Alberto Frappa Raunceroy


La lanterna nera di Alberto Frappa Raunceroy

Graziana Brancale

 

Il link alla recensione su Graziana Giròvaga: https://bit.ly/2RPJlRg



Recensione : “La lanterna nera”. L’amore fraterno, la genialità e i pregiudizi del XVII secolo

 

La natura possiede delle perfezioni per mostrare che essa è l’immagine di Dio, e dei difetti, per mostrare che ne è solo l’immagine”
BLAISE PASCAL

 

Questo è “LA LANTERNA NERA” di Alberto Frappa Raunceroy (ARKADIA Editore), friulano, laureato in storia del Diritto Romano alla Cattolica di Milano ed attualmente residente a Udine. La storia ci ha insegnato come nel corso dei secoli gli uomini abbiano sempre temuto ciò che è diverso, inspiegabile ed ignoto. E dinnanzi alla paura quale miglior difesa se non l’attacco?Questi sono i presupposti su cui si basa l’intera vicenda, narrata in prima persona in un susseguirsi di ricordi che ruotano attorno alla figura di una sorella speciale amata al di là delle deformità fisiche e delle stranezze psichiche e che diventerà il fulcro di tutta la vita del narratore. Questi, amante delle scienze matematiche in particolare e della cultura più in generale, scontrandosi con la dura realtà familiare prenderà coscienza di se stesso e di quella sorella guardata ma mai vista veramente, anzi considerata quasi un elemento marginale e distonico del nucleo familiare stesso. Mi sedetti accanto a lei e la guardai come se l’avessi vista per la prima volta in vita mia. In quel momento riconobbi nel suo silenzio quello di mia madre”Nella famiglia in cui vivono e nella Ginevra calvinista dell’epoca divenuta “uno stagno dove sguazzavano ranocchi conformisti e ligi a una riforma che ottenebrava le menti e gli spiriti” i due fratelli non possono essere liberi ed è così che inizia il loro viaggio, prima a Kassel e poi a Praga (nulla dirò sulle vicende che li vedranno protagonisti né delle persone che incontreranno per non privare il lettore della scoperta del susseguirsi dei fatti) durante il quale si scontreranno con l’ignoranza, l’avversione e l’incomprensione di coloro che non riuscendo o volendo comprendere ed accettare la mente geniale di una giovane donna malata e deforme la porteranno all’unico epilogo possibile per la mentalità di quei tempi perché, purtroppo, giusto o sbagliato che sia, quando “il popolo si unisce in una sola credenza, esso si fa più forte dei principi stessi”. Il romanzo è semplice, di facile lettura, coinvolgente, vivido nelle descrizioni e chiaro nei concetti. Porta con sé un grande assunto, quello che nei secoli ha riguardato e posto fine alle vite delle menti più geniali che ci siano state, soprattutto quelle femminili. “A cosa erano servite la mia vita, i miei sforzi, a cosa erano servite le sofferenze inumane di Elke se tutto quello che la sua mente aveva prodotto era andato perduto a causa della paura, del terrore umano che un’intelligenza alberghi in un corpo deforme piuttosto che in uno sano o in un corpo femminile piuttosto che maschile? Non è forse Dio libero di distribuire i suoi doni a chi vuole? O deve Dio obbedire alla mediocrità degli uomini?” L’autore, però, ci lascia con uno spiraglio di speranza, perché nonostante la sofferenza, l’incomprensione, la cattiveria, l’ignoranza e la paura, quando i tempi si fanno maturi e le menti si aprono si può comprendere come “la luce penetra attraverso pertugi talvolta insospettabili”.

Marina Sembiante

 

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Viaggio nella Praga magica con la Lanterna nera della misteriosa piccola Elke

Alberto Frappa Raunceroy: uno scrittore visionario. Con “La Lanterna nera”, fresco di stampa per i tipi di Arkadia (euro 15,00, pp. 168), l’autore friulano chiude con brillantezza e cura la trilogia dei suoi romanzi storici.

Aveva esordito nel 2012 con “Il Serenissimo Borghese”, narrazione ispirata alla caduta della Serenissima e alle vicende dell’ultimo dei Manin, Lodovico, continuando nel 2016 con “Il parruccaio di Maria Antonietta”, legato ai fasti stucchevoli di quel periodo, e all’ormai mitica figura di Salamandre, il parruccaio appunto della regina, che i lettori di Raunceroy conoscono (e non dimenticano). Ora con “La lanterna nera” Raunceroy chiude quella che lui stesso definisce “La Trilogia della ricerca”, e investiga sul tema della verità, dopo aver dissertato di giustizia e bellezza. E di quale verità si tratta? Di quella appartenente sin dalla nascita a Elke, bambina deforme nata a Ginevra a fine Cinquecento, capace di elaborare calcoli aritmetici geniali e di arrivare a una verità legata alla scienza e alla riproduzione di immagini attraverso la luce, la cosiddetta “Lanterna nera” che neppure Giovanni Keplero, matematico imperiale alla corte di Rodolfo II d’Asburgo, riuscirà a valorizzare durante l’incontro con la bambina prodigio. Il libro, accuratissimo nelle fonti, ha il pregio di trasportare il lettore nell’altrove, con estrema sintetica brillantezza.

È vincente la scelta di Raunceroy di asciugare la scrittura in questa sua terza prova, diversa dalle precedenti, e di deciderlo proprio qui, nel contesto storico scelto che è il ricco Barocco. È la Praga magica seicentesca di Rodolfo II, l’imperatore della Wunderkammer e dei capricci culturali di un sovrano con il cuore bambino e atterrito dall’horror vacui. È qui che si muoverà la “piccola strega sapiente”, cioè Elke, la deforme scienziata che sin da piccola imbratta i muri di Ginevra con un carboncino per tratteggiare la sua sequenza di formule. Lei che studia i fenomeni ottici utilizzando rifiuti, cocci di vetro e specchi. Lei che lascerà ai posteri il suo incompreso “Trattato sulle luci e sulle ombre” come maestralmente ci conduce a capire Raunceroy nelle ultime pagine del romanzo. La visionarietà dell’autore è concentrata nelle scene più ricche di oggetti e cose, come nel finale, dove avvengono svelamenti botanici e macerie di memoria. E dove, ormai conosciamo lo stile, Frappa Raunceroy si diverte a narrare, volando sulle precise informazioni storiche. 

In epigrafe troviamo la frase di Blaise Pascal “La natura possiede delle perfezioni per mostrare che essa è l’immagine di Dio, e dei difetti, per mostrare che ne è solo l’immagine”. Ed è con questa citazione che l’autore apre il terzo polo della triade, quello della verità, e che qui ambiziosamente si intreccia al contesto della nascita della scienza e del metodo sperimentale di Galileo Galilei.

Nella presentazione nazionale avvenuta in streaming pochi giorni fa dentro la diretta Facebook, lo scrittore ha dialogato con Remo Andrea Politeo, nello spazio della Libreria Moderna Udinese. “Il cuore delle mie storie sono le persone”, ha dichiarato, “e i temi di questa triade sono legate alle domande universali che ognuno di noi dovrebbe farsi.” Noi lettori, innamorati di Salamandre, capiamo bene cosa intende il bravo Raunceroy. Lui che attacca al suo personaggio tormenti esistenziali e affezione agli scarabei. E così, quando arriva un coleottero tra le pagine dedicate a Elke, il lettore ne è proprio contento. Pare un saluto.

Elena Commessatti



Arkadia Editore

Arkadia Editore è una realtà nuova che si basa però su professionalità consolidate. Un modo come un altro di conservare attraverso il cambiamento i tratti distintivi di un amore e di una passione che ci contraddistingue da sempre.

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