Marco Di Tillo su EZ Rome
EZ ROME
4 dicembre 2014
Il nuovo romanzo di Marco Di Tillo, “Dodici giugno”
In una soffocante mattina d’estate, al Seminario Pontificio di Roma, a due passi dalla Basilica di San Giovanni in Laterano, un giovane seminarista viene trovato senza vita nel suo letto. Accanto al corpo, un paio di cesoie con le quali è stato reciso l’anulare della mano sinistra. Sulla scena del crimine accorrono gli uomini dell’Uocs, l’Unità Operativa per il Crimine Seriale, coordinata dall’Ispettore Sangermano. E’ il dodici giugno, il clima si fa rovente, e non solo per la temperatura. La viceispettrice Fedele, donna il cui fascino è secondo solo alla sua intelligenza, risale ad altri due omicidi simili: le modalità sono le stesse ,le vittime sempre seminaristi, la data il dodici giugno di vent’anni prima. Il caso sconvolge il Vaticano in un momento delicato, in cui il nuovo Pontefice è impegnato in un’opera di pulizia morale in una Chiesa afflitta dagli scandali. Chi può voler eliminare dei futuri sacerdoti? Qualcuno coinvolto nei famigerati casi di pedofilia? E soprattutto, l’assassino colpirà ancora?
Parte così la nuova appassionante indagine dell’ispettore Sangermano in Dodici giugno, dello scrittore romano Marco Di Tillo (Arkadia Editore). Brillante investigatore, ma anche laico consacrato, Sangermano è un tipo un po’alla Maigret, che a muscoli e azione preferisce fiuto e intuito. Per la sua scelta di vita abita in una parrocchia della Balduina, dove con don Pietro, un sacerdote che non sempre riesce a trattenere le parolacce, si occupa di ragazzi dalla storia difficile. Perché è da un passato sbagliato che scaturiscono i mali del presente, l’ispettore dell’Uocs lo sa, e sarà questo a metterlo sulle tracce dell’assassino, scoprendo una storia sconvolgente e inimmaginabile che ha sullo sfondo le coste del Lazio e della Sardegna. Fin dal caso precedente, Destini di sangue, anch’esso recensito da EZ Rome, Marco Di Tillo, autore Rai, sceneggiatore, regista e romanziere, ci ha abituato a un tipo di indagine psicologica, acuta, dove i dettagli sono incastri perfetti di una costruzione sapiente. Non si prende mai troppo sul serio il suo ispettore, che è un anti-eroe, un uomo esso stesso dal passato tutto da scoprire. Ha conosciuto il dolore, e ha una grande fede, ma per lavoro vive in strada, guarda in faccia il male, e viene messo alla prova di continuo. E’ questo a renderlo credibile, a fornirgli armi che gli altri non hanno.
L’ispettore Sangermano questa volta è alle prese con una serie di inquietanti omicidi che coinvolgono il Vaticano. Ma lui non è solo un ispettore, è anche un laico consacrato, un uomo dalla fede profonda. Si può dire che venga colpito anche lui, proprio nella sua sfera più intima, spirituale?
MDT: No, la sua fede non è affatto intaccata, nemmeno un po’. Lui non è colpito perché la sua è una fede vera, autentica, direi granitica. La fede di un uomo di cinquant’anni che ne ha viste tante, ha sofferto, ha pianto, è sceso nel fondo del pozzo e poi è risalito. Sangermano conosce bene gli esseri umani e sa quanto male c’è nel mondo e quanto l’uomo possa essere sempre il più feroce degli animali. Perché questo è il vero protagonista delle mie storie, oltre naturalmente al nostro ispettore romano, l’uomo cattivo. Ce ne sono tanti in giro, tantissimi, purtroppo.
Come nel caso precedente, Destini di sangue, anche in Dodici giugno le cause del male di oggi vanno ricercate nel passato, in pensieri e sentimenti negativi che hanno portato ad azioni abominevoli. La domanda è per lo scrittore: questo è dovuto più ai suoi studi di psicologia o alla sua fede?
MDT: Sono nato nel mese di Luglio, sotto il segno del Cancro. Dicono che i cancerini come me siano molto attaccati ai ricordi, al passato. In effetti per me è proprio così. Ho sempre ben nitide le immagini e le persone di molti anni fa. Ricordo ancora le parole esatte, le emozioni, i colori, gli odori. Come se il tempo non fosse passato. Credo comunque che il passato sia importante un po’ per tutti e che certe brutte azioni subite possano restare ancorate alla mente per decenni e che, come nel caso dei miei assassini seriali, siano la principale causa dei loro comportamenti criminali. Naturalmente non tutti i “brutti” ricordi creano degli assassini. A volte sono causa di depressione, alcoolismo, droga e tanti altri enormi problemi ancora. Insomma il passato è davvero una brutta bestia da gestire. Nei miei lontani studi di Psicologia, ho dato un esame in Criminologia. Se non ricordo male c’era proprio un capitolo dedicato ai disturbi della mente causati dai ricordi del passato. Il capitolo era molto vasto.
Le indagini dell’ispettore Sangermano sono principalmente ambientate a Roma. E’ la città del crimine ma anche di chi lo combatte, un esercito numeroso composto da forze dell’ordine, operatori, volontari. E poi è anche la sua, di città. Ha voluto rappresentarne le due anime?
MDT: Negli ultimi anni Roma è diventata una delle città più pericolose d’Europa. Le mafie organizzate gestiscono buona parte della città Per ripulire i loro soldi si sono comprati ogni bar, ristorante, albergo, locale commerciale, appartamento disponibile. Il centro storico è quasi letteralmente “cosa loro”, per non parlare degli ipermercati delle periferie, dei discount. Fanno affari con le piccole bande locali, con la malavita cinese, rumena, albanese, moldava e chi più ne ha più ne metta. Tutto è stato messo a frutto. La sosta al semaforo è diventata un incubo per l’altissimo numero di mendicanti, falsi zoppi, venditori di kleenex e accendini, saltimbanchi, lavatori di vetro. Le zingarelle imperversano sulla metropolitana scippando carte di credito e soldi ai poveri turisti inermi. I campi abusivi si diffondono a macchia d’olio anche nei quartieri centrali e di maggiore prestigio. Ogni secchio della mondezza è preso d’assalto da strana gente che ci entra letteralmente dentro per prendere pezzi di ferro o di latta, cartoni e roba varia da infilare poi nei loro ogni presenti trolley con le ruote. La media dei crimini e degli omicidi annuali è altissima, addirittura impressionante. Il male in questa città si sfiora con un dito. Tutti noi che ci abitiamo ce ne rendiamo conto ogni giorno e ogni giorno le nostre vite si destreggiano nelle strade, sfiorando persone potenzialmente molto pericolose. Ogni tanto, purtroppo, per il semplice calcolo delle probabilità, qualcuno di noi entra in contatto con loro e allora sono guai seri.
La viceispettrice Silvia Fedele, preziosa collaboratrice, è perdutamente innamorata di Sangermano. Lui però, sempre attento a ogni minimo dettaglio, non lo capisce. Insomma, come si dice, ci è o ci fa?
MDT: Sangermano non è scemo affatto. Io credo che lui abbia capito benissimo, ma è in difficoltà, direi in grandissima difficoltà. Lui è un laico-consacrato, ha preso i voti, anche se, un po’ subdolamente in effetti, non sappiamo se tra questi ci sia anche quello di castità. Comunque ha scelto da tempo di dedicare la propria vita, oltre che al suo lavoro di poliziotto impegnato nella lotta ai criminali, all’impegno verso il prossimo, al dialogo con le persone in difficoltà che vengono a parlargli nel centro d’ascolto del suo quartiere e ai ragazzi ex tossicodipendenti che sono stati affidati alla sua parrocchia per un reinserimento in società. Detto questo però, lui è anche un uomo. E la sua collega vice-ispettrice Silvia Fedele è una donna bellissima, in piena forma e, soprattutto, molto intelligente, profonda. S è laureata a pieni voti in Psicologia, è interessata a tante cose. Sangermano si trova benissimo a parlare con lei, a chiacchierare insieme di qualunque argomento. La situazione sta diventando un po’ complicata da gestire. Che accadrà nelle prossime puntate? E’ la domanda che mi pongono tutti i lettori e che, forse, mi sto ponendo anch’io.
Marco Di Tillo è nato a Roma, dove vive. E’ autore di programmi televisivi e radiofonici per la Rai, insieme a Serena Dandini, Piero Chiambretti, Nanni Loy e Enza Sampò. Ha scritto diversi libri per bambini, come Operazione Pappagallo, Il giovane cavaliere (Einaudi) e Tre ragazzi ed il sultano (Mursia). Collabora con il magazine on-line La voce di New York dove cura la rubrica La mia Roma. Nel 2013 ha pubblicato negli Stati Uniti il thriller storico The Other Eisenhower. Destini di sangue è stata la prima indagine dell’ispettore Sangermano, pubblicata da Arkadia Editore.
(Donata Zocche)