“Le scintille di Alma” su La Gazzetta dello Spettacolo
Le scintille di Alma, di Elena Zucchi
Un esordio che nasce dal vissuto quotidiano, questo è Le scintille di Alma, di Elena Zucchi, scrittrice che si occupa a tempo pieno di crescita personale in veste di psicologa e coach. Esperienze professionali che sono confluite nel suo primo romanzo, una storia la cui evoluzione è assegnata a tre linee narrative parallele e che ricalcano le conflittualità più frequenti del nostro tempo. Famiglia, sentimenti e professione sono al centro dell’eterna ricerca di unicità da parte dell’essere umano, e così è anche per Alma. La forte connotazione psicologica del libro, ambientato in una Milano nevrotica ed enigmatica al tempo stesso, rende “Le scintille di Alma” un libro in cui le ferite personali danno vita a un viaggio di scoperta su tematiche chiave. Ne parliamo con lei per la nostra rubrica “Libri e Scrittori”.
Elena Zucchi, benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo. Quali sono le esperienze personali e professionali che hanno ispirato la scrittura del tuo romanzo d’esordio?
Nel mio lavoro, di coach e formatrice, mi occupo di processi di sviluppo personali e manageriali, dunque ne conosco bene i meccanismi. Questo è stato per me una fonte di ispirazione importante: la protagonista, Alma Boselli, attraversa nella storia un processo di crescita molto importante che le consente di superare una condizione di anestesia psicologica dovuta a un trauma subito, di dipanare i segreti di famiglia del passato e trovare la verità, anche su sé stessa. Ma non c’è solo la mia professione: l’impegno di Alma per capirsi e migliorarsi e il suo viaggio verso l’autenticità mi riguardano fortemente anche come persona. Credo che noi umani siamo vocati alla crescita e al cambiamento, è un percorso complesso ma possibile e di grande valore.
Come sei riuscita a integrare l’approfondita conoscenza psicologica, derivante dalla tua professione, alla trama del libro?
Le mie conoscenze in ambito psicologico mi sono state molto utili per costruire i profili dei personaggi. Ho cercato di far sì che ciascuno avesse dei tratti caratterizzanti distintivi e, nello stesso tempo, che ci fossero alcuni temi di fondo che li interconnettessero perché questo spesso accade tra noi persone: ci sentiamo spontaneamente attratti da chi ha dei vissuti simili ai nostri. Anche laddove non conosciamo le storie altrui, spesso ci sono delle risonanze psicologiche profonde su un piano inconscio. Questo accade anche ai personaggi de “Le scintille di Alma”: diversi di loro sono stati feriti e abbandonati, hanno subito traumi, cercano la verità o nascondono segreti, e questo sentire comune crea tra loro un terreno condiviso. Ho cercato però di non scivolare in psicologismi, dato che si tratta di un romanzo e non di un saggio. Quindi più che spiegare i meccanismi psicologici ho provato a far sì che emergessero dai comportamenti dei personaggi.
In che modo le conflittualità affrontate dai personaggi riflettono le sfide più comuni della nostra società contemporanea Elena Zucchi?
Le sfide che affrontano i personaggi sono principalmente emotive. Riguardano la ricerca di senso, la costruzione di rapporti significativi, le relazioni nelle famiglie dove spesso non ci si parla davvero, il riuscire a far pace col proprio passato per potersi aprire al futuro. Accanto a questo, la protagonista è impegnata nella sua carriera professionale: è in corsa per il posto da professore universitario e deve confrontarsi con un’accanita rivale e con le logiche, non sempre cristalline, dell’ambito accademico. La sua sfida è raggiungere l’obiettivo desiderato, districandosi nella complessità del contesto, venendone in qualche modo a patti ma senza rinunciare ai suoi valori. E, infine, c’è l’amore: Alma Boselli si innamora di un uomo molto affascinante ma ambiguo e sfuggente, che con la sua presenza intermittente fa rinascere in lei il trauma dell’assenza della mamma morta in circostanze ambigue quando lei era bambina. La sua sfida sarà provare a rinunciare a un innamoramento tossico per aprirsi a una dimensione di relazione più matura. Dunque: sviluppo psicologico, carriera professionale e sentimenti. Mi sembra che questi tre elementi riflettano i desideri e le difficoltà che interessano molte persone nell’oggi.
Famiglia, sentimenti e lavoro: quali consigli daresti ad Alma, anche fuori dalla trama, per riuscire a coniugare i tre elementi cardine al meglio?
Le suggerirei di credere in sé stessa, di dare valore alle sue risorse e potenzialità, di coltivare il seme della fiducia, e di perseguire la strada dell’autenticità alla ricerca di ciò che è vero e salutare per lei, lasciando andare tutto il resto. E poi, di cercare degli alleati, persone con cui camminare a braccetto e con le quali ci sia uno scambio di affetto e supporto.
In chiusura Elena Zucchi, la Milano trafelata che fa da sfondo al libro sembra compenetrare perfettamente i problemi della protagonista. Che ruolo gioca l’atmosfera circostante nella conformazione psicologica di Alma?
Credo forte. All’inizio della storia la protagonista è inquieta come una certa Milano a cui appartiene: è la Milano richiedente e nervosa dello stress professionale, degli aperitivi nei grattacieli specchiati, dei rapporti omologati e piuttosto superficiali. Poi, circa a metà della storia, per caso arriva all’Isola, un “quartiere paese” dal clima culturale molto fervido. Qui conosce delle persone che la coinvolgono in attività quali drum circle, ritiri di meditazione, volontariato in giardini condivisi. Si apre alla scoperta di un altro dei tanti volti della città, trova nuovi alleati per il suo percorso e questo va in parallelo con una sua significativa evoluzione psicologica.
Francesca Ghezzani
Il link all’intervista su La Gazzetta dello Spettacolo: http://bitly.ws/HJnx