“Segreti” su Carmilla
Dentro la materia
La memoria non è soltanto un contorno della nostra vita. La cassaforte dei ricordi. Come la materia. La legge di Lavoiser recita: nulla si crea, nulla si distrugge. Tutto si trasforma, nulla viene dal nulla. Ecco un libro che ruota intorno al ricordo che vive nella memoria, quella che muove tra le pieghe del passato per dare voce al presente. La memoria è materia. Segreti è un romanzo di Mara Mahía. Il titolo ci spinge a pensare che sia tutto ciò che uno nasconde dentro di sé e, in questo caso, non è qualcosa che vuole rimanere nascosto, perché le pagine di questo libro, parola dopo parola, non hanno freni, escono allo scoperto. Vivere nella memoria a volte non è un bel vivere perché non si può scegliere, perché si tiene il bello e il brutto, il buono e il cattivo, la gioia e il dolore. Se la memoria è materia, Mara Mahía non ha paura a nascondere le proprie fragilità, se ve ne sono, quando opera questa scelta di rappresentare le donne che per imporsi non hanno bisogno di un passo marziale, di rabbia, anche di contenuti che partano dal pensiero e dall’anima. Territori che si aprono al mondo perché vanno esplorati arrampicandosi su barriere e staccionate, dove la storia giunge terrestre quanto aliena. Segreti è un romanzo duro, violento, che conserva una profonda sete di giustizia. Per entrarci a fondo, in ogni parola, sarebbe bello addentrarsi nel retroterra culturale dell’autrice, determinato, intuitivo, con sprazzi di genialità assoluta, una genialità che viene dal mondo della fiaba dove emerge una cattiveria che in scrittura ha sempre il suo significato profondo perché non distoglie l’attenzione. E in questo il mondo della fiaba dei Fratelli Grimm è una fonte inesauribile, dove domina un ampio respiro, sanguigno, dove lo sguardo si posa sul ragionamento delle cose, sugli orizzonti raggiunti, tramite una sorta di grazia spietata e crudele. Una bambina sepolta in una fossa comune durante la guerra civile spagnola, due fratelli che si mettono sulle tracce di una zia emigrata in America. Allontanarsi dalla realtà per costruire il futuro. Segreti sulle macerie di un paese. Un libro che ci porta a nuove conoscenze su un periodo che lascia ancora molte fasi oscure: la guerra civile spagnola, che ha visto dolore, lacrime, paura. Un viaggio nelle emozioni umane, nei corpi e nelle anime, una tragedia che spalanca nuovi spiragli e accende una speranza. Un libro al femminile che riscatta un’epoca buia della Spagna dove la condizione della donna durante il franchismo e l’esperienza di una madre vissuta in quel periodo terribile hanno lasciato il segno. E sentire le storie dei grandi: per una bambina appassionata delle fiabe di Andersen e dei Fratelli Grimm non era certo facile fare sue quelle storie che raccontavano i vecchi di famiglia, più che altro uomini. E allora voce alle donne, in un romanzo che entra dentro la realtà, e il segreto si svela perché diventa un’eredità imprescindibile. Leonor, bimba sepolta in una fossa comune, una zia presumibilmente incinta fuggita in America e due nipoti che la cercano, storie di amore e di amanti, di vita e di morte che si mescolano in modo confuso. Perché? Quando madre e figlia, attraverso le proprie sensazioni, le proprie verità, i propri ricordi raccontano una storia di famiglia, dentro si muovono altre storie, ricordi che si alternano e pettegolezzi che si susseguono. Sono storie raccontate a metà, storie che cambiano mentre passano di bocca in bocca, passate al setaccio dell’anima e raccontate con una visione soggettiva, a volte lontana dalla verità. Due donne a confronto, due testimonianze che si incrociano e dove passa un’epoca storica dove i segreti sono all’ordine del giorno. La scrittura non ha un piglio sentimentale che cerca di conciliarsi chi trova di là dalla pagina, perché l’autrice ha uno sguardo determinato, sempre attento, di chi vuole gestire senza sconti ogni avvenimento, ogni momento del romanzo con il proprio corpo e con la propria mente. Corpo e mente in simbiosi. Il romanzo li fa trovare uniti e il libro affonda nella prosa e pur frequenta sfrontatamente la storia. Qui la scaltrezza di una nudità senza contorni o finte costruzioni, un acume e un’intelligenza che conduce al senso delle cose. È un piacevole approccio questa eleganza nel cercare di portare a galla una verità. La verità sta sempre in mezzo. La verità va custodita e salvata.
Giorgio Bona
Il link alla recensione su Carmilla: https://bit.ly/3UuiPff