Spiritus Templi su “Il giornale dell’Umbria”

da: Il giornale dell'Umbria
Il giornale dell’Umbria
13 marzo 2014

Spiritus Templi

“PERUGIA- “Spiritus Templi” non solo è un viaggio nel Medioevo, o un tuffo nella Parigi del 1300, ma rivela e narra la disperata ricerca di una verità oscura per cui tutti sono disposti a morire. “Spiritus templi”, il nuovo romanzo di Paolo Negro, edito da Arkadia, ha il potere di cancellare lo spazio,di far salire il lettore sulla macchina del tempo per trascinarlo a ritroso in quei secoli che smettono all’improvviso di essere bui, per essere illuminati, pagina dopo pagina, sino ad apparire un po’ più chiari. Un particolare dopo l’altro, un mistero dopo l’altro,seguendo il sottile filo di una profezia maledetta che punta il dito su quel dannato anno: 1313. Saranno loro, Goffredo De Lor e Edmund, i due protagonisti, che si muovono all’ombra del cantiere della cattedrale di Notre Dame e tra le navate diquella di Chartres, mentre il processo ai cavalieri Templari langue nel braccio di ferro tra il Re di Francia e il Papa, a dover sbrogliare l’intricata matassa di un segreto che tra cadaveri e complotti, porta direttamente al cuore di ciò che i Templari erano stati da sempre chiamati a proteggere. Un segreto più grande del Sacro Graal. L’autore, torinese, giornalista professionista, ha scritto numerosi romanzi: “L’Ultimo dei templari”, “La Leggenda”, “Il segreto dell’arca” ed ora questo “Spiritus Templi”che gli è costato quattro anni di studio, di cui tre a Parigi. Attratto e incuriosito da quello che stato il più grande ordine cavalleresco,da coloro che per secoli erano considerati i padroni del mondo conosciuto e che poi sono passati dalle stelle alle stalle nel giro di una notte, Paolo Negro ha voluto operare una ricostruzione storica credibile e fedele per fare da sfondo al suo romanzo. E fra le tante “rivelazioni”, vere o fittizie che siano,ce ne sarà infine una che lascerà il lettore a bocca aperta,e che in fondo in fondo riporta all’Umbria, dove ad avallare la teoria che alla fine loro avessero scoperto una terra ancora sconosciuta, c’è il capitello di in una chiesetta medioevale del 1300 in cui c’è incisa la faccia di un indio”.

(Francesco Castellini)


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