“Se ascolti il vento” su “La Nuova Sardegna”

da: La Nuova Sardegna
La Nuova Sardegna
7 luglio 2016

Il disincanto trova casa a Aldianoa

Oggi a Cagliari il romanzo autobiografico di Franco Mannoni “Se ascolti il vento”. Santa Teresa diventa il luogo in cui il passato ritorna e interroga un presente che sembra sembra senza sbocchi

Dice che «la frenesia estiva aveva sfumato le caratteristiche dei luoghi, delle cose e delle persone, fino a rendere strade, piazze, negozi e ristoranti luoghi senza connotato, senza identità». E perciò lo tormenta un grande rovello interiore. Si pente proclamando il mea culpa per «non aver saputo cogliere appieno che, particolarmente negli ultimi vent’anni, aveva trasformato il paese e i modi di vita dei suoi abitanti». Chi parla non è l’ideologo dei non-luoghi Marc Augè, il sociologo francese del “tempo senza età” e del “Diario di un senza fissa dimora”. No. Una dimora c’è e si chiama Aldianoa che è quell’angolo stupefacente di Sardegna che chiama Santa Teresa di Gallura, con i fiordi di Portu Lungoni, le strade lineari e le case basse a misura di lupi di mare, quelle rocce che sono sculture del granito che ha costruito le meraviglie d’Italia, Battistero di Firenze e Pantheon compresi. Se ne parla nel libro “Se ascolti il vento” (Arkadia, 13 euro) che verrà presentato oggi alle 18 alla Fondazione di Sardegna, al civico 2 di via San Salvatore da Horta dalla giornalista Egidiangela Sechi. L’autore è Franco Mannoni che, per il grande pubblico, è uomo politico di 78 anni, socialista coerente di fede lombardiana, ex assessore all’Ambiente e alla Programmazione e altri incarichi in istituzioni finanziarie. È stato (a metà degli anni ’60) vice provveditore agli studi di Nuoro quando quella istituzione oggi demolita era guidata da Tullio Coro, funzionario dello Stato che visitava le scuole una per una per risolverne i problemi. Ma in queste 132 pagine  non si parla né di scuola né di politica. Mannoni riporta in vita un passato neanche tanto lontano. Si dispiace che la cenere abbia ricoperto «il mondo preesistente». Non per nostalgia del tempo che bello non fu. No. Perché – e qui emerge un Mannoni psicologo nonostante gli studi di Diritto – «la contabilità del pregresso sull’angoscia dell’aver consumato larga parte del consentito» e si galleggia «nell’incertezza delle aspettative». Aldianoa, dove sono cambiate piazze e palazzi, non fa altro che «contribuire al suo sentirsi solo» in un «rarefarsi dei sentimenti». I luoghi della memoria non sono quelli di una volta. Vai a misurarti con personaggi di quasi un secolo fa (ben tratteggiate le figure del nonno e delle zie), con protagonisti che avevano conosciuto la tragedia della guerra con le tragedie del mare. Storia e cronaca non combaciano. Ad Aldianoa 2016 «ti senti un turista, un uomo in transito nella mappa di un nuovo ambiente urbano». E diventa non luogo perché manca «il casamento del mulino ad acqua sovrastato da un camino di pietra». Metteteci poi la politica vissuta da Attilio Serra e dai coetanei «impastati di riformismo ispirati da magnifiche visioni». Spariti i luoghi della memoria si aggiunge «la disillusione delle speranze naufragate nella tempesta del presente». Ecco, la politica. Dopo l’autobiografia psicologica, un altro libro sul desktop del computer di Mannoni c’è di sicuro.

(Giacomo Mameli)


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