“Lo storiografo dei disguidi” su SoloLibri.net
Lo storiografo dei disguidi di Paolo Codazzi
Arkadia, 2021 – Questa raccolta di racconti è un viaggio unico attraverso le pieghe della natura umana e dell’imprevedibilità della vita, raccontate con uno stile che apre al lettore, come in un caleidoscopio, tutti gli aspetti che circondano un fatto.
Quale famoso eroe era affetto da insonnie matematiche? Oltre la transumanza del bestiame esiste una transumanza delle biblioteche? Può un uomo essere eletto pazzo a suffragio unanime della comunità? Le lotterie nei paesini di provincia sono o non sono appannaggio di nepotismo? Cosa accade veramente nei mattatoi comunali? Cosa si potrà mai scoprire durante i lavori di restauro di un antico edificio monastico? Cos’è il Passo della vedova? Cani e padroni: chi dei due la fa fuori dalla tazza? Questo e quant’altro potrete scoprire alla lettura dei racconti raccolti nel libro Lo storiografo dei disguidi (Arkadia, 2021) di Paolo Codazzi, questo almeno all’apparenza. Ma durante la lettura, nonostante si venga catturati piacevolmente dallo svolgersi della trama di ogni racconto, ci si accorge di avere davanti il comporsi di un quadro sociale tanto assurdo quanto realistico, ben aderente alla realtà popolare e storica del nostro bel paese. Attraverso uno stile singolare, con il quale occorre prendere confidenza prima di lasciarsi travolgere da una spirale affabulatoria straordinaria, il tema di ogni racconto è una metafora per rappresentare con lente pirandelliana fatti appartenenti a un contesto urbano e provinciale, dove ogni personaggio o evento è emblematico di vizi e immoralità che inesorabilmente si replicano in qualsiasi ambito sociale. La voce narrante (in prima o terza persona a seconda dei racconti) senza giudizio e con acuta analisi indaga le numerose sfaccettature della realtà, contrapponendosi a un coro di voci di una comunità giudicante e decadente dove la maldicenza e gli atteggiamenti meschini e arroganti definiscono la regia di una realtà falsata che assume toni grotteschi. Sono tutte storie diverse, anche se ambientate a Firenze e dintorni, ma in tutte sembra aleggiare una pesante ipocrisia sociale a determinare le sorti di personaggi o avvenimenti, almeno fino a quando un evento accidentale (il caso o caos) o il discernimento di un personaggio, non inverta la rotta di quanto sembra già determinato. La raccolta di racconti diventa così un viaggio unico attraverso le pieghe della natura umana e dell’imprevedibilità della vita, raccontate in uno stile narrativo che apre al lettore, come in un caleidoscopio, tutti gli aspetti che circondano un fatto perché la realtà non ha mai un’unica versione e ogni avvenimento è composto da antefatti, moventi, retroscene e conseguenze e dove il risultato è che la verità oggettiva è spesso falsata dal giudizio altrui. Elegante, ironico, grottesco, divertente, il libro di Paolo Codazzi fa emozionare e sorridere, spesso amaramente, ma soprattutto fa riflettere sull’assurdità di un quotidiano vicino a tutti noi. Tra i diversi racconti, che ce la dicono lunga sull’inganno delle apparenze e sui falsi perbenismi sociali, in particolare ho amato “A passo di vedova”, nel quale il finale arriva come un’illuminazione a far battere il cuore, e “L’odore del potere” dove invece – sebbene non conosca personalmente l’autore – mi è sembrato di scorgere tratti autobiografici in un personaggio che coraggiosamente prende distanza morale da una realtà guasta e deplorevole, e dove si condividono i tratti di una coscienza libera e morale che individualmente si oppone a una collettività decadente. Sullo sfondo la Firenze dei monumenti secolari e l’arte sublime dei grandi maestri sapientemente citati, a ricordare che dopotutto nella natura umana c’è pur sempre una componente divina in grado di creare bellezze eterne.
Nicoletta Stecconi
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