha definito lo stesso autore, proprio per quel suo saper offrire pensieri sulla natura umana, che valgono già da soli la lettura. Anche per quelli di voi che non prediligono i gialli.
Il link alla recensione: https://tinyurl.com/aj8kuwxk
Vimodrone “Grazia Deledda e il cibo” sbarcano in Lombardia. Il libro scritto da Giovanni Fancello e Sara Chessa, pubblicato da Arkadia editore lo scorso giugno, dopo una serie di presentazioni nell’isola, approda nel Continente, a Vimodrone, città che ospita l’attivissimo Circolo dei sardi “La Quercia”, presidente Gianni Demartis (originario di Mores). L’appuntamento è fissato per sabato prossimo, 9 novembre 2024, nella ex biblioteca comunale “Carlo Porta”. Per Giovanni Fancello sarà un graditissimo ritorno al Circolo di Vimodrone, dove i circa 1.500 tesserati apprezzano la formula della cultura abbinata alla degustazione del buon cibo made in Sardegna. Anche in questa occasione dopo la presentazione del libro, l’autore e il relatore Roberto Casalini incontreranno i soci nella sede sociale del Circolo presentando loro alcune ricette riportate nel libro e appositamente preparate dalle donne e uomini dell’associazione. Grazie alla presenza del sommelier Salvatore Carvone, i piatti verranno abbinati agli ottimi vini del territorio deleddiano.
«Oltre al grande entusiasmo da parte di tutto il direttivo, preme segnalare – sottolinea Carlo Casula (originario di Belvì), coordinatore del Centro nord della Fasi –, come anche in questa occasione il Circolo di Vimodrone utilizzerà per la degustazione principalmente prodotti presenti su SardaTellus srl, la nostra piattaforma delle eccellenze sarde».
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Lo scrittore originario di Sorso, Ruggero Roggio presenta a Sennori il suo ultimo romanzo “L’ultima parola l’hanno scritta prima”, edito da Arkadia editore. L’appuntamento è in programma venerdì 8 novembre alle ore 18 presso la biblioteca comunale del paese per raccontare quali sono i ragionamenti che un uomo elabora incrociando gli sguardi di altre persone, che cosa potranno pensare di lui gli uomini e le donne che gli capita di scrutare nel profondo dell’animo e quali possono essere le sintesi che nasceranno da spezzoni di vita così diversi. Nel suo cammino il protagonista entrerà in contatto con una varia umanità, dal professore al vecchio, dalla badante alla casalinga e fino all’immigrato, formandosi di ognuno di loro una immagine, una storia, magari diversa da quella reale. Converserà con l’autore la consigliera delegata alla cultura, Elena Cornalis. Letture a cura dell’associazione culturale “Abbisumeu”. L’evento è organizzato dalla biblioteca e il Comune di Sennori in collaborazione con Comes cooperativa mediateche sarde.
Mariangela Pala
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Siamo felici di inaugurare L’Emporio dei Frammenti ospitando Giovanni Agnoloni, scrittore, traduttore letterario e blogger di Firenze. Autore di opere come il romanzo di viaggio Berretti Erasmus (Fusta, 2020), il romanzo psicologico Viale dei silenzi (Arkadia, 2019) e la quadrilogia distopica Internet. Cronache della fine (Galaad, 2021), Agnoloni ha contribuito al panorama letterario anche con numerose traduzioni di opere di autori internazionali come William Shakespeare e Roberto Bolaño.
Scarica il numero 1 de L’Emporio dei Frammenti: Agnoloni_06.11.2024
Francesco Sasso e Marino Magliani
Raccontarsi, non è da tutti. Mettere insieme i pezzi della propria esistenza – importanti, irrilevanti, felici, tumultuosi, dolorosi – è un viaggio a ritroso per lasciare qualcosa di autentico a chi verrà dopo. Una sorta di eredità sentimentale che potrebbe guidare alcune esistenze future. Oppure un lascito per alleggerire gli ultimi istanti dopo una vita spesa e consumata nella costruzione del proprio destino. Si può essere carenti in diverse cose, ma si impara sempre qualcosa nell’essere sinceri con se stessi. Cambiano le prospettive, il modo di sentire e vedere la quotidianità che lascia indietro qualcuno e porta avanti qualcun altro. Le passioni sono la bellezza che ognuno si concede nella ragnatela di impegni, sforzi, fatica e pensieri pesanti. Sono anche un diversivo, amabile, che riporta l’ordine delle cose alla loro semplicità quando attorno si vive nel caos di decisioni da prendere e scelte da fare. Allora, prendi la strada del ritorno, quella che ti porta indietro con la memoria. Un momento, necessario, in cui cogli il vero senso della vita, di ciò che è stato e di quello che lasci. Provi soddisfazione e ti lasci andare al racconto, anche quando non è bello da dire. In Il visconte che amava i gelsi di Renata Asquer respiri gli ultimi giorni del visconte Francesco Asquer di Flumini che decide di lasciare una lunga lettera al figlio maggiore. Una sorta di testamento spirituale. La sua vita, fatta di politica, di amori appassionati, di organizzazione dei propri affari, è contrassegnata dai grandi e piccoli avvenimenti della storia: dalla Rivoluzione francese all’epidemia del vaiolo che devasta la Sardegna, alla carestia del 1812. Il visconte coltiva una passione, viscerale, per la campagna e per i gelsi. Introduce nella sua attività di bachicoltore tecniche innovative e moderne.
Il libro è delicato. La storia è sentimentale, libera, conclusiva. La scrittura, nella sua genuinità, appare come una buona uscita da ciò che non può più tornare. E’ autentica.
Lucia Accoto
Il link alla recensione su M Social Magazine: https://tinyurl.com/zypv4d8v