Oltre la porta socchiusa
Prologo
Caldo umido dappertutto.
Nulla di che stupirsi: si era a fine giugno e nel pieno di un cambiamento climatico reale e concreto, benché qualcuno con sfoggio della peggior forma di analfabetismo funzionale si ostinasse a negarlo pescando in web teorie che profetizzavano lunga vita al mondo intero a sprezzo della competenza di eminenti ricercatori che si erano dedicati a uno studio approfondito della questione. Alice mise la freccia e imboccò la rampa della variante che l’avrebbe
portata di lì a poco a casa evitandole di tagliare la città per intero.
Non aveva nessuna voglia di trovarsi nel bel mezzo del traffico caotico di una buona fetta di umanità dedita a uno
dei tanti happy hour della movida serale; o di ritorno da un giro di compere nei centri commerciali limitrofi.
L’unica cosa che le serviva era la frescura indotta dal condizionatore nuovo di zecca unita al silenzio e alla sicurezza che le finestre serrate le avrebbero dato non appena si fosse presa la briga di tagliare il mondo al di fuori della
sua comfort zone domestica.
Aveva bisogno urgente di interrompere il flusso incessante di pensieri e di sensazioni a pelle oramai tracimati
che l’avevano assalita in quella giornata di epifania: ore di rivelazione piena, cruda e sconvolgente di una realtà che
lei conosceva bene, che aveva sempre conosciuto, negandola per sopravvivere a se stessa e alla consapevolezza di
essere caduta in un errore madornale che avrebbe pagato a caro prezzo e a cui avrebbe dovuto quanto prima porre
rimedio.
Di sbagli in passato ne aveva fatti parecchi e in più ambiti della sua vita.