Roberto Saporito, intervista su La Sicilia

“Saporito, lo scrittore che ama instillare dubbi nel lettore”

Se è vero ciò che afferma Roberto Saporito quando replica alla domanda sulle sottrazioni nei romanzi, «le informazioni che non sono rivelate nel romanzo quelle che l’autore non vuole dare, perché non tutto deve essere raccontato, né deve essere palese», altrettanto vero è che allo scrittore albese, è sempre piaciuto «instillare dubbi nel lettore». Col suo nuovo romanzo, Come una barca sul cemento, pubblicato nella collana Sidekar, di Arkadia Editore, segue una linearità di ricerca sui concetti esistenziali dei protagonisti, che aleggiano in molti lettori, se non in tutto il genere umano.

Ma questo disagio – gli chiedo – è un messaggio voluto?
«E’ venuto scrivendolo, io non voglio dare messaggi, ma questi, inesorabilmente, si creano scrivendo la storia. Non c’è nessuna consapevolezza iniziale, le cose accadono mentre scrivo, prendono strade anche fuori dal mio reale controllo, la storia è una strada buia che si illumina».

Eppure nel tuo libro il ‘buio’ sembra rimanere:
«nei miei libri ci sono delle parti volutamente oscure, voglio che il lettore “lavori” con la propria fantasia, con la propria mente, con la propria testa, metta personali parti di mosaico mancanti, in questo modo ogni lettore si farà il “suo” libro».

Tra omicidi/suicidi, sesso da incontri volutamente cercati e metafore sul pessimo gioco delle fake news, sveli lo squallore della pessima informazione?
«In parte. Metti Ludovica, è un controcanto alla storia principale ma non c’è nessuno messaggio, con i miei libri non dò messaggi, non a livello conscio, mi limito a raccontare una storia. Anche se poi sì quello è il mio modo per mettere in evidenza i danni della cattiva informazione che imperversa, oggi in modo particolare».

Così rispondendo Saporito, afferma l’impossibilità di ripresa e di cambiamento che può coinvolgere l’uomo che di quella speranza ne fa una improbabile azione di modifica, sino ad affermare, in un paradosso reale, “che si cambia così tanto da spingersi oltre dove tutto rimane immutato”?. Probabile, dato anche l’emblematico titolo dove una barca è sul cemento: cosa fa? Non naviga, è ferma, immobile, nonostante sia sempre una barca però, con le sue comodità, le velleità di bella vita. Forse però!

Quanto disaminato è l’interpretazione di una lettura curata nei dettagli, di ‘uno’ che che lo scrittore lo fa di professione in quella perla che è Alba, che vanta personaggi al suo pari. Ma come si racconta l’albese Saporito?

«Dopo la scuola di giornalismo ho cominciato a scrive per un paio di giornali, mi occupavo di arte contemporanea, nel 1988 ho aperto una galleria d’arte. Il giornalismo mi piaceva sempre meno, mi interessava scrivere, prima racconti, per poi passare al romanzo. Da quel momento ne ho pubblicati 10. Sono uno scrittore e sono esattamente quello che volevo essere e faccio esattamente quello che volevo fare».
La storia narra di un ex prof universitario che per quella malattia del sesso, anche se l’autore si oppone: «Più che una malattia un autentico bisogno, mentale in primis ma anche fisiologico, e in alcuni casi uno strambo motore di sopravvivenza», si mette nei guai, sino ad essere espulso dal suo ruolo e finire a far il guardiano di barche in località balneare. 

È in quel luogo che il lettore viene strappato e accostato agli ambienti: maestria di scrivere in seconda persona, dove vive anche l’amicizia, quella potentissima: 

«Autentica amicizia quella con Agreste. È l’amico che tutti vorremmo avere. Agreste aiuta veramente il protagonista. Lo protegge, anche da se stesso e i suoi demoni».

 Quanto ti appartiene il protagonista? «Niente e al contempo tantissimo. Mi piace partire da dati di realtà, per poi mischiarli con cose che non penserei e non farei mai, una parte di me ma mischiata con il suo esatto opposto». In merito alla realtà a pagina 84 scrivi “Lo scrittore è un bugiardo, uno che mente sapendo di mentire”. 

Quanto menti?
«C’è un labile filo, sottilissimo, tra realtà, come caratteristiche reali di alcune donne che ho conosciuto, agglomerate con la finzione pura, che è quello che è il romanzo, per me, naturalmente».

Disagi, tutti i personaggi li presentano: magari è normalità ‘percorrere’ così la vita? «La vita è un percorso molto difficile, c’è chi ci pensa in continuazione vivendo malissimo, e chi fa finta di nulla, ma i conti alla fine li dobbiamo fare tutti. Però non c’è una regola da seguire, non ci sono delle linee guida, è tutto, inesorabilmente, lasciato al caso: l’esistenza è un caso fortuito, e magari è meglio così».

Salvatore Massimo Fazio


Arkadia Editore

Arkadia Editore è una realtà nuova che si basa però su professionalità consolidate. Un modo come un altro di conservare attraverso il cambiamento i tratti distintivi di un amore e di una passione che ci contraddistingue da sempre.

P.iva: 03226920928




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