Se le incertezze rendono migliori. La paura come risorsa

da: L'Unione Sarda
L’Unione Sarda
31 maggio 2011

Vari e delicati, i temi affrontati da Graziano Milia nel suo ultimo saggio, La paura come risorsa . Titolo interessante che trasforma lo stato d’ansia, la perdita della sicurezza, la buia incertezza, in uno strumento che rende più vigili e attenti e in qualche modo, come direbbe Milia, più intelligenti o sensibili: che è quasi lo stesso.
Edito da Arkadia (91 pg. 12 euro), il volumetto curato da Nicola Olla è introdotto dalla presentazione di Rosa Villecco Calipari, vice presidente del Gruppo Pd alla Camera dei Deputati e dalla prefazione di Michele Meta, deputato e componente della direzione nazionale del Pd. Graziano Milia si munisce anche di un viatico che viene dritto dal mondo classico e sceglie una citazione dell’“Anabasi d’Alessandro” di Flavio Arriano: «ogni uomo possiede solo quella parte di terra sulla quale poggia i piedi».
Bellissimo incipit che permette di parlare di una politica che guardi allo sviluppo culturale oltre che economico, che non veda contrapposti cittadini e governanti, che non sia sterilmente territoriale, ma si apra con fiducia al resto del mondo. Graziano Milia è presidente della Provincia di Cagliari e del Consiglio delle Autonomie Locali della Sardegna. È stato a lungo sindaco di Quartu. Fa parte della Direzione Nazionale del Pd, del comitato delle Regioni dell’Unione Europea e dell’Assemblea Regionale e Locale Euro Mediterranea. Ex docente di Storia Medievale, è giornalista e autore di numerose pubblicazioni. Un uomo di potere che non smette di frequentare “i giardini del pensiero”. E dunque mette su carta le riflessioni nate dallo scambio d’opinioni con amici e sconosciuti, come accade per esempio nelle giornate organizzate a Baccu Tinghinu dall’Associazione Gnosis. Spunti e suggerimenti non vanno dimenticati ma salvati dalla scrittura, dice l’autore. La cui analisi investe tutte le sfere della realtà contemporanea identificando nell’incapacità al ragionamento autonomo uno dei suoi mali. Tesi difficilmente confutabile, ma al danno è forse possibile porre rimedio, attraverso il “pensiero trasformativo”: «Una forma di pensiero sognato che presuppone una fondamentale presa di coscienza: l’accettazione del fatto che le categorie di significato ritenute fino a quel momento le uniche possibili hanno di fatto dei limiti e possono essere sostituite dalla creazione di nuove categorie». Le valutazioni di Milia sono ad ampio raggio: si sofferma sulle cause della crisi finanziaria e sui suoi effetti sulle persone; sui doveri della stampa; sull’importanza dell’Area Euro Mediterranea; sulla necessità di stringere un nuovo patto con il Pianeta. E auspica l’affermarsi di una politica civile che non metta al primo posto il profitto ma il bene collettivo.

Alessandra Menesini


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