“Murales di Sardegna” su L’Unione Sarda
Identità. Fresco di stampa il libro fotografico (edito da Arkadia) dedicato al muralismo e i suoi protagonisti
Il cantico dei murales: di paese in paese sulle strade della Sardegna
Il prezioso volume di Gianni Sirigu raccoglie le opere realizzate in 134 centri dell’Isola
«I murales rappresentano l’alta scuola sperimentale pittorica a cielo aperto attraverso la quale prendono vita i tempi passati, presenti e futuri della vita sociale, politica, culturale e lavorativa della Sardegna». Così Gianni Sirigu definisce l’oggetto dei suoi ottocento scatti messi insieme in “Murales di Sardegna” (Arkadia, 488 pagine, € 100), lavoro di ampio respiro intrapreso con l’intento di offrire al lettore «una panoramica, se non esaustiva, quantomeno completa di quanto di meglio il muralismo propone nelle vie, nelle piazze, nei giardini dei piccoli borghi e delle città della Sardegna, dando il giusto risalto a un fenomeno che accompagna la creatività dei sardi da svariati decenni a partire dagli innovativi esperimenti di Pinuccio Sciola».
L’autore e l’idea
Nato a Orroli nel 1959, affermato fotografo naturalista e di ambienti, curatore di fortunate pubblicazioni, mostre tematiche e calendari, Sirigu racconta la genesi del libro: «Mentre ultimavo, sempre per le edizioni Arkadia, “Sardegna. Un piccolo continente”, itinerario fotografico per la Sardegna tra arte, storia e gastronomia, ho realizzato di aver immortalato anche numerosi murales. Viaggiando da un paese all’altro, nell’arco di tre anni e mezzo questa collezione si è ampliata al punto da decidere di trarne un volume a sé stante». Il volume è aperto dalla prefazione del direttore del Man di Nuoro Luigi Fassi.
Panorama sardo
Il risultato è di assoluto rilievo: centotrentaquattro centri dell’Isola passati in rassegna (in ordine alfabetico, da Abbasanta a Zeddiani) attraverso immagini di grande impatto, corredate da snelle schede esplicative, che colgono con sensibilità e acume le peculiarità di opere i cui temi ricorrenti sono la vita rurale, la lotta di classe, il disagio giovanile, la satira politica, «fissati secondo una varietà di cifre stilistiche, dall’iperrealismo al classicismo, tale da rendere il murale sardo un’esperienza pittorica unica al mondo. Nella loro talvolta strabiliante bellezza, i murales sono tra le espressioni più autentiche della nostra cultura». Gianni Sirigu si sofferma su un dettaglio tecnico: «Immortalare i murales può essere complicato a causa dell’ombra degli edifici e delle antenne sui tetti, o per il via vai delle automobili. Le mie istantanee sono realizzate in pieno sole, comunque in condizioni di illuminazione omogenea: quanti chilometri ho macinato, estate o inverno che fosse, per cogliere l’istante di luce perfetta!». Non mancano gli episodi divertenti: «Una sera a Esterzili mi sono ritrovato da solo, aria di pioggia e nessuno in giro. Scorgo in distanza alcuni anziani seduti sulle panchine di una piazza, mi avvicino per chiedere informazioni… e scopro che si trattava di figure dipinte sui muri, di un realismo impressionante».
Arte pura
E gli autori dei murales? «Non sono tanti quelli che firmano i propri lavori, di norma con una semplice sigla. La loro è una forma d’arte pura, destinata alla fruizione comune, senza filtri, e ciò vale tanto per le esperienze dei primi anni Settanta quanto per le opere più recenti. In più, i murales, facilmente deteriorabili in quanto realizzati quasi sempre con vernici ad acqua, scompaiono a poco a poco col tempo per essere magari sostituiti da nuovi dipinti».
Fabio Marcello