Ormai ogni mese è ricchissimo di novità storiche che tutte in un articolo non ci stanno più.
Se la prima parte di maggio (se l’avete persa la trovate qui) era ben ricca di titoli belli, la seconda parte del mese delle rose è altrettanto interessante. Vediamo quanti ne segnate.
La promessa. Colosseum. Vol. 1
Mauro Marcialis
Solferino
In libreria il 15 maggio
Roma, 61 d.C. Il prefetto di Roma viene ucciso nel suo letto. Secondo il diritto romano, tutti i quattrocento schiavi di sua proprietà devono essere messi a morte. Ma tre sono solo bambini, e Livio, un semplice legionario, non se la sente: a costo della vita, li mette in salvo presso tre diverse famiglie, con la promessa di fare in modo che si ritrovino in futuro. Poi, però, Livio parte per una lunga guerra. E per molti anni i tre crescono separati, ciascuno senza sapere se gli altri sono vivi o no. Arild è affidato a un lanista e coltiva il sogno di prestare giuramento come gladiatore; Derek è stato destinato a un commerciante di animali e si distingue per il suo talento nelle arti e per le sue abilità come addestratore dei famelici cani pugnax; Brynja è stata accolta nella domus di un senatore così influente che sta progettando per l’imperatore nientemeno che la costruzione dell’anfiteatro più grande del mondo. I tre sono ormai adolescenti quando Gerusalemme cade e il generale Tito, figlio dell’imperatore Vespasiano, torna a Roma con le sue legioni e il bottino necessario proprio per la realizzazione di quell’immenso edificio. E tra i soldati vittoriosi c’è anche Livio, che non ha dimenticato la sua promessa. Tra soprusi e congiure di potere, tentativi di fuga e di suicidio, amori impossibili e desideri infranti, riti di magia nera e vane preghiere agli dèi, l’epopea dei tre giovani schiavi decisi a sopravvivere e a tornare insieme si intreccia a quella della costruzione del monumento simbolo di Roma. Forse proprio in quell’arena si deciderà il loro destino?
La rosa del deserto
Henry de Montherlant
Minerva Edizioni
In libreria il 15 maggio
Il tenente Auligny è un giovane ufficiale in guarnigione in Francia, che nel 1932, su pressione della madre, viene assegnato al comando di un bordj in Marocco, con la speranza di tornare in patria decorato della croix de guerre des Théâtres d’Opérations Extérieurs. Se inizialmente veste i panni della patria e si emoziona di fronte al tricolore, ben presto la sua sensibilità lo porterà ad avvicinarsi alla questione coloniale. O meglio, la sentirà e vivrà attraverso Ram, la sua «rosa del deserto», donna-bambina che, nell’apparente «grazia floreale» e nella «fredda e inerte realtà» che la caratterizza, gli ricorda proprio quei «piccoli ammassi di sabbia, pietrificati in forme che ricordano petali di fiore». Un romanzo storico sull’anticolonialismo, sviluppato all’interno di una storia d’amore; un testo che ha avuto una difficile storia e che, come un vero libro sperduto, viene per la prima volta proposto al lettore italiano.
Le due città
Marco Atzeni
Il Maestrale
In libreria il 15 maggio
Il protagonista si aggira nella Sassari ottocentesca, alternandosi tra rioni malfamati e rioni borghesi. Vive in una topaia fino al giorno in cui, nello studio notarile dove sgobba come scrivano, riceve la visita della ricca donna Musso. L’anziana gli fa un’offerta difficile da rifiutare: andare ad abitare in uno degli appartamenti di un palazzo maestoso da lei posseduto in una delle vie nobili della città. Pochi giorni dopo il trasloco, proprio nell’atrio del palazzo, l’uomo conosce una giovane dai modi contraddittori. Si chiama Ada e lei gli mente su molti argomenti. La ragazza e l’uomo, del resto, non si sarebbero neppure potuti conoscere se lui non fosse dotato di una soprannaturale e arcana sensibilità che gli rende la vita impossibile fin da bambino. Tra i due maturerà un rapporto di complice fiducia e da qui si dipartono anche le indagini su alcuni omicidi e sugli affari del barone, il signore più ricco e potente di Sassari. Sarà un susseguirsi di vicende in cui l’inseguitore diventa inseguito e di situazioni apparentemente slegate che si scoprono invece essere profondamente intrecciate. In una discesa nel sottosuolo, materiale e ideale, il protagonista affronta un conflitto morale che lo porterà, attraverso una strada lastricata di buone intenzioni, nell’inferno del rimorso.
Il delitto della crocicchia. I misteri di Aspra
Sergio Grimaldi
Rossini Editore
In libreria il 16 maggio
Sullo sfondo del Ventennio fascista, il ritrovamento di un corpo sulla spiaggia della Crocicchia smuove le acque apparentemente tranquille del borgo marinaro di Aspra. Oronzo Scordato, ispettore di polizia, ed Enrico Barruero, professore di ginnastica appassionato di investigazioni, danno vita a una doppia indagine e si contendono il diritto di scoprire la verità. Quello che inizialmente sembrava un ordinario fatto di cronaca, si rivelerà, dopo altri misteriosi delitti, un vero e proprio intrigo internazionale. Perché la politica fascista si intromette con violenza nelle indagini? Cosa ha a che fare un piccolo borgo della costa palermitana con una profezia biblica che promette agli ebrei la Terra Promessa? Tra l’attività di una setta esoterica di stampo sionista, insospettabili depistaggi e un codice segreto nascosto tra le note di uno spartito musicale, emergerà una verità sconvolgente che mira a cambiare per sempre il corso della storia. Chi dei due investigatori avrà il privilegio di sollevare il velo del mistero?
L’ultima canzone all’Eden (I misteri di Bologna Vol. 3)
Maria Luisa Minarelli
Indomitus
In libreria il 16 maggio
Bologna, maggio 1938. Ottavia De Angelis, cantante e diva del palcoscenico, è bella, generosa e innamorata, eppure c’è chi la odia. Tocca al maresciallo Vittorio Righi cercare di far luce sulla sua sorte. Nei giorni della visita di Hitler in Italia comincia l’indagine più difficile che abbia mai affrontato, condotta negli ambienti dell’alta società bolognese resi intoccabili dalla protezione delle autorità.
Vittorio si aggira tra palazzi, teatri, grandi alberghi, locali eleganti, sedi del Fascio e quartieri popolari dove le informazioni gli arrivano contraddittorie e centellinate. Quasi dispera di capirci qualcosa quando il caso prende una svolta imprevedibile grazie a un viaggio a Roma dell’amico Jacopo Grimani, sempre al suo fianco. E la sorte di Ottavia di colpo si intreccia con l’alta politica fino a svelare la verità. Verità, ma non giustizia, perché Righi sembra avere fra le mani il crimine perfetto, compiuto senza lasciare tracce.
Tra colpi di scena in grado di sconvolgere gli equilibri e trovate geniali, riuscirà il maresciallo dei Reali Carabinieri ad averla vinta?
Wings of fury. Ediz. italiana. Vol. 1
Emily R. King
Heartbeat
In libreria il 17 maggio
Da Emily R. King, autrice della serie “The Hundredth Queen”, arriva un romanzo epico sull’Antica Grecia, sui Titani e il tradimento, e sulle donne che osano ribellarsi alla tirannia dell’Età dell’Oro. Mia madre mi diceva che gli uomini parlavano dell’Età dell’Oro come di un periodo di pace e felicità per tutti… Tuttavia, le donne della nostra epoca raccontavano una storia molto diversa… Crono, Dio degli Dèi, la cui eredità è il mondo. Tra i suoi beni: donne imprigionate e destinate a servire. La tenace Althea Lambros controlla il proprio destino e vive per onorare la richiesta della madre morente di proteggere le sue due sorelle a tutti i costi. Il viaggio di Althea verso la distruzione della tirannia è iniziato. È un destino predetto dalle Parche. E lei sta seguendo le loro visioni. Nell’isola meridionale di Creta, nascosto tra le donne mortali fuggite dai Titani, si trova il Dio Ragazzo, figlio di Crono e creduto morto. Condivide il destino di Althea di sconfiggere l’Onnipotente – se il fato lo vorrà. Poiché Crono ha saputo del complotto, sta accumulando le proprie forze contro la giusta ribellione di Althea e tutti coloro che non si arrenderanno né scapperanno. Ci sarà la guerra. Se vuole sopravvivere e scrivere la loro storia, l’indomabile Althea deve volare più in alto di qualsiasi dio.
Alte uniformi e camicie da notte
Jorge Amado
Garzanti
In libreria il 17 maggio
Nel Brasile del 1940, retto da una dittatura che intrattiene rapporti idilliaci con la Germania nazista, due anziani letterati, dotati delle sole armi del candore e dell’astuzia, si battono per impedire che il seggio dell’Accademia, rimasto vacante in seguito alla morte del grande poeta antifascista Antônio Bruno, venga indegnamente occupato dal colonnello Pereira, personaggio di spicco della repressione antidemocratica, oltre che «pessimo scrittore». Hanno così inizio le grandi manovre dei nostri due donchisciotte, e la loro lotta senza quartiere ben presto acquista risonanza nazionale in una ricerca ricca di colpi di scena e di situazioni politico-erotiche, dove si impone l’eroismo tutto quotidiano di chi intende tener fede ai valori della cultura e dell’arte.
La libreria nascosta
Evie Woods
Mondadori
In libreria il 21 maggio
Londra, 1921. La giovane Opaline fugge dal matrimonio combinato a cui il fratello vuole costringerla per risolvere i problemi finanziari della famiglia. Appassionata da sempre di libri, si rifugia in un’incantevole libreria nel cuore di Parigi, la Shakespeare and Company, dove, con l’appoggio dell’eccezionale proprietaria Sylvia Beach, impara il mestiere di libraia. Quando il fratello riesce a rintracciarla, Sylvia prontamente la manda a Dublino, al numero 12 di Ha’penny Lane, presso un’antica bottega che, con talento e intuito, Opaline trasforma in una libreria specializzata in testi antichi e rari. La sua passione la spinge a mettersi sulle tracce della sua autrice preferita, Emily Brontë, e del seguito di Cime tempestose , romanzo della cui esistenza nessuno ha mai avuto conferma. Molti anni dopo, sempre a Dublino, Martha scappa da un marito violento e trova conforto a casa di Madame Bowden, una bizzarra attrice in pensione che la assume come governante: spaventata e diffidente nei confronti di chiunque, Martha ha una sensibilità particolare che le permette di leggere le vite delle persone. E quando incontra per caso Henry, uno studente universitario che si aggira attorno alla casa di Madame Bowden, capisce di avere davanti a sé qualcuno di speciale. Henry è in cerca di un volume che dovrebbe trovarsi in una libreria proprio accanto alla casa di Madame Bowden. Ma la libreria non c’è, sembra essere svanita nel nulla. E con lei Opaline Gray, la sua proprietaria. Cosa le è accaduto? E dove è finito il manoscritto, il cui ritrovamento potrebbe aggiungere un tassello importante alla storia della letteratura? Nel frattempo, nella stanza di Martha in Ha’penny Lane, i rami di un albero iniziano ad affiorare come per magia dalle pareti, circondandola di romanzi da leggere e offrendole un’occasione di riscatto.
La stanza delle mogli
Sunjeev Sahota
Astoria
In libreria il 21 maggio
India, 1929. Tre spose, tre fratelli, un’unica cerimonia: coperte dal tradizionale velo rosso, nessuna delle tre ha potuto vedere il volto del marito. Un velo che non hanno diritto di togliere neppure durante il duro lavoro quotidiano nella fattoria in cui trascorreranno il resto della loro vita, se non quando si ritrovano nella minuscola stanza in cui dormono. La notte, poi, nell’oscurità più completa, è Mai, la suocera, a decidere chi di loro deve assolvere al compito più importante: dare un erede alla famiglia. Mehar, però, è inquieta: ha solo quindici anni, un carattere forte sotto l’apparenza sottomessa e vuole sapere chi ha sposato. E, un giorno, crede di averlo individuato: nascosta dietro una finestra, vede un giovane che mostra a Mai una collana di perle – propizie alla nascita di un maschio – e, quella sera stessa, la donna le dona la collana. Ma quel giovane non è il marito e l’amore tra lui e Mehar darà un nuovo, drammatico corso all’esistenza dell’intera famiglia. India, 1999. In fuga dai suoi demoni e dalla società che lo ha sempre umiliato perché straniero, un uomo arriva nella fattoria in cui ha vissuto Mehar. È il suo pronipote e si è convinto che lì, in quel luogo lontano da tutto e da tutti, ritroverà la tranquillità perduta. E, mentre lavora al restauro della casa, dorme in una stanza angusta, che ha trovato chiusa e sbarrata. La stanza in cui Mehar è stata tenuta prigioniera con le altre mogli e da cui è scappata. Una stanza in cui ancora riecheggiano le sofferenze del passato… e che forse lo aiuterà a superare la sofferenza del presente.
Il ladro di scarabei
Vanessa Roggeri
Rizzoli
In libreria il 21 maggio
Cagliari, 1928. Segnato da un’infanzia di stenti e privazioni, Antino è un cosiddetto majolu, uno dei tanti ragazzini che per scappare dalla povertà della campagna e trovare un futuro migliore arrivano in città, e lì, nelle dimore dei signori, offrono i loro piccoli servigi in cambio di vitto e alloggio. Ad accoglierlo in casa sua è l’ingegner Italo Dejana, un imprenditore antifascista dall’animo generoso: è stato fortunato e lo sa, Antino. Cercherà in ogni modo, infatti, di conquistare la fiducia del suo benefattore e vincere la diffidenza nutrita dalla moglie Elsa e dai figli Leonardo, Agnesa e Asmara. E quando a un certo punto si troverà a un passo dal perdere ogni cosa, per assicurarsi il posto che crede di meritarsi nell’albero genealogico dei Dejana non si farà alcuno scrupolo, disposto a tutto pur di ottenere quello che la sorte gli ha negato per nascita. Anche a conquistare l’amore della timida Asmara, figlia adottiva dell’ingegnere, per la quale ha sempre provato disprezzo e invidia. Asmara, però, non è la creatura insignificante che Antino crede, e quando il ragazzo se ne renderà conto, sarà ormai troppo tardi.
La stanza dei segreti
Megan Campisi
Nord
In libreria il 21 maggio
La guerra civile infuria e, per aggiudicarsi la vittoria, servono armi più potenti di cannoni e fucili. Servono informazioni. Per Kate Warner, è l’occasione che aspettava da tempo, fin da quando è stata assunta dalla leggendaria Pinkerton National Detective Agency. Essendo l’unica agente donna, Kate lotta da anni per conquistarsi il rispetto dei suoi colleghi maschi, che la considerano troppo emotiva per il lavoro sul campo. Ma adesso, nell’agosto del 1861, è lo stesso Allan Pinkerton a sceglierla per una missione delicatissima. Nessun uomo infatti potrebbe far confessare Rose O’Neal Greenhow, una vedova sudista che è stata trovata in possesso di un messaggio cifrato del nemico, un messaggio che, se decrittato, potrebbe porre termine a quella carneficina. Ricca, viziata e razzista, Rose rappresenta tutto ciò che Kate disprezza. Lei che è nata povera e che ha sempre potuto contare solo su se stessa, non può sopportare l’arroganza con cui le persone come Rose si ostinano a proteggere un sistema bastato sul privilegio e la sofferenza. Eppure, per riuscire a conquistarsi la fiducia della vedova, Kate deve imparare a mettersi nei suoi panni, scoprendo una persona forte e determinata, che combatte per ciò che ritiene giusto. Solo allora Kate si rende conto che una donna del genere – così diversa eppure così simile a lei – non può essere piegata. E dovrà scegliere se restare fedele ai suoi ideali o giocarsi l’unica, terribile carta in grado di spezzarla, diventando ancora più crudele del nemico…
Flor de Oro. La figlia del tiranno
Catherine Bardon
E/O
In libreria il 22 maggio
La storia vera di Flor De Oro, figlia del dittatore della Repubblica Dominicana Trujillo, al centro di un caotico destino fatto di politica, amori, tradimenti, lusso e miseria, sullo sfondo di eventi che hanno sconvolto il mondo. Per più di trent’anni, dal 1930 al 1961, la Repubblica dominicana è stata dominata dal sanguinario dittatore Trujillo, el Jefe, un tiranno che ha fatto del paese il suo regno personale ricorrendo senza scrupolo a spie e assassini prezzolati. Quando viene mandata a studiare in Francia, nel prestigioso collegio di Bouffémont, Flor de Oro è solo una bambina di nove anni, triste perché viene strappata alla mamma e sbattuta all’altro capo del mondo. Del padre sa che fa il militare, niente di più. Crescendo capisce che è un militare importante, addirittura il capo del paese, cosa di cui è fiera e intimorita. La verità fa capolino quando torna a Santo Domingo, dove appena diciassettenne, per sfuggire all’autorità del padre, sposa il giovane ufficiale di cui è innamorata, tale Porfirio Rubirosa, che diventerà il più famoso playboy del pianeta. Da allora la sua vita è scandita da quei due uomini, il padre-padrone Trujillo e il bel Porfirio, l’uomo che non teme confronti e di cui resterà sempre innamorata nonostante i successivi otto matrimoni. Sullo sfondo di eventi che hanno sconvolto il mondo (il nazismo, la Seconda guerra mondiale, la rivoluzione cubana di Fidel Castro) l’esistenza di Flor de Oro sarà una continua lacerazione tra il suo desiderio di libertà e il controllo ossessivo del padre su ogni aspetto della sua vita, sui suoi mariti e sulle sue passioni. Dopo aver vissuto nel lusso sfrenato e aver frequentato il gotha della società mondiale, finisce la sua vita in un modesto appartamento di New York, poverissima. Finalmente libera?
Fuga dalla fortezza celeste
Gianni Dubbini Venier, Giovanni Fantoni Modena
Neri Pozza
In libreria dal 24 maggio
Nel 1942, al largo dello Stretto di Malacca, un idrovolante scorge in mare dei naufraghi su una scialuppa. Sono militari inglesi vestiti di stracci. L’idrovolante fa un ammaraggio e li salva dai flutti. Le notizie raccontate da quel manipolo di uomini appaiono incredibili. Singapore, difesa dai suoi giganteschi cannoni puntati sullo Stretto, è caduta in mano ai Giapponesi. È «la più grande sconfitta dell’impero britannico» (Winston Churchill), una delle battaglie fondamentali della Seconda Guerra Mondiale. Tra quegli uomini c’è Charles McCormac, di stanza a Singapore dalla fine degli anni ’30. Charles è cresciuto in Asia, sa parlare malese, cinese e giapponese. Ha sposato Pat, una donna anglo-malese pronipote di un capo tribù del Borneo. Mentre guardano Londra bombardata nei cinegiornali, l’atmosfera assomiglia a quella dell’Europa di oggi: «La guerra non ci raggiungerà mai», pensano. Charles non può immaginare che solo poche settimane dopo verrà catturato dal Kempeitai, l’equivalente giapponese della 18 Gestapo. Durante una serie di brutali interrogatori Charles affronta la katana del capitano Teruchi, colui che gli darà la notizia più straziante: la nave su cui ha imbarcato Pat, incinta all’ottavo mese, è stata affondata. Le condizioni fisiche e psicologiche di Charles non potrebbero essere peggiori. Di sicuro «morirà a Singapore», se non fosse per l’incontro con un personaggio straordinario: Donaldson, un australiano burbero e incolto. Deportati nell’infame campo di concentramento di Pasir Panjang, Charles e Donaldson riescono ad organizzare l’impensabile: convincono gli altri quindici compagni di prigionia a scappare.
Le nobili sorelle Angioy
Adriana Valenti Sabouret
Arkadia
In libreria il 24 maggio
Tre nobili fanciulle cagliaritane orfane di madre e figlie di un eroe rivoluzionario in esilio a Parigi sono lacerate dal dilemma se continuare ad amare il padre, contro il suo apparente abbandono e il tessuto sociale reazionario in cui evolvono, oppure imporsi di dimenticarlo sino a ignorarne le ultime volontà? La prima opzione, in accordo con il cuore, le condurrebbe alla perdita. La seconda, salvando le apparenze, garantirebbe loro onore e rispetto in una Sardegna monarchica e conservatrice. L’amore incondizionato di un padre, le conseguenze devastatrici della sua perdita, dopo un’infanzia minata dalla morte precoce della madre e la chiusura in monastero, accompagnano le vite di Speranza, Giuseppa e Maria Angela Angioy sopraffatte da un carico emotivo troppo pesante per le loro spalle. Attorno alle tre sorelle brulica un universo di personaggi realmente vissuti nel Settecento sardo, sullo sfondo dei progressi societari tipici del secolo dei Lumi che porrà le basi della Sardegna moderna. Le nobili sorelle Angioy è una storia vera di umanità fondata sulla famiglia, l’amore, la perdita, il dolore e il tradimento ma anche di forza, quella di tre ragazze al bivio la cui scelta di vita celerà una sofferenza interiore non indifferente. Una storia che evidenzia personaggi anche imperfetti, regole societarie schiaccianti e i contrasti quasi insolubili che condurranno le sorelle a una scelta delicata.
La bibliotecaria di Madrid
María Zaragoza
Garzanti
In libreria il 24 maggio
Madrid, 1939. La città intera è scesa in piazza per la Giornata nazionale del libro. Ma nella Spagna franchista, ciò vuol dire che è il giorno in cui i libri devono bruciare. Bruciare un libro significa dare fuoco alle idee, alle speranze e alla vita di chi l’ha scritto. Tina fatica a trattenere le lacrime mentre assiste al rogo. Non può permettere che quella devastazione avvenga davanti ai suoi occhi. Eppure, lei sa cosa deve fare ed è per questo che, incoraggiata da una zia eccentrica, ha deciso di entrare a far parte di una società segreta: l’Associazione della biblioteca invisibile, il cui scopo è preservare i libri e la cultura, sottraendoli alla distruzione politica. Mentre muove i suoi primi passi come bibliotecaria, scopre il fascino di una Madrid nascosta, all’apice del fermento artistico e culturale, e si lascia immediatamente travolgere dai segreti della città e delle persone che ne sono protagoniste: dai poeti spagnoli più famosi a bibliotecari e archivisti che condividono con lei il suo più grande amore. Salvare i libri è più di una passione o un impegno sociale. Salvare i libri è una vocazione, la chiamata che stava aspettando. Ma in un periodo tanto ostile, la missione non è semplice. Tina sa che deve agire a tutti i costi, anche se per farlo dovrà mettere in pericolo la propria vita. La bibliotecaria di Madrid porta con sé un’eroina con una passione così forte da essere contagiosa, in una città che cela una storia tutta da scoprire. Ma soprattutto, tra le righe di questo libro, si rivelano le storie di bibliotecari, archivisti e intellettuali dell’epoca, realmente esistiti, che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia del Novecento. Grazie a loro, oggi possiamo leggere libri che altrimenti sarebbero andati distrutti. E grazie a María Zaragoza, oggi possiamo conoscere la storia di chi li ha salvati.
Una luce nella notte di Roma
Sanchez Adalid, Jesus
HarperCollins
In libreria il 24 maggio
Nell’estate romana del 1943, Gina, una studentessa di famiglia benestante, si innamora perdutamente di Betto, un intrepido ragazzo ebreo che fa parte di un’organizzazione clandestina. Tra i due si sviluppa una relazione intensa e proibita, nel bel mezzo di una delle più sconvolgenti tragedie della recente storia europea. Dopo la caduta di Mussolini, infatti, Roma è piombata in un turbine di violenza culminato nell’occupazione della città da parte delle truppe di Hitler. Nel caos e nella disperazione generalizzati però, e mentre le SS si apprestano a intraprendere la famigerata razzia nel ghetto, una malattia sconosciuta, altamente contagiosa, inizia a circolare nel centro della capitale, gettando nel panico i tedeschi: il cosiddetto Morbo di K… Si tratta in realtà di un sofisticato inganno escogitato dai ribelli con la collaborazione del personale del Fatebenefratelli dell’Isola Tiberina, una macchinazione geniale e audace che salverà la vita a moltissime persone ebree rifugiate nell’ospedale. L’ispirazione per questa eccezionale storia vera è nata quando l’autore è venuto a sapere dell’esistenza di preziosi documenti originali, rimasti nascosti per ottant’anni in alcuni archivi relativi alla Seconda guerra mondiale. Rintracciando i discendenti dei veri protagonisti del romanzo, ha ottenuto un tesoro di testimonianze, rivelazioni e dettagli storici che costituiscono l’anima del suo racconto, un vibrante intreccio di amore, eroismo e generosità.
L’isola dove volano le femmine
Marta Lamalfa
Neri Pozza
In libreria dal 28 maggio
Alicudi, 1903. Caterina guarda il corpo gelido e duro come una crosta di pane di Maria, la sua gemella, e pensa che da quel momento la sua vita cambierà per sempre. Se l’è portata via un male cattivo e tutti nella sua famiglia – dalla gran vecchia, la bisnonna che non ci vede più bene ma capisce tutto, a Palmira, la madre che ha per la quarta volta un bambino in pancia ma ha perso la testa per il dolore – pensano sia colpa di Salvatore, un giovane che sconta il confino politico al Castello di Lipari, e vuole fare la rivoluzione. Ora che Maria non c’è più, anche se la stanza di Caterina si è allargata, la vita è diventata molto più stretta: lavora nei campi di don Nino fino al tramonto, consegna le acciughe sotto sale con l’asino e aiuta la mamma con le fatiche di casa, aspettando il giorno in cui tutte le femmine della famiglia si riuniscono per impastare il pane, l’unico momento che attende davvero. Da qualche tempo, però, dalla segale dell’isola sono spuntati dei piccoli corni neri come il carbone, la tizzonara la chiamano in paese. All’inizio non s’erano fidati a mangiarla, ma adesso non è rimasto altro, così anche Caterina butta giù quei morsi duri e dall’odore di morte. Forse però in quei bocconi dolorosi c’è la chiave per scappare da un presente sempre più solitario, e raggiungere le majare, le streghe che vivono sull’isola e volano nude fino a Palermo, ridendo sguaiate, nell’estrema libertà della notte. Non capita solo a lei di vedere cose che al risveglio sono sparite, ma anche al resto della famiglia e ai settecentotredici arcudari che vivono sull’isola. Ma per tutti verrà il momento di tornare alla realtà.
1580: morte a Siviglia
Susana Martín Gijón
ponte alle Grazie
In libreria il 28 maggio
Anno del Signore 1580. Siviglia è una delle più ricche e fiorenti città d’Europa. Dal suo porto sta per salpare la flotta delle Indie: dovrà riportare alla Corona spagnola parte di quei tesori del Nuovo Mondo che la stanno facendo grande. Ma l’orrore è in agguato. Sulla polena della nave da guerra che guiderà la spedizione appare la pelle di un volto di donna, scuoiato, dai capelli rossi… Il crimine è raccapricciante, ma più nefasto ancora è il presagio che la superstizione dei marinai riconosce nella cruenta insegna. A cercare con tenacia la verità è Damiana, prostituta mulatta della Babilonia, una delle più rinomate case di tolleranza della città, collega della vittima. Damiana ignora però di essere molto più coinvolta di quanto creda, e la sua decisione di cercare aiuto presso l’amica d’infanzia Carlina, ora suor Catalina, carmelitana scalza, avrà nuove terribili conseguenze.
I dadi d’oro
Elisabeth Storrs
AltreVoci
In libreria il 29 maggio
Durante un feroce assedio tra Roma e la città etrusca di Veio, tre donne seguono strade diverse per sopravvivere. Cecilia, nata a Roma ma sposata con un veientano, abbandona la sua città per tornare dal marito, Vel Mastarna, esponendosi all’ostilità degli Etruschi e sapendo che i Romani la condanneranno a una morte da traditrice se Veio cadrà. Semni, giovane incosciente al servizio nella casa di Mastarna, si ritrova invischiata in un piano che minaccia di impedirle di trovare l’amore e mette in pericolo il figlio di Cecilia. Pinna, indigente prostituta romana, riesce a ottenere, tramite svariati ricatti, l’attenzione del più grande generale di Roma, a costo di tradire il cugino di Cecilia. Ogni donna lotta per proteggere se stessa e chi ama nel ciclico e oscuro decorso della guerra. Come potranno sfidare il destino? Vivranno mai di nuovo in pace? “I dadi d’oro”, il secondo libro della trilogia sull’Antica Roma dedicata al conflitto tra la Repubblica Romana e la città di Veio, si è classificato secondo al concorso internazionale “Sharp Writ Book Awards 2013” per la narrativa generale ed è stato nominato come una delle letture più memorabili del 2013 da Sarah Johnson, curatrice delle recensioni della Historical Novels Review.
Sangue italiano
Roberto Casalini
Neri Pozza
In libreria dal 31 maggio
Storie della storia d’Italia dalla nascita della nazione, nel 1860, ai giorni nostri. Centocinquantadue racconti neri brevi e netti di delitti, carriere criminali e violenza pubblica. Gli omicidi che ancora si ricordano e quelli che furono celebri ai loro tempi: dalla Contessa Lara uccisa dal giovane amante e mantenuto (1896) al caso Murri che sconvolse Bologna (1902); dalla contessa Tarnowska dark lady russa a Venezia (1910) a Gino Girolimoni, falso mostro di Roma inventato dal fascismo (1927); da Leonarda Cianciulli, la saponificatrice di Correggio (1939), alla belva di San Gregorio Rina Fort (1946). E poi il delitto del bitter, quello del curaro e quello del vetriolo, la Mantide di Cairo Montenotte e la Circe della Versilia, il falso biondino della spider rossa, la modella che uccide il playboy e il canaro che fa a pezzi il suo persecutore. Tra figli che ammazzano i genitori (Doretta Graneris, Pietro Maso, Erika e Omar) e adulti che uccidono gli implumi, le storie inquietanti degli assassini seriali (da Antonio Boggia, l’ultimo impiccato dell’800, al vampiro della bergamasca Vincenzo Verzeni che succhiava il sangue alle vittime; da Cesare Serviatti, il Landru italiano, a Donato Bilancia killer dei treni al duo neonazista veronese che si firmava Ludwig), ma accanto ai casi di cronaca nera, le storie di un’Italia che ha la criminalità organizzata più aggressiva e pervasiva d’Europa e bande e banditi leggendari, da Musolino a Mesina, dal Clan dei Marsigliesi alla Banda della Magliana. La lotta politica in Italia, ce ne dimentichiamo spesso, e stata vicenda feroce e con molti caduti, da Cavallotti a Umberto I, da Matteotti ai fratelli Rosselli, fino ad Aldo Moro e Mino Pecorelli. Ed e costante, in Italia, la vulnerabilità della democrazia, periodicamente esposta a tentazioni autoritarie e colpi di mano dall’alto (gli stati d’assedio e i militari che mitragliano la piazza, il fascismo, la strategia della tensione e lo stragismo) o a velleità spesso feroci di insurrezione e/o di rivoluzione (dalle jacquerie contadine alle «settimane rosse»; dalle torbide confusioni, nel secondo dopoguerra, fra lotta partigiana e regolamento di conti con sconfinamenti nella criminalità comune, sino alla lunga e sanguinosa stagione dei terrorismi rosso e nero). Tutte queste vicende, riconducendo anche i delitti in apparenza più «privati» allo spirito dei tempi, racconta Sangue italiano.
Le origini dell’Impero romano. Dalla Repubblica ad Adriano (264 a.C.-138 d.C.)
David Potter
Hoepli
In libreria il 31 maggio
Una panoramica sui primi secoli dell’Impero romano dalle prime missioni delle legioni fuori dai confini italici alla morte di Adriano: le guerre, i leader e le trasformazioni sociali che posero le fondamenta di Roma. Tra il 264 a.C., quando un esercito romano sbarcò in Sicilia, e la morte di Adriano più di quattrocento anni dopo, Roma diventò uno degli imperi multiculturali più funzionali e vincenti della Storia. In questo saggio David Potter esplora le trasformazioni che accompagnarono quell’epoca, via via che Roma da repubblica diventava uno stato mercenario e poi un impero burocratico: dal primo passo oltre lo Stretto di Messina al culmine dell’espansione territoriale. Evidenziando i parallelismi con il mondo di oggi, “Le origini dell’Impero” mostra come i Romani abbiano ancora molto da insegnare su potere, arte del governo e leadership.
Oskar Schindler. Vita del nazista che diventò un eroe
Francesca Cosi
Terra Santa Edizioni
In libreria il 31 maggio
Sono passati più di cinquanta anni da che Israele conferì il titolo onorifico di “Giusto tra le nazioni” a Oskar Schindler, ma la sua storia e la personalità continuano a essere oggetto di dibattito. La sua battaglia per salvare i suoi impiegati ebrei dalla morte, che gli costò la rovina economica, stride terribilmente con il suo passato al servizio dei nazisti. Con il tempo Schindler iniziò a prendere coscienza dell’oscura realtà che fino ad allora aveva ignorato e, sfruttando i suoi contatti nelle alte sfere militari, ottenne che i suoi lavoratori non fossero inviati nei campi di concentramento. In questo libro si racconta tutta la vita di questo eroe: dall’infanzia, ai successi economici come imprenditore, al rapporto con la moglie Emilie, determinante nella sua svolta.
Roberto Orsi
Il link alla segnalazione su Thriller Storici e Dintorni: https://tinyurl.com/2ukh39wa
Maggio, mese del libro e della festa dei lavoratori. E noi lo onoriamo con lo slogan #tuttiuguali!
Le letture consigliate da Salvatore Massimo Fazio
BLOG Maggio è il mese del libro. Maggio è il mese della festa dei lavoratori. A maggio i Libri che consigliamo sono tutti sullo stesso piano e non esiste un libro copertina o controcopertina
Tanti bei titoli in uscita a maggio, mese del libro e della recente festa dei lavoratori che noi onoriamo con lo slogan #tuttiuguali! quindi senza titoli “copertina” e “controcopertina”. Due i “flashback” riferiti a uscite dei giorni scorsi di fine aprile, e due alla giornata di ieri… Buone scelte e buone letture.
In libreria dal 29 e 30 aprile
Grazia La Paglia, Altrove, Auto pubblicazione
Cosa accade quando, dopo anni, si torna nel paese in cui si è nati e cresciuti? E che si è stati costretti a lasciare per motivi lavorativi o di studio? Lo racconta la giornalista Grazia La Paglia in “Altrove”, il suo nuovo romanzo breve. “Altrove” racconta il viaggio di ritorno di una migrante nel suo paese di infanzia.
Troverà strade e case vuote, popolate solo da fantasmi che, prima di svanire nel nulla, lasciano qualcosa alla visitatrice: chi dona un seme, chi una moneta, chi un gessetto e chi una pallina. Quel paese, quindi, ha ancora qualcosa da donare – o insegnare. Nonostante sia completamente cambiato e nonostante non lo si riconosca più. Perché muta chi va via, ma muta anche chi resta. Grazia La Paglia: “Alle volte, quando si intraprende un viaggio di ritorno, pensiamo di poter ritrovare quello che abbiamo lasciato: rapporti, abitudini, oggetti e luoghi. Ma non è così: tutto cambia e si evolve, così come cambia chi è andato via”.
Susanna Raule, Minerva in fiamme, Mondadori
Susanna Raule esordisce nel Giallo Mondadori con un “crimedy” perfetto, pieno di suspense e altrettanto humour, con una protagonista d’eccezione. Il lunedì è sempre un orrore, si sa. Per Minerva Blanc, psicologa e psicoterapeuta quarantenne in forza al Centro per adolescenti della Spezia, il buongiorno speciale arriva dalla gamba destra, che al risveglio è in fiamme. Dopo quindici anni di (più o meno) educata convivenza con la sclerosi multipla, Minerva sa di aver appena vinto un pit-stop in ospedale causa recidiva in corso. Ignora, invece, che al lavoro la aspetta la notizia che ogni terapeuta teme: un suo paziente è morto. Si tratta di Angel, sedicenne in terapia obbligata dopo l’arresto per spaccio. Un incidente, dicono i rilievi, ma a lei sembra un incidente strano… sospetto, addirittura. Minerva inizia a indagare quasi per caso, ma a ogni domanda ne saltano fuori altre tre. E non è la sola, perché investigano anche i colleghi con le loro fisime, la tirocinante dagli occhi di foca, la psichiatra dalle eterne salopette e persino la neurologa di Minerva. E quando dei sensibili professionisti dell’ascolto come loro si mettono in testa di fare i detective… le cose non vanno proprio come in una serie tv. In una città rovente che sfinisce Minerva sul piano fisico, la teorica sfida intellettuale si fa sempre meno intellettuale e sempre più un completo casino. Tra pazienti che brandiscono coltelli, allarmi bomba, uno spacciatore troppo ansioso di darle una mano, branchi di turisti disprezzati dalla popolazione locale e dirigenti preoccupati delle possibili querele, per Minerva non sarà semplice arrivare in fondo al caso viva e vegeta. O almeno viva…
In libreria da ieri
Davide Coppo, La parte sbagliata, (edizione E/O)
Questo romanzo esplora i tratti dell’adolescenza, rivelando un climax di violenza e di legami umani che si stringono e si spezzano. È una confessione intima durante la giovinezza, oltre a essere un viaggio verso l’attrazione che il male può esercitare. Con una scrittura cristallina e una profonda empatia, La parte sbagliata affronta la fascinazione di un giovane per la violenza, non vista come odio, ma come esito tragico di una ricerca di significato. Ambientato negli anni Duemila, il romanzo segue Ettore, un giovane di buona famiglia, nel suo percorso verso l’estremismo politico, mentre si ritrova senza punti di riferimento in una nuova città e finisce coinvolto in un gruppo neofascista, portando alla rottura dei legami familiari e amicali con un tragico epilogo.
Charlotte Gneuss, I confidenti, Iperborea
Nell’estate del 1976, Karin, sedicenne di un sobborgo di Dresda, vede la sua vita sconvolta quando il suo primo e unico amore, Paul, senza darle nessuna motivazione, fugge all’Ovest. Karin si sente sola e incompresa, cercando disperatamente risposte sul destino di Paul. Perché Paul se n’è andato? Perché non le ha detto niente? Mentre affronta l’isolamento e l’ambiguità del regime, Karin si avvicina al funzionario Wickwalz, che diventa per lui un rifugio e un confidente. Ma nel tentativo di trovare la verità, Karin scopre che lei stessa è coinvolta in un gioco di manipolazione, dove l’innocenza sembra una cosa ormai lontana. Charlotte Gneuss dipinge un ritratto intenso e lucido dell’incontro tra la gioventù e il potere autoritario, esplorando un mondo dominato dall’ambiguità e dalla morale sfuggente.
Le uscite di venerdì 3 maggio
Edgar Selge, Finalmente ci hai trovato, Carbonio
Germania, anni Sessanta. La guerra è finita ma ha lasciato cicatrici profonde in chi è rimasto a portare il peso dei ricordi.
Edgar è un ragazzo di dodici anni, e tutto ciò che è accaduto può solo immaginarlo attraverso il silenzio dei suoi genitori, impegnati a riversare le proprie energie nella musica, passione che coltivano da sempre. Nella loro casa borghese, dove vigono l’ordine e il rigore morale, risuonano costantemente le note di un pianoforte, di un violino e di un violoncello, e spesso si organizzano piccoli concerti. Ma a tavola, quando si parla del passato, a volte cala uno strano silenzio, in cui si annida il tarlo delle colpe rimosse, il fardello di un dolore vivido e impossibile da raccontare…
Edgar Selge si avventura nei meandri della sua infanzia, nei suoi sogni e dubbi di allora per provare a comprendere, a distanza di anni, e tentare di riconciliarsi con ciò che è stato. Un romanzo coraggioso e commovente, che invita il lettore a specchiarsi nel proprio intimo e ad addentrarsi tra le pieghe della memoria.
Didier Eribon, Vita, vecchiaia e morte di una donna del popolo, L’Orma
Quando il medico di famiglia stabilisce che l’anziana madre «non è più autosufficiente», Didier Eribon è costretto a cercare una struttura che possa garantirle l’assistenza necessaria. Quel giorno, accompagnandola nella casa di riposo, non immagina che sarà l’ultimo in cui la vedrà. Il lutto spinge il filosofo francese a esaminare la vita esemplare di una «donna del popolo»: dall’infanzia in un orfanotrofio al lavoro come domestica e operaia, una vita segnata da un matrimonio infelice. Questo racconto biografico si trasforma in un’analisi della società nel suo complesso, costringendoci a confrontarci con le dinamiche che relegano malattia e invecchiamento.
Ivan Doig, Il più dolce dei tuoni, Nutrimenti
Quando Morrie Morgan torna a Butte, celebre città mineraria del Montana, la tensione è alle stelle e lui si ritrova con l’improvvisa opportunità di diventare il direttore di «Tuono», il nuovo giornale della città, facendolo diventare la mente e la voce dei minatori. Ivan Doig, con uno stile vivace e un occhio sensibile per le realtà più marginali, ci porta in un affascinante ritratto del primo dopoguerra americano. La sua narrazione, giocosa e denunciante, ci ricorda lo spirito di John Steinbeck, offrendo un’esplosione di colori e personaggi eccentrici.
CJ Leede, Maeve, Mercurio
Nella frenesia di Los Angeles, i bambini costringono i genitori a lunghe attese per un breve incontro con Maeve, la regina di ghiaccio, l’idolo del parco divertimenti. Ignari del suo lato oscuro, non sanno che Maeve è una serial killer e che trascorre le notti sfrecciando sulla Sunset Strip a bordo di una Mustang rosa del ’67. Oltre al lavoro, le sue priorità sono la sua migliore amica Kate e il benessere della nonna Tallulah, un’ex diva del cinema. Quando Gideon, il fratello di Kate, irrompe nella sua vita, sconvolge un equilibrio fragile e riapre vecchie ferite, innescando un flusso di emozioni. Come un moderno American Psycho, Maeve è un’incarnazione della violenza femminile, una sfida al nostro senso di pudore, che ci trascina in un viaggio in cui musica e letteratura diventano compagne maliziose di una delle protagoniste più estreme degli ultimi anni. La sua storia di amore e potere è un patto con le pulsioni più oscure: «Ora che la soglia è stata superata, il desiderio prevale su tutto».
Le uscite di martedì 7 maggio
Massimo Roscia, Mario vocabolario e la magia delle parole, con le illustrazioni di Francesca Carabelli, Rizzoli
«Le parole possono essere usate come piume che fanno il solletico e strappano un sorriso, o come pietre appuntite che feriscono. Ecco perché bisogna sempre riflettere prima di parlare»
Nella terra di Cosonia c’è un paese senza nome e senza nomi. Un giorno, però, arriva Mario Vocabolario con una missione: dare un nome a tutto e a tutti. Grazie ai suoi racconti, gli abitanti del paese impareranno che le parole non sono tutte uguali: ci sono quelle gentili, ma ci sono anche quelle che fanno male; esistono parole delle emozioni e parole buffe; ci sono parole della fantasia e parole, come “libertà”, “uguaglianza” o “rispetto”, così importanti che vanno custodite come doni preziosi.
Megan Abbott, Giri di danza, Bollati Boringhieri
Colli eleganti, chignon impeccabili e collant, Dara e Marie Durant sono ballerine dalla tenera età. Cresciute sotto l’insegnamento della madre, figura affascinante e fondatrice della Durant School of Dance, le due sorelle dirigono ora la scuola dopo la perdita dei genitori in un tragico incidente. Assieme al marito di Dara, Charlie, un tempo brillante allievo della madre, le tre figure orchestrano l’armonia dello studio, con Marie dedicata ai più giovani e Dara alla formazione degli avanzati. Tuttavia, un imprevisto sospetto incrina la serenità della famiglia Durant. In Giri di danza, Megan Abbott raggiunge l’apice della sua narrativa, tessendo un intreccio teso e inquietante.
Francesca Pellas, Tutto deve brillare. Vita e sogni di Moana Pozzi, Blackie edizioni
Tutti hanno tentato di porre limiti a Moana Pozzi, ma nessuno ci è mai riuscito. Né la sua famiglia, che l’ha educata in un ambiente religioso, né le norme sociali. A trent’anni dalla scomparsa, il suo impatto iconico e tragico rimane immenso. Pochissime donne hanno influenzato la società italiana come lei. Ha portato alla ribalta temi come la sessualità e il desiderio, a lungo considerati tabù, ha lavorato con Fellini e in televisione, ha amato uomini celebri della sua epoca. Attraverso il suo corpo e la sua mente, ha scatenato una rivoluzione personale che si è estesa alla collettività. Non ha mai rinunciato alla sua identità e ha sempre preso decisioni autonome fino alla fine. In questo libro intimo ed emozionante, arricchito dalle testimonianze di chi ha studiato la figura di Moana e l’ha amata, Francesca Pellas ci racconta la storia di una donna che ha desiderato la libertà sopra ogni cosa e l’ha ottenuta, anche a costo di sacrifici, per sé e per tutti noi.
Maurizio De Giovanni, Pioggia per i bastardi di Pizzofalcone, Einaudi
Leonida Brancato, una volta temuto penalista, noto come il maestro delle argomentazioni legali, è stato messo alla prova dopo la sua pensione, ignorato dalla procura da anni. La sua morte, avvenuta in circostanze crudeli e misteriose, porta i Bastardi a confrontarsi con un omicidio apparentemente senza motivo. Sotto una pioggia incessante e circondati da nemici, i determinati agenti del commissariato di Pizzofalcone, nonostante le loro battaglie personali, si impegneranno a svelare verità nascoste tra segreti, ipocrisie e risentimenti, portando alla luce una rivelazione inaspettata.
Eraldo Affinati, Le città del mondo, Feltrinelli Gramma
Questo libro ci conduce in un viaggio attraverso diverse città, esplorando le loro bellezze e la loro essenza. Eraldo Affinati ci porta in luoghi sia reali sia immaginari, da Bruxelles a Battipaglia, da Washington a Veio, da Volgograd ad Atene. Con maestria toponomastica e lirica, l’autore dipinge ritratti brevi ma intensi di trecento città, invitando i lettori a riconoscere le proprie emozioni e preferenze in questo affascinante gioco di connessioni. Ogni città diventa un romanzo in miniatura, con sezioni introduttive che guidano il lettore attraverso luoghi come Charkiv, Venezia, e Roma, offrendo uno sguardo unico sulla loro storia e significato.
Zerocalcare, Quando muori resta a me, Bao Publishing
In viaggio verso il paesino montano da cui proviene la famiglia paterna, Zerocalcare spera di avvicinarsi a una comprensione più profonda di suo padre, Genitore 2. Tuttavia, la mancanza di comunicazione tra di loro rende il viaggio complicato, soprattutto quando scoprono di essere malvisti – anzi, proprio odiati – dagli abitanti del paese. L’astio risale a prima della Grande Guerra. Attraverso gli spazi vuoti delle parole non dette, emerge l’amore incondizionato del padre per il figlio, illuminando le pagine più oscure della Storia del nostro Paese con un coraggio silenzioso. Zerocalcare si trova di fronte a uno specchio interiore e racconta senza mezzi termini ciò che vede.
Michel Houellebecq, H.P. Lovecraft, Wudz
Michel Houellebecq si immerge nell’universo di Howard Phillips Lovecraft, il celebre scrittore di letteratura fantastica del Novecento, in un libro che fonde biografia, analisi testuale, aneddoti, e si fa tributo sentito e appassionato. In questa opera, Houellebecq racconta il mondo di Lovecraft per celebrare la sua eredità e l’impatto duraturo della sua «letteratura del sogno».
Le uscite di venerdì 10 maggio
Valentina Fortichiari, Il mare non aspetta. Viaggio emotivo in Norvegia, con un nota di Francesco Permunian, Oligo
In questo nuovo racconto emozionante e poetico, ambientato in Norvegia, tra Oslo e le Isole Lofoten, Valentina Fortichiari torna a unire la predilezione per il grande Nord con la passione per l’elemento acquatico (l’autrice è stata agonista, insegnante di nuoto, e tuttora è nuotatrice). Con una scrittura sobria, suggestiva, la narrazione è centrata sul rapporto sentimentale tra padre e figlia, fatto di nuotate condivise, ricordi, momenti indimenticabili (la magia dell’aurora boreale). Sullo sfondo, il lavoro sulla scrittura e la frequentazione di personaggi (in parte riconoscibili), protagonisti della cultura degli ultimi anni, sono frutto dell’esperienza in parte autobiografica dell’autrice che al mondo delle case editrici ha dedicato e dedica gran parte della propria esistenza. La nota di Francesco Permunian: “Il mare non aspetta. “Viaggio emotivo in Norvegia” di Valentina Fortichiari a prima vista si presenta come un racconto lungo, ma in realtà è un breve romanzo di formazione raccontato dalla voce narrante di una figlia – dapprima nelle vesti di una bambina di nome Arya precocemente abbandonata dalla madre e dalla migliore amica e quindi di donna adulta impegnata nell’editoria di Oslo – la quale sceglie di dialogare con l’amata figura paterna attraverso gli unici strumenti a lei più idonei, ossia il nuoto e la scrittura, due attività apparentemente dissimili, ma in realtà con molti punti in comune in quanto entrambe trovano la loro ragion d’essere ultima nel grande mare della vita e della letteratura.[…] Il tutto è raccontato con uno stile fluido e discorsivo che a prima vista può apparire fin troppo semplice o addirittura facile. Al contrario, esso è lo specchio della capacità dell’autrice di scivolare in perfetto equilibrio sopra il flusso tumultuoso delle parole – ovvero, sopra le onde sempre mobili della scrittura – simile in ciò a quell’abile nuotatrice che la Fortichiari è stata nella sua vita reale. Una dote stilistica, quest’ultima, alquanto rara sulla scena culturale italiana, ma che discende da quell’illustre matrice letteraria – comunemente etichettata come “stile dell’anatra” – felicemente rappresentata dalla prosa cristallina di Raffaele La Capria”.
Dōgen Zenji, Neve su foglie vermiglie, CasaDeiLibri
Neve su foglie vermiglie richiama l’armonia tra diversità e unità, concetti fondamentali nella pratica zen. Questo titolo incarna la fusione tra realtà assolute e convenzionali, invitando i lettori a esplorare la profondità della vita e della natura. Le poesie di DōgenZenji riflettono la varietà della natura, aprendo nuove prospettive sulla nostra esistenza. Inoltre, Shohaku Okumura ci guida nella comprensione di questa raccolta, incoraggiandoci a esplorare con mente aperta attraverso un viaggio sensoriale e spirituale.
Willy Vlautin, Il cavallo, Jimenez
Al Ward, sessantacinquenne solitario, vive nell’isolamento di una concessione mineraria nel Nevada. La sua esistenza è fatta di ricordi musicali e cibo in scatola. Un giorno, un vecchio cavallo malato appare fuori dalla sua porta, spingendo Al a confrontarsi con la sua situazione e con il passato da musicista e costringendolo a prendere una difficile decisione per sé e per l’animale. Mentre l’alcolismo e l’ansia lo tormentano, i ricordi della sua vita da musicista diventano sempre più vividi, dalle esibizioni nei locali fino ai momenti di successo e disillusione. Il cavallo è un romanzo che fa omaggio ai musicisti sconosciuti che arricchiscono le nostre vite e narra la storia di Al con il ritmo di una canzone malinconica, trasformandosi in una profonda riflessione sulla solitudine, la resilienza e il potere salvifico della musica.
Bea Lema, Corpus Christi, Minimum fax
Corpus Christi esplora con una toccante sincerità il tabù della malattia mentale, i ruoli di cura imposti alle donne, la superstizione e la società patriarcale in una Spagna tradizionale e cattolica, attraverso il ritratto di due donne intrappolate nei loro ruoli di figlia, madre e moglie. Fin da bambina, Véra è testimone dell’ossessione demoniaca che affligge la sua casa, tormentando sua madre e costringendola a lunghi periodi di debolezza. Tra i tentativi di esorcismo della «meiga» e le visite dallo psichiatra, la superstizione cede il passo alla diagnosi medica. Tuttavia, nonostante la malattia, l’amore indissolubile tra Véra e sua madre resiste al tempo e alla dura condanna della società.
Matteo Cateni, La scimmia, Paesi Edizioni
Una storia intensa e coinvolgente ci trascina in un mondo grottesco e paradossale, ma al contempo reale, dove drammi legati alla tossicodipendenza e al traffico di droga fanno da protagonisti. Seguiamo il percorso di un giovane che si perde nel buio dell’eroina e che diventa prigioniero di un’organizzazione criminale internazionale, per emergere dall’altra parte profondamente cambiato. Tra amore, morte, disillusioni e il fascino del Sudamerica, assistiamo a un processo di liberazione dall’incubo della dipendenza. «Alla disperata ricerca di sé e del ritorno a casa».
Manuela Barban, Quante cose ci ha rubato la guerra, Las Vegas Edizioni
Nel 1943, con l’annuncio dell’armistizio, Goffredo e Silvana sono costretti a separarsi. Lui, operaio specializzato all’Ilva di Trieste, riporta sua moglie e la loro bambina in Liguria, affidandole ai propri genitori ad Albisola. Silvana, donna moderna e indipendente, non tollera le interferenze della famiglia del marito e decide di trasferirsi a Savona dalla sua migliore amica. Goffredo, per gelosia, reagisce con sospetto e Silvana gli scrive lettere infuocate contro la sua famiglia. Nel frattempo, Goffredo si unisce alla Resistenza, impegnandosi a salvare gli operai dalla deportazione nei campi di lavoro in Germania e intrattenendo un rapporto ambiguo con una SS che lavora in un giornale di lingua tedesca. Deve presto prendere decisioni cruciali per il suo futuro e quello dei suoi cari. Quante cose ci ha rubato la guerra è un romanzo familiare ambientato durante la Seconda guerra mondiale, basato sulla storia vera dei nonni dell’autrice, entrambi mossi, in modi diversi, da un irrefrenabile desiderio di libertà.
Luigi Trabucchi, Capire la mente. Oltre il sintomo, CN Oligo
Questo libro raccoglie i frutti di quarant’anni di esperienza di uno dei più noti psichiatri del Veneto. Con un approccio discorsivo e un linguaggio quotidiano, si spiegano casi clinici, oltre che i perché, i significati, i modi e i tempi delle terapie, che non devono essere solo compito del medico, ma che devono nascere dalla collaborazione medico/paziente. Ciò alla luce del collegamento dei sintomi con il contesto di vita familiare, lavorativa e sociale di chi soffre di disturbi psichiatrici, in modo che, raggiunta una nuova consapevolezza, il paziente scopra il “terapeuta che vede nello specchio”, cioè egli stesso. Non manca una riflessione sulle situazioni di malessere e di disagio degli ultimi tempi, a partire dal mondo giovanile o da quello della terza età, guardando alla mancanza di relazioni all’interno delle famiglie e delle fragilità della vita d’oggi. Ho sentito l’esigenza di raccontare la mia esperienza, che sicuramente è comune a quella di tanti colleghi più anziani e più giovani, ma, soprattutto, di descrivere come ho visto e interpretato la sofferenza e come questa sia cambiata nei decenni. Sono partito come medico che si occupava di malattie, tuttavia, un po’ anche per gli insegnamenti e le ansie di mio padre, concentrato più sull’uomo che su queste ultime, ho imparato col tempo a vedere i pazienti che incontravo come persone e non solo come portatori di malattie. Questo percorso l’ho compiuto, giorno per giorno anche riflettendo sulle situazioni della vita che la professione mi faceva incontrare, su ciò che accadeva nel mondo della fatica e sofferenza umane che vedevo dalla mia scrivania e negli eventi della cronaca. Era, ed è, un crescendo di situazioni di difficoltà esistenziale che è aumentato con le crisi globali, in particolare dagli anni ’90 in poi. Ho “scelto” di non considerare più la patologia nei suoi canoni delle classificazioni consuete, ma nel disagio esistenziale e umano che vedevo sempre più nell’umanità che incontravo e incontro.
Andrea Lattanzio, Le voci di 100 capolavori del cinema. Doppiatori e festival, CN Oligo
Questo libro raccoglie le biografie, le filmografie e le carriere dei doppiatori italiani, interpreti-ombra dei grandi divi che con le loro voci straordinarie hanno raccontato le più belle storie dei cento film capolavori del cinema mondiale con relative schede. All’interno del volume è inserita la manifestazione italiana dedicata al doppiaggio “Il Festival Internazionale del Doppiaggio Voci nell’Ombra” con tutti i doppiatori premiati nelle varie edizioni.
Le uscite di martedì 14 maggio
Giacomo Matteotti, Contro ogni forma di violenza, a cura di Davide Grippa, Einaudi
In commemorazione del centenario dell’atroce assassinio di Giacomo Matteotti per mano fascista, questo volume si propone di preservare e diffondere le sue idee e le sue convinzioni. Al centro del libro si trova un discorso fondamentale del deputato socialista, intitolato Contro ogni forma di violenza, tenuto alla Camera dei deputati nel gennaio del 1921. Questo discorso, che offre un’analisi pionieristica della violenza che dilagava in Italia, continua a risuonare con straordinaria rilevanza nel mondo contemporaneo. Accanto al discorso di Matteotti, il volume include due ulteriori contributi che esplorano la natura e le dinamiche della violenza fascista da prospettive diverse. Uno di questi denuncia lo squadrismo nel Polesine, mentre l’altro si oppone all’eversione fascista contro le istituzioni democratiche. Il libro si conclude con un saggio del curatore, Davide Grippa, che offre una contestualizzazione del rapporto tra Matteotti e il principio della non violenza, offrendo al lettore una panoramica esaustiva e illuminante sull’eredità e l’importanza di Matteotti nel contesto storico e politico contemporaneo.
Le uscite di mercoledì 15 maggio
Federico Riccardo, Tender, Edizioni Effetto
Otto racconti compongono un quadro variegato di storie che si svolgono nello spazio e talvolta nel tempo, tratteggiando quadri di infelicità e di resistenza in una società sterile, dove la comunicazione diventa sempre più sconosciuta. Dall’intimidazione alla violenza domestica, fino all’isolamento e al cannibalismo, metafora degli ostacoli di una società priva di empatia. Di fronte l’imminente invasione del pianeta da parte dei cannibali l’unica via d’uscita sembra essere smettere di riflettere e trovare rifugio nelle piccole cose: un foglio, una pizza, un momento di intimità, una melodia. «Il tempo necessario è un eterno presente; il passato non si è vissuto; il futuro non lo si potrà mai considerare».
Le uscite di venerdì 17 maggio
Giammarco Puntelli, Amarcord, CN
Quella mattina c’era tanto sole e c’era tanto buon umore. Era l’anno delle accelerazioni e dei cambiamenti, delle Trasformazioni e delle scoperte “Amarcord” è il romanzo d’esordio di Giammarco Puntelli, già conosciuto autore di saggistica d’arte contemporanea e di manuali di personal e business coaching. È il racconto di una famiglia italiana attraverso la voce di più generazioni. Dodici storie che sono vere e proprie sliding door che determinano il percorso dei personaggi. Sullo sfondo, la storia d’Italia dal 1953 al 2024: più di settant’anni visti dagli occhi di uomini e donne del Belpaese che scoprono, un giorno dopo l’altro, il significato della vita. Il romanzo di esordio di uno dei maggiori curatori d’arte contemporanea in Italia Presentazione in occasione del Premio Bancarella. Puntelli: «È il racconto di una famiglia italiana che ricorda la tua oppure che ricorda una di quelle che tu o qualche tuo caro ha conosciuto, è il racconto di un Paese e di un mondo nel quale gli eventi si sono inseguiti sempre più velocemente e dove le gioie hanno sempre superato le lacrime e le nostalgie. Perché la vita va avanti, sempre e velocemente. A volte affrontando tante curve come su una strada di montagna quando annusi la natura dall’aria che entra in una piccola, grande, Cinquecento Abarth che fa tanto rumore come il tuo cuore. Perché a ogni accelerata c’è una nuova emozione e dietro ogni curva un nuovo momento di vita. Perché sfreccia, gialla, come una pagina di pergamena che attende che la storia sia scritta con una linea laterale blu che somiglia tanto all’inchiostro delle tue parole. Questo libro parla di curiosità, parla di vita. Questo libro ti porta su un cammino di riflessioni da richiamare alla tua mente al bisogno. Una piccola bussola o se preferisci una cassetta degli attrezzi. Fra un caffè e una tisana queste pagine ti scalderanno il cuore e per ciò che hai vissuto o per i racconti che hai ascoltato dalla tua famiglia ti troverai a dire sottovoce: “Amarcord”».
Deborah D’Addetta, Maleuforia, Giulio Perrone Editore
“Maleuforia” di Deborah D’Addetta (autrice che ha pubblicato sulla nostra rivista con il racconto Kitöltest) traccia il percorso di Raffaele, un adolescente napoletano alla ricerca della sua identità di genere. Ambientato tra gli anni Ottanta e Novanta, il romanzo offre uno sguardo senza censure sulla formazione sessuale e sentimentale del protagonista, il quale trova rifugio in un ambiente inusuale: un bordello. Qui, Raffaele subisce una trasformazione sia fisica sia spirituale, prima di essere accolto da un mentore che lo guiderà attraverso una nuova fase della sua vita. Il romanzo si distingue per un linguaggio che mescola italiano e dialetto partenopeo, esplorando il concetto di «maleuforia», una fusione tra malinconia e sereno disincanto.
Giorgio Biferali, Sono quasi pronto, Ponte alle Grazie
Durante un’estate torrida e densa di cambiamenti, un uomo in procinto di diventare padre si interroga sul proprio passato e su quello delle persone che incontra quotidianamente per strada, nei bar e nei negozi. Che bambino sono stato? E che bambini sono stati tutti? Questo momento di riflessione dà il via a un viaggio nel tempo, in cui il protagonista ripercorre la sua storia sentimentale, dall’adolescenza in poi, analizzando il desiderio, l’amore e il rapporto con la sua compagna, fino ad arrivare all’infanzia. Infatti, dopo l’inizio la narrazione si sposta sulla storia della sua famiglia: la demenza senile del padre rivela un lato inaspettato della personalità del protagonista, mentre la malattia della madre e la caducità dei ricordi mettono in discussione la stabilità del passato. In questo periodo di analisi e resoconti, l’unico rifugio del protagonista diventa la scrittura, un tentativo di preservare e dare forma alla memoria, ai fantasmi del passato e, inevitabilmente, a sé stesso.
Enrico Sibilla, Nero celeste, Polidoro
In un tempo (forse) lontano, la Storia è giunta al termine. Per questo motivo, regolarmente ogni settimana, l’anziano Pontefice si reca alla grotta segreta che si trova sotto la Cappella Sistina. Da secoli, questa grotta nasconde un buco nero che induce visioni straordinarie in chi vi si avvicina. Allo stesso tempo, in una tenda da campo montata all’estremità opposta di via della Conciliazione, «colui che è tutti gli Adolf Hitler» attende pazientemente di lanciare l’attacco finale alla basilica e completare la conquista del pianeta.
Renata Asquer, Il visconte che amava i gelsi, Arkadia
Protagonista di una stagione di rivolgimenti politici a cavallo tra la fine del Settecento e il principio del XIX secolo, il visconte Francesco Asquer di Flumini, giunto quasi alla fine dei suoi giorni, decide di lasciare una lunga lettera al figlio maggiore, da leggere come un testamento spirituale. La sua esistenza, fatta di politica, amori appassionati, conduzione dei propri affari viene di volta in volta contrassegnata dai grandi e piccoli avvenimenti della storia, dalla Rivoluzione francese all’epidemia di vaiolo che devasta la Sardegna, dalla rivolta di Palabanda alla carestia del 1812. Sospettato di giacobinismo, inviso a certi ambienti di corte, Francesco Asquer coltiva anche una viscerale passione per la campagna e per i gelsi, introducendo nella sua attività di bachicoltore tecniche innovative e moderne. E sarà proprio in questo piccolo universo dominato dalla natura che il visconte cercherà di raccogliere le proprie idee per trasmettere alle generazioni future il senso di una esistenza spesa al servizio della patria e della famiglia.
Roberto Biadi, Le nuvole del soffitto, Add Editore
Un individuo si reca dal medico e si rende conto di essere deceduto, ma non ha tempo di affrontare la questione. Ciò potrebbe sembrare l’inizio di una barzelletta di scarso gusto, ma in realtà è il punto di partenza per Le nuvole del soffitto. Tuttavia, la condizione del protagonista non sembra essere cambiata molto rispetto alla vita precedente: la routine quotidiana procede come sempre, tra aperitivi e impieghi poco stimolanti, un’ex moglie verso cui forse prova ancora dei sentimenti, un generale senso di inadeguatezza e una figlia che rappresenta l’unico scopo di vita. Non resta che andare avanti, affrontando la vita appena conclusa (come conferma il medico!), fatta di ritardi, opportunità mancate, e fuga dalle responsabilità, in un ciclo monotono che sembra offrire più conforto della felicità stessa.
Le uscite di giovedì 23 maggio
Sergio Oricci, Materia prima, Transeuropa
Materia prima esplora la complessa psicologia del protagonista, Sergio, offrendo una profonda analisi dell’essere umano. Il romanzo segue la storia di un quarantenne alla ricerca di un significato più profondo nella vita borghese e spinto verso esperienze spirituali attraverso varie comunità. Diviso in tre parti, in cui si mescolano narrazioni in prima e in terza persona, il libro offre uno sguardo approfondito sulla ricerca di identità e significato. Il tragitto di Sergio verso la terza comunità, circondato dai «sassi», diventa un’esperienza di crescita personale e culmina in un epilogo narrato in prima persona plurale. Con una struttura narrativa innovativa e uno stile ipnotico, l’autore offre una visione penetrante della natura umana e del suo costante confronto con l’esistenza.
Le uscite di venerdì 24 maggio
Adriana Valenti Sabouret, Le nobili sorelle Angioy, Arkadia
Tre nobili fanciulle cagliaritane orfane di madre e figlie di un eroe rivoluzionario in esilio a Parigi sono lacerate dal dilemma se continuare ad amare il padre, contro il suo apparente abbandono e il tessuto sociale reazionario in cui evolvono, oppure imporsi di dimenticarlo sino a ignorarne le ultime volontà? La prima opzione, in accordo con il cuore, le condurrebbe alla perdita. La seconda, salvando le apparenze, garantirebbe loro onore e rispetto in una Sardegna monarchica e conservatrice. L’amore incondizionato di un padre, le conseguenze devastatrici della sua perdita, dopo un’infanzia minata dalla morte precoce della madre e la chiusura in monastero, accompagnano le vite di Speranza, Giuseppa e Maria Angela Angioy sopraffatte da un carico emotivo troppo pesante per le loro spalle. Attorno alle tre sorelle brulica un universo di personaggi realmente vissuti nel Settecento sardo, sullo sfondo dei progressi societari tipici del secolo dei Lumi che porrà le basi della Sardegna moderna. Le nobili sorelle Angioy è una storia vera di umanità fondata sulla famiglia, l’amore, la perdita, il dolore e il tradimento ma anche di forza, quella di tre ragazze al bivio la cui scelta di vita celerà una sofferenza interiore non indifferente. Una storia che evidenzia personaggi anche imperfetti, regole societarie schiaccianti e i contrasti quasi insolubili che condurranno le sorelle a una scelta delicata.
Diego Zuñiga, Terra di campioni, La Nuova Frontiera
Nella piccola città di Calama, nel nord del Cile, un giovane si ritrova ad affrontare l’estate cercando rifugio sulle rive del fiume Lao insieme ai suoi compagni. Qui, impara abilità come il nuoto, l’immersione e la pesca, e si distingue per un talento straordinario: la capacità di rimanere sott’acqua per lunghi periodi. Con il passare degli anni, il giovane Chungungo, si trasferisce sulla costa e si unisce a una comunità di pescatori, dove sviluppa le sue abilità nel mare aperto. Mentre il Paese subisce cambiamenti politici con l’arrivo del presidente Allende, Martinez diventa un pescatore eccezionale e attira l’attenzione dei preparatori della nazionale di pesca subacquea. Il suo successo culmina nei mondiali di pesca sportiva in Cile, ma una sconvolgente scoperta legata alla nuova dittatura nel suo Paese cambierà il corso della sua vita in modo irreversibile.
Le uscite di sabato 25 maggio
Carlo Lapucci, Uniamoci, Amiamoci. Blasoni e complimenti proverbiali tra popoli italici, Graphe.it
Questa ricerca è uno studio, con un repertorio esemplificativo di un settore dei proverbi che nel tempo non ha avuto molta attenzione, classificato come tipologia generica di utilità pratica. Il blasone proverbiale serve più a marcare le differenze, le distanze, le particolarità, usando preferibilmente i difetti altrui. I riflessi antropologici segnalati da questo studio sono notevoli, profondi e anche divertenti, dal momento che scoprono un lato singolare del carattere tipico d’una popolazione che ha più elementi in comune di quanti non vorrebbe avere, tenendo a distanziarsi, smarcarsi, definirsi, mantenendo il proprio stigma, fino all’ultimo paesello della montagna più sperduta.
Blasoni popolari sarebbero da intendere, secondo logica e propriamente, soltanto quelli che gli abitanti d’una località e d’un territorio dànno a se stessi, o alla loro comunità storica, e sono volti, come il blasone nobiliare, a esaltare qualità, imprese, meriti e quanto altro di positivo, in modo da distinguersi, qualificarsi e anche primeggiare su altre società umane, soprattutto sulle popolazioni confinanti e più vicine. Gli studiosi sono passati sopra al fatto che i motti di autoesaltazione di paesi e città, generati dal compiacimento e dalla vanagloria, sono stati l’occasione di dare forma a una critica di altre popolazioni vicine e lontane in infinite parodie coniando detti, spesso molto azzeccati, volti a deridere i difetti, le presunzioni, le malefatte altrui. Molti sono divertenti, pungenti, graziosi, a volte giustamente un po’ graffianti ma non lontani dalla benevolenza; altri castigant ridendo mores, non pochi sono infondati, ingiusti, volti decisamente ad avvilire i destinatari, prevalere su di loro, deriderli, provocarli, moderare il loro valore, i loro meriti, esaltando implicitamente se stessi. Questo è l’aspetto che travalica il gioco innocente e pone il problema del collegamento a fenomeni passati a modalità diverse, ma che sembrano fatte della stessa sostanza.
Le uscite di mercoledì 28 maggio
Maria Grazia Calandrone, Magnifico e tremendo stava l’amore, Einaudi
Nelle pagine di questo romanzo, Maria Grazia Calandrone ci conduce attraverso le sfaccettature di un amore fuori dagli schemi, tratto da una vicenda di cronaca nera realmente accaduta. Con occhio da investigatrice e cuore da poetessa, l’autrice ci immerge nelle vite dei protagonisti, intrecciando una trama intricata di passioni, segreti e colpi di scena. Mentre le storie d’amore spesso si perdono nella monotonia, questa si distingue per il suo finale sorprendente, plasmato dalla crudele imprevedibilità del destino.
Salvatore Massimo Fazio
Il link alle segnalazioni su SicilyMag: https://tinyurl.com/4aarp7pu
Adriana Valenti Sabouret, nata a Siracusa, laureata in Lingue e Letterature straniere, da molti anni risiede in Francia. Ha insegnato presso l’Istituto Statale Italiano Leonardo da Vinci, a Parigi, e presso il Liceo Internazionale di Saint-Germain-en-Laye. Ha lavorato come traduttrice e ha collaborato con alcune riviste. Trasferitasi ad Alghero con il marito e i figli, ha esordito nel suo Paese di adozione con il romanzo Le rêve d’Honoré (Éditions du Panthéon, 2019). Con Arkadia Editore ha pubblicato Madame Dupont (2021) e La ragazza dell’Opéra (2023).
1. Adriana, il tuo ultimo romanzo è ambientato nei quartieri popolari di Parigi nella seconda metà dell’Ottocento, dove la miseria spinge le famiglie allo sfruttamento delle figlie ancora bambine, usate come risorsa economia. La protagonista, Émilie detta Millie, piccola danzatrice e oggetto del desiderio di uomini molto più anziani di lei, ha due relazioni importanti che cambiano il corso della sua vita: la prima con il principe italiano Valerio Cedronio, la seconda con l’inglese Lord Sutton Bunbury. Mi sono chiesta, leggendoti, se il tema che per primo ti è venuto alla mente quando hai iniziato a scrivere La ragazza dell’Opéra sia lo sfruttamento delle petits rats da parte delle famiglie; ho anche pensato che tu abbia voluto raccontare una vicenda di riscatto che anche nella sfortuna può essere cercato e raggiunto impegnandosi in ciò che si fa per vivere. Mi è venuto in mente che la primissima ispirazione potrebbe essere venuta dai dipinti di Degas che ritraggono le danzatrici dell’Opéra e che poi, di riflessione in riflessione, sia venuto tutto il resto. È sempre affascinante ricostruire la genesi di un’opera letteraria e per questo ti chiedo di parlarne ai lettori.
Buongiorno, Rosalia. È un piacere essere intervistata da una sensibile romanziera come te, grazie. La genesi del mio ultimo romanzo, in effetti, è strettamente legata alle opere di Edgar Degas che, ritraendo le danzatrici dell’Opéra Garnier in pose estremamente realistiche giudicate goffe e sgraziate dai suoi contemporanei, denunciava una realtà dell’epoca: lo sfruttamento dei petits rats de l’Opéra. Si trattava di tenere ragazzine appena uscite dal guscio protettivo dell’infanzia e costrette dalle famiglie indigenti al duro mestiere di danzatrici. E le ore e ore di sfibrante allenamento non erano nulla se confrontate al dover divenire prede di “galantuomini’’ che, invaghendosi dei loro corpicini graziosi, si proponevano di proteggerle consentendo loro gli studi artistici e una carriera. L’ambizione di madri frustrate e malsane che assecondavano le brame di questi ultimi completava il quadro.
2. Hai dovuto fare un lungo e paziente lavoro preliminare di ricerca, immagino. È stato complicato reperire le fonti dalle quali ricavare le tracce storiche del fenomeno delle petits rats, le topoline danzatrici e prostitute, in vendita al migliore offerente? Che materiali hai dovuto consultare?
Sì, solitamente il propedeutico lavoro di ricerca m’impegna ancor più che il lavoro di scrittura in senso stretto. Solo dopo essersi impregnati a fondo dell’humus familiare, sociale, professionale in cui i personaggi vissero, è possibile immaginarne le vite, le reazioni, i sentimenti, filtrandoli attraverso la lente del nostro vissuto.
Le fonti consultate sono documenti d’epoca di vario genere che vanno dai referti medici relativi a problemi di salute o decessi di danzatrici, ad articoli della stampa parigina, passando dalle biografie di celebri ballerine dell’Opéra Garnier. Documenti che ho reperito presso gli Archivi parigini, la Bibliothèque nationale de France e testi di varia natura coevi a Degas.
3. Nel romanzo tu dai una spiegazione dell’appellativo, davvero brutto, con il quale si indicavano le sfortunate bambine dell’Opéra. Quali sono, secondo te, le ragioni per le quali, fra tanti possibili e più accattivanti animali simbolici, fu questo ad attecchire ed essere ricordato?
Credo che, tutto sommato, per quanto i ratti possano evocarci l’immagine di un animaletto repellente, queste creature rimandino ancora oggi alla meravigliosa Parigi – pensate al simpatico film disneyano di animazione Ratatouille. In fondo, i ratti popolano ancora la capitale francese e sono roditori agili, astuti e resistenti che lottano per la loro sopravvivenza provenendo dai bassifondi di Parigi, proprio come le piccole ballerine dell’Opéra ai tempi di Degas.
4. La protagonista del tuo romanzo sembra conservare una sorta di innocenza, pur avendo piena consapevolezza delle brutture che è costretta ad attraversare, dell’infimo livello etico sia della madre alcolista, sia degli uomini che, dopo gli spettacoli, si accompagnano alle piccole danzatrici. Ti va di tracciare tu stessa un ritratto di Milly, come tu l’hai immaginata e costruita? Ci sono state fasi diverse, approssimazioni successive, o il personaggio ti si è imposto con caratteristiche ben definite fin dall’inizio?
Milly è stata un personaggio “facile’’: la sua storia, le drammatiche vicissitudini, il coraggio e la determinazione che l’hanno contraddistinta si sono imposti a me come un’evidenza. Riallacciandomi alla domanda precedente, il “miracolo’’ è stato possibile grazie alle numerose letture, effettuate in precedenza, delle storie, gli aneddoti e persino dei pettegolezzi di cui è rimasta una traccia scritta nella stampa e nei testi della Belle Époque parigina. La mia Émilie non è un personaggio reale ma la risultante della sintesi di diverse biografie di danzatrici del suo tempo realmente vissute. Ogni aneddoto relativo all’Opéra de Paris da me riportato è vero.
5. Che lettrice è Adriana Valenti Sabouret? Ci sono generi letterari che predilige? Cosa sta leggendo in questo momento?
Una lettrice curiosa e bulimica che, pur prediligendo il genere del romanzo storico, non disdegna autori vari e storie contemporanee. Durante la mia infanzia mi sono nutrita di classici adattati alla mia età ma anche di fumetti che ho divorato interiorizzando il gusto dell’ironia espressa dai tratti dei grandi fumettisti del tempo accompagnati dalle onomatopeiche e le battute contenute nelle nuvolette. Nutro una grande passione per il cinema con le sue trasposizioni letterarie che assumono forme e colori nel grande schermo.
All’università ho letto per dovere, scoprendo con piacere, un considerevole numero di classici britannici, americani, francesi, italiani. Sono state basi preziose sulle quali costruire e plasmare un gusto personale che in seguito ho avuto voglia di restituire ai miei lettori.
Attualmente sto leggendo una biografia in francese sul più celebre mercante d’arte del XX secolo, Paul Guillaume, colui che scoprì e vendette le tele di Modigliani, De Chirico, Marie Laurencin e di numerosi altri avanguardisti del cenacolo di Apollinaire. Un mondo affascinante, mondano, parigino e internazionale al contempo, a tratti cinico e crudele.
6. Hai in cantiere un’altra opera? Leggeremo presto una storia contemporanea o una storia che si colloca nel passato?
Di opere in cantiere ne ho diverse: oltre a un romanzo storico, Le nobili sorelle Angioy che sarà pubblicato il 24 maggio da Arkadia Editore, ho scritto un altro romanzo storico in relazione alle mie ricerche archivistiche, un saggio che rivelerà qualche interessante sorpresa inedita e un’idea – ancora in nuce – che non tarderò a concretizzare, che spezzerebbe l’incantesimo dei miei protagonisti positivi.
Amo le sfide e spero di essere all’altezza di raccogliere il guanto che mi lancio.
Rosalia Messina
Il link all’intervista su 84 Charing Cross: https://bitly.ws/3eQFe
Petit rats, piccoli topi, le giovanissime allieve della Scuola di danza dell’Opéra di Parigi: sembra che il termine derivasse dall’ultima sillaba di demoiselle dell’Operà, se non dal rumore ritmico delle scarpette a punta delle aspiranti ballerine, nelle sale di prova sui solai. È all’animale, però, che fa riferimento Milly, le petit rat di Palais Garnier, quando presenta la piccola se stessa, resa protagonista di un romanzo da Adriana Valenti Sabouret, autrice di una nuova storia parigina ottocentesca: La ragazza dell’Opéra (Arkadia Editore, Cagliari, giugno 2023, collana Eclypse, 200 pagine).
Siracusana, residente ad Alghero, è laureata in lingue e letterature straniere, legata soprattutto al francese. Ha raggiunto venticinquenne la Ville Lumiere, per dedicarsi all’insegnamento. Ha svolto incarichi per il Ministero italiano degli Esteri, si è impegnata nelle traduzioni, ha iniziato a scrivere articoli e interventi di carattere letterario. Dopo un romanzo in Francia nel 2019, ha pubblicato nel 2021 Madame Dupont, con Arkadia. A Parigi, nella seconda metà dell’Ottocento, ha soltanto otto anni Emilie, detta Milly e non ha niente del topolino. “È bella in una maniera eccessiva”, scrive Adriana Valenti Sabouret, i capelli sono una chioma dorata di fili di seta, gli occhi castano-verdi, un nasino delicato, labbra perfette. Si muove “con grazia felina”.
Nessuna di queste qualità fa ben sperare noi moderni sul suo futuro, perché sappiamo cosa toccava alle giovanissime nella Parigi dei bassifondi, dove si faticava a mettere tavola il pranzo o la cena, a volte nessuno dei due. Milly e le altre bambine malnutrite dell’Opéra Garnier si lamentano delle ore interminabili di lezione che massacrano i piedi. Non sospettano quello che sottintendeva lo scrittore Théophile Gautier, quando paragonava l’Opéra a un Minotauro: divora le piccole danzatrici come il mostro della mitologia greca faceva con le vergini che gli venivano concesse. E se non basta questo a gettare una luce sinistra sull’ambiente della danza nel XIX secolo, Honoré de Balzac rincarava l’accusa, compatendo la creaturina che esce da una prova, consuma una magra cena e ritorna per vestirsi, se in scena nel balletto. È tredicenne, “ma è già un vecchio ratto”.
Tra un paio d’anni, sarà tutto o niente, una grande danzatrice o una volgare cortigiana. L’autrice è ancora più esplicita, sottolineando gli aspetti sociologici proposti nel suo romanzo. Un secolo e mezzo fa, l’abbagliante patina dorata del mondo del balletto classico nascondeva una realtà ignorata, di stenti e sofferenze. Milly è una delle mille piccole voci di tante famiglie in condizioni di vita precarie, come gran parte della società parigina dell’epoca. I maschietti al lavoro duro, fin dalla tenera infanzia, le piccole spesso vendute dai genitori per sopravvivere, costrette a prostituirsi.
La vita di Milly è votata all’amore, in tutte le sue manifestazioni: caldo, “smisurato e salvifico” o sordido e mercenario, opportunista, distruttivo.
Dietro le quinte dell’Opéra de Paris ottocentesca, l’oro finisce per mutarsi in piombo, i tutù in stracci e le paillettes in lacrime.
Per le bambine nate prima di Emilie, era stato anche peggio.
Se si decise soltanto nel 1863 di fissare la maggiore età sessuale a tredici anni per legge, in precedenza le bambine erano adulte appena undicenni.
Peraltro, “proteggere” una giovanissima danzatrice non era considerato pedofilia e molti abusi, tollerati dai genitori delle piccole, filtravano tra le maglie della giustizia, specie se commessi da gentiluomini.
La piccola danzatrice ha un’idea di cosa aspettarsi, ma solo fino a un certo punto. Emilie le petit rat è nata a Pigalle, quartiere popolare, nel 1869. Perché rat, se il topo di fogna incute paura e ribrezzo?
È che va, viene, corre, disturba, vive in gruppo, proprio come le ballerine bambine del Palais Garnier, attratte dal groviera del successo nella trappola dell’Opéra. Diventare étoile le avrebbe allontanate dai tuguri insalubri e maleodoranti.
A Pigalle, nei miserabili:
Nuclei familiari la prole promiscua somiglia a nidiate di ratti. Lavoravamo per non morire, barattando i nostri esili corpi per un tozzo di pane. Sorrisi mesti e innocenza perduta.
La madre l’ha avviata alla danza all’età di otto anni. Più si è giovani e innocenti, più chances si avranno d’imparare e di farsi notare da un ricco protettore. Fra qualche anno potrà fare concorrenza alla più ricercata delle cortigiane di Francia.
“Viens-là, ma petite cocottes”
La bambina si domanda perchè tra le tre sorelle la mamma sfrontata abbia scelto lei per destinarla alla vita da mantenuta. Percepisce vagamente la sua grazia, l’armonia delle proporzioni, il fascino dei suoi lineamenti regolari. Solo con gli anni scoprirà l’ambiguo potere dell’avvenenza.
La sera, le attendono le luci abbaglianti del palco, per concludere in bellezza con l’intrattenimento di qualche signore, che le ha notate nelle quinte. Eppure, sono soltanto bambine, in cerca ancora di caramelle. Si legge la forza e la compassione di una donna-autrice di oggi che avverte sulla propria pelle il dolore di quelle piccole, tradite dalle famiglie e dalla società.
Vicende di oltre un secolo fa, ma se ne può fare un manifesto della più bieca discriminazione e della sottomissione di genere, che abbiamo tutti il dovere di cancellare, perché quelli che Adriana Valenti Sabouret chiama “fantasmi” hanno attraversato i secoli e affliggono ancora, sebbene in forme diverse, non meno spietate. Come scrive bene l’autrice, in realtà sono:
“Spettri potenti che hanno costellato la lotta e delle donne verso l’emancipazione”.
Felice Laudadio
Il link alla recensione su SoloLibri: https://bitly.ws/3eI6m
La ballerina è raffigurata in piedi, può darsi in pausa, oppure nell’istante che precede l’inchino con il quale solitamente ringrazia, non importa se il pubblico, il fato che le consente di esprimersi nell’arte, o Dio che riserva la sua misericordia a chi ha da sopravvivere alla miseria. Ha le braccia rivolte verso la schiena e nascoste dal tutù. La gamba destra avanza appena, mentre la sinistra regge il corpo leggermente più indietro. Il volto della giovane, tenero e assorto, è rivolto verso l’alto. Un corpetto stringe il busto della danzatrice e blocca nella parte superiore il tutù in tela plissettato. Infine, i capelli, raccolti da una acconciatura parsimoniosa che li riunisce sulla nuca. È “La piccola ballerina di quattordici anni”, di Edgar Degas, celebre statua in cera, alta 98 cm, esistente anche in diverse versioni in bronzo, di cui una esposta al museo d’Orsay, a Parigi. Ecco, se al romanzo di Adriana Valenti Sabouret, “La ragazza dell’Opera”, edito da “arkadia”, si volesse accostare un’immagine iconografica, questa non potrebbe essere che la complessa e intensa opera scultorea di Degas, da cui i critici dell’epoca furono letteralmente scandalizzati. Non rappresentava, a loro dire, i canoni universali della bellezza adolescenziale. Ma al grande artista ottocentesco non interessava affatto raffigurare la grazia convenzionale delle ballerine adolescenti dell’Opera, preferendo rappresentarle nel realismo che modellava le loro esistenze, colto così bene dall’attenta e avveduta Valenti Sabouret, che narra una straordinaria autobiografia immaginaria, dove la scrittura, col suo segno estetico, colora di tonalità naturali i sentimenti, le mode e le relazioni sociali di un Ottocento europeo ancora chiuso alla modernità che ne rinnoverà i costumi. “Un giro di vita lusinghiero, e una silhouette in cui brillano in egual misura la grazia e la maestà, una bellezza rara che esalta ulteriormente una fisionomia felice e le forme soavi che Mademoiselle Emile Desmoulins porta in scena a ogni sua vibrante rappresentazione…”: così, viene descritta la protagonista del romanzo, “Milly”, una creatura di umile estrazione, che riflette l’ambiguità di un mondo in transizione, nel quale la legge aveva da poco abbassato il limite massimo del lavoro infantile da sedici a dieci ore e l’arte incominciava a rivoluzionarsi. La Milly sabouretiana, talentosa e tormentata ballerina, interpreta il paradosso della giornata trascorsa tra decori lussuosi, scenografie e costumi costosi, per esibirsi di fronte a un pubblico elegante e libertino, esprimendo con le movenze del corpo lo spirito delle tragedie rappresentate, per tornare la sera nella miseria familiare di una spoglia casa di quartiere, condivisa con una madre che aveva riposto su di lei ogni ambizione. Parigina di adozione, la scrittrice di origine siciliana ha plasmato un racconto mantenuto sapientemente nell’atmosfera di un verismo che non ne ha mai inclinato la valenza storica, sì da apportare al romanzo il contorno necessario e irrinunciabile per esprimere in maniera autentica e senza inganni il sentimento dell’amore, tra la grazia della danza e l’imperizia dell’età giovanile, onori e povertà, sfruttamento e ipocrisia: un quadro realistico e veritiero, dove il limite tra le danzatrici dell’Opera e il marciapiede si era assottigliato, tant’è che queste venivano soprannominate con l’appellativo sprezzante di “petit rat” (topoline). Non di rado, infatti, le ballerine dell’epoca, per mantenere la famiglia, erano costrette a cedere alle avances degli uomini nobili del pubblico. E, qui, l’autrice descrive a meraviglia il contrasto netto tra il gesto scenico e danzante, sintomatico di una bellezza senza perché, e la disarmonia della realtà, che svilisce l’esistenza stessa. Il realismo offusca la grazia, ma non distrugge il sentimento dell’amore, che a prescindere dai risvolti finali alimenta e mantiene viva, più di ogni altra cosa, la speranza di Milly, un personaggio di grande impatto, pronto a rivelarsi nella sua drammaticità, con la chiarezza e la ricercatezza delle grandi figure letterarie. Dovessi sintetizzare il romanzo di Adriana Valenti Sabouret in una sola frase, direi che è “una notevole biografia immaginifica immersa in una imprescindibile coreografia veristica.” Un’opera dalla cifra letteraria certa e con uno stile appropriato, per una lettura esigente.
Oscar Nicodemo
Il link alla recensione su GLI STATI GENERALI: https://bitly.ws/39EzT
Incipit necessario: come sa chi mi segue da tempo scelgo di recensire, gratuitamente e solo per passione, solo i libri che hanno incontrato il mio gradimento altrimenti evito per non demolirli con una recensione negativa, il motivo più comune di non apprezzamento è la non conoscenza della sintassi, della concordanza temporale e dei sinonimi (sono da anni anche correttrice di bozze ed editor…)
Per il secondo anno consecutivo ho voluto elencare in dettaglio i titoli di tutti i libri da me recensiti perché possa essere un input, uno stimolo a leggerli…
Al Salone del Libro di Torino a maggio e al Book Pride qui a Genova ho conosciuto nuove case editrici che mi hanno poi fatto dono di loro opere, cartacee o in pdf, ne ho ritrovata qualcuna del passato e ne ho persa qualche altra per strada senza sapere perché…ognuna di loro ha un suo angolo nel mio sito, eccole:
https://danielaedintorni.com/category/arkadia-editore/
https://danielaedintorni.com/category/edizioni-le-assassine/
https://danielaedintorni.com/category/edizioni-leima/
https://danielaedintorni.com/category/fratelli-frilli-editori/
https://danielaedintorni.com/category/golem-edizioni/
https://danielaedintorni.com/category/graphofeel-edizioni/
https://danielaedintorni.com/category/iacobelli-editore/
https://danielaedintorni.com/category/mon-edizioni/
https://danielaedintorni.com/category/morellini-editore/
Moltissime/i autrice e autori, ormai fidelizzate/i come amo definirle/i, mi hanno proposto, nel corso di questo anno che sta per concludersi, le loro nuove opere perché hanno apprezzato le mie recensioni precedenti e ne desideravano un’altra, sempre grazie per la fiducia…
Come potete vedere dalla tabella sottostante da gennaio a dicembre 2023 ho recensito 140 libri, che fa una media di 1 recensione ogni 2,6 giorni; 91 di autrici, 43 di autori, 2 antologie e 4 scritti a due mani.
Il mese in cui ho recensito più libri e ebook è stato gennaio (ero ancora in convalescenza per l’operazione alla schiena…) con 17 recensioni e poi giugno, luglio, ottobre e novembre con 13.
Il mese in cui ho recensito più autori è stato giugno con 7, quello in cui ho recensito più autrici è stato gennaio con 14.
Quest’anno, su suggerimento di un’autrice, ho ricominciato a pubblicare le mie recensioni su Goodreads oltre che sul mio sito e su Amazon; purtroppo non sempre il libro da me recensito è presente su quella piattaforma.
mese
autrice
autore
antologia
Scritti a due mani
Numero di recensioni nel mese e media
Gennaio
1. La spada di ghiaccio, di Romina Resto
2. Annabella Abbondante, di Barbara Perna
3. La violenza, di Marise Ferro
4. la governante di Madame de Lempicka, di Clara Zennaro
5. Il mistero di Anna, di Simona Lo Iacono
6. La ragazza in giardino, di Marise Ferro
7. le colpe di Maria, di Silvana Meloni
8. la tigre di Noto, di Simona Lo Iacono
9. donne musulmane, di Giuliana Cacciapuoti
10. mondi à la carte, di Gabriella Vergari
11. sono coniglio, partigiano, di Elisabetta Violani
12. la tasca sul cuore, di Chiara Forlani
13. Le Romantiche, di Marise Ferro
14. Il procuratore muore, di Luisa Valenzuela
1. Gentilupo, fiaba di Simone Morini
2. Il ritorno di Virgilio, di Hermann Broch
3. io che da mio padre ho preso solo gli occhi chiari, di Massimo D’Aquino
17 recensioni in 31 giorni, una recensione ogni 1,8 giorni
Febbraio
1. vasi di alabastro, tappeti di Bukara, di Angelica Gorodischer
2. verso una nuova vita, di Silvana Sanna
3. il secondo piano, di Ritanna Armeni
4. la scrittrice obesa, di Maria Salabelle
5. la mentalità della sardina, di Olivia Crosio
1. Caruggi di piombo, di Marvin Menini
2. il grande Hans, di Daniele Grillo
3. favole per Irene, di Enrico Zoi
4. lo zampacchione giallo, di Enrico Zoi
9 recensioni in 28 giorni, 1 recensione ogni 3,1 giorni
Marzo
1. Trenta giorni e cento lire, di Ester Rizzo
2. Streuse, di Marinella Fiume
3. La portalettere, di Francesca Giannone
4. Versi mortali a Camogli, di Adelaide Barigozzi
5. il campo delle ossa, di Chiara Forlani
1. né il fiore né il baratro, di Giovanni Rossi
2. la banda delle figurine, di Mario Barale
3. il tesoro di Hitler, di Achille Maccapani
4. sotto le stelle di Genova, di Marco Di Tillo
5. aperitivo all’arsenico a Roma, di Dario Falleti
10 recensioni in 31 giorni, 1 recensione ogni 3,1 giorni
Aprile
1. ballata per galline vecchie, di Elisa Genghini
2. la donna emancipata, di Jenny d’Hèricourt
3. Indagine su Alda Merini, di Margherita Caravello
1. favole ciniche, di Han Ryner
2. longevità fatale, di Attilio De Pascalis
1. Morgana, di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri
6 recensioni in 30 giorni, 1 recensione ogni 5 giorni
Maggio
2. Ogni cosa torna, di Patrizia Gariffo
3. E’ madre chi…di Cinzia Pennati
4. Mi limitavo ad amare te, di Rosella Postorino
5. Stai zitta, di Judy Brown
6. qualcosa di me, di Isabella Nicora
7. la tela di cloto, di Monica Vanni
1. i due volti della verità, di Rocco Ballacchino
2. in viaggio con la zia Colomba, di Renzo Bistolfi
1. pioniere, di Pina Caporaso e Giulia Mirandola
10 recensioni in 31 giorni, 1 recensione ogni 3,4 giorni
Giugno
1. l’enigma svedese, di K. G. Silisso
2. l’hotel, di Dana Maria Stifren
3. un diamante rosso sangue, di Clara Negro
4. anime sperse, di Pina Ligas
5. la mia itaca, di Anna Valeria Frigerio
6. la prof Aglietti non era Robert Capa, di Gabriella Vergari
1. delitti al buio, di Emiliano Bezzon
2. c’era una volta all’Asinara, di Giampaolo Cassitta
3. la pagina più bella, di Luc Dietrich
4. Bacci Pagano, una storia da carruggi, di Bruno Morchio
5. Ghost Medical Team, di Vincenzo Carrozza
6. L’uomo che portava a spasso i libri, di Carston Henn
7. il professore di Kabul, di Mario Grasso
13 recensioni in 30 giorni, 1 recensione ogni 2,3 giorni
Luglio
1. la miniera maledetta, di Tyline Perry
2. melodia perfetta per note stonate, di Nora Brant
3. Ouessant, l’isola delle donne, di Annalisa Comes
4. giallo siciliano, di Nuccia Isgrò
5. la barbiera, di Antonietta Muscas Podda
6. la trama di Elena, di Francesca Sensini
7. la bellezza rimasta, di Roberta Zanzonico
8. la banda dei colpevoli, di Sarah Savioli
9. la carrozza della santa, di Cristina Cassar Scalia
10. il suono del vento, di Cristina Origone
11. il sussurro della pioggia, di Cristina Origone
1. i silenzi della Bassa, di Massimo Fagnoni
2. il rumeno di Porta Venezia, di Mauro Biagini
13 recensioni in 31 giorni, 1 recensione ogni giorni
Agosto
1. i delitti di Varese, di Laura Veroni
2. il silenzio della terra, di Cristina Origone
3. Una felicità semplice, di Sara Rattaro
4. la ragazza dei colori, di Cristina Caboni
5. Umor Vitreo, d Paola Musa
6. la ragazza dell’Opera, di Adriana Valenti Sabouret
7. Il delitto di via Etnea, di Roberta Castelli
8. la traccia del pescatore, di Roberta Castelli
9. la bambina di cera, di Roberta Castelli
10. Pasticci di famiglia, di Daniela Graglia
1. perché la minestra si fredda, di Santiago Pumarola
2. Nero come la neve, di Marco Della Croce
12 recensioni in 31 giorni, 1 recensione ogni giorni
Settembre
1. Folisca, di Miriam D’Ambrosio
2. Il tuo silenzio è di stella, di Alessandra Corrà
3. Soli tra le stelle, di Elena Biondo
4. telefona, qualche volta, di Maria Concetta Distefano
5. Nulla d’importante tranne i sogni, di Rosalia Messina
6. Il calzolaio di Milano, di Claudia Maria Bertola
7. sui tuoi fianchi, di Arianna Ciancaleoni
8. nove giorni e mezzo, di Sandra Bonzi
9. Nelle loro mani, di Hilda Lawrence
1. il mare delle illusioni, di Sebastiano Martini
2. Vino rosso sangue, di Fabrizio Borgio
3. il maresciallo Bonanno, di Roberto Mistretta
12 recensioni in 30 giorni, 1 recensione ogni giorni
Ottobre
1. l’incastro perfetto, di Lavinia Brilli
2. Tunnel, di Maria Masella
3. I salmoni aspettano agosto, di Elena Panzera
4. Come pezzi di carta sull’acqua, di Sara Morchio
5. Verde mare, blu profondo, di Daniela Mencarelli Hofmann
6. La regina dei colori, di Valeria Corciolani
7. Bonnie Parker, di Arianna Destito Maffeo
8. Stella Benson, di Francesca Cosentino
9. Il dubbio dell’avvocato, di Laura P. Cavallo
10. Sono stata nella giungla, di Francesca Piazza
1. Nomi, cose, musiche e città, di Giovanni Granatelli
2. Vite senza gloria, di Giovanni Cacciatore e Giuseppe Pizzo
3. A Salina il vento cambia, di Giovanni Cacciatore e Raffaella Catalano
13 recensioni in 31 giorni, 1 recensione ogni 3,8 giorni
Novembre
1. Con te non ho paura, di Sara Rattaro
2. La stagione dei papaveri, di Flaminia Festuccia
3. Tonto, di Silvana Sanna
4. Ristretti nell’indifferenza, di Emma Zordan
5. L’anno dei destini incrociati, di Bea Buozzi
6. Tutte le cose che ho perso, di Katya Maugeri
7. Il fiore di Fahranaz, di YAPRAK ÖZ
1. Vite sbagliate, di Marco G. Dibenedetto
2. Il levarsi della luna, di Gian Luca Paganelli
3. Modus in rebus, di Riccardo Ferrazzi
4. Le ombre della sera, di Bruno Morchio
5. Bradipismi, di Stefano Serri
6. Due racconti, di Maurice Maeterlinck
13 recensioni in 30 giorni, 1 recensione ogni 2,5 giorni
Dicembre
1. Io sono Nannarella, di Carla Cucchiarelli
2. Come d’aria, di Ada D’Adamo
3. Scrivere per non morire, di Tommasina Soraci
4. La numismatica detective, di Linda Scaffidi
1. I delitti di Manfreda, di Roberto Mistretta
2. Avrai sempre una casa, di Piero Malagoli
3. Il canto dell’upupa, di Roberto Mistretta
4. Il babbo di Pinocchio, di Paolo Ciampi
5. Nel rimorso che proveremo, di Piero Malagoli
6. Rosario Livatino, di Roberto Mistretta
1. Accùra, antologia a cura di Roberto Mistretta
2. Natale a Genova, a cura di Sabrina De Bastiani e Daniele Cambiaso
12 recensioni su 31 giorni, 1 recensione ogni 2,6 giorni
91 autrici
43 autori
2 antologie
4 libri scritti a due mani
140 su 365 giorni, 1 recensione ogni 2,6 giorni
Daniela Domenici
Il link alla segnalazione su Daniela e Dintorni: https://bitly.ws/385hQ
“Mi chiamo Emilie, nome ordinario che in germanico significa lavoratrice, ma mi chiamano tutti Milly le petit rat”.
Inizia così il romanzo, La Ragazza dell’Opera, di Adriana Valenti Sabouret, edito da Arkadia Editore.
Con questa breve e concisa frase si apre il sipario sulla vita di Emilie Desmoulins, nome d’arte Milly, il minuscolo “ratto” dell’Opera di Parigi.
Verso la fine dell’Ottocento Parigi respira l’atmosfera incantata della Ville Lumiere in piena modernità.
La protagonista nasce nel quartiere popolare di Pigalle. Sua madre cerca, attraverso lei, la più bella delle sue tre figlie, una sorta di riscatto a una vita di stenti e di umiliazioni. Determinata a inseguire il successo porta Milly, ancora bambina, al Teatro dell’Opera perché possa intraprendere i corsi di danza per diventare una famosa ballerina, ma la sua ambizione non si ferma qui. Lei non aspira soltanto a un futuro di successo per la figlia, ma spera che attraverso quel successo possa esercitare anche e soprattutto l’arte della seduzione, ottenendo così la “protezione” di qualche gentiluomo facoltoso in modo che anche l’intera famiglia possa godere dei benefici.
“Alla mia epoca l’infanzia non era tutelata, la scuola primaria era facoltativa e la maggiore età a livello sessuale era da poco tempo fissata a tredici anni per correggere la precedente e precoce soglia degli undici anni. Tutto ciò che ci accadeva di brutto era in qualche sorta legale o legalizzata.”
Con questo racconto, viene sfatato un mito come quello della danza, mostrata in tutta la sua durezza, delle piccole danzatrici, presentate come “topolini grigi”, dai cosiddetti “gentiluomini” delineati come protettori. Un tema trattato in tutta la sua crudezza, in prossimità tra il mondo della danza e quello della prostituzione: capitava spesso, infatti, che le giovani ragazze, quando non venivano scritturate, finissero a lavorare in un bordello.
Un passato ricostruito con cura, un racconto struggente di bambine che suscitano ammirazione e tenerezza.
Lo sguardo di quella Parigi di fine Ottocento, si concentra su quella spinta elementare che porta ogni essere umano a combattere per riscattarsi dalle proprie sconfitte e frustrazioni: espressioni dei ceti più umili della società. Sono toccanti le rappresentazioni che pittori famosi dell’epoca fanno delle mamme popolane che scortano fiduciose le loro bambine al primo esame.
In uno dei suoi quadri più famosi, “L’attesa”, Edgar Degas, espone in maniera reale tutte le speranze che le famiglie meno abbienti ponevano nell’avere una figlia all’Operà. Piegate su se stesse, mamma e figlia, sono commoventi, schiacciate dall’attesa del verdetto: l’artista, ha colto in maniera straordinaria quel momento, carico di angoscia senza tempo.
“Erano lungi dall’immaginare quanto stanche potessimo essere dopo aver trascorso ore e ore a danzare contorcendoci in orribili ed estenuanti pliès, in prove e spettacoli ricompensati da un pugno di vaghi ed effimeri applausi. Per i galantuomini eravamo sifilidi, sultane, leggiadre farfalle, creature alate, insetti dalle ali dorate che si libravano nell’aria emanando essenze vanigliate e speziate. Fremevano di piacere nell’osservarci.”
Adriana Valenti Sabouret, con il suo stile narrativo ricco di neologismi e di sinestesie che danno colore e fluidità alla narrazione, ci racconta il mondo dell’Opera da un punto di vista insolito, in una delle sfaccettature che pare essere un mondo a sé: separato dalla realtà e forse lo è, ma non nel senso di un mondo ribaltato, per innalzare il rispetto e la dignità femminile: anzi il potere maschile si manifesta con certezza e si acutizza, senza quei limiti, seppur imposti dalle regole sociali.
Si acuisce la distanza socio-economica tra spettatori e ballerine e “istituzionalizza” il corpo femminile, che fa cadere ogni forma di decoro, che mai nella vita reale un aristocratico avrebbe guardato come una bestia rara una sua pari rango. Questo è il mondo che traspare dai capolavori di Degas; in essi si rivela la profonda malinconia che emerge da certe sue danseuses.
Molto ben delineati i profili delle persone più importanti della vita di Milly: dal padre al principe Valerio, da Lord Sanbury, dal direttore del teatro Roche, alla madre; ognuno di essi spunta dalla narrazione come un unicum.
“Academie royale du Musique, Paris, France, 1849”
È la stessa Milly a raccontare in prima persona quel mondo nel quale l’ha catapultata, l’ambizione e l’egoismo di sua madre.
“Noi petits rats eravamo le figlie della miseria, proprio come i gamins des rues, (ragazze di strada), e le altre figure del popolo parigino onesto e industrioso. Sorrisi mesti e innocenza perduta, lavoravamo per non morire, barattando i nostri esili corpi per un tozzo di pane costretti dalla sorte matrigna.”
In questa bambina, sbocciata in una meravigliosa ragazza bionda con gli occhi azzurri, ricca di una grazia e di un’attitudine innata si sviluppa la passione per la danza, accompagnata da un rigore che le fa prendere la sua professione come una missione.
Valerio, il suo grande amore romantico, il principe italiano, bello e sensibile. A lui segue la complicata storia con un lord inglese. Anche se non molto fortunate, queste due storie, si rivelano i cardini sentimentali più importanti della sua vita.
Malgrado le traversie che deve superare nell’arco della sua vita, Milly, si rivela una donna molto forte con una grande carica di vitalità. Capace di far fronte alle avversità, uscendone ogni volta rafforzata; capace di trasformare l’evento negativo in una fonte di apprendimento che le consente di acquisire competenze utili per migliorare la propria vita.
La sua storia è un continuo scendere a patti con la vita, che spesso la lascia nella disperazione ma, ogni volta, si rialza sperando che ci sia ancora una briciola di felicità per lei.
“Il tratto di matita nera attorno agli occhi cominciò a declinare sciogliendosi sul bianco di piombo della palpebra inferiore. Sentivo il fiato caldo del pubblico quasi invisibile, annegato nel buio. Danzavo alla cieca, portata dal demone del ricordo e piangevo.”
La lettera finale è un vero colpo di scena. Densa, profonda, sincera. In essa c’è l’anima e lo sguardo di Milly; sul mondo e su noi stessi.
PRO
Il crollo di un mito, soprattutto di quei “gentiluomini” descritti come protettori.
CONTRO
Alla fine alcuni personaggi si riscattano, ma la storia lascia l’amaro in bocca
Trama
Milly Desmoulins è una splendida creatura che la povertà della famiglia e l’ambizione della madre spingono nelle fauci dell’Opera de Paris per lavorarvi come petit rat. Sottoposta a una disciplina ferrea, patisce la fame, conosce l’ignoranza, subisce l’interesse spesso vizioso di gentiluomini che la mantengono agli studi in cambio dell’innocenza che presto sfiorirà fra le loro mani. La sua vita romanzesca, sullo sfondo di una Parigi ottocentesca, è costellata di aneddoti curiosi sul suo ambiente e di episodi che travolgono Milly senza mai toglierle la linfa vitale che la anima. Due amori, quello del principe italiano Valerio Cedronio e per l’inglese Lord Sutton Bunbury, la salveranno in maniera diversa dall’abisso che avrebbe potuto risucchiarla.
Raffaelina Di Palma
Il link alla recensione su Thriller Storici e Dintorni: https://bitly.ws/WRRP