Memoriae. Il museo cimiteriale di Bonaria di Cagliari

da: Il punto sociale 
Il punto sociale
7 ottobre 2011

Storia, arte e società a Cagliari raccontati da un cimitero: un nuovo libro sulla necropoli di Bonaria

Quanti di voi sono entrati ultimamente a fare due passi nel cimitero di Bonaria?
Per molti Cagliaritani è ancora un luogo importante, dove poter portare un fiore a una persona amata, ma è anche vero che da tempo non accoglie più nuove sepolture se non in cappelle private. Il suo posto è stato preso da quello di San Michele, il suo patrimonio va degradando e molti, soprattutto fra i giovani, non hanno mai avuto modo di visitarlo.
Per di più, se glielo si proponesse, si affretterebbero a fare i debiti scongiuri.
In realtà, questo luogo è anche un enorme monumento alla città di Cagliari, che a modo suo ne racconta la storia e la società, e può mostrare a chiunque opere d’arte davvero belle.
Documentare la sua storia e le opere che vi si trovano è lo scopo del libro “Memoriae. Il museo cimiteriale di Bonaria a Cagliari”, di Mauro Dadea, e Mario Lastretti, che ha curato la parte fotografica, Arkadia Editore.
L’opera (in due volumi) è stata presentata nel cinema teatro del convento di Bonaria, alla presenza di un vasto pubblico, accolto dal Rettore del Santuario della Basilica di Bonaria, Padre Salvatore Mura. Il titolo spiega subito che questo non è un cimitero ma “forse il più importante museo del Risorgimento sardo a cielo aperto- come ha spiegato Roberto Porrà , funzionario della Soprintendenza archivistica per la Sardegna, intervenuto come moderatore – vi è addirittura una sezione dedicata ai caduti delle guerre d’indipendenza chiamata “Società dei reduci delle patrie Battaglie”, come viene ricordato nel libro, citando Carlo Figari”. Per la Vicesindaco e Assessore con delega ai cimiteri Paola Piras il cimitero è un “luogo incantato, da valorizzare e da tutelare, un patrimonio di valore identitario”.  La neo assessore ha confermato la volontà del comune di occuparsene. Giorgio Pellegrini, già Assessore alla Cultura e professore di storia dell’arte alla Facoltà di Architettura ha invece auspicato “un’editio minor di Memoriae” che serva da guida a un sito importante oltre che per il suo significato di memoria e di preghiera, dal punto di vista artistico e culturale e quindi anche turistico. Attualmente vengono svolte visite guidate attraverso una associazione culturale: un potenziamento e un rilancio anche in questo senso potrebbe essere un’occasione per incentivare l’occupazione . “Cagliari non possiede molte statue – ha aggiunto Pellegrini- mentre il cimitero di Bonaria rivela bellissime opere, in particolare di Giuseppe Sartorio. “La mia prima esperienza di scavo – ha raccontato Mauro Dadea è stata appunto nel sito del cimitero, un luogo scelto da tempo antichissimo per le sepolture; vi si è trovata una tomba di età nuragica, poi ci sono state le tombe a camera puniche, poi i romani hanno fatto diventare il luogo Portu Gruttis – che identifica le grotte appunto- e dopo un periodo di abbandono fu riscoperto con la chiesa di Santa Maria di Portu Gruttis e il convento dei Vittorini, quindi la fondazione della chiesa di Bonaria e, nell’800, il cimitero… Nel primo volume del libro c’è la storia generale del colle e la parte artistica, in cui emerge l’opera del grandissimo scultore Giuseppe Sartorio.
Il secondo tratta la parte epigrafica. La ricchissima varietà di epigrafi racconta la storia dei grandi eventi e la storia sociale: difficile scegliere tra le due. Infine è stata privilegiata la storia dei grandi eventi, ricostruiti attraverso le epigrafi, anche se i due piani si intersecano comunque. E quindi il Risorgimento: è stata ritrovata la lapide di uno dei Mille, che non si sapeva che fine avesse fatto; poi la Grande Guerra, le vittime della seconda Guerra Mondiale. Ma le epigrafi raccontano anche la vita sociale: è già pronto un terzo volume, nel quale si darebbe voce a chi non ha voce; il camposanto ci racconta la vita e la morte, la tipologia funeraria, la mortalità infantile ma anche l’abbigliamento”.
Lastretti invece ha rivelato che “ la fotografia, a volte non è stata facile, per lo stato di alcune sepolture, che necessitavano di un intervento, o anche per il problema di trovare la giusta luce: in effetti molte foto le ho fatte di notte, e posso assicurarvi che visitare il cimitero a quell’ora è un’esperienza emozionante”.
“Un lavoro davvero da ammirare – ha concluso l’ex sindaco Emilio Floris. Inoltre Cagliari è da poco entrata a far parte dell’ASCE (Association of Significant Cemeteries in Europe), avendo inoltre l’opportunità di ospitarne nel 2010 il meeting annuale. Un’ulteriore prova del valore di questo luogo, per cui si aprono importanti prospettive.


Arkadia Editore

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