L’imprevedibile accade
Prologo
Seduto su una sedia di vimini, Pietro Greco si lasciava investire dalla brezza della sera che aveva ricominciato a soffiare da nord, stemperando la calda umidità di quella giornata di fine agosto. A pochi passi da lui i bambini sfogliavano i libri che la mamma aveva portato in vacanza sperando di poterli impegnare senza strepiti o litigi.
«Nonno, mi leggi questa storia?», domandò una di loro avvicinandosi e mostrando le parole, per lei indecifrabili, stampate a lato di un grande disegno che raffigurava un gigante orrendo, con un occhio solo.
«Non ho qui gli occhiali da lettura», rispose lui, che si divertiva a vederli lì accanto, stranamente silenziosi, mentre la sera regalava a tutti un po’ di refrigerio.
«Vado io a prenderli in cucina», propose la piccola, con l’inesauribile insistenza della sua età.
«Aspetta! Mi arrangio in un altro modo», replicò il vecchio, ridendo e rovesciando gli occhiali da miope che aveva indosso.
«Anche nonna Maria fa così!», esclamò l’altra.
«Ho imparato da lei. Quando non ha a portata di mano gli occhiali da lettura, usa le altre lenti al contrario. Vostra nonna è un genio!», spiegò, con un pizzico di malinconia.
«Avvicino la sedia. Così posso continuare a guardare le figure, mentre tu leggi», disse lei, soddisfatta.
«Devo cominciare da qui?», chiese ancora lui.
«Sì. Vedi questo mostro, con la mano che si copre la faccia? Dai leggi!»
«Ulisse legò ognuno dei suoi compagni al ventre delle pecore per uscire dalla grotta in cui erano prigionieri, ingannando ancora Polifemo oramai diventato cieco…», iniziò a declamare lentamente con una voce da talentuoso attore.
«Ma perché aveva detto di chiamarsi Nessuno?», lo interruppe il più grande, che ascoltava da lontano.
«Lo capirai dopo, quando il gigante chiederà aiuto agli dei per vendicarsi di chi gli aveva tolto la vista», rispose lui, sorridendo.
Il figlio di Pietro, Andrea, seguiva la scena, mentre dava un po’ d’acqua al prato intorno alla casa.
“Non perde mai il buon umore. Anche adesso che mamma è in ospedale”, pensò, tornando verso di loro per convincere i bambini ad andare finalmente a dormire.
«Ora lasciamo che nonno si goda il vento fresco qui in cortile. Noi andiamo in casa: continuo io la lettura della storia fino a quando vi addormenterete», disse con calma, prendendo in braccio la più piccola.
Era da pochi giorni in quella casa al mare, preoccupato per la salute della madre, piuttosto anziana e fragile, ma confortato dalla tranquillità di Pietro che, pur avendo gli acciacchi della sua età, camminava a lungo in campagna, si muoveva ovunque con l’agilità di un ragazzo e, soprattutto, trasmetteva fiducia e coraggio in ogni circostanza.
Andrea si alimentava ancora di quella fiducia, confermata e rafforzata dalla disponibilità a essere presente nelle quotidiane incombenze che investivano una casa con tanti bambini e un lavoro impegnativo come quello di avvocato. Le vacanze erano finalmente arrivate ma tutto l’anno era stato particolarmente faticoso. Nella memoria non riusciva a cancellare le fasi convulse della sua ultima vicenda giudiziaria: le immagini si riaffacciavano continuamente, riportandolo alle sere trascorse nella stanza del suo studio a cercare di districare il groviglio di accuse che teneva sotto scacco un suo giovane cliente.
Si rivedeva ancora seduto alla scrivania, mentre una nave arrivava in porto a tarda notte…