Murgia, Gabos e Nyx, racconti notturni dove la realtà si ridefinisce
Tiscali Spettacoli
6.12.2010
“Sì, è un breve racconto corredato da una mia illustrazione. Ho attinto ad un ricordo di famiglia, una leggenda legata a mio bisnonno, che in una peregrinazione notturna incontrò la Morte. Tornò a casa con i capelli bianchi per lo spavento, eppure la Grande mietitrice lo risparmiò ancora per molto tempo, dato che visse fino a 100 anni. Ho spostato il luogo dell’incontro, sempre ambientandolo nel tessuto urbano di Cagliari, dalle parti di piazza San Sepolcro. Nel mio racconto la Morte è come una innamorata che insegue e desidera il suo uomo, con tanto di fiori in mano, e da lui viene a lungo respinta”.
“Anche l’illuminazione artificiale dà agli oggetti un altro aspetto, una nuova prospettiva. Di certo la notte ridefinisce la mappa di ciò che conosciamo, basta pensare a quando arriviamo in una città e il sole è già tramontato. Se la rivediamo il mattino dopo ci sembrerà molto differente da come l’avevamo percepita al buio”.
“Ci sono grandi autori che giocano con quegli stereotipi, e in una certa misura li reinventano. Ma non necessariamente notte è sinonimo di noir. Anzi, direi che non c’è niente di più affascinante della luce che diventa, narrativamente, buio. Il noir può essere paradossalmente molto solare, non esistono regole irrinunciabili”.
“Ho semplicemente cercato di scrivere nel modo più efficace possibile una storia breve a cui tenevo molto, e di cui la notte è soltanto la location. In questo caso l’ultima notte di un kamikaze pakistano prima dell’attacco che uccise Benazir Bhutto, nel Punjab. Con i pensieri dell’attentatore mentre il resto del mondo dorme, le sue valutazioni, le riflessioni prima di un gesto così estremo”.
“Ahimé no, anche perché spesso la notte sto sveglia. Per me è piuttosto un rifugio e anche il momento in cui scrivo molte delle cose che mi riescono meglio. E’ il luogo della verifica, della valutazione delle cose che ci capitano di giorno ma che mettiamo in un ideale cassetto, al riparo dalle incombenze quotidiane che minacciano di stritolarle. Mi viene da pensare alla notte di veglia che gli antichi cavalieri trascorrevano prima della loro investitura. Quando i dettagli superflui vanno paradossalmente a fondo e le cose importanti tornano a galla dentro di noi”.