Contenuti curiosi: “La borsa era talmente piena da rendere difficile la ricerca. E infatti tirò fuori prima un lucchetto, poi tre graffette incatenate, un pettine, due preservativi, un ciuccio, un rossetto, sicura che le chiavi sarebbero apparse per ultime”. Felicità fuggente: “«È come se la gente non lo sapesse ancora dopo millenni… Voglio dire… è strano no? Tutti credono di non essere felici per quella cosa che non hanno avuto. Ma quelli che ce l’hanno mica sono più felici.»”. Che cos’è l’amore: “Pietro aveva teorie precise e inscalfibili sull’amore: biasimava i colleghi, gli amici e i conoscenti che abbandonavano un letto tiepido per uno caldo. Diceva che il tiepido è il destino ineluttabile del caldo e che non ha senso passare la vita a cercare qualcosa di tanto effimero come la passione”.
È in libreria Affetti non desiderati di Elena Rui (Arkadia 2024, pp. 124, € 15).
Elena Rui, scrittrice, con la sua raccolta di racconti Fiale ha vinto il “Premio Malerba” ed è stata pubblicata l’anno successivo dalla MUP di Parma. Nel febbraio del 2021 Garzanti ha pubblicato il suo primo romanzo La famiglia degli altri che ha riscosso un buon successo di pubblico e critica. Miriam ha accettato un appuntamento con un cliente che l’ha corteggiata, sperando che vada bene perché ha lasciato le chiavi di casa. Patrizio è a Nizza per ritrovare l’ispirazione artistica, ma l’aggressività lo tormenta. Anna e François hanno litigato durante una cena romantica. Lidia ha lasciato il marito ma il nuovo monolocale è infestato dai topi. Amina vuole mantenere il lavoro in un hotel parigino ma il marito preferirebbe vederla a casa. Racconti di uomini, di donne e dell’amore come prova che ci svela quanto siamo inadeguati nelle nostre relazioni.
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Riconosco il dolo, non la premeditazione. Ma mi lasci raccontare la storia dall’inizio. Le cose sono sempre più complicate di quello che sembrano. Non c’è stato nulla di sordido o di… perverso fra me e Tedeschi. Ci siamo scritti per mesi senza mai vederci: messaggi casti, pieni d’imbarazzo e di pudore. E poi guardi che le prime volte non è stato un granché. A letto, intendo. Poi con il tempo abbiamo imparato a conoscerci e alla fine è vero che siamo diventati due ottimi amanti. Ma siamo scivolati prestissimo, senza transizione, in una sollecitudine affettuosa davvero intollerabile, peggio di un matrimonio. Ha presente quel sentimento sciapo, fraterno o addirittura paterno? Una cosa umiliante. Sì, sì, lo scriva, pure. Mi era sembrato – in un primo momento non avevo elementi che mi permettessero altre interpretazioni – che una volta rassicurato sulla sua prestanza, Tedeschi si fosse sentito intralciato dal desiderio che aveva risvegliato. La verità si è rivelata peggiore, come ben sa, ma guardi, fosse stato anche solo il banale voltafaccia di chi si è stancato della solita minestra… beh, insomma, la libido di una donna che si avvicina alla menopausa va trattata con rispetto, non crede? Il mio corpo ha smesso d’interessarlo piuttosto presto… Sta scrivendo? Sì, sì, certo, scriva: è importante.
(incipit del racconto Audiofilia)
Carlo Tortarolo
Il link alla recensione su Satisfiction: https://tinyurl.com/3fzdf8c5
Nato a Napoli, si è laureato all’Istituto Orientale per poi proseguire gli studi presso le Università di Modena, Barcellona e Madrid, dove ha conseguito un Dottorato in Letteratura ispano-americana. Nel 2009 ha vinto il Premio Letterario “La voce dei sogni” a cui ha fatto seguito la pubblicazione di Litany. Successivamente ha pubblicato i romanzi Darkene (2012), Psicosintesi della forma insetto (2014), H dalle sette piaghe (2015), premiato come miglior noir al Festival “Giallo al centro” di Rieti, e Living Fleshlight (2018), tutti editi da Meridiano Zero. Nel 2018 ha fondato, insieme alla performer Manuela Maroli, il duo di Letteratura performativa Sacrificium Viduae, con cui ha realizzato le opere Luce di carne viva e Le lacrime di Venere. Attualmente si occupa di Queer Art e Transmodernismo, con particolare riferimento all’opera dell’artista e scrittore cileno Pedro Lemebel. Il suo ultimo romanzo, Cantico dell’abisso per Arkadia Editori, tratta di un abisso profondo, nero, apparentemente insuperabile. È l’abisso della paura che diventa normalità.
Chi è Ariase Barretta?
Non lo so. Non ho mai incontrato Ariase, è una entità che si manifesta a tratti. Tra le mie molteplici personalità c’è anche questo signore. Non mi conosco e ne sono contento perché quando ti conosci troppo arrivi a proteggerti ed eviti di sperimentare determinate situazioni. So dove mi trovo, quello sì! Mi riferisco alla mia ubicazione geografica, in senso logistico: per esempio oggi sono a Bologna ma mi muovo continuamente tra Napoli, Madrid e Bologna. In aeroporto hanno pensato di dedicarmi un gate con una targa con il mio nome.
E per quanto riguarda il percorso della tua carriera, in che punto ti trovi?
Posso risponderti che ho la sensazione di essere sempre a zero. Nonostante abbia fatto tante cose nei mie 50 anni, e mi riferisco agli studi, ai libri pubblicati, quelli tradotti e ai progetti culturali, io continuo a concentrarmi sulle cose da fare più che su quelle già fatte. Per esempio, a fine Maggio esce in Spagna il mio saggio di critica letteraria sullo scrittore cileno Pedro Lemebel, e per fine anno uscirà anche in Italia. Per la prima volta mi autotraduco, il saggio è nato in spagnolo perché è parte della mia tesi di dottorato. Nel 2025 uscirà un altro saggio su una tematica completamente diversa. Sono contento dei miei progetti futuri.
Parlando di traduzione, hai trovato qualche differenza tra tradurre ed autotradursi?
Autotradursi è molto più difficile. Quando traduci un altro autore, senti la responsabilità verso quella persona e ciò ha un certo peso. Quando traduci te stesso, in questo senso sei più sereno perché non tradisci te stesso, sai cosa hai scritto. Tuttavia, la difficoltà è dettata dal fatto che ragioni costantemente in due lingue diverse. In questo caso io ho scritto il libro nella mia terza lingua, lo spagnolo, e non nella mia lingua madre, il napoletano. Per me l’italiano è una seconda lingua perché l’ho imparato a scuola; in casa mia si parlava il napoletano, ed io il napoletano lo parlo e lo scrivo, quindi per me è la mia lingua madre. Detto questo, immagina l’arzigogolo mentale in cui mi muovo, tra un po’ il mio cervello andrà in fumo… ho scritto il libro nella mia terza lingua, lo spagnolo; l’ho tradotto all’italiano, la mia seconda lingua e in questi passaggi ho dovuto fare molta attenzione alle interferenze linguistiche.
I tuoi libri spaziano dal genere distopico, al noir, alle tematiche LGTB+ e alla fantascienza…
C’è un po’ di tutto. Per esempio “Litany” è un romanzo lirico, un po’ fiaba dark, gotica con una componente alchemica e dei miei libri è un caso a parte, non ho più scritto nulla di simile. Poi c’è la trilogia ambientata a Napoli “Darkene”, “Psicosintesi della forma insetto” e “H dalle sette piaghe”. Darkene fu definito da Sergio Pent sul Corriere della Sera un romanzo di iperrealismo sociale. Gli altri sono stati poi etichettati come psico noir e, in effetti, “H dalle sette piaghe” ha vinto un premo in un festival noir a Rieti. Io non mi sono mai posto il problema del genere a cui aderire. Il romanzo successivo, “Living Fleshlight”, però, è a tutti gli effetti un romanzo di fantascienza distopica. Mentre “Cantico dell’Abisso” inaugura una trilogia di romanzi ambientati a Bologna. Ha vinto anche un premio di cui vado molto fiero: il Premio DEI (Diversità, Equità e Inclusione), assegnato ogni anno a Perugia. Tratta il tema del transgenderismo, se proprio vogliamo etichettarlo. Ma in realtà ha tante implicazioni psicologiche diverse. Parla della famiglia, dell’ipocrisia, ed è ambientato nella Bologna bene degli anni 80.
Cantico dell’Abisso è considerato un libro sincero e duro come un pugno nello stomaco…
Certo, perché in questo libro si parla di ipocrisia. L’ipocrisia di costruire una facciata che vada bene a tutti. È stato complicato pubblicarlo, così come lo era stato per Living Fleshlight, in cui si parla di una tematica molto forte,ossia l’abuso nei confronti delle donne, donne trasformate in bambole. In “Cantico dell’Abisso” io racconto la storia di un ragazzino che ha 13 anni, nel 1987, che oltre ad avere un’espressione di genere non conforme al sesso che gli è stato attribuito alla nascita – non si sente né uomo né donna, è un soggetto Gender fluid – è anche innamorato di suo padre. Questo amore poi verrà anche vissuto fisicamente. Possiamo dire che è una situazione scabrosa ma non irreale, queste cose avvengono continuamente e questo romanzo, in effetti, è basato su fatti reali. A ogni modo, il vero personaggio negativo di questa famiglia è la madre perché accetta questa situazione per sua convenienza a discapito di tutti coloro che la circondano. Una madre che insieme alla sua amante, ex suora, è capace di atti di puro sadismo. Molte persone, dopo averlo letto, mi hanno detto che una storia del genere non può essere vera, eppure lo è! È reale!
Living Fleshlight, un libro di fantascienza distopica, dove si parla di abuso sulle donne e Cantico dell’Abisso che tocca la tematica del transgenderismo. Due temi in auge ma con una accettazione diversa da parte della società. Credi che ci vorrà ancora del tempo per poter normalizzare la situazione relativa all’espressione di genere in Italia e arrivare a sentirsi veramente liberi?
Penso di sì. Tieni in conto che non solo le case editrici hanno storto il naso di fronte a queste opere – anche in maniera molto violenta – ho ricevuto pesanti critiche anche da parte della stampa. Persone che non hanno voluto nemmeno parlare del libro e che poi in privato mi hanno attaccato perché secondo loro, si tratterebbe di un romanzo “scorretto”. La differenza tra i due libri è che Living Fleshlight ha una componente metaforica, il tutto viene raccontato attraverso una realtà che non esiste, anche se quando parlo di queste donne fatte a pezzi, in realtà sto parlando delle donne reali. Purtroppo, l’idea di fare a pezzi il corpo delle donne e darlo in pasto alla gente è una norma nell’ambito della comunicazione, soprattutto quella pubblicitaria. In “Cantico dell’Abisso”, invece, si rompe un tabù. Agli italiani si può toccare qualsiasi cosa tranne la sacralità della famiglia. La famiglia è l’archetipo su cui si fonda un certo tipo di società. Toccare la famiglia significa rompere un tabù molto forte e per l’italiano medio diventa destabilizzante vedere attaccata una sua certezza. Bisognerebbe iniziare ad accettare che la famiglia non è sempre un luogo di protezione, anzi, spesso è un luogo di distruzione. Personalmente credo più nei rapporti che non sono quelli di sangue perché le persone le scegli in base alle tue affinità. Il rapporto di sangue non lo scegli, ti viene imposto dalle circostanze e dalla natura. Il protagonista del libro, per esempio, a un certo punto incontra una ragazza che si prostituisce insieme a lui e che diventa la sua nuova famiglia.
E tu che rapporto hai avuto con la tua famiglia? Quanto c’è di autobiografico in questo libro?
Ho avuto un rapporto meraviglioso, sono stato fortunatissimo. La mia famiglia io l’avrei scelta. I miei genitori mi hanno dato il massimo dell’amore che si possa dare a un figlio. Mio padre c’è ancora, ha 91 anni ed è ancora meraviglioso; mia madre non c’è più, ma anche lei mi adorava. Leggeva tutti i miei libri, non le piacevano, era il mio peggior critico e diceva che nei miei romanzi c’era troppo sesso e troppa violenza. In “Cantico dell’Abisso”ci sono alcune cose che posso definire autobiografiche: io mi considero un individuo agender, nella misura in cui considero i generi costrutti sociali, convenzioni che rifiuto, quindi non mi sento né uomo né donna, mi sento Ariase Barretta. C’è un altro elemento autobiografico: il fatto che io abbia sempre adorato mio padre. Sì, forse questo complesso di Elettra, di innamoramento nei confronti del padre, potrei dirti che è autobiografico. Per me mio padre è l’uomo più bello del mondo. A parte questo e qualche piccolo episodio, per fortuna di mio non c’è altro.
Visto che la società sembrerebbe non ancora pronta per questi temi, date le critiche, non pensi che quello che scrivi possa limitare la tua carriera di scrittore?
Non riesco a valutarmi come scrittore però, con assoluta certezza, so che per il mio successo sarebbe molto più semplice scrivere su altre cose e andare più facilmente incontro ai gusti dei lettori e alle richieste degli editori. Tuttavia, io sono contento così: non voglio essere più ricco o più famoso di quello che sono. Voglio solo essere Ariase Barretta, amato da quel numero circoscritto di persone che per me contano qualcosa.
Cosa vuoi dire ai tuoi lettori?
Voglio dire loro di non fidarsi del conformismo perché nasconde meccanismi crudeli, perversi e distruttivi. Mi riferisco al conformismo sociale, ma anche a quello letterario, anzi pseudo-letterario, che è l’antitesi della letteratura.
Grazia Giordano
Il link all’intervista su Senza Linea: https://tinyurl.com/5x4rxu7d
“Una storia d’amore che non vive ripiegata su sé stessa ma attinge carattere e luminosità dai temi nei quali si immerge: l’importanza dell’amicizia, i valori assoluti che insegna lo sport e la funzione poetica che hanno le canzoni che caratterizzano le fasi della vita di ciascuno di noi”. Il giornalista Paolo Valenti introduce così LA RAGAZZA DI BOSTON, il suo ultimo romanzo edito da Arkadia Editore, che inizia ad una nuova sessione d’esame all’università. Alessandro non sa ancora che sta per incontrare Meredith O’Brady, l’assistente che sta per interrogarlo, “la ragazza di Boston”, trasferitasi in Italia per via del lavoro del padre e che, nel giro di poco tempo, entra prepotentemente nelle sue giornate coinvolgendolo in una relazione totalizzante. Amore, viaggio reale e metaforico, sport e rock anni Novanta: sono i temi che convivono e si intrecciano alle vicissitudini di Alessandro che, una volta in America, dovrà prendere decisioni importanti. Non sempre l’amore vince su tutto… Ma se le cose cambiassero, molti anni più tardi, quando un Alessandro ormai cinquantenne e a Boston per motivi di lavoro, desiderasse incontrare nuovamente Meredith per aprirle ancora le porte del suo cuore?
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Veronese, appassionato di jazz, cinema noir e fumetti pulp, ha pubblicato tre album di rock indipendente con il gruppo Younger Son. Il suo romanzo d’esordio è Il gioco delle maschere (Mondadori). Per Arkadia Editore ha pubblicato un racconto in Luoghi letterari. Veneto (2024).
Maggio, mese del libro e della festa dei lavoratori. E noi lo onoriamo con lo slogan #tuttiuguali!
Le letture consigliate da Salvatore Massimo Fazio
BLOG Maggio è il mese del libro. Maggio è il mese della festa dei lavoratori. A maggio i Libri che consigliamo sono tutti sullo stesso piano e non esiste un libro copertina o controcopertina
Tanti bei titoli in uscita a maggio, mese del libro e della recente festa dei lavoratori che noi onoriamo con lo slogan #tuttiuguali! quindi senza titoli “copertina” e “controcopertina”. Due i “flashback” riferiti a uscite dei giorni scorsi di fine aprile, e due alla giornata di ieri… Buone scelte e buone letture.
In libreria dal 29 e 30 aprile
Grazia La Paglia, Altrove, Auto pubblicazione
Cosa accade quando, dopo anni, si torna nel paese in cui si è nati e cresciuti? E che si è stati costretti a lasciare per motivi lavorativi o di studio? Lo racconta la giornalista Grazia La Paglia in “Altrove”, il suo nuovo romanzo breve. “Altrove” racconta il viaggio di ritorno di una migrante nel suo paese di infanzia.
Troverà strade e case vuote, popolate solo da fantasmi che, prima di svanire nel nulla, lasciano qualcosa alla visitatrice: chi dona un seme, chi una moneta, chi un gessetto e chi una pallina. Quel paese, quindi, ha ancora qualcosa da donare – o insegnare. Nonostante sia completamente cambiato e nonostante non lo si riconosca più. Perché muta chi va via, ma muta anche chi resta. Grazia La Paglia: “Alle volte, quando si intraprende un viaggio di ritorno, pensiamo di poter ritrovare quello che abbiamo lasciato: rapporti, abitudini, oggetti e luoghi. Ma non è così: tutto cambia e si evolve, così come cambia chi è andato via”.
Susanna Raule, Minerva in fiamme, Mondadori
Susanna Raule esordisce nel Giallo Mondadori con un “crimedy” perfetto, pieno di suspense e altrettanto humour, con una protagonista d’eccezione. Il lunedì è sempre un orrore, si sa. Per Minerva Blanc, psicologa e psicoterapeuta quarantenne in forza al Centro per adolescenti della Spezia, il buongiorno speciale arriva dalla gamba destra, che al risveglio è in fiamme. Dopo quindici anni di (più o meno) educata convivenza con la sclerosi multipla, Minerva sa di aver appena vinto un pit-stop in ospedale causa recidiva in corso. Ignora, invece, che al lavoro la aspetta la notizia che ogni terapeuta teme: un suo paziente è morto. Si tratta di Angel, sedicenne in terapia obbligata dopo l’arresto per spaccio. Un incidente, dicono i rilievi, ma a lei sembra un incidente strano… sospetto, addirittura. Minerva inizia a indagare quasi per caso, ma a ogni domanda ne saltano fuori altre tre. E non è la sola, perché investigano anche i colleghi con le loro fisime, la tirocinante dagli occhi di foca, la psichiatra dalle eterne salopette e persino la neurologa di Minerva. E quando dei sensibili professionisti dell’ascolto come loro si mettono in testa di fare i detective… le cose non vanno proprio come in una serie tv. In una città rovente che sfinisce Minerva sul piano fisico, la teorica sfida intellettuale si fa sempre meno intellettuale e sempre più un completo casino. Tra pazienti che brandiscono coltelli, allarmi bomba, uno spacciatore troppo ansioso di darle una mano, branchi di turisti disprezzati dalla popolazione locale e dirigenti preoccupati delle possibili querele, per Minerva non sarà semplice arrivare in fondo al caso viva e vegeta. O almeno viva…
In libreria da ieri
Davide Coppo, La parte sbagliata, (edizione E/O)
Questo romanzo esplora i tratti dell’adolescenza, rivelando un climax di violenza e di legami umani che si stringono e si spezzano. È una confessione intima durante la giovinezza, oltre a essere un viaggio verso l’attrazione che il male può esercitare. Con una scrittura cristallina e una profonda empatia, La parte sbagliata affronta la fascinazione di un giovane per la violenza, non vista come odio, ma come esito tragico di una ricerca di significato. Ambientato negli anni Duemila, il romanzo segue Ettore, un giovane di buona famiglia, nel suo percorso verso l’estremismo politico, mentre si ritrova senza punti di riferimento in una nuova città e finisce coinvolto in un gruppo neofascista, portando alla rottura dei legami familiari e amicali con un tragico epilogo.
Charlotte Gneuss, I confidenti, Iperborea
Nell’estate del 1976, Karin, sedicenne di un sobborgo di Dresda, vede la sua vita sconvolta quando il suo primo e unico amore, Paul, senza darle nessuna motivazione, fugge all’Ovest. Karin si sente sola e incompresa, cercando disperatamente risposte sul destino di Paul. Perché Paul se n’è andato? Perché non le ha detto niente? Mentre affronta l’isolamento e l’ambiguità del regime, Karin si avvicina al funzionario Wickwalz, che diventa per lui un rifugio e un confidente. Ma nel tentativo di trovare la verità, Karin scopre che lei stessa è coinvolta in un gioco di manipolazione, dove l’innocenza sembra una cosa ormai lontana. Charlotte Gneuss dipinge un ritratto intenso e lucido dell’incontro tra la gioventù e il potere autoritario, esplorando un mondo dominato dall’ambiguità e dalla morale sfuggente.
Le uscite di venerdì 3 maggio
Edgar Selge, Finalmente ci hai trovato, Carbonio
Germania, anni Sessanta. La guerra è finita ma ha lasciato cicatrici profonde in chi è rimasto a portare il peso dei ricordi.
Edgar è un ragazzo di dodici anni, e tutto ciò che è accaduto può solo immaginarlo attraverso il silenzio dei suoi genitori, impegnati a riversare le proprie energie nella musica, passione che coltivano da sempre. Nella loro casa borghese, dove vigono l’ordine e il rigore morale, risuonano costantemente le note di un pianoforte, di un violino e di un violoncello, e spesso si organizzano piccoli concerti. Ma a tavola, quando si parla del passato, a volte cala uno strano silenzio, in cui si annida il tarlo delle colpe rimosse, il fardello di un dolore vivido e impossibile da raccontare…
Edgar Selge si avventura nei meandri della sua infanzia, nei suoi sogni e dubbi di allora per provare a comprendere, a distanza di anni, e tentare di riconciliarsi con ciò che è stato. Un romanzo coraggioso e commovente, che invita il lettore a specchiarsi nel proprio intimo e ad addentrarsi tra le pieghe della memoria.
Didier Eribon, Vita, vecchiaia e morte di una donna del popolo, L’Orma
Quando il medico di famiglia stabilisce che l’anziana madre «non è più autosufficiente», Didier Eribon è costretto a cercare una struttura che possa garantirle l’assistenza necessaria. Quel giorno, accompagnandola nella casa di riposo, non immagina che sarà l’ultimo in cui la vedrà. Il lutto spinge il filosofo francese a esaminare la vita esemplare di una «donna del popolo»: dall’infanzia in un orfanotrofio al lavoro come domestica e operaia, una vita segnata da un matrimonio infelice. Questo racconto biografico si trasforma in un’analisi della società nel suo complesso, costringendoci a confrontarci con le dinamiche che relegano malattia e invecchiamento.
Ivan Doig, Il più dolce dei tuoni, Nutrimenti
Quando Morrie Morgan torna a Butte, celebre città mineraria del Montana, la tensione è alle stelle e lui si ritrova con l’improvvisa opportunità di diventare il direttore di «Tuono», il nuovo giornale della città, facendolo diventare la mente e la voce dei minatori. Ivan Doig, con uno stile vivace e un occhio sensibile per le realtà più marginali, ci porta in un affascinante ritratto del primo dopoguerra americano. La sua narrazione, giocosa e denunciante, ci ricorda lo spirito di John Steinbeck, offrendo un’esplosione di colori e personaggi eccentrici.
CJ Leede, Maeve, Mercurio
Nella frenesia di Los Angeles, i bambini costringono i genitori a lunghe attese per un breve incontro con Maeve, la regina di ghiaccio, l’idolo del parco divertimenti. Ignari del suo lato oscuro, non sanno che Maeve è una serial killer e che trascorre le notti sfrecciando sulla Sunset Strip a bordo di una Mustang rosa del ’67. Oltre al lavoro, le sue priorità sono la sua migliore amica Kate e il benessere della nonna Tallulah, un’ex diva del cinema. Quando Gideon, il fratello di Kate, irrompe nella sua vita, sconvolge un equilibrio fragile e riapre vecchie ferite, innescando un flusso di emozioni. Come un moderno American Psycho, Maeve è un’incarnazione della violenza femminile, una sfida al nostro senso di pudore, che ci trascina in un viaggio in cui musica e letteratura diventano compagne maliziose di una delle protagoniste più estreme degli ultimi anni. La sua storia di amore e potere è un patto con le pulsioni più oscure: «Ora che la soglia è stata superata, il desiderio prevale su tutto».
Le uscite di martedì 7 maggio
Massimo Roscia, Mario vocabolario e la magia delle parole, con le illustrazioni di Francesca Carabelli, Rizzoli
«Le parole possono essere usate come piume che fanno il solletico e strappano un sorriso, o come pietre appuntite che feriscono. Ecco perché bisogna sempre riflettere prima di parlare»
Nella terra di Cosonia c’è un paese senza nome e senza nomi. Un giorno, però, arriva Mario Vocabolario con una missione: dare un nome a tutto e a tutti. Grazie ai suoi racconti, gli abitanti del paese impareranno che le parole non sono tutte uguali: ci sono quelle gentili, ma ci sono anche quelle che fanno male; esistono parole delle emozioni e parole buffe; ci sono parole della fantasia e parole, come “libertà”, “uguaglianza” o “rispetto”, così importanti che vanno custodite come doni preziosi.
Megan Abbott, Giri di danza, Bollati Boringhieri
Colli eleganti, chignon impeccabili e collant, Dara e Marie Durant sono ballerine dalla tenera età. Cresciute sotto l’insegnamento della madre, figura affascinante e fondatrice della Durant School of Dance, le due sorelle dirigono ora la scuola dopo la perdita dei genitori in un tragico incidente. Assieme al marito di Dara, Charlie, un tempo brillante allievo della madre, le tre figure orchestrano l’armonia dello studio, con Marie dedicata ai più giovani e Dara alla formazione degli avanzati. Tuttavia, un imprevisto sospetto incrina la serenità della famiglia Durant. In Giri di danza, Megan Abbott raggiunge l’apice della sua narrativa, tessendo un intreccio teso e inquietante.
Francesca Pellas, Tutto deve brillare. Vita e sogni di Moana Pozzi, Blackie edizioni
Tutti hanno tentato di porre limiti a Moana Pozzi, ma nessuno ci è mai riuscito. Né la sua famiglia, che l’ha educata in un ambiente religioso, né le norme sociali. A trent’anni dalla scomparsa, il suo impatto iconico e tragico rimane immenso. Pochissime donne hanno influenzato la società italiana come lei. Ha portato alla ribalta temi come la sessualità e il desiderio, a lungo considerati tabù, ha lavorato con Fellini e in televisione, ha amato uomini celebri della sua epoca. Attraverso il suo corpo e la sua mente, ha scatenato una rivoluzione personale che si è estesa alla collettività. Non ha mai rinunciato alla sua identità e ha sempre preso decisioni autonome fino alla fine. In questo libro intimo ed emozionante, arricchito dalle testimonianze di chi ha studiato la figura di Moana e l’ha amata, Francesca Pellas ci racconta la storia di una donna che ha desiderato la libertà sopra ogni cosa e l’ha ottenuta, anche a costo di sacrifici, per sé e per tutti noi.
Maurizio De Giovanni, Pioggia per i bastardi di Pizzofalcone, Einaudi
Leonida Brancato, una volta temuto penalista, noto come il maestro delle argomentazioni legali, è stato messo alla prova dopo la sua pensione, ignorato dalla procura da anni. La sua morte, avvenuta in circostanze crudeli e misteriose, porta i Bastardi a confrontarsi con un omicidio apparentemente senza motivo. Sotto una pioggia incessante e circondati da nemici, i determinati agenti del commissariato di Pizzofalcone, nonostante le loro battaglie personali, si impegneranno a svelare verità nascoste tra segreti, ipocrisie e risentimenti, portando alla luce una rivelazione inaspettata.
Eraldo Affinati, Le città del mondo, Feltrinelli Gramma
Questo libro ci conduce in un viaggio attraverso diverse città, esplorando le loro bellezze e la loro essenza. Eraldo Affinati ci porta in luoghi sia reali sia immaginari, da Bruxelles a Battipaglia, da Washington a Veio, da Volgograd ad Atene. Con maestria toponomastica e lirica, l’autore dipinge ritratti brevi ma intensi di trecento città, invitando i lettori a riconoscere le proprie emozioni e preferenze in questo affascinante gioco di connessioni. Ogni città diventa un romanzo in miniatura, con sezioni introduttive che guidano il lettore attraverso luoghi come Charkiv, Venezia, e Roma, offrendo uno sguardo unico sulla loro storia e significato.
Zerocalcare, Quando muori resta a me, Bao Publishing
In viaggio verso il paesino montano da cui proviene la famiglia paterna, Zerocalcare spera di avvicinarsi a una comprensione più profonda di suo padre, Genitore 2. Tuttavia, la mancanza di comunicazione tra di loro rende il viaggio complicato, soprattutto quando scoprono di essere malvisti – anzi, proprio odiati – dagli abitanti del paese. L’astio risale a prima della Grande Guerra. Attraverso gli spazi vuoti delle parole non dette, emerge l’amore incondizionato del padre per il figlio, illuminando le pagine più oscure della Storia del nostro Paese con un coraggio silenzioso. Zerocalcare si trova di fronte a uno specchio interiore e racconta senza mezzi termini ciò che vede.
Michel Houellebecq, H.P. Lovecraft, Wudz
Michel Houellebecq si immerge nell’universo di Howard Phillips Lovecraft, il celebre scrittore di letteratura fantastica del Novecento, in un libro che fonde biografia, analisi testuale, aneddoti, e si fa tributo sentito e appassionato. In questa opera, Houellebecq racconta il mondo di Lovecraft per celebrare la sua eredità e l’impatto duraturo della sua «letteratura del sogno».
Le uscite di venerdì 10 maggio
Valentina Fortichiari, Il mare non aspetta. Viaggio emotivo in Norvegia, con un nota di Francesco Permunian, Oligo
In questo nuovo racconto emozionante e poetico, ambientato in Norvegia, tra Oslo e le Isole Lofoten, Valentina Fortichiari torna a unire la predilezione per il grande Nord con la passione per l’elemento acquatico (l’autrice è stata agonista, insegnante di nuoto, e tuttora è nuotatrice). Con una scrittura sobria, suggestiva, la narrazione è centrata sul rapporto sentimentale tra padre e figlia, fatto di nuotate condivise, ricordi, momenti indimenticabili (la magia dell’aurora boreale). Sullo sfondo, il lavoro sulla scrittura e la frequentazione di personaggi (in parte riconoscibili), protagonisti della cultura degli ultimi anni, sono frutto dell’esperienza in parte autobiografica dell’autrice che al mondo delle case editrici ha dedicato e dedica gran parte della propria esistenza. La nota di Francesco Permunian: “Il mare non aspetta. “Viaggio emotivo in Norvegia” di Valentina Fortichiari a prima vista si presenta come un racconto lungo, ma in realtà è un breve romanzo di formazione raccontato dalla voce narrante di una figlia – dapprima nelle vesti di una bambina di nome Arya precocemente abbandonata dalla madre e dalla migliore amica e quindi di donna adulta impegnata nell’editoria di Oslo – la quale sceglie di dialogare con l’amata figura paterna attraverso gli unici strumenti a lei più idonei, ossia il nuoto e la scrittura, due attività apparentemente dissimili, ma in realtà con molti punti in comune in quanto entrambe trovano la loro ragion d’essere ultima nel grande mare della vita e della letteratura.[…] Il tutto è raccontato con uno stile fluido e discorsivo che a prima vista può apparire fin troppo semplice o addirittura facile. Al contrario, esso è lo specchio della capacità dell’autrice di scivolare in perfetto equilibrio sopra il flusso tumultuoso delle parole – ovvero, sopra le onde sempre mobili della scrittura – simile in ciò a quell’abile nuotatrice che la Fortichiari è stata nella sua vita reale. Una dote stilistica, quest’ultima, alquanto rara sulla scena culturale italiana, ma che discende da quell’illustre matrice letteraria – comunemente etichettata come “stile dell’anatra” – felicemente rappresentata dalla prosa cristallina di Raffaele La Capria”.
Dōgen Zenji, Neve su foglie vermiglie, CasaDeiLibri
Neve su foglie vermiglie richiama l’armonia tra diversità e unità, concetti fondamentali nella pratica zen. Questo titolo incarna la fusione tra realtà assolute e convenzionali, invitando i lettori a esplorare la profondità della vita e della natura. Le poesie di DōgenZenji riflettono la varietà della natura, aprendo nuove prospettive sulla nostra esistenza. Inoltre, Shohaku Okumura ci guida nella comprensione di questa raccolta, incoraggiandoci a esplorare con mente aperta attraverso un viaggio sensoriale e spirituale.
Willy Vlautin, Il cavallo, Jimenez
Al Ward, sessantacinquenne solitario, vive nell’isolamento di una concessione mineraria nel Nevada. La sua esistenza è fatta di ricordi musicali e cibo in scatola. Un giorno, un vecchio cavallo malato appare fuori dalla sua porta, spingendo Al a confrontarsi con la sua situazione e con il passato da musicista e costringendolo a prendere una difficile decisione per sé e per l’animale. Mentre l’alcolismo e l’ansia lo tormentano, i ricordi della sua vita da musicista diventano sempre più vividi, dalle esibizioni nei locali fino ai momenti di successo e disillusione. Il cavallo è un romanzo che fa omaggio ai musicisti sconosciuti che arricchiscono le nostre vite e narra la storia di Al con il ritmo di una canzone malinconica, trasformandosi in una profonda riflessione sulla solitudine, la resilienza e il potere salvifico della musica.
Bea Lema, Corpus Christi, Minimum fax
Corpus Christi esplora con una toccante sincerità il tabù della malattia mentale, i ruoli di cura imposti alle donne, la superstizione e la società patriarcale in una Spagna tradizionale e cattolica, attraverso il ritratto di due donne intrappolate nei loro ruoli di figlia, madre e moglie. Fin da bambina, Véra è testimone dell’ossessione demoniaca che affligge la sua casa, tormentando sua madre e costringendola a lunghi periodi di debolezza. Tra i tentativi di esorcismo della «meiga» e le visite dallo psichiatra, la superstizione cede il passo alla diagnosi medica. Tuttavia, nonostante la malattia, l’amore indissolubile tra Véra e sua madre resiste al tempo e alla dura condanna della società.
Matteo Cateni, La scimmia, Paesi Edizioni
Una storia intensa e coinvolgente ci trascina in un mondo grottesco e paradossale, ma al contempo reale, dove drammi legati alla tossicodipendenza e al traffico di droga fanno da protagonisti. Seguiamo il percorso di un giovane che si perde nel buio dell’eroina e che diventa prigioniero di un’organizzazione criminale internazionale, per emergere dall’altra parte profondamente cambiato. Tra amore, morte, disillusioni e il fascino del Sudamerica, assistiamo a un processo di liberazione dall’incubo della dipendenza. «Alla disperata ricerca di sé e del ritorno a casa».
Manuela Barban, Quante cose ci ha rubato la guerra, Las Vegas Edizioni
Nel 1943, con l’annuncio dell’armistizio, Goffredo e Silvana sono costretti a separarsi. Lui, operaio specializzato all’Ilva di Trieste, riporta sua moglie e la loro bambina in Liguria, affidandole ai propri genitori ad Albisola. Silvana, donna moderna e indipendente, non tollera le interferenze della famiglia del marito e decide di trasferirsi a Savona dalla sua migliore amica. Goffredo, per gelosia, reagisce con sospetto e Silvana gli scrive lettere infuocate contro la sua famiglia. Nel frattempo, Goffredo si unisce alla Resistenza, impegnandosi a salvare gli operai dalla deportazione nei campi di lavoro in Germania e intrattenendo un rapporto ambiguo con una SS che lavora in un giornale di lingua tedesca. Deve presto prendere decisioni cruciali per il suo futuro e quello dei suoi cari. Quante cose ci ha rubato la guerra è un romanzo familiare ambientato durante la Seconda guerra mondiale, basato sulla storia vera dei nonni dell’autrice, entrambi mossi, in modi diversi, da un irrefrenabile desiderio di libertà.
Luigi Trabucchi, Capire la mente. Oltre il sintomo, CN Oligo
Questo libro raccoglie i frutti di quarant’anni di esperienza di uno dei più noti psichiatri del Veneto. Con un approccio discorsivo e un linguaggio quotidiano, si spiegano casi clinici, oltre che i perché, i significati, i modi e i tempi delle terapie, che non devono essere solo compito del medico, ma che devono nascere dalla collaborazione medico/paziente. Ciò alla luce del collegamento dei sintomi con il contesto di vita familiare, lavorativa e sociale di chi soffre di disturbi psichiatrici, in modo che, raggiunta una nuova consapevolezza, il paziente scopra il “terapeuta che vede nello specchio”, cioè egli stesso. Non manca una riflessione sulle situazioni di malessere e di disagio degli ultimi tempi, a partire dal mondo giovanile o da quello della terza età, guardando alla mancanza di relazioni all’interno delle famiglie e delle fragilità della vita d’oggi. Ho sentito l’esigenza di raccontare la mia esperienza, che sicuramente è comune a quella di tanti colleghi più anziani e più giovani, ma, soprattutto, di descrivere come ho visto e interpretato la sofferenza e come questa sia cambiata nei decenni. Sono partito come medico che si occupava di malattie, tuttavia, un po’ anche per gli insegnamenti e le ansie di mio padre, concentrato più sull’uomo che su queste ultime, ho imparato col tempo a vedere i pazienti che incontravo come persone e non solo come portatori di malattie. Questo percorso l’ho compiuto, giorno per giorno anche riflettendo sulle situazioni della vita che la professione mi faceva incontrare, su ciò che accadeva nel mondo della fatica e sofferenza umane che vedevo dalla mia scrivania e negli eventi della cronaca. Era, ed è, un crescendo di situazioni di difficoltà esistenziale che è aumentato con le crisi globali, in particolare dagli anni ’90 in poi. Ho “scelto” di non considerare più la patologia nei suoi canoni delle classificazioni consuete, ma nel disagio esistenziale e umano che vedevo sempre più nell’umanità che incontravo e incontro.
Andrea Lattanzio, Le voci di 100 capolavori del cinema. Doppiatori e festival, CN Oligo
Questo libro raccoglie le biografie, le filmografie e le carriere dei doppiatori italiani, interpreti-ombra dei grandi divi che con le loro voci straordinarie hanno raccontato le più belle storie dei cento film capolavori del cinema mondiale con relative schede. All’interno del volume è inserita la manifestazione italiana dedicata al doppiaggio “Il Festival Internazionale del Doppiaggio Voci nell’Ombra” con tutti i doppiatori premiati nelle varie edizioni.
Le uscite di martedì 14 maggio
Giacomo Matteotti, Contro ogni forma di violenza, a cura di Davide Grippa, Einaudi
In commemorazione del centenario dell’atroce assassinio di Giacomo Matteotti per mano fascista, questo volume si propone di preservare e diffondere le sue idee e le sue convinzioni. Al centro del libro si trova un discorso fondamentale del deputato socialista, intitolato Contro ogni forma di violenza, tenuto alla Camera dei deputati nel gennaio del 1921. Questo discorso, che offre un’analisi pionieristica della violenza che dilagava in Italia, continua a risuonare con straordinaria rilevanza nel mondo contemporaneo. Accanto al discorso di Matteotti, il volume include due ulteriori contributi che esplorano la natura e le dinamiche della violenza fascista da prospettive diverse. Uno di questi denuncia lo squadrismo nel Polesine, mentre l’altro si oppone all’eversione fascista contro le istituzioni democratiche. Il libro si conclude con un saggio del curatore, Davide Grippa, che offre una contestualizzazione del rapporto tra Matteotti e il principio della non violenza, offrendo al lettore una panoramica esaustiva e illuminante sull’eredità e l’importanza di Matteotti nel contesto storico e politico contemporaneo.
Le uscite di mercoledì 15 maggio
Federico Riccardo, Tender, Edizioni Effetto
Otto racconti compongono un quadro variegato di storie che si svolgono nello spazio e talvolta nel tempo, tratteggiando quadri di infelicità e di resistenza in una società sterile, dove la comunicazione diventa sempre più sconosciuta. Dall’intimidazione alla violenza domestica, fino all’isolamento e al cannibalismo, metafora degli ostacoli di una società priva di empatia. Di fronte l’imminente invasione del pianeta da parte dei cannibali l’unica via d’uscita sembra essere smettere di riflettere e trovare rifugio nelle piccole cose: un foglio, una pizza, un momento di intimità, una melodia. «Il tempo necessario è un eterno presente; il passato non si è vissuto; il futuro non lo si potrà mai considerare».
Le uscite di venerdì 17 maggio
Giammarco Puntelli, Amarcord, CN
Quella mattina c’era tanto sole e c’era tanto buon umore. Era l’anno delle accelerazioni e dei cambiamenti, delle Trasformazioni e delle scoperte “Amarcord” è il romanzo d’esordio di Giammarco Puntelli, già conosciuto autore di saggistica d’arte contemporanea e di manuali di personal e business coaching. È il racconto di una famiglia italiana attraverso la voce di più generazioni. Dodici storie che sono vere e proprie sliding door che determinano il percorso dei personaggi. Sullo sfondo, la storia d’Italia dal 1953 al 2024: più di settant’anni visti dagli occhi di uomini e donne del Belpaese che scoprono, un giorno dopo l’altro, il significato della vita. Il romanzo di esordio di uno dei maggiori curatori d’arte contemporanea in Italia Presentazione in occasione del Premio Bancarella. Puntelli: «È il racconto di una famiglia italiana che ricorda la tua oppure che ricorda una di quelle che tu o qualche tuo caro ha conosciuto, è il racconto di un Paese e di un mondo nel quale gli eventi si sono inseguiti sempre più velocemente e dove le gioie hanno sempre superato le lacrime e le nostalgie. Perché la vita va avanti, sempre e velocemente. A volte affrontando tante curve come su una strada di montagna quando annusi la natura dall’aria che entra in una piccola, grande, Cinquecento Abarth che fa tanto rumore come il tuo cuore. Perché a ogni accelerata c’è una nuova emozione e dietro ogni curva un nuovo momento di vita. Perché sfreccia, gialla, come una pagina di pergamena che attende che la storia sia scritta con una linea laterale blu che somiglia tanto all’inchiostro delle tue parole. Questo libro parla di curiosità, parla di vita. Questo libro ti porta su un cammino di riflessioni da richiamare alla tua mente al bisogno. Una piccola bussola o se preferisci una cassetta degli attrezzi. Fra un caffè e una tisana queste pagine ti scalderanno il cuore e per ciò che hai vissuto o per i racconti che hai ascoltato dalla tua famiglia ti troverai a dire sottovoce: “Amarcord”».
Deborah D’Addetta, Maleuforia, Giulio Perrone Editore
“Maleuforia” di Deborah D’Addetta (autrice che ha pubblicato sulla nostra rivista con il racconto Kitöltest) traccia il percorso di Raffaele, un adolescente napoletano alla ricerca della sua identità di genere. Ambientato tra gli anni Ottanta e Novanta, il romanzo offre uno sguardo senza censure sulla formazione sessuale e sentimentale del protagonista, il quale trova rifugio in un ambiente inusuale: un bordello. Qui, Raffaele subisce una trasformazione sia fisica sia spirituale, prima di essere accolto da un mentore che lo guiderà attraverso una nuova fase della sua vita. Il romanzo si distingue per un linguaggio che mescola italiano e dialetto partenopeo, esplorando il concetto di «maleuforia», una fusione tra malinconia e sereno disincanto.
Giorgio Biferali, Sono quasi pronto, Ponte alle Grazie
Durante un’estate torrida e densa di cambiamenti, un uomo in procinto di diventare padre si interroga sul proprio passato e su quello delle persone che incontra quotidianamente per strada, nei bar e nei negozi. Che bambino sono stato? E che bambini sono stati tutti? Questo momento di riflessione dà il via a un viaggio nel tempo, in cui il protagonista ripercorre la sua storia sentimentale, dall’adolescenza in poi, analizzando il desiderio, l’amore e il rapporto con la sua compagna, fino ad arrivare all’infanzia. Infatti, dopo l’inizio la narrazione si sposta sulla storia della sua famiglia: la demenza senile del padre rivela un lato inaspettato della personalità del protagonista, mentre la malattia della madre e la caducità dei ricordi mettono in discussione la stabilità del passato. In questo periodo di analisi e resoconti, l’unico rifugio del protagonista diventa la scrittura, un tentativo di preservare e dare forma alla memoria, ai fantasmi del passato e, inevitabilmente, a sé stesso.
Enrico Sibilla, Nero celeste, Polidoro
In un tempo (forse) lontano, la Storia è giunta al termine. Per questo motivo, regolarmente ogni settimana, l’anziano Pontefice si reca alla grotta segreta che si trova sotto la Cappella Sistina. Da secoli, questa grotta nasconde un buco nero che induce visioni straordinarie in chi vi si avvicina. Allo stesso tempo, in una tenda da campo montata all’estremità opposta di via della Conciliazione, «colui che è tutti gli Adolf Hitler» attende pazientemente di lanciare l’attacco finale alla basilica e completare la conquista del pianeta.
Renata Asquer, Il visconte che amava i gelsi, Arkadia
Protagonista di una stagione di rivolgimenti politici a cavallo tra la fine del Settecento e il principio del XIX secolo, il visconte Francesco Asquer di Flumini, giunto quasi alla fine dei suoi giorni, decide di lasciare una lunga lettera al figlio maggiore, da leggere come un testamento spirituale. La sua esistenza, fatta di politica, amori appassionati, conduzione dei propri affari viene di volta in volta contrassegnata dai grandi e piccoli avvenimenti della storia, dalla Rivoluzione francese all’epidemia di vaiolo che devasta la Sardegna, dalla rivolta di Palabanda alla carestia del 1812. Sospettato di giacobinismo, inviso a certi ambienti di corte, Francesco Asquer coltiva anche una viscerale passione per la campagna e per i gelsi, introducendo nella sua attività di bachicoltore tecniche innovative e moderne. E sarà proprio in questo piccolo universo dominato dalla natura che il visconte cercherà di raccogliere le proprie idee per trasmettere alle generazioni future il senso di una esistenza spesa al servizio della patria e della famiglia.
Roberto Biadi, Le nuvole del soffitto, Add Editore
Un individuo si reca dal medico e si rende conto di essere deceduto, ma non ha tempo di affrontare la questione. Ciò potrebbe sembrare l’inizio di una barzelletta di scarso gusto, ma in realtà è il punto di partenza per Le nuvole del soffitto. Tuttavia, la condizione del protagonista non sembra essere cambiata molto rispetto alla vita precedente: la routine quotidiana procede come sempre, tra aperitivi e impieghi poco stimolanti, un’ex moglie verso cui forse prova ancora dei sentimenti, un generale senso di inadeguatezza e una figlia che rappresenta l’unico scopo di vita. Non resta che andare avanti, affrontando la vita appena conclusa (come conferma il medico!), fatta di ritardi, opportunità mancate, e fuga dalle responsabilità, in un ciclo monotono che sembra offrire più conforto della felicità stessa.
Le uscite di giovedì 23 maggio
Sergio Oricci, Materia prima, Transeuropa
Materia prima esplora la complessa psicologia del protagonista, Sergio, offrendo una profonda analisi dell’essere umano. Il romanzo segue la storia di un quarantenne alla ricerca di un significato più profondo nella vita borghese e spinto verso esperienze spirituali attraverso varie comunità. Diviso in tre parti, in cui si mescolano narrazioni in prima e in terza persona, il libro offre uno sguardo approfondito sulla ricerca di identità e significato. Il tragitto di Sergio verso la terza comunità, circondato dai «sassi», diventa un’esperienza di crescita personale e culmina in un epilogo narrato in prima persona plurale. Con una struttura narrativa innovativa e uno stile ipnotico, l’autore offre una visione penetrante della natura umana e del suo costante confronto con l’esistenza.
Le uscite di venerdì 24 maggio
Adriana Valenti Sabouret, Le nobili sorelle Angioy, Arkadia
Tre nobili fanciulle cagliaritane orfane di madre e figlie di un eroe rivoluzionario in esilio a Parigi sono lacerate dal dilemma se continuare ad amare il padre, contro il suo apparente abbandono e il tessuto sociale reazionario in cui evolvono, oppure imporsi di dimenticarlo sino a ignorarne le ultime volontà? La prima opzione, in accordo con il cuore, le condurrebbe alla perdita. La seconda, salvando le apparenze, garantirebbe loro onore e rispetto in una Sardegna monarchica e conservatrice. L’amore incondizionato di un padre, le conseguenze devastatrici della sua perdita, dopo un’infanzia minata dalla morte precoce della madre e la chiusura in monastero, accompagnano le vite di Speranza, Giuseppa e Maria Angela Angioy sopraffatte da un carico emotivo troppo pesante per le loro spalle. Attorno alle tre sorelle brulica un universo di personaggi realmente vissuti nel Settecento sardo, sullo sfondo dei progressi societari tipici del secolo dei Lumi che porrà le basi della Sardegna moderna. Le nobili sorelle Angioy è una storia vera di umanità fondata sulla famiglia, l’amore, la perdita, il dolore e il tradimento ma anche di forza, quella di tre ragazze al bivio la cui scelta di vita celerà una sofferenza interiore non indifferente. Una storia che evidenzia personaggi anche imperfetti, regole societarie schiaccianti e i contrasti quasi insolubili che condurranno le sorelle a una scelta delicata.
Diego Zuñiga, Terra di campioni, La Nuova Frontiera
Nella piccola città di Calama, nel nord del Cile, un giovane si ritrova ad affrontare l’estate cercando rifugio sulle rive del fiume Lao insieme ai suoi compagni. Qui, impara abilità come il nuoto, l’immersione e la pesca, e si distingue per un talento straordinario: la capacità di rimanere sott’acqua per lunghi periodi. Con il passare degli anni, il giovane Chungungo, si trasferisce sulla costa e si unisce a una comunità di pescatori, dove sviluppa le sue abilità nel mare aperto. Mentre il Paese subisce cambiamenti politici con l’arrivo del presidente Allende, Martinez diventa un pescatore eccezionale e attira l’attenzione dei preparatori della nazionale di pesca subacquea. Il suo successo culmina nei mondiali di pesca sportiva in Cile, ma una sconvolgente scoperta legata alla nuova dittatura nel suo Paese cambierà il corso della sua vita in modo irreversibile.
Le uscite di sabato 25 maggio
Carlo Lapucci, Uniamoci, Amiamoci. Blasoni e complimenti proverbiali tra popoli italici, Graphe.it
Questa ricerca è uno studio, con un repertorio esemplificativo di un settore dei proverbi che nel tempo non ha avuto molta attenzione, classificato come tipologia generica di utilità pratica. Il blasone proverbiale serve più a marcare le differenze, le distanze, le particolarità, usando preferibilmente i difetti altrui. I riflessi antropologici segnalati da questo studio sono notevoli, profondi e anche divertenti, dal momento che scoprono un lato singolare del carattere tipico d’una popolazione che ha più elementi in comune di quanti non vorrebbe avere, tenendo a distanziarsi, smarcarsi, definirsi, mantenendo il proprio stigma, fino all’ultimo paesello della montagna più sperduta.
Blasoni popolari sarebbero da intendere, secondo logica e propriamente, soltanto quelli che gli abitanti d’una località e d’un territorio dànno a se stessi, o alla loro comunità storica, e sono volti, come il blasone nobiliare, a esaltare qualità, imprese, meriti e quanto altro di positivo, in modo da distinguersi, qualificarsi e anche primeggiare su altre società umane, soprattutto sulle popolazioni confinanti e più vicine. Gli studiosi sono passati sopra al fatto che i motti di autoesaltazione di paesi e città, generati dal compiacimento e dalla vanagloria, sono stati l’occasione di dare forma a una critica di altre popolazioni vicine e lontane in infinite parodie coniando detti, spesso molto azzeccati, volti a deridere i difetti, le presunzioni, le malefatte altrui. Molti sono divertenti, pungenti, graziosi, a volte giustamente un po’ graffianti ma non lontani dalla benevolenza; altri castigant ridendo mores, non pochi sono infondati, ingiusti, volti decisamente ad avvilire i destinatari, prevalere su di loro, deriderli, provocarli, moderare il loro valore, i loro meriti, esaltando implicitamente se stessi. Questo è l’aspetto che travalica il gioco innocente e pone il problema del collegamento a fenomeni passati a modalità diverse, ma che sembrano fatte della stessa sostanza.
Le uscite di mercoledì 28 maggio
Maria Grazia Calandrone, Magnifico e tremendo stava l’amore, Einaudi
Nelle pagine di questo romanzo, Maria Grazia Calandrone ci conduce attraverso le sfaccettature di un amore fuori dagli schemi, tratto da una vicenda di cronaca nera realmente accaduta. Con occhio da investigatrice e cuore da poetessa, l’autrice ci immerge nelle vite dei protagonisti, intrecciando una trama intricata di passioni, segreti e colpi di scena. Mentre le storie d’amore spesso si perdono nella monotonia, questa si distingue per il suo finale sorprendente, plasmato dalla crudele imprevedibilità del destino.
Salvatore Massimo Fazio
Il link alle segnalazioni su SicilyMag: https://tinyurl.com/4aarp7pu
Con il tepore in aumento, la primavera sbocciata (meteo permettendo…) e la voglia di proiettarsi in vacanza, inizia la caccia ai nuovi libri da leggere. E le librerie rispondono pubblicando un’ampia rosa di romanzi. Per aiutarvi nella scelta, abbiamo selezionato i 10 romanzi appena usciti che, secondo noi, vale la pena leggere. Abbiamo cercato di andare incontro ai gusti di tutti, contemplando i vari generi letterari. Dal giallo al noir fino al romanzo rosa, con incursioni nella commedia, nel mistery e nel dramma, per consentire a chiunque di trovare il titolo più adatto alle proprie esigenze letterarie.
** Qui tutte le nostre selezioni di libri da leggere **
10 nuovi libri da leggere a Maggio
Schiavi di New York di Tama Janowitz
Eleanor si dedica alla creazione di gioielli a forma di torte usando la gommalacca. Stash dipinge quadri che hanno come protagonisti personaggi come Daffy Duck e Gatto Silvestro. Marley sogna di viaggiare a Roma per realizzare una cappella vicino al Vaticano… Questi sono solo alcuni degli individui che popolano Schiavi di New York: una variegata comunità composta da artisti emergenti, aspiranti stilisti, registi in erba e prostitute occasionali. Tutti sembrano lottare per trovare la propria realizzazione personale, quella che per loro è la felicità. Per ciascuno dei protagonisti, la città di NY rappresenta un sogno. Pubblicato per la prima volta nel 1986, Schiavi di New York ha immediatamente conquistato il pubblico mondiale, facendo di Tama Janowitz un nome cult della letteratura come Bret Easton Ellis e Jay McInerney. Questa nuova edizione è arricchita da tre racconti inediti, una traduzione aggiornata curata da Rossella Bernascone e una prefazione di Veronica Raimo e merita di entrare (nuovamente) tra i nuovi libri da leggere.
Locus desperatus di Michele Mari
Il termine “locus desperatus” in filologia indica un passo testuale irrimediabilmente danneggiato, qualcosa che il filologo deve suo malgrado abbandonare, contrassegnandolo con la “croce della disperazione”. Questo simbolo diventa il punto di partenza di questa storia: una croce disegnata sulla porta dell’appartamento del protagonista. Tale segno misterioso ricompare ogni mattina, nonostante il protagonista lo cancelli prontamente. Il mistero si infittisce ulteriormente quando al protagonista verrà imposto uno scambio… Se siete accumulatori seriali, Locus desperatus di Michele Mari è il libro che fa per voi. Mari racconta con maestria lo struggimento e le ossessioni legate agli oggetti accumulati nel corso della vita, offrendo una discesa agli inferi e una tassonomia dei ricordi.
Perché sfuggo all’amore? Il dolore è un talento di Viola Conti
Micol ha trovato stabilità, presenza e accettazione nel suo compagno Alberto, un uomo solido, misurato e affidabile che sembra apprezzarla per quello che è, offrendole qualcosa che per lei è preziosissimo perché mai è riuscita ad averne: la tranquillità. Le amiche e i familiari continuano a dirle quanto sia difficile trovare un uomo come lui, ma Micol incomincia a sentirsi soffocare nella tranquillità perfetta e monotona della loro relazione. L’incontro con Flavio, soprannominato il Vichingo, scatenerà in lei una passione clandestina e intensa, contraddistinta da sensualità e giochi mentali che nel rapporto con il suo fidanzato sembrano impensabili. Flavio è l’esatto opposto di Alberto, così Micol si ritroverà divisa tra due estremi, alla ricerca di un equilibrio impossibile.
Dove si aggiustano i sogni di Lee Mi-ye
Un anno dopo essere stata assunta al Grande Magazzino dei Sogni, Penny riceve il badge per accedere all’area aziendale riservata ai lavoratori con almeno un anno di esperienza. Oltre al suo ruolo alla reception, le viene affidato il compito di gestire l’ufficio reclami e di recuperare i clienti delusi. È piena di entusiasmo, ma pian piano si ritroverà costretta ad aprire gli occhi: esplorando l’azienda, scoprirà i vari reparti e i segreti legati alla produzione dei sogni. Dove si aggiustano i sogni di Lee Mi-ye è il capitolo conclusivo di una favola coreana che ha incantato il mondo intero.
Cadavere squisito di Agustina Bazterrica
Marcos è cresciuto nel settore della carne, un mestiere di famiglia tramandato da generazioni. Però tutto è cambiato drammaticamente da quando un virus ha colpito gli animali, rendendo la loro carne immangiabile: le bestie sono state abbattuti e da allora la loro carne non si può assolutamente consumare. Di fronte a questa crisi, i governi mondiali hanno legalizzato l’allevamento, la produzione e la lavorazione della carne umana. Se volete una lettura davvero indigesta da un lato ma pazzesca dall’altro, mettetelo tra i nuovi libri da leggere.
T di Chetna Maroo
Gopi ha solo undici anni quando perde sua madre. Per zia Ranjan, lei e le due sorelle maggiori sono delle «selvagge». Così ha detto al padre di Gopi, sottintendendo che non rispettano le regole della comunità indiana a cui appartengono. La zia offre di prendere una delle sorelle per alleviarne il peso al padre ma lui crede che le ragazze abbiano bisogno di trovare una passione che le guidi nella vita. Decide quindi che questa sarà lo squash. Non tutte le sorelle si appassionano allo sport, ma Gopi si distingue per la sua dedizione nel campo, che uscirà anche dal campo per influenzare tutta la sua esistenza. T di Chetna Maroo è un romanzo di formazione che fa capire quanto lo sport e uno scopo nella vita possano aiutare chiunque a intravedere finalmente la luce in fondo al tunnel.
La ragazza di Boston di Paolo Valenti
Estate 1990, appena dopo i mondiali di calcio: Meredith convince Alessandro a seguirla in un viaggio negli Stati Uniti. Partono e sperimentano il caos e la passione di New York, dopo di che passano alla realtà più tranquilla di Boston. Proprio in questa città, Alessandro si rende conto che la relazione con Meredith non è certo immune ai problemi… Dubbi e inquietudini lo assaliranno, intensificandosi quando, a Roma, riemerge il passato di lei sotto forma di Francis, il suo ex fidanzato determinato a riconquistarla.
Le sirene della notte di Diana Chiarin
Denis si sente inadeguata e indegna fin dall’infanzia, quando ha subito la mutilazione del nome e del corpo. Denise è stato decurtato in Denis dall’impiegato dell’anagrafe. Poi è stata la volta dello stomaco, e dei troppi centimetri di pelle da ricucire. Denis lavora di notte in un ingrosso di pesce, nonostante sia vegana. La sua unica vera amica è Anastasia, nata Angel, una transessuale che sulla scelta di non operarsi basa la sua vita, tanto tormentata quanto gioiosa. Le sirene della notte è il romanzo d’esordio di Diana Chiarin, una storia senza filtri che racconta con grazia e ironia quanto i sentimenti puri, con la passione a essi annessa, siano veri e intoccabili.
Guinzagli di Giuseppe Nobile
Filippo decide improvvisamente di abbandonare tutto, compreso il suo stress lavorativo. Si licenzia nel bel mezzo di una riunione. Intraprendere un viaggio alla ricerca dell’avventura, e dopo otto mesi lo ritroveremo in Sardegna, dove lavora in un canile in cambio di vitto e alloggio. La sua nuova vita va dalla sveglia all’alba e prosegue tra passeggiate con il cane Sansone, lezioni di surf incontri davvero strani.
La città delle navi di China Miéville
Bellis Coldwine fugge da New Crobuzon e si dirige verso Nova Esperium per sfuggire alla persecuzione della milizia. La sua nave viene assalita dai pirati. I passeggeri, inclusi i prigionieri Rifatti, vengono portati ad Armada, una città galleggiante controllata dai corsari. Qui vengono offerti loro lavoro e alloggio, ma presto emergeranno segreti che minacciano la sopravvivenza della città. Tra i prigionieri c’è chi nasconde informazioni cruciali, e la paura si diffonde mentre la situazione si fa sempre più pericolosa…
Camilla Sernagiotto
Il link alla segnalazione su Grazia: https://tinyurl.com/msxsscz9