“Non è di maggio” su Scisciano Notizie
Vico di Palma Campania, “Non è di maggio”. Un coro di voci femminili: la presentazione al Circolo Tenente Tommaso Carbone
Le letture dell’attrice Gabriela Maiello: https://www.youtube.com/shorts/cz1zdCcHdcU
Palma Campania, 14 Gennaio – In una calda atmosfera, al Circolo Tenente Tommaso Carbone di Vico di Palma Campania, si è tenuta la presentazione del libro “Non è di maggio” Arkadia Editore, dello scrittore Luigi Romolo Carrino. Il pubblico ha trascorso un bel momento di cultura con lo scrittore, introdotto dalla socia del circolo e giornalista Adelina Mauro, nelle vesti di moderatrice, mentre il dialogo è stato condotto dalla scrittrice Michela Buonagura, attraverso le letture di pagine da parte dello stesso autore e dall’attrice Gabriela Maiello.
Carrino ci ha introdotto nel cuore del romanzo ambientato negli anni ’60, a partire dall’incipit, “un incipit che arriva come uno spartito musicale, che svela un rapporto orgiastico con la parola, un compiacimento nel ricercare legami sintattici inusuali, la scrittura sobbalza nelle anafore, nell’accumulazione, in sintagmi in cui campeggia l’iperbato, una scrittura colta che fa subito pensare alla poesia, del resto l’autore esordisce come poeta con Il Settimo Senso, Tempo santo. L’incipit ci immette con una tecnica cinematografica immediatamente nel luogo e nel tempo della storia, che si snoda grosso modo dal 1961 al 2008, un arco temporale che Carrino fa scorrere avanti e indietro, proiettandoci in un tempo metafisico, vissuto sempre come presente”, ha esordito la Buonagura. Siamo a Procida, si sta facendo sera e sulla banchina del porto c’è una donna vestita di nero, alta come un albero maestro, curva come una parentesi tonda. È Rosina la lanara, la custode della casa dei Lieto che sta aspettando l’ultimo traghetto che porta sull’isola una giovane donna, Angela.
Rosina è un personaggio che subito suscita curiosità, a chi ti sei ispirato?
“Certamente le donne della mia famiglia mi hanno dato tanto, raccontato tanto di un mondo contadino, pieno di superstizioni e di riti che hanno fatto parte della mia infanzia. Molte altre cose le ho apprese da Ernesto De Martino, dai suoi studi e altre le ho inventate di sana pianta.”
La maggior parte dei personaggi sono donne, donne diramate dall’essere femmine e madri. Quali sono le donne della storia che ti hanno maggiormente coinvolto emotivamente?
“Le ho tolto la voce, Rosina la muta, l’essere strano, anomalo per la sua fisicità e i suoi poteri di guaritora. La donna che tutti cercano ogniqualvolta c’è da fascinare un sortilegio o aver bisogno di una cura non tradizionale. È meravigliosa. Lei mi è molto cara, ma anche Annina – la madre di Nuccio l’autistico – con la sua tenera speranza di sentir almeno una volta pronunciare la parola “mamma” da suo figlio. Angela Lieto, la donna spezzata dal destino tessuto da una Moira crudele. Ma ce ne sono tante, in verità. Questo romanzo è un coro di donne silenziose e rassegnate, ma anche combattive e ribelli.”
La predilezione del femminile si svela anche in campo letterario. Elsa Morante, in primis. Elsa Morante è tua guida spirituale, a questa scrittrice dedichi il tuo romanzo. È lei che illumina i tuoi passi e ti conduce nella Procida celebrata con “L’isola di Arturo”.
“La più grande scrittrice del secolo scorso, difficilmente superabile. Usare Procida come location, o anche come co-protagonista un ragazzo rinnegato da sua madre Angela, è una sorta di rielaborazione del rapporto tra Arturo e suo padre Wilelm nell’Isola di Elsa. Per me, la Morante è un faro per la mia scrittura.”
Il dialogo si è poi spostato su altre figure letterarie care all’autore. “Dopo Elsa, la Ortese, vorrei che tu chiarissi una mia curiosità, – ha continuato la Buonagura. – Non è di maggio è il titolo che tu hai scelto e che ricorda l’inizio lapidario di una poesia di Pier Paolo Pasolini, Le ceneri di Gramsci. A me questa negazione ha fatto pensare all’altra negazione del romanzo di Annamaria Ortese “Il mare non bagna Napoli”. Ora, al di là di quello che racconta, ciò che a me sembra legarlo al tuo Non è di maggio è l’intollerabilità del reale. Il mare è apertura e se lei dice “non bagna” vuole significare la chiusura della realtà in cui vive, che è anche chiusura della letteratura rispetto al reale. È un libro denuncia che da molti è stato paragonato a Cristo si è fermato ad Eboli di Carlo Levi, che poi lì la denuncia non è solo sociale ma anche politica. Questa negatività sbandierata nel titolo Non è di maggio è la visione altra dello scrittore Carrino su un reale chiuso, che non accetta la diversità, o meglio, un reale in cui la diversità vive a fatica, non è libera di esprimersi. La diversità di Angela, figlia di una blasonata famiglia partenopea, che si innamora di Salvo, un contadino di Piedimonte Matese, la diversità della «janara» Rosina, di Nuccio, figlio «difettoso» di Annina, di Ciccio l’ebreo che muore circondato dai cani che non permettono a nessuno di avvicinarsi… del bambino indaco Salvo con poteri straordinari. E la sua denuncia di chiusura della letteratura è la stessa che qualche volta è avvenuta nei tuoi confronti. Esagero o ho centrato un problema reale?” ha chiesto la Buonagura.
“Ma sì, in effetti ho avuto molti momenti in cui mi sono state sbarrate porte e finestre – incalza Carrino – Anche tante porte aperte, però. Succede. Dipende dal momento storico, dal contesto che abiti, dal fatto che io non sono molto “mondano” dal punto di vista letterario. Frequento pochissima gente, e negli ultimi anni esco di rado. Non amo quel coacervo di ipocrisia dove tutti dicono “bene, bravo bis”, né tantomeno presenziare agli eventi per “farsi vedere”. Non mi appartiene molto.”
Nel tuo romanzo tutti i personaggi hanno medesima rilevanza, al punto che è difficile stabilirne il o la protagonista. Chi è protagonista?
“Procida prima di tutto. Poi un certo modo di vivere nel dopoguerra su un’isola che ha mantenuto le sue tradizioni e la sua storia, senza rinunciare ad innovarsi. Tutti i personaggi sono a loro modo protagonisti, nessuno escluso.”
Il libro, che lo scrittore afferma di aver impiegato 10 anni per scrivere (anche se nel frattempo ha scritto altro), svela tutta la sensibilità dell’autore, in pagine e pagine che fanno riflettere sulla condizione della donna, sull’amicizia, sull’autismo.
Il libro di Carrino è andato in stampa a febbraio del 2021, periodo del lockdown, per cui non ci sono state molte presentazioni in presenza, alcune on-line e dei firmacopie in Campania e in Lazio, pertanto la presentazione ufficiale nel suo paese è avvenuta proprio a Vico, al Circolo Tenente Tommaso Carbone, i cui soci sono stati molto onorati di accogliere uno scrittore di spessore, di valore che esprime il proprio pensiero in libertà senza filtri.
La dottoressa Elvira Franzese vice sindaco attuale sempre presente e a fianco alla cultura, ha portato i saluti del sindaco Nello Donnarumma e ha avuto parole di ammirazione per lo scrittore Carrino. Ha ricordato ai presenti che “la rassegna Un libro sotto l’albero, progetto del Comune di Palma Campania, per questa decima edizione ha come direzione lo scrittore Carrino con la scrittrice Buonagura e altri che fanno parte dello staff, il lavoro è tanto, ma la cultura va vivificata e ogni anno, oltre a far pervenire scrittori da fuori, si metteranno in luce quelli del territorio e – ha ricordato che anche la scrittrice palmese Adelina Mauro con il libro Un infinito mare carminio sarà al Teatro comunale di via Municipio e a presentarla ci saranno gli scrittori Carrino e Buonagura.
La serata si è conclusa con i saluti del presidente Michele Graziano che ha sottolineato quanto bene stanno facendo le socie al Circolo con le attività che propongono come quelle culturali e della serata, affinché il Circolo resti in vita rinsaldando i valori della comunità. Ha augurato un Anno Nuovo di pace, salute e serenità. Come sempre un buffet di dolci tradizionali preparato dalle signore socie ha chiuso la serata.
Luigi Romolo Carrino nasce a Napoli nel ’68. Laureato in Informatica, scrittore, editor, ghostwriter, direttore di collane di narrativa e di poesia, docente di laboratori di scrittura creativa, ha esordito in narrativa con due racconti nella collettanea Men on Men 5 (Mondadori, 2006). Ha pubblicato i romanzi Acqua Storta (Meridiano Zero, 2008; Pulp Master 2012, in Germania) Pozzoromolo (Meridiano Zero, 2009), Esercizi sulla madre (Perdisa Pop, 2012), Il Pallonaro (goWare, 2013), La buona legge di Mariasole (Edizioni E/O, 2015), Alcuni avranno il mio perdono (Edizioni E/O, 2017), Non è di maggio (Arkadia Editore, 2021). Per tre volte in selezione al Premio Strega con i suoi romanzi, ha pubblicato tre libri di poesia, la raccolta di racconti Istruzioni per un addio (Azimut, 2010), il reportage A Neopoli nisciuno è neo (Laterza, 2012). Ha scritto per la tv, la radio, canzoni. Per il teatro ha scritto Ricordo di Famiglia (prodotto dal Teatro Stabile del Giallo di Roma), Il Morso per attaccarsi (prodotto da Teatro in Scatola, Roma), Nel mio paese (Teatro Elicantropo, Napoli), 70 mi dà tanto (omaggio ad Annibale Ruccello, produzione Nuovo Teatro Nuovo, Napoli). Acqua storta – Il Recital, che lo vede anche in veste di attore protagonista (produzione Ilnaufragarmèdolce e Teatro Lo Spazio, Roma). Come ghostwriter ha realizzato libri di narrativa e biografie romanzate, ha scritto libri di impresa per marketing, self branding e self positioning centrati sui vari settori, tra i quali finanza, mercato immobiliare, digitalizzazione di impresa, comunicazione efficace, internazionalizzazione.
Il romanzo “Non è di maggio” è in tutte le librerie e su Amazon.
Il link all’intervista su Scisciano Notizie: https://tinyurl.com/yujht2yk