“Maria Luigia d’Austria” su SoloLibri
Maria Luigia D’Austria. L’arciduchessa che fu imperatrice e sovrana di Claudia Zani
Arkadia editore, 2022 – Claudia Zani tratteggia una figura chiave nel panorama della storia europea. La seconda moglie di Napoleone fu una Asburgo, figlia primogenita dell’Imperatore Francesco
La giovane Maria Luigia D’Austria visse a Vienna, tra parenti che si erano sposati tra loro pur di non suddividere l’immensa quantità di terre e di ricchezze. I figli tra cugini di primo grado avevano ereditato le malattie genetiche tipiche di chi si accoppia col medesimo sangue. Il mento di Maria Luigia è sfuggente come i suoi cugini, fratelli e sorelle, ma a parte questo trascurabile difetto fisico le tare ereditarie si tennero lontane da lei, che era di intelligenza pronta e spesso pettegola per noia. La storiografia non è stata magnanima con lei, definita con aggettivi poco eleganti (lo stesso Napoleone la definiva semplicemente “un utero”). Claudia Zani, autrice del libro Maria Luigia D’Austria. L’arciduchessa che fu imperatrice e sovrana (Arkadia, 2022), la paragona in modo piuttosto rocambolesco a Rossella O’ Hara, l’eroina nata dalla penna di Margaret Mitchell. Entrambe sono infatti donne piene di passione e forti nelle avversità. In realtà, tolte alcune caratteristiche simili delle due, Maria Luigia era una aristocratica, figlia dell’Imperatore Francesco II, che solo per una questione di “Realpolitik” sposò l’uomo che aveva disprezzato fin da bambina, Napoleone Bonaparte – il cui vero cognome era “Buonaparte”, ma era proprio lui a non voler sembrare troppo italiano. Napoleone dovette abituarsi a questa moglie così giovane e inesperta, dopo il grande amore con Giuseppina de Beauharnais, che non era stata capace di dargli un figlio. Lui era affezionato moltissimo ai figli di primo letto di Giuseppina, che pur affezionata a Napoleone, era diventata l’amante di un ussaro molto più giovane di lei. Maria Luigia dovette fare grandi sforzi iniziali affinché Napoleone dimenticasse la prima moglie e capì che l’unico modo era la buona cucina e l’essere una moglie dai tratti libertini. Sesso e pietanze: una donna dell’epoca poteva eccellere solo in quello. Napoleone aveva già quarantuno anni, mentre la seconda moglie diciotto. Neanche a dire nelle loro camere chi fosse quello bisognoso di uno zabaione rinforzato. L’imperatrice tedesca, che parlava un francese magnifico, rimase incinta. Notizia che non fece scalpore a Vienna, dove era ancora fresca la terribile sciagura della caduta dell’imperatore Francesco I come regnante del Sacro Romano Impero. Nel mentre Napoleone aveva occhi solo per suo figlio, tanto che l’imperatrice Maria Luigia si sentiva trascurata e depressa. Ma per il condottiero indomabile era arrivato il momento di avere come suo territorio la “sacra” Russia.
Nella battaglia di Borodino, Napoleone perse 35.000 soldati, mentre ai russi è andata peggio, ma avevano ancora voglia di combattere e di fare un’azione che si rivelò vincente: evacuare completamente Mosca e non far trovare nessuno nella città fu un successo per i russi. L’onda lunga delle conquiste di Napoleone cede il passo all’impotenza, ormai dopo quattro anni felici con Maria Luigia, Napoleone è uno spettro che gira per l’Europa. Il padre dell’imperatrice detronizzata, Francesco I, lascia alla figlia il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla. Nel frattempo, mentre il marito è in esilio all’isola d’Elba, la duchessa torna a Vienna con il figlio del parvenu Bonaparte, un bambino che la madre non amò mai. Ma a Vienna si deve accontentare solo di far parte degli Asburgo, ancora sposata con un uomo senza più titolo, senza niente. E nel frattempo lei, che è ancora giovanissima, trova la sua felicità con l’ussaro Neipperg, che fu un grande amore carnale di Maria Luigia. Alto, bello, con la qualifica di tombeur de femmes, fu il primo di una sequela di amanti che Maria Luigia ebbe quando diventò duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla. Ma fu anche il vero amore della sua vita. L’arrivo a Parma, per la Duchessa non fu dei migliori: lei era abituata a Vienna e alla sua corte e poi fu l’imperatrice di Parigi. Ma lei si diede da fare per migliorare le condizioni dei suoi cittadini. Nel frattempo viveva con l’ussaro che abbiamo ormai imparato a conoscere. I due vivevano come una famiglia normale, che faceva colazione insieme. Niente o molto poco era rimasto dell’amore dei gioielli e dei vestiti da parte della Duchessa, che ambiva ormai a una vita semplice, insieme ai suoi sudditi. La morte di Napoleone chiuse per sempre un capitolo di una parte che Maria Luigia aveva interpretato correttamente: quella dell’Imperatrice giovanissima, ricca di gioielli e di vestiti all’ultima moda. Una vita piena di avvenimenti, di soddisfazioni, ma anche di grandi nostalgie totalmente inutili. Claudia Zani finisce questo libro come l’aveva iniziato: stando cioè attenta alle fonti, allo studio di tutto quello che riguardava la vita di Maria Luigia d’Austria, rendendoci simpatica una donna che era stata al contempo capricciosa ed elegantissima e una buona madre coi figli degli altri, non certo con i suoi.
Vincenzo Mazzaccaro
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