“L’ombra di Tiepolo” sul Messaggero Veneto
Gli anni udinesi del Tiepolo, un nuovo romanzo per parlare di intrecci umani e trame storiche
Alberto Frappa Raunceroy mette il “pittore della luce” al centro del suo nuovo romanzo
“Era tutto vero: Tiepolo sapeva guardare dentro, sapeva guardare oltre”, così scrive Alberto Frappa Raunceroy nell’ultima pagina del suo lavoro fresco di stampa L’ombra del Tiepolo (Arcadia Editore, 168 pagine, 16 uro 16). Il libro verrà presentato oggi in un incontro in prima nazionale alla Libreria Moderna Udinese alle 18. C’è grande attesa per questo raffinato close-up storico; sono gli anni udinesi di Giambattista Tiepolo (nato a Venezia nel 1696 – morto a Madrid nel 1770), star dell’arte europea del Settecento. È il famoso “pittore della luce” che il mondo conosce per il virtuoso talento, e che proprio qui, tra il 1725 e il 1730, chiamato a dipingere dal patriarca veneziano Dionisio Dolfin, lascerà per i posteri eterni capolavori, che ancora non si conoscono abbastanza. Lo diciamo sempre: Udine non si può lasciare senza aver visitato almeno una volta la Galleria degli Ospiti al Museo Diocesano, (e solo per citarne uno tra i lavori di Tiepolo, vorticosamente prodotti da queste parti). Sono questi gli anni in cui Frappa Raunceroy ambienta il suo godibilissimo romanzo sui possibili intrecci umani che veleggiano ariosi e imprevedibili intorno al pittore. Raunceroy è autore di miniature, di nature morte, create da parole desuete e citazioni visive. È il compositore di trame storiche ben congegnate dove tutto torna anche agli occhi più esperti e dove l’estro esplode nella caratterizzazione di un originale quadro familiare nutrito da tre donne, – nonna, madre e figlia – che ruotano per motivi diversi intorno al vivace Tiepolo alle prese con la realizzazione degli affreschi della Cappella del Sacramento in Duomo e il noto ciclo biblico dell’allora palazzo patriarcale, ora museo diocesano. A Frappa piacciono le figure “estreme”; ha raccontato volentieri gli ultimi anni di vite illustri quali l’ultimo doge, Ludovico Manin, descritto ne “Il serenissimo borghese”, o Maria Antonietta, chiusa nella torre poco prima dell’esecuzione, come ne’“Il parruccaio di Maria Antonietta”, secondo classificato al Premio Letterario Nazionale Palmastoria 2018, seducendo il lettore con l’indimenticabile protagonista Salamandre. Il suo libro “La lanterna magica” nel 2021 si è pure imposto come romanzo storico più gradito ai lettori del supplemento letterario “Robinson” di “La Repubblica”, definito come “spunto originale, romanzo allo stesso tempo sensibile e duro”. Anche nel suo nuovo lavoro, L’ombra del Tiepolo, l’autore appoggia il talento sui colori neri: è la cupezza esistenziale delle tre figure femminili – la nobildonna Foscarina di Varmo, la figlia Teresa Sturm e la nipote Aurora –; è la voracità dark di una città inospitale e pettegola, allora come oggi osiamo aggiungere; è il complesso brio artistico della personalità sfuggente di un Tiepolo trentenne, che seduce senza colpa, che attira senza malizia, capace di gesti affettuosi e persino maldestri, a tratti scanzonati, a tratti crudeli. “Faceva rabbia perché metteva le sue figure in paradisi così intensi da risultare insopportabili”, chiosa Frappa nelle ultime righe, e dà la chiave interpretativa del suo voler indagare tra le pieghe dei drappeggi, dentro gli occhi dei protagonisti dei quadri di Tiepolo. Un libro cupo ma pieno di grazia, dove la luce c’è e si ferma nel cuore candido e nell’eleganza di mani ancora abili anche se trattenute dentro un corpo deforme, come quello dell’indimenticabile Teresona Sturm, personaggio che non lascerà indifferenti i lettori. (Un pensiero va alla memoria di Paolo Maurensig, che stimava il lavoro di Frappa e a cui questo ultimo libro sarebbe piaciuto.)
Elena Commessatti
Il link alla recensione sul Messaggero Veneto: https://bitly.ws/33hzB