Mario Corda e i big nuoresi
L’Unione Sarda
14 gennaio 2012
Mario Corda e i big nuoresi
È in libreria il secondo volume de “L’identità culturale nuorese tra mito e storia” (Arkadia Editore). Un’opera prevista in tre parti e che scruta, attraversando un lungo periodo che abbraccia Otto e Novecento, il mondo culturale e sociale in una Nuoro sempre alle prese coi suoi atavici problemi ma anche compresa della sua forza morale, intellettuale e artistica. Dopo aver analizzato nella prima parte le figure più alte della letteratura (Grazia Deledda e Sebastiano Satta), della pittura (Antonio Ballero, Giovanni Ciusa Romagna), della scultura (Francesco Ciusa), della politica (Attilio Deffenu), dell’avvocatura (Pietro Mastino, Gonario Pinna), della cultura (Angela Maccioni), l’autore ci introduce nella Nuoro a noi più vicina ma ancora ridondante di vitalità culturale nei suoi protagonisti: uomini di chiesa, poeti, pittori, scrittori. Rivivono in questa seconda parte dell’opera figure di vaglia nei settori caratterizzanti la cultura della comunità: la letteratura, le arti, la storiografia, la linguistica, l’etnografia, l’avvocatura. Si parte da Raffaello Marchi e dal suo concetto di etnografia uguale a identità specifica, unica della Barbagia; per passare a Lucia Pinna e alla sua vibrante poesia, a Vindice Satta, figlio d’arte, e ai suoi versi dedicati all’amore.
La chiesa è rappresentata dalle figure notevoli di Ottorino Pietro Alberti e di Salvatore Bussu; il primo, accanito studioso, insigne storiografo, profondo conoscitore della realtà non solo spirituale nuorese; il secondo acuto osservatore delle vicende curiali e diocesane della chiesa di Nuoro e del mondo carcerario per la sua lunga e fattiva permanenza nelle carceri in qualità di cappellano.
Brillano inoltre, nella galleria presentata da Corda, personaggi di robusto spessore culturale come Gavino Pau, artistico come Tonino Ruiu, Salvatore Pirisi, Francesca Devoto, Giovanni Antonio Sulas, Giovanni Nonnis, Graziano Cadalanu, Pietro Costa; linguistico come Luigi Farina e Enzo Espa; dell’avvocatura come Onorato Zizi. Infine Salvatore Satta, il “gigante della narrativa”, colui che ha impresso alla letteratura nuorese uno slancio imprevisto e imprevedibile dopo l’exploit di Grazia Deledda con la sua conquista del Nobel.
Un libro che riscatta Nuoro dai suoi nei che ne condizionano la crescita e ne accelerano quello che già sembra un malinconico, inesorabile declino.
(Gianni Pititu)